Il mondiale full electric torna nella capitale. Un doppio appuntamento segnato dalle vittorie di Evans e Dennis, e da due botti paurosi
di Matteo Landi
"Roma ha questo di buono, che non giudica, assolve". Le parole che furono di Ennio Flaiano mal si sposano con quanto visto nell'ultima doppia gara del mondiale full electric. Sulla pista ricavata nel quartiere Eur anche quest'anno è andata in scena la Formula E. Un tracciato difficile, un asfalto sconnesso, una temperatura incandescente. Davanti all'Obelisco, ed all'ombra (si fa per dire..) del Colosseo Quadrato, i piloti hanno girato con le monoposto elettriche più veloci mai realizzate. Era il 2018 quando Sam Bird vinse la prima edizione dell'E-Prix di Roma, con la vettura Gen1. Da allora Roma è rimasta, 2020 a parte causa pandemia, tappa fissa del campionato fino al doppio appuntamento di quest'anno, con le veloci Gen3. Sempre monotelaio Spark-Dallara, ma con power train costruite e sviluppate dalle varie case capaci di erogare una potenza di 350 kw, per oltre 300 km/h di velocità di punta (se i tracciati lo permettessero...). Dall'entusiasmo iniziale, con il pieno di spettatori e biglietti a costi calmierati, alla solida e affermata realtà odierna, che fa meno sconti (visto il corposo rincaro dei biglietti..). Ed a differenza delle parole pronunciate dallo sceneggiatore, scrittore e drammaturgo italiano, Roma stavolta non ha perdonato il minimo errore.
In gara 1, disputata ieri, il primo nome dell'albo d'oro romano, Sam Bird, ha perso il controllo della sua Jaguar innescando una terribile carambola che ha coinvolto pure Buemi, Mortara, Da Costa, Frijns e Di Grassi. La casa del giaguaro ha comunque sorriso grazie alla vittoria conquistata dal "Re di Roma" Mitch Evans. Fino a ieri, su sette gare disputate nella Capitale il neozelandese ne aveva vinte ben quattro, di cui tre consecutive. Alle sue spalle hanno concluso un altro pilota Jaguar, anche se del team Envision, Nick Cassidy, e Maximilian Günther, con la stupenda Maserati Tipo Folgore, che ha sancito quest'anno il ritorno del Tridente in una competizione per vetture a ruote scoperte.
Con la spinta dell'ennesima vittoria in Italia, Evans è partito più spavaldo del solito oggi, in gara 2. La Roma che gli ha sempre sorriso stavolta lo ha tradito. A causa di una frenata tardiva su un dosso la sua vettura si è scomposta ed è letteralmente planata sulla Envision di Cassidy. Un botto spettacolare, fortunatamente senza conseguenze per i piloti. Il neozelandese ha però dovuto abbandonare ogni speranza di vittoria, dovendosi ritirare poco dopo. E con il tremendo botto rischia di dover salutare anche le sue ambizioni di vittoria iridata, adesso che dopo 14 gare disputate manca solo il doppio appuntamento di Londra a chiudere la stagione, e considerando che l'ultimo a festeggiare sul tracciato dell'Eur è stato il leader del mondiale.
Si era presentato a Roma con un improbabile casco marmoreo, raffigurante colonne e capitelli. Jake Dennis, britannico classe 1995, ha l'onore di scendere in pista per due marchi di rilevanza planetaria. Se la Porsche produce le power train della sua vettura, è nientemeno che il glorioso team Andretti a metterle in pista. Un team in grado di far meglio della squadra ufficiale, un team che vince ovunque, anche se in Formula 1 continuano a far tutto tranne che a stendergli tappeti rossi all'ipotesi di averlo in griglia. Ma questa è un'altra (dolorosa) storia. Oggi Dennis ha corso da grande professionista della categoria, riuscendo a gestire alla grande l'energia a disposizione, tenendo a distanza di sicurezza il secondo Nato, pilota Nissan che ha fatto da cuscinetto al ritorno del terzo classificato Bird, sulla teoricamente più performante Jaguar. Magari ancora scosso dal botto di 24 ore prima, fatto sta che il primo vincitore di Roma non è riuscito ad affilare gli artigli, accontentandosi del podio. Appena dietro è giunta la Maserati di Mortara, con lo svizzero al miglior risultato stagionale. Niente male comunque nel complesso la prima apparizione a Roma del marchio italiano, già vincente quest'anno, in attesa di vedere cosa riuscirà a fare in meno di un anno, quando tornerà all'Eur con più esperienza sulle spalle, e nel meno torrido aprile (una buona notizia anche per gli spettatori..).
“La vita è un’illusione temporale tra passato e futuro, una continua connessione tra dimensioni parallele. Viviamo riflessi in coloro che non conosciamo, che non abbiamo mai visto, ma che ci appartengono da sempre. Niente accade per caso”.
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