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Mercoledì, 15 Aprile 2020 15:45

I Love Italian Food

Nasce "Support Italian Food Warriors" il progetto per sostenere gli autentici chef e ristoratori italiani, in Italia e nel mondo.

Una serie di masterclass in cui gli chef condivideranno i propri segreti culinari con i clienti e gli appassionati di cucina italian.

Gli chef e i ristoratori, a tutti i livelli, in questo periodo di emergenza sanitaria internazionale legata al coronavirus, stanno combattendo una vera e propria battaglia per la sopravvivenza, con i locali chiusi in molti Paesi, Italia in primis, e spesso l'impossibilità di poter attingere ad altre forme di sostentamento. Una battaglia che non è soltanto importante per le loro attività, ma anche per la salvaguardia di uno dei più grandi e importanti patrimoni culturali e produttivi che rendono l'Italia eccellenza mondiale nel cibo e nella ristorazione.

Chef e ristoratori oggi sono quindi impegnati in veste di guerrieri che lottano per questo grande obiettivo. Da qui è nata "Support Italian Food Warriors" l'azione, lanciata da I Love Italian Food in collaborazione con Kaiti expansion e Italian Food Studio.

Spiega Alessandro Schiatti, Amministratore delegato e cofondatore di I Love Italian Food: "In questo momento di lockdown globale abbiamo dato vita ad una piattaforma per offrire ai ristoratori un modo per continuare a parlare con i loro clienti, creando una nuova esperienza culinaria che gli permetterà di raccogliere sostegno morale ed economico, in modo concreto, immediato e diretto. I ristoratori potranno condividere, attraverso masterclass on line i segreti dei propri piatti con i clienti e con tutti gli appassionati di cucina italiana, raccogliendo un contributo che ogni ristoratore potrà utilizzare per sostenere la propria attività o anche devolvere a cause a lui care. Il progetto, che I Love Italian Food ha presentato agli operatori nei giorni scorsi, ha già raccolto molte adesioni, e la collaborazione di numerose associazioni in Italia e nel resto del mondo che riuniscono migliaia di chef e ristoratori. Ed è sostenuto da un Team virtuoso di aziende sostenitrici di i Love Italian Food, tra le quali Carpigiani, Fior di Maso, Montanari Gruzza e Monti Trentini. Questo progetto è nato da noi ma è di tutti i ristoratori, di tutti gli appassionati di cucina italiana e di tutte quelle realtà che, come noi, lavorano ogni giorno per tutelare i professionisti italiani e promuovere la nostra cultura enogastronomica a livello internazionale".

Le masterclass saranno divulgate attraverso la piattaforma webinar, a partire dal 18 aprile e fino al 28 giugno 2020.

Per avere tutte le informazioni è possibile visitare il sito www.100per100italian.it

Tra le realtà che hanno scelto di sostenere Italian Food Warriors ci sono: Associazione italiana chef New York; UCI – Unione Cuochi Italiani; ItChefs; Global School Palazzo Italia; ACI – Associazione Cuochi Italiani; Italian Feeds America; le delegazioni di Belgio, Argentina, Polonia e Francia della Federazione Italiana Cuochi; il Gruppo Italiano di New York; la Federazione Internazionale Pasticceria, Gelateria e Cioccolateria; Italian Food #Moltobuono, Authentico e Future Food Network.

I Love Italian Food è una realtà che promuove e difende la vera cultura enogastronomica italiana nel mondo. Creata a Reggio Emilia, nel cuore della Food Valley nel 2013 da un gruppo di amici appassionati di cibo italiano, oggi è una grande community internazionale che nel 2017 ha raggiunto più di un miliardo di contatti digitali in tutto il mondo.

Un progetto nato dalla convinzione che il futuro dell'Italia sia strettamente legato al futuro del comparto agroalimentare nazionale, e alla capacità dello stesso di espandersi ed affermarsi ulteriormente nel mondo. Già oggi è infatti uno degli aspetti più amati e ricercati dell'Italia all'estero, oltre a rappresentare un settimo della nostra economia.

