A Reggio Emilia il nuovo Parco industriale di Mancasale. Bonaccini: "Una realizzazione in linea con le nostre più avanzate politiche". Oggi la presentazione del progetto. Opere per oltre 2 milioni di euro, di cui 719 mila di contributi regionali, per migliorare la sicurezza e le infrastrutture e potenziare la connettività
Bologna, 26 aprile 2017
Nasce a nord della città di Reggio Emilia il Parco industriale di Mancasale. Il vecchio polo produttivo storico, nato negli anni '60 e tra i più estesi in Emilia-Romagna con i suoi tre milioni di metri quadrati e 550 aziende, si trasforma in Parco industriale rigenerato. L'area, sotto il profilo infrastrutturale e urbanistico, sarà dotata di aggiornate e diffuse reti tecnologiche digitali, servizi per la sicurezza e soluzioni per migliorarne l'accesso e la vivibilità.
Il Parco industriale di Mancasale è stato presentato questa mattina a Reggio Emilia, dal presidente della Regione Stefano Bonaccini e dal sindaco Luca Vecchi. L'importo dei lavori è stato di 2 milioni e 127 mila euro, di cui 719 mila euro di contributo regionale.
"L'intervento realizzato a Reggio Emilia per progettare e realizzare il Parco industriale Mancasale- ha commentato il presidente della Regione Bonaccini- si inserisce a pieno titolo nelle più avanzate politiche regionali, sia industriali che urbanistiche. Da un lato si incrementano le infrastrutture produttive attrattive consolidando e rilanciandone il know-how tecnologico e industriale preesistente, ma anche creando reti tra imprese a cominciare da quelle innovative. Dall'altro, c'è la positiva messa in campo di strumenti urbanistici comunali che hanno consentito il recupero di aree produttive e di edifici già esistenti, oggi vetusti e inutilizzati, senza ricorrere al consumo di nuovo territorio".
Alla seconda vita dell'area di Mancasale si è arrivati con un percorso partecipato avviato, nel 2014, con la firma di uno specifico Protocollo d'intesa costruito dal Comune di Reggio Emilia insieme alle aziende insediate e alle associazioni di categoria. Questo percorso ha consentito di approfondire aspetti legati alla sicurezza, alla connettività internet, alle infrastrutture e altro ancora condizionante la qualità ed efficienza del comparto produttivo. Inoltre all'investimento e alle opere, il Comune ha associato semplificazioni delle norme urbanistiche per il recupero dell'esistente e la rigenerazione urbana, e incentivazioni economiche per gli interventi di ristrutturazione edilizia.
La riqualificazione del Parco Industriale di Mancasale si innesta a pieno titolo nelle politiche di sviluppo della città e delle sue imprese, programmate con il Piano d'azione dell'Area Nord, che riguardano anche il nodo intermodale Mediopadano, l'area Reggiane, il Campovolo, il Centro storico e il Campus universitario San Lazzaro.
(Fonte: Ufficio stampa ER)
Camera di Commercio e Unicredit in sinergia per le imprese del territorio. Seminario presso la sala convegni della Camera di Commercio di Reggio Emilia. Partecipazione gratuita.
Reggio Emilia, 24 aprile 2017
Proseguono gli appuntamenti formativi gratuiti per le aziende organizzati dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia in collaborazione con UniCredit sui temi dell'export.
Il prossimo incontro si terrà il 27 aprile, con inizio alle 9,30 presso la sala convegni della Camera di Commercio di Reggio Emilia (Piazza della Vittoria, 3).
L'iniziativa si inserisce nell'ambito di una serie di seminari gratuiti su temi legati all'internazionalizzazione per supportare la crescita delle piccole e medie imprese nei mercati internazionali.
Il Dottor Salvatore Davide Manna, del Global Transaction Banking Italy di UniCredit, illustrerà alcuni degli aspetti più salienti delle "Garanzie nel commercio internazionale". Tra i temi trattati, il ruolo del credito di firma, la fideiussione, le normative di riferimento, le forme di emissione e le modalità di escussione.
