Provincia di Parma

Provincia di Parma

Provincia di Parma

Sito Ufficiale: http://www.provincia.parma.it/

"Audax Salsomaggiore – Rimini, Rievocazione storica internazionale": la manifestazione si svolgerà sabato 21 e domenica 22 maggio, e rievocherà una famosa gara di regolarità svoltasi negli anni '50. Presentata stamattina in Provincia dal Presidente Fritelli, da Galvani e Cagni dei Vespa Club di Parma e Montecchio gli organizzatori, con il vespista Ormisde Artoni che vi partecipò nel 1958.

Parma, 18 maggio 2016

Sono una novantina le Vespe di tutte le cilindrate e i modelli, anche d'epoca, provenienti da tutta Italia e dall'estero, che parteciperanno nel prossimo week end alla "Audax Salsomaggiore – Rimini, Rievocazione storica internazionale".

La manifestazione sportiva, che ripercorrerà la strada di una famosa gara di regolarità internazionale sulle due ruote svoltasi negli anni '50, è inserita nel calendario storico sportivo del Vespa Club Italia, prevede tre controlli orario e tre controlli timbro lungo il percorso di 320 Km, con una sosta ristoro a circa metà percorso a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena. La partenza è per sabato 21 maggio, alle 7, da Salsomaggiore.

A organizzarla i Vespa Club di Parma e Montecchio (Reggio Emilia) e il Registro Storico Vespa, in collaborazione con i Club di Collecchio, Reggio, Correggio, Castelfranco Emilia, Maranello, San Giovanni in Persiceto, e con il patrocinio della Provincia di Parma, dei Comuni di Salsomaggiore, Rimini e San Polo d'Enza.

L'evento è stato presentato stamattina in Piazza della Pace dal Presidente della Provincia e Sindaco di Salsomaggiore Filippo Fritelli, e dai Presidenti dei Vespa Club di Parma Daniele Galvani e di Montecchio Gabriele Cagni. Era presente anche Ormisde Artoni vespista che nel 1958 di classificò 24° alla Salsomaggiore - Rimini di allora e che parteciperà anche alla partenza della manifestazione sabato mattina, a testimonianza di una passione che il tempo non ha scalfito.

"Ben volentieri patrociniamo questa iniziativa, che collega due punti di eccellenza turistica del territorio emiliano – romagnolo, Salsomaggiore e Rimini. E lo fa con un mezzo di trasporto che è diventato ormai mitico: la Vespa, lo scooter più famoso al mondo, che ha fatto sognare e viaggiare intere generazioni, è diventato in settant'anni un simbolo stesso dell' Italia, della sua creatività e del suo ingegno." ha sottolineato Fritelli, che ha ricordato con nostalgia la Vespa dei suoi sedici anni.

"L'intramontabile scooter della Piaggio, progettato dell'ingegnere aeronautico Corradino D'Ascanio, prodotto in 18 milioni di esemplari dal 1946 ad oggi, è ancora protagonista sulle strade di tutto il mondo, immortale nonostante lo scorrere degli anni – ha affermato Galvani - e anzi la Vespa è amata oggi più di ieri, al punto da essere per i suoi cultori un oggetto da collezionare, restaurare e curare nei minimi dettagli."

"Anche nell'organizzare questa rievocazione storica abbiamo messo lo stesso entusiasmo e la stessa cura, a partire dalle tute bianche che indosseranno i partecipanti, simili a quelle dei Vespisti degli anni '50 – ha spiegato Cagni – E la nostra passione si è dimostrata contagiosa: abbiamo iscrizioni da ogni parte d'Italia, veneti, marchigiani, lombardi, dalla Val Camonica a Torino a Napoli, ma anche dalla Germania e dal Belgio, folta la rappresentanza emiliano – romagnola."

