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Martedì, 21 Gennaio 2020 06:32

Vittorio Sgarbi a Fidenza

Lunedì 20 gennaio il critico d'arte a Fidenza in provincia di Parma.

Di Nicola Comparato Parma 21 gennaio 2020 - Vittorio Sgarbi, famoso critico d'arte, nato a Ferrara il giorno 8 maggio 1952, più volte membro del parlamento e attualmente sindaco di Sutri in provincia di Viterbo, nella serata di lunedì 20 gennaio a Fidenza, è stato ospite presso l'Astoria Hotel, per partecipare a un evento incentrato sulle bellezze culturali e architettoniche che contraddistinguono da sempre il territorio parmense e sui vari aspetti dell'Italia sotto il profilo politico, storico e cristiano.

Sgarbi, comincia il suo discorso parlando delle chiese parmensi, per orientare poi l'attenzione sui partiti politici italiani, su Giuseppe Verdi e sulla questione del crocifisso che tanto fa discutere, sottolineando che non si tratta semplicemente di un oggetto che simboleggia la religione, ma piuttosto di un simbolo storico, mettendo in evidenza che Gesù fu un personaggio della storia e non solo della Bibbia.

Sul tema magistratura e politica, Vittorio Sgarbi durante l'evento ha più volte citato e difeso il leader socialista Bettino Craxi di recente commemorato per il ventesimo anniversario della sua morte, e nel suo monologo intenso, tra le varie tematiche, è riuscito a dare spazio anche all'ironia, raccontando una sua avventura amorosa successa anni prima proprio in provincia di Parma, concludendo con una serie di diapositive raffiguranti alcuni edifici del territorio come ad esempio la Chiesa di San Donnino a Fidenza.

Al termine della serata Sgarbi é intervenuto con il collegamento in diretta dall'Astoria Hotel di Fidenza, con la trasmissione di Rete 4 "Quarta Repubblica" condotta da Nicola Porro.

Pubblicato in Cronaca Parma

Sabato 18 gennaio, alle 18, la scrittrice carpigiana presenta la sua ultima fatica letteraria, un racconto delicato, intenso, che attraverso il percorso interiore del protagonista, l’adolescente Gigi, ripropone in chiave moderna il messaggio di Luigi de Montfort, santo francese vissuto nel Seicento, svelandone modernità e vivacità.

MODENA – Gigi ha 15 anni e ha appena perso il papà. La scomparsa del genitore, di cui sente fortemente la mancanza, lo fa entrare in crisi. Il ragazzo mette così in discussione la scuola, la sua vita quotidiana e si mette alla ricerca di quello che lui chiama “il segreto della vita” su internet.

Gigi è il protagonista del romanzo “L’amore della Sapienza” (Edizioni Messaggero Padova) esordio letterario della scrittrice carpigiana Elisabetta Ronchetti, che sarà presentato, sabato 18 gennaio, presso il Circolo degli Artisti, di Via Castel Maraldo 21/A, a partire dalle ore 18.

Il libro è pensato per adolescenti dai 13 ai 17 anni, ma offre spunti di riflessione anche per gli adulti, in particolare genitori, insegnanti ed educatori. Il giovane protagonista, infatti, nella sua ricerca interiore, smette di andare a scuola e si chiude in casa in compagnia del suo PC, a cui dà il nome di Salomone, come il celebre re biblico a cui Dio fece il dono della Sapienza, frequentando solo due amici fidati, Tino e Tina, e condividendo i suoi pensieri con un piccione che, di tanto in tanto, si affaccia alla sua finestra.

È proprio la Sapienza sarà la chiave per comprendere “il segreto della vita”, e Gigi arriverà a scoprirlo attraverso l’indagine sul significato antico della sapienza stessa e la comprensione di alcuni messaggi profondi, ricavati dalla vita e dalla storia di Gesù e riportati nel messaggio di Luigi de Montfort, un santo francese vissuto nel Seicento e molto caro a papa Giovanni Paolo II.