Il seminario si rivolge a imprenditori, funzionari degli uffici export e professionisti e rientra nell'ambito degli appuntamenti di "Go International!", il programma UniCredit che offre formazione gratuita sui temi dell'export e dell'internazionalizzazione.
La partecipazione è gratuita.
E' obbligatoria l'iscrizione on line attraverso il sito www.re.camcom.gov.it.
Per maggiori informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
A beneficiare dei 4,5 milioni saranno imprenditori innovativi dei principali settori, che saranno finanziati per sostenere le spese per macchinari, brevetti, promozione.
Bologna, 17 aprile 2017
Saranno gli imprenditori più innovativi ad essere aiutati a lanciare la loro start up dalla Regione Emilia-Romagna.
A disposizione di progetti nuovi, dal 10 maggio, ci saranno 4,5 milioni di euro.
Il bando Por Fesr 2014-2020 (asse 3) nasce con l'intento di sostenere le giovani imprese della Regione.
Le risorse sono destinate ai progetti dei principali settori (agroalimentare, edilizia e costruzioni, meccatronica e motoristica, industria della salute e del benessere, industrie culturali e creative, innovazione nei servizi) e andranno a finanziare le spese per macchinari, attrezzature, brevetti, consulenze, spese promozionali e di costituzione (quest'ultima solo per la tipologia A).
Due le tipologie finanziate dalla misura: per i progetti di avvio di attività (tipologia A) possono presentare domanda le imprese costituite successivamente al 1° gennaio 2014. Per i progetti di espansione di start up già avviate (tipologia B) possono presentare domanda le imprese costituite dopo il 1 aprile 2012.
Il bando nasce per le piccole e micro imprese regolarmente costituite come società di capitali (incluse Srl, uninominali, consorzi, società consortili, cooperative) e vuole favorire la nascita e il consolidamento di start up in grado di aprire nuovi spazi di mercato, ideando prodotti, servizi, sistemi di produzione innovativi, in grado di creare nuova occupazione. Le domande possono essere presentate dalle ore 10 del 10 maggio 2017 alle ore 17 del 30 novembre 2017 esclusivamente online, tramite l'applicativo Sfinge2020 che sarà messo a disposizione prima dell'apertura del bando.
(AK)
Parte da Reggio Emilia l'idea di un network che mette in contatto domanda e offerta di professionisti qualificati. E ora l'azienda sbarca sulle reti Mediaset e Tgcom con due nuovi spot che vedono protagonista il calciatore della Juventus Giorgio Chiellini.
Di Manuela Fiorini
Reggio Emilia, 16 marzo 2017
Più di un milione di euro di fatturato nel 2016, 4,5 milioni di investimento nel 2017, 15 mila professionisti che utilizzano il servizio e 1000 richieste di preventivo al giorno. Sono questi i numeri di Fazland, azienda di servizi nata a Reggio Emilia nel 2014 e affermatasi in appena due anni leader nazionale, al punto da suscitare l'interesse del gruppo Mediaset che ha deciso di investire nell'azienda attraverso l'ingresso della corporate venture capital Ad4Adventures. E proprio sulle reti Mediaset e Tgcom, dall'inizio di marzo, stanno andando in onda gli spot che vedono protagonista il difensore e vice capitano della Juventus e pilastro della Nazionale Italiana di calcio Giorgio Chiellini.
Ma che cos'è Fazland e come funziona?
Attraverso il sito www.fazland.com o dall'app si possono richiedere preventivi personalizzati a professionisti qualificati di diverse categorie, suddivise in Casa (imbianchini, idraulici, elettricisti), Business (commercialisti, avvocati, notai ecc), Persona (estetisti, personal trainer ecc), Eventi (fotografi, cuochi a domicilio, wedding planner...) per poi valutare autonomamente la proposta migliore e concludere la trattativa attraverso il diretto contatto telefonico. Un'idea semplice, dietro alla quale c'è tanto lavoro, premiato da un successo che ha portato l'azienda di Reggio Emilia a dare lavoro a 30 dipendenti.
Ci siamo fatti raccontare questa avventura da Vittorio Guarini, CEO e founder di Falzand.