(fonte: ufficio stampa Provincia di Parma)

L'ambito ottimale è quello di tutte e tre le Province emiliane: è stato scritto esplicitamente nell'Accordo quadro approvato dal Consiglio Provinciale di Parma, che segue un analogo pronunciamento del Consiglio di Piacenza. Unanimità dei consensi anche sulle convenzioni per l'assistenza tecnica ai Comuni in materia di difesa del suolo e funghi.

Parma, 17 maggio 2016

E' stato messo nero su bianco: la futura Area vasta emiliana vede come ambito ottimale di realizzazione le Province di Piacenza, Parma e Reggio Emilia. E' quanto si legge nell'incipit dell'Accordo quadro per la gestione associata di funzioni e di servizi nonché per la gestione coordinata di attività approvato in una precedente seduta e modificato ier dal Consiglio Provinciale di Parma, che segue un analogo pronunciamento del Consiglio Provinciale di Piacenza. Oltre a questa precisazione, è stato inserito in premessa che l'Accordo ha carattere sperimentale e sono stati aggiunti alcuni elementi tecnici, come la riduzione del personale dirigente dei due enti. Il testo è stato approvato all'unanimità.

La seduta si era aperta con un'interrogazione di Conti circa l'ipotesi della chiusura della "guardia medica" da mezzanotte alle 8 del mattino, che scaricherebbe l'assistenza notturna sul 118, e secondo lui avrebbe conseguenze gravi soprattutto per i piccoli centri, con altri costi umani, sociali ed economici. Conti ha chiesto che vengano segnalati questi pericoli alla Direzione generale Ausl e ai Comitati di Distretto. Il presidente Fritelli si è riservato un approfondimento in sede di Ctss (la Conferenza territoriale Socio Sanitaria, di cui la Provincia fa parte), coi Direttori delle Aziende sanitarie e i Comitati di Distretto.

Cantoni è poi intervenuto sulla situazione dell'Ente: "Il dimezzamento del personale rende più difficile dare risposte ai Comuni che si riferivano alla Provincia per numerose questioni; a questo si aggiunge che la Regione ora demanda direttamente ai Comuni alcune materie, come i Piani di Sviluppo rurale, a cui spesso non sono grado di far fronte per mancanza di esperienza e di personale. E non c'è certezza sulla definizione delle deleghe regionali e su quello che avverrà alla fine del percorso di riordino istituzionale. Occorre capire come la Provincia possa riuscire a supportare i Comuni, soprattutto i più piccoli, in questi ultimi sei mesi di mandato provinciale."
Il Presidente Fritelli rileva che la Regione, che è diventata soggetto gestore diretto per alcune materie, riesce con più fatica ad essere incisiva sul territorio. Ringrazia il personale della Provincia "che sta mettendo tutte le proprie risorse per sopperire alle carenze di risorse e normative, fornendo un aiuto straordinario; diversamente i servizi al territorio si sarebbero bloccati. "
Bianchi aggiunge che al riordino territoriale devono collaborare anche i Comuni, che dovrebbero lavorare di più insieme: "Se tutto cambia, deve cambiare anche la loro organizzazione; la Provincia non è più quella di prima e bisogna farci i conti."

Le due delibere successive, entrambe approvate all'unanimità hanno riguardato proprio il supporto della Provincia ai Comuni.
Il primo è stato lo schema di accordo tra la Provincia di Parma e l'Unione Montana Appennino Parma Est per la collaborazione e l'assistenza tecnica in materia di tutela e valorizzazione del territorio, vincolo idrogeologico e difesa del suolo, illustrata dal dott. Ruffini. Si tratta di temi complessi, che le piccole realtà come i Comuni di montagna faticherebbero a fronteggiare, e che la Provincia invece tratta con successo da anni; l'accordo prevede un contributo a favore della Provincia.
Quindi è stata approvato all'unanimità lo schema di Convenzione tra la Provincia di Parma ed i Comuni di Busseto, Collecchio, Colorno, Felino, Fidenza, Fontanellato, Fontevivo, Mezzani, Montechiarugolo, Noceto, Parma, Polesine-Zibello, Roccabianca, Sala Baganza, Salsomaggiore Terme, San Secondo, Sissa-Trecasali, Soragna, Sorbolo, Torrile, Traversetolo per la gestione della raccolta dei funghi epigei, relatore Cantoni. "Da aprile a giugno è il periodo dei prugnoli e di tanti altri funghi, che si raccolgono anche in pianura – ha spiegato Cantoni - La normativa prevede l'obbligo dei tesserini per chi li raccoglie e la Regione ha demandato la pratica ai Comuni; ora i Comuni della Bassa possono convenzionarsi con la Provincia, che si è sempre occupata della materia."

