I presidenti delle associazioni Parma Futura Pablo e Parma Nuovo Futuro hanno presentato un esposto al “Dipartimento per le opere pubbliche, le politiche abitative e urbane, le infrastrutture idriche e le risorse umane e strumentali”, al “Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici” e “Al Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici” riguardante lo stato di abbandono, degrado e omessa fruizione verso la collettività del Ponte Nord di Parma.
LE MOTIVAZIONI- A distanza di 10 anni dall'insediamento dell’amministrazione Pizzarotti e di un anno e mezzo dall'evento pubblico organizzato dal Comune di Parma nel quale il Sindaco ha comunicato che il Ponte sarebbe stato messo in funzione per ospitare gli uffici dell’Autorità Distrettuale del fiume Po (30 ottobre 2020), il Ponte Nord è ancora inutilizzato, sottratto alla libera fruizione della città e della sua popolazione, non usufruibile per l’ uso pubblico per cui è stato autorizzato, diventando terra di nessuno.
LE ORIGINI - Il Ponte Nord a Parma è stato finanziato dallo Stato e approvato dal Parlamento nell'ambito delle opere connesse all'insediamento dell'EFSA. Il finanziamento era stato ottenuto dall'allora Amministrazione di Parma con Sindaco Ubaldi, prevedendo di realizzare un Museo sul Design del Food (Parma Food Design Center) sulla base di uno studio fatto dalla Triennale di Milano. Il progetto è poi proseguito, seppur ridimensionato dall’amministrazione successiva del Sindaco Vignali. Il Ponte è stato inaugurato a novembre 2012 dall’Amministrazione Pizzarotti.
I FATTI - Lo spazio coperto del Ponte, dopo un’inerzia dell’amministrazione stessa durata 7 anni, è stato autorizzato dall’ emendamento del Senatore Campari approvato dal Parlamento col Decreto 18 aprile 2019 n. 32. In seguito a questi provvedimenti Legislativi, Il Ponte Nord è divenuto il terzo Ponte abitato in Italia dopo Ponte Vecchio di Firenze e il Ponte di Rialto di Venezia, con autorizzazione all'utilizzo permanente, mediante l'insediamento di attività di interesse collettivo.
Da allora si sono succeduti una serie interminabile di ritardi dell’amministrazione Pizzarotti.
Nell’ottobre del 2020, l’ex Consigliere Comunale di Parma Luigi Derlindati ha presentato un esposto alla Procura per danno erariale contro il Sindaco Pizzarotti. Motivazione, la mancata messa a disposizione e fruibilità della struttura pubblica, nonostante l'autorizzazione rilasciata per l'uso della parte coperta del Ponte. Con evidente precipitazione, il 30 ottobre 2020, è seguito il summit istituzionale citato precedentemente. Nei giorni scorsi (2022) c’è stato il via libera da parte della Corte dei Conti.
VOLONTARIETÀ DELLA CONDOTTA DELL’ AMMINISTRAZIONE PIZZAROTTI - L’amministrazione Pizzarotti è pienamente consapevole che si tratta di un’ opera pubblica finanziata dallo Stato, approvata fin dall’origine dal Parlamento e rientrante nelle opere inserite dal Ministero delle Infrastrutture nella legge per le opere connesse all’insediamento dell’EFSA, grazie al lavoro dell’allora Ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, all’epoca coadiuvato dal suo consigliere Giovanni Bernini.
Il Sindaco Pizzarotti, anche per il rilievo e la immediatezza delle relazioni con il Ministero competente, avrebbe potuto e dovuto far conseguire alla Città l'autorizzazione all'uso del Ponte Nord almeno 7 anni prima, chiedendo che venisse autorizzato ciò che era autorizzabile già allora. Ciò si è verificato in seguito con l’emendamento di un Senatore della nostra città.
Il sospetto è che l’amministrazione Pizzarotti, responsabile dell'evidente omesso utilizzo e quindi spreco del bene pubblico finanziato dallo Stato, intenda sottrarsi alle sue mancanze, riproponendo la teoria delle “macerie” lasciate dalle Amministrazioni precedenti, che al contrario, quell'opera l'hanno realizzata. È ormai chiaro che si tratta di una condotta messa in atto non in vista dell'interesse pubblico della città ma per calcolo e strumentalizzazione politica. L’amministrazione Pizzarotti aveva dichiarato nel 2016, durante una cena dentro al ponte, che “il ponte a nord non sarebbe rimasto inutilizzato e abbondonato al degrado”. Dopo sei anni, ancora nulla: le “macerie” sono da attribuire all’amministrazione attuale.