Kaiti expansion opera da 25 anni nel settore marketing e comunicazione, promuovendo l'immagine e i valori di numerose aziende ed enti pubblici. Con le sue sedi a Reggio Emilia, Roma e Milano, Kaiti expansion è strutturata in un network di aree aziendali, che lavorano in sinergia tra loro per offrire progetti personalizzati e flessibilità operativa.

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia

La donazione, frutto dell’attivazione di un network internazionale Italia-Cina, comprendeva anche 200mila mascherine chirurgiche consegnate nei giorni scorsi.

A distanza di alcuni giorni dalla consegna delle 200mila mascherine chirurgiche, sono arrivati ieri anche i 70 dispositivi medici provenienti dalla Cina facenti parte della donazione che Xiaomi Foundation e Xiaomi Technologies hanno voluto fare all’Azienda USL IRCCS di Reggio Emilia per supportarla nella fase di emergenza epidemica.

La donazione era nata grazie all'appello personale di Marco Bizzarri, Presidente e CEO di Gucci, che ha coinvolto le due realtà cinesi per sostenere il sistema sanitario reggiano.

I dispositivi medici sono utili per il supporto respiratorio ai pazienti più gravi e consistono in 20 ventilatori polmonari, 20 pompe per infusione, 20 ossimetri a impulsi, 10 monitor portatili.

Ad accompagnarli erano frasi di amicizia e incoraggiamento tratte dai classici latini e italiani incollate sulle casse di imballaggio.

Il Direttore generale Fausto Nicolini dichiara “Rinnovo i ringraziamenti a Xiaomi Foundation e Xiaomi Technologies per questa donazione ai nostri ospedali e sono grato a Marco Bizzarri, cittadino reggiano da sempre affezionato al suo territorio che, oltre ad aver fatto una cospicua donazione personale, ha voluto coinvolgere il proprio network internazionale per aiutarci nuovamente”.

L’Azienda USL IRCCS di Reggio Emilia desidera, inoltre, rinnovare il ringraziamento al Professor Ernesto Caffo e a Mr Haisong Tang per i loro fattivi contributi.

L’operazione è stata possibile anche grazie all'applicazione della direttiva dell'Agenzia delle Dogane che sin dall'inizio dell'epidemia offre la possibilità di far entrare nel nostro Paese, gratuitamente e da qualsiasi parte del mondo, le merci donate a sostegno dell’assistenza sanitaria Covid-19.

Grazie alla collaborazione tra Poste e l’Arma dei Carabinieri, 23.000 pensionati di età pari o superiore a 75 anni potranno richiedere la consegna della pensione a domicilio per tutta la durata dell’emergenza da Covid-19, evitando così di doversi recare negli Uffici Postali. 

Poste Italiane e l’Arma dei Carabinieri hanno sottoscritto una convenzione grazie alla quale tutti i cittadini di età pari o superiore a 75 anni che percepiscono prestazioni previdenziali presso gli Uffici Postali, che riscuotono normalmente la pensione in contanti, possono chiedere di ricevere gratuitamente le somme in denaro presso il loro domicilio, delegando al ritiro i Carabinieri. Il servizio non potrà essere reso a coloro che abbiano già delegato altri soggetti alla riscossione, abbiano un libretto o un conto postale o che vivano con familiari o comunque questi siano dimoranti nelle vicinanze della loro abitazione.

L’accordo è parte del più ampio sforzo messo in atto dai due partner istituzionali, ciascuno nel proprio ambito di attività, per contrastare la diffusione del Covid-19 e mitigarne gli effetti, anche mediante l’adozione di misure straordinarie volte ad evitare gli spostamenti fisici delle persone, ed in particolare dei soggetti a maggior rischio, in ogni caso garantendo il mantenimento della distanza interpersonale di almeno un metro. L’iniziativa permette anche di tutelare i soggetti beneficiari dalla commissione di reati a loro danno, quali, truffe, rapine e scippi.

In base alla convenzione appena sottoscritta i Carabinieri si recheranno presso gli sportelli degli Uffici Postali per riscuotere le indennità pensionistiche per poi consegnarle al domicilio dei beneficiari che ne abbiano fatto richiesta a Poste Italiane rilasciando un’apposita delega scritta. I pensionati potranno contattare il numero verde 800 55 66 70 messo a disposizione da Poste o chiamare la più vicina Stazione dei Carabinieri per richiedere maggiori informazioni.

La collaborazione è frutto della consapevolezza di entrambi i sottoscrittori di ricoprire un ruolo strategico a sostegno del Paese e conferma la loro vocazione alla prossimità verso i territori e le categorie più fragili. Il risultato è scaturito dalla capacità dei Carabinieri e degli operatori di Poste Italiane di intercettare i fabbisogni della popolazione e riuscire, grazie alla presenza capillare sia dei Comandi Stazione Carabinieri sia degli Uffici Postali sull'intero territorio nazionale, a fornire un servizio efficace e solidale.

L’Arma dei Carabinieri e Poste Italiane continueranno ad assicurare il servizio di erogazione e consegna al domicilio delle pensioni agli ultra settantacinquenni per l’intera durata dell’emergenza Covid-19.

di Francesca Caggiati - 22 marzo 2020 - Si chiama Mario Sancinelli, è un bergamasco, e dal suo profilo Facebook registra un filmato e scrive: "Video sfogo di un Bergamasco, un Italiano arrabbiato. Dedicato a chi di questo schifo non ne può più."

Ed elenca gli innumerevoli errori e mancanze che i nostri politici hanno commesso in questi lunghi giorni, a partire dai primi ricoveri da coronavirus che risalgono a fine gennaio.

Fino ad arrivare ad oggi. Una situazione drammatica di cui ancora non si intravede la fine e non si riesce a prevederne i morti, con i nostri governanti focalizzati ancora sugli aspetti economici, ancor prima che sulla salute e la vita delle persone. 

Sei minuti in cui, punto per punto, disamina la situazione nella sua città. Situazione che si sta replicando in tutte le province italiane e che non risparmierà nessuno. Anzi, al Sud potrebbe essere ancora più cruenta.

Quando tutto sarà finito, Sancinelli - un cittadino come tanti, esasperato da questa situazione straziante - invita a ricordarsi di come si sono comportati coloro che dovrebbero avere a cuore il bene dell'Italia e di tutti gli italiani.

VIDEO 

https://www.facebook.com/mario.sancinelli.5/videos/2880972091989924/

Pubblicato in Cronaca Emilia
Mercoledì, 25 Luglio 2018 23:08

Addio Sergio

Oggi ci ha lasciati l'abile manager di Chieti, amante della Ferrari, che ha risollevato FIAT dalle ceneri. Addio, Sergio Marchionne.

di Matteo Landi

"Mi ha ricordato mio padre: anche nei momenti in cui era più duro lasciava trasparire, dietro quella facciata, una grande umanità". Piero Ferrari ricorda così Sergio Marchionne. L'ex Presidente che tanto si era ispirato al grande Enzo Ferrari: "un uomo con capacità di visione e di gestione di persone e delle risorse fuori dal comune". Nel 2014, l'uomo di Chieti, aveva detronizzato, con parole poco gentili, il Presidentissimo Luca Cordero di Montezemolo, colui che aveva portato a Maranello nei '90 le personalità giuste per vincere, anzi stravincere, per anni. Una bella fase d'oro che sfumò fino, appunto, al 2014. In Formula 1 la Scuderia Ferrari toccava uno dei suoi minimi storici. Neanche campioni del calibro di Fernando Alonso e Kimi Raikkonen riuscivano a togliere il Cavallino dalle sabbie mobili. Marchionne colse l'occasione al volo. Si fece odiare da tanti tifosi della Rossa. Poi, dopo il clamore iniziale, Sergio si mise al lavoro, per una lunga fase di ammodernamento del team di Maranello. Oggi, gli stessi che non lo avevano in simpatia, lo piangono. Si era fatto amare a suon di risultati. Ottenuti, per altro, con una Scuderia sempre più italiana e priva di ingegneri super star.

Seduti su un guard rail

Adesso, lassù, Marchionne ha l'occasione di incontrare di persona quel manager che lo ha ispirato, il Grande Vecchio. Quel maglioncino nero traspare praticità e, perchè no, umanità. Seduti su un guard rail, si confrontano sulle strategie necessarie per fare grande una casa automobilistica. Sergio, in merito, aveva ormai esperienza da vendere. Ben prima di entrare a far parte della famiglia Ferrari prese per mano la FIAT, nel 2004, accompagnandola negli anni in un lungo cammino che l'ha trasformata nell'attuale FCA. Con risultati noti, sbalorditivi: dalla soglia del fallimento della fabbrica torinese, alla multinazionale Fiat Chrysler Automobiles, oggi il settimo gruppo automobilistico al mondo. Da ultimo si era lanciato nell'impresa di risollevare il marchio Alfa Romeo. Era un uomo che, quel che diceva, faceva. Se oggi in F1 corrono delle monoposto con il marchio del biscione il merito è suo. Operazione di maquillage, semplice sponsorizzazione? Chiamatela come volete, intanto aveva riportato attenzione su un marchio storico italiano. A modo suo. Pratico.

1952-2018

In questi giorni le borse hanno segnato indici pesantemente negativi per FCA e Ferrari. Un'attestazione postuma di stima nei confronti dell'ex Presidente. "Il giudizio su quello che una persona ha fatto nel corso della sua carriera non dipende da quello che ha raggiunto, ma da quello che lasciato". Diceva Marchionne nel 2008 agli studenti del Politecnico di Torino. Un buco enorme, gli rispondiamo adesso, e lui seduto su quel rail si volta un attimo, distogliendo lo sguardo dal suo grande maestro Enzo Ferrari. 25 luglio 2018, Sergio Marchionne ci ha lasciati. Da circa un mese stava molto male. L'avevamo visto l'ultima volta il 26 giugno scorso mentre, a Roma, consegnava una Jeep all'arma dei Carabinieri. Di cui suo padre aveva fatto parte. Per l'ex-presidente fu l'ultimo sforzo. Perchè se n'è andato? "Il rispetto per gli altri deve rimanere un valore essenziale". La risposta ce l'aveva suggerita lui stesso quel giorno del 2008, al Politecnico di Torino. In queste settimane la sua famiglia ha scelto il massimo riserbo. E noi, seguendo le parole del grande manager di Chieti, non ci addentriamo in ipotesi di decesso che tali rimarrebbero, irrispettose. Oggi, più della cronaca conta il ricordo. E noi ti ricorderemo per sempre, Sergio di Chieti. Riposa in pace, o seduto su un rail. Vedi tu.

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Con “Gocce di Cioccolato”, il 30 e il 31 marzo Torino ospita “Io bevo caffè di qualità”: due giorni di degustazioni particolari e assaggi dedicati ai monorigine anche in pasticceria.

Mercoledì 22 Marzo 2017 -

Si terrà il 30 e il 31 marzo la prima edizione torinese di Io bevo caffè di qualità, manifestazione itinerante nata sotto la direzione artistica del “caffesperto” Andrej Godina e Francesco Sanapo, pluripremiato campione italiano di caffè, che proprio sotto la Mole celebra il suo sesto anno di attività.

L’evento, dedicato al caffè di qualità e alla pasticceria artigianale made in Torino, ha lo scopo di informare ed educare il pubblico alla degustazione del caffè, andando a conoscerne i paesi di produzione e apprezzandone le peculiarità organolettiche.

L’evento torinese, organizzato e voluto da Maurizio Galiano e da Ivano Baiunco (titolari della Pasticceria e Torrefazione Gocce di Cioccolato) vuