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I carabinieri del nucleo operativo radiomobile della compagnia di Parma hanno proceduto all’arresto di un cittadino nigeriano classe 95 in Italia senza fissa dimora. 

L'uomo, pregiudicato, è stato trovato  in possesso di sostanza stupefacente presumibilmente del tipo hashish per un quantitativo pari a 68 gr. suddivisa in piccole dosi nonché della somma 230€ di denaro contante, in banconote da piccolo taglio, presumibilmente provento dell’attività di spaccio.

L’arresto avvenuto alle ore 16:00 di giovedi scorso nei pressi del Parco Ducale all’ingresso di borgo Santo spirito.

Alla vista dei militari il nigeriano ha tentato la fuga ma è stato immediatamente raggiunto, bloccato e quindi arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e possesso ingiustificato di sostanza stupefacente.

Il soggetto è trattenuto presso le camere di sicurezza in attesa dello svolgimento del rito per direttissima

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Servizi straordinari dalla Questura di Parma per il contrasto al fenomeno dello spaccio e all’immigrazione clandestina da parte di soggetti pericolosi

Parma 31 gennaio 2020 - Nel corso della settimana si sono svolte altre due operazioni alto impatto da parte della Polizia di Stato, con l’impiego di 2 volanti, di due unità Cinofile di Bologna, 8 pattuglie del Reparto prevenzione Crimine di Reggio Emilia e 2 pattuglie della Polizia Municipale.

Grazie all’ausilio delle unità cinofile sono stati passati al setaccio diversi parchi cittadini, nonché Viale Vittoria Viale dei Mille e i controviali, con lo scopo di sottrarre dallo smercio la sostanza stupefacente. Durante l’operazione sono stati sequestrati mezzo chilo di cannabinoidi pronti per lo smercio, nel dettaglio marijuana e hashish.

Durante gli attenti controlli sono state identificate circa 90 persone e 23 autoveicoli.
Durante i vari accertamenti, che si sono estesi in s.leonardo e nella zona centro, con particolare attenzione a P.za Ghiaia, sono stati fermati:
un cittadino pakistano trentenne, con precedenti per aver commesso una violenza sessuale su minorenne, il quale è stato sottoposto all’Ufficio immigrazione che lo ha espulso con accompagnamento presso il Cpr di Roma, in attesa dell’accompagnamento in frontiera;
un altro soggetto, un moldavo 34enne con precedenti per reati contro il patrimonio, tra cui l’odiosissimo precedente per furto in abitazione, è stato espulso, con notifica del provvedimento da parte dell’ufficio immigrazione. L’uomo è stato accompagnato da personale della Polizia di Stato in frontiera, ove lo attendeva un volo per il rimpatrio.
Altri tre soggetti, un cittadino ivoriano 31enne, uno nigeriano 24enne e un marocchino 34enne, sono stati espulsi con ordine del Questore a lasciare il territorio nazionale, tutti e tra gravati da precedenti, in ultimo l’ivoriano è stato sanzionato per ubriachezza molesta, fatto commesso in Piazzale della Pace.
Continua ad essere applicata in modo efficace la strategia del Questore per garantire la sicurezza sul nostro territorio, massimizzando i controlli su strada e le espulsioni dal territorio di cittadini stranieri pericolosi.

 

 

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Due tunisini di 21 e 49 anni sono stati trovati in possesso di diverse dosi di hashish pronte per la vendita in un bar di fronte all’Istituto Corni di Modena, frequentato dagli studenti. Le verifiche hanno consentito di identificare che i pusher erano irregolari sul territorio in seguito alla fuga dal centro di accoglienza di Lampedusa, che aveva fatto decadere l’iter per la richiesta di asilo.

Redazione Modena 24 gennaio 2020 – Avevano addosso rispettivamente 25 e 16 grammi di hashish, già divise in dosi e pronti per la vendita. E aspettavano i “clienti” posizionandosi in pieno giorno presso il bar Nuovo Fiore di via Aldo Moro, proprio di fronte all’Istituto Corni, frequentato dagli studenti.