CONCLUSIONE E RICHIESTE - In tutti questi anni la Città di Parma è stata privata di un bene finanziato dallo Stato. Inoltre il Ponte Nord è rimasto abbandonato a se stesso, in uno stato di grave degrado, sede di bivacco e di spaccio.
L’esposto si conclude con la richiesta che la struttura coperta del ponte venga messa al più presto a disposizione dei cittadini attraverso la realizzazione di uno spazio museale che può essere dedicato o al tema dell’Acqua (come proposto dall’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po) o a quello dell’alimentazione (realizzando il “Parma Food Design Center” sulla base del progetto realizzato dalla Triennale di Milano).
A seguito delle infondate accuse sul Ponte Nord mosse a Pietro Vignali da parte di Effetto Parma, le associazioni “Parma Futura Pablo” e “Impegno sociale per il San Leonardo e Cortile San Martino” ritengono giusto fare alcune precisazioni per rendere l’amministrazione comunale – evidentemente disinformata sull’argomento – al corrente dello stato dei fatti.
“Troviamo molto surreale che il Sindaco della città e il partito che rappresenta non sappiano che il Ponte Nord è stato finanziato e approvato dalla Giunta di Elvio Ubaldi durante il mandato 2002-2007 e non da quella successiva di Pietro Vignali. L’amministrazione avrebbe tutta la documentazione per chiarirsi le idee in merito, ma preferisce invece utilizzare i canali di partito per attaccare un cittadino con affermazioni sguaiate e inesatte.
Inoltre, risulta ancora più surreale il fatto che proprio il Ponte Nord, ad oggi, non sia ancora funzionante e anzi sia divenuto luogo di degrado e inciviltà, trasformato nella dimora di clochard e senza tetto, che ne hanno fatto il proprio luogo di accampamento sotto lo sguardo indifferente delle istituzioni. Ci riferiamo in particolare alla parte coperta del Ponte Nord, il cui utilizzo è stato già approvato dal Parlamento grazie ad un emendamento al decreto Sblocca Cantieri presentato dal senatore Campari della Lega. Nonostante questo, il Comune non è stato in grado di metterla in funzione in tutti questi anni, dimostrando il proprio completo disinteresse per un infrastruttura su cui oggi pretende di dare lezioni.
Per questi motivi le associazioni auspicano un deciso cambio di passo da parte della prossima amministrazione che – chiunque la rappresenti – dovrà rimettere al centro della propria azione la sicurezza e il decoro urbano per risollevare i nostri quartieri dallo stato di totale abbandono in cui sono stati ridotti in questi dieci anni”
Antonio Balzani, presidente “Parma Futura Pablo”
Giorgia Cocconcelli, presidente “Impegno sociale per il San Leonardo e Cortile San Martino”
Il vertice tra Ministero dell’Ambiente, Autorità Distrettuale del Fiume Po, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Parma e Comune di Parma ha concretizzato la strategia per la rifunzionalizzazione della struttura
Campari (Lega) dal convegno "Opere Utili" di Legambiente a Parma ha parlato delle infrastrutture del Territorio.
Parma 25 novembre 2018 - "Il Ponte di Casalmaggiore è un problema serio per il territorio: la Provincia conta di finire i lavori entro l'autunno dell'anno prossimo, speriamo, ma ormai il danno è fatto. Si tratta di un restauro che durerà al massimo 10 anni, poi saremo da capo: il Governo sta provando con legge di bilancio già da quest'anno ad accantonare le risorse per iniziare a mettere di fianco un ponte nuovo, almeno la progettazione e l'inizio dei lavori, Se non sarà quest'anno, sarà il prossimo", lo ha detto il senatore parmigiano della Lega Maurizio Campari, vicepresidente della Commissione Lavori pubblici del Senato al Convegno "Opere Utili" organizzato da Legambiente a Parma in cui ha spiegato il punto di vista suo e del Governo su diverse opere cruciali del nostro territorio.
