Dalla piramide al cerchio

Dalla piramide al cerchio

Guido Zaccarelli, è docente di informatica, giornalista, saggista, consulente aziendale e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016).
 
Bibliografia:
  1. Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) -
  2. La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) -
  3. Finestre di casa nostra (2013) -  
  4. Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016).

Telefono: +39 347 6005873

Lunedì, 02 Settembre 2019 12:08

Mirandola in festa sulle ali del volontariato

Mirandola in festa grazie all’azione messa in campo dai volontari che con impegno e dedizione hanno voluto donare alla propria Città due giornate dedicate alla spensieratezza ma anche alla riflessione mostrando le attività, che spesso sono nell’ombra, ma che sono fondamentali per il benessere di tutta la comunità mirandolese.

Di Guido Zaccarelli Mirandola 2 settembre 2019 - La solidarietà si riferisce all'agire in solidus, in modo concreto, per il benessere della persona. È un impegno etico e sociale che si svolge alla pari a favore di altri. Da non confondere con l'elemosina, che esprime un rapporto di disparità tra gli individui. Due giornate (il 31 Agosto e il 1° Settembre 2019) dove i cittadini hanno potuto incontrare le associazioni presenti nel territorio e i volontari, che donano il loro tempo alla vita sociale della città di Mirandola, e “misurare la solidarietà” come riporta il titolo della manifestazione. Misurare la solidarietà porta con se l’immagine del tempo assegnato al fare quotidiano per raggiungere insieme il bene comune.


L’incontro con Fabio Busi è di quelli che lasciano il segno pensando alla misura dell’impegno con il quale ha realizzato un roulette da destinare alla Protezione Civile per il coordinamento modenese:
«Il sisma del 2012 che ha colpito i territori dell’Emilia Romagna ha portato alla luce una rete di solidarietà umana senza precedenti dimostrando che le persone nel momento del bisogno sono presenti e si dispongono all’aiuto reciproco. La mia abitazione ha subito danni e una famiglia di Costa Volpino sul lago d’Iseo ha regalato alla mia famiglia una roulette. Ritornato nella mia abitazione, ho pensato che era giusto ricambiare questo gesto donando la roulette alla protezione civile. Lo stato di conservazione era tale da giustificare un intervento sostanziale tale da essere impiegata per il Centro Coordinamento del Soccorso. Il lavoro è stato lungo e molto difficoltoso, ma alla fine l’energia della solidarietà ha contribuito a superare gli ostacoli che incontravo, grazie anche alle persone che ho incontrato durante il cammino e che mi hanno aiutato anche finanziariamente per completare il progetto da destinare nei percorsi di emergenza o nelle manifestazioni nelle piazze.


Progetti futuri?:
«il progetto prevede di realizzare una roulotte per alleviare il disagio di una persona disabile con problemi motori, o di deambulazione, da mettere al coperto e al caldo, o al fresco, in base alle stagioni.
Cosa significa essere volontario?:
«Donare il proprio tempo e volontà a costo zero e guadagno zero. Significa mettere in campo le proprie forze, in base a quello che una persona può dare, e il benessere che si prova stimola al fare perché smuove l’energia dell’utilità verso il prossimo».

Italo Calvino, nelle Città invisibili narra: Marco Polo descrive un ponte pietra per pietra. Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? chiede Kublai Khan. Il ponte non è sostenuto da questa o quella pietra – risponde Marco – ma dalla linea dell'arco che formano. Kublai Khan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge: Perché mi parli delle pietre? È solo dell'arco che mi importa. Polo risponde: Senza pietre non c'è arco.

