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Per ora solo promesse, che quando è andata bene si sono trasformate in costi e poi in tasse per tutti, ma senza essere seguite da concreti risultati economici e sociali. Cari politici, scendete tutti quanti dai vostri pulpiti elettorali, salvo quelli in corsa per le prossime amministrative, e realizzate un patto trasversale di stabilità e di progresso.

di Lamberto Colla Parma, 22 maggio 2016.
Promesse, promesse, promesse. Il dibattito politico nazionale prosegue sulla linea del contrasto tra le promesse della maggioranza di governo con l'opposizione che trova ogni, più o meno valida, argomentazione per smontare e disinnescare gli annunci del Governo.
Intanto, in questo clima da campagna elettorale permanente, l'Italia non decolla anzi, per certi versi arretra o, per dirla alla Renzi, "non cresce come prima" riferendosi ai dati, non certo incoraggianti dell'occupazione.

Affermazione vera solo in parte poiché i dati relativi al saldo tra cessazione di rapporti lavorativo e nuove assunzioni a tempo indeterminato del primo trimestre 2016 (51.087) sono inferiori del 77% rispetto il 2015 quando erano in vigore le agevolazioni ma addirittura inferiore anche al 2014 (87.034).
Ciò sta a dimostrare come il sistema economico italiano abbia necessità di unità lavorative ma viva l'indisponibilità di liquidità e di redditività in grado di sostenere l'occupazione. Una conferma ulteriore che, per fare riprendere il Paese, occorre una spinta decisa; l'effetto delle misure palliative è definitivamente svanito.

L'ultima, in ordine di tempo, campagna propagandistica ha riguardato la concessione di flessibilità da parte della Commissione Ue all'Italia. 13,5 miliardi di euro (0,8% del PIL) che il Governo potrà giocarsi per interventi straordinari.

Una apertura, che se verrà mal sfruttata, costerà cara ai cittadini.

Mai si è vista l'UE essere benevola con l'Italia, piuttosto si è sempre osservato come l'orientamento fosse di fare aumentare l'imposizione fiscale (cosa che è puntualmente avvenuto) per drenare la ricchezza degli italiani operosi e risparmiosi. L'UE non era riuscita a imporre la famigerata "Troika" per le barriere alzate da Berlusconi ed oggi potrebbe ritentarci con questa elemosina valida solo per l'anno in corso.

Quindi, di fatto una concessione "tampone" che difficilmente consentirà una programmazione efficace, inutile a avviare un volano economico permanente e auto-rigenerante.

Certamente invece farà bene a Matteo Renzi, che potrà meglio dedicarsi alla campagna pro referendum costituzionale di ottobre con il quale, a detta sua, ci si gioca il suo futuro politico.

tasse gde

Ma quello che più preoccupa è lo scenario che si prospetta per il 2017, quando la flessibilità decadrà e dovremo pagare il conto, anche per gli anni a seguire, (circa tre miliardi) del patto scellerato sottoscritto in questi giorni. Già a partire dal 2017, saremo chiamati a fare uno sforzo extra, ovvero una correzione dei conti pubblici che si tradurrà in più tasse o in tagli secchi alla spesa statale (e quindi ai servizi, visto che la spending review sugli sprechi non si riesce proprio a fare).

Un ulteriore richiamo UE a intraprendere un percorso virtuoso nel segno del rigore spianato in "Loden Style" dal Governo Monti, proseguito con Letta e trasformato in "young & freak style" di Renzi.

Ma la sostanza non cambia.

Nessuno di questi ultimi tre Premier è stato il frutto di scelta popolare e nessuno di questi è riuscito a imporre una linea di rigore all'interno dell'onerosissimo apparato burocratico andando invece sempre e costantemente a pescare nelle tasche dei contribuenti.

Le azioni di Governo per risanare i conti pubblici invece sono una costante in quanto inefficienza.

Il debito Pubblico continua a crescere nonostante il mare di "lacrime e sangue" versato dai cittadini in questi anni di "rigore" (per molti ma non per tutti).

Gli ultimi dati rilevati indicano che si è raggiunto il nuovo record d'indebitamento: 2.228 miliardi a marzo 2016, mentre a gennaio era stimato in 2.195 e a dicembre scorso 2.169.

Una crescita del debito che incuriosisce. Una riprova che è proprio la "macchina pubblica" che non funziona posto che la quota degli interessi passivi dovrebbe essere praticamente nulla.

In pratica, le azioni di Governo fin qui realizzate hanno prodotto un bassissimo impatto economico in termini di PIL, ma persistenti in quanto indebitamento.

Di fatto, quello che avrebbe dovuto risultare un investimento da parte del Governo si è trasforma in costo.

