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Lega Nord di Piacenza: «Teppismo mirato: l'intento era quello di colpire il capogruppo leghista alla Camera o il movimento».

Piacenza,    Così la segreteria provinciale della Lega Nord di Piacenza definisce l'atto vandalico della quale è stata oggetto l'auto del deputato Massimiliano Fedriga sabato sera, in occasione della Festa della Lega Nord nazionale (regionale nel sistema leghista) tenutasi a Podenzano (PC).

«Il fatto che, tra tante di auto, solo il mezzo sul quale viaggiava Fedriga abbia subito profonde incisioni su entrambe le fiancate – afferma il Carroccio piacentino -, ci porta a giudicare l'episodio come un attacco politico da parte di chi è incapace di esprimere in altro modo opinioni diverse dalle nostre. Forse il livore ideologico di qualcuno infastidito dalle circa mille persone giunte in paese per salutare il segretario Matteo Salvini nella serata di venerdì non ha trovato altro sfogo che impugnare un cacciavite contro le lamiere di un'auto. Podenzano è comunque un paese civile, la cui immagine non merita di essere marchiata da un simile indegno gesto».

La Lega piacentina riconduce l'accaduto al clima di tensione che si respira da tre giorni, da quando giovedì scorso alcuni militanti sono entrati in consiglio comunale a Piacenza ognuno con una maglietta recante una lettera diversa a comporre la scritta "Tutti a casa".

«La Lega – prosegue la segreteria provinciale del Carroccio piacentino - è il partito che ha subito più attacchi, tanto fisici a militanti e rappresentanti, quanto vandalici alle sedi. Aggressioni, queste, giustificate sempre dal coro: "La Lega provoca" a far capire che merita di essere punita. Ciò è tipico di una certa cultura anni settanta, quella di chi al tempo solidarizzava con i terroristi e oggi copre politicamente i facinorosi dei centri sociali affinché le loro intemperanze verso l'avversario politico non vengano represse. È chiaro ormai il proposito degli assalti agli esponenti leghisti, che di riflesso puntano ad intimorire i simpatizzanti del movimento nel silenzio-assenso di quegli intellettuali e politici autoproclamatisi moralmente e geneticamente superiori. È in questo quadro di odio che la silenziosa protesta di alcuni militanti in un'aula consigliare è stata descritta dalle testate locali come "irruzione" colorita da "minacce al consigliere Pascai". Anche in quel caso, i leghisti insultati, spintonati e minacciati si sono trasformati in aggressori nelle parole della segreteria provinciale del Partito Democratico, la quale ha definito "squadrismo" e "attacco istituzionale" la quieta contestazione di una quindicina di persone. La strategia è ormai evidente: la sinistra, quindi, getti la maschera una volta per tutte».

 

PC Lega Nord vandalizzata auto Fedriga

(Comunicato Lega Nord di Piacenza 19 luglio 2015)

 

 

 

 

Pubblicato in Cronaca Piacenza
Domenica, 19 Luglio 2015 12:42

Caos Grecia. Lotta agli UEmanoidi

Gli Uemanoidi hanno avuto la meglio e in Grecia salirà in cattedra il tandem Montis - Fornerakis offrendo il meglio delle riforme possibili asfaltando la strada ai conquistatori e sospendendo la democrazia a tempo indeterminato.

di Lamberto Colla - Parma, 19 luglio 2015 -
Alla fine ha vinto la linea ragionieristica, miope e cinica della Merkel.

Tsipras, probabilmente sotto ricatto, ha dovuto accettare condizioni peggiorative rispetto a quelle prospettate solo 48 ore prima del referendum da lui stesso promosso.

Il giovane premier ellenico non ha avuto la forza e il coraggio di tenere coperto il "bluff", potendo giocare la carta dell'importanza strategica della Grecia nel contesto geopolitico internazionale.
Infatti nessuno, USA per primi, avrebbe permesso che la repubblica ellenica uscisse dall'Unione Europea con il rischio che potesse, perciò, passare sotto la tutela Russa o, ancor peggio, regione di conquista dell'Isis.

Invece Tsipras è stato battuto dal "contro bluff" della cancelliera tedesca che gli ha prospettato chissà quali apocalittici scenari.

