#Agricoltura #Macchine - Ci sarà tempo sino al 31 dicembre 2023 per consegnare i beni innovativi acquistati quest’anno nell’ambito del Credito d’Imposta 4.0.
#NOBILI #Agricoltura #Macchine - Per il diserbo meccanico interfilare di vigneti, frutteti, oliveti e campi agrivoltaici
Un progetto promosso da Fondazione Cariparma in partnership con Crédit Agricole Italia, Cooperativa sociale Santa Lucia e ALMA
Cura e rigenerazione del territorio si andranno a coniugare con l’agricoltura biologica, l’inserimento lavorativo, l’alta formazione e l’ospitalità Firmato oggi il memorandum tra i partner Colorno
Un luogo inclusivo, dove la cura e la tutela del territorio si coniugano con l’agricoltura biologica, l’alta formazione, l’ospitalità e l’inserimento lavorativo: è questo, in sintesi, “Cascina Bilzi”, un progetto promosso da Fondazione Cariparma in partnership con Crédit Agricole Italia, Cooperativa sociale Santa Lucia e ALMA – La Scuola Internazionale di Cucina Italiana e condiviso dal Comune di Colorno. Cascina Bilzi - un podere di proprietà della Fondazione Cariparma e derivante dal lascito testamentario della Prof.ssa Anna Maria Bilzi, stimata insegnante presso le scuole di Parma – mira a diventare un esempio di recupero del patrimonio degli immobili rurali che affronta e propone il tema dell’architettura e dello sviluppo delle attività legate al territorio, secondo una visione di innovazione culturale e sociale: un modello di partenariato fondato sull’impegno sociale e sulla restituzione alla comunità di un patrimonio agricolo, ambientale e storico.
Cooperativa sociale Santa Lucia si occuperà del recupero di questo antico podere per produrre conserve, succhi di frutta e altri semilavorati secondo i metodi e i ritmi dell’agricoltura biologica. Nei terreni vicini alla cascina sarà realizzato un «orto gigante biologico», in cui saranno impiegate particolari tecniche quali la serra a tunnel per la protezione delle colture, che saranno destinate a soddisfare i consumi di frutta e verdura della cucina di ALMA. Il progetto sociale di Santa Lucia inserirà al lavoro persone con difficoltà e fragilità (ai sensi della L. 381/91) che, avvicinandosi ai ritmi della terra, sviluppando abilità manuali e producendo alimenti sani e naturali, vedranno realizzarsi in concreto i frutti del proprio impegno verso sé stessi e verso la comunità.
All’interno degli immobili recuperati e rinnovati di “Cascina Bilzi” saranno realizzati 30 alloggi (60 posti letto), gestiti da Santa Lucia e destinati principalmente agli studenti di ALMA ed eventualmente all’accoglienza turistica. Gli studenti avranno a disposizione anche aule, laboratori polifunzionali e servizi accessori di lavanderia e stireria.
Il progetto prevede inoltre la realizzazione di un ristorante gestito da Santa Lucia in collaborazione con gli studenti di ALMA, attrezzato per grandi eventi culturali e cerimoniali. La cucina verrà utilizzata anche per la produzione di pasti in delivery e come laboratorio di trasformazione della materia prima raccolta direttamente dai terreni della cascina. I docenti di ALMA coinvolgeranno gli studenti in corsi di alta formazione dedicati alla produzione di materie prime biologiche, unendo le tecniche più tradizionali a quelle più innovative. ALMA e Cooperativa sociale Santa Lucia collaboreranno infine alla creazione di attività culturali, didattiche e ludiche destinate a tutta la comunità, promuovendo il consumo di prodotti tradizionali del territorio, sviluppando consapevolezza verso i processi produttivi e verso il mondo agroalimentare. Franco Magnani, Presidente di Fondazione Cariparma: «Il progetto “Cascina Bilzi” si offre come un luogo di inclusione sociale e lavorativa, formazione e valorizzazione del territorio dove tradizione e innovazione si andranno a coniugare: un’occasione per sviluppare opportunità e percorsi occupazionali ed al contempo sensibilizzare la comunità e le nuove generazioni in una logica di tutela e sostenibilità ambientale. Un’idea in cui la Fondazione crede fortemente, in particolare per lo spirito di partenariato che alimenta l’intera progettualità e per il quale ringrazio le importanti realtà che da subito hanno creduto a questa iniziativa e che daranno vita a “Cascina Bilzi”.» Ariberto Fassati, Presidente di Crédit Agricole Italia: «Siamo lieti di contribuire alla realizzazione del progetto “Cascina Bilzi” al fianco di Fondazione Cariparma, Cooperativa sociale Santa Lucia e ALMA.
