Domenica, 25 Agosto 2024 06:14

"Lavoro migrante": Vittorio Torrembini In evidenza

Scritto da Francesca Dallatana
Aleksandr Ozerski Aleksandr Ozerski

Realpolitik emiliana. Russian insight

Di Francesca Dallatana Parma, 25 agosto 2024 -

Aura di Russia contemporanea, 5G. La Santa Madre Russia delle città è collegata così con il mondo: con la quinta generazione della tecnologia wireless. Città e periferie: questa è la Russia di oggi, con poche eccezioni.  Altro che un telefono imbullonato a un palo e la fila di persone in attesa di cornetta e comunicazione. Vittorio Torrembini indossa una giacca last fashion in tela di jeans sul bianco luminoso della camicia. A Fidenza è di casa. E’ originario di Castelnuovo Fogliani, provincia di Piacenza. Dove ritorna di frequente da decenni a questa parte. Da quando Mosca è diventata la sua città. Quella dove si piange inginocchiati sulla terra quando la si ritrova.

Torrembini1.jpgConsole onorario.  

E’ un cittadino italiano: “Io sono italiano. Non vedo la necessità di avere un passaporto russo”, sottolinea. Ha votato in occasione delle ultime elezioni politiche. Un italiano in Russia “con le sembianze di un cancelliere tedesco”. Battuta pronta ed essenziale, occhio di un azzurro freddo e forbito quanto l’eloquio. Console onorario dal 2011 delle Regioni russe Lipetsk, Voronesh e Tambov. A duecentoventidue chilometri da Kursk, dove gli ucraini hanno sferrato un pugno militare a una delle periferie dell’Impero di Putin, poco più di una settimana fa. Che cosa significa essere un console onorario? “Significa essere un punto di riferimento per gli italiani presenti in Russia, intessere rapporti con associazioni, con l’amministrazione pubblica, con aziende e persone. Compito del console è di aiutare i connazionali presenti in Russia. Ad oggi sono seicento le persone che percepiscono una pensione italiana in Russia. Non sono qui per motivi fiscali, come accade in Portogallo oppure in Tunisia, dove si va per le agevolazioni. La motivazione è legata soprattutto alla presenza della famiglia. Negli anni duemila la Russia ha vissuto un boom di investimenti e sono iniziate diverse attività imprenditoriali provenienti dall’Italia. Prima fra tutte Indesit, a Lipetsk. Dopo, sono arrivate altre aziende. Tutte supportate dalle consulenze del sottoscritto. Molti tecnici di quelle aziende sono rimasti. Per questo motivo l’ambasciatore di allora ha deciso di istituire un consolato onorario.” Un ruolo di raccordo organizzativo e di supporto tra Italia e Russia, tra cittadini e organizzazioni presenti sul territorio. Da chi l’investitura del consolato onorario? “L’ambasciatore propone alla Farnesina. Poi il Presidente della Repubblica emette un decreto e lo propone alle autorità russe. A firmare il decreto è stato Giorgio Napolitano. A dare l’exequatur, cioè l’autorizzazione, è stato Lavrov, allora Ministro degli Esteri.” Un console onorario è un osservato speciale? “Niente fantasie da romanzo giallo! Ho un curatore russo dei servizi di sicurezza. E’ una forma di tutela di servizio. E’ un addetto del Ministero degli Interni russo che funge da facilitatore per le pratiche che dobbiamo supportare. E ce ne sono diverse. Ad esempio: i minori contesi.

Operazione speciale, quindi guerra: vita di Russia.

Ritorniamo all’affondo ucraino a Kursk. “Kursk è spostato più a nord rispetto alle terre nere, che si chiamano così per il colore della terra molto fertile e nera per la presenza di carbonio. Kursk è vicino a Sumy. Probabilmente gli esperti della Nato hanno scelto la zona più debole. I servizi di sicurezza russa hanno fallito. Non avere previsto l’incursione è una falla nel loro meccanismo di intelligence. L’operazione aveva come scopo di interrompere le trattative in corso. Il partito della guerra non vuole che si arrivi a un compromesso e a una trattativa.” L’intervista scivola via dal tracciato. La Russia è il Paese che ha innescato l’operazione speciale diventata guerra. A Mosca e nella provincia russa come si vive oggi, con la guerra in corso? “A Mosca la vita scorre tranquillamente. Non c’è un clima di guerra. All’inizio, nel Febbraio del 2022 c’è stato un momento di grande apprensione. Allora come adesso un notevole bombardamento di informazioni con toni propagandistici. Grandi cambiamenti nella vita comune non ci sono stati. Dalla provincia continuano a farsi avanti i volontari per le azioni militari. In diverse Regioni della Russia lo stipendio medio mensile è intorno ai venticinque o trentamila rubli, cioè duecentocinquanta, trecento euro al mese. Il costo della vita rispetto all’Europa è diverso, più basso. Lo stipendio più basso di un volontario militare è di circa duemila e duecento euro. I volontari hanno una serie di esenzioni e di agevolazioni. Da un anno a questa parte il sentimento di difesa della Patria sta superando il dato venale. E si fanno avanti diverse persone anche dalle grandi città, non solo dalla remota provincia russa.”

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(Samara)

Libertà di dire.

Quanto è libero Vittorio Torrembini di esprimere le proprie opinioni in Russia nel 2024? “In Russia sono molto libero rispetto all’Italia. Un console onorario fa parte della squadra del Governo italiano. Nell’esercizio delle funzioni rappresento il Governo. Devo modulare la comunicazione. Ovviamente la libertà di pensiero rimane. Vorrei ricordare la barzelletta sull’incontro tra Reagan e Gorbachev. Reagan dice a Gorbachev: chiunque può venire davanti alla Casa Bianca e dire: abbasso Reagan! E in Russia? - chiede il Presidente americano al russo. Che risponde: anche da noi, chiunque può venire sulla Piazza Rossa a dire: abbasso Reagan. Barzellette a parte, in Russia c’è la possibilità di criticare in modo costruttivo. Non mi riferisco solo alla società civile ma anche al rapporto con le autorità. L’importante è farlo in modo razionale. In Occidente oggi dire che bisogna trattare è diventata eresia. Che si debba trattare lo hanno dichiarato Crosetto e Del Rio. Questa è una posizione razionale. Ma non sembra interessare il partito della guerra.”

La stampa italiana e la stampa russa: come hanno affrontato l’operazione speciale diventata guerra. Come l’hanno raccontata e come la stanno seguendo? “Propaganda e propaganda. Una narrazione schematizzata in categorie rigide e raccontata per slogan: invasori e invasi, invasori contro invasi. Abbiamo dimenticato gli otto anni precedenti: è del 2014 il fallito putsch ucraino; la verità sugli accordi di Minsk, resa pubblica da Hollande e da Merkel che hanno dichiarato di avere preso tempo. La stampa in generale ha visto solo la patina superficiale dei fatti. In otto anni Putin ha cercato di trovare punti di accordo per trattare. L’Occidente ha sempre risposto sbattendo la porta. Questo non giustifica la guerra. L’operazione speciale del Febbraio 2022 è stata la conseguenza di un errore di valutazione. L’idea iniziale è stata che muovendo una decina di divisioni russe il gruppo dirigente di Kiev si sarebbe piegato e sarebbe cominciata la trattativa. A fine marzo 2024 sembrava che le fazioni avessero raggiunto un accordo, smentito poi da Boris Johnson e dalle azioni conseguenti di riarmo della parte ucraina. L’idea che mi sono fatto è che la situazione generale, cristallizzata negli anni precedenti al 2022, sia stata una grande trappola per indurre i russi all’azione militare.”

La fuga verso la salvezza: 24 Febbraio 2022.

Nel 2022 l’Italia ha accolto ondate di profughi ucraini ai quali ha destinato un trattamento di favore rispetto ai richiedenti asilo provenienti da altri Paesi. La Russia ha vissuto lo stesso fenomeno con i russi presenti al confine? “La Russia ha concesso i passaporti e ha agevolato i percorsi di inclusione e di reinserimento per quanto possibile. Certo non è facile e non è immediatamente possibile garantire la casa a tutte le persone in fuga della guerra. Ma credo sia un’area di miglioramento o criticità, la si chiami come si vuole, comune a tutti i Paesi che si sono fatti carico dell’accoglienza.