Tsipras ha perciò deciso di accettare il soffocamento lento del suo popolo scoprendo anzitempo le carte proprio nel momento in cui stava raccogliendo il consenso internazionale di coloro che vorrebbero una Europa diversa da quella attuale, tutta austerità e numeri, a trazione Merkeliana.

La Cancelliera tedesca ha vinto ma ha perso.
E pensare che, in questa partita greca, la Merkel avrebbe avuto l'occasione di rafforzare, ancor più, il suo ruolo politico internazionale se solo avesse ragionato come leader di una coalizione e operato nell'interesse di tutti. Invece, con questa linea dura, il Governo tedesco, si è fatto prendere la mano mostrando, ancora una volta, quell'irrefrenabile e ancestrale desiderio di dominare l'Europa.

Un'atteggiamento che, a dire il vero, non è piaciuto nemmeno a molti tedeschi e il filosofo 86enne Juergen Habermas, in una intervista al "The Guardian", è addirittura arrivato a sostenere che la cancelliera tedesca Angela Merkel si è "giocata", con la sua linea dura contro la Grecia, la reputazione tedesca, faticosamente ricostruita dopo la Seconda guerra Mondiale.

Se la Merkel avesse invece negoziato per la concessione di aiuti sostenibili alla Grecia, in grado quindi di promuovere una ripresa economica invece di una austerità che schiaccerà ulteriormente il già martoriato popolo ellenico, avrebbe avuto il merito di rilanciare, lei stessa, i valori che furono l'innesco per l'UE attuale.

Già perché all'epoca, si riuscì a creare l'europa grazie alla accettazione da parte di tutti i Paesi della cancellazione del debito tedesco, l'ultimo ostacolo alla realizzazione del sogno post bellico di una Europa federale, unita e prospera, in grado di negoziare con le superpotenze.
Invece, da otto anni, seppure senza cannoni e fucili, l'Europa è in piena terza guerra mondiale ancora per colpa dei tedeschi sempre troppo nazionalisti e incapaci di collaborare.

Grande responsabilità dell'insuccesso deve essere assegnata anche alla Francia di Hollande, al quale comunque va assegnato merito, almeno in quest'ultima fase delle trattative, di averci provato a indurre la Cancelliera a convincersi per una riduzione del debito negoziando un accordo economicamente sostenibile per la Grecia.
Per la Francia, oggi guidata da Francois Hollande e prima da Sarkozy, l'errore strategico fu di non avere voluto allearsi con l'Italia per promuovere, insieme, una politica mediterranea in contrapposizione a quella nordica capeggiata dalla Germania.

E ora veniamo alle responsabilità italiane e alla incapacità di fare valere il nostro oggettivo peso all'interno dell'UE.
Innanzitutto sarebbe da ricordare a Renzi, e ai due suoi illustri e accademici predecessori, che l'Italia, nonostante il tentativo di soffocamento durato otto anni, è la terza potenza economica continentale, la seconda manifatturiera, nonostante che il comparto abbia perduto 35.000 imprese durante quest'ultimo "conflitto", che l'Italia rappresenta quasi un quinto della intera popolazione con i suoi 60 milioni di abitanti e che per queste ultime due ragioni è uno dei massimi contribuenti dell'Unione.
Infine, se tutto ciò non bastasse, la strategica posizione geopolitica dell'italico stivale, ci colloca ai vertici della sicurezza NATO per tutto il bacino mediterraneo.

Un motivo in più perché le nostre navi militari, i nostri radar, le nostre forze armate e i nostri servizi di intelligence, dovrebbero essere destinati a protezione dell'europa invece di essere comandati al servizio di radiotaxi marino a disposizione dei trafficanti di umanità.

Ebbene, se Tsipras avesse tenuto duro ancora qualche giorno, forse Hollande avrebbe potuto finalmente illuminarsi, il nostro Renzi, molto probabilmente, sarebbe stato costretto a intervenire nella partita su spinta statunitense e forse, entrambi, avrebbero avuto il merito di passare alla storia per avere contribuito al restauro dell'Europa Unita.