A fare da “colonna sonora” alla ricerca interiore del protagonista, alcuni brani di canzoni tra classiche e moderne, che l’autrice riporta tra le pagine per dare forza e modernità al messaggio riportato nel romanzo.

Elisabetta Ronchetti, vive a Carpi (MO) e scrive dal 2015. Dopo aver ricevuto premi ad alcuni concorsi letterari, si è iscritta all’Associazione di scrittori “I Semi Neri” con i quali ha pubblicato l’Antologia La casa dei segni, viaggio nella terra e nella memoria del Frignano (Colombini 2018). L’amore della sapienza è il suo primo lavoro individuale.

L’evento è in collaborazione con l’Associazione di scrittori “I Semi Neri” ( www.semineri.it )
Conduce la giornalista Manuela Fiorini.

SCHEDA DEL LIBRO
Elisabetta Ronchetti
L'amore della sapienza- Un ragazzo cerca il segreto della vita
Edizioni Il Messaggero Padova
Pagg, 114 - € 10

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Inaugurata la mostra sulla Gazzetta di Parma. Nell'anno di Parma Capitale Italiana della Cultura non poteva non essere ritagliato uno spazio per  la "Gazzetta di Parma", il giornale più antico d'Italia (primato conteso con la Gazzetta di Mantova) che da 285 anni, senza interruzioni, ha raccontato di Parma e della provincia. Un giornale che ha raccontato la quotidianità di Parma, anche quella più semplice, dei quartieri e dei paesi, e che perciò rappresenta un pezzo importante della storia della Città Ducale.

Bene ha fatto quindi l'amministrazione di Parma a riconoscere la "Medaglia d'Oro" del Premio Sant'Ilario al quotidiano di Parma, quella "Gazza" spesso criticata ma da tutti amata e insostituibile.

La motivazioni – La Medaglia d'Oro del Premio Sant'Ilario 2020 viene conferita a Gazzetta di Parma che, attraverso la plurisecolare attività di informazione, ha contribuito a garantire uno dei diritti fondanti previsti dalla Costituzione: libertà di pensiero, di stampa e di informazione. Ha costituito un elemento propulsivo nella crescita culturale della città contribuendo, altresì, a formarne l'identità e diventandone parte. In 285 anni di attività ha narrato Parma, ha raccontato la sua gente, testimone quotidiana della vita cittadina e dalla sua storia.

Nelle foto di Francesca Bocchia le immagini della mostra dedicata alla Gazzetta di Parma in Palazzo Pigorini.

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Domenica 19 gennaio si parte con il corso di motivazione “Quanto Vali?!” e il brindisi inaugurale del variegato cartellone di appuntamenti dell’Associazione medesanese, partner di Parma Capitale della Cultura 2020.

Medesano (PR) 12-01-20 – Il 2020 sarà un anno importante per la cultura a Parma e provincia e il nuovo incarico di referente eventi del centro culturale La Caplèra di Medesano, sede dell’omonima associazione costituita nel 2016, vedrà da subito all’opera Francesca Caggiati.

Già domenica 19 gennaio, dalle 12.00 alle 18.00, i locali della villa ospiteranno il corso di motivazione e consapevolezza "Quanto Vali?!", che porterà i partecipanti a sperimentare vari modi per darsi il giusto valore, nelle relazioni di lavoro - riposizionandosi all'interno della propria azienda o addirittura cambiando lavoro - e nelle relazioni interpersonali, di coppia, genitori/figli o amicali.

“Nel momento in cui diventiamo consapevoli del nostro valore – spiega Francesca Caggiati - possiamo trasmettere agli altri le nostre qualità e competenze per farci riconoscere una retribuzione più consona, vivere un rapporto più equilibrato e rispettoso con noi stessi e di conseguenza con gli altri”.

Francesca_Caggiati_-_giornalista.jpgCaggiati, 46 anni, formatasi con rinomati docenti italiani ed esteri, conta una laurea in Economia e Commercio, è specializzata in comunicazione e marketing turistico e territoriale. Giornalista pubblicista dal 2001, attualmente ricopre il ruolo di revisore dei conti, nel Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti dell'Emilia Romagna, per cui organizza anche alcuni dei seminari di aggiornamento relativi alla formazione obbligatoria degli iscritti.
Il corso è a numero chiuso e prevede un massimo di dodici partecipanti. Per ulteriori informazioni è possibile contattare il 338 5219408 oppure inviare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o un messaggio attraverso la pagina Fb Parma Da Vivere.

L’Associazione senza scopo di lucro La Caplèra è partner ufficiale di Parma Capitale della Cultura 2020 con un progetto previsto presso il Ponte Nord, mentre in sede ospiterà eventi socio-culturali, artistici, informativi, educativi e benefici.

La realtà medesanese prende il nome dalla cappellaia, in dialetto locale la caplèra appunto, che viveva nella vecchia casa e che di mestiere cuciva i cappelli per gli abitanti della zona. Da qui, l’attuale proprietario e fondatore, è stato ispirato e ha tradotto in favola la straordinaria avventura che gli ha permesso di acquistare la Caplèra, fatta costruire dal maestro Romano Gandolfi, e che il centro culturale ha in animo di poter offrire al pubblico a fine maggio, con uno spettacolo teatrale rivolto ad adulti e bambini.

Sempre domenica 19 gennaio alle ore 19.00 si terrà la presentazione del calendario eventi La Caplèra 2020 e il brindisi inaugurale - aperto a tutti fino ad esaurimento posti – per cui è richiesta l’adesione contattando il centro culturale attraverso la mail del sito www.lacaplera.it  o la pagina Fb "La Caplèra".

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Un’occasione unica. Anzi tre occasioni distinte per un unico grande evento. Una notte all’insegna della musica gospel con chi ha questi suoni nel sangue: l’ “Every Praise & Virginia Union Gospel Choir”. Tre date, si diceva, a partire da lunedì 16 dicembre al Teatro Nazionale CheBanca! di Milano, per proseguire giovedì 19 dicembre nel nostro territorio, al teatro Nuovo di Ferrara, e chiudere a Legnano sabato 21 dicembre. Trenta artisti direttamente dagli Stati Uniti d’America e con loro anche J. David Bratton, gigante della musica Gospel, produttore, autore e insegnante. Insomma, un vero numero uno in questo mondo. All’Interno dell’Every Praise & Virginia Union Gospel Choir ci sono i migliori cantanti e musicisti del gospel americano provenienti dagli stati della Virginia e di New York. Stiamo parlando di 27 cantanti e una band di talentuosi musicisti che vedrà in scena Quennel Gaskins (alla tastiera), Derrick Wright (alla batteria) e Zion Charity (al basso). 

CHI è J. DAVID BRATTON - Un talento cristallino, sia come compositore che come interprete e solista. È partita da questa base la sua scalata al mondo della musica che gli ha dato l’opportunità di collaborare con diversi artisti di rilievo del panorama gospel internazionale come Edwin Hawkins (autore di Oh Happy Day), Richard Smallwood, Timothy Wright, Hezekiah Walker, Roberta Flack e Pattie LaBelle, oltre ad artisti del calibro di Anastasia, Dee Bridgewater. Virtuoso del pianoforte e dotato di una “vena compositiva” giovane e fresca, ha realizzato più di 20 lavori discografici sia come solista che come ospite in progetti altrui. Nel 2008 il suo brano Selah ha ricevuto una nomination ai “Dove Gospel Awards” come migliore canzone gospel.

I SUCCESSO CON IL CORO – Ma non è tutto: nel 2014 con Every Praise ha raggiunto la vetta delle classifiche USA nel circuito Gospel/Spiritual e ha vinto i Dove Awards come “miglior canzone gospel dell’anno”. Sotto la sua guida, Every Praise & Virginia Union Gospel Choir desiderano veicolare la tradizione con uno show più giovane e moderno, dove la presenza scenica, l'eleganza e lo stile sono importanti tanto quanto i temi cantati e la vocalità. Il tutto mantenendo profonde radici nel gospel tradizionale. Ecco allora che voci magnifiche hanno imparato a fondersi e a sostenersi, raggiungendo una forza di impatto rarissima e un equilibrio musicale di grande spessore artistico. E per concludere, ma non meno importante, il coro si è arricchito della direzione di Sir Perry Evans, noto sulla scena nazionale e internazionale, per la pluriennale esperienza nell’insegnamento del canto. Da sempre attendo alla diffusione e alla valorizzazione della tradizione gospel all'estero, Sir Evans attualmente è docente di canto alla Virginia State University.

IL CORO - In tour con il coro, solisti di grande talento: Anisa Fowler, Elbonee La’Trece, LaTonya Archie , Ivy Mitchell oltre a Lauren Denise Byrd nata e cresciuta ad Oakland (California). Denise ha iniziato a cantare all'età di 3 anni registrando il suo primo progetto di gruppo nel 2007 con le sue sorelle. Ha avuto occasione di collaborare con artisti come Kierra Sheard, Mary Mary e Mali Music. Il suo repertorio spazia dal gospel contemporaneo al R&B. Il suo ultimo album "Love U 2 Life: Reboot” (Luglio 2018) ha subito conquistato pubblico e critica. E ancora, Aarion Rhodes, nata e cresciuta ad Atlanta, figlia della legenda della musica gospel LaShun Pace. Aarion si è esibita con artisti del calibro di Edwin Hawkins, Donald Lawrence, Jennifer Holiday e molti altri. Si è anche avventurata nel musical nel ruolo di protagonista in “The Black Nativity”. Aaron Kendall Gray, invece, è cresciuto in Florida: suo padre pastore, sua madre direttore di coro Gospel- Ha iniziato a cantare in chiesa all'età di 5 anni, registra il suo primo brano all'età di 14 anni "Hang on in There" e nel 2001 pubblica l'album R & B dal titolo "Body Rain", che lo porta all’attenzione del mondo della musica . Queste sono solo alcune delle storie che abbracciano i grandi artisti di Every Praise & Virginia Union Gospel Choir, in Italia con l'obiettivo di regalare al pubblico uno spettacolo sempre più ricco, coinvolgente ed emozionante.

Pietro Razzini

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Una bizzarra rilettura del capolavoro shakespeariano, “Romeo e Giulietta”, con i due protagonisti d’eccezione nei panni degli innamorati più conosciuti del mondo. Ale e Franz: la coppia di attori torna a teatro con “Romeo & Giulietta: Nati Sotto Contraria Stella”, per la regia Leo Muscato. Dal 10 dicembre 2019 all' 1 gennaio 2020, sul palco del Teatro Manzoni di Milano, ci saranno loro, offrendo anche un modo divertente, a tutti gli amanti delle risate, per passare la serata del 31 dicembre.

IL CAST - In scena con i due artisti, Eugenio Allegri, Marco Gobetti, Marco Zannoni e Roberto Zanisi. Ad essi si aggiunge la partecipazione straordinaria di Paolo Graziosi in un lavoro che il regista Leo Muscato scrisse e diresse 14 anni fa. Oggi viene tutto riproposto con un cast rinnovato. Con Ale e Franz prim’attori. E non è sicuramente una casualità visto che i due showmen raccontano che proprio all’epoca si innamorarono del progetto, guardando lo spettacolo in prima fila durante una delle prime messe in scena. Quale migliore occasione della celebrazione dei 25 anni di “vita professionale di coppia” ci poteva essere, quindi, per portare sul palco “Romeo e Giulietta”? 

LA TRAMA – Ale e Franz sono “l’attorone” e “l’avanguardista”. Il primo non si rassegna all’idea di dover dividere la scena con una serie di artisti che ritiene inadeguati al suo status. Il secondo è uno specialista nel fare provini: caparbiamente si presenta a tutte le audizioni e nessuno lo prende. Ma questa volta avrà un ruolo da protagonista. Intorno ai due soggetti principali si muove una sgangherata compagnia di comici che porta sul palcoscenico i propri rapporti personali fatti di invidie, ripicche, alleanze e rappacificazioni. In scena si rubano le battute con atteggiamenti che provocano tutta una serie di azioni e reazioni che danno vita ad uno spettacolo nello spettacolo.

