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Celebrazioni per il 150° anniversario della nascita di Arturo Toscanini: un articolato programma di eventi, concerti, mostre, concorsi musicali, convegni. Venerdì 24 marzo alle ore 17 presso la Sala Consiliare del Comune di Parma, la presentazione del volume "Arturo Toscanini. Vita, immagini, ritratti". Alle ore 18 sotto i Portici del Grano l'inaugurazione della Mostra "Arturo Toscanini, in viaggio controvento".

Parma, 24 marzo 2017

In occasione delle Celebrazioni del 150° anniversario della nascita di Arturo Toscanini, per ricordare la figura di uno dei maggiori direttori d'orchestra è stato promosso dal Comune di Parma, con il coordinamento della Fondazione Arturo Toscanini e in sinergia con le principali istituzioni del territorio, nazionali e internazionali, un articolato programma di eventi, concerti, mostre, concorsi musicali, convegni e molto altro ancora.

Presentazione della riedizione del libro "Arturo Toscanini. Vita, immagini, ritratti"

Il programma prevede pe oggi, Venerdì 24 marzo, due importanti appuntamenti per conoscere e approfondire la figura del grande Maestro.
Alle ore 17.30, la Sala Consiliare del Comune di Parma ospiterà la presentazione della riedizione del libro "Arturo Toscanini. Vita, immagini, ritratti"; il volume viene ora ripubblicato dalla STEP in collaborazione con la Fondazione Arturo Toscanini e la Casa della Musica, in una nuova edizione arricchita per un totale di quasi trecento pagine. Accanto ai testi di Gaspare Nello Vetro e di Gustavo Marchesi si affiancano tre interventi, rivisitati e nuovi. Uno di Marco Capra, nel quale si evidenzia come l'apporto dei nuovi mezzi di comunicazione di massa, che si avventarono sulla figura di Toscanini, direttore sempre rivolto alla musica e mai all'obiettivo, abbia prodotto, forse ben oltre le sue intenzioni, la decisiva prevalenza della figura dell'interprete su quella del compositore. Uno di Federica Biancheri sul fondo archivistico di uno degli amici più intimi di Toscanini, il pianista Horszowski, donato nel 2010 dalla vedova all'Archivio Storico del Teatro Regio di Parma. Infine un testo di Giuseppe Martini sulla vicenda sentimentale che legò segretamente, per molti anni, Toscanini alla pianista Ada Mainardi; miniere documentarie che aggiungono toni e sfumature all'interpretazione di una delle figure più simboliche del Novecento: come dimostra del resto questo stesso libro, impreziosito da una strepitosa selezione di immagini già raccolte da Nicola Luberto, Francesca Montresor e dal mai dimenticato Vincenzo Raffaele Segreto.
La presentazione è a ingresso libero, fino a esaurimento posti.

Mostra fotografica "Arturo Toscanini, in viaggio controvento"

Sempre oggi, venerdì 24 marzo, alle ore 18.00, sotto i Portici del Grano del Comune di Parma, s'inaugurerà la mostra "Arturo Toscanini, in viaggio controvento", un'esposizione fotografica e documentaria sulla figura del Maestro. La vita di Arturo Toscanini, narrata da questa mostra, allestita nel centro civile e simbolico della Città di Parma, fu un viaggio lungo e avventuroso. Un viaggio triplice, attraverso le speranze e le tragedie del suo tempo, nello spazio fisico e poi etereo del pianeta, verso le profondità e gli aneliti di uno spirito capace di segnare indelebilmente la storia dell'interpretazione musicale. Un viaggio compiuto grazie al soffio di una vocazione unica e all'energia di un amore infinito per l'arte e la libertà, ma non di rado controvento. L'esposizione, promossa e curata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Parma - Casa della Musica e dalla Fondazione Arturo Toscanini, si terrà dal 24 marzo al 30 giugno 2017, con ingresso libero.

Per informazioni: Casa della Musica – P.le San Francesco, 1 (Parma), Tel. 0521/ 031170, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., www.lacasadellamusica.it

(Fonte: Comune di Parma)

Sabato 25 marzo, alle 17, presso la libreria Emily Bookshop a Modena il giornalista e scrittore romagnolo presenta il suo ultimo libro, un "fantasy a Km zero" dove personaggi storici, fantastici e animali si alternano nel dipingere una favola che è metafora del nostro tempo.

Di Manuela Fiorini

Modena, 23 marzo 2017

In "Noa. La grande truffa" (Sensoinverso Edizioni), un'orda agguerrita di castori, al soldo della terribile Castoro De' Boschi, vuole invadere l'Emilia Romagna. E lo fa cominciando dalla Diga di Ridracoli che, minata alla base, riversa le acque sul territorio, minacciando tutta la regione. La minaccia è reale, anzi surreale! Al punto che, da un paese lontano lontano, oltre l'Oceano, arriva anche la donna più potente del mondo, la Presidente Himmary. A darle man forte e trovare un modo per sconfiggere l'orda barbarica di animaletti agguerriti, ci sono, tra gli altri, la Sfoglina di San Giovanni in Persiceto, il Duca di Bettola, due dottoresse gemelle, Marzia e Miriam Galapagos, una giornalista e persino un legionario romano. A fare da sfondo, ci sono luoghi reali e riconoscibilissimi della regione, da Piacenza a Rimini. I comprimari hanno soprannomi improbabili ed evocativi, mentre, di tanto in tanto, una citazione musicale o l'incursione di un personaggio noto, da Bono Vox ai Rolling Stone, passando da Woody Allen, (in versione Jazz), ricordano la formazione dell'autore, il giornalista e scrittore Stefano Andrini, che sarà presentato sabato 25 marzo, alle ore 17, presso la libreria Emily Bookshop di via Fonte d'Abisso 9/11, a Modena, in collaborazione con l'associazione culturale I Semi Neri.

