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Dopo la fine della seconda guerra mondiale nel 1945, con la morte di Hitler e la sconfitta della Germania Nazista, il territorio tedesco fu occupato dalle nazioni vincitrici, ovvero Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Unione Sovietica. Comincia qui la storia del muro di Berlino.

Di Nicola Comparato 9 novembre 2019 - 

Stati Uniti, Regno Unito e Francia, costituirono sotto il loro controllo un nuovo stato tedesco, dando vita il 23 maggio 1949 alla Repubblica federale di Germania (Rft) con capitale Bonn, con l'intento di impedire per sempre il ritorno al potere di regimi dittatoriali. Invece il 7 ottobre 1949, nel territorio presidiato dall' Unione Sovietica, nacque la Repubblica democratica tedesca (Rdt), con capitale Berlino Est. Due mondi vicini, ma divisi e contrapposti tra loro, rappresentati da un simbolo tragico: Il muro di Berlino, innalzato dal governo della RDT nel 1961.

Secondo quest'ultimo la costruzione del muro, che all' inizio era composto solo da barriere temporanee lungo il confine tra Berlino Est e Berlino Ovest, aveva una funzione difensiva in caso di invasione da parte delle forze occidentali. In realtà il muro doveva impedire l'esodo di migliaia di cittadini in fuga dalla dittatura comunista dell' Est verso l'ovest. Tantissime le persone arrestate e uccise, in preda alla disperazione nel tentativo di scavalcarlo alla ricerca di un sogno chiamato libertà. Un incubo durato quasi 30 anni che ha diviso e distrutto intere famiglie. Celebre il discorso del presidente americano John Fitzgerald Kennedy in visita ufficiale a Berlino Ovest il 26 giugno 1963 tenuto a Rudolph-Wilde-Platxz, con l'intento di trasmettere e comunicare la vicinanza degli americani ai berlinesi: ".......Ogni uomo libero, ovunque viva, è cittadino di Berlino. E, dunque, come uomo libero, sono orgoglioso di dire "Ich bin ein Berliner" (io sono un berlinese)".

Il 9 novembre 1989, sotto la pressione delle proteste popolari, la Repubblica democratica tedesca annunciò che avrebbe finalmente concesso la libera circolazione con la Germania occidentale ai cittadini dell'Est, che cominciarono in massa a demolire il muro senza attendere i provvedimenti previsti. Dopo quarant’anni di regime comunista si svolsero le prime elezioni libere della Germania Est nel marzo 1990. Il nuovo parlamento della Rdt decise l’adesione alla Repubblica federale nell' agosto dello stesso anno, firmando il trattato di unificazione fra le due Germanie, rendendolo esecutivo il 3 ottobre 1990, chiudendo definitivamente una triste pagina di storia tuttora difficile da dimenticare.

 

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(Foto RaiNews.it e lamberto colla)

Sabato, 09 Novembre 2019 07:58

A 30 anni dal muro di Berlino.

Nessun più avrebbe creduto che il "Muro di Berlino" e la recinzione di 1.400 km che separavano la Germania Est dall'Europa sarebbe crollato.

Di Lamberto Colla 9 novembre 2019 - Le cronache, quasi quotidianamente, raccontavano di bizzarri tentativi di evasione o, ancor peggio, di giovani sacrificati sotto i colpi dei Vopos (Volkspolizei o Deutsche Volkspolizei, ossia la Polizia Popolare Tedesca) nel tentativo di scalare la recinzione per guadagnare la libertà.
E i pochi fortunati che riuscivano a tornare in Germania Ovest narravano di una vita impossibile, spiata 24 ore su 24, dove il tuo miglior amico poteva essere una spia al soldo del regime, pur di guadagnarsi il pane quotidiano o qualcosa per riscaldarsi.

La sopravvivenza soprattutto, questo era il motto di ciascun uomo o donna della DDR!

Ma quel fatidico 9 novembre 1989 accadde qualcosa di straordinario. La sbarra che separava le due Germanie si sollevò. Un "miracolo", frutto di una combinazione fortunata e e del lavoro di 3 statisti lungimiranti, Papa Giocanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła) e le sue continue picconate ai paesi dell'Unione Sovietica a partire dalla sua Polonia, ma soprattutto a Michail Gorbaciov (ultimo presidente dell'URSS) che fu il propugnatore dei processi di riforma legati alla perestrojka e alla glasnost', e Helmut Kohl, cancelliere della Repubblica Federale, che volle l’unificazione e la ottenne quando persuase la Banca Centrale della Repubblica Federale ad accettare che i due marchi (monete nazionali tedesche), quello dell’ovest e quello dell’est, avessero lo stesso valore. Ma senza il consenso dei leader europei tutto questo non sarebbe accaduto. Nulla sarebbe successo se la soluzione non fosse piaciuta al presidente francese François Mitterrand, a Giulio Andreotti (presidente del Consiglio dal luglio 1989 all’aprile 1991) e al primo ministro britannico, Margaret Thatcher.


Sembra preistoria! Sono trascorsi solo 30 anni e di politici visionari come quelli sopra enunciati non se ne sente parlare e, quel che è peggio, le divisioni sono aumentate. L'Europa, dopo la sua iniziale federazione monetaria, ha perso i valori che furono dei suoi costitutori e gli obiettivi di reciprocità e sostegno sono rimasti nel cassetto. Certamente oggi si viaggia più liberamente e a minor costo, ma è ben poca cosa rispetto alle aspettative di fine millennio.

Ma la speranza deve restare accesa, in fondo i corsi e ricorsi storici potrebbero portarci a una nuova liberazione, quella dai muri sociali e sempre in continuità di pace, posto che comunque, nel continente europeo, non si è mai vissuto un così lungo periodo privo di conflitti armati.

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 (foto di Francesca Bocchia e Lamberto Colla)

 

Pubblicato in Politica Emilia
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