SPECIALE 31 DICEMBRE 2019 - Per San Silvestro sono previste 2 recite, alle ore 17,30 e alle ore 21,30. Al termine della recita delle 21,30, allo scoccare della mezzanotte, si brinderà al nuovo anno con spumante, panettone e un buffet di dolci insieme a Ale e Franz e agli altri attori della Compagnia. Inoltre in occasione della recita delle ore 21,30 sarà possibile cenare nel foyer del Teatro a partire dalle ore 20,30. Per tutte le informazioni su prenotazioni, prezzi e menù, basterà consultare il sito del teatro www.teatromanzoni.it.

Pietro Razzini

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Mercoledì, 11 Dicembre 2019 15:12

Il ritratto ritrovato, i ringraziamenti dell'assessore

Ritrovamento “Ritratto di signora”; l’assessore Papamarenghi ringrazia “tutte le persone coinvolte in questa eccezionale scoperta”

“Dal racconto di tutte persone coinvolte nel ritrovamento del dipinto alla Galleria Ricci Oddi, quello che emerge è innanzitutto l'importanza di questa svolta inattesa e l’orgoglio all’idea di restituire, alla città e alla storia dell’arte, un bene così prezioso”.

L’assessore alla Cultura Jonathan Papamarenghi segue senza sosta, da ieri, l’evolversi della vicenda riguardante il “Ritratto di signora” di Klimt e, pur sottolineando che occorre mantenere giusta cautela in attesa delle perizie scientifiche sul quadro, tende a sottolineare come chi partecipa ad una ricerca e ad un ritrovamento di tale portata meriti la più grande riconoscenza di tutta la comunità.


“Alla gratitudine per il lavoro costante della Procura e delle Forze dell’Ordine, che in questi 22 anni non hanno mai smesso di indagare – sottolinea Papamarenghi – si aggiunge un doveroso ringraziamento anzitutto al personale comunale che ha avviato le operazioni di pulizia straordinaria del verde, al signor Mohammed Abrjnaz e a tutti i suoi colleghi, per la cura, l’attenzione, la tempestività ed il senso di responsabilità con cui hanno allertato i propri coordinatori e lo staff della Galleria, a partire dai suoi custodi, che per primi hanno potuto verificare l’eccezionalità di quanto era accaduto: l’autentica emozione che si percepisce nel loro resoconto esprime bene i sentimenti che la nostra comunità sta vivendo in queste ore, peraltro alla vigilia di un momento significativo come l’apertura della mostra-tributo dedicata a Stefano Fugazza, che a questo punto stiamo già integrando. Ancora una volta, ribadisco che l’Amministrazione comunale e tutto il sistema Piacenza faranno di tutto perché il capolavoro di Klimt, se le verifiche daranno le conferme che tutti attendiamo, possa ritornare finalmente a casa, alla Galleria Ricci Oddi, per essere ammirato, salvaguardato come merita ed essere traino per la nostra cultura ed il nostro turismo”.

Pubblicato in Cronaca Piacenza
Martedì, 10 Dicembre 2019 16:20

Bohemian Symphony: uno spettacolo grandioso

Difficile dirsi amanti della musica se non si apprezzano i Queen. Il gruppo portato in cima al mondo dal una stella immortale come Freddie Mercury, rivive nei suoni di uno spettacolo grandioso: Bohemian Symphony. Tante le componenti che rendono magico lo show: innanzitutto “The Queen Orchestra”, diretta da Andrea Tarantino. E poi i quattro cantanti Damiano Borgi, Nanà Petrossi, Roberta Orru e Valerio Sgargi. Il tutto senza dimenticare Enrico Scopa (pianoforte, tastiere, cori), Andrea Palmieri (batteria), Giacomo Vitullo (basso e cori) e l’attore Daniele Monterosi che svela al pubblico tante curiosità nascoste dietro la genesi e la storia delle canzoni della band britannica. Il risultato è elettrizzante e l’applauso del pubblico del Teatro della Luna di Assago ne è stato l’inevitabile conseguenza.