E così dobbiamo rilevare che il Jobs Act è costato ben 75.000€ per lavoratore ma non ha generato né maggiore occupazione (per cui fu necessario varare il pacchetto di agevolazioni) e nemmeno quella flessibilità lavorativa auspicata.

I consumi, come è ovvio che sia, stagnano e l'ultimo indicatore dell'inflazione segna negativo per il 2016 (-0,2%).

In buona sostanza, il debito pubblico continua a salire, il PIL non cresce come dovrebbe e la prospettiva di maggiori tasse è una sagoma sempre più nitida all'orizzonte con le clausole di salvaguardia (aumento dell'Iva fino al 25,5%) che diventano sempre più un traguardo concreto.

Ed allora via con le nuove promesse, lo smantellamento di Equitalia (entro il 2018) e conferma del Bonus Bebé (160€/mese) che sarà esteso, con maggiorazione, al secondo figlio (240€/mese).

Stando alla storia questi due prossimi interventi si trasformeranno in ulteriori costi.

Misure che non potranno generare una significativa ripresa economica per cui si dovrà correre per trovare nuove coperture da aggiungere ai 3 Miliardi richiesti dalla UE per la flessibilità concessa nelle scorse ore a Roma.

Un circuito vizioso e non virtuoso che continua a condannare l'Italia al fallimento.

Eppure, in questa europa opaca e in difficoltà, qualche esempio di ripresa c'è, e senza citare l'sola di Sua Maestà la Regina Elisabetta che partecipa all'UE a suo comodo, la Spagna sta raccogliendo i frutti del cambiamento di mentalità con un PIL che cresce del 3,5% (intero 2015) e passi che è in aumento anche il suo debito pubblico, che ha raggiunto per la prima volta negli ultimi 100 anni il 100% del PIL (ricordiamo che l'Italia è a 133%), ma consentendo di promuovere i consumi sfruttando la riduzione dei prezzi.

Guardando ai risultati della Spagna si può e si deve ancora sperare, ma serve coesione parlamentare e il coraggio di prendere decisioni forti, potenzialmente impopolari almeno nel breve periodo, e condivise.

Ed è proprio il breve periodo che spaventa ogni politico, poiché il risultato deve essere ottenuto nel breve per poterlo giocare sul turno elettorale.
Ecco quindi che un programma serio a medio periodo, capace di rilanciare l'Italia, non lo vedremo mai, a meno di un nuovo Piano Marshall, augurandoci però che non si creino le condizioni perché ciò possa accedere.

Per ora, promesse e promesse, che si trasformeranno in spesa e poi in tasse per tutti.

Cari politici, scendete tutti quanti dai vostri pulpiti elettorali, salvo quelli in corsa per le prossime amministrative, e realizzate un patto trasversale di stabilità e di progresso.

Tanto commissariati siamo e commissariati resteremo per un bel po', ma almeno resteremo nei minori danni e costruiremo il futuro con un "Piano Marshall interno", frutto di una PAX trasversale tra i partiti, tanto utile quanto onorevole.

Basta promesse e andate a lavorare per il futuro dei vostri cittadini!

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Lunedì, 16 Maggio 2016 09:23

Pizzarotti non è condannato!

Il nostro problema è una campagna elettorale permanente e il diffuso hobby di gettare fango sugli avversari politici. Ogni occasione è buona per distrarre l'opinione pubblica dai problemi reali.

di Lamberto Colla Parma, 16 maggio 2016 – Da alcuni giorni non si fa cha parlare di Pizzarotti, delle sue schermaglie con il direttivo del M5S per la mancata divulgazione dell'avviso di garanzia pervenuto al Sindaco di Parma in merito a alcune nomine riguardo al Teatro Regio.

I notiziari, nessuno escluso, hanno montato servizi sulla questione e molti autorevoli opinionisti si sono sentiti in dovere di dire la loro.
Che la notizia, soprattutto in questo clima elettorale, fosse ghiotta non v'é dubbio ma il troppo stroppia e ormai si è caduti nel ridicolo.

Ma a preoccupare è il peso di cui si è arricchito il fatto nella sua essenza originaria, gravato da problemi etici piuttosto che da problemi connessi a regolamenti interni al M5S, appaiono più connessi alla demagogia che alla democrazia.

Messaggio di Pizzarotti

(in galleria immagini tutti i messaggi pubblicati da Federico Pizzarotti sul profilo facebook)

Ma questi sono problemi loro, quello che invece dovrebbe riguardare la vita civile sono la salvaguardia della reputazione delle persone, coinvolte in procedimento giudiziari e il leale dibattito politico di cui il nostro Paese non sembra conoscere il vero significato.