incontro-Noa-modena

Abbiamo fatto due chiacchiere con l'autore

Stefano Andrini

Un romanzo irreale, surreale, anzi realistico...La terribile Castoro de Boschi e i suoi castori hanno fatto crollare la Diga di Ridracoli e puntano alla conquista dell'Emilia Romagna. Come nasce Noa e che cosa si nasconde dietro a questa divertente metafora?
"In lingua maori il titolo del romanzo significa "carità" e anche "gratuità". Due termini praticamente scomparsi dal nostro vocabolario. Forse, anche per questo, siamo diventati tutti più tristi e cattivi. Guardiamo solo il male e il bene lo abbiamo relegato in soffitta tra le anticaglie. La scommessa di Noa, che pure in termini molto realistici racconta una vicenda potenzialmente drammatica, è quella di riaprire la finestra impolverata per affacciarsi su una speranza possibile. Un bambino che piange in lontananza e una tanguera capace di commuoversi non sono un omaggio all'insopportabile happy end hollywoodiano. Ma un cartello segnaletico che indica un nuovo inizio e una nuova strada. Per tutti".

Perché i castori? Ti sei ispirato a qualche episodio in particolare?
"Qualche era geologica fa mi sono divertito, complice la mia passione per il greco, a tradurre il poemetto Batracomiomachia, ovvero la guerra tra i topi e le rane. Perché, come dimostrano le favole del grandissimo Esopo, mettere al centro di una storia gli animali significa capire meglio anche gli umani. Tutti ci ricordiamo della volpe e dell'uva. Che fa riflettere più di mille libri di storia".

Hai definito Noa, un "fantasy a Km 0", ma gli elementi del fantasy classico sono del tutto stravolti. Sul Km 0, invece, si potrebbe negoziare...I tuoi personaggi si radunano da tutta l'Emilia Romagna, con citazione di luoghi reali e riconoscibilissimi, per combattere l'imminente minaccia. Come spieghi, allora, questa tua autodefinizione dell'opera?
"Il chilometro zero è volutamente una provocazione. Per indicare, con una immagine suggestiva, che il dodicesimo uomo in campo di questa squadra di eroi è proprio il nostro territorio. Certo, la gente si sposta (siamo tutti globali e globalizzati d'altra parte). Ma rimane attaccata alle sue radici e alla sua memoria. Non per una sorta di revival nostalgico alla "I migliori anni...". Ma perché quelle radici e quella memoria sono il salvacondotto per una nuova civiltà. È in quest'ottica che il mio libro sovverte i canoni del genere. La realtà sfida il fantasy e lo muta geneticamente".

In Noa fanno la loro "apparizione", come deus ex machina, ma anche come semplici spettatori di passaggio, personaggi della musica, da Bono Vox ai Rolling Stones. Un omaggio al tuo passato di dj?
"La musica è nel mio Dna fin da quando, bambino vinsi uno dei primi talent della riviera romagnola cantando 24 mila baci. Nella mia lunga esperienza di Dj in una delle prime radio libere ho imparato ad amare la musica e ho cercato di capirla. Facendo una scoperta rivoluzionaria: la musica unisce e salva. Un flusso vitale che nel libro culla e accompagna la storia fino a farla diventare la storia della porta accanto".

Noa la tanguera, la presidente americana Himmary, la villain Castoro de Boschi, la Sfoglina, l'ispettore capo Natiseau, Marzia e Miriam Galapagos...I personaggi principali sono tutte donne. Un omaggio alla femminilità in tutte le sue sfaccettature?
"ruffianeria. Semplicemente una constatazione. La nostra regione, che fin dal nome è donna, è stata plasmata nei secoli dal genio femminile. Ce lo ricordano gli aneddoti delle nonne, ce lo confermano le testimonianze delle donne di oggi. Per questo ho scelto di contrastare il male incarnato da Castoro, da una singolare compagnia dell'anello formata da donne che manco si conoscono".

Non ti sei fatto mancare nemmeno un bel viaggio nel tempo. All'epoca romana, per la precisione, dove troviamo un eroico cavaliere, Lucio Cornelio Silvio...un antenato di qualcuno che conosciamo, suppongo?
"Ogni riferimento a persone e fatti ... In realtà nel libro entra buona parte della realtà politica dei nostri giorni. Trasfigurata dalla fantasia ma abbastanza riconoscibile. Come nelle oscure profezie di Nostradamus ho immaginato rovinose cadute (che ci sono effettivamente state) e trionfi (che non sono diventati tali). Ecco se volessi dare un senso a questa storia è che un senso ce l'ha: la politica da sola è impotente. Se si illude di poter fare a meno del popolo la diga di Ridracoli diventa il nostro mar Rosso che ci travolge tutti. Dalla via Emilia al West"

INFO
Stefano Andrini
Noa, la grande truffa
Sensoinverso edizioni
82 pagg – 11 euro
Presentazione sabato 25 marzo, ore 17
c/o Emily Bookshop, via Fonte d'Abisso 9/11, Modena

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Sabato 25 e domenica 26 Giornata FAI di Primavera: tre tappe per celebrare la storia parmense. L'anteprima venerdì 24 con l'apertura dell'appartamento di Don Ferdinando di Borbone e dell'Osservatorio Astronomico nella Reggia di Colorno.