 

CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)

 

 

«È notte. D’incanto le luci si spengono e la penombra scende rapidamente a valle per incontrarsi con il buio di un’alba tragica. Un boato, la terra trema e ondeggia come un mare in tempesta. Si odono voci che si rincorrono inquiete, scorgono fari accesi di auto che si spostano intimorite e flebili luci di candele che scompaiono nel nulla: emozioni che corrono, sentimenti che si inseguono. Le strade sono scure e i sentieri sono interrotti, tutti hanno paura. Mani che si stringono incoraggiandosi a vicenda. Il cuore batte forte. Per un attimo si ferma, poi riprende: la vita riprende. È l’alba. Il sole è ormai alto all’orizzonte e le nuvole hanno lasciato il posto ad un cielo terso, la luce di una nuova vita riflessa nelle sfumature della speranza.»

di Guido Zaccarelli Mirandola 1 settembre 2019 - Il sisma che ha colpito l’Emilia nel 2012 ha portato alla luce il valore aggiunto dell’imprenditore che, innanzi al disastro che ha colpito la propria azienda, ha continuato a camminare insieme ai suoi collaboratori verso il bene comune dell’azienda. Innanzi alla improvvisa avversità, che ha innescato la perdita immediata delle strutture e dei macchinari dell’impresa, non si è smarrito e non si è perso d’animo.

Consapevole della responsabilità sociale riferita all’essere imprenditore, ha raccolto a sé i proprio collaboratori “e insieme" hanno rianimato l’impresa donandole nuova vita. Ciò che è balzato all’occhio attento della popolazione, è il valore etico, sociale e morale, dell’imprenditore che non ha chiuso i cancelli dell’azienda, ma ha colto il momento come una grande opportunità di crescita, donandole tutta l’energia di cui disponeva, per proteggerla e valorizzarla, consapevole del fatto che l’impresa è l’espressione autentica del bene sociale.

Da dove nasce il concetto di bene sociale? Diverse sono le strade che possono suggerire risposte adeguate e ognuna meritevole di essere accolta nella disponibilità dei singoli. Una possibile definizione potrebbe essere: «è il valore aggiunto realizzato da ogni singolo individuo per il bene sociale dell’intera comunità».

Nelle fasi convulse, i lavoratori hanno rivolto agli imprenditori tantissime domande, tra le quali: «e adesso cosa facciamo?», «alla mia età dove vado a lavorare?», «cosa sarà del nostro futuro, considerato che abbiamo perso anche la casa?». L’emozione del momento, associata ai riflessi indotti da una chiusura anticipata dell’azienda, ha spinto sulla volontà di ripartire, senza paura di perdere la scommessa, attraverso la ricostruzione, per dare una nuova luce al territorio, che voleva tornare più forte di prima. La voce dell’imprenditore: «i problemi avranno una loro soluzione, la forza della condivisione anima la mano invisibile del nostro agire verso il bene comune».

Il valore etico della condivisione è una energia magmatica inarrestabile che spinge l’uomo al fare con ogni mezzo guardando con speranza al futuro. L’imprenditore è tale quando è consapevole che la propria impresa rappresenta il bene sociale per eccellenza fondata sui principi dell’etica che potremmo definire “adamantina”, per la luce che è in grado di emettere, per la trasparenza dei comportamenti e la luce della morale che lo guida verso l’obiettivo comune. Le aziende hanno un’anima che vive grazie alla presenza di uomini che dedicano una parte importante della loro esistenza terrena all’impresa.

Aristotele nella raccolta di appunti dal titolo, Etica Nicomachea scrisse: «Ogni tecnica e ogni ricerca e ogni scelta, tendono a qualche bene, come sembra; perciò il bene è stato giustamente definito come ciò a cui si tende». Questa è la ricchezza che troviamo negli imprenditori e nei lavoratori, e in tutti quelli che agiscono di concerto verso il bene comune. La ricchezza materiale rende l’uomo ricco e come tale in grado di soddisfare i bisogni della terra. Altra, è la ricchezza morale rivolta a desiderare il bene sociale dell’intera comunità perché diventi patrimonio comune ora e delle generazioni future.

«La vita ogni giorno ci pone nelle mani delle opportunità, a volte si presentano con largo anticipo, altre volte invece sono in estremo ritardo sul cammino che stiamo compiendo. Non sempre abbiamo la lucidità e quella necessaria saggezza per valutarle nella loro pienezza. Anche l’animo deve essere pronto e predisposto ad accoglierle».

Riferimenti bibliografici:
Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell’azienda, Franco Angeli Editore.
Paolo Rebecchi – Guido Zaccarelli, Finestre di casa nostra. Itaca Edizioni.

