Si dimezza il prezzo del greggio, il cambio €/$ tende alla parità e il prezzo dei carburanti sale. L'Unione Petrolifera smentisce e, solo in parte, ha ragione. L'elenco completo delle accise; la guerra di Etiopia grava ancora sugli automobilisti e per di più aggiornata con il 22% di Iva.
di Virgilio Parma 19 agosto 2015 -
Il mistero buffo del prezzo dei carburanti, specie in tempi di crisi, sta spopolando sui social e, come spesso accade, è stato poi ripreso dalle più importanti testate nazionali riuscendo, in questo modo, a obbligare i diretti interessati a uscire dal carapace e lanciare qualche laconica smentita.
E' il caso dell'Unione petrolifera la quale, attraverso l'ANSA, ha comunicato, giusto appunto ieri, che in riferimento a alcuni articoli di stampa "Il prezzo della benzina rispetto ad un anno fa è attualmente inferiore di 18,5 centesimi di euro al litro, mentre quello del gasolio di 22,6 centesimi".
In parte l'UP non può essere smentita poiché, in effetti, la riduzione di prezzo rispetto all'anno precedente c'è stata (vedi le due tabella del Ministero dello Sviluppo Economico) ma molto meno che proporzionale rispetto a quanto avrebbe dovuto essere a ben guardare i dati della tabella "Mistero Italiano" che segue.
Dal 2008 al 2015 il prezzo del petrolio greggio si è ridotto di quasi due terzi, il cambio €/$ tende alla parità e il prezzo della benzina invece è sensibilmente aumentato in tutto il periodo di crisi.
Non vi è stato un incremento lineare e costante nel periodo preso in esame ma, con scientifico rigore, gli abbattimenti dei prezzi alla pompa si sono susseguiti, seppure non prontamente come avrebbero dovuto rispetto ai mutati valori internazionali del greggio, mente molto più prontamente sono stati aggiornati nel silenzio collettivo non appena l'oro nero rialzava la testa. La sintesi perciò è che oggi il prezzo risulta ben superiore al prezzo del 2008.
A ben osservare la dinamica dei prezzi, e a conferma di quanto sopra esposto, il prezzo dei carburanti è costantemente cresciuto da gennaio a luglio 2015 e nonostante nelle 4 settimane del mese di luglio siano stati ritoccati al ribasso il saldo incrementale è ancora evidente (vedi tabella Ministero dello Sviluppo Economico).
Come è ovvio, l'Unione Petrolifera porta acqua al suo mulino ma a quanto pare anche il governo fa altrettanto a spese dei consumatori incassando a più non posso sia attraverso l'IVA, sia attraverso le accise e sia attraverso il combinato IVA + ACCISE che sfiora l'illegalità.
Così come le banche avevano conservato e probabilmente tutt'ora conservano, la maledetta abitudine a conteggiare gli interessi nuovi sugli interessi capitalizzati (anatocismo - calcolo di interessi su interessi) arrivando in talune circostanze a applicare tassi usurari, altrettanto il Governo ha, almeno sino a oggi, applicato la regola di determinare l'aliquota IVA del 22% anche sulla componente delle accise (vedi elenco delle accise gravanti sul prezzo dei carburanti) applicando la regola, tanto fantasiosa quanto redditizia, di tassazione delle imposte.
Ne conviene perciò che, più il prezzo del carburante rimane sostenuto e maggiore è l'introito del Governo (IVA) considerando che l'accise, salvo il frequente aggiornamento dell'elenco, è un valore fisso che oggi vale, comprensivo della imposta di fabbricazione dei carburanti, 0,7248€ per la benzina verde e 0,61740 per il gasolio.
Ci troviamo quindi di fronte a un salasso continuo e spregiudicato perpetrato, molto probabilmente, nella complicità tra la lobby dei petrolieri and company e il governo.
E così, la componente energetica che tanto incide sui bilanci aziendali e privati, anziché essere favorevole a una ripresa economica e dei consumi rimane ininfluente se non addirittura peggiorativa per i consumatori, mentre al contrario, resta un succulento gettito costante e cospicuo per il Governo e pochi altri.