Si tratta di due tunisini di 21 e 49 anni che sono stati tratti in arresto con l’accusa di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio dalla Polizia in seguito a un controllo effettuato dagli uomini di una Volante e che ha portato al rinvenimento della droga.

Da ulteriori controlli è emerso che i due stranieri erano irregolari sul territorio poiché, dopo essere arrivati presso il centro di accoglienza di Lampedusa, erano in seguito fuggiti facendo perdere le loro tracce e facendo di conseguenza decadere l’iter per la richiesta di asilo. I due risultavano anche residenti, chissà come, presso un hotel modenese dove alloggiano richiedenti asilo già inseriti nei percorsi istituzionali.

A conferma di come i pusher si appostino nei pressi dei locali frequentati dagli studenti, un terzo tunisino 36 enne e senza fissa dimora è stato fermato dai Carabinieri del Radiomobile a pochi metri dal bar Nuovo Fiore e la stazione delle corriere. L’uomo aveva con sé 17 grammi di hashish e una dosa di cocaina pronta per la vendita.

 

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Nella giornata di sabato, la Polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale di Parma dr. Mattia Fiorentini su richiesta del Sost. Proc. dr.ssa Emanuela Podda nei confronti di 4 cittadini nigeriani responsabili di spaccio di cocaina nella città e nell’hinterland di Parma.

Sono stati raggiunti da misura cautelare in carcere:
• ABUNENE Nelson Ukpebor, classe 1980;
• BALOGUN Innocent Inegbenedion, classe 1982;
entrambi domiciliati in Parma mentre, allo stato, altri due destinatari sono irreperibili.

L’attività di indagine è stata avviata nell’aprile del 2018, allorquando gli agenti della Squadra Mobile hanno iniziato a monitorare gli spostamenti di ABUNENE Nelson Ukpebor indicato come dedito all’attività di spaccio. I primi accertamenti operati hanno consentito di identificare alcuni clienti, sequestrando a loro carico la cocaina venduta da ABUNENE. Si accertava che il giovane spacciatore acquisiva la richiesta tramite telefonata o sms, per poi darsi appuntamento con gli acquirenti in varie zone della città (Botteghino, Campus, stadio) e nei comuni di Monticelli e San Polo di Torrile.

La successiva attività investigativa, supportata da presidi tecnologici ed inizialmente incentrata esclusivamente sull’ABUNENE, ha consentito di ricostruire la quotidiana attività di spaccio di cocaina condotta dall’uomo, documentare centinaia di cessioni ed identificare molti dei suoi clienti. La maggior parte di questi, in particolare, erano clienti “fidelizzati” con i quali, nel corso delle telefonate, non era necessaria alcuna specificazione per definire il luogo dell’appuntamento e la quantità di stupefacente richiesto.

L’attività tecnica ha inoltre consentito di accertare che ABUNENE si avvaleva della collaborazione di BALOGUN Innocente e di un terzo cittadino nigeriano ed altresì che i tre operavano in stretta sinergia tra di loro, condividendo lo stupefacente, tanto che i clienti, indipendentemente dal numero chiamato, venivano dirottati verso il sodale che fosse immediatamente disponibile o, semplicemente, più prossimo al luogo dell’appuntamento.
L’ultimo tassello dell’attività ha riguardato l’individuazione del fornitore dei tre, ovvero il quarto nigeriano. Questi, già noto agli agenti della Squadra Mobile in quanto tratto in arresto nel 2016 per traffico di sostanze stupefacenti, da una parte riforniva i tre della cocaina da loro spacciata e, dall’altra, aveva una fiorente attività di spaccio al “dettaglio” di cocaina e marijuana.

Dalla complessiva attività sono emersi gravi indizi relativamente alla cessione di centinaia di dosi di cocaina, che avrebbero fruttato agli indagati un ricavato non inferiore ad almeno 50.000 €, somma che forma oggetto del decreto di sequestro preventivo adottato dal GIP su richiesta del PM.
Nel corso della perquisizione presso le abitazioni dei due indagati arrestati, sono stati sequestrati beni di valore tra cui un TV 52 pollici di ultima generazione, un IPHONE 11 e monili in oro.

Un giro d’affari importante, certificato anche da un messaggio di uno dei clienti di ABUNENE che, arrabbiato per la scarsa qualità della cocaina datagli nell’ultima occasione e indispettito dai pretesti accampati dal nigeriano, gli dice “prima di andare a letto, una cosa ti giuro sulla tomba di mia madre, tu hai perso un cliente da 20000 € all’anno come minimo…bye bye, anzi fottiti”.

 

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Si è conclusa con l’esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare (una in carcere, l’altra ai domiciliari), l’indagine che la Stazione Carabinieri di Medesano e il Nucleo Operativo della Compagnia di Salsomaggiore Terme hanno avviato e condotto sotto la direzione della Procura della Repubblica di Parma (Dr. Ausiello) a seguito del decesso per overdose da eroina di un giovane 28enne del posto, avvenuto circa un anno fa.

L'attività investigativa, che ha preso le mosse dall’analisi degli ultimi contatti e frequentazioni della vittima, ha consentito di individuare due giovani “pusher” nigeriani, uno con ruolo di capo l’altro di aiutante, gravitanti nel comune di Parma, dediti in maniera assidua ed esclusiva all’attività di spaccio. I Carabinieri, sempre coordinati dal PM responsabile del fascicolo, sono riusciti, a seguito di complessi servizi di pedinamento e con l’aiuto delle indagini tecniche, a raccogliere nei confronti dei due indagati elementi indiziari circostanziati e decisivi per ricostruire decine di episodi di spaccio di sostanze stupefacenti, anche di diverso tipo, nonostante le misure che gli stessi, abituati ad agire in un contesto di illegalità, prendevano per eludere i controlli delle forze di polizia, cambiando spesso telefono e spostandosi sempre in zone diverse per incontrare i propri clienti.

E’ stato accertato che i due, tra la fine del 2018 e il 2019 abbiano ceduto complessivamente centinaia di dosi di crack, eroina, cocaina e marijuana, con un giro di affari di alcune decine di migliaia di euro.
Aderendo alla prospettazione della Procura di Parma, il G.I.P. ha disposto pertanto le due misure cautelari che i Carabinieri hanno eseguito in due momenti diversi, la prima a dicembre e la seconda nei giorni scorsi dopo aver rintracciato, non senza difficoltà, i due soggetti.

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Giovedì, 16 Gennaio 2020 15:38

Armi e droga, arrestato un albanese incensurato

Trovato con armi e droga: la polizia di stato arresta un cittadino albanese incensurato

Nella giornata di martedì 14/01/2020, personale della Squadra Mobile di Parma ha tratto in arresto DISHI Rikard, cittadino albanese classe ’85 in quanto trovato in possesso di 526,3 di eroina, 5,4 di cocaina destinate alla cessione a terzi, 3 fucili e 2 pistole semiautomatiche con matricola abrasa.

Nell’ambito di dedicata attività info-investigativa condotta da questa Squadra Mobile, si è appreso che il predetto DISHI Rikard fosse coinvolto in una fiorente attività di spaccio e mantenesse frequenti contatti con propri connazionali sospettati di esser coinvolti nell’ambito dei furti in abitazione. In particolare, dai primi accertamenti svolti dal personale di Questa Squadra Mobile, è emerso che questi potesse detenere presso la propria abitazione armi provento di furti perpetrati nella provincia parmigiana.