Parma, 22 marzo 2017

Venerdì 24, Sabato 25 e domenica 26 marzo 2017 si svolgerà la venticinquesima edizione delle Giornate FAI di Primavera, la più grande festa di piazza italiana dedicata alla cultura e all'ambiente. Le Giornate FAI di Primavera hanno ottenuto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana. Si svolgeranno anche con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.
Nella nostra città le Giornate FAI hanno ottenuto il patrocinio del Comune di Parma ed avranno un programma particolarmente intenso. Venerdì 24 Marzo vi sarà l'anteprima con l'apertura dell'appartamento di Don Ferdinando di Borbone e dell'Osservatorio Astronomico nella Reggia di Colorno. Sabato 25 Marzo vi sarà l'apertura del maestoso Complesso dell'Ospedale Vecchio. La grande novità dell'edizione del 2017 è l'apertura, per Domenica 26 Marzo, del Palazzo Centrale dell'Università, che fu l'antico Convento dei Gesuiti.

"Aprire al pubblico le porte del complesso dell'Ospedale Vecchio, vuol dire aprire ai parmigiani e ai turisti le porte della storia e della cultura di Parma – ha commentato il sindaco, Federico Pizzarotti. È una iniziativa che appoggiamo e che sposiamo in pieno: come Comune, infatti, da tempo stiamo unendo gli sforzi e le energie per restituire alla città i suoi edifici storici, e la tre giorni del Fai coglie in pieno questa nostra filosofia: mi auguro quindi di vedere tanti curiosi e interessati ripercorre le tappe della storia di Parma e del parmense. Una città è viva se vitale continuano a esserne la curiosità dei suoi concittadini, la cultura e la storia".
Proprio nell'anno in cui si celebra i 2200 anni di fondazione della nostra città il FAI ha voluto aprire tre luoghi simbolo, punti nevralgici della millenaria storia parmense.

IL FAI riapre (e lo riapre con grande gioia) il complesso dell'Ospedale Vecchio, che è la testimonianza antica della realizzazione di un impegno caritativo: deve le sue lontane origini a quella "rivoluzione della carità" del Duecento. Per Giovanni Fracasso, responsabile della Delegazione FAI " L'Ospedale Vecchio è simbolo di assistenza, di accoglienza e di unione. Rappresenta l'anima dell'Oltretorrente: notevole nei secoli è stata la sua influenza sulla storia sociale, economica e religiosa dell'intera città. Perché dunque visitare il complesso dell'Ospedale Vecchio? Per la sua importanza storico-architettonica sicuramente, ma, anche, perché l'Ospedale Vecchio è la preziosa testimonianza di un antico percorso virtuoso: attraverso un fecondo processo di "osmosi" tra l'ente ospedaliero-assistenziale, la cittadinanza e l'economia urbana, si arrivò all'impiego fruttuoso della ricchezza, attraverso le donazioni, le offerte e i lasciti, per il bene comune".

Protagonisti dell'apertura dell'Ospedale Vecchio sono gli Apprendisti Ciceroni: studenti del Liceo Romagnosi, dell'Istituto Toschi, dell'Istituto Macedonio Melloni, del Giordani, del Marconi e della Scuola Parmigianino.
"Gli studenti sono i veri protagonisti di queste giornate – sottolinea Bianca Marchi delegato Scuola del FAI - Si stanno preparando da settimane per studiare ogni dettaglio del grande complesso dell'Ospedale Vecchio. Ringrazio i tanti docenti che li hanno preparati e che sono stati coinvolti in questo grande progetto di amore per l'arte e per la storia della propria città.

La delegata FAI Chiara Boschi sottolinea il grande entusiasmo tra i giovani del FAI, la macchina organizzativa è pronta per accogliere migliaia di persone nell'arco dei tre giorni: vi saranno molti visitatori dal Veneto, dalla Lombardia, dal Piemonte. Saranno tre giorni di festa all'insegna della cultura.

Fra le bellezze da scoprire nelle Giornate FAI di Primavera, non poteva mancare la nostra regione, con circa una cinquantina di luoghi in Emilia Romagna e oltre 1.000 aperture straordinarie e visite guidate con i volontari del FAI in tutta Italia.

Il complesso dell'Ospedale Vecchio sarà visitale sabato 25 marzo dalle ore 9.30 alle ore 17.30, con ingresso da Strada Massimo D'Azeglio. Il Palazzo dell'Università sarà visitabile dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00 (con partenza ultima visita ore 18.00). Ingresso da Strada dell'Università, n.12. Per info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

(fonte: Comune di Parma)

"Les Choristes" di Pegognaga, diretti dal M° Matteo Cavicchini hanno reso un omaggio inusuale al grande Maestro presso la Casa del Giovane Verdi di Busseto.