L’iniziativa, finanziata anche grazie al plafond che abbiamo messo a disposizione della Fondazione nel 2021, testimonia ancora una volta il nostro impegno per le opere capaci di portare valore aggiunto al territorio. Quello di Parma, in particolare, ci vede storicamente in prima linea non solo con la nostra attività di Banca ma anche attraverso il sostegno alle attività che promuovono e valorizzano il suo patrimonio sociale e culturale. Fedeli alla nostra missione “Agire ogni giorno nell’interesse dei clienti e della società”, continuiamo ad operare per non far mancare il nostro sostegno alle comunità, con un’attenzione particolare alle tematiche di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.» Arianna Spazzini, Presidente Cooperativa sociale Santa Lucia: «Abbiamo aderito con tutta la nostra energia al progetto di “Cascina Bilzi” perché lo abbiamo sentito vicino fin dal primo giorno.
Questo progetto si fonda su principi in cui crediamo profondamente, come la perseveranza, l’accoglienza dell’altro e la responsabilità verso l’ambiente. “Cascina Bilzi” è un’idea coraggiosa, proprio come la nostra cooperativa, che da molti anni forma al lavoro persone in difficoltà e a rischio di emarginazione. Lavorando la terra e rispettando i suoi cicli naturali, le persone troveranno una strada in cui realizzarsi e in cui restituire prezioso valore per tutta la comunità.» Enzo Malanca, Presidente di ALMA: «È con grande entusiasmo che sottoscriviamo l’accordo per la realizzazione del progetto “Cascina Bilzi”, che fin dall’inizio della sua gestazione ci ha visti convinti partner. Il ruolo che avrà ALMA in questa iniziativa sarà quello di avvicinare i nostri allievi all’agricoltura sociale e biologica ma anche agli ambiti della ristorazione e dell’ospitalità, poiché il progetto vuole favorire le conoscenze delle dinamiche naturali di un ecosistema, con riferimento particolare alle catene alimentari. Questo obiettivo verrà raggiunto mediante l’attività di ospitalità residenziale di circa 60 studenti della nostra Scuola, che trascorreranno la loro esperienza in ALMA nel residence che verrà realizzato; mediante l’attività di ristorazione dedicata ai giovani; nonché all’acquisizione dei prodotti agroalimentari di cui necessita la Scuola. Siamo certi che questa operazione consentirà non soltanto ai nostri allievi ma anche ad allievi di altre scuole ed alla comunità del territorio di poter accedere a conoscenze di una natura che necessita di una indispensabile cultura della realtà agroalimentare del nostro Paese ma anche di colture di altri prodotti provenienti da paesi diversi.» Quest’oggi è stato firmato il memorandum tra i partner del progetto, sottoscritto da Franco Magnani (Presidente Fondazione Cariparma), Ariberto Fassati (Presidente Crédit Agricole Italia), Arianna Spazzini (Presidente Cooperativa sociale Santa Lucia) e Enzo Malanca (Presidente ALMA). Un ringraziamento particolare all’Avv. Nicola Bianchi per la preziosa consulenza legale.
A Parma un convegno dedicato alla cultura del vino e dell’olio
Si è tenuta nella Biblioteca Monastica dei Padri Benedettini della Chiesa di San Giovanni Evangelista a Parma il convegno dedicato alla Giornata Nazionale della Cultura del Vino e dell’Olio organizzato da AIS – Associazione Italiana Sommelier e moderato da Antonietta Mazzeo, sommelier AIS, editorialista affiliato alla stampa specializzata Arga/Unaga e tecnico esperto in oli d’oliva vergini ed extravergini.
