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Domenica, 10 Maggio 2015 11:01

Economia non riparte. Serve riforma fiscale.

La ricetta di ADCONSUM per fare ripartire l'economia.

Roma - La sostanziale invarianza dei prezzi al consumo – dichiara Pietro Giordano, Presidente nazionale di Adiconsum - dimostra come l'economia italiana soffra ancora di una sostanziale mancanza di domanda di prodotti e servizi dei consumatori. Non è ancora esplosa quella fiducia nel futuro che traina il coraggio di investire, consumare consapevolmente e quindi creare ricchezza.

Anche i dati sull'occupazione – prosegue Giordano - sono un'ulteriore cartina di tornasole di un Paese che comincia ad avere le potenzialità per un rilancio e quindi per lo sviluppo di un'economia sostenibile economicamente, socialmente ed ambientalmente, ma che non riesce a dare il "colpo di reni" necessario per uscire dal tunnel.

Il "Jobs act", seppur ha sbloccato, anche psicologicamente, la paura delle assunzioni - prosegue Giordano - non riesce a creare nuova occupazione, perché solo gli investimenti possono farlo, non certo una legge, anche se fosse la miglior legge possibile.
È tempo, a giudizio di Adiconsum - conclude Giordano - di una reale riforma fiscale capace di perseguire il contrasto di interesse l'evasione e l'elusione fiscale da un lato e di attuare una defiscalizzazione, sul modello della normativa sul risparmio energetico, di beni e servizi sostenibili, dall'altro.

Crisi
(Fonte adconsum 30 aprile 2015)

Pubblicato in Economia Emilia

Focus su crescita economica e opportunità per le imprese del territorio. Lunedì 11 maggio, presso la sede della CNA provinciale di Ravenna, alle ore 9.30, gli esperti del Gruppo bancario incontreranno i rappresentanti di numerose aziende locali nell'ambito di un appuntamento volto a fornire strumenti e conoscenze necessari per aprire la propria attività imprenditoriale a nuovi mercati. -

Parma, 8 maggio 2015 -

Turchia e Azerbaijan: due mercati in forte sviluppo e amanti del made in Italy. Entrambi rappresentano un "trampolino di lancio" ideale per avviare o intensificare l'export in aree ad elevato tasso di crescita e UniCredit con CNA Ravenna intendono proporsi come partners privilegiati nel supporto allo sviluppo del business delle imprese italiane all'estero.

Con questo obiettivo è stato pensato e sviluppato il "Forum Turchia e Azerbaijan" in programma lunedì 11 maggio, con inizio alle 9.30, presso la Sala Bedeschi della CNA Provinciale di Ravenna, in viale Randi 90. Un appuntamento realizzato grazie all'unione delle competenze degli esperti dei mercati esteri di UniCredit. Non un semplice convegno, ma un incontro operativo rivolto agli imprenditori del territorio che avranno la possibilità di confrontarsi sulle caratteristiche e le potenzialità di mercati che crescono a ritmi straordinari.

La giornata si aprirà con i saluti di Massimo Mazzavillani, direttore della CNA provinciale di Ravenna, e di Marco Nanetti, Area Manager Ravenna UniCredit. A seguire gli interventi di Nicola Longo Dente, responsabile International & Multinational Banking - YapiKredi (UniCredit) sul tema: "Turchia: un'opportunità per le aziende italiane"; e di Emmy Di Gioia dello Studio Postacioglu Istanbul, su "Investimenti in Turchia: aspetti pratico legali". "Fare business in Azerbaijan" sarà l'argomento trattato da Giacomo Luccisano, Partner Diacron Istanbul. In chiusura, le relazioni, Nuran Kerimov Managing Partner Deloitte & Touche LLC Deloitte Baku; Orhan Gultekin Sales AGM in Yapi Kredi Azerbaijan; e la testimonianza di Valerio Molinari, AD Ecogest Srl.

La partecipazione all'evento è gratuita, inviando una mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

A breve operativo il Desk Emilia-Romagna nella Provincia di Binh Duong. Sarà un supporto alle imprese per operare nell'area a più alta vocazione manifatturiera del Paese Asiatico. -

Parma, 7 maggio 2015 -

Faciliterà le imprese emiliano-romagnole ad approcciare il promettente mercato del Vietnam, in particolare della Provincia di Binh Duong che da tre anni, per crescita del Pil, è la locomotiva del dinamico Paese Asiatico, "porta di accesso" al mercato ASEAN.

E' il Desk Emilia-Romagna in Binh Duong, una struttura di supporto temporaneo che nasce grazie a un accordo tra Unioncamere Emilia-Romagna e Becamex (agenzia di sviluppo della provincia vietnamita) e rinvigorisce gli accordi di collaborazione siglati dalla Provincia con Unioncamere e Regione.

Il Desk sarà operativo da giugno nella Provincia di Binh Duong, nel cuore della zona economica del Sud Vietnam a meno di 25 km da Ho Chi Minh City, e quindi a portata di mano da aeroporto internazionale, porto e centro servizi commerciale, dove vive una popolazione di più di 1,9 milioni di abitanti su una superficie di quasi 3000 km quadrati.
Un'area fortemente vocata all'industria meccanica e quindi dove si possono aprire notevoli opportunità per le imprese emiliano-romagnole, anche grazie alla disponibilità di un parco industriale My Puhoc, tra i più importanti del Vietnam, con servizi amministrativi e logistici importanti".
La notizia è stata ufficializzata ieri nel corso del workshop "L'Emilia-Romagna incontra Binh Duong": a istituzioni, imprese e associazioni di categoria, la delegazione vietnamita ha illustrato le opportunità offerte.

Il progetto pilota di un desk specifico si aggiunge alle attività sviluppate da due anni: nel 2013, 40esimo anniversario dell'apertura delle relazioni diplomatiche tra Italia e Vietnam, l'Emilia-Romagna ha dato avvio a una nuova stagione di rapporti economici con il Paese Asiatico con la sottoscrizione di una dichiarazione di intenti e di un memorandum operativo tra Ambasciata della Repubblica Socialista del Vietnam in Italia, Regione e Unioncamere per promuovere gli investimenti, la cooperazione economica, il trasferimento di tecnologie e la collaborazione in attività di ricerca attraverso diverse iniziative.

