Lunedì, 28 Marzo 2016 10:04

Cosa ci fanno nove liceali emiliani all'Onu? In evidenza

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Otto studenti del liceo classico Rinaldo Corso di Correggio e uno del liceo scientifico Spallanzani di Reggio sono stati a New York per il progetto National High School Model United Nations. Esperienza che ha aperto le porte del Palazzo di Vetro dove, simulando i lavori delle nazioni unite, hanno rappresentato la delegazione del Benin. Uno dei ragazzi selezionati racconta dei suoi lavori all'assemblea del Palazzo di Vetro...

di Alexa Kuhne, ph. Martina Camellini

Correggio, 28 marzo 2016

Sono partiti con l'entusiasmo tipico dei ragazzi, quello che ti fa vivere tutto a mille, i nove liceali emiliani scelti per 'lavorare' all'Onu.
Il viaggio, però, è iniziato ancora prima, non appena hanno saputo di essere stati selezionati per partecipare a una simulazione delle attività delle Nazioni Unite, a New York...
Un evento che è come cento lezioni in classe, che li ha arricchiti e che assume un valore particolare per questi giovani che rappresentano il futuro e che si trovano a vivere in un momento delicato come quello odierno, in cui il confronto e le strategie in comune possono davvero salvaguardare la pace.
Referente del progetto è stata la docente di latino e greco Lucia Giamprini: "Da quest'anno scolastico il liceo ha aderito al programma Mun (Model United Nations) con il quale dal 1975 l'Onu incentiva la partecipazione di giovani studenti, provenienti da tutto il mondo, al meeting internazionale che ha come oggetto la simulazione del meccanismo di funzionamento dei propri organi. Sostenuti, come partner, da Ida, Italian diplomatic academy, per dare alle scuole opportunità contemporanea, moderna e aperta".
I ragazzi che sono volati lo scorso 5 marzo a New York per partecipare ai lavori al Palazzo di Vetro sono: Marco Santangelo, Edoardo Nucera, Riccardo Martino, Martina Camellini, Linda Bianchini, Cesare Silvestrini, Chiara Menozzi, Martino Belluzzi, tutti del liceo classico Rinaldo Corso di Correggio e Guendalina Bettinelli del liceo scientifico Spallanzani di Reggio Emilia.
Il progetto Mun vede coinvolti 705 alunni italiani per un totale di oltre 3500 giovani, provenienti da tutto il mondo.

ragazzi allonu

Dice Martino Belluzzi, ricordando la sua esperienza: "Ho messo alla prova le mie capacità di risolvere e affrontare tematiche molto importanti anche per il bene comune, confrontandomi continuamente con punti di vista differenti, come possono essere quelli dei ragazzi americani, tedeschi o messicani, per arrivare poi a un'unica soluzione condivisa..."
Dopo un percorso di formazione mediante lezioni tenute da docenti universitari e formatori provenienti dal mondo della diplomazia, i ragazzi si sono confrontati prima il 21 febbraio a Verona in una prova generale di simulazione dei lavori Onu che ha coinvolto la delegazione giovanile italiana al completo.
Hanno rappresentato Nepal, Nuova Zelanda e Nauru, lavorando ininterrottamente dalle 10 alle 18.
Dopo aver creato alleanze con altri paesi, hanno presentato il loro working paper, che è stato l'unico documento prodotto dall'assemblea; le delegazioni provenienti da tutti gli stati membri dell'Onu hanno poi dibattuto in commissioni, incontrando politici e diplomatici di tutto il mondo e poi si sono riuniti in assemblea generale al palazzo di vetro il 5 marzo.
Il liceo classico Rinaldo Corso di Correggio ha rappresentato il Benin e si è occupato di problemi quali l'immigrazione illegale del Benin verso i paesi del Sud-est asiatico o quello della cripto-valuta.
Martino racconta che sono state molteplici le finalità del progetto: favorire l'incontro coi giovani di altre nazionalità, per costruire una rete globale di rapporti e collaborazioni, conoscere i problemi e le difficoltà che affliggono il mondo per proporre soluzioni praticabili e concrete, approcciarsi alle tecniche di negoziazione e al mondo della diplomazia; migliorare la conoscenza dell'inglese, lingua veicolare dei lavori a New York.

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Per lo studente la lezione è stata quella dell' "arricchimento e accettazione punti di vista differenti", ai quali sembra che i ragazzi delle altre parti del mondo siano più abituati. "Loro – spiega - erano gia esperti mentre da noi occasioni come questa sono più uniche che rare. Affrontavano i lavori con grandi capacità, serietà e serenità; noi eravamo un po' nervosi..."
Probabilmente i ragazzi hanno avvertito la necessità di essere più al 'passo' e Martino rimarca, con le sue parole, la necessità di una formazione più attuale: "Io prima ero profondamente ignorante: sapevo che cosa fosse l'Onu ma non sapevo realmente come fosse organizzata e in che modo potesse tutelare i paesi membri..." .
Per suggellare questo avvenimento unico, in occasione del 60° anniversario dell'ingresso dell'Italia nell'Onu, celebrato l'anno scorso, la delegazione italiana è stata l'unica a poter visitare il Palazzo di Vetro anche al di fuori dell'assemblea plenaria.

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