Invece niente di tutto ciò e eccoci qui, ancora una volta, a testimoniare un nuovo disastro a opera dei ragionieri d'europa, quegli Uemanoidi, incapaci di elaborare politiche economiche perché invaghiti della contabilità che, ricordiamoglielo, altro non è che la storicizzazione puntuale dei fatti economici già accaduti.

 strasburgo gde

In conclusione, proprio facendo leva su questa ignoranza abissale, condita da presunzione cosmica, che i burattinai della finanza mondiale confidano per completare il loro disegno "illuminato" di portare ai vertici dei paesi i loro inconsistenti ma ubbidienti rappresentanti.

In Italia ci sono riusciti e in Grecia ci stanno stanno riuscendo.

Per salvare l'Europa, la sua storia e i popoli che per questa storia hanno speso anche in vite umane è urgente la ribellione per scacciare l'invasore alieno.

Che quindi si dichiari guerra agli Uemanoidi, una guerra partigiana europea, per ripristinare la sovranità dei Paesi che oltre mezzo secolo fa decisero, grazie al contributo di politici veri, visionari e lungimiranti, che la loro e nostra nuova patria sarebbe stata l'Europa Unita.

La piccola Grecia ha tentato una ribellione ed è stata soffocata e punita, ma una coalizione di maggior peso come quella italo-francese potrebbe invece porsi alla guida di una nuova politica europea dello sviluppo e della coesione.

 

Pubblicato in Politica Emilia

Interrogazione alla Giunta di Galeazzo Bignami (Fi) per chiedere di fare chiarezza sul caso: "Perché non è stato considerato infortunio sul lavoro?" -

Modena, 16 luglio 2015 -

Il caso di due vigili del fuoco del comando di Parma, impegnati il 31 gennaio 2014 nell'emergenza alluvione in provincia di Modena, ai quali, a seguito di un ricovero ospedaliero dovuto a un malore causato dal pranzo approntato dalla Protezione civile locale, è stato richiesto, dall'Azienda ospedaliero universitaria di Modena, il pagamento del ticket, è stato portato all'attenzione della Giunta regionale, tramite un'interrogazione, da Galeazzo Bignami (Fi).

Ai due vigili del fuoco, evidenzia il consigliere, "uno dimesso dal policlinico di Modena nella medesima giornata, l'altro uscito il giorno seguente firmando apposito richiesta, sarebbe pervenuta la richiesta del pagamento del ticket sanitario, paria a 81,46 euro, per l'accesso al pronto soccorso". Il Comando dei Vigili del fuoco di Parma, sottolinea il capogruppo Fi, "dato che i due vigili si trovavano in missione, avrebbe richiesto la cancellazione dei ticket, ottenendo in risposta che la richiesta riguardava il pagamento del ticket del solo vigile ricoverato, dato che, sulla base delle norme regionali, il periodo di osservazione era stato superiore alle sei ore".

Bignami, pertanto, chiede alla Giunta regionale "se intenda fare chiarezza sul caso, fornendo spiegazioni sul motivo per cui l'accaduto non sia stato considerato 'infortunio sul lavoro', rientrando in tal modo nella casistica che la Regione esenta dal pagamento di ticket". Domanda, inoltre, "se non ritenga di fare chiarezza in merito a chi competa la tutela dei servitori dello Stato, come i vigili del fuoco, o di altre forze di sicurezza nei contesti operativi d'emergenza e se intenda avviare una seria riflessione sul piano normativo che consenta di valutare l'eventuale estensione della copertura assicurativa Inail anche al personale del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco".

(Tutti gli atti consiliari – interrogazioni, interpellanze, risoluzioni, progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell'Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(lg)

(fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 28 12 luglio 2015


SOMMARIO Anno 14 - n° 28 12 luglio 2015 (in allegato il pdf scaricabile)