L’evento, patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Parma, è stato introdotto da Annalisa Barison – Presidente AIS Emilia – che ha ricordato come il divulgare cultura rientri tra le mission dell’associazione, in particolare con progetti formativi rivolti alle nuove generazioni, e dall’Assessore al Turismo del Comune di Parma Cristiano Casa, che ha sottolineato come la città di Parma abbia una forte cultura enogastronomica e sia un territorio aperto a molteplici iniziative, realizzate anche grazie alla collaborazione con l’AIS.
Il convegno è entrato nel vivo con l’intervento di Antonio Iaderosa, ispettore e funzionario del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali MIPAAF. Tra le attività svolte dal ministero rientra la repressione delle frodi alimentari e la tutela della qualità dei prodotti, dal controllo delle etichettature, alle azioni contro le contraffazioni e l’italian sounding anche attraverso accordi con le principali piattaforme di commercio elettronico, tipo Ebay, Amazon, Alibaba, ecc... Stiamo vivendo un momento di grande evoluzione in ambito alimentare che vede l’introduzione di nuovi cibi come gli insetti e di un forte incremento dell’export nel comparto agroalimentare con un progressivo passaggio da un approccio di filiera ad un approccio sistemico.
Anna Maria Compiani, delegata AIS di Parma, ha parlato del progetto di ricerca sulla Malvasia di Candia che ha portato alla pubblicazione di un libro dal titolo “La Malvasia di Parma”, mentre il prof. Andrea Fabbri, agronomo e docente del Dipartimento di Scienze degli Alimenti dell’Università di Parma, ha illustrato il panorama delle proposte formative in Italia e all’estero specifico per lo studio delle olive e degli oli e ha spiegato che dalla ricerca sulle antiche varietà un tempo presenti in territorio parmense, oggi parzialmente reintrodotte, si può ottenere un olio di ottima qualità, che andrebbe valorizzato investendo maggiormente in questo settore dalle forti potenzialità ancora inespresse.
Il Consorzio per la tutela dei Vini dei Colli di Parma consta di 45 soci tra produttori e cantine, ha spiegato il Presidente Maurizio Dodi, con un’estensione di 500 ettari rispetto agli 8000 ettari dei vicini piacentini. Il parmense è una realtà produttiva molto limitata destinata a rimanere piccola a causa delle attuali leggi che impediscono l’ampliamento dei terreni impiegati per la viticoltura. Oltre alla Malvasia, nel parmense si coltiva il lambrusco Maestri, che rappresenta la migliore varietà di lambrusco sul territorio e molte aziende sono diventate biologiche con vigneti sempre più accoglienti, ideali per passeggiate e tempo libero, con cantine aperte e degustazioni in loco, che servono a far conoscere e apprezzare l'enogastronomia tipica del territorio.
Massimiliano Carpanese, proprietario di Parma Menù, ha raccontato l’esperienza dell’azienda di famiglia, da salumieri, a imprenditori della ristorazione, fino ad arrivare a produttori di un lambrusco Maestri fermo che ha ottenuto la Dop, di una birra realizzata con grani antichi e prossimamente anche di un olio extra vergine di oliva, all'interno di un progetto che include anche la produzione di olive in salamoia con il sale autoctono di Salsomaggiore Terme. Una testimonianza importante che dimostra come tradizione e innovazione siano i fattori su cui puntare per il futuro.
Infine i professori dell’Istituto Agrario di Parma Bocchialini - Gloria Fiorino, Andrea Anselmi e Mattia Toscani – hanno illustrato i progetti formativi per gli studenti realizzati in collaborazione con le associazioni e gli enti territoriali di riferimento, come i Consorzi, i Musei del Cibo e la stessa AIS, che hanno portato tra gli altri alla creazione dell’attività imprenditoriale Food Farm 4.0 e della linea di prodotti in vendita con il marchio “Bontà di Parma”.
Fruit Attraction dal 5 al 7 Ottobre a Madrid è il primo appuntamento fieristico internazionale del settore ortofrutticolo dopo la pandemia: per Terra Orti è l’occasione per sostanziose e varie iniziative di promozione.