Al contrario appare sempre più evidente la ricerca di strumentalizzazione politica di qualsiasi fatto, nell'interesse esclusivo del proprio partito o movimento, da utilizzare in questa nostra permanente campagna elettorale.

L'importanza che è stata concessa a un semplice avviso di garanzia ne è ancora una volta la più triste delle conferme. Val la pena di ricordare che l'informazione di garanzia (volgarmente chiamato "avviso di garanzia") è un provvedimento di tutela e rispetto verso l'indagato e non, come ormai è entrato nel pensiero comune, un giudizio di colpevolezza passato in giudicato in tutti i gradi di giudizio. Checché se ne dica, il fatto di essere posti sotto indagine, per l'opinione pubblica equivale a sentenza di colpevolezza.

Una colpa tutta da confermare che però accompagna la persona, minandola nella sua vita quotidiana, sino al giudizio finale quando, il più delle volte, viene riconosciuto non colpevole. Sembra proprio che la prematura morte di Enzo Tortora non abbia insegnato nulla.

Il sospetto feroce è che tutto ciò sia scientificamente orchestrato e, in mancanza di argomenti forti, vedi ISIS o Ebola e virus Zika (una pandemia di cui improvvisamente non si è più saputo nulla) piuttosto che la meningite, si voglia distrarre l'attenzione dell'opinione pubblica dai problemi reali della nazione.

I miseri dati che gli uffici di analisi e di statistica hanno rilevato in questi giorni ne sono la conferma e purtroppo sconfessano ogni parola ottimistica che quotidianamente gli esponenti governativi ci sciorinano.

390 sono le imprese che quotidianamente chiudono in Italia. Dall'inizio della crisi si è perduto il 35% del PIL e il 59% degli investimenti.
I suicidi per causa della crisi non si contano più, almeno da parte dell'ISTAT che dal 2012 ha deciso di interrompere la divulgazione dei dati, e per avere un dato attendibile occorre ricorrere alle elaborazioni dell'Osservatorio dei suicidi che ha stimato in 628 i casi di suicidio legati alla crisi economica registrati in Italia da gennaio 2012 a dicembre 2015, 384 invece i tentati suicidi nello stesso arco temporale.

Un tasso di disoccupazione dell'11,4% a quale va aggiunto un 12% relativo a lavoratori scoraggiati che hanno abbandonato il lavoro. Sofferenze bancarie stimate al 18% e una pressione fiscale sulle pensioni dell'ordine del 30% superiori alla media europea. Un debito pubblico in continua ascesa e i concreto rischio di dovere aumentare ulteriormente le aliquote dell'IVA.

Sarebbe perciò opportuno che la politica si riappropriasse del proprio ruolo e i partiti si accordassero per delle scelte comuni per portare in sicurezza gli italiani, invece di gettare fango sugli avversari politici.

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(in galleria immagini i messaggini di Pizzarotti e l'informazione di garanzia pubblicati sul profilo facebook del Sindaco di Parma)

 

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Speciale Cibus 2016 - Cibus 2016, il riscatto dell'agroalimentare italiano. Cereali e dintorni. La "bomba" dei dati USDA . Rimbalzo del latte spot. Cibus: tanti prodotti nuovi destinati agli scaffali della grande distribuzione italiana ed estera. Nati dallo stesso latte. Parmovo: tra record e fornelli. Federalimentare e Cibus lanciano il primo osservatorio sull'italian sounding. Alessandro Bezzi nuovo presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano. Ospiti illustri al Mulino Alimentare SpA di Parma. Cereali e dintorni. Mercato in crescita. I fondi non mollano. Chiude Cibus 2016. Un successo senza precedenti per espositori, visitatori, buyer e volumi d'affari.

SOMMARIO Anno 15 - n° 19 15 maggio 2016 - SPECIALE CIBUS -
1.1 editoriale Cibus 2016, il riscatto dell'agroalimentare italiano
2.2 cereali antichi CIBUS 2016: Agugiaro & Figna presenta i grani antichi.
3.1 Cereali Cereali e dintorni. La "bomba" dei dati USDA
4.1 Lattiero Caseario Rimbalzo del latte spot.
5.1 cibus 2016 Bonaccini: CIBUS, resterà a Parma. "La Food Valley è qui"
6.1 cibus 2016 - novita' Cibus: tanti prodotti nuovi destinati agli scaffali della grande distribuzione italiana ed estera
6.2 cibus 2016 - novita' Nati dallo stesso latte
7.1 cibus aziende Parmovo: tra record e fornelli
7.2 italian sounding Federalimentare e Cibus lanciano il primo osservatorio sull'italian sounding
8.1 nomine Alessandro Bezzi nuovo presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano
8.2 Cibus e aziende Ospiti illustri al Mulino Alimentare SpA di Parma.
9.1 cereali Cereali e dintorni. Mercato in crescita. I fondi non mollano.
10.1 cibus 2016 Chiude cibus 2016. Un successo senza precedenti per espositori, visitatori, buyer e volumi d'affari
11.1promozioni "vino" e partners
12.1promozioni "birra" e partners