Nella mattinata di martedì 14 gennaio u.s., gli uomini della Sezione antidroga procedevano a perquisizione per la ricerca di armi presso l’abitazione del DISHI in zona San Pancrazio ed all’interno della stessa, dove l’uomo viveva da solo, venivano rinvenuti 5 fucili, una borsa termica che conteneva 3 pistole semiautomatiche con caricatori riforniti di relativo munizionamento ed una scatola contenente cartucce di vario calibro. Nella medesima stanza, all’interno di un armadio, veniva rinvenuto un “panetto” di sostanza stupefacente del tipo eroina, per un peso complessivo di grammi 526,3, un sacchetto in plastica trasparente contenente sostanza stupefacente del genere cocaina, per un peso complessivo di grammi 5,4, un bilancino di precisione ed una scatola per profumi, al cui interno vi erano due orologi da polso e due cosiddetti a “cipolla”, una fede nuziale e due collane.

Dalle verifiche effettuate nell’immediatezza, si accertava che due fucili erano provento di furto in abitazione perpetrato nel dicembre 2018 a Fidenza (Pr) ed una pistola era provento di furto in abitazione perpetrato nel febbraio 2019 a Sorbolo (Pr).

Al termine della redazione degli atti di rito, DISHI Rikard, si disposizione del PM di Turno dr. Umberto AUSIELLO, è stato associato in stato di arresto presso la locale Casa Circondariale.

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Modena 13 gennaio 2020 - Nella serata di domenica, personale della Squadra Volante ha tratto in arresto un cittadino italiano di 49 anni, responsabile del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

Fermato per un controllo mentre percorreva via Puccini a bordo della propria auto, l’uomo si è mostrato da subito particolarmente agitato e nervoso. Da una immediata verifica in banca dati è emerso che il 49enne era gravato da numerosi precedenti penali e di Polizia specifici, motivo per il quale gli agenti hanno effettuato un’ispezione più approfondita.
Sulla sua persona, in una tasca della giacca, sono stati rinvenuti tre involucri termosaldati di sostanza stupefacente, accertati successivamente essere del tipo cocaina.
Un accurato controllo dell’autovettura, ha permesso agli agenti di rinvenire ulteriori 20 involucri di cocaina, occultati nel vano centrale dell’auto, tra i due sedili anteriori dentro un sacchetto in simil pelle di colore nero, nonché nel tessuto della leva del cambio.

La sostanza stupefacente per un peso complessivo di 16 grammi e la somma in contanti pari a 835 euro sono stati sottoposti a sequestro; il malvivente, dopo gli accertamenti di rito, è stato trattenuto presso le camere di sicurezza della Questura, come disposto dal Magistrato di turno, in attesa del processo con rito direttissimo.

 

 

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Domenica, 29 Dicembre 2019 06:54

Arresto per droga

Nella serata del 23 dicembre u.s., verso le ore 23.30 circa, un equipaggio della Squadra Volante, percorrendo Via Emilio Lepido, giunto all’angolo con Via Passo del Lagastrello, notava un giovane intento a urinare sul marciapiede a ridosso di una siepe.

Gli operatori decidevano di controllare il soggetto e di sanzionarlo, identificandolo per V.L.M. classe 1995, italiano, domiciliato in Parma, disoccupato, il quale, oltre che essere gravato da precedenti di polizia e destinatario di rintraccio per notifica provvedimenti, veniva trovato in possesso di un piccolo involucro di cellophane contente sostanza in polvere di colore bianco che il giovane riferiva essere cocaina.

Condotto in Questura e sottoposto a perquisizione personale, il giovane veniva trovato in possesso della somma contanti di circa euro 4.300, di cui 3.790 raccolti in un rotolo unico avvolto da cellophane trasparente occultato all’interno degli slip, somma complessiva circa il possesso della quale non sapeva fornire alcuna plausibile spiegazione.

Considerata la situazione ed i precedenti specifici per detenzione di sostanze stupefacenti, gli operatori decidevano di portarci al domicilio del giovane, dove provvedevano ad eseguira attenta e meticolosa perquisizione locale.

L’attività permetteva di rinvenire e sequestrare quanto di seguito meglio riportato:

- Involucro contenente grammi 3,6 di marijuana;
- Involucro contenente grammi 10, 6 di metanfetamine in cristalli;
- Involucro contenente grammi 6,8 di hashish;
- Involucro contenente grammi 8,9 di ectasy, per un totale di 25 pastiglie;
nonché oggetti e cose utili alla preparazione, consumo e confezionamento di sostanze stupefacenti.