Busseto, 22 marzo 2017

Busseto ha vissuto domenica un evento musicale davvero unico alla Casa del Giovane Verdi. Importanti brani tratti dalle opere di Verdi (Nabucco-Traviata e Forza del destino) sono stati eseguiti da un coro di voci bianche. E' la prima volta in assoluto che Verdi viene interpretato in questo modo così diverso e particolare, mai prima d'ora sperimentato. "Les Choristes" di Pegognaga, diretti dal M° Matteo Cavicchini hanno reso un omaggio inusuale al grande Giuseppe Verdi. Ed è anche la prima volta che nella casa in cui il Maestro visse da giovane ed ebbe a compiere i suoi primi studi musicali vengono interpretate le sue composizioni. Si è ritornati indietro nel tempo, come quando da quella casa si udivano i primi approcci con la musica di un Verdi giovanissimo che si esercitava giorno e notte con la spinetta, disturbando i gendarmi della casa di fronte.

Lo studioso di cose verdiane Corrado Mingardi ha accompagnato l'evento con notizie e aneddoti relativi alla vita e alle abitudini del Maestro. Era anche l'occasione dell'onomastico del Cigno di Busseto e della sua seconda moglie Giuseppina. L'evento, del tutto gratuito, che ha richiamato nella città di Busseto tantissime persone, compresi bimbi incuriositi dalla performance dei loro coetanei, è stato possibile grazie ad Anna Sichel, proprietaria della storica dimora verdiana che mette a disposizione il suo "tesoro" gratuitamente per finalità culturali. Orgogliosa per l'ottimo risultato, ha elogiato oltre al Maestro e ai giovanissimi coristi, anche le loro famiglie per i sacrifici grazie ai quali sono giunti ad un risultato davvero unico.
Il Maestro Cavicchini con quest'appuntamento ha confermato la sua fama internazionale di direttore di concerti in città italiane ed estere. I brani verdiani proposti per l'occasione al pubblico sono stati da lui trascritti.
L' introduzione è stata tenuta da Meri Rizzi, studiosa ed autrice di alcuni libri relativi a Verdi tra i quali "il Giovane Giuseppe Verdi". La ditta Gourme' Ibis spa di Busseto in collaborazione con la Casa del Giovane Verdi ha donato ai giovani ospiti prodotti tipici ed a loro dedicati.

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Giornate FAI di Primavera: torna per il 25° anno il weekend dedicato alla bellezza del patrimonio d'arte e natura italiano. Oltre 1.000 aperture straordinarie e visite guidate in tutta Italia.

21 marzo 2017

Come ogni anni torna l'appuntamento con le Giornate FAI di Primavera. Questo fine settimana, sabato 25 e domenica 26 marzo, oltre 1.000 aperture straordinarie e visite guidate con i volontari del FAI alla scoperta di un'Italia mai vista e che non smette di stupire. Il FAI - Fondo ambiente italiano - è infatti, impegnato nella missione di tutela e valorizzazione di tanti luoghi speciali del nostro nel Paese, che per questi due giorni saranno facilmente accessibili. Fra le bellezze da scoprire non poteva mancare la nostra regione, con circa una cinquantina di luoghi in Emilia Romagna.

INFO UTILI

SI PAGA UN BIGLIETTO? NO: Per ogni bene aperto nelle Giornate FAI di Primavera i volontari richiederanno un CONTRIBUTO a sostegno della missione.

SI PUÒ PRENOTARE? NO, ad esclusione di alcune aperture che saranno indicate chiaramente sul sito per le quali è richiesta prenotazione. Per tutte le altre basta presentarsi negli orari indicati sul sito, diversi da luogo a luogo.

I VANTAGGI PER GLI ISCRITTI FAI? Corsie preferenziali in tutti i beni aperti e diversi ingressi esclusivi in aperture riservate.

Tutte le aperture e i dettagli per le visite sul sito www.giornatefai.it 

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Giornata Mondiale della Sindrome di Down. L'attrice sensibile Barbara Voghera incarna il più recente attraversamento dell'Hamlet shakespeariano compiuto dall'ensemble fondato da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto. Un'occasione da non perdere.

Parma, 21 marzo 2017

«Ci vuole tutta la sensibilità pragmatica di Lenz per prendere un classico inossidabile come l'Amleto e imprimergli una ulteriore spinta ermeneutica (cioè un'interpretazione inattesa) tanto spiazzante quanto immediata»: il critico teatrale romano Giulio Sonno introduce il proprio incontro con Hamlet Solo di Lenz Fondazione, spettacolo che sarà in scena oggi, martedì 21 marzo alle ore 21 a Lenz Teatro, a Parma, in occasione della Giornata Mondiale delle persone con la Sindrome di Down, ricorrenza ultradecennale tesa a promuovere l'inclusione sociale e l'autonomia delle persone affette da Trisomia 21. Repliche mercoledì 22 marzo alle ore 11.30 e giovedì 23 marzo alle ore 18.30.