Il Vietnam ha l'obiettivo di diventare entro il 2020, un Paese industrializzato sempre attento alla sostenibilità ambientale. Per questo tutte le maggiori filiere vietnamite necessitano di tecnologia e know how per innalzare la qualità delle produzioni e le imprese italiane possono giocare un ruolo importante.
Si aprono quindi notevoli opportunità di collaborazione economica che può avere un significativo passaggio con l'attivazione del Desk Emilia-Romagna in Vietnam nella Provincia di Binh Duong.

"Il progetto "Destinazione Vietnam" si è dimostrato efficace per il coinvolgimento diretto del sistema produttivo, associativo e istituzionale dell'Emilia-Romagna in questi anni – ha ricordato l'assessore regionale alle attività produttive Palma Costi - C'è un rapporto di partenariato strategico, una relazione privilegiata che potrà dare ancora buoni frutti".
L'iniziativa si è dimostrata efficace per il coinvolgimento diretto del sistema produttivo, associativo e istituzionale dell'Emilia-Romagna.

"I risultati incoraggiano a proseguire su questo percorso che promuove investimenti, trasferimento tecnologie, collaborazione economica. – ha commentato Stefano Landi, presidente Camera di commercio di Reggio Emilia - Oltre alla meccanica strumentale, nel 2015 il progetto si svilupperà nell'iniziativa "Food factory" tenendo conto dell' Expo di Milano con l'obiettivo di supportare la filiera dell'agroindustria e i prodotti agroalimentari a qualità certificata, attraverso azioni di promozione e informazione. L'attivazione del Desk Emilia-Romagna in Binh Duong presentata oggi aggiunge un nuovo tassello".

"La Provincia di Binh Duong – ha sottolineato il presidente, Tran Van Nam - contribuisce per oltre il 40 per cento all'economia del Vietnam. Sono 28 i distretti industriali e 3000 gli ettari a disposizione di insediamenti di imprese e quindi condizioni favorevoli per sviluppare attività, specialmente nel settore della meccanica industriale, metalmeccanica e agroindustria".

Il Binh Duong è una delle cinque province del Vietnam che attira più investimenti dall'estero: ben 21 miliardi di dollari per migliaia di progetti. Solo sette finora sono stati presentati da aziende italiane e quindi lo spazio di crescita sotto questo profilo, è enorme.
"Nel parco industriale, l'obiettivo è di realizzare una smart city green orientata non solo all'attrazione di investimenti, ma anche di servizi alla persona – ha sostenuto Van Hung Nguyen presidente della Becamex IDC – Per questo sono stati costruiti complessi residenziali in social housing per i lavoratori impiegati nelle aziende con possibilità di pagamento rateale ed è in campo un progetto di edilizia popolare per soddisfare la richiesta di alloggio dei lavoratori".

Per le imprese straniere che investono nell'area ciò significa una facilitazione a reperire forza lavoro giovane e competitiva.
Sotto questo profilo, fondamentale è il ruolo della formazione, che sta coinvolgendo sempre più il mondo universitario per valorizzare il ruolo del capitale umano.

Sergio Ferrari, per l'Università di Modena-Reggio, Marco di Tommaso per l'Ateneo di Ferrara e Angelo Guerriero di Alma Laurea hanno infatti ricordato i progetti che si stanno mettendo in campo per formare risorse umane con competenze specifiche - culturali, linguistiche, tecnico-manageriali - per operare sul mercato vietnamita, in particolare nel settore ingegneria e management.

L'incontro si è concluso con le testimonianze di tre aziende.
La bolognese Bonfiglioli spa, che dal 2009 è presente in Vietnam con uno stabilimento nella provincia di Bin Duong, ha importanti progetti di sviluppo in corso, come ha sottolineato l'ingegner Giovanni Scarlini.
Il gruppo imolese Sacmi, leader mondiale nella fornitura di macchine e impianti per ceramiche, beverage e packaging, è presente in Vietnam, come confermato dal direttore generale, Pietro Cassani, fin dal 1993 in entrambi in settori con ulteriori prospettive di crescita.
Si vuole invece proporre al mercato vietnamita in modo innovativo, la Neri Motori impianti eolici di San Giovanni in Persiceto (Bo): il titolare Aldo Neri ha presentato il video aziendale realizzato nell'ambito del progetto "L'impresa comunica con un ciak" ideato da Unioncamere Emilia-Romagna e Ambasciata d'Italia ad Hanoi, in collaborazione con la Regione e la Camera di commercio italiana in Vietnam (ICHAM).

(Fonte: ufficio stampa Unioncamere Emilia Romagna)

L'Assemblea degli Azionisti di Credem, presieduta da Giorgio Ferrari, ha approvato in sede ordinaria il bilancio 2014: utile a 151,8 milioni di euro (+31% a/a), dividendo a 0,15 euro per azione (+25% a/a) -

Reggio Emilia, 4 maggio 2015 -

In sede ordinaria:

· approvato il bilancio dell'esercizio 2014 con utile a 151,8 milioni di euro (+31% a/a);
· stabilito il dividendo a 0,15 euro per azione (+25% a/a);
· nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione di Credem per gli esercizi 2015 – 2016 – 2017.

Il Consiglio di Amministrazione, tenutosi al termine dell'Assemblea, ha:

· confermato alla carica di Presidente Giorgio Ferrari e Vice Presidente Ignazio Maramotti e Lucio Igino Zanon di Valgiurata;
· verificato il possesso dei requisiti di indipendenza;
· definito la composizione dei comitati interni.

L'Assemblea degli Azionisti di Credem, presieduta da Giorgio Ferrari, ha approvato giovedì in sede ordinaria il bilancio 2014 confermando la distribuzione di un dividendo di 0,15 euro per azione, in crescita del 25% rispetto al precedente esercizio. La cedola, con data di stacco 18 maggio 2015, sarà messa in pagamento a partire dal 20 maggio 2015 (record date 19 maggio 2015); il monte dividendi complessivo ammonta a 49,7 milioni di euro.

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"Il 2014 è stato un anno ricco di soddisfazioni per il nostro Gruppo", ha dichiarato Giorgio Ferrari, Presidente Credem. "Innanzitutto siamo stati in grado, grazie alla strategia di sviluppo sano ed equilibrato messa in campo negli ultimi anni, di continuare a sostenere il tessuto economico del paese. Inoltre", ha proseguito Ferrari, "abbiamo ricevuto un importante riconoscimento della nostra solidità dalla Banca Centrale Europea che ci ha posti ai massimi livelli del sistema. Possiamo quindi guardare al futuro con grande fiducia ed ottimismo", ha concluso Ferrari, "poiché siamo nelle migliori condizioni per continuare a crescere e generare valore per i nostri clienti e per gli azionisti".

Nel 2014, in un contesto di perdurante complessità economica, il Gruppo ha continuato a sostenere l'economia nazionale con i prestiti a famiglie ed imprese(2) in crescita del 7,9% a/a rispetto ad un sistema in contrazione dell'1,4%(4) con un incremento dello stock in valore assoluto di oltre 1,5 miliardi di euro. L'aumento dei prestiti è avvenuto con costante attenzione alla qualità degli attivi ed alla solidità patrimoniale; il rapporto tra sofferenze nette ed impieghi è pari ad 1,55%. Sono in progresso anche la raccolta da clientela(2), +10,6% a/a con una crescita in valore assoluto di oltre 5 miliardi di euro e, al suo interno, la raccolta gestita, +14,3% a/a. Particolarmente positivo l'andamento delle commissioni da gestione, intermediazione e consulenza in progresso del 14,3% a/a con un apporto di 254,1 milioni di euro.
L'utile netto consolidato è in aumento del 31% a/a a 151,8 milioni di euro. Il Gruppo ha proseguito anche nella strategia di investimenti per la crescita e sviluppo della clientela e delle quote di mercato con 107 mila nuovi clienti(3). Sono state infine 245 le nuove assunzioni(1) di cui il 70,2% al di sotto dei 30 anni con una crescita dell'organico del 2,4% nel corso del 2014.

L'Assemblea ha inoltre nominato con il sistema del voto di lista, il nuovo Consiglio di Amministrazione per gli esercizi 2015 – 2016 – 2017. Gli Amministratori eletti, proposti dalla lista di maggioranza presentata da Credemholding S.p.A, sono: Romano Alfieri, Enrico Corradi, Giorgio Ferrari, Giorgia Fontanesi, Ignazio Maramotti, Ugo Medici, Ernestina Morstofolini, Corrado Spaggiari, Benedetto Giovanni Maria Renda, Paola Gina Maria Schwizer, Giovanni Viani, Lucio Igino Zanon di Valgiurata.
L'informativa sulle caratteristiche personali e professionali degli Amministratori eletti è pubblicata assieme alla lista sul sito Internet della Banca www.credem.it – sezione "Chi siamo – Assemblee".

In conformità alle disposizioni di vigilanza in materia, l'Assemblea ha approvato anche la politica di remunerazione di gruppo attuata nel 2014 e quella proposta per il 2015 che definisce i principi e le caratteristiche dei programmi di remunerazione a favore degli esponenti aziendali, dei dipendenti e dei collaboratori della banca e delle società del Gruppo Credito Emiliano – Credem.

Sono stati inoltre approvati i piani di compensi basati su azioni rivolti al personale più rilevante del Gruppo Credem e il conseguente acquisto di azioni proprie a servizio dei piani medesimi, i cui dettagli sono stati oggetto di comunicazione il 13 marzo in occasione dell'approvazione di bilancio 2014 del Gruppo Credem e sono consultabili sul sito www.credem.it

In sede Straordinaria l'Assemblea ha modificato gli artt.: 5 (Capitale Sociale), 11 e 15 (Assemblee dei Soci); 16 e 18 (Consiglio di Amministrazione); 24 (Comitato Esecutivo) e 27 (Collegio Sindacale) dello Statuto sociale, al fine di recepire i principi dettati da Banca d'Italia con il primo aggiornamento alla circolare 285/2013 in tema di Governo Societario.

Il Consiglio di Amministrazione di Credem, riunitosi al termine dell'Assemblea, ha:

· confermato alla carica di Presidente Giorgio Ferrari e di Vice Presidente Ignazio Maramotti e Lucio Igino Zanon di Valgiurata; accertato, sulla scorta della documentazione presentata, la sussistenza dei requisiti di indipendenza, ai sensi dell'art. 148 comma 3 del TUF e dell'art. 3 del Codice di Autodisciplina delle società quotate, in capo agli amministratori Ernestina Morstofolini, Paola Gina Maria Schwizer e Corrado Spaggiari;

· definito la composizione dei Comitati interni al Consiglio nominando quali membri del:

- Comitato Esecutivo, Enrico Corradi (Presidente), Ignazio Maramotti, Ugo Medici e Lucio Igino Zanon di Valgiurata;
- Comitato Rischi di Gruppo, Paola Gina Maria Schwizer (Presidente), Giorgio Ferrari e Corrado Spaggiari;
- Comitato Nomine di Gruppo, Corrado Spaggiari (Presidente), Giorgio Ferrari e Ernestina Morstofolini;
- Comitato Remunerazioni di Gruppo, Paola Gina Maria Schwizer (Presidente), Giorgio Ferrari e Ernestina Morstofolini.

A fine 2014 la struttura distributiva del Gruppo si articolava in 634 tra filiali, centri imprese e negozi finanziari. I dipendenti erano 5.763, i promotori finanziari con mandato 785, 275 gli agenti finanziari e 119 gli agenti finanziari specializzati nella cessione del quinto.

Per ulteriori informazioni su Credem e sulle società del gruppo è disponibile il sito Internet www.credem.it 

NOTE:
(1) dati riferiti alla sola Credem Spa, ingressi al netto di passaggi infragruppo e ri-assunzioni;
(2) la raccolta diretta complessiva comprende l'apporto delle società appartenenti al Gruppo bancario, mentre la raccolta assicurativa comprende le riserve tecniche e le passività finanziarie valutate al fair value di Credemvita. Per la raccolta da clientela sono dedotti, per tutti i periodi di riferimento, i titoli di debito emessi sui mercati istituzionali, la raccolta indiretta di natura finanziaria. Nella raccolta complessiva da clientela sono ricomprese anche le riserve assicurative. Gli impieghi e la raccolta diretta non comprendono i finanziamenti erogati, nella forma tecnica dei pronti contro termine attivi, alla Cassa di Compensazione e Garanzia;
(3) dati riferiti alla sola Credem Spa;
(4) Fonte ABI Monthly Outlook – Economia e Mercati Finanziari-Creditizi Febbraio 2015 – Sintesi.

Il Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Dott. Paolo Tommasini, dichiara, ai sensi comma 2 dell'art. 154 bis del Testo Unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, che l'informativa contabile contenuta nel presente documento corrisponde alle risultanze documentali, ai libri e alle scritture contabili.

(Fonte: ufficio stampa Credem)

 

Domenica, 03 Maggio 2015 11:14

Festa per il Lavoro. Altro che “choosy”!

Il 1° maggio festeggiato con la disoccupazione galoppante. Unica nota positiva viene dai lavoratori di Expo e la commovente gara di solidarietà (gratuita!) per completare il padiglione del Nepal.

di Lamberto Colla - Parma, 3 maggio 2015 -
Ancora una batosta arriva dai dati Istat. La disoccupazione cresce ancora e a essere maggiormente colpita è la fascia giovanile. I commentatori, giusto per dare un po' di speranza, dicono che siamo alla soglia limite e che comunque è troppo presto per dare un giudizio sul "jobs act" e sulle altre misure messe in campo dal Governo a fine 2014, atte a favorire l'occupazione.

Fatto sta che altri 90.000 posti di lavoro sono stati bruciati. Due grandi imprese commerciali, "Auchan" e "Mercatone Uno" hanno annunciato il loro stato di crisi. La grande catena distributiva francese dovrà ridurre di circa 1.500 unità il proprio organico mentre per il Mercatone Uno i commissari (Stefano Coen, Ermanno Sgaravato e Vincenzo Tassinari) stanno tentando di acquisire la fiducia dei fornitori per poter procedere nell'attività; in ballo ci sono 3.700 dipendenti. Sono solo gli ultimi due esempi della settimana in corso, ma l'elenco delle aziende in stato di crisi sul tavolo del Ministero dell'Industria e sui tavoli provinciali sono migliaia e si allungherà sempre più se il Governo non si deciderà a fare una operazione forte non per incentivare l'occupazione ma per stimolare il lavoro.

E' imperativo abbattere le tasse, magari introducendo la flat tax, almeno in un settore a titolo di sperimentarne l'impatto.
Se le imprese non hanno lavoro come possono dare occupazione? Le stesse imprese che hanno la fortuna di avere ordinativi continueranno a fare fronte alle risorse umane in carico senza ulteriori acquisti in manodopera strette come sono nella marginalità e dalla stretta creditizia. A tale proposito, la laborioso Emilia Romagna, stando all'analisi di Confesercenti, è il fanalino di coda nazionale nell'erogazione di credito alle imprese commerciali e del turismo.
In questa situazione di congelamento persistente c'è poco da sperare che un misero incentivo all'assunzione possa stravolgere la situazione dell'occupazione; al limite verranno regolarizzati contratti di lavoro precari, niente più.
Nuova occupazione potrà essere offerta solo se le imprese, soprattutto le micro, piccole e medio imprese, saranno nelle condizioni di tornare a competere sui loro mercati di riferimento. E allora la fantasia , creatività e competenze degli italiani faranno la differenza e l'economia tornerà a volare.

Basta volerlo!

Occorre liberare i "tori infuriati " da eccesso di repressione fiscale e allora il mondo economico si troverà invaso nuovamente di prodotti e servizi tricolore.
Ci vuole coraggio a governare e si deve accettare il rischio di non piacere agli "pseudo alleati europei" come invece fece drammaticamente il governo Monti. I rigurgiti della politica di lacrime e sangue continuano a rialire verso la bocca.

E' proprio di poche ore fa la notizia che la Corte Costituzionale ha stabilito che la norma con cui per il 2012 e il 2013 era stato bloccato l'adeguamento al costo della vita delle pensioni di importo superiore a tre volte il minimo Inps è incostituzionale. Un costo di 5,3 miliardi di euro che va a soffocare il tesoretto appena scoperto di 1,7. La legge, contenuta nel Salva Italia varata dal governo Monti a poche settimane del suo insediamento era stata promulgata "in considerazione della contingente situazione finanziaria".
Una condizione evidentemente non sufficiente per la Consulta che ha sancito nuovamente il principio che "L'interesse dei pensionati, in particolar modo i titolari di trattamenti previdenziali modesti, è teso alla conservazione del potere di acquisto delle somme percepite, da cui deriva in modo consequenziale il diritto a una prestazione previdenziale adeguata. Tale diritto, costituzionalmente fondato, risulta irragionevolmente sacrificato nel nome di esigenze finanziarie non illustrate in dettaglio" (sentenza numero 70 depositata giovedì 30 aprile, di cui è relatrice il giudice Silvana Sciarra.)

Ancora una volta i professoroni ci hanno dato dimostrazione di quanto sia distante la pratica dalla teoria.

Infine che dire del tormentone che ha attraversato la stampa più autorevole circa i migliaia di giovani, i choosy per dirla alla Fornero, che avrebbero rifiutato 1.300€/mese offerti da Expo2015. Una campagna di falsità alimentata gratuitamente e senza un apparente scopo se non quello di attrarre lettori affamati di gossip e senzionalismi. Quella stessa stampa autorevole che pur di raccogliere consensi tradotti in "click", "Mi piace" e commenti sgrammaticati, posta quotidianamente articoletti sulle "10 cose da fare per soddisfare una donna o un uomo", piuttosto che selfie desnudi con bacio saffico di starlette dello showbiz internazionale e altre amenità pruriginose.

Ebbene, questa autorevole stampa ha dovuto fare retromarcia solo dopo che la "stampa libera", rappresentata dai social media, ha raccolto le testimonianze di questi "schizzinosi" che invece di 1.300€ ne avrebbero presi 500 dovendo sopportare anche le spese di trasferta o di coloro i quali, dopo mesi spesi in attesa di una risposta da parte della società di selezione, hanno dovuto declinare l'invito perché, nel frattempo fortuna loro, avevano trovato altro impiego.

Così, in un momento di crisi di lavoro, si calpesta la dignità di chi cerca, non trova, e addirittura, piuttosto che restare a casa, lavora gratuitamente solo per acquisire esperienza nella vana speranza che un giorno possa diventare spendibile.
Nel giorno della ricorrenza del 1° maggio, festa del lavoro per chi ce l'ha, sarebbe il caso che Governo facesse un esame di coscienza e prendesse il coraggio di agire, mentre la "stampa", orfana dei governi di Berlusconi, indirizzi i suoi strali verso i detentori di privilegi statali tornando a assumere il ruolo di testimonianza e di critica, indispensabili per alimentare una sana democrazia.

 

Pubblicato in Politica Emilia

Osservatorio Confesercenti: piccole imprese ancora fortemente penalizzate dal credit crunch. In Emilia Romagna peggior dato fra le regioni italiane. Tutti i dati suddivisi per provincia.

Bologna, Secondo l'Osservatorio Confesercenti, i prestiti bancari alle imprese commerciali e turistiche dell'Emilia Romagna, anche nel 4° trimestre 2014, fanno registrare una forte penalizzazione per le micro imprese fino a 5 addetti che vedono una contrazione del credito del -7,1% (il dato più pesante tra tutte le regioni italiane). In flessione anche il dato riferito alle imprese da 6 a 19 addetti (-4,4%), mentre aumenta invece la disponibilità di credito per le imprese con oltre 20 addetti del +5,5%.

Per contro, la dinamica tendenziale delle sofferenze lorde vede le imprese commerciali e turistiche fino a 5 addetti in posizione nettamente più virtuosa rispetto a quelle più grandi, facendo registrare in Emilia Romagna un aumento del 9,9%, meno della metà rispetto al complesso delle imprese del settore (20,3%) e con un risultato che si colloca tra i migliori delle diverse regioni italiane.

"I dati dell'osservatorio ancora una volta certificano il forte svantaggio nell'accesso al credito da parte delle piccole imprese commerciali e turistiche – sostiene Stefano Bollettinari, direttore Confesercenti Emilia Romagna – rispetto alle imprese di maggiori dimensioni e in modo più forte nella nostra regione rispetto alla media nazionale.
Ribadiamo quindi la nostra richiesta formulata anche pochi giorni fa nell'ambito del Congresso Europeo del Commercio e del Turismo Urbano di intervenire con urgenza con norme mirate per le piccole imprese; occorre una sorta di 'Piano Marshall' per sostenere il commercio di prossimità".

(fonte Confesercenti Emilia Romagna)

 

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A sorpresa la Coldiretti sfila dalle mani della Libera Associazione di Cremona la guida del Consorzio Agrario. Decisiva è stata l'assemblea parziale di Casalmaggiore. Paolo Voltini è il nuovo Presidente.

di Virgilio Parma, 26 aprile 2015 –

La potente organizzazione Libera Associazione Agricoltori Cremonesi, aderente a Confagricoltura, è stata battuta sul filo di lana dalla Federazione Provinciale Coldiretti al cui candidato è andata la carica di presidente della importante struttura economica.
Paolo Voltini, quindi, è il nuovo presidente del Consorzio Agrario di Cremona e il prossimo giovedi 30 aprile i delegati eleggeranno il nuovo consiglio di amministrazione.

Difficile, sino a qualche mese fa, pensare che, uno degli ultimi baluardi di Confagricoltura, potesse passare sotto il controllo di Coldiretti ma, a quanto pare, i rappresentanti di Confagricoltura hanno preferito confrontarsi sulle beghe interne piuttosto che con Coldiretti per il controllo del "gioiellino di famiglia", il Consorzio Agrario.

Decisiva è stata l'ultima assemblea parziale dove la Coldiretti non ha lasciato a casa alcun voto a sua disposizione e forte del fatto che il neo eletto presidente, Paolo Voltini, oltre a essere il presidente provinciale della Coldiretti è anche il numero uno del Consorzio Casalasco del Pomodoro titolare tra l'altro del marchio "POMI'", è riuscita a far valere la superiorità numerica.

Fortissima sul territorio nazionale la Coldiretti con la conquista del Consorzio Agrario di Cremona, ultima roccaforte Confagricoltura nel panorama dei Consorzi Agrari (rimane Bolzano), ha dimostrato come la squadra unita vinca anche sui terreni più difficili e Cremona era probabilmente il più difficile in assoluto.

Se dal versante numerico la proiezione avrebbe dovuto favorire la "Libera", il loro dissidio interno ha prevaricato l'obiettivo collettivo, forse anche per un difetto di presunzione numerica. Fatto sta che, nonostante le sollecitazioni del presidente confederale Mario Guidi, i soci della "Libera" hanno preferito la questione privata alla questione collettiva.

Monolitica come sempre la Coldiretti, guidata con fermezza e durezza da Roma dal "filosofo" Vincenzo Gesmundo, sta procedendo a passo svelto verso la creazione della nuova "federconsorzi" questa volta sotto l'unica guida Coldiretti.

Criticato da certa stampa (Il Fatto e l'Espresso ad esempio) per i suoi stipendi milionari, Vincenzo Gesmundo sta dimostrando di meritare tutto quanto il proprio stipendio soprattutto se riuscirà nel suo intento di portare a casa il residuo tesoretto della vecchia Federconsorzi pari a circa 800 milioni di euro.

Intanto Bandiera Gialla sventola anche a Cremona.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

In aumento a Febbraio anche il fatturato dell'industria alimentare (+1,9%).

Roma. - L'alimentare traina la ripresa con un aumento dello 0,5 per cento delle vendite al dettaglio e dell'1,9 per cento del fatturato dell'industria alimentare rispetto allo scorso anno.

E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat sul commercio al dettaglio e sul fatturato e gli ordinativi industriali a febbraio 2015. Dopo l'incremento registrato a gennaio su base annuale del 2,9 per cento, il commercio al dettaglio alimentare - sottolinea la Coldiretti - continua a registrare una positiva inversione di tendenza con risultati particolarmente positivi a febbraio per effetto soprattutto dei discount alimentari che aumentano addirittura del 3,6 per cento e si classificano come la forma distributiva (alimentare e non) con il maggior incremento nel mese considerato.

L'aumento di spesa alimentare è il segno piu' tangibile della ripresa poiché è - precisa la Coldiretti - la seconda voce del budget familiare dopo l'abitazione ed è destinata ad avere un effetto traino sull'intera economia. I consumi alimentari - riferisce la Coldiretti - hanno toccato il fondo nel 2014 e sono tornati indietro di oltre 33 anni sui livelli minimi del 1981, sulla base dei consumi finali delle famiglie a valori concatenati dell'Istat. I risultati del mese di gennaio fanno sperare per una definitiva inversione di tendenza nel 2015 che – conclude la Coldiretti - dovrebbe finalmente chiudersi con un risultato positivo sul mercato interno.

(Fonte Coldiretti 22 aprile 2015)

La Camera di Commercio di Reggio Emilia mette uno dei più rilevanti investimenti degli ultimi dieci anni a favore del tessuto imprenditoriale reggiano. Al via i nuovi bandi per 4 milioni di euro. -

Reggio Emilia, 22 aprile 2015 -

Nonostante il drastico calo delle entrate legato ai provvedimenti assunti dal Governo sul diritto annuale versato dalle imprese (-35%), la Camera di Commercio di Reggio Emilia mette uno dei più rilevanti investimenti degli ultimi dieci anni a favore del tessuto imprenditoriale reggiano.
Per il 2015, infatti, l'Ente camerale mette in campo 6 milioni di euro, 4 dei quali deliberati in questi giorni con l'approvazione dei relativi bandi.

"Crediamo sia un segnale concreto e importante – sottolinea il presidente Stefano Landi – dell'impegno della Camera di Commercio a fianco di un sistema economico che sconta ancora pesantemente gli effetti della crisi economica, con ordini interni ancora di segno negativo, una produzione sostanzialmente stagnante e un fatturato in calo dello 0,4% nel quarto trimestre 2014, nonostante l'export abbia raggiunto valori record, portandosi a poco meno di 9 miliardi di euro".

"A fronte di quest'economia locale ancora in forte sofferenza – prosegue Landi – abbiamo deciso di attingere a risorse patrimoniali straordinarie per assicurare quel necessario sostegno alle imprese reggiane che, con il calo degli introiti camerali, sarebbe drasticamente sceso, a seguito dell'applicazione di una prima tranche della riforma nazionale che non ha tenuto in alcun modo conto del ruolo di stimolo e dei contributi che le Camere di Commercio assicurano alle economie locali, né dei livelli di efficienza che singolarmente hanno raggiunto".
"Per parte nostra – osserva il presidente della Camera di Commercio – abbiamo voluto compiere scelte di politica economica e non di bilancio o bilancino, grazie ad una convergenza di tutte le associazioni imprenditoriali sulle priorità assolute legate alla ripresa e allo sviluppo e, conseguentemente, ai bisogni emergenti delle imprese e agli orizzonti di crescita che appaiono più realisticamente possibili e concretamente raggiungibili".

Da qui, dunque, i primi investimenti della Camera di Commercio, che nelle scorse settimane aveva già deliberato lo stanziamento di 1,5 milioni di euro per l'internazionalizzazione (con 850mila direttamente destinati alle imprese e 650 impegnati per un fitto calendario di incoming di operatori commerciali stranieri, ulteriormente rafforzato in coincidenza con l'Expo) e un ulteriore investimento legato all'Esposizione internazionale, con 100mila euro destinati alle aperture straordinarie de I Teatri.
Di questi giorni, come si è detto, le delibere su altri bandi (la cui apertura avverrà a breve), per un importo complessivo superiore ai 4 milioni.
"Ci siamo mossi in equilibrio – spiega Landi – tra il bisogno di affrontare emergenze e la necessità di sostenere nuovi investimenti e la nascita di nuove imprese, così da creare più stabili prospettive di crescita per la nostra economia".

L'investimento più rilevante, in assoluto, riguarda l'innovazione tecnologica, con 1,8 milioni di euro a disposizione delle imprese.
"Nonostante il nostro territorio si collochi ai vertici regionali per capacità d'innovazione – osserva Landi – è proprio qui che dobbiamo investire per acquisire nuovi elementi di competitività, perché proprio all'innovazione di impianti, processi e prodotti si lega il nostro posizionamento sui mercati esteri e la possibilità di cogliere immediatamente i primi segnali di ripresa anche del mercato interno".
"Non a caso – aggiunge il presidente della Camera di Commercio – alle risorse per l'innovazione tecnologica si aggiungono 700.000 euro destinati alla ricerca e sviluppo".

Ottocentocinquantamila euro sono poi destinati al credito alle imprese (abbattimento di tassi e acquisizione di garanzie sussidiarie), "che rappresenta tuttora una delle grandi emergenze delle imprese", secondo Landi.
Allo start up d'impresa e al lavoro di "incubazione" che attorno ad esso ruota sono riservati 300.000 euro, mentre 200.000 euro vanno ad incentivare l'attrazione di nuovi investimenti e una cifra identica va a sostenere la partecipazione delle imprese reggiane a programmi di ricerca e innovazione finanziati dalla UE e dalla Regione Emilia Romagna.

"Altre risorse – conclude Landi – sono poi destinate al funzionamento e al potenziamento di strumenti di comune e diffusa utilità per le imprese (osservatorio economico, sportello di sostegno contro il crimine organizzato e iniziative di prevenzione, ad esempio), completando così un quadro di investimenti che crediamo riaffermi concretamente il ruolo di motore dello sviluppo che la Camera di Commercio svolge ed intende continuare ad assicurare al nostro territorio".

tab cciaa re investimenti

(fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)


L'Emilia Romagna tra le regioni che trainano la ripresa. 
A Bologna studiosi a confronto sulle ricerche condotte dall'Associazione RegiosS, dai ricercatori della Banca d'Italia e dall'Ufficio Territorial & Sectorial Intelligence di UniCredit. -

Bologna, 22 aprile 2015 -

La ripresa è timida, ma c'è. E l'Emilia Romagna si conferma tra le regioni più "virtuose" per quanto fatto e in termini prospettici. Proprio il ragionamento sui punti di forza capaci di stimolare lo sviluppo territoriale è uno dei temi affrontati nel corso della VII edizione del Workshop "Le regioni italiane: ciclo economico e dati strutturali", quest'anno focalizzato sul tema "Le leve dello sviluppo territoriale in Italia: analisi e prospettive".

L'incontro - realizzato grazie alla sinergia tra l'Associazione RegiosS e UniCredit, in collaborazione con la Banca d'Italia - si svolge come di consueto nel Salone dei Carracci di Palazzo Magnani con l'obiettivo di stimolare la discussione sullo sviluppo delle regioni italiane, individuando i fattori chiave di crescita, gli elementi di criticità e gli ambiti di miglioramento delle economie territoriali, attraverso la presentazione delle analisi svolte dall'Associazione RegiosS (fondata da ricercatori e studiosi di economie regionali appartenenti a diversi Atenei e istituzioni di ricerca), dall'Ufficio Territorial & Sectorial Intelligence di UniCredit e dalla Banca d'Italia - sede di Bologna.

Patrocinato dal Dipartimento di Scienze Statistiche dell'Università degli Studi di Bologna, il workshop è aperto da Luca Lorenzi, Deputy Regional Manager Centro Nord UniCredit, e prosegue con la presentazione dei contributi di ricerca sulle economie territoriali da parte di Cristina Brasili, Presidente Associazione RegiosS e Docente dell'Università di Bologna, sul tema "La spesa in ricerca e sviluppo e l'economia sommersa nella stima del Pil (Sec 2010): un nuovo indicatore di attività economica". Riccardo Masoero, Responsabile Territorial & Sectorial Intelligence di UniCredit, interviene quindi sul tema della competitività delle regioni italiane in chiave prospettica, grazie anche ai dati messi a disposizione da un nuovo modello di analisi. Marcello Pagnini, economista della Banca d'Italia, sede di Bologna, infine, illustra i risultati della ricerca condotta su "Città e distretti di fronte alla crisi".

A seguire, Fabrizio Binacchi, Direttore regionale Rai Emilia Romagna, modera la tavola rotonda sul tema: "Le leve dello sviluppo territoriale in Italia: analisi e prospettive", cui partecipano Francesco Trimarchi - Direttore Banca d'Italia sede di Bologna; Stefano Giorgini, Regional Manager Centro Nord di UniCredit; Sonia Bonfiglioli - Presidente e C.E.O. Bonfiglioli Riduttori S.p.A.; Gianpiero Torrisi - Università di Portsmouth, Senior Lecturer in Economics; Sergio de Nardis - Capo Economista di Nomisma; Morena Diazzi - Direttore Generale Attività Produttive, Comm. e Turismo, Regione Emilia-Romagna.

Le ricerche in sintesi:

La ricerca dell'Ufficio Territorial & Sectorial Intelligence di UniCredit, prendendo le mosse dall'analisi presentata lo scorso anno che approfondiva le dinamiche della crisi economica in corso, proietta ora l'attenzione verso lo scenario di uscita dalla recessione da tutti auspicato. Un'elaborazione prospettica resa possibile anche grazie ai dati messi a disposizione da un nuovo modello di analisi messo a punto dall'Ufficio Territorial & Sectorial Intelligence di UniCredit. In particolare, partendo dalle previsioni per i microsettori individuati a livello regionale, lo studio esamina la dinamica attesa per le singole regioni fino al 2016. L'analisi individua alcuni indicatori economici chiave per identificare quali siano le aree più reattive ed i settori che dovrebbero condurre il Paese fuori dalla recessione. L'Emilia Romagna rientra nel gruppo delle regioni trainanti, per cui le previsioni sono più positive, con fatturati che crescono sopra la media nazionale già negli anni 2013-2015 (+1% in media in ciascun anno rispetto a un più modesto +0,4% per l'Italia) ed un'accelerazione stimata per il 2016 (+3%). Anche in termini di redditività la regione è in progressione, con un margine operativo che passa da un valore medio del 6,6% nel primo periodo ad un'attesa del 6,9% l'anno venturo. Le imprese della regione, inoltre, paiono avviate su un percorso di maggiore sostenibilità del debito, con un miglioramento nel 2016. Un balzo in avanti è previsto anche per gli investimenti, un fattore chiave per rafforzare la ripresa. In particolare, dal dato medio lievemente negativo del periodo 2013-2015 (-0,5%) si dovrebbe passare l'anno prossimo ad un +3,6% per gli investimenti fissi lordi, che sommano le risorse provenienti sia dal settore privato e che da quello pubblico. La crescita stimata della regione beneficerà dei risultati significativi di alcuni dei principali settori manifatturieri di specializzazione, tra i quali la meccanica, l'automotive, le piastrelle, l'industria alimentare, ma anche, più debolmente, i prodotti in plastica e l'abbigliamento.

Nel contributo di RegiosS "La spesa in ricerca e sviluppo e l'economia sommersa nella stima del Pil (Sec 2010): un nuovo indicatore di attività economica", vengono analizzate le principali novità introdotte dal nuovo Sistema europeo dei conti nazionali e regionali (Sec 2010) che sostituisce il precedente Sec 95. Tra le novità più rilevanti introdotte dal Sec 2010 vi sono: la capitalizzazione delle spese in ricerca e sviluppo e la riclassificazione da consumi intermedi ad investimenti della spesa per armamenti sostenuta dalle Amministrazioni pubbliche. L'adozione del Sec 2010 non comporta solo modifiche metodologiche della revisione della contabilità ma, con l'introduzione della stima dell'economia illegale all'interno del Pil, sottintende una rivoluzione nel modo di intendere la ricchezza del Paese.

L'obiettivo di questo lavoro, nonostante la disponibilità limitata di dati, è quello di valutare le modifiche introdotte dal Sec 2010 che hanno avuto un maggiore impatto sul Pil, implicando una sua rivalutazione. I cambiamenti più rilevanti verranno analizzati sia a livello nazionale che regionale mediante un confronto tra le stime basate sul Sec 2010 e sul Sec 95 per rilevanti aggregati macroeconomici quali la spesa in R&S e il numero di lavoratori non regolari, che vanno a contribuire alla nuova stima del Pil. In base al nuovo sistema di contabilità il Prodotto interno lordo per l'Italia per il 2011, anno di benchmark, ammonta a 1.638,9 miliardi di euro (prezzi correnti), con una rivalutazione di 58,9 miliardi (+3,7%) rispetto alle stime del Sec 95. Per l'Emilia-Romagna, sempre nel 2011, la rivalutazione rispetto alle stime precedenti è stata di 2,68 miliardi di euro (+1,9%). L'incidenza della spesa totale in ricerca e sviluppo in Italia, pari a 19.738,3 milioni di euro, nel 2014 è stata del 1,22% del Pil. In Emilia-Romagna la spesa in ricerca e sviluppo nel 2012, ultimo dato disponibile, ammonta a 2.290,3 milioni di euro con un incidenza sul Pil del 1,6%.

Nel 2012 i lavoratori non regolari, in Italia, in base alle nuove stime del Sec 2010 ammontavano a 3.110,4 migliaia, è il settore dei servizi a comprendere la maggior parte del lavoro non regolare (76%), seguito dagli altri 3 settori che si dividono il restante 24% in modo più o meno equivalente. Per quanto riguarda l'Emilia-Romagna gli irregolari nel 2012 sono 184,5 migliaia, e la quota dei servizi risulta pari all' 80%.
Dall'analisi emerge la limitata incidenza degli investimenti in ricerca e sviluppo totali delle regioni italiane, a volte decrescenti negli anni della crisi. L'incremento del Pil, dovuto all'adozione del Sec 2010, è difficilmente attribuibile alle attività di R&S. Anche se la strada privilegiata per far crescere il Pil sarebbe proprio quella di investire in ricerca e sviluppo.

Nel documento, inoltre, viene stimato un indicatore di attività economica nazionale in base alle nuove serie storiche dei conti economici espresse in Sec 2010. Esso rappresenta un utile strumento per i policy-maker per conoscere ed individuare i potenziali effetti delle politiche di crescita e di sviluppo, approssima i tassi di variazione tendenziale del Pil a frequenza mensile tentando di colmare le carenze informative nei dati e il ritardo con cui vengono forniti. Inoltre è costruito in modo da garantire, non appena saranno disponibili i dati a livello territoriale, il confronto tra il ciclo nazionale e il ciclo delle diverse regioni italiane. Il nuovo indicatore nazionale, calcolato utilizzando il Pil espresso in base Sec 2010, segue il medesimo andamento di quello calcolato utilizzando i dati espressi in Sec 95 e gli scostamenti tra le due serie sono molto limitati. Le innovazioni introdotte dal nuovo Sec non producono variazioni importanti riguardo i tassi di crescita del Pil, a livello nazionale, cambia, invece sostanzialmente il livello del Pil. Ci aspettiamo, quindi, che i contributi delle regioni a queste variazioni siano molto differenziati e gli unici dati disponibili per il confronto lo confermano.

In alcuni lavori tra l'altro presentati nel corso delle precedenti edizioni di questo workshop – ha detto Marcello Pagnini economista della Banca d'Italia, sede di Bologna - si è mostrato come per un campione di circa 40.000 imprese manifatturiere italiane osservate nel periodo 1995-2012 la produttività totale dei fattori in Italia rispettasse una chiara gerarchia: le imprese localizzate nelle aree urbane presentavano un vantaggio di produttività totale dei fattori tra l'8 e il 10% rispetto a quelle di aree ove non vi è un'elevata concentrazione di attività economica. Anche le imprese nei distretti industriali mostravano vantaggi di produttività rispetto a queste ultime ma di un ordine di grandezza inferiore. In più, a fronte di una certa stabilità dei vantaggi di produttività nelle città, quelli delle aree distrettuali si sarebbero indeboliti. Un simile trend sarebbe proseguito negli anni della crisi. Nella ricerca presentata nel corso di questa VII edizione del Workshop RegiosS si torna ad analizzare questi dati dal punto di vista dei cosiddetti effetti di 'misallocation'. La produttività totale dei fattori a livello aggregato può infatti dipendere dagli sforzi individuali dell'impresa (investimenti in ricerca e sviluppo etc), dalle esternalità di rete (distrettuali o urbane) o dal fatto che esistono meccanismi che generano distorsioni che possono indurre le imprese più (meno) efficienti a produrre meno (di più) rispetto a quanto sarebbe ottimale. Dal lavoro emerge tuttavia che la presenza di effetti di misallocation nei distretti non sarebbe alla base della loro insufficiente performance in termini di produttività. Risulterebbe quindi confermata l'ipotesi avanzata dai lavori precedenti che la non soddisfacente performance dei distretti sia dovuta al fatto che le esternalità di rete generate al loro interno siano state meno efficaci nell'adattarsi alle dinamiche della globalizzazione e della recente crisi economico-finanziaria.

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

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