1.1 editoriale Caos Grecia. Gli UEmanoidi non erano programmati per rispondere alla disobbedienza.
3.1 cereali Nonostante tutto l'Indipendence Day ha favorito leggeri ribassi
4.1 Lattiero caseario Tutto fermo.
5.1 agro mercati Ismea, tensioni sui prezzi dei cereali.
6.1 parmigiano reggiano Reggio Emilia - Prezzo "a riferimento" del latte industriale
6.2 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano, Preoccupazioni per la crisi greca
6.3 giardinaggio Un bel giardino con i piccoli aiutanti di Ferragosto.
7.1 export Canada, Parmigiano Reggiano punta al raddoppio
8.1 vino export Panel Business Strategies su consumatore cinese al 38 congresso mondiale OIV.
8.2 vino eventi Al Wine & Dine Festival di Shangai l'Italia sarà rappresentata da Vinitaly.
9.1 eventi Farm Run, Corsa a ostacoli nel fango: una prova per veri duri!
9.2 eventi made in italy Annunciata
10.1 Lattiero Caseario Lattiero Caseario in crisi. L'analisi di Giuseppe Alai presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano
10.2 promozioni "vino" e partners

Cibus 28 12lug15 COP

La piccola Grecia ha messo alle corde l'UE. E se invece la Merkel volesse distrarre l'opinione pubblica dai problemi finanziari della sua Germania riunificata?

di Lamberto Colla - Parma, 12 luglio 2015 -
"Come può uno scoglio arginare il mare" si chiedevano Mogol e Battisti negli anni settanta e oggi ci chiediamo come possa verosimilmente la piccola Grecia creare tanto scalpore e imbarazzo in Europa.

Un Paese di poco più di 11 milioni di abitanti (quindi la nostra Lombardia), la metà dei quali concentrati a Atene, per non avere ubbidito alle teutoniche (è proprio il caso di dirlo) regole europee ha portato lo scompiglio in seno ai parlamenti UE riscaldando gli animi di quasi tutti gli eurodeputati. E' sembrato di rivivere i giorni in cui Berlusconi diede del "Kapò" a Martin Schulz (correva l'anno 2003), quell'eurodeputato che, guarda caso, è l'attuale Presidente del Parlamento Europeo.

Una voce così fuori dal coro, gli euroburocrati e gli europolitici, non erano abituati ad affrontare, non essendo stati stati programmati per l'opzione "disobbedienza". Così gli UEmanoidi sono andati in "Tilt" e il loro capo, la portinaia del condominio europa Angela Merkel, subito dopo l'esito del voto greco ha cercato rifugio nell'amichetto del cuore, Francois Hollande, dimostrando di essere proprio alla frutta!

Chissà cosa si saranno detti e quali strategie avranno approntato per quest'europa nella quale, giorno dopo giorno, si vede montare la protesta.

All'Austria (261.000 firme raccolte nella petizione popolare quando ne sarebbero state sufficienti 100.000), sembra voglia aggiungersi anche la Slovenia e comunque i vari focolai antieuropeisti, distribuiti in almeno 16 Paesi, hanno ripreso vigore.

Dopo le "gesta" di Tsipras e Varoufakis, anche i più pecoroni hanno ripreso coraggio tornando a alimentare un sentimento antieuropeista facendo facilmente presa su quella fascia di popolazione, peraltro sempre più ampia, scontenta della propria posizione economica e che non nutre più alcuna speranza per il futuro. Un sentimento montante pericoloso che rischia la disgregazione dell'Europa minando i principi di pace e libertà che furono le fondamenta sulle quali si costruì il condominio europeo.

Ebbene oggi, in forza di una mandria di politici presuntuosi, ottusi, probabilmente al soldo delle multinazionali più spregiudicate, ostinati a muovere la politica attraverso le leve finanziarie piuttosto che ricercare le soluzioni finanziarie per realizzare progetti politici e sociali, quest'Unione Europea a trazione Merkel, rischia di sciogliersi come neve al sole riportando la lancetta dell'umanità indietro di molti decenni.

E' gravissimo, a mio personalissimo giudizio, non aver trovato, in tempi rapidi, una soluzione per la "piccola" Grecia e dimostra per l'ennesima volta, al di là delle indubbie responsabilità dei vari governi ellenici, l'inconsistenza dei negoziatori e la scarsa lucidità politica dei rappresentanti del governo europeo.

Una incapacità già ampiamente dimostrata con la crisi degli immigranti e che, sinceramente, non vorrei misurare con l'Isis.

L'Unione Europea non si tocca ma le donne e gli uomini che la conducono sarebbe il caso di estrometterli e che ai nuovi venga assegnato il compito di reimpostare la politica restaurando i vecchi e sani principi che furono dei costitutori a partire dal Trattato di Roma del 1957.