Il senatore leghista ha parlato anche del ponte di Ragazzola, della Ti-Bre e della Pontremolese: "chi ha programmato l'opera ha previsto la fine dei lavori per il 2019, non certo una priorità: Parma non è mai stata una priorità per la regione".
Venendo alla città, Campari ha parlato anche del Ponte Nord: "stiamo lavorando per farlo diventare il terzo ponte abitabile in Italia. E' un'opera che non avrei fatto, ma che c'è e per cui sono stati spesi soldi pubblici, dei cittadini. Non è abusivo, ma non è al momento utilizzabile: stiamo individuando una soluzione per recuperarlo e restituirlo alla città".
"Parma è senza aeroporto e senza Alta velocità pur avendo un tessuto imprenditoriale di primo piano e una vocazione turistica anche agroalimentare che andrebbero valorizzati. Stiamo lavorando perché le Ferrovie rispettino il contratto che prevede 4 convogli in entrata e in uscita al giorno in Stazione", ha aggiunto Campari.
Infine Campari parlando di priorità del Governo ha spiegato che "crollano i ponti, i cavalcavia, l'intero sistema viabilistico e quello idraulico sono in grande emergenza: la prima grande opera da fare in Italia oggi è mettere in sicurezza le opere esistenti".
Tutti convergono sulla necessità di procedere al completamento dell’opera. Per Marchetti è un’opera d’arte e come tale deve essere utilizzata.
di LGC - Parma 29 marzo 2014 --
Cecilia Zanacca, introducendo i lavori della terza tavola rotonda organizzata, questa mattina, da Civiltà Parmigiana, anticipa che già una quarta è in via di programmazione e sarà il seguito di quella dedicata al Centro Antico e alla viabilità. Segno che gli obiettivi primari sono stati raggiunti dal movimento: stimolare il dibattito pubblico per indirizzare le energie verso soluzioni condivise e soprattutto realizzabili.
La sottolineatura di Carlo Ferrari, deus ex machina delle tavole rotonde, è oltremodo significativa: “Vorrei che si sancisse la pace fra tutti” perché facile è la critica molto più difficile la realizzazione dei progetti.
All’architetto Flavio Franceschi il compito di inquadrare il problema del “Ponte Nord” e anticipare alcune delle idee che potrebbero prendere forma per superare l’impasse attuale.
“E’ una tradizione europea quella dei ponti abitati. Una tradizione nella quale Parma è entrata”. Al riguardo l’architetto ricorda gli splendidi e noti esempi di Venezia (ponte di Rialto) e di Firenze (Ponte Vecchio) ma anche quello, molto meno noto ma altrettanto splendido, di Mantova frutto del genio architettonico di Giulio Romano. Parma, quindi, secondo Franceschi già presidente dell’Ente Fiere all’epoca in cui venne lanciata la Fiera dell’Agroalimentare Cibus, attraverso il Ponte ha una occasione per riprendere la centralità sull’agroalimentare e cogliere, seppure in ritardo, l’occasione offerta da EXPO2015 di riavviare progetti in tal senso.
Per il relatore, molte possono essere le destinazioni e gli utilizzi dei 6.000 metri quadrati come ad esempio una “fiera permanente dedicata all’agroalimentare” con una estensione a tutte le tradizioni europee. Potrebbe diventare un luogo di promozione per ALMA o per l’Università ma, prosegue Franceschi “mi spingo oltre, il Ponte Nord, potrebbe diventare anche il motore di un Turismo che vada oltre Parma e i soliti circuiti di Roma, Firenze e Venezia. Pensiamo alle suggestioni delle corti padane e a quel gioiello straordinario di Mantova”. Affinché si possano realizzare progetti di questa portata “c’è necessità di un motore, di qualcuno che si faccia promotore del coordinamento” e il più indicato ad assumere il ruolo sarebbe, secondo Franceschi, il sindaco di Parma.