Approvata a pieno voti anche la delibera sulle controdeduzioni alle riserve e alle osservazioni sulla Variante specifica di aggiornamento della cartografia del Dissesto del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) della Provincia di Parma, anche questa illustrata da Ruffini.
Si è trattato di un passaggio tecnico, il penultimo, dopo che la Regione aveva espresso pieno apprezzamento del lavoro svolto dalla Provincia e non aveva fatto osservazioni, e dopo che si sono valutate le due osservazioni giunte dai Comuni; ora la palla passa all'Assemblea Regionale e all'Autorità di Bacino.

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Parma)

Presentati in Provincia tutti i dati del Parmense relativi al 2015 dal Delegato alla Statistica Vescovi, col Prefetto Forlani. Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte dei giovani tra i 15 e i 25 anni e dei maschi fino a 44 anni. 

Parma, 6 maggio 2015

Nel Parmense nel 2015 si sono verificati 1.501 incidenti stradali (considerando solo quelli che hanno provocato morti e feriti), dato sostanzialmente stabile, con 7 incidenti in più rispetto all'anno precedente; hanno determinato 2.000 feriti (minimo storico) e 32 decessi (4 in più del 2014).
Rispetto all'anno 2000 le vittime della strada sono diminuite del 56,2%.
E questo è avvenuto in presenza di un continuo aumento di mezzi circolanti, in particolare di motocicli (+78%), che sono tra i mezzi maggiormente coinvolti negli incidenti stradali, ma anche degli altri (+15%).
Questi e molti altri dati sono stati illustrati ieri in Piazza della Pace da Gian Marco Baroni dell'Ufficio Statistica della Provincia, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il Delegato provinciale alla Statistica Maurizio Vescovi e il Prefetto di Parma Giuseppe Forlani, presenti i rappresentanti di Comando provinciale dei Carabinieri, Polizia stradale, Polizia provinciale, Polizie municipali dei Comuni del territorio, Aci e autoscuole.

"Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte dei giovani tra i 15 e i 25 anni e dei maschi fino a 44 anni – ha sottolineato il Delegato Vescovi – I costi sociali e la grande sofferenza che provocano ci spronano ad un sempre maggiore impegno per ridurli, sia con l'attenzione allo stato delle infrastrutture, sia con l'educazione stradale, sia con la repressione dei comportamenti scorretti."

"Le informazioni sono importanti, ma dobbiamo anche modificare i comportamenti: per evitare gli incidenti stradali occorre essere attenti, consapevoli e responsabili – ha affermato il Prefetto Forlani – La prudenza è essenziale, occorre sempre adeguare la condotta alle circostanze, senza distrazioni e senza affidarsi troppo alla presunzione, ad esempio, di avere la precedenza, e questo vale in primis per pedoni e ciclisti, che sono maggiormente a rischio."

TUTTI GLI ALTRI DATI

Dal 2015 per la prima volta l'Istat ha considerato la classificazione della gravità delle lesioni per incidente stradale, a partire dalle informazioni presenti sulle Schede di Dimissione Ospedaliera, seguendo le indicazioni della Commissione Europea, e per il Parmense si stima che nel 2015 a fronte di 32 morti vi siano stati circa 109 feriti gravi.