Già in altre circostanze avevo sostenuto che la Germania, probabilmente con la complicità di qualcuno, avesse nascosto qualcosa tra le righe dei suoi bilanci. E la conferma comincia a affiorare da oltreoceano passando dai circuiti web ma nella totale indifferenza dei media più accreditati, le TV nazionali.

Una casermetta esplosiva ripiena di 54,7 trilioni di euro in prodotti derivati (i famosi prodotti finanziari "tossici") sarebbero detenuti dalla Deutsche Bank (DB). Una somma che equivale a 20 volte il Pil tedesco, che è di 2,74 trilioni e almeno a cinque volte il Pil dell'intera Eurozona, che è di 9,6 trilioni.

Lo scrive il giornale Usa online zerohedge.com. Però nonostante questa situazione, nessuno ne parla mentre si fa un gran parlare della "pesantissima" questione greca come se si volesse addossare, solo a altri, la responsabilità di una politica europea inconsistente, egoista e esageratamente sbilanciata verso gli interessi della Germania targata Angela Merkel. Donna forte e intelligente ma che, probabilmente, si è fatta prendere troppo la mano rischiando ora di trascinare la sua Germania unita e l'Europa, che di questa riunificazione si è addossata tutti gli oneri, verso un pericoloso burrone.

Pubblicato in Politica Emilia
Mercoledì, 08 Luglio 2015 16:53

Le tasse? Paghiamole con il baratto.

Una proposta che potrebbe dare la possibilità ai cittadini di rendersi utili per la comunità ottenendo uno sconto sulle tasse. -

Parma, 8 luglio 2015 -

Il comunicato di Prima Parma - Territorio & Autonomia -

Tutti noi siamo oberati da pesanti tasse Comunali. L'amministrazione di Parma ha scelto di applicare le aliquote più alte tra quelle che vi sono in Emilia Romagna.
I Parmigiani sono da tempo oltre che indignati anche e soprattutto in gravi difficoltà per fare fronte a tutti questi oneri.
Proponiamo quindi alla Giunta Pizzarotti di avvalersi della legge dello Stato n.164 del 2014 – Art.24 "Misure di agevolazione della partecipazione delle comunità locali in materia di tutela e valorizzazione del territorio".
Infatti, essa al comma 1 cita: «I comuni possono definire con apposita delibera i criteri e le condizioni per la realizzazione di interventi su progetti presentati da cittadini singoli o associati, purché individuati in relazione al territorio da riqualificare».

E la novità sta nelle righe immediatamente successive: «Gli interventi possono riguardare la pulizia, la manutenzione, l'abbellimento di aree verdi, piazze, strade ovvero interventi di decoro urbano, di recupero e riuso, con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati, e in genere la valorizzazione di una limitata zona del territorio. I comuni possono deliberare riduzioni o esenzioni di tributi inerenti al tipo di attività posta in essere».

Provvedimento tanto più efficace anche in considerazione dei tanti lavoratori in mobilità o, addirittura, senza lavoro!
Si tenga anche presente che tale modalità, già attiva in alcuni Comuni Italiani, è la proposta lanciata dal Movimento Cinquestelle nel Comune di Modena.
Allora, caro Comune, lamenti sempre una mancanza di risorse?
Giustifichi sempre lo stato di degrado della città con la mancanza di disponibilità economica?
Bene. Utilizza allora il lavoro dei Parmigiani per manutenzione verde pubblico, assistenza alle scolaresche, sgombero neve, custodia parchi ed edifici di interesse pubblico, ecc. Basta fissare un metro di valutazione del servizio svolto volontariamente da ogni cittadino, dargli un valore in euro e finalizzare questo impegno per ottenere uno sconto sul pagamento delle tasse. Questa non sarà forse la soluzione a tutti i problemi, ma ci sembra un' operazione di buon senso.