UNO SHOW INDIMENTICABILE - Bohemian Symphony è un viaggio per soli “immortali” e “poveri ragazzi che non hanno bisogno di essere capiti”. Non è sicuramente semplice confrontarsi con un mito come quello dei Queen ma il risultato finale è uno spettacolo travolgente, capace di attraversare gran parte della biografia musicale del gruppo in oltre due ore di concerto. Il pubblico canta, sostenendo le note di un’orchestra composta da fiati, ottoni, archi e percussioni. Ad essi si aggiunge l’energia della rock band formata, come detto precedentemente, da Enrico Scopa, Andrea Palmeri, Giacomo Vitullo, Lorenzo Milone. Il mix? Semplicemente da vivere. Difficile da raccontare.

CHE CANZONI - Da “The Show Must Go On” a “Barcelona”, da “Under Pressure” a “Somebody to Love” senza dimenticare, ovviamente, “Bohemian Rhapsody”: nelle due ore e più di puro spettacolo, la musica sinfonica, le proiezioni e i live camera show saranno un piacevole supporto a questi brani indimenticabili. Impossibile non appassionarsi. Inevitabile entrare in un vortice di pura adrenalina emotiva in grado di consacrare la genialità e l’intramontabilità dei Queen. Un vero e proprio omaggio allo straordinario talento di Freddie Mercury e alla sua band. Uno show che accompagna il pubblico a rivivere l'immensa eredità del repertorio dei Queen, con arrangiamenti orchestrali che ne rispettano l'essenza e ne esaltano la forza. Dopo la data milanese, le due opportunità per vivere questa splendida esperienza sono il 16 marzo 2020 a Napoli e il 6 aprile a Roma. Non perdete l’occasione.

Pietro Razzini

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Lunedì, 09 Dicembre 2019 15:55

Cantando Sotto La Pioggia: il Musical

Alla fine dello spettacolo sarà impossibile resistere: la melodia di “Singin’ in the rain” entra nel cuore e lì rimane per ore e ore. Fino a quando non ritorna la voglia di andare nuovamente a teatro per ammirare questa produzione firmata “Stage Entertainment Italia”. E per coloro che ancora non hanno colto l’occasione, ci sarà tempo fino all’11 gennaio 2020: “Singin’ In The Rain – Cantando Sotto La Pioggia Il Musical” rimarrà in scena al Teatro Nazionale CheBanca! di Milano con tutta la sua carica di energia, le sue canzoni indimenticabili e i suoi protagonisti leggendari.

Una scommessa vinta per la regista Chiara Noschese che, dopo i successi ottenuti in passato, alza ancora di più l’asticella e porta in scena un mito come Gene Kelly:  “Singin’ In The Rain è una storia che fa sorridere e sognare. Un’evasione unica, che capita solo quando siamo chiusi in un teatro, immersi in una realtà che parla di poesia, talento, musica, arte, di quella “materia divina” di cui, a mio avviso, abbiamo una grande nostalgia”, ha spiegato Chiara Noschese. Ed è ancora Stage Entertainment a far sognare gli italiani: primo produttore europeo di spettacoli musicali dal vivo con i suoi 18 teatri in Europa tra Paesi Bassi, Germania, Spagna e Francia, Stage Entertaiment ha messo a disposizione del pubblico un cast stellare.

LA STORIA - Don Lockwood è un’acclamata stella del cinema muto e, insieme alla splendida Lina Lamont, forma una delle coppie più ammirate dello show business. In realtà Lina è una starlette viziata e insopportabile. L’avvento del sonoro porta un grattacapo a Don e al produttore R.F. Simpson: la voce di Lina, infatti, è sgraziata e squillante. È questo il momento in cui entra in scena Kathy Selden, forse meno appariscente, ma decisamente più talentuosa di Lina. In gran segreto, Kathy doppierà la bionda star che nel frattempo, ingelosita dalla storia d’amore tra lei e Don, cercherà in tutti i modi di mettere i bastoni tra le ruote alla sua antagonista. La resa dei conti arriverà alla prima del film “Il Cavaliere della Danza”. Che succederà? Per saperlo dovrete andare al “Teatro Nazionale CheBanca!” entro l’ 11 gennaio 2020. “Singin’ in the rain” vi attende.