Da Reggio Emilia a leader sul mercato nazionale: qual è stata l'idea da cui è nata Fazland?
"Fazland nasce a una reale esigenza di tanti consumatori cosi come dei founder Vittorio Guarini, Alessandro Iotti, Giovanni Azzali e Federico Panini: sulla base delle nostre esperienze, ci siamo resi conto di quanto sia difficile trovare dei bravi professionisti soprattutto quando ci si trova in una nuova città dove non è possibile affidarsi al tradizionale metodo del passaparola. Così è nata l'idea di rendere accessibile a tutti un servizio che mette a disposizione il contatto diretto con professionisti altamente qualificati, su tutto il territorio nazionale".
Qual è la vostra mission e a chi vi rivolgete?
"Fazland è una piattaforma web lanciata su scala nazionale nel 2014 con l'obiettivo di portare online il mercato dei servizi. Il compito di Fazland è di mettere in contatto utenti e professionisti attraverso un comparatore funzionale e veloce permettendo a chiunque di trovare i migliori professionisti qualificati su tutto il territorio nazionale. L'utente quando accede a Fazland, attraverso il sito desktop o l'app mobile, può richiedere preventivi personalizzati da professionisti qualificati di svariate categorie quali Casa, Business, Persona, Eventi per poi valutare autonomamente la proposta migliore e concludere la trattativa telefonicamente".
1000 richieste di preventivo al giorno, 15 mila professionisti che utilizzano il servizio, 4,5 milioni di investimento nel 2017 e più di un milione di euro di fatturato nel 2016: le ragioni del successo?
"Penso che il successo di Fazland sia legato al fatto che offre nuove opportunità di lavoro in quanto uno strumento come il nostro aiuta le aziende e professionisti ad accrescere il business attraverso l'invio quotidiano di nominativi di nuovi clienti. Il nostro obiettivo è di aiutare le nuove professioni come wedding planner o cuoco a domicilio a farsi conoscere e di supportare gli artigiani come imbianchini, idraulici, elettricisti a superare la concorrenza attraverso una nuova clientela".
Due nuovi spot con protagonista il calciatore Giorgio Chiellini presto sulle reti nazionali: perché la scelta del calciatore come testimonial e qual è il messaggio che volete lanciare?
"Abbiamo pensato a Giorgio Chiellini perché volevamo un concreto esempio di professionista che, a causa della mancanza di tempo, non riesce mai a trovare un bravo esperto attraverso il metodo tradizionale del passaparola. Il nostro servizio infatti nasce per tutti gli utenti che necessitano di un professionista e che non sanno dove trovarlo: non solo garantiamo di ricevere preventivi in tempi brevi e attraverso pochi e semplici passaggi ma supportiamo tutti i flussi di domanda e offerta attraverso un servizio di customer service attivo tutti i giorni. Nei nostri spot televisivi infatti Giorgio si divertirà a svelare le motivazioni che lo spingono ad essere così spiccatamente aggressivo in campo: mancanza di un idraulico, di un imbianchino o commercialista...fortunatamente scopre Fazland e improvvisamente tutto cambia!
Il 2017 ha visto l'ingresso di Ad4Venture, società del gruppo Mediaset, insieme a un gruppo di investitori privati guidati dall'attuale leader investor RedSeedVentures: quali opportunità e quali sviluppi vi attendere nel futuro?
"I finanziamenti ricevuti verranno investiti in comunicazione cross mediale, inclusa la massiccia campagna TV da poco lanciata con testimonial Giorgio Chiellini, per permetterci di incrementare sia il numero di utenti che utilizzano il servizio sia la nostra base di professionisti, inoltre in figure strategiche ad arricchire il nostro team per il raggiungimento degli obiettivi sfidanti di quest'anno".
Fra le città finaliste del concorso "Cities Challenge Italy" ci sono Reggio Emilia e Piacenza. Quella che si aggiudicherà il primo premio potrà avere spazio al Global Entrepreneurship Congress che si terrà a Johannesburg.