Le organizzazioni professionali del commercio, rappresentate da Luca Vedrini e Claudio Franchini, convergono sulla utilità di procedere al completamento dell’opera e sono in perfetta sintonia nell’esprimere il No assoluto sulla destinazione commerciale. Per Vedrini di Confesercenti già ci sono “troppi mercatini”. Una proposta potrebbe essere quella di valorizzare le iniziative di “start up”, a costo quasi zero, nei locali del Ponte Nord al fine di dare un’opportunità di confronto con il mercato a queste giovani imprese per valutare l’apprezzamento dell’iniziativa artigianale. Vedrini conclude sottolineando la necessità di collegare tutti i punti nevralgici. “Si cominci a parlare di collegamenti, abbiamo tutto scollegato e il Ponte a Nord dovrà essere collegato con tutto”.
In linea con Vedrini anche Claudio Franchini di Ascom, “l’investimento è stato fatto e occorre valorizzarlo. Bisogna trovare una soluzione che non duplichi qualcosa di esistente. Sono ancor più drastico di Luca; non metterei nulla destinato alla vendita perché il luogo per questo è il centro storico.” Per il rappresentate ascom gli spazi del ponte potrebbero essere destinati a tutte le grandi imprese di produzione e commercializzazione europee. Uno spazio “vetrina” dei Brand che ben si armonizza con il forte “segno di modernità” espresso dal manufatto. “Bisogna investire, conclude Franchini, in progetti di alto livello”.
“Bisogna evitare che il Ponte Nord e ancor più il Palazzo del Governatore diventino una grande bottega. Sono opere d’arte e come tale devono essere utilizzate”. Questa la prima riflessione di Giuseppe Marchetti il quale insiste sull’uso che va riservato alle strutture e che deve essere consono all’opera. Un esempio negativo è l’avere destinato gli spazi che erano della legione dei carabinieri all’Efsa. “ I carabinieri lo avevano reso degno e visitabile. questa Efsa non ho mai capito bene cosa sia”. Tornando a focalizzare l’attenzione al Ponte Nord, lo studioso suggerisce di farlo “diventare un organismo a sé.” Un’attrazione, quindi, che si sommi alle altre per offrire un’occasione nuova ai flussi turistici. “Questo strano ponte, conclude Marchetti, dobbiamo trasformarlo in modo che trasporti la città nella modernità”
L’ultimo intervento in programma, prima del dibattito, è riservato al rappresentante delle strade dei sapori dell’Emilia Romagna, Mario Schianchi.
“Questo ponte c’è e il pragmatismo che mi deriva dall’essere contadino mi dice che deve essere valorizzato”. Per Schianchi sono state perse molte opportunità soprattutto in relazione all’esposizione mondiale di Milano del 2015. Tutte le città hanno programmato qualcosa di utile, a Bologna è andata la “Città del Cibo” e Rimini ad esempio, è riuscita a ottenere la fermata dell’alta velocità. “Rischiamo di essere saltati dal flusso turistico. In un’ora da Milano i visitatori potranno andare a Rimini.” “Questa città, sentenzia Mario Schianchi, è meglio che rifletta e poi ricominci a camminare”.
Diversi gli interventi da parte del pubblico tutti orientati a suggerire idee atte a valorizzare la città. Tra questi l’ex vice sindaco Paolo Buzzi il quale ha tenuto a smentire le falsità sull'argomento poi diventate luoghi comune. Innanzitutto il costo. 23,9 milioni di euro è costato e non il balletto di cifre che è stato diffuso e sopratutto nulla è andato a carico del contribuente parmense. Infine smentisce anche che non vi fosse un progetto. Anzi, ricorda Buzzi, erano stati intrapresi rapporti per un collegamento alla Triennale di Milano per una esposizione permanente sulla moda mentre, nell’originario progetto, la parte agroalimentare sarebbe stata accolta nell’area dell’ex scalo merci. “Nel 2010, chiosa Buzzi, avevamo realizzato un protocollo con il sindaco Letizia Moratti. C’era un progetto che a quanto pare è stato buttato alle ortiche”.
Per Civiltà Parmigiana, quindi, obiettivo centrato. Portare a discussione costruttiva argomenti spinosi con lo scopo di trovare, pur nelle differenze delle parti coinvolte, punti di condivisione sui quali fare leva per intraprendere dei percorsi che conducano alla migliore soluzione per il bene comune e non per soddisfare interessi di parte.
Cecilia Zanacca, coordinatrice del movimento civico, ringraziando gli intervenuti lascia intendere che ci sarà un seguito anche su quest'argomento.
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