Prima Parma - Territorio & Autonomia
Cecilia Zanacca Giampaolo Lavagetto

Pubblicato in Politica Parma

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 27 05 luglio 2015
SOMMARIO Anno 14 - n° 27 05 luglio 2015

(in allegato il pdf scaricabile)

1.1 editoriale In fuga dall'abbraccio mortale
2.1 Pasta Che ci fa la pasta al Festival della magia internazionale?
3.1 cereali I dati USDA fanno scattare gli aumenti
4.1 Lattiero caseario A quando la ripresa del settore caseario?
5.1 cereali Meteo e rischio Grexit spingono le materie prime.
6.1 agro mercati Ismea, prezzi agricoli invertono la rotta a maggio
7.1 parmigiano reggiano Reggio Emilia - Prezzo "a riferimento" del latte industriale
7.2 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano, dopo Harrods con Massimo Bottura da Sotheby's
7.3 giardinaggio Un bel giardino con i piccoli aiutanti di Ferragosto
8.1 export Parmigiano Reggiano, volano le esportazioni USA (+74%)
9.1 pomodoro Pomodoro, danni da grandine. Si temono perdite del 10%.
10.1 eventi Farm Run, Corsa a ostacoli nel fango: una prova per veri duri!
10.2 eventi made in italy Annunciata la seconda edizione del Eat Drink Love Italian Londra
11.1 e.commerce "Vino", la prima app per conoscerlo e acquistarlo a buon prezzo
11.2 promozioni "vino" e partners

Cibus 27 2015 COP

Domenica, 05 Luglio 2015 12:08

In fuga dall’abbraccio mortale

L'Unione Europea in rotta di collisione. L'assedio di Atene non è certamente un buon esempio e prima o poi toccherà a altri paesi subire lo stesso trattamento. Intanto Regno Unito e Austria sarebbero al lavoro per progettare il distacco dall'Unione.

di Lamberto Colla - Parma, 5 luglio 2015 -
Il sogno di un'Europa forte e unita sta trasformandosi in incubo per le economie più deboli. La politica finanziaria ha preso in mano le redini del governo europeo lasciando alla politica, quella di governo, il compito di ratificare scelte attuate dai funzionari, euroburocrati scelti non si sa bene da chi, dalla presunzione di conoscere il futuro attraverso la mera lettura dei numeri.
La politica dell'Unione in mano a dei "cartomanti", per di più ben poco convincenti.

L'esempio di questa assurdità l'abbiamo tutti giorni davanti agli occhi.
Con tre fronti di guerra ai confini (crisi Russo-Ucraina, Isis a oriente e nord africa) e un esodo biblico di profughi in fuga dai teatri di guerra nel disperato tentativo di salvare almeno la vita tentando il rifugio nel Vecchio Continente, i premier sono in riunione permanente, da ormai due settimane, per imparare la lezioncina da impartire a Tsipras affinché si convinca di fare morire il suo popolo attraverso una lenta agonia altrimenti sarà una morte rapida. Un'alternativa ben poco allettante soprattutto per chi non ha più niente da perdere.

A questo punto mi domando dove sono finiti quei cantori, menestrelli moderni fieri di appartenere a quella sinistra radical chic, pronti a organizzare mega concerti in tutt'europa in favore dell'alienazione dei debiti del terzo mondo ma che, a favore della Grecia, non hanno organizzato nemmeno una messa cantata.

Che anche loro siano prezzolati dalla mano invisibile della finanza internazionale?

Fatto sta che tutti i giorni l'UE mostra i suoi lati peggiori.

Prima con l'Italia e la Spagna ora nei confronti della Grecia e del problema immigranti, e domani ancora con l'Italia e forse la Francia, l'Unione Europea non intende modificare la politica dell'abbraccio mortale porgendo così il fianco all'euroscetticismo dilagante che ha già fortemente contagiato Regno Unito e Austria. Della decisione del premier d'oltre Manica di aprire un referendum pro o contro la permanenza in UE già si sapeva ma dell'Austria e del suo progetto di fuoriuscita ben poco si è detto e tanto meno promozionato.