Hamlet Solo, che si avvale delle musiche create ad hoc dal compositore elettronico Andrea Azzali, è interpretato dall'attrice sensibile con Sindrome di Down Barbara Voghera, storica interprete delle creazioni di Lenz Fondazione, come ricorda la regista Maria Federica Maestri: «Le nostre vite artistiche si sono incrociate alla fine degli anni novanta e da allora sono diventate inseparabili, stimolate da un processo creativo in continua evoluzione, arricchito dall'esplorazione 'furiosa' delle grandi drammaturgie: Shakespeare, Goethe, Calderón, Manzoni, Ariosto. In particolare Hamlet Solo è la summa di questa nostra lunga e profonda esperienza scenica: una creazione teatrale in cui la monumentalità del capolavoro classico si traspone in una nuova sintesi di potente densità emozionale. Barbara Voghera è protagonista di questo straordinario ritratto tragico sull'esistenza umana: non solo un'interprete, ma corpo di dolorosa poesia e di imperfetta bellezza, capace di incarnare le parole shakespeariane in un'oscillazione esponenziale tra perdita e ritrovamento del senso».

Francesco Pititto, che ha curato traduzione, drammaturgia e imagoturgia di Hamlet Solo suggerisce: «Il nostro linguaggio teatrale si fonda su un'estrema e radicale fedeltà alla parola del testo. Nella ricerca dello stato eroico dell'attore il teatro prende forma nell'oscillazione tra debolezza e forza, vulnerabilità e potenza del corpo parlante. Ponte polifonico tra antico e moderno, tra generale e particolare, tra lingua e dialetto, l'Hamlet di Shakespeare si fa eco potente dell'arte del teatro nella contemporaneità e nel rinnovamento del linguaggio. Nell'Hamlet Solo si esplicita un dispositivo drammatico che rivela la natura orfana di Amleto, la sua inevitabile e assoluta solitudine scenica ed esistenziale; in un attraversamento senza respiro del testo, l'attrice implode dentro gli altri personaggi, unico strumento 'vivo' di una partitura visiva di spettri. I dialoghi con Orazio, la Regina, il Fantasma del Padre, Guild and Rose, gli Attori, I Becchini, Re Claudio vengono inflessi nell'unico duello eroico possibile, quello dell'attore con se stesso».

Conclude il critico teatrale fiorentino Matteo Brighenti: «Barbara Voghera insieme a Lenz si è lasciata indietro l'impossibilità ed è andata incontro all'enigma del rappresentare, rappresentandosi in tutta la sua 'sensibilità'. Scelta e condizione che le hanno permesso di accedere, con una presenza di violenta intensità e grazia scomposta, a una realtà espansa, che si trova oltre ogni cosa da noi conosciuta. Esattamente come Amleto».

A testimonianza del riconoscimento internazionale della ricerca sull'attore sensibile di Lenz, si segnala che le stesure dell'Hamlet sono inserite nel sito del MIT Global Shakespeares: MIT - Massachusetts Institute of Technology.

Per informazioni: Lenz Teatro, Via Pasubio 3/e, Parma, tel. 0521 270141, 335 6096220 - www.lenzfondazione.it

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A Busseto importante omaggio a Giuseppe Verdi nel giorno dell'onomastico con il coro internazionale "Les Choristes". Domenica 19 marzo alle ore 11,00 casa di Via Piroli. Evento gratuito.

Busseto, 16 marzo 2017

Domenica 19 marzo alle ore 11,00 a Busseto si renderà un importante omaggio al grande Giuseppe Verdi, nel giorno del suo onomastico, con le voci di un gruppo di bimbi, il coro di voci bianche "Les Choristes" di Pegognaga, diretto dal M° Matteo Cavicchini. Un omaggio inusuale, sia per i piccoli cantori, che per la prima volta si cimenteranno in brani così importanti, sia per il pubblico, che conoscerà un Verdi diverso, interpretato in modo particolare e suggestivo. Ancora una volta la celebrazione verdiana si terrà nella casa di Via Piroli, nella quale il Cigno di Busseto ebbe a compiere i suoi primi studi musicali suonando la spinetta.

L'evento, del tutto gratuito, sarà possibile grazie ad Anna Sichel, proprietaria della storica dimora verdiana ed editrice di un testo sugli anni giovani di Verdi, trascorsi proprio in quel luogo che da alcuni anni viene messo a disposizione per attività culturali. Il Maestro Cavicchini, noto per concerti in città italiane ed estere, si è detto entusiasta di portare il suo magnifico coro in terre verdiane. Il programma da lui preparato per l'occasione prevede esclusivamente brani verdiani da lui trascritti e per la prima volta eseguiti da voci bianche, tratti dalle opere Nabucco, Traviata e Forza del Destino. Introdurrà Meri Rizzi studiosa ed autrice di alcuni libri relativi a Verdi tra i quali "il Giovane Giuseppe Verdi". Il professor Corrado Mingardi accompagnerà il concerto con notizie introduttive ai brani e con aneddoti relativi al grande compositore.

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La suggestione della parola, della musica e del canto: primo appuntamento con la rassegna Auris che apre ufficialmente la più ampia rassegna "Il tempo delle donne". Sabato, 18 marzo, alle ore 21 presso la sede della Fraternità Francescana di Betania a Cella di Noceto.