Di grande interesse anche l'analisi per utente della strada, con la distinzione del tipo di veicolo e del ruolo di pedone: nel Parmense tra il 2011 e il 2015 il numero più alto di decessi (94) si è registrato tra conducenti e passeggeri di autovetture e mezzi pesanti; seguono motociclisti (32), ciclisti (19), pedoni (16), ciclomotori (3).
Gli indici di mortalità e lesività per categoria di utente della strada mostrano però come gli utenti più vulnerabili siano esposti a rischi più elevati rispetto agli utilizzatori di altre modalità di trasporto per l'assenza di protezioni esterne, come l'abitacolo di un veicolo. L'indice di mortalità per motociclisti e ciclisti è ben quattro volte superiore rispetto a quello degli occupanti di autovetture (categoria di riferimento), quello per i pedoni è più che doppio. L'indice di lesività è invece doppio per pedoni e utenti delle due ruote a motore rispetto a quello degli occupanti di autovetture.

Molto significativo anche l'indicatore del "costo sociale", calcolato dal Ministero dei Trasporti, che quantifica le varie conseguenze dirette o indirette che derivano dall'incidente, che comprende i costi umani (ad es. i danni morali ai superstiti delle persone decedute e i danni biologici), quelli sanitari, la perdita della capacità produttiva, i danni materiali e gli altri costi (ad es. quelli amministrativi e assicurativi).
Il costo sociale per l'Italia nel 2014 è stato di oltre 17,5 miliardi di euro.
Il costo sociale su tutte le strade parmensi, escluse le autostrade, registra nel 2015 una diminuzione del 3,8% rispetto al 2014, mentre rispetto al 2005 la diminuzione è del 26,4%.
Nel 2015, rispetto al 2005, abbiamo risparmiato circa 46 milioni di euro.

Il giovedì è il giorno della settimana in cui si concentra il maggior numero di incidenti (264, pari al 17,6% del totale) e di feriti (342, pari al 17,1%). Il sabato presenta invece la frequenza più elevata, in termini assoluti, per i decessi (8, pari al 25% del totale), seguita dal giovedì (7 morti). L'indice di mortalità più elevato è infatti al sabato (3,6 morti ogni 100 incidenti), seguito dal giovedì (3,0).

Durante l'arco della giornata un primo picco del numero di incidenti e feriti si registra alle 8 del mattino, un secondo alle 12 ed un terzo, quello nettamente più alto, alle 17. Per quanto riguarda le vittime la frequenza più elevata si registra tra le 8 e le 9 del mattino. L'indice di mortalità più elevato è tra le 23 e le 5 del mattino (5 persone perdono la vita ogni 100 incidenti).

Nel periodo 2010-2015 tra le 200 persone morte in provincia di Parma per incidenti stradali, solo il 20% erano donne.
L'analisi per classe di età del numero di morti ogni 100 mila di abitanti mostra lo svantaggio di giovani e anziani.

Analizzando le varie tipologie di strada, si nota che i sinistri si verificano prevalentemente sulle urbane (68%), ma i decessi vengono registrati per il 56% sulle extraurbane (provinciali e statali), strade in cui, presumibilmente, gli utenti tengono velocità più sostenute.
L'indice di mortalità continua quindi ad essere piuttosto elevato sulle strade extraurbane, 4,8 decessi ogni 100 incidenti, mentre si attesta a 0,8 sulle strade urbane. Il valore più alto, però, riguarda le autostrade: 5,8. In netta crescita rispetto al 2014 quando si fermava a 1.

L'analisi per comune, e escludendo i dati delle autostrade, evidenzia che le zone con una maggiore densità di incidenti sono quelle del capoluogo e di buona parte della cintura, e anche quelle attraversate da importanti arterie di traffico come la via Emilia, la SS della Cisa e la SP Massese.

Confrontando la nostra con le altre province dell'Emilia-Romagna sull'indicatore del numero di incidenti/100.000 abitanti, infine, il nostro territorio si posiziona abbastanza bene, al terzo posto subito dopo le province di Ravenna e Ferrara.

(Fonte: Provincia di Parma - Ufficio stampa)