Di Chiara Marando - Sabato 13 Settembre 2014
Com’è che si dice? Siamo quello che mangiamo. Un concetto più che reale, forse anche per questo c’è sempre più la ricerca di quei cibi che diano non solo il gusto, ma anche la certezza e tranquillità che solo le cose genuine possono dare. Ecco allora che puntiamo verso quelle produzioni fatte con cura ed amore, quei prodotti che hanno una storia, quasi con un nome ed un cognome. La cultura delle piccole realtà agricole a Km0, la filiera corta che racconta il percorso di quello che portiamo a casa, che parla di sapori intensi e ricavati con la giusta pazienza ed attenzione.
Proprio dalla passione per il territorio ed i suoi prodotti, nonché dalla volontà di promuovere, valorizzare e supportare le piccole aziende locali, è nata l’Associazione “Io mangio locale”, ovvero la tua spesa a Km0 a Parma. Loro sono Andrea Belicchi, web designer di professione con una conoscenza approfondita verso le realtà produttive della zona, e Luca Maccanelli con sua moglie Laura, fondatori dell’Azienda Agricola Orti di Santa Flora, a pochi chilometri da Parma. Un’idea nata dalla consapevolezza che le cose buone vanno preservate e condivise, che la dedizione dimostrata ogni giorno dai produttori va premiata. Il tutto rendendolo facilmente fruibile dai cittadini.
Fare la spesa, infatti, è molto semplice. Basta registrarsi all’associazione direttamente sul sito www.iomangiolocale.com, versare una quota associativa veramente simbolica, il prezzo di un aperitivo per intenderci, e successivamente accedere con il proprio nome utente e password. Et voilà, adesso potete scegliere tra i tantissimi prodotti del territorio presenti nella lista, una varietà di gustose bontà biologiche che spaziano dalla frutta e verdura rigorosamente di stagione, carne di manzo, pollo e suino nero, marmellate e confetture, uova, farina di varie tipologie, birra, pane, pasta fresca e miele.
Questi, però, sono solo alcuni esempi del lungo elenco di delizie tra le quali potrete perdervi per ordinare la vostra spesa settimanale, ognuna delle quali proveniente da Aziende Agricole locali di grande fiducia. Date un’occhiata ai produttori cliccando qui
Gli ordini si chiudono ogni lunedì sera, e la spesa si può ordinare in qualsiasi giorno della settimana. Il giovedì è pronta da ritirare nella sede degli Orti Santa Flora ma, se volete riceverla a domicilio, ci penserà la sempre attiva bicicletta de La Sajetta a portarvela fino a casa, una vera istituzione cittadina eco-sostenibile.
Con questo quarto accordo con Casalasco, Barilla intende supportare gli agricoltori nello sviluppo di un sistema pluriennale di coltivazione sostenibile.
Parma, 08.07.14 – Il Gruppo Barilla, leader nei settori di pasta, sughi e prodotti da forno, ha firmato un accordo orizzontale tra le filiere con il Consorzio Casalasco del Pomodoro, già partner di Barilla per lo sviluppo, la produzione e il confezionamento di prodotti derivati del pomodoro.
Il Consorzio con sede nel cremonese associa oltre 300 aziende agricole site principalmente nelle provincie di Parma, Piacenza, Cremona e Mantova, che coltivano a pomodoro circa 4.500 ettari di terreno. La produzione complessiva è di 350.000 tonnellate di pomodoro fresco e copre l'intera filiera del pomodoro, dal seme al prodotto finito.
L'accordo, che prevede l'interazione tra filiera pomodoro e filiera grano duro, si inserisce all'interno del più amplio progetto "Agricoltura Sostenibile" (Barilla Sustainable Farming) che quest'anno ha già visto alla firma di due precedenti accordi di filiera nell'ambito della coltivazione e della rotazione di grano, barbabietola da zucchero, colza e girasole.