18 febbraio 2017
Due città emiliane fra le otto finaliste di "Cities Challenge Italy", competizione promossa da Meta Group, che premia la capacità imprenditoriale dei comuni italiani tra 50.000 e 250.000 abitanti e del loro ecosistema. L'obiettivo della sfida è stimolare le città ad orientarsi verso l'imprenditorialità, favorendo la creazione ed attuazione di azioni capaci di creare valore per la città, ad esempio: generare nuove idee imprenditoriali, innovare le esistenti, attrarre persone e capitali dall'esterno.
A mandare le candidature sono stati i cittadini che possono grazie alle votazioni far vincere la propria città. Le città finaliste sono Reggio Emilia, Piacenza, Cagliari, Lecce, Legnano, Messina, Terni e Vicenza. Il territorio che si aggiudicherà premio e titolo beneficerà di un ciclo di incontri di approfondimento guidati da leader nazionali e internazionali su temi strategici per la città. Inoltre, i migliori progetti innovativi imprenditoriali provenienti dai giovani residenti nella città vincitrice verranno selezionati e accompagnati nel percorso di crescita. Infine, per le imprese locali saranno previste azioni di formazione specialistiche per lo sviluppo e l'innovazione nei mercati di riferimento.
Fino al 28 febbraio, ci si può collegare al sito per votare la propria città, contribuendo a farle scalare posizioni in classifica. La città vincitrice potrà avere spazio al Global Entrepreneurship Congress che si terrà a Johannesburg dal 13 al 16 marzo 2017 e ogni anno, raccoglie migliaia di imprenditori, investitori, ricercatori, responsabili politici e startupper da più di 160 paesi per identificare nuovi modi per aiutare i fondatori ad aprire e scalare nuove imprese in tutto il mondo.
Imprese della provincia di Reggio Emilia nel corso del 2016: la lettura realizzata dall'Ufficio Studi della Camera di Commercio sulla dinamica dei dati demografici.
Reggio Emilia, 2 febbraio 2017
Diminuiscono le cessazioni di attività, ma contemporaneamente calano, con una maggiore intensità, le iscrizioni di nuove imprese al registro camerale, con la conseguente contrazione numerica del sistema imprenditoriale reggiano.
Il dato emerge dalla lettura che l'Ufficio Studi della Camera di Commercio ha effettuato sulla dinamica dei dati demografici delle imprese della provincia di Reggio Emilia nel corso del 2016, che presenta l'immagine di una struttura economica che, in termini di vitalità anagrafica, fatica a ritornare verso i numeri degli anni ante-crisi, senza riuscire a stabilizzare lo stock di imprese.
Nell'anno appena trascorso le aperture di nuove attività sono state 3.354 contro le 3.729 del 2015, mentre le imprese che hanno chiuso i battenti nel 2016 sono state 3.433 (erano 3.503 nel 2015) con un saldo annuale della movimentazione anagrafica pari a -79 unità. Alla fine dello scorso anno erano 55.562 le aziende presenti nel Registro Imprese camerale.
La lettura dei dati dal punto di vista delle forme organizzative delle imprese evidenzia, in modo indiscutibile, il rafforzamento strutturale del sistema imprenditoriale. Con una crescita di 260 unità, pari al +2%, le società di capitale hanno superato le 13.000 imprese, quasi un quarto del totale. In particolare le società a responsabilità limitata, che rappresentano i tre quarti delle società di capitale reggiane, sono aumentate dell'1,7% in un anno, ma il maggior contributo all'incremento viene dal trend registrato negli ultimi anni dalle srl semplificate che sono passate dalle 306 del 2014 alle 577 del 2015 (+88,6%) fino alle 904 (+56,7%) del 2016.
Le imprese individuali, che con una consistenza di 29.397 unità continuano a rappresentare oltre la metà dello stock di imprese esistenti (il 52,9%), mostrano invece una flessione di oltre 300 aziende, facendo registrare, in termini relativi, un decremento dell'1,1%. In calo anche le società di persone - che scendono dalle 11.550 del 2015 alle 11.278 di fine 2016 (-2,4%) - e, in misura più contenuta, le "altre forme" (-0,5%).