 

Da Cibus 2016 note positive sul futuro dell'agroalimentare a patto che si faccia realmente sistema. Il Trattato Transatlantico (TTIP), con un po' di impegno e maggiore trasparenza, potrebbe trasformarsi da Minaccia in Opportunità.

di Lamberto Colla Parma, 15 maggio 2016.
Si è chiusa giovedi sera a Parma la 18° edizione di Cibus. Ormai entrata nella storia della manifestazione come l'edizione dei record, la fiera internazionale dell'alimentazione organizzata da Fiere di Parma e Federalimentare, ha visto infatti la partecipazione di 3mila aziende espositrici su 130mila metri quadri, 72mila visitatori di cui 16 mila operatori esteri e 2.200 top buyer (nel 2014 i visitatori erano 67mila, gli operatori esteri 13mila).

"E' la migliore edizione di sempre, che ha raccolto il testimone di Expo2015 – ha commentato Elda Ghiretti, Cibus Brand Manager - ed ha visto il comparto agroalimentare italiano presentarsi con circa mille innovazioni di prodotto, pronte a conquistare i mercati esteri e recuperare posizioni sul mercato interno. Abbiamo notizia di un alto volume di affari conclusi o ben avviati, con la piena soddisfazione delle aziende e dei buyer esteri e italiani".

E se i numeri fanno giustamente gongolare gli organizzatori, l'intero settore agroalimentare dovrà fare tesoro delle indicazioni d'indirizzo da più parti sostenute e delle principali minacce che si dovrnno rapidamente affrontare e annientare.

Innanzitutto è imperativo fare sistema. Agricoltura e Industria dovranno collaborare e soprattutto progettare insieme il riscatto del modello agroalimentare italiano. Lo hanno condiviso e sollecitato tutti i rappresentanti del Governo intervenuti all'inaugurazione della manifestazione lunedi scorso, "Abbiamo un nemico importante, l'Italian Sounding", aveva sostenuto Ivan Scalfarotto. Arginare il fenomeno dell'imitazione, che vale quasi il doppio dell'export nazionale, è la battaglia di tutte le battaglie. La ricetta secondo il sottosegretario allo sviluppo economico sta nel fare sistema e concentrarsi. Il Governo, aveva concluso il parlamentare, non può dare la soluzione ma essere da stimolo affinché tutti gli attori operino nella stessa direzione.

Ma finalmente a Cibus 2016, forse per casualità o forse per raggiunta maturità degli interessati, è stato portato sotto i riflettori della cronaca il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), l'accordo transatlantico che dovrebbe unificare i due grandi mercati, quello Ue e quello USA.

Un accordo che non ha mai visto la luce, sempre mantenuti riservati i temi trattati e, quel che è peggio, è stata proprio la parte europea a mantenere il più alto grado di riservatezza, addirittura in seno ai più alti rappresentanti del vecchio continente.

Quasi 10 anni di trattative stanno a significare gli enormi interessi in gioco e la difficoltà di immaginare i nuovi scenari di mercato.
In pochi, tra giornali e movimenti d'opinione e di consumatori, hanno cercato di sollecitare le istituzioni sulla verifica dello stato d'avanzamento, quasi nessuno. Noi invece, già pochi giorni dopo avere inaugurato la testata (era il luglio 2013) avevamo iniziato a manifestare preoccupazioni in tal senso e in molte altre circostanze tentato di alimentare una critica costruttiva evidenziando i segnali che stavano per incanalarsi (vedi OGM) nella direzione di un accordo troppo sbilanciato verso gli Stati Uniti. Avevamo invitato i cugini transalpini a coalizzarsi con noi per fare fronte comune di resistenza alle spinte omologanti che avrebbero potuto distruggere il patrimonio dell'agricoltura mediterranea di cui Italia e Francia sono la massima espressione mondiale.

E finalmente questi temi stanno, seppure lentamente, emergendo. Lo stesso Ministro Francese Fekl si è reso conto che ha bisogno di una collaborazione italiana (vedi Repubblica.it del 11 maggio 2016): "Ecco perché all'Italia, come alla Francia, conviene dire no al Ttip".

Meglio tardi che mai e forse un po' troppo eccessivo. Ma tutto serve così come è necessario che abbia iniziato a occuparsene, o meglio a parlarne, il Ministro Martina in occasione dell'inaugurazione di Cibus 2016.

Un'opportunità più che una fonte di problemi è in sintesi il pensiero del vertice del dicastero dell'agricoltura, posizione che condividiamo ma che dovrebbe essere maggiormente sostenuta con una più autorevole azione politica, mettendosi a braccetto con il collega francese Fekl e magari anche con lo Spagnolo, sempre che abbia veramente in animo di raggiungere quella soglia di 50 miliardi di esportazione entro il 2020 e soprattutto se voglia bene al nostro sistema di qualità e sicurezza agroalimentare.

Un modello che dovrebbe essere messo a sistema e preso a esempio e non invece minacciato dai modelli e prodotti anglosassoni.
Ben venga quindi "Cibus annuale", anche nella forma ridotta (Cibus Connect), affinché si possa con maggior frequenza riunire gli stati generali dell'agricoltura e dell'industria, esporre il fermento del settore, tra innovazione, qualità, sostenibilità e gustosa appetibilità del Made in Italy.

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Un'iniziativa organizzata dal Gruppo bancario, con il Patrocinio della Camera di Commercio e dell'Unione Commercianti di Piacenza. Gli esperti incontrano i rappresentanti di numerose aziende locali nell'ambito di un appuntamento volto a fornire strumenti e conoscenze necessari per aprire la propria attività imprenditoriale a nuovi mercati. Un'opportunità in più per il rilancio del sistema produttivo locale.

Piacenza, 11 maggio 2016

Nel corso del 2015 Piacenza ha esportato beni nell'area dei Balcani per oltre 110 milioni di euro. In particolare, macchinari ed apparecchi con la Romania, per più di 9 milioni di euro, in decisa crescita rispetto al 2014 (+39%); sostanze e prodotti chimici verso la Bulgaria, per circa 4,5 milioni di euro (+182% rispetto al 2014); metalli di base e prodotti in metallo (esclusi macchine e impianti) verso la Serbia per circa 1,1 milioni di euro, con un sostanzioso incremento (+43%) rispetto all'anno precedente. E proprio con la Serbia, lo scorso anno il giro d'affari della provincia di Piacenza si è espanso, con un aumento del 6% rispetto al 2014, sia per le esportazioni, che hanno superato i 4 milioni di euro, che per le importazioni, che hanno sfiorato i 2 milioni di euro.

I dati, ottenuti dall'elaborazione realizzata dall'ufficio Territorial & Sectorial Intelligence di UniCredit su dati ISTAT e stime Prometeia, indicano che l'area dei Balcani si configura come un mercato dalle prospettive interessanti per lo sviluppo del business delle imprese locali, un "trampolino di lancio" ideale per avviare o intensificare l'export. Obiettivo per il quale UniCredit intende proporsi come partner privilegiato per le aziende del territorio. Con questa finalità è stato pensato e sviluppato l'"International Forum Balcani" organizzato da UniCredit, con il Patrocinio della Camera di Commercio e dell'Unione Commercianti di Piacenza che ha anche ospitato l'iniziativa; e in collaborazione con l'Italian Desk dello studio legale Schonherr.

L'incontro è stato aperto dai saluti di Giovanni Struzzola, Direttore Generale dell'Unione Commercianti di Piacenza, che ha confermato l'interesse dell'Associazione a sensibilizzare gli operatori piacentini verso mercati dell'Est Europa, mercati che ancora oggi dimostrano dinamicità economica e possibili spazzi di ulteriore crescita. "In questo contesto, quindi, si inquadrano appuntamenti quale quello odierno - ha ribadito il Direttore Struzzola - che cercano di dare informazioni precise e dettagliate circa nuove opportunità di sbocchi più interessanti per le aziende piacentine che cercano nuove vie per allargare il loro business, da qui un apprezzamento per l'impegno di Unicredit nell'organizzare incontri come questo che abbiamo avuto il piacere di ospitare nella nostra sede."

"Con il nostro International Forum Balcani - spiega Cristina Proci, Responsabile Area Commerciale Piacenza UniCredit – vogliamo offrire agli imprenditori locali puntuali informazioni, riferimenti e concrete opportunità per avviare o intensificare gli scambi con un'area vicina e dalle reali potenzialità di crescita. Continua così l'impegno del nostro Gruppo nel processo di internazionalizzazione delle imprese del territorio. I mercati dell'Est Europa sono primari partner commerciali dell'area emiliana e UniCredit può davvero offrire un valore aggiunto nella crescita della qualità degli scambi commerciali. Perché siamo una delle maggiori istituzioni finanziarie in Europa, con un network internazionale distribuito in 50 Paesi, 17 dei quali con una banca commerciale radicata sul territorio. E con una posizione strategica proprio nell'Europa centro-orientale dove siamo presenti con banche commerciali locali come UniCredit BulBank, UniCredit Bank Serbija A.D e UniCredit Romania ".

Nel corso della giornata si sono quindi susseguiti gli interventi di Roberto Mascali, Direttore Generale Confindustria Balcani; Aldo Andreoni, Head of UIC - UniCredit BulBank; Niccolò Bonferroni, Head of UIC - UniCredit Bank Serbija A.D; Marco Montermini, Head of UIC - UniCredit Romania Sa; e Daniele Iàcona, avvocato dello Studio Legale Schoenherr. In chiusura la testimonianza di Elio Frigerio, Direttore Generale della Milkline che da Podenzano ha allargato all'estero il suo business oltre confini e adesso ha anche una sede in Romania e una in Russia.

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

Domenica, 08 Maggio 2016 12:38

Ma Robin Hood non rubava ai ricchi?

Dall'eliminazione del Bollo Auto una nuova trappola. Da tassa in qualche modo legata al reddito, alla più "democratica" tassa variabile sul consumo: una nuova accise! La fregatura è sempre dietro l'angolo.

di Lamberto Colla Parma, 8 maggio 2016. Ci risiamo. La tassa di proprietà dell'automobile, più volgarmente nota come bollo auto, è tornata di moda. E' di pochi giorni fa l'annuncio della sua, "probabile" cancellazione.

Ed il pensiero corre a dove potrebbero essere recuperate le risorse di copertura del gettito fiscale che verrebbe meno (6,5 miliardi circa).
Presto detto. La proposta di legge, a firma del deputato Roberto Caon, prevederebbe un aumento dell'accisa sui carburanti pari a 15 centesimi di euro al litro circa.

Ottima mossa, una tassa fissa verrebbe trasformata in una tassa variabile e quella che era un'imposta, per certi versi legata al reddito (la tassa di proprietà è calcolata sui cavalli fiscali dell'autovettura), sarebbe spalmata sull'utilizzo del mezzo andando a gravare pesantemente sul costo di mantenimento dell'auto. La prima conseguenza negativa ricadrebbe su quei tanti lavoratori costretti a fare uso del mezzo privato per raggiungere il posto di lavoro con conseguente pesante incidenza sul reddito netto.

15 centesimi ai quali si dovrà sommare il 22% di iva su tutta la quota di accise di cui benzina e gasolio sono gravati.

Una tassazione di una imposta che, per quanto giudicata incostituzionale, continua a esistere contribuendo a posizionarci ai vertici europei per costo dei carburanti.

Per il Governo invece un effetto positivo si avrebbe potendo irrigidire ancor più il prezzo della benzina. Una quota così elevata di tassazione fissa sul prezzo dei carburanti attenuerebbe le flessioni negative del gettito fiscale in caso di riduzione del prezzo del petrolio e conseguentemente del prezzo alla pompa.
Un aiutino infine lo darebbero i petrolieri, sempre così in ritardo a adeguare i prezzi in discesa ma così rapidi a incamerarne invece l'aumento, completando la strategia della multinazionale "Inc.cool.8" che ha definitivamente sopraffatto Robin Hood, cambiato il target ma ne ha mantenuto il linguaggio.

L'automobilista si dimostra ancora una volta una risorsa inesauribile (72 miliardi circa di introiti dal settore auto); verrebbe da pensare che sia il bancomat del governo.

A proposito, mi sembrava di ricordare che Renzi, nel 2014, avesse promesso l'eliminazione delle accise (Video).

Forse mi sbaglio, invecchiando la memoria viene meno.

 

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Tre giornate (9-17-25 maggio) dedicate alle imprese per un approfondimento su alcune tematiche chiave come export e digitalizzazione.
Un'iniziativa realizzata nell'ambito del programma Go International! di UniCredit.

Reggio Emilia, 4 maggio 2016

Tre giorni per parlare di export, e-commerce e digitalizzazione: tre appuntamenti formativi per offrire agli imprenditori un approfondimento su alcune tematiche chiave per chi vuole avviare o ampliare il business nei mercati esteri. E', in sintesi, il programma della Digital & Export Business School di UniCredit che fa tappa nella nostra provincia il 9, il 17 e il 25 maggio, presso la sede di Unindustria Reggio Emilia. Un'opportunità per le imprese interessate a cogliere stimoli e conoscere strumenti utili per supportare la propria strategia di business all'estero.

"Questa iniziativa – spiegano da UniCredit - si inserisce nell'ambito di Go International! The UniCredit Learning Experience, il programma che il nostro Gruppo bancario rivolge alle aziende che hanno già iniziato o intendono avviare un percorso di apertura verso i mercati esteri. Per farlo devono realizzare scelte sostenibili nel tempo perché realmente adatte al proprio business e alla propria strategia di internazionalizzazione. Noi siamo in grado di aiutarli e indirizzarli".

"Anche i processi di internazionalizzazione ed il commercio estero oggi dipendono dalla conoscenza e da un uso strategico del web e degli strumenti digitali – sostiene Paolo Bucchi, Vice Presidente Unindustria Reggio Emilia con delega all'Internazionalizzazione – Questo programma offre un percorso completo, con testimonianze e diversi casi pratici, un'opportunità importante per quelle PMI che intendono intraprendere nuove strade di business internazionale".

Gli imprenditori interessati possono iscriversi dal web, attraverso la pagina in-formati.unicredit.it/it/corsi/iscrizione/?idc=1396.

La tre giorni di formazione sarà aperta lunedì 9 maggio, con inizio alle 10, da Roberta Anceschi, Vice Presidente con delega alla Piccola Industria Unindustria Reggio Emilia; Luca Lorenzi Deputy Regional Manager Centro Nord UniCredit; Giovanna Neffat Responsabile Business Development & Client Protection, UniCredit. Seguiranno gli interventi sui temi "Il check up della mia azienda per una scelta consapevole" a cura di Antonio Di Meo Studio Di Meo; mentre Riccardo Peverelli Google Italy (in collegamento video) parlerà di "Strumenti digitali per le analisi dei mercati esteri". Alle 14 Sara Scurati, Country Development Plan UniCredit; e Gabriele Battipaglia, Risk Educational Programs Italy UniCredit, interverranno su "Il piano operativo e il Business Plan".

Martedì 17 maggio, si comincia alle 9.30 parlando con Miriam Bertoli (Miriambertoli.com) di "Le nuove sfide del Web Marketing; dalle 11.30-13.00 "Opportunità e strategie dell'e-commerce" è il titolo dell'intervento di Aleandro Mencherini - Var Group. Dalle 14 prende la parola Francesca Capobianchi di Facebook (in collegamento video) su "Il ruolo dei Social Network nel web marketing".

Infine, mercoledì 25 maggio, la giornata sarà dedicata al tema "La contrattualistica, le tecniche di regolamento e finanziamento nel commercio internazionale". Intervengono Paolo Gallarati Studio NCTM; Romano Mumelter Gtb Italy Center Region Centro Nord UniCredit; Salvatore Manna Gtb Italy Center Region Centro Nord UniCredit; Marino Inio UniCredit International Center Italy; e Antonio Magnani Export Manager Rovatti A. & Figli Pompe S.p.A.. Chiudono i lavori Paolo Bucchi, Vice Presidente con delega all'internazionalizzazione Unindustria Reggio Emilia; e Massimo Morselli, Responsabile Area Commerciale Reggio Emilia UniCredit.

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

VIII edizione del Workshop UniCredit - RegiosS. Le regioni italiane: ciclo economico e dati strutturali. Segnali di Ripresa Economica? Focus sull'Emilia Romagna il 9 Maggio 2016, ore 16,30 presso l'Auditorium Giorgio Fini Via Bellinzona 27/a, Modena.

Modena, 5 maggio 2016

A Modena studiosi a confronto sulle ricerche condotte dall'Associazione RegiosS e dall'Ufficio Territorial & Sectorial Intelligence di UniCredit sull'economia del territorio.
Gian Carlo Muzzarelli, Presidente della Provincia e Sindaco del Comune di Modena; e Valter Caiumi, Presidente Confindustria Modena, daranno il via all'incontro che sarà aperto dall'intervento di Cristina Brasili, Presidente Associazione RegiosS e Docente dell'Università di Bologna, sul tema "Il ciclo di attività economica e la specializzazione produttiva in Emilia-Romagna".
Subito dopo Riccardo Masoero, Responsabile Territorial & Sectorial Intelligence di UniCredit, presenterà i risultati dell'analisi condotta sulla competitività in chiave prospettica delle regioni, con un particolare focus sull'Emilia Romagna.