Per completezza d'informazione a seguire proponiamo l'elenco completo delle accise sui carburanti:
1,90 lire (0,000981 euro) per il finanziamento della guerra d'Etiopia del 1935-1936;
14 lire (0,00723 euro) per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963;
10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo l'alluvione di Firenze del 1966;
10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968;
99 lire (0,0511 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976;
75 lire (0,0387 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto dell'Irpinia del 1980;
205 lire (0,106 euro) per il finanziamento della guerra del Libano del 1983;
22 lire (0,0114 euro) per il finanziamento della missione in Bosnia del 1996;
0,02 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004.
0,005 euro per l'acquisto di autobus ecologici nel 2005;
0,0051 euro per far fronte al terremoto dell'Aquila del 2009;
da 0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;
0,04 euro per far fronte all'arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011;
0,0089 euro per far fronte all'alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011;
0,082 euro (0,113 sul diesel) per il decreto "Salva Italia" nel dicembre 2011;
0,02 euro per far fronte ai terremoti dell'Emilia del 2012.
Il totale dell'accisa, stabiliti prima dal Regno d'Italia e poi dalla Repubblica Italiana, ammonta a circa 0,41 euro (0,50 euro IVA inclusa). Da precisare che dal 1999 un decreto legislativo permette alle varie Regioni di imporre un'accisa autonoma sulla benzina.
A tutto questo si somma la cosiddetta imposta di fabbricazione sui carburanti, che porta il totale finale a 72,84 cent per litro per la benzina verde e 61,74 cent per il gasolio IVA esclusa (dati calcolati al 17 agosto 2015). A questi valori, ovviamente, occorre aggiungere il 22% derivante dall'IVA e si arriva a sfiorare i 90 e i 75 cent/litro rispettivamente per benzina verde e gasolio.
(In allegato le tabelle e grafici)
Incontri d'affari gratuiti per gli operatori del settore alimentare a Poznan. Ultimi giorni per le adesioni. POLAGRA è organizzata in parallelo con le fiere Internazionali POLAGRATECH (food processing technologies), TAROPAK (packaging e logistica), POLAGRA GASTRO (gastronomia).
Bologna 18 agosto 2015 - Unioncamere Emilia-Romagna nell'ambito delle attività della rete Enterprise Europe Network, promuove l'evento "International matchmaking event at POLAGRA FOOD Fair" che si svolgerà in Polonia a Poznan il 22 settembre, nell'ambito della fiera internazionale POLAGRA FOOD (dal 21 al 24 settembre 2015), manifestazione leader per il settore alimentare in Europa centrale e orientale.
L'iniziativa offre l'opportunità di effettuare incontri con aziende del settore alimentare, agroalimentare, ristorazione, catering, imballaggio, macchinari e tecnologie alimentari e logistica, per avviare collaborazioni commerciali con partner europei ed internazionali.
La partecipazione è gratuita previa iscrizione entro lunedì 7 settembre sul sito www.b2match.eu/b2b-food2015 (indicare come support office Unioncamere Emilia-Romagna).
La partecipazione comprende il biglietto di ingresso di 1 giorno alla fiera FOOD POLAGRA per 1 persona per azienda (valido anche per le fiere collaterali POLAGRA TECH, TAROPAK e POLAGRA GASTRO), scrizione nel catalogo, agenda personalizzata degli incontri, coffee break e light lunch, oltre all'attività di assistenza di Enterprise Europe Network.
Per informazioni e assistenza nella procedura di iscrizione e selezione degli appuntamenti scrivere all'indirizzo e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e contattare poi il numero telefonico 0516377026 da lunedì 24 agosto.
La fiera POLAGRA Food Fair è leader esclusivo in Polonia per il settore alimentare al dettaglio, per gli alimenti e prodotti freschi e le grandi organizzazioni di catering ed è la piattaforma per condividere tecnologie innovative, avviare la cooperazione transfrontaliera e trovare nuovi partner commerciali.
POLAGRA è organizzata in parallelo con le fiere Internazionali POLAGRATECH (food processing technologies), TAROPAK (packaging e logistica), POLAGRA GASTRO (gastronomia).
(Fonte Unioncamere Emilia Romagna)
La provincia di Reggio Emilia brilla nella classifica dei "borghi felici" elaborata dal Sole 24 Ore. Sono infatti ben 10 (3 in più rispetto allo scorso anno) i comuni reggiani che rientrano tra i primi 100 piccoli centri italiani nei quali si vive meglio nella graduatoria stilata dal Centro studi Sintesi sulla base di ben 47 indicatori del Bil (Benessere interno lordo) estrapolati dalle principali fonti statistiche: Istat, Ministero dell'Interno, Infocamere, Banca d'Italia e Aci.