Nazionalizzazioni versus sanzioni.

Guerra, sanzioni inflitte ai russi e aziende. Una nota del console onorario sulle nazionalizzazioni delle aziende italiane. “La così detta nazionalizzazione è una risposta alle sanzioni dell’Europa inflitte alla Russia da parte dell’Europa. Si tratta di un’amministrazione controllata. Alla Ariston i russi hanno lasciato intatto il gruppo dirigente. Alla Bosch, invece, l’amministrazione controllata ha garantito la continuità del lavoro perché la dirigenza non era coperta: i manager se ne erano andati.” La verità si manifesta a tratti, scriveva Umberto Eco. In questo caso sembra essere stata travisata. “L’approccio manicheo dell’informazione non è produttivo. E’ cattiva informazione, non funzionale alla conoscenza del mondo e delle cose.”

 

Il lavoratore migrante.

Dopo la deviazione dettata dai fatti dell’ultimo biennio, facciamo qualche scatto al lavoratore migrante Vittorio Torrembini. “Sono un ex funzionario del Pci, partito comunista italiano, federazione di Piacenza. Fra i pochissimi ad avere cercato e trovato un lavoro in autonomia senza l’aiuto del partito. Ne sono fiero. Commerciale alla Tecnolegno-Delmac dal 1989 fino al 2000. Quando comincia la mia esperienza russa. All’epoca non parlavo la lingua ma l’ho studiata e l’ho imparata. Negli anni Novanta comincia la prima avventura emiliana in Russia: nel 1993 il dottore Giuffredi di Parmalat incontra una delegazione del Municipio di San Pietroburgo per la trattativa di acquisizione di PetMol da parte di Parmalat. PetMol: significa Petersburg Moloko, cioè San Pietroburgo latte. Nel gruppo dei negoziatori russi anche Vladimir Putin da poco rientrato da Dresda, ex Ddr, dopo il crollo del muro. Il dirigente di Collecchio getta le fondamenta di Parmalat East e comincia un’avventura che permetterà loro di produrre anche a Belgorod e a Ekaterinburg. Sono i primi anni del radicamento anche per diverse altre aziende italiane. E comincia l’attività del Gim, gruppo imprenditori italiani di Mosca, del quale sono stato Presidente a più riprese e che rappresento anche oggi. Dal 2000 fino ad oggi ho svolto la mia attività di consulente organizzativo per diverse aziende italiane presenti sul territorio russo: Codest, Indesit, Parmalat. Tuttora ricopro il ruolo delle rappresentanze di Zamperla e Clivet.” Un radicamento graduale che ha permesso al lavoratore migrante Vittorio Torrembini di instaurare anche un dialogo con agenzie sociali di più ampio respiro quali la Fondazione Gorbachev e l’Istituto Dante Alighieri.

Russia e Italia: vedute.

Quale tratto caratterizza maggiormente i russi?  “I russi sono sopravvissuti a tragedie epocali. Ne è rimasta traccia nel loro patrimonio genetico e si esprime nella loro profonda umanità.” Quale città Vittorio Torrembini suggerisce di visitare ai lettori della Gazzetta dell’Emilia? “Samara. Dove convivono le diverse epoche vissute dal Paese, socialmente e architettonicamente. In stile liberty, si respira la socialità della vecchia borghesia zarista. Forte ancora la tensione verso l’Occidente che la Russia ha vissuto negli anni Novanta.” E quale città italiana suggerisce ai russi in trasferta? “Pesaro. Una città civile e delicata. Molto aperta. Rossini nell’aria.” Che cosa manca dell’Italia a Vittorio Torrembini, lavoratore migrante in Russia? Sorride con gli occhi e permette a una risposta inusuale di sfuggire alla censura: “Il pettegolezzo, cioè la pratica di un leggero dileggio come forma di autocritica.” E l’Italia scalfisce l’orso russo con il fioretto dell’ironia.

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