Nell'assoluto silenzio mediatico l'Austria, attraverso una petizione popolare (Volksbegehren) sta misurando la temperatura al popolo asburgico.
Secondo i promotori della petizione, che se supererà il numero di 100.000 firme obbligherà il parlamento a discutere e legiferare sulla questione, l'Austria trarrebbe notevoli benefici dall'uscita dall'UE consentendole di fatto di non aderire agli accordi transatlantici di libero scambio tra Ue, Usa e Canada; di recuperare parte dei miliardi di euro versati da vent'anni alle casse di Bruxelles per la "promozione Ue" senza aver alcun potere di codecisione nella destinazione dei medesimi fondi; di risparmiare i versamenti a favore dei «fondi di salvataggio per l'euro»; di risparmiare le obbligazioni di deposito per miliardi di euro a favore del «Meccanismo europeo di stabilità finanziaria»; di reintrodurre sovranità e politica monetaria proprie.

Insomma, anche l'aristocratica mitteleuropa si è rotta di partecipare o meglio subire una costrizione politica e monetaria, un "Superstato" costruito a misura di Germania sotto la vigilanza di Washington.

Un abbraccio mortale che, sino a quando si possiede qualche energia, varrebbe la pena sottrarsi o impuntando i piedi e facendo valere le proprie ragioni o, in ultima ratio, salutando l'allegra combricola come stanno proprio pensando di fare i sudditi di Sua Maestà Elisabetta e i ricchi Austriaci e come vorrebbero fare i Greci salvo diverso risultato della consultazione referendaria promossa, a sorpresa e in piena negoziazione con la ex troika, per oggi,  Domenica 5 luglio.

Così com'è strutturata e governata l'Unione Europea ha una aspettativa di vita molto breve.

Per immaginare un futuro è indispensabile un radicale cambiamento, riprogettando la politica dell'unione sulle basi originarie e relegando da subito i potenti ragionieri nei loro uffici.

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Salvatore Pizzo Coordinatore Provinciale della Gilda degli Insegnanti risponde alle dichiarazioni del Senatore Pagliari sulla Riforma della scuola. -

Parma, 29 giugno 2015 -

"Il voto di fiducia espresso dal Senato in merito all'insana idea del Pd di dare il potere ai presidi di scegliere con criteri discrezionali i docenti da assumere è stato un atto di grande violenza istituzionale che ha impedito il dibattito, prima in Commissione e poi in Aula, e ha consentito il passaggio di un disegno di legge che altrimenti non avrebbe ottenuto l´approvazione. Se gli esponenti del Pd pensano di aver vinto la guerra, si sbagliano di grosso, perché il mondo della scuola si batterà con tutti gli strumenti consentiti dalla legge affinché questa riforma incostituzionale venga cancellata". Lo afferma Salvatore Pizzo Coordinatore Provinciale della Gilda degli Insegnanti.

"Il governo e il Pd - aggiunge Pizzo- hanno oggi consumato uno strappo insanabile con gli insegnanti, una frattura che sicuramente avrà conseguenze sul piano elettorale, evidentemente l'esito del voto a Fontevivo, Varano e Soragna non è bastato ai parlamentari locali del Pd di Parma, che potevano votare in difformità da quanto imposto dai loro capi. Il 7 luglio, data fissata per l´ultimo passaggio parlamentare, noi insegnanti gelosi della scuola statale saremmo tutti uniti a gridare a gran voce il nostro no alla riforma".

(Fonte: ufficio stampa Gilda Insegnanti Parma)

Domenica, 28 Giugno 2015 12:05

La “resistenza” Greca. Poi tocca all’Italia

Imperativo è trovare un accordo entro lunedi prima dell'apertura delle borse. Lo spauracchio di un lunedi nero serve solo per obbligare Tsipras a aumentare l'Iva al 23% e alzare l'età pensionabile a 67 anni. Una storia che si ripete.

di Lamberto Colla - Parma, 28 giugno 2015 -
Tutto doveva concludersi lunedi scorso in una seduta straordinaria dell'eurogruppo e dei capi di stato. Poi un primo rimando a martedi e quindi ancora, rimando dopo rimando si è arrivati a fine settimana e questo week end dovrà portare buon consiglio ai greci altrimenti le borse lunedi potrebbero aprire con un pesante segno negativo.
E' questa la velata minaccia della cancelliera Merkel.

Le borse ormai sono diventate le vere padrone del mondo.