All’esito della perquisizione locale, V.L.M. veniva tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio; a seguito dell’udienza di convalida tenutasi nella mattinata del 24.12.2019 presso il Tribunale di Parma, lo stesso veniva posto agli arresti domiciliari in attesa dell’udienza con la quale verrà giudicato che si terrà in data 20 gennaio 2020.

 

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Venerdì, 27 Dicembre 2019 16:32

Parmigiano dirigente d'azienda arrestato per droga.

È stato arrestato dai carabinieri del nucleo operativo radiomobile sezione aliquota operativa un cittadino parmigiano classe 67 residente a Parma, censurato, dirigente d’azienda. Precedenti specifici per droga risalenti a circa trent’anni fa .

L'uomo è stato avvistato in via La Spezia nei pressi del parcheggio del supermercato Lidl dove un extra comunitario si è seduto nella sua vettura al posto del passeggero e presumibilmente ha messo in atto lo scambio.
L’operazione non è però passata inosservata ai militari che hanno rinvenuto 34 gr di cocaina in possesso del cittadino parmigiano.

In seguito a perquisizione personale sono stati rinvenuti 1,5 g di sostanza stupefacente del tipo hashish. Arrestato e tradotto agli arresti domiciliari veniva quindi condannato ad otto mesi con sospensione della pena oltre a 2.400 € di multa

 

 

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Viene sostenuta la tesi per cui il bene giuridico della salute pubblica non viene in alcun modo pregiudicato o messo in pericolo dal singolo assuntore che decide di coltivare per se' qualche piantina
 
Non costituirà più reato coltivare in minime quantità la cannabis in casa. A stabilirlo una decisione epocale quella delle sezioni unite penali della Cassazione.

Si è sentenziato per la prima volta che "non costituiscono reato le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica" e "per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante ed il modesto quantitativo di prodotto ricavabile appaiono destinate in via esclusiva all'uso personale del coltivatore".

In sostanza chi coltiva per se' non compie più reato. Viene sostenuta così la tesi per cui il bene giuridico della salute pubblica non viene in alcun modo pregiudicato o messo in pericolo dal singolo assuntore di marijuana che decide di coltivarsi per se' qualche piantina. I kit per la coltivazione dei semi di cannabis sul balcone di casa sono ormai assai diffusi, venduti anche on line su siti specializzati di internet, ma si incorreva in rischi da un punto di vista legale, finora a livello giuridico non c'era mai stata un'apertura vera in questa direzione.

La Corte costituzionale in passato è intervenuta più volte sul tema, sposando una linea rigorosa, e così la giurisprudenza ha assunto, dopo alcune isolate sentenze controverse sul tema, una posizione netta.

Stabilendo un semplice principio: la coltivazione di cannabis è sempre reato, a prescindere dal numero di piantine e dal principio attivo ritrovato dalle autorità e anche se la coltivazione avviene per uso personale. Si affermava che "la condotta di coltivazione di piante da cui sono estraibili i principi attivi di sostanze stupefacenti" potesse "valutarsi come 'pericolosa', ossia idonea ad attentare al bene della salute dei singoli per il solo fatto di arricchire la provvista esistente di materia prima e quindi di creare potenzialmente più occasioni di spaccio di droga".

E così la Cassazione, adattandosi a quanto chiarito dalla Consulta, ha finora sostenuto che la coltivazione di marijuana, anche se per piccolissime dosi, una o due piantine, è sempre reato, a prescindere dallo stato in cui si trovi la pianta al momento dell'arrivo del controllo.

Dopo questa decisione che è stata sin da subito commentata come un evento epocale, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti, è giunto il momento che il legislatore prenda una posizione definitiva sulla legalizzazione o meno della cannabis e dei suo derivati.
(26 dicembre 2019)

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