Relativamente all'andamento dei diversi settori economici, è in crescita dello 0,4% il terziario che, con 27.627 imprese, rappresenta ormai la metà delle attività iscritte alla Camera di Commercio di Reggio Emilia. Le attività dei servizi alle imprese (trasporti, servizi di informazione comunicazione, attività finanziarie e assicurative, immobiliari, attività professionali e altri servizi alle imprese), con un aumento dello 0,5%, hanno raggiunto le 10.097 unità. In crescita anche i servizi alla persona (istruzione, sanità e assistenza sociale, attività artistiche, sportive e di intrattenimento, altre attività dei servizi) che registrano un +2,9% e contano 3.174 imprese. Trend positivo anche per i servizi di alloggio e ristorazione (bar, ristoranti) che a fine 2016 hanno raggiunto le 3.284 unità con una crescita, rispetto allo stesso periodo del 2015, dell'1%. Unica eccezione, all'interno del terziario, il commercio, per il quale si registra una flessione dello 0,6%.
Continua il calo delle costruzioni che, con una contrazione del 2%, fa scendere a 12.125 il numero delle imprese; in flessione dell'1,8% l'industria - che comprende le attività manifatturiere in senso stretto (7.771), quelle estrattive (29) e le multiutilities (energia, reti idriche, rifiuti: complessivamente 133 aziende). In diminuzione dello 0,6% anche l'agricoltura: in un anno le aziende del settore sono scese da 6.283 a 6.246.
(Fonte: Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia RE)
Dalla strategia competitiva alla strategia collaborativa. Un nuovo modo di fare Business, importato dagli Stati Uniti, sta espandendosi con estrema rapidità sul tessuto economico emiliano e parmense in particolare. All'Hotel Parma e Congressi, di fronte a un folto pubblico di potenziali interessati, è stato inaugurato il capitolo La Pilotta aderente al BNI Emilia Ovest.
di LGC Parma 13 dicembre 2016 -
Prende sempre più piede, anche in Italia, una nuova strategia di marketing aziendale: il "passaparola strutturato".
L'Emilia e in particolare Parma non si sottrae a questo nuovo movimento, che ha preso origine 32 anni fa negli Stati Uniti, dando vita e corpo a una vera e propria proliferazione di gruppi di lavoro nei quali il business viene condiviso e il successo del gruppo (capitolo) è determinato dall'impegno di ciascun componente.
Dopo la costituzione dei Capitoli La Rocca e Maria Luigia ecco affacciarsi il nuovo capitolo La Pilotta ma già altri 6 o sette sono in via di costituzione a conferma dell'attrattività che sta riscuotendo il nuovo metodo di lavoro importato dagli States.
Già, perché di un lavoro si tratta, o meglio di un nuovo approccio mentale al lavoro, dove la stima condivisa e le capacità specialistiche in dote a ciascun componente sono i punti di forza Business Network International (BNI).
La filosofia BNI, come illustrato dai due dirigenti, Damiano Sanelli e Claudio Messina, che hanno tenuto a battesimo il Capitolo La Pilotta, si basa sull'idea di "Givers Gain" (Dare per Ricevere). Un approccio al mondo del business che lo osserva da un punto di vista diverso: dalla Strategia competitiva alla strategia collaborativa.
Appartenere a un Capitolo BNI (capitolo è il gruppo di lavoro all'interno del quale è ammesso un solo rappresentante per categoria professionale) vuol dire avere decine di rappresentanti motivati a referenziare l'altrui specialità presso i propri diretti stakeholder (dare per ricevere).
Professionisti che referenziano altri professionisti in un sistema di passaparola strutturato, in un processo virtuoso di stima che, con buona probabilità, porta alla realizzazione di contratti, quindi all'aumento di fatturato aziendale o alla qualificazione dei parco clientelare.
Non si dimentichi che obiettivo primario è quello di fare Business, di aumentare il fatturato di ciascuna impresa aderente al gruppo e ai gruppi tra loro in relazione attraverso la piattaforma web di BNI (Bni Connect). Un'opportunità di fare business col mondo "protetta" da una rigida selettività d'ingresso. Non tutti possono fare affari con BNI, ma solo quelli che dimostrano competenze, precisione e puntualità oltre che, più genericamente, serietà.
Nel 2015 - spiegano i Sanelli e Messina - si sono scambiati 60 milioni di euro di affari conclusi.
Sono già 5.200 i membri sparsi in 77 province, mentre nel mondo, sempre riferendosi a dati dello scorso anno, sono 200.000 i membri con una presenza in 66 paesi raggruppati in 7500 capitoli che, complessivamente hanno generato oltre 5 miliardi di fatturato
Nulla però è lasciato al caso bensì i gruppi operano osservando una rigorosa disciplina e applicando il modello ideato dal fondatore, Ivan Misner, che nel 1985, a fronte di una grave perdita di fatturato della propria azienda, trasformò la crisi in nuova opportunità ideando la rete BNI. Rigore e disciplina che si esplicitano, sin dalla domanda di ammissione al gruppo con la sottoscrizione del codice etico, nell'obbligo di partecipazione a tutte le riunioni settimanali (sempre dalle 7,30 alle 9,00 del mattino) organizzate dai diversi capitoli e strutturate con la medesima vincente formula.
Si inizia, spiegano i due dirigenti BNI, con la colazione, che altro non è che un mezzo di libera socializzazione, per passare a 15 minuti di formazione sulle strategie di marketing di referenziale (referral marketing, studiato nelle università americane), per poi passare la parola a ciascun aderente che, in 60 secondi, deve sintetizzare, con la massima efficacia, l'attività svolta e lanciare la richiesta della settimana (cosa cerca). La riunione di lavoro quindi si conclude con lo scambio delle referenze e i "Grazie Affare Concluso" (GAC) attraverso il quale si informano i colleghi degli affari andati a buon fine, per merito di chi, e di quale importo è il lavoro realizzato.
Insomma, un vero e propio lavoro, dove serietà e responsabilità sono i cardini di successo, del singolo e del collettivo.
Comunque, sottolineano i manager BNI, non un lavoro aggiuntivo al proprio ma un nuovo modo di fare business - Changing The Way the World Does Business.
(A seguire in fondo pagina la galleria immagini)
VANTAGGI DI PARTECIPARE AL CAPITOLO BNI:
A) Fatturato
- incremento affari
- modifica target
- vantaggio sulla concorrenza
B) RELAZIONI
- allargare network conoscenze
- fiducia condivisa
- sinergie
- BNI Connect (il gruppo nazionale internet)
C) SQUADRA
- passaparola strutturato
- power team
- conoscenza delle professioni
D) FORMAZIONE
- networking
- comunicazione breve è efficace
- marketing (referenziale ndr)
Quali esigenze per le PMI? I dati dell'Osservatorio Cofiter. I tre principali motivi di sofferenza delle imprese del comparto. Grande prudenza e ridotta propensione agli investimenti.
di Cofiter - Bologna, 9 dicembre 2016
Il 54 per cento delle PMI definisce buona o ottima la propria competitività sul mercato.
Il 46 per cento individua nella mancanza di risorse finanziare il principale ostacolo da superare.
Sono solo alcuni dei dati che emergono dall'Osservatorio Cofiter (Confidi terziario Emilia Romagna) su un campione di oltre 600 imprese, con focus sulle attività dell'Emilia Romagna - 400 - e regioni limitrofe (Piemonte, Lombardia, Veneto) sul 2016 (ricerca effettuata a terzo trimestre ultimato) con prospettive 2017.
Obiettivo, come spiega Marco Amelio Presidente Cofiter, «è comprenderne le vulnerabilità, le aspettative, la fiducia nel mercato, la voglia di sfidarsi o un'eventuale tendenza a sopravvivere».
Quindi lo stato dell'arte tra capacità progettuali e opportunità finanziarie. Tornando ai numeri, l'Osservatorio (fonte Sigma Consulting) rivela che il 58% delle aziende ammette di riuscire a fare fronte al proprio fabbisogno finanziario senza particolari difficoltà, il 36% con fatica e in ritardo. Un 6% non riesce. Le maggiori vulnerabilità si registrano sul fronte entrate.