Il Gruppo parmense, infatti, è uno dei principali utilizzatori di grano duro in Italia e, come tale, intende promuovere progetti volti a migliorare la coltivazione, in termini di sostenibilità economica ed ambientale. L'accordo con il Consorzio Casalasco del Pomodoro, dunque, nasce nel segno di un ulteriore impegno nel promuovere lo sviluppo di attività congiunte e sinergiche con filiere di altre colture, sviluppando collaborazioni di tipo orizzontale con realtà affidabili del sistema agro- alimentare italiano che abbiano intrapreso un percorso similare di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Anche attraverso questo quarto accordo con Casalasco, Barilla intende supportare gli agricoltori nello sviluppo di un sistema pluriennale di coltivazione sostenibile, garantendo sbocchi commerciali a tutte le colture in rotazione, ritenendo che la corretta ripartizione del valore economico all'interno della filiera sia uno dei pilastri fondanti del legame tra mondo agricolo, territorio e industria.
"Questo modello di Agricoltura sostenibile da noi perseguito – commenta Paolo Barilla, Vice Presidente del Gruppo Barilla – è anche nell'interesse dei consumatori, perché solo attraverso l'impegno continuo dell'azienda a gestire la qualità, la sicurezza alimentare e l'impatto ambientale lungo tutta la filiera possiamo garantire prodotti migliori valorizzando le materie prime made in Italy."
Le aziende agricole e gli stabilimenti del Consorzio Casalasco del Pomodoro, così come la filiera e la tracciabilità, sono certificati secondo i più elevati standard italiani ed europei. L'adesione a protocolli volontari come il Global Gap – esteso a tutte le aziende agricole socie – o a network come la SAI Platform testimoniano la costante attenzione per l'ambiente e per una produzione sempre più sostenibile.
"Questo progetto, frutto della ormai consolidata partnership con Barilla- dichiara Costantino Vaia, DG del Consorzio Casalasco del Pomodoro – oltre a rappresentare un'ulteriore opportunità di crescita e valorizzazione del nostro territorio, evidenzia un chiaro impegno allo sviluppo di un sistema di cooperazione etico e sinergico per il miglioramento degli standard ambientali, sociali ed economici"
Il "Decalogo per la Coltivazione Sostenibile del Grano Duro di Qualità" realizzato e promosso da
Barilla riafferma il ruolo centrale della rotazione delle colture.
L'avvicendamento tra diverse specie vegetali sugli stessi appezzamenti è di fondamentale importanza per il miglioramento dell'efficienza della coltivazione e la conseguente riduzione dell'impatto ambientale. Infatti grazie ai corretti cicli di rotazione è quindi possibile ottimizzare l'impiego di agro farmaci, migliorare la gestione dei fertilizzanti, difendere la biodiversità e incrementare la fertilità dei suoli e non ultimo ridurre i rischi legati alla food safety.
(Fonte Consorzio Casalasco del Pomodoro)
Protegge gli ecosistemi, le specificità locali, la salute dei cittadini e non produce OGM.
Legambiente: Questa è l'agricoltura che ci piace.
Il Manifesto - La Nuova Agricoltura
Roma, marzo 2014 -.
Nell’ultimo secolo il ricorso massiccio alla chimica di sintesi, alla selezione genetica, agli allevamenti industriali senza terra e alla meccanizzazione agricola ha favorito un balzo iniziale nella produttività delle colture e una trasformazione radicale dei meccanismi della distribuzione e dei consumi alimentari. Ha consentito, almeno in Occidente, di eliminare lo spettro secolare della fame dalle campagne. Ma ha provocato un drastico impoverimento degli ecosistemi. Le forme di industrializzazione dell’agricoltura del Novecento sono tra i principali responsabili di molti degli attuali gravi squilibri ambientali del pianeta: cambiamenti climatici, minore disponibilità di acque di falda e di superficie, impoverimento del suolo, deforestazione, erosione genetica, forzatura della maturazione e della stagionalità dei prodotti con perdita dei sapori, cibi contaminati da residui chimici pericolosi per l’uomo e l’ambiente. Ma se questo è il passato e larga parte del presente, noi crediamo che proprio l’agricoltura oggi può essere il più importante alleato per le attuali sfide ambientali e per lo sviluppo dell’economia verde. Una nuova agricoltura rispetto al modello che ha dominato nel Novecento: un’agricoltura già all’opera, praticata da molti agricoltori italiani ed europei, attenti ai processi naturali e alla complessità e specificità locale degli ecosistemi e capaci di innovare, sperimentando nuove tecnologie e anche attingendo agli antichi saperi della cultura rurale.
(fonte legambiente)
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