Il borgo reggiano "più felice" è Correggio (37esimo), davanti a Rubiera (53) e Quattro Castella (54), subito dopo si collocano Brescello, Casalgrande, Scandiano, Castellarano, Sant'Ilario d'Enza, Castelnovo di Sotto e San Martino in Rio.
"La nostra provincia, nel cuore dell'Emilia, avanza in classifica, aumentando il numero dei Comuni con ottime performance a livello nazionale per condizioni di vita, partecipazione e coesione sociale, grado di istruzione, salute, ambiente e sicurezza – commenta la vicepresidente della Provincia Ilenia Malavasi, che è anche sindaco del primo comune reggiano, appunto Correggio – Reggio, con le altre province emiliane occupa il 30% delle prime 100 posizioni: si tratta di un risultato certamente lusinghiero, che conferma il livello della qualità della vita nel Reggiano. In Emilia-Romagna siamo, al pari di Bologna, la provincia con il maggior numero di borghi felici, ben 10, a testimonianza di una comunità che, nonostante la crisi, continua a essere operosa e solidale".
La classifica del Sole 24 Ore
1 Brunico (BZ) 100
2 Vipiteno (BZ) 96,9
3 Egna (BZ) 95,6
4 Peschiera Del Garda (VR) 92,5
5 Lazise (VR) 90
6 Bardolino (VR) 89,4
7 Sirmione (BS) 83,0
8 Saluzzo (CN) 81,1
9 Alba (CN) 80,9
10 Manerba del Garda (BS) 80,8
11 Appiano sulla strada del vino (CZ) 77,4
12 Lana (BZ) 73,8
13 Lavagno (VR) 69,5
14 Iseo (BS) 69,4
15 San Pietro in Cariano (VR) 62,7
16 Ozzano dell'Emilia (BO) 61,0
17 Argelato (BO) 61,0
18 Bentivoglio (BO) 60,7
19 Oderzo /TV) 60,6
20 Negrar (VR) 60,6
21 Granarolo dell'Emilia (BO) 60,4
22 Montebelluna (TV) 60,2
23 Legnago (VR) 59,2
24 Chiavenna (SO) 56,7
25 Mogliano Veneto (TV) 56,5
26 San Martino B. A. (VR) 56,2
27 Cecina (LI) 55,5
28 Tavarnelle Val di Pesa (FI) 55,1
29 San Martino Siccom. (PV) 54,9
30 Borgomanero (NO) 54,7
31 Castenaso (BO) 54,0
32 Torri di Quartesolo (VI) 53,6
33 Caldaro sulla strada del vino (BZ) 53,2
34 Zola Predosa (BO) 52,6
35 Traversetolo (PR) 52,1
36 S. Ambrogio di Valpolicella (VR) 51,9
37 Correggio (RE) 51,4
38 Cotignola (RA) 51,4
39 Omegna (VB) 50,8
40 Breganze (VI) 50,6
41 Villafranca di Verona (VR) 50,5
42 Cherasco (CR) 50,3
43 Sorbolo (PA) 50,1
44 Teolo (PD) 49,2
45 Desenzano del Garda (BS) 48,5
46 Passirano (BS) 48,4
47 Colico (LC) 48,1
48 Piove di Sacco (PD) 47,6
49 Marano sul Panaro (MO) 47,5
50 Minerbio (BO) 47,3
51 Noventa Vicentina (VI) 47,2
52 Castel Bolognese (RA) 47,0
53 Rubiera (RE) 46,7
54 Quattro Castella (RE) 46,5
55 Castelvetro di Modena (MO) 46,4
56 Fontanellato (PR) 46,2
57 Brescello (RE) 45,9
58 Castel Maggiore (BO) 45,6
59 Castelfranco Veneto (TV) 45,5
60 Brendola (VI) 45,4
61 San Colombano al Lambro (MI) 44,8
62 Dolo (VE) 44,6
63 Villorba (TV) 44,5
64 Casalgrande (RE) 44,4
65 Scandiano (RE) 44,3
66 Soave (VR) 43,9
67 Russi (RA) 43,5
68 Maranello (MO) 43,0
69 Bertinoro (FO) 42,6