Noceto, 16 marzo 2017

E' previsto per questo sabato, 18 marzo, alle ore 21 presso la sede della Fraternità Francescana di Betania a Cella di Noceto il primo dei tre appuntamenti all'interno della rassegna Auris, finalizzata a proporre tre momenti di spettacolo raccontati sulla suggestione della parola, della musica e del canto. L'iniziativa, che sorge sotto l'egida dell'Amministrazione Comunale - con riferimento al Vicesindaco Daisy Bizzi ed alla consigliera alle pari Opportunità Barbara Faroldi - apre ufficialmente l'edizione 2017 della più ampia rassegna "Il tempo delle donne", nata nel 2015 ed alla quale è stata data continuità anche lo scorso anno.
L'evento di sabato "La drammaturgia della parola - Liturgia per Hildegarda" nasce dalla collaborazione fra l'Associazione Ascolto ed eUropa Teatri e proporrà un monologo per attrice e musicista. Il progetto è di Ilaria Gerbella e Patrizia Mattioli, la voce ed azione scenica di Loredana Scianna, le musiche originali eseguite dal vivo della Mattioli, mentre la Gerbella è autrice dei testi e regista.

"Sarà l'affascinate figura di Hildegarda von Bingen, la religiosa benedettina vissuta nel 1100, scienziata , scrittrice, poetessa, musicista e filosofa, la protagonista dello spettacolo" spiegano Ilaria Gerbella e Patrizia Mattioli - "una figura veramente carismatica, precorritrice dei tempi, dalle intuizioni geniali e dall'indubbia modernità di azione e pensiero, elementi che la caratterizzano e la rendono di grande attualità".

Rassegna Auris-celladinoceto

"La collaborazione fra noi e l'Associazione Ascolto è iniziata lo scorso anno" commenta il Vicesindaco "sempre nell'ambito della rassegna "Il tempo delle donne", l'iniziativa a cui abbiamo dato avvio nel 2015 e finalizzata ad esplorare l'universo femminile da più prospettive e sfaccettature, a cui anche quest'anno abbiamo inteso dare continuità. Auris apre ufficialmente la serie degli eventi programmati per il 2017, che scorreranno non su unico filo tematico, come è avvenuto lo scorso anno quando è stato affrontato il drammatico tema della violenza sulle donne, ma su più argomenti di svariato interesse, di cui stiamo affinando la programmazione".

"Veramente affascinante e suggestiva la figura di Hildegarda" - si unisce alle parole del Vicesindaco la consigliera alle Pari Opportunità Barbara Faroldi "sia nella grandezza della dimensione religiosa che laica. Credo che AURIS concretizzi una proposta di qualità capace di attirare interesse e partecipazione di pubblico, confermando il positivo bilancio degli eventi organizzati lo scorso anno. Segnalo anche i prossimi due appuntamenti, quello dell' 8 aprile al Museo della Tipografia dove verrà proposto un concerto della cantante di fama internazionale Krisztina Nemeth e del 20 maggio, ospitato dal Castello della Musica, un concerto poetico con l'attrice Sandra Soncini e la cantante Alessia Galeotti, sul filo della poesia di Alda Merini che incontra Desdemona di Shakespeare".

Maggiori info sull'evento alla pagina Facebook

(Fonte: Comune di Noceto)

Si tratta della cantante Sabrina Gasparini, Presidente del Salotto Aggazzotti, e Gentjan Llukaci, di origine albanese, ma modenese di adozione, violinista di fama internazionale. Voleranno in Kazakistan dal 22 al 26 marzo per "giudicare" gli artisti e per promuovere il Concorso Internazionale di Fisarmonica "Bruno Serri" che si terrà a luglio a Serramazzoni

Di Manuela Fiorini

Modena, 18 marzo 2017

Sono in partenza per il Kazakistan Sabrina Gasparini, nota cantante e interprete modenese, Presidente del Salotto Aggazzotti, e Gentjan Llukaci, violinista di fama internazionale, nato a Tirana, ma modenese di adozione, e Direttore Musicale del Salotto Aggazzotti. Sono infatti stati scelti come membri della giuria, rispettivamente per la sezione "canto" e "musicisti", nell'ambito del prestigioso Festival Concorso Tanysu di Almaty, che si terrà nella città kazaka dal 22 al 26 marzo prossimi. Ad affiancarli, anche il Maestro Stefano Maccaferri per la sezione musicisti, il tenore Gian Luca Pasolini per la sezione canto, il regista Alfonso De Filippis e i ballerini dell'Arena di Verona Luca Condello ed Elisa Cipriani per la sezione danza e arti teatrali.

La manifestazione, giunta quest'anno alla sua IV edizione, si propone con un format non competitivo, durante il quale artisti di qualsiasi genere, formazione ed età hanno la possibilità di esibirsi in audizioni presiedute da una commissione di giurati di livello internazionale e si conclude con un grande spettacolo finale, durante il quale maestri e allievi hanno l'occasione di esibirsi insieme sui palcoscenici dei teatri più prestigiosi del paese.

RussiaFestival Tanysu di Almaty

Il Consolato del Kazakistan ha affidato la direzione artistica del Festival Tanysu all'associazione culturale Festiva&Contest, che promuove progetti per favorire la conoscenza reciproca delle culture italiana, europea e mediterranea e di quella russa, kazaka e asiatica post sovietica. Il festival gode dei prestigiosi patrocini dei rispettivi Ministeri della Cultura, dell'Ambasciata del Kazakhstan per l'Italia, San Marino e Malta, della Segreteria del Turismo della Repubblica di San Marino e si svolge in piena reciprocità tra San Marino, il 16 dicembre di ogni anno con la Festa Nazionale del Kazakhstan, e Almaty, in occasione del Nauryz, importante festa della cultura Kazakha.

SabrinaGasparini-Russia

               Sabrina Gasparini nota cantante e interprete modenese, Presidente del Salotto Aggazzotti

Sabrina Gasparini e Gentjan Llukaci avranno anche il compito, durante la loro partecipazione al festival, di promuovere due importanti festival internazionali: il Concorso Lirico "Spiros Argiris", di cui la 18° edizione si terrà a Sarzana (SP) dal 27 al 30 giugno, e il Concorso Internazionale di Fisarmonica "Bruno Serri", la cui 2° edizione si terrà a Serramazzoni (MO), dal 13 al 16 luglio.

"Quest'anno il festival vanta la prestigiosa collaborazione con i premi "Bruno Serri" e "Spiros Argiris" e selezionerà in Kazakhstan, proprio durante la manifestazione, talenti nell'ambito musicale onde poi invitarli a Sarzana a giugno di quest'anno e a Serramazzoni in luglio. È un onore collaborare con realtà così importanti", ha affermato con soddisfazione la regista Zhanna Baybakova, Direttrice Artistica del Festival Tanysu.

L'esperienza in Kazakistan non è la prima per Gasparini e Llukaci, che a dicembre dello scorso anno, hanno fatto parte della commissione di giudici che durante il Festival di Tula (Russia) ha valutato 720 giovani talenti, tra musicisti, cantanti e ballerini.

 

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Sabato, 18 Marzo 2017 10:33

Eliselle racconta "Il colore della nebbia"

Il nuovo romanzo della scrittrice modenese, nella collana Comma 21 di Damster Edizioni, è un noir che mette a nudo le relazioni tra uomini e donne, genitori e figli, adolescenti e amanti. E, a fare da cornice, il circo mediatico che si scatena attorno all'assassinio di una bambina di otto anni.

Di Manuela Fiorini

Modena, 18 marzo 2017

Un ritratto nudo e crudo della società moderna, un romanzo "corale" dove i personaggi, più di una ventina le voci narranti, si rivelano essere uno specchio della contemporaneità, tra tradimenti, pregiudizi, apparenze da salvare, malesseri taciuti a lungo che poi "deflagrano" con devastanti effetti collaterali. E, a fare da cornice, anch'essa impietosa, il circo mediatico che si scatena attorno al feroce assassinio di una bambina di otto anni, il cui corpo viene ritrovato da un altro bambino in un fosso. A vegliarla solo un'inquietante bambola appesa ad un ramo, pezzo della collezione di una contadina eccentrica e forse pazza, in realtà ritiratasi da una società falsa, ipocrita e senza speranza di uscire dal loop emotivo e tossico con cui si pasce ogni giorno. Difficile non riconoscerci e non riconoscere situazioni vissute nel "Il Colore della nebbia", l'ultimo romanzo di Eliselle uscito nella collana Comma 21 per Damster Edizioni. Un noir che colpisce come un pugno nello stomaco, grazie allo stile asciutto e scorrevole, e a un'autrice che non giudica, ma lascia al lettore il giudizio sui personaggi e sulle situazioni, un giudizio che, però, stenta ad arrivare e viene lasciato volutamente in sospeso, poiché "Il colore della nebbia", dopotutto, è quello che "avvolge" e coinvolge tutti noi.

Ne abbiamo parlato con Eliselle.

Eliselle-libro- ilColoredellaNebbia

Partiamo dal titolo: qual è (e che cos'è) il "Colore della Nebbia"?
"Il colore della nebbia è quello denso e lattiginoso che siamo abituati a vedere noi che viviamo in Emilia. Ma nel caso del mio romanzo è anche il colore che confonde e impedisce ai protagonisti di distinguere il bene dal male, la vita reale da quella recitata, la scelta giusta da quella sbagliata, trascinandoli nel vortice dell'ipocrisia che tutti, ma proprio tutti, sono costretti a guardare in faccia".

Tra le pagine del romanzo di alternano le voci di più di una ventina di personaggi. Nessuno di loro, tuttavia, ha il suo "happy ending", una scelta controcorrente?
"Credo che sia una scelta obbligata, nel senso che la storia e i suoi protagonisti mi hanno portato proprio lì e non ho potuto fare altro che seguirli nelle loro evoluzioni lasciandoli andare dove volevano e dove il loro vissuto li portava. C'è un filo di speranza per alcuni, ma non a caso sono coloro che hanno avuto la forza di affrontare i propri demoni. E in qualche modo, hanno cercato di superare le proprie paure".

Quanto c'è dell'autrice nei personaggi de "Il colore della nebbia"?
"L'autrice scompare, è obbligata a farlo, nel momento stesso in cui sospende il giudizio raccontando la storia. Ovvio che rimane col suo carico emotivo che trasmette al vissuto dei personaggi, con le esperienze di vita, con le letture che ha fatto, con il confronto con gli altri. Per i personaggi più "sgradevoli" e lontani non c'è altro modo se non staccarsi completamente da sé e lasciarsi trascinare dalla loro personalità, anche se totalmente differente. In alcuni invece ci sono fragilità in cui anche l'autrice si rispecchia e si riconosce, ma è il suo modo per lasciarle andare".