IL CAST – Il protagonista non poteva che essere lui: Giuseppe Verzicco. Saturday Night Fever–La Febbre del Sabato Sera nel ruolo del protagonista Tony Manero, Danny Zuko nel musical Grease, “Mamma Mia!” nelle vesti di Sky, Dirty Dancing–The Classic Story on Stage nei panni di Robbie Gould e alternate Johnny Castle: sono solo alcune delle occasioni in cui il pubblico l’ha applaudito. Al suo fianco Mauro Simone e Gea Andreotti, Martina Lunghi, Roberto Vandelli e Massimo Cimaglia: semplicemente straordinari, capaci di creare emozioni e risate con un semplice gesto o una particolare accento dato alle parole. Curricula di spessore per attori, cantanti e ballerini di assoluta qualità. Inevitabile il successo che “Singin’ in the rain” sta avendo. Inevitabili gli scroscianti assensi che, a fine show, abbracciano calorosamente i protagonisti sul palco. Scroscianti. Proprio come la pioggia che cade… mentre gli artisti cantano. 

Pietro Razzini 

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Sabato 7 e 8 dicembre 2019 ritorna a Modena la tradizionale rassegna di editoria modenese dal titolo “LibriaMOdena 2019”, che quest’anno festeggia la sua 67° edizione. Un momento importante per la città, e dintorni, per l’opportunità offerta agli autori, e agli appassionati di letteratura di ogni genere, di avvicinare gli scrittori per conoscerli da vicino e condividere con loro l’interesse per i nuovi progetti editoriali.


In questa cornice dal sapore antico, per il respiro che il libro è in grado di offrire in ogni occasione, Guido Zaccarelli si presenta al pubblico con un nuovo saggio dal titolo #essereGiornalista2020, nell’era della Conoscenza Condivisa® edizioni Damster, dove fornirà una traccia dei momenti salienti che hanno caratterizzato la stesura del libro, che come definisce l’autore: «un viaggio nel mondo variegato delle aziende, della scuola, della cultura e dei valori dell’etica, fino ai fondamenti della società civile».


Approdato sulla scena letteraria nel 2012 con il saggio “La Conoscenza Condivisa”, Zaccarelli, forte della sua esperienza nel mondo delle organizzazioni complesse e dell’insegnamento universitario, (questa è la quinta pubblicazione), ha da sempre posto il valore della persona al centro dell’ecosistema organizzativo, contribuendo in ogni circostanza a mettere l’accento sulla necessità di cambiare il sistema delle relazioni umane nelle aziende, da piramidali a circolari.


Per l’occasione abbiamo incontrato l’autore per la presentazione del nuovo saggio al quale abbiamo chiesto come è nata l’idea che riporta come titolo: #essereGiornalista2020, nell’era della Conoscenza Condivisa®:
«è un titolo giovane che esprime i fondamenti della comunicazione moderna sempre più focalizzata ad utilizzare un linguaggio rapido e veloce per raggiungere il proprio pubblico, arricchendolo di contenuti, per “sorprendere ed emozionare le persone a vivere nuove esperienze culturali e relazionali” e avvicinarle alla lettura, anche con argomenti apparentemente lontani dal vivere quotidiano, ma centrali per comprendere i fenomeni della realtà che ci circondano».


Il cancelletto, o più comunemente chiamato hashtag, è una etichetta che viene impiegata nella comunicazione digitale per rendere più facile la ricerca di parole che esprimono un argomento preciso. Essere porta con sé un significato profondo, oltre alle apparenze per essere diventato giornalista, che rappresenta un arricchimento personale e professionale di indubbio valore, per l’opportunità offerta dalla scrittura di raggiungere una vasta platea di persone e di lettori con le tue idee e i tuoi pensieri, questo consente di accrescere il cammino di ricerca di nuove identità da convergere in reciproci scambi di riflessione e di opinione. Essere, esprime inoltre il valore della vita di ogni essere umano, frutto di una esistenza superiore che ne ha definito la propria presenza terrena.