Tre i motivi di sofferenza: entrate sicure ma tardive (42%); irregolari o imprevedibili (39%); insufficiente livello di fatturato (37%).
La funzione finanziaria è svolta nel 53% dei casi internamente, nel 18% esternamente, nel 29% in forma mista. Il che significa che non vengono implementate funzioni ad hoc, competenze specifiche capaci di intercettare la moltitudine di strumenti esterni. E' l'imprenditore, soprattutto nelle piccole realtà, a occuparsi di 'tutto'. Il 46% nutre fiducia nel sistema bancario, e chiede maggior supporto nelle fasi di crisi, migliori condizioni di accesso al credito, rapidità di erogazione e maggior disponibilità nei progetti di investimento.
Il 29% non esegue alcuna operazione finanziaria, ritenendosi auto sufficiente.
Un dato, questo, che secondo Amelio evidenzia un atteggiamento di prudenza e bassa propensione agli investimenti.
Ne è conferma il fatto l'81% delle realtà interpellate dichiara che per il 2017 non avanzerà richieste di finanziamento. Sul fronte Confidi, il 67 per cento delle imprese li conosce. Ne è tuttavia nota soprattutto la funzione primaria (offrire garanzie) meno quella dei servizi collaterali (dal credito diretto alla consulenza dei business plan), su cui come Cofiter (35 mila imprese e una consolidata collaborazione con le reti Confcommercio e Confesercenti) «stiamo spingendo molto, a conferma di avere intercettato una necessità», rimarca Amelio.
«Abbiamo scelto di interrogarci sul livello di conoscenza, da parte delle stesse PMI, degli strumenti messi in campo in questi anni da tutti i soggetti economici per rilanciare la crescita. Noi - la chiosa - siamo molto soddisfatti di avere realizzato questo Osservatorio, che come Cofiter ci consente di ampliare lo sguardo verso nuovi scenari e quindi verso nuovi servizi da inventare, elaborare, attuare».
Ad Alberto Chiesi la laurea ad honorem in Amministrazione e Direzione Aziendale dall'Università di Parma. La cerimonia in Aula Magna, affollata di autorità, studenti e pubblico. Dall'imprenditore la lectio "Un'industria farmaceutica italiana".
Parma, 26 novembre 2016
Una laurea in Amministrazione e Direzione Aziendale per un grande capitano d'industria. Questo lo spirito di fondo della cerimonia con cui ieri l'Università di Parma ha conferito in Aula Magna la Laurea magistrale honoris causa in Amministrazione e Direzione Aziendale ad Alberto Chiesi, Presidente di Chiesi Farmaceutici, alla presenza di un folto pubblico che ha lungamente applaudito l'imprenditore parmigiano.
"Alberto Chiesi, capitano d'azienda, aperto alla cultura europea e internazionale, attento all'innovazione ma, al contempo, testimone di quanto realizzato con e grazie al proprio territorio, è un imprenditore che ha sempre ricercato un costante miglioramento nei prodotti e nei processi, coniugando una ricorrente attenzione al merito a una prassi che riconosce nell'inclusione e nella solidarietà due ingredienti decisivi per il successo di un'impresa", ha spiegato nella sua introduzione il Rettore Loris Borghi.
La motivazione del conferimento è stata letta da Luca Di Nella, Direttore del Dipartimento di Economia: "Alberto Chiesi ha contribuito in modo significativo allo sviluppo del Gruppo da lui guidato – ha detto - per il rilevante apporto fornito nella definizione di strategie di sviluppo di successo che si sono tradotte in una straordinaria opera di innovazione di prodotto e di processo nel settore farmaceutico, realizzata mediante un costante impegno in tema di sostenibilità ambientale e sociale".
La sua lectio, intitolata "Un'industria farmaceutica italiana", è stata incentrata sulla Chiesi e sui valori che l'hanno sempre contraddistinta: l'attenzione alla qualità, l'importanza delle persone ("le persone sono state, e saranno anche in futuro, la principale risorsa dell'azienda"), l'imprescindibilità del lavoro di squadra ("nessuno fa un'impresa da solo"), il ruolo fondamentale della ricerca. "L'idea che ci ha guidato è stata quella di essere riconosciuti come Azienda farmaceutica internazionale incentrata sulla ricerca, capace di sviluppare e diffondere soluzioni terapeutiche innovative che possano contribuire a migliorare la qualità di vita delle persone", ha spiegato Chiesi, che più avanti ha aggiunto: "Il mio ruolo, in questa storia, credo sia stato quello del più anziano; che sia consistito, soprattutto, nel cercare di intuire e concretare, insieme con gli altri manager, le iniziative, le idee, le proposte per la crescita e l'innovazione. In questo sono stato aiutato al massimo dagli altri membri della mia famiglia".
Tutte le foto a fondo pagina ph. Francesca Bocchia
L'analisi dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia sulle previsioni occupazionali formulate dalle aziende reggiane attraverso la 19^ indagine Excelsior, il sistema informativo per l'occupazione e la formazione di Unioncamere-Ministero del Lavoro.
Reggio Emilia, 24 ottobre 2016
Gli imprenditori reggiani provano a rilanciare l'economia locale inserendo figure professionali con un titolo di studio alto e medio-alto. Nel 2016, infatti, in provincia di Reggio Emilia le assunzioni di figure high skills, cioè dirigenti, specialisti e tecnici, raggiungeranno le 1.490 unità, il 22% del totale delle assunzioni previste (6.740), dato superiore ad una media nazionale che si attesta al 17%. Le assunzioni medium skills saranno invece pari al 34% (2.260 unità). Le restanti 2.990 assunzioni (low skills) previste riguarderanno figure di livello più basso, con una percentuale del 44%.
E' quanto emerge dall'analisi dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia sulle previsioni occupazionali formulate dalle aziende reggiane attraverso la 19^ indagine Excelsior, il sistema informativo per l'occupazione e la formazione di Unioncamere-Ministero del Lavoro.
I titoli di studio maggiormente richiesti riguardano gli indirizzi economico–amministrativo, meccanico-meccatronico ed energia, ingegneria nel suo complesso (con una prevalenza dell'elettronica e di quella industriale), insegnamento e formazione, costruzioni, ambiente e territorio.
Secondo le analisi dell'Ufficio Studi camerale, il 14% delle 6.740 assunzioni programmate nel 2016 in provincia di Reggio Emilia, riguarderà laureati (970 unità), mentre il 45% sarà rivolto a diplomati della scuola secondaria superiore (3.050 unità). I nuovi ingressi di persone in possesso della qualifica professionale si attesteranno al 15% (1.020 unità) e il restante 24% riguarderà figure alle quali non verrà richiesta una formazione scolastica specifica (1.700 unità).
I laureati e i diplomati nel loro insieme detengono quindi il 59% delle assunzioni programmate nella provincia per il 2016, quota superiore di 6 punti sia alla media regionale che a quella nazionale. La quota percentuale di laureati è aumentata, nel reggiano, di 2 punti rispetto all'anno passato e per i diplomati la crescita è addirittura di 8 punti.
Il 12,7% delle figure professionali richieste (860 unità) è considerata dagli imprenditori di difficile reperimento e la percentuale aumenta e raggiunge il 14,7% per le assunzioni nell'industria. Le cause sono da imputare sia al ridotto numero di candidati (6,1%) che all'inadeguatezza degli stessi (6,6%).
Per cercare, almeno in parte, di superare il gap che divide ancora la scuola e il mondo del lavoro, gli imprenditori cercano di fare la propria parte ospitando studenti sia in tirocinio/stage che in alternanza scuola-lavoro. Nel 2015, il 12,9% delle aziende ha accolto i giovani per l'esperienza di alternanza e nel 2016 la percentuale fra chi ha già ospitato o prevede di farlo nel corso dell'anno è salita al 13,4%.
(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)