FOTO: Paolo Rebecchi

Riferimenti sitografici:
https://www.wikipedia.org/ 

 

CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)

 

 

Intuire l’oltre attraverso la luce delle idee per condurre la realtà che ci circonda nell’iperuranio.

Di Guido Zaccarelli Mirandola 25 agosto 2019 - I giovani posseggono il dono della creatività, proveniente dall’energia della mente, che spinge ad allontanare da sé i condizionamenti messi in atto dall’ambiente circostante. Una spinta a non fermarsi alle apparenze ma mossi a scendere alla velocità della luce nella profondità del proprio intimo, per raggiungere incontrastati il mondo delle idee.

Vedere nel proprio oltre è come approdare nell’iperuranio di Platone, nel mondo delle idee immutabili, solo raggiungibili con la forza dell’intelletto. Una dimensione metafisica che va oltre il visibile delle stelle, il cui valore dipende dal suo grado di universalità. Intuire significa, andare oltre, e scrutare con l’occhio attento della mente tutto il mondo interiore dell’uomo, con lo scopo di riportarlo in superficie per mostrarlo agli occhi del mondo.

Lampi improvvisi che appaiono per insight, per illuminazione, nella mente del genio quando scopre una soluzione che va oltre tutto quello che il mondo sensibile ha prodotto fino a quel momento. I giovani hanno la mente libera che dona loro la forza istintiva di chi non conosce il mondo e vorrebbe lasciare un segno indelebile della propria presenza sulla terra. L’istinto è una propensione naturale verso la vita, ma anche espressione di talento, in grado di stimolare l’intuito ad osservare la realtà con l’occhio accorto dello scienziato. La creatività è un flusso di energia che si mobilizza grazie all’azione dinamica messa in atto dall’intuito e dall’istinto che agiscono di concerto per favorire la nascita delle idee. La luce delle idee non appare in modo spontaneo, necessita di un lungo percorso prima di raggiungere la luce del sole. Ogni scoperta è spesso lontana dal contesto della ricerca, a volte frutto del caso. Compito della scuola è formare gli studenti a valorizzare i propri talenti stimolandoli a illuminare la creatività. Una materia trascurata dagli allievi che conteneva le basi per incoraggiare la nascita delle idee, era il laboratorio di applicazioni tecniche che forniva il metodo per realizzare un progetto da realizzare attraverso un procedimento costituito da sette fasi: ideazione, schizzo, prototipo, progetto, realizzazione pratica, verifica, collaudo e critica e relazione finale. L’intuito si rinforza quando l’uomo ha interiorizzato un procedimento.

Ogni invenzione è frutto del suo destino, solo se l’individuo è in grado di vederla in tutte le sue manifestazioni e questa, di mostrarsi in tutto il suo splendore. L’illuminazione è ciò che differenzia l’invenzione dalla innovazione: l’invenzione è una luce che appare nell’uomo è che ricombina in modo differente gli elementi della realtà. L’innovazione, di prodotto o di processo, è spesso legata al restyling. Pensiamo alle scoperte fatte da intere generazioni nel corso del tempo, alla invenzione della stampa a caratteri mobili per opera del tedesco Johannes Gutenberg che fu illuminato nella sua idea mentre osservava i contadini intenti a pigiare l’uova con il torchio. Ciò che dobbiamo valutare, con un profondo senso di partecipazione, è la spinta propulsiva fornita dalle nuove generazioni alle invenzioni che caratterizzano il mondo del terzo millennio. Nel mondo analogico le intuizioni dei giovani rimanevano spesso archiviate in spazi di visibilità ristretti. Nel mondo digitale la comunicazione raggiunge rapidamente i confini più estremi del globo, favorendo in modo capillare la diffusione delle invenzioni dei giovani che riescono ad incidere in modo radicale negli stili di vita e nei comportamenti delle persone. Dobbiamo promuovere ogni tipo di iniziativa tesa a sostenere i giovani verso la ricerca continua di idee, per nutrire l’anima del nostro pianeta e renderla immortale come l’anima di Platone.

Riferimenti bibliografici:
Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell’azienda, Franco Angeli Editore.

Riferimenti sitografici:
https://www.wikipedia.org/ 

 

CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)

 

 

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