Seguirà una tavola rotonda alla quale prenderanno parte Vittorio Borelli - Amministratore Delegato Fincibec Spa; Alberto Bortoli - Amministratore Delegato Fresenius Hemocare Italia Srl; Stefano Giorgini – Regional Manager Centro Nord UniCredit; Andrea Landi – Docente di economia degli intermediari finanziari, Università Modena e Reggio Emilia; Alessandra Lanza – Responsabile della Practice Strategie Industriali e Territoriali – Prometeia; Franco Stefani – Presidente System Spa; Giuseppe Villani – Amministratore Delegato Villani Spa.

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

Martedì, 03 Maggio 2016 14:36

Power Energia "accende" la solidarietà

La cooperativa di utenza per la fornitura di energia elettrica e gas, costituita da Confcooperative, sosterrà 10 progetti sociali realizzati da organizzazioni Onlus.

Bologna, 3 Maggio 2016

Compleanno all'insegna della solidarietà per Power Energia. La cooperativa di utenza per la fornitura di energia elettrica e gas promossa da Confcooperative ha infatti stabilito di celebrare i dieci anni di attività sostenendo 10 progetti dal rilevante impatto sociale che dovranno essere segnalati da soci utenti di Power Energia ed essere realizzati entro il 2016 da organizzazioni Onlus presenti sul territorio nazionale (cooperative sociali, fondazioni, associazioni). Ogni progetto riceverà dalla cooperativa un contributo a fondo perduto di 2.000 euro.

"Questa decisione – afferma il presidente di Power Energia, Cristian Golinelli – si sposa perfettamente con i principi fondamentali alla base della cooperazione, quali la solidarietà, la risposta alle esigenze delle comunità e delle persone, in particolare quelle più deboli, e la partecipazione democratica". "A questo proposito – prosegue Golinelli – i soci costituiscono il patrimonio più importante della cooperativa e prendono parte attivamente ai processi decisionali. L'utente finale non rappresenta solamente un semplice cliente, ma diventa socio di un progetto più ampio finalizzato alla fornitura di energia e servizi di elevata qualità, utilizzando le tecnologie più efficienti e compatibili con l'ambiente e la sicurezza".

"Attualmente – dichiara il presidente – Power Energia opera in 62 province distribuite in 13 regioni. Complessivamente, nel 2015 la cooperativa ha erogato ai propri soci 120 milioni di kilowattora di energia elettrica, garantendo un risparmio medio del 10% rispetto al mercato nazionale (con punte del 45%), e 6,2 milioni di metri cubi di gas con un risparmio medio dell'8% e punte del 32%".
"L'attività di Power Energia – conclude Golinelli – non si limita alla sola fornitura di energia, ma comprende anche la consulenza su temi attuali ed importanti come le fonti rinnovabili, l'autoproduzione, i certificati verdi, ecc..".

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(Fonte: Ufficio stampa Power Energia)

Pubblicato in Energia

1° maggio, è vera festa? Cereali, i mercati in mano ai fondi. Export, esplode la domanda di vino, ma... CIBUS in Fabula. L'educazione alimentare per contrastare l'Italian Sounding- il Caso Mulino Alimentare. Nutrizione e obesità.

SOMMARIO Anno 15 - n° 17 1 maggio 2016 (in allegato il formato PDF scaricabile)
1.1 editoriale 1° maggio, è vera festa?,
3.1 cereali Cereali e dintorni. I mercati in mano ai fondi.
4.1 Lattiero Caseario Latte spot, in un anno perso più del 30% del valore.
5.1 aziende - cir-food Obiettivo 2020 per CIR FOOD: 800 milioni di ricavi.
5.2 vino export Vino, esplode la domanda nei paesi terzi ma...
6.1 nutrizione e obesità Obesità e sovrappeso: un problema planetario irrisolto
7.2 eventi cibus2016 Il Prosciutto di Modena DOP a Cibus 2016
8.1 latte crisi Latte. Mercuri (alleanza coop): Bene progetto MIPAAF indigenti, pronti a collaborare
8.2 eventi cibus in fabula Al via CIBUS In FABULA con 2000 mq di "street art"
9.1 EXPORT WINE e FOOD: la CCIAA punta sull'Area Scandinava:
9.2 eventi Dal 6 all'8 maggio torna Birra Expo Piacenza
10.1 mais e soia Mais e Soia: aprile 2016 - Maggiori produzioni previste in Argentina
11.1 cereali Cereali e dintorni. Ancora volatilità sui mercati ma la tendenza è al rialzo.
12.1 export L'educazione del consumatore estero per contrastare il fenomeno dell'Italian Sounding
13.1 cibus 2016 - 18esima edizione Dal 9 maggio prende il via la 18esima edizione di Cibus
14.1promozioni "vino" e partners
15.1promozioni "birra" e partners

Cibus 17 1mag16 COP

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