70 Castellarano (RE) 42,5
71 San Giorgio di Piano (BO) 42,5
72 Erbusco (BS) 42,0
73 Anzola dell'Emilia (BO) 41,8
74 Campogalliano (MO) 41,6
75 Rivolta d'Adda (CR) 41,5
Comune Punti
76 Poggibonsi (SI) 41,0
77 Mirano (VE) 40,8
78 Borgo San Dalmazzo (CN) 40,8
79 Lanzo Torinese (TO) 40,5
80 Sandrigo (VI) 40,5
81 Sant'Ilario d'Enza (RE) 40,4
82 San Vito al Tagliamento (PN) 40,3
83 Pandino (CR) 40,1
84 Soncino (CR) 40,0
85 Campodarsego (PD) 39,7
86 Cles (TN) 39,3
87 Castelnovo di Sotto (RE) 38,9
88 Soliera (MO) 38,5
89 Carpaneto Piacentino (PC) 38,5
90 Piazzola sul Brenta (PD) 38,4
91 San Martino in Rio (RE) 37,8
92 San Donà di Piave (VE) 37,7
93 Villanova Mondovì (CN) 37,6
94 Clusone (BG) 37,1
95 Castelleone (CR) 37,0
96 Sarzana (SP) 36,8
97 Porto Mantovano (MN) 36,7
98 Pegognaga (MN) 36,6
99 Albino (BG) 36,6
100 Riva del Garda (TN) 36
Scarica la classifica
http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/Online/_Oggetti_Correlati/Documenti/Notizie/2015/08/mappa-borghi-felici.pdf
L'Emilia Romagna piazza ben 32 comuni nei primi 100. Bologna e Reggio Emilia fanno la parte del leone. Traversetolo (PR) in testa nella speciale classifica dell'emilia occidentale.
di LGC Parma 18 agosto 2015 -
L'Alto Adige, almeno stando alla speciale classifica del Sole 24 ore, sembrerebbe la terra promessa piazzando ben tre comuni tutti sul podio dei Borghi Felici d'Italia. Brunico, Vipiteno e Egna (BZ) rispettivamente occupano dal primo al terzo posto seguiti poi da Peschiera del Garda (BS), Lazise (VR), Bardolino (VR, Saluzzo e Alba (CN) e al decimo posto Manerba sul Garda (BS).
Nei primi 100 Borghi però ben 32 sono Emiliano Romagnoli.
Tra tutte svettano le province di Bologna con 11 comuni (dei quali 6 tra il 16esimo e il 34esimo posto) e Reggio Emilia (dal 37esimo al 91esimo posto) rappresentata da ben 10 borghi.
A seguire Modena con 4, Ravenna con tre comuni, Parma con due, Piacenza e Forlì-Cesena con uno mentre Ferrara, così come pure Rimini, non è rappresentata nella speciale classifica dei 100 Borghi più felici stilata dall'autorevole quotidiano economico di color rosa.
Una speciale menzione va indubbiamente riservata a Traversetolo (PR) che si piazza al 35esimo posto assoluto e capeggia la classifica emiliana (escluso Bologna) precedendo di due posizioni Correggio, il primo tra i comuni reggiani.
La "classifica dei borghi felici" e che prende in considerazione località che abbiano un apopolazione compresa tra 5mila e 50.00 abitanti, redatta dal sole 24 ore, è frutto di una selezione basata su 16 parametri legati alla qualità della vita in versione Stiglitz-Sen-Fitoussi, che viene a determinare un indicatore non solo basato sul reddito (il Pil), ma incentrato sulle variabili del benessere economico e sociale, dell'ambiente, degli indicatori di felicità (il Bil - Benessere Interno Lordo).