Il libro è anche un feroce ritratto del "circo mediatico" che nasce attorno a un episodio delittuoso, in questo caso l'assassinio di una bambina di otto anni, dove tutti vogliono dire la loro, tutti aspirano al proprio "momento di gloria" e la vittima stessa rischia di passare in secondo piano rispetto a chi sgomita per andare in TV o sui giornali. Quale messaggio hai voluto lanciare al lettore?
"È stato naturale raccontare di questa situazione perché ce la troviamo ogni giorno davanti e la viviamo spesso da vittime inconsapevoli. Ho cercato di indagare quale potesse essere la differenza tra il compartecipare a un dolore e il servirsene per trarne un guadagno, sociale o economico, tra l'empatia reale e la speculazione morbosa che vediamo spesso utilizzata dai media per cavalcare una notizia drammatica e trasformarla in spettacolo. Il messaggio è una sorta di invito al risveglio, per fare in modo che questa morbosità passi di moda e venga archiviata una volta per tutte".

romanzo- Il colore della nebbia

Due personaggi agli antipodi: Valentina, la preadolescente fredda e calcolatrice, un "mostro" per la sua età. E Giulia, che si limita a "fare da spettatrice", incapace però di agire, dice sempre di sì, come se tutto quello che accade intorno a lei non la riguardi o quasi. Chi sono oggi le "Valentine" e le "Giulie"?
"Per rispondere prendo a prestito le parole di Vittorino Andreoli, che a mio avviso insieme a Umberto Galimberti ha tracciato diverse vie per spiegare quello che siamo diventati oggi: "Noi italiani siamo masochisti contenti, animati da una pulsione distruttiva per cui proviamo gratificazione solo nella catastrofe. Siamo individualisti spietati, rifiutiamo l'Altro e l'importanza dell'insieme, trascurando che la vera realizzazione si ha nella gioia della condivisione e del noi. Siamo attori, amiamo recitare, siamo abili a raccontare ciò che non siamo e ci rifugiamo nel racconto distorto di noi. Abbiamo una fede incredibile che ci impedisce di cercare soluzioni e organizzare azioni efficaci, ma ci fa sperare continuamente in un intervento salvifico nel domani." E ancora, in un'altra intervista: "Morire non ha poi tanto senso, uccidere è banale, si invita la morte a ballare. [...] C'è l'individualismo spietato: c'è l'io in famiglia, c'è l'io dappertutto. Siamo dei narcisi spaventosi, tutto io, faccio io. Se il narcisismo è maschile, la seduzione è femminile. E tutte si mostrano, mostrano tutto. Pur di essere "io" faccio qualsiasi cosa, è un narcisismo fondato sull'io e sul mio. Quello che è del "noi" non importa, lo roviniamo." Le Valentine e le Giulie credo che incarnino queste tendenze tutte contemporanee della società, e sono tendenze sempre più diffuse, a macchia d'olio, in qualunque strato, in qualunque ambiente, e sotto qualunque forma".

I personaggi maschili non fanno una gran bella figura. Sono traditori, narcisisti, cinici, tengono comodamente il piede in due scarpe. Nessun riscatto per loro. Non ci sono più "principi azzurri"?
"Non ci sono mai stati, le donne si sono illuse che esistessero perpetuando una visione completamente sballata della realtà e tenendo se stesse ingabbiate in ruoli e in situazioni dolorose. Le favole sono altra cosa, la mia è una fiaba nera, nerissima, che cerca di togliere il velo sulle doppie vite non solo degli uomini, ma in generale nelle relazioni. Laddove c'è onestà e consapevolezza non c'è errore: il problema e la chiave stanno proprio lì, per essere onesti con se stessi serve coraggio, per essere consapevoli bisogna sconfiggere schemi e paure, ma la pigrizia e il desiderio di lasciare "le cose come stanno" molto spesso è più forte di ogni desiderio di miglioramento".

Anche la voce dei bambini, spesso, è disincantata, realista, priva di ogni innocenza. Sono capricciosi, tiranni, spietati osservatori e giudici degli adulti. Sono davvero così i bambini di oggi?
"I bambini di oggi sono senza filtri, svegli, attenti e giudicanti. Davanti a loro hanno spesso esempi deboli, e sono spugne, quindi imparano ciò che vedono. Io dico sempre che servirebbe una patente per diventare genitori, perché richiede competenze che molto spesso non c'entrano col desiderio di amare e crescere una nuova creatura, e sono competenze che richiedono una lucidità e una consapevolezza immense: i figli non sono capricci o giocattoli, né strumenti di affermazione personale e sociale, sono persone che devono essere cresciute con indicazioni, educazione e serenità".

Una curiosità: per descrivere i personaggi del tuo romanzo ti sei ispirata a situazioni e persone reali?
"C'è sempre un po' di realtà in quello che scrivo. In questo caso ce n'è parecchia, perché per forza di cose ho fatto ricerca, ho spulciato fatti di cronaca, ho osservato e studiato fenomeni come bullismo, narcisismo, comportamenti adolescenziali, razzismo, e ho raccontato il tutto ambientandolo in una città di provincia, Modena, creando riferimenti a luoghi che a un occhio attento non possono sfuggire. Per i personaggi, sono stata aiutata da alcune esperienze negative vissute in prima persona e da altre raccontate da persone vicine, le ho elaborate, frullate e rese su carta: dopotutto, si dice che ogni riferimento a fatti e persone sia puramente casuale, no?".

Eliselle
Il colore della nebbia
Collana Comma 21 – Damster Edizioni
410 pagine – 15 euro
www.damster.it 
www.eliselle.com 

Pubblicato in Cultura Modena
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