Un tempo erano il termometro dell'economia reale, quell'economia fondata sulla manifattura, sulla produzione connessa al lavoro. Era un indicatore dei valori espressi da un'impresa sui suoi mercati di riferimento e più in generale del comparto industriale di una nazione. Misurava di fatto la capacità competitiva di stare sui mercati delle imprese . Oggi invece altro non è che l'isterica reazione ai "gossip" di natura politica. A ogni starnuto una reazione e a ogni frustata della borsa una reazione, guarda caso dei governi presi di mira volta per volta, nella direzione indicata dalla finanza internazionale che ha voce attraverso la troika.

Pochi privati con altissime disponibilità e solide relazioni personali che governano il mondo da dietro lo schermo di un PC.
Soggetti privatissimi che si sono accaparrati le redini di intere nazioni nell'anonimato totale.
Uomini senza volto e senz'anima che traggono enormi vantaggi dalle crisi spesso da loro stessi indotte per guadagnare sulle speculazioni quotidiane.
In questa prolungata crisi economica, questi anonimi governanti, hanno guadagnato fortune immense.

I miliardi che si bruciano nelle ricorrenti sedute borsistiche si materializzano nei loro conti azionari secondo il principio che nulla si crea o si distrugge ma tutto si trasforma.
Il crollo della borsa altro non è che il rapido trasferimento di sonante liquido che, dalle tasche di tantissimi, corre precipitosamente in quelle di pochissimi, i quali diventavano sempre più potenti e influenti.

E' qui che sta l'aberrazione del sistema economico e politico dell'occidente. Avere lasciato le redini della politica in mano a pochi privati e anonimi demoni della finanza.

Oggi è la Grecia a essere sotto torchio, a essere spremuta come un limone sino all'ultima Dracma, sino a quando anche gli ultimi gioielli verranno ceduti quasi gratuitamente e allora via che nuove imprese, ovviamente straniere, investiranno sulle rovine greche facendo riprendere il cammino a un'economia reale "colonizzata".
Dopo la Grecia i prossimi succulenti obiettivi saranno l'Italia, la Spagna e aggiungerei anche la Francia.

La ricchezza del Bel Paese, nonostante il bombardamento degli ultimi anni, è ancora un ghiotto boccone. Dalle imprese ai risparmi privati molto è ancora nel mirino degli speculatori. Da un lato prosciugano i conti correnti dei cittadini attraverso imposte e tasse deprimendo i consumi dall'altro soffocano le imprese per portare a casa gioielli a buon mercato.

Mentre si stanno ben ben cucinando la Grecia, stanno preparando la tavola imbandita per servire l'Italia e poi subito dopo addirittura la Francia.

I primi campanelli d'allarme giungono dai più autorevoli quotidiani finanziari del mondo il Financial Time e il Wall Street Journal.
E' proprio il "FT" che nei giorni scorsi scriveva che la 'Ue pensa ad Atene, ma Italia sarà nuovo problema: resta poco tempo'.

Problema per chi? Ma per noi cari lettori non certamente per loro, i finanzieri burattinai del mondo, i quali anzi, nell'Italia in disarmo, si arricchiranno ancor più.

Renzi Hollande Expo2015 21giu15

Ma stavolta il Financial Time accende i riflettori anche sulla Francia "I problemi greci, sottolinea l'editorialista del Financial Time, mascherano il rischio crescente in Italia e in Francia". Un avvertimento o una minaccia indirizzata ai due governi che ancora non si sono completamente piegati al volere delle forze occulte che giocano al monopoli mondiale.

La resistenza Greca verrà, molto probabilmente, sopraffatta. Verrà dato in pasto all'opinione pubblica una notizia positiva e, dopo tanto clamore, per qualche mese non se ne sentirà più parlare ma, nel frattempo, scatteranno le trappole per l'Italia e verranno posizionate quelle per la Francia.

In questo modo il gioco potrà ripartire e come è consuetudine il "banco" vincerà.

Mi auguro di sbagliare ma ormai le cose sono così prevedibili che risulta incomprensibile come i nostri statisti non se ne siano accorti, a meno che siano complici o addirittura collusi con gli uomini "senza volto".

Intanto godiamoci quest'inizio d'estate che si preannuncia torrida, sotto tutti i punti di vista!

Pubblicato in Politica Emilia
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