La Classifica Emiliano Romagnola
16 Ozzano dell'Emilia (BO) 61,0
17 Argelato (BO) 61,0
18 Bentivoglio (BO) 60,7
21 Granarolo dell'Emilia (BO) 60,4
31 Castenaso (BO) 54,0
34 Zola Predosa (BO) 52,6
35 Traversetolo (PR) 52,1
37 Correggio (RE) 51,4
38 Cotignola (RA) 51,4
49 Marano sul Panaro (MO) 47,5
50 Minerbio (BO) 47,3
52 Castel Bolognese (RA) 47,0
53 Rubiera (RE) 46,7
54 Quattro Castella (RE) 46,5
55 Castelvetro di Modena (MO) 46,4
56 Fontanellato (PR) 46,2
57 Brescello (RE) 45,9
58 Castel Maggiore (BO) 45,6
64 Casalgrande (RE) 44,4
65 Scandiano (RE) 44,3
67 Russi (RA) 43,5
68 Maranello (MO) 43,0
69 Bertinoro (FO) 42,6
70 Castellarano (RE) 42,5
71 San Giorgio di Piano (BO) 42,5
73 Anzola dell'Emilia (BO) 41,8
74 Campogalliano (MO) 41,6
81 Sant'Ilario d'Enza (RE) 40,4
87 Castelnovo di Sotto (RE) 38,9
88 Soliera (MO) 38,5
89 Carpaneto Piacentino (PC) 38,5
91 San Martino in Rio (RE) 37,8
(in allegato la classifica del Sole 24 ore in formato pdf)
Piccole imprese più esposte al fenomeno del ritardo nei pagamenti
Modena, 14 agosto 2015. Un'indagine di Cribis D&BT ha evidenziato come le aziende emiliano-romagnole siano le più puntuali nell'onorare i propri debiti: il 46,6%, infatti, paga con regolarità, contro una media nazionale del 36,3%. Anche il dato dei ritardi è positivo rispetto a quello medio: 30 giorni, cioè l'8,9%, contro il 15,7% nazionale.
Particolarmente virtuose sembrerebbero essere le aziende modenesi, le più affidabili, visto che le soglie di puntualità di queste ultime vanno oltre il 48%.
"In realtà – osserva Umberto Venturi – non so se ci si possa rallegrare per i risultati di un'indagine che testimonia come le imprese che adempiono con onestà i propri impegni contrattuali siano meno della metà. E ancora più preoccupante il fatto che a pagare lo scotto di questa situazione siano le imprese più piccole, le più virtuose nel rispetto dei pagamenti (con una puntualità del 48,8%), ma quelle che allo stesso tempo presentano il dato più alto di ritardi gravi".
Una situazione aggravata dal fenomeno dei fallimenti e dei concordati, che ancora una volta incide in mood più pesante sulle realtà più piccole. "Purtroppo – osserva il presidente di CNA – non sono pochi i casi di aziende messi in difficoltà, a volte costrette anche a chiudere, a causa di questo istituto".
Un istituto introdotto già nel 1942 e ripetutamente modificato, quello che raccoglie oggi le critiche di Umberto Venturi. Se, infatti, questa procedura concorsuale dovrebbe servire per evitare il fallimento di un'impresa attraverso accordi con i propri creditori, oggi del concordato se ne fa spesso un uso distorto, finalizzato più a penalizzare i creditori che ad affrontare vere e proprie situazioni di crisi.
"Il problema – sottolinea Venturi – non è quando questo passo lo si fa per aziende davvero in crisi, ma quando il concordato maschera la prosecuzione dell'attività aziendale attraverso la costituzione di nuove realtà produttive, che assorbono le sole attività profittevoli della società precedente, lasciando il cerino, cioè i crediti in gran parte insoluti, in mano ai creditori. Si tratta di un comportamento sempre più frequente, che configura un approccio riprovevole da parte di quegli imprenditori che utilizzano il concordato in questo modo".
Negli ultimi anni, infatti, questa procedura è stata frequentemente utilizzata in modo sleale da imprese in difficoltà a scapito di fornitori di beni e servizi, soprattutto artigiani, micro e piccole imprese. "Per questo motivo – continua Venturi – abbiamo apprezzato i correttivi alla procedura di concordato dal Decreto fallimenti passato alla fiducia della Camera qualche giorno fa. In particolare, guardiamo con interesse alle disposizioni mirate ad accrescere la trasparenza nell'intera procedura concorsuale: la facoltà concessa ai creditori di presentare proposte di concordato alternative a quelle dei debitori; l'introduzione di requisiti più stringenti nella nomina del curatore e nella proposta di concordato preventivo, chiamato a soddisfare almeno il 20 per cento dei crediti chirografari".
Nel passaggio al Senato, però, Cna chiede di rafforzare ulteriormente l'impianto del decreto, introducendo vincoli più stringenti in caso di cessione o di conferimento in altra società, come il divieto di partecipare alla newco per soggetti riconducibili all'impresa che chiede l'ammissione al concordato, evitando che il debitore possa riprendere in maniera fraudolenta l'attività a danno dei creditori.