Il sottotitolo richiama il valore del tempo e si percepisce la presenza di una nuova era sospinta dal vento del rinnovamento che ambisce a diffondere il valore del benessere personale, non solo in ambito aziendale ma anche sociale, dove coinvolgere le future generazioni:
Ogni periodo storico porta con sé i segni e i tratti salienti che hanno contribuito nel tempo a costruire modelli sociali e innescare cambiamenti nei comportamento delle persone e nella società civile. Se non definiamo un tempo, in questo caso un’era, nella quale caratterizzare un fenomeno come la Conoscenza Condivisa®, diventa impossibile coinvolgere le persone in un progetto culturale dove identificarsi e diventare promotori della condivisione che trova nel dono e nella reciprocità la massima espressione.


Come mai la scrittura è importante?:
L’arte oratoria non è in grado da sola di trasmettere nel tempo il valore e il significato della parola espressa in un determinato contesto enunciativo. La scrittura è un momento importante per lasciare una traccia indelebile alle future generazioni. Un tempo prezioso da dedicare alla riflessione dove immergere la propria anima nel silenzio, alla ricerca dell’armonia con se stessi, per illuminare le parole di sogni e di nuove emozioni. Un libro è per sempre un amico vero a cui confidare i propri pensieri perché ogni parola scritta è spesso il riflesso di noi stessi riportato dallo scrittore in una pagina bianca. È rivedere situazioni e rivivere stati d’animo e come per magia ritrovarli, riga dopo riga, in un cammino che sembra stato disegnato in quel preciso istante della vita per approdare alla ricerca di sé stessi.


Cosa trova il lettore che si appresta a leggere il libro?
Questo saggio raccoglie gli articoli pubblicati ogni domenica nel canale on-line “Dalla piramide al cerchio” del giornale “La Gazzetta dell’Emilia”, per diventare giornalista. Sfogliando le pagine di questo saggio, il lettore verrà immerso in un mondo variegato di contenuti, che spaziano dal mondo delle aziende, al mondo della scuola e della cultura per abbracciare il valore dell’etica, fino a compenetrare nella società civile.
Il compito a cui tendere è farsi prendere per mano dalle parole e addensarle di significati, con le proprie aspettative, i propri desideri, i propri sogni e fermarsi all’istante quando la ragione e l’emozione traboccano, per prendere fiato alla ricerca di nuove parole e di nuovi stati d’animo, fino a quando il capitolo non dà ragione di essere stato vissuto nella sua pienezza.
Il saggio può essere letto capitolo dopo capitolo o preso singolarmente, per gli argomenti che possono legarsi tra loro seguendo una dinamica temporale o di semplice aggregazione di contenuti che s’intrecciano tra loro ricombinandosi forse in modo casuale. Spetta al lettore il compito di dirigere la lettura seguendo una propria ispirazione e stati d’animo legati al momento e alle circostanze proprie del vissuto personale e professionale.


Quale è in ultima analisi lo scopo del saggio?
La tecnologia muta continuamente i modi con le quali le informazioni vengono elaborate e registrate e trasferite da dispositivo a dispositivo. Lo scopo è ridurre l’avanzata travolgente del mondo digitale, proiettato a rendere immateriale la vita dell’uomo fino a mutarne l’identità, valorizzando ancora una volta la carta stampata che resta ancora un fondamento sul quale mantenere viva, e conservare nel tempo, il presente di ogni individuo per trasmetterlo alle generazioni future.


Cosa emerge in modo significativo?
L’aspetto che maggiormente affiora è la Persona che assume un ruolo centrale in tutti gli articoli per il valore etico e morale che esprime in ogni circostanza per migliorare la propria vita e l’esistenza altrui. La quarta di copertina riporta una frase a me cara: “la saggezza è osservare ciò che circonda e dare una spiegazione differente a ciò che il mondo propone”.

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Pubblicato in Cultura Modena
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