Mercato cittadino, nessuna pausa per sabato 15 agosto
Piacenza 14 agosto 2015 -
L'assessorato al Commercio rende noto che non ci sarà alcuna pausa, nel giorno di ferragosto, per il mercato cittadino, regolarmente in calendario in centro storico come ogni sabato. Data la concomitanza con la festività, tuttavia, non può essere garantita la consueta presenza di tutti gli ambulanti.
"MEET IN ITALY FOR LIFE SCIENCES" - Manotti, CNA Industria: "Partecipare a matching internazionali e incontri b2b è il primo passo per stimolare scambi commerciali e investimenti"
Reggio Emilia, 13 agosto 2015. Nell'ambito del progetto Europeo Enterprise Europe, CNA è uno dei co-organizzatori del terzo matching internazionale dedicato ai settori della nutriceutica, farmaceutica, tecnologie per la salute e bio medicale "Meet in Italy for Sciences" che si svolgerà a Milano presso Palazzo Lombardia dal 30 settembre al 2 ottobre 2015.
L'evento rappresenta un'opportunità per partnership nazionali ed internazionali di natura commerciale, di ricerca, sviluppo e trasferimento tecnologico, per progetti europei e investimenti fra aziende, centri di ricerca e investitori internazionali. Una vetrina gratuita della propria realtà per un settore che può contribuire a sviluppare il sistema Italia.
Rodolfo Manotti, Presidente Provinciale CNA Industria rilancia sull'evento, invitando le imprese interessate a partecipare: "CNA Industria crede molto nelle opportunità di business e ricerca costituite dalla modalità b2b. Nella provincia reggiana abbiamo competenze e imprese specializzate che possono davvero fare la differenza nel panorama internazionale. Si tratta del terzo brokerage event pianificato nell'ambito delle attività della rete Enterprise Europe Network, la rete Europea a supporto dell'innovazione ed internazionalizzazione realizzata attraverso il Consorzio Simpler, di cui CNA è partner. Solo lo scorso anno questo evento ha coinvolto oltre 150 imprese, generati 650 incontri con più di 14 paesi coinvolti".
Per partecipare a Meet in Italy for Life Sciences è necessario registrarsi e inserire un proprio profilo sul sito dedicato all'evento.
Per maggiori informazioni contattare CNA Industria Provinciale, Rif. Ughetta Fabris, tel. 0522 356366 e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro e non oltre l'11 settembre 2015.
Alle imprese partecipanti sarà richiesta la pubblicazione sul catalogo on line di un company profile in inglese in cui descrivere l'organizzazione e il profilo di cooperazione dettagliando cosa si cerca e/o si offre negli incontri B2B.
Piccoli passi verso una possibile ripresa. +1.747 imprese rispetto a marzo.
Bologna 13 agosto 2015 -
Nel secondo trimestre dell'anno, in Emilia-Romagna, le imprese attive aumentano di 1.600 unità (+0,4 per cento) rispetto al trimestre precedente, un incremento contenuto. Segno più per commercio (+419) e i servizi di alloggio e ristorazione (+392 unità).
Quasi ferme le costruzioni, al palo la manifattura. Aumentano ditte individuali (+924) e società di capitale (+849), in calo le società di persone (-199).
Barometro in lieve rialzo all'anagrafe delle imprese emiliano-romagnole, nel secondo trimestre del 2015. E' quanto emerge dall'analisi dei dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna sulla base della rilevazione di InfoCamere.
La stagionalità è favorevole, ma permangono ancora, seppur attenuati, gli effetti della grave recessione trascorsa.
Le imprese registrate in Emilia-Romagna sono risultate 463.168 a fine giugno, 1.747 in più (+0,4 per cento) rispetto a fine marzo. L'incremento è relativamente limitato, superiore solo a quelli registrati nello stesso trimestre del 2009 e del 2013. A livello nazionale l'aumento è risultato lievemente più ampio (+0,5 per cento). Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, le iscrizioni (6.864) sono leggermente aumentate, le cessazioni (5.145) sono salite nella stessa misura assoluta. Entrambi i dati sono prossimi ai minimi dell'ultimo decennio.
Il dato delle imprese attive rende l'effettiva capacità della base imprenditoriale. A fine giugno, le imprese attive erano 411.838. anche in questo caso l'incremento congiunturale rilevato (1.600 unità, +0,4 per cento) è relativamente limitato, non va oltre la soglia delle 2.000 imprese, non più superata ormai da tre anni.
I settori di attività economica che più hanno concorso a determinare la crescita sono commercio (+419 unità, +0,4 per cento) e i servizi di alloggio e ristorazione (+392 unità, +1,3 per cento). In aumento le attività dei servizi per edifici e paesaggio (imprese di pulizie) e di supporto per le funzioni d'ufficio e alle imprese. Solo in lievissima crescita le imprese delle costruzioni (+0,1 per cento), ferma la manifattura, in leggero calo trasporto e magazzinaggio.
L'andamento per forma giuridica
La crescita della base imprenditoriale è stata determinata, in primo luogo, da un aumento delle ditte individuali (924 unità, +0,4 per cento) e quindi da una forte crescita delle società di capitale (849 unità, +1,0 per cento), la più elevata rilevata nello stesso trimestre negli ultimi sette anni.
A quest'ultima ha contribuito la forte attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, che motiva altresì una flessione delle società di persone (-199 unità, -0,2 per cento), che appare ampia, data la stagionalità favorevole e senza precedenti, eccezion fatta per il secondo trimestre del 2008.
Un commento
Gli andamenti osservati manifestano ancora gli effetti della dura e lunga crisi.
I segnali recenti indicano che, dopo la recessione è ora possibile una ripresa, nonostante il ritardo con cui questi si manifestano sulla demografia delle imprese. La base imprenditoriale ha subito però una pressione senza precedenti, che avrà effetti strutturali permanenti.
(Fonte Unioncamere Emilia Romagna)
Ancora positiva, ma senza squilli, la congiuntura economica delle pmi modenesi nel secondo trimestre 2015
Ancora positiva – ma con un trend in calo – l'andamento congiunturale relativo al secondo trimestre dell'anno per ciò che riguarda le imprese modenesi sino a 50 dipendenti. Situazione settoriale in chiaroscuro: continua la crescita a doppia cifra per la meccanica, male invece agroalimentare e maglieria. Incertezze anche sul biomedicale.
Modena, 12 agosto 2015. Con il quarto segno più consecutivo è arrivata ad un anno la fase congiunturale positiva delle piccole e medie imprese manifatturiere modenesi. Certo i ritmi della crescita non sono feroci, come testimonia il modesto +2% messo a segno nel trimestre aprile-giugno, ma il dato è comunque positivo, così come positiva è la tenuta del fatturato, che rispetto ad un anno fa cresce dell'1,8%. L'export scende al 20,4% del fatturato, a conferma del fatto che l'andamento favorevole è sostenuto anche da una piccola ripresa del mercato interno. A fare da traino, comunque, è ancora la domanda estera, come dimostra l'andamento degli ordinativi: +8,8 quelli oltreconfine, +0,5 quelli interni
SI CONSOLIDA LA CRESCITA
A ogni buon cosnto, si tratta di un altro passo in più nel tentativo di ritornare ai livelli pre-crisi, che comunque rimangono ancora lontani.
I SETTORI
Valori medi positivi, ma alcune situazioni non proprio allegre, nel panorama manifatturiero delle piccole imprese modenesi. Ai dati positivi che arrivano dalla meccanica e dall'elettronica, si contrappongono quelli negativi di settori importanti come l'agroalimentare e la maglieria. Segno meno anche per la ceramica e, un po' a sorpresa, per il biomedicale. Nel dettaglio gli andamenti settoriali (ciascun valore fa riferimento alla variazione rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente).
ALIMENTARE
Se ne primo trimestre la situazione nel comparto aveva tenuto, questa volta, assieme al fatturato, cede pure la produzione. Una situazione di difficoltà che si rispecchia anche nell'andamento dell'export, che schizza al a6,3% del totale (contro il 7,6% del primo trimestre).
MAGLIERIA
Sembra rallentare la corsa al ribasso del comparto, che configura in particolare la produzione in conto terzi. Le prospettive, però, non sembrano delle migliori, almeno ad osservare la dinamica degli ordinativi.
ABBIGLIAMENTO
Situazione decisamente migliore per l'abbigliamento, dove si concentra il conto proprio della filiera della moda modenese. Particolarmente positiva la ripresa del fatturato e le attese sull'export, che a fine giugno era attestata al 6,2% del fatturato totale.
CERAMICA
Brusco calo il settore della ceramica, rappresentato prevalentemente dal cosiddetto terzo fuoco, che retrocede sia in termini di produzione che di fatturato. Unica parentesi favorevole l'export, che supera la barriera del 10% del fatturato.
PRODOTTI IN METALLO
Sostanzialmente stabile il comparto della meccanica pesante, che vede aumentare ulteriormente la quota di fatturato estero (14,2%). Una congiuntura che pare confermarsi anche nell'immediato futuro.
MACCHINE E APPARECCHI MECCANICI
Continua impetuosa la fase di crescita del comparto principe del manifatturiero geminiano, che accelera. Si tratta di un'indicazione importantissima per la manifattura modenese, visto che la meccanica rappresenta la cerniera dei vari distretti della nostra economia. La quota del fatturato estero cresce ancora, avvicinandosi al 40%, anche le attese per gli ordinativi sono più che favorevoli.
BIOMEDICALE
Una flessione che stupisce ma non preoccupa, quella del biomedicale, che continua ad essere un comparto estremamente dinamico, soprattutto sui mercati esteri, come dimostra il fatturato oltreconfine, che cresce ancora raggiungendo quota 61,7% del totale, il record nella serie storica datata 2007.
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE
Buoni segnali continuano ad arrivare dal comparto dell'elettronica, magari ancora non molto rappresentativo, ma certo estremamente attento all'innovazione e piuttosto propenso all'export, che nel secondo trimestre dell'anno è rimasto attorno al 10% del totale.
LE CONSIDERAZIONI DI CNA.
"Sembra subire un rallentamento la fase di decisa crescita che, nei sei mesi precedenti all'ultimo trimestre, aveva caratterizzato l'andamento economico delle piccole e medie imprese modenesi", fa notare l'Ufficio Studi di CNA. Rallentamento che però non appare preoccupante, ma piuttosto fisiologico, visto il precedente – questo sì al di là di ogni più rosea aspettativa – del primo trimestre.
Quello che invece è fonte di perplessità è l'andamento in chiaroscuro di alcuni compaarti, l'agroalimentare – che evave meglio di altri superato gli anni della grande depressione" – e la maglieria su tutti.
"Al solito – commenta Umberto Venturi, presidente dell'Associazione modenese – regna sovrana l'incertezza, l'impossibilità di impostare un futuro a lungo termine, clima che impatta maggiormente sulle piccole e medie imprese e che rallenta gli investimenti, in capitale sia tecnologico che umano. Un contesto aggravato dalla situazione cinese".
Una realtà, quelle delle pmi, ancora in attesa di buone nuove sul fronte della riforma fiscale. "Non vi è traccia – continua Venturi - dei provvedimenti che le piccole e medie imprese si attendono dall'attuazione della Riforma fiscale, quali il riordino dei regimi impositivi, l'introduzione del regime di cassa per i soggetti in contabilità semplificata, la ridefinizione del nuovo regime forfetario, la definizione dell'autonoma organizzazione ai fini dell'Irap".
(in allegato le tabelle e gli indicatori di settore)
Confermando il trend già emerso con il calo dei fallimenti nella provincia di Reggio Emilia, anche i protesti nel primo quadrimestre 2015 sono risultati in calo sia come numero che come importo complessivo degli insoluti. -
Reggio Emilia, 7 agosto 2015 -
Sono 1.408 i titoli esecutivi protestati nel corso dei primi quattro mesi del 2015 nella nostra provincia con una diminuzione, rispetto allo stesso periodo dell'anno passato, del 20,4%. In calo del 35,9% anche il valore dell'insoluto che ammonta a quasi 2,2 milioni di euro.
Lo rileva l'ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia sulla base dei dati forniti dall'ufficio protesti dell'Ente stesso.
L'andamento rilevato è da attribuire principalmente alla riduzione del numero di cambiali protestate, che passa da 1.268 del 2014 a 1.021 dell'anno in corso (-19,5%); ancora più elevata la contrazione dell'importo, che registra una flessione del 44,3% portandosi a quasi 876.000 euro. Il consistente calo del valore dei pagherò ne ha fatto scendere il valore medio da 1.240 a 848 euro.
Relativamente agli assegni, a fronte di una diminuzione del 22,6% nella consistenza (da 500 a 387), si registra un decremento nel valore di 559.000 euro (-29%): da 1,9 milioni di euro del 2014 a 1,4 milioni del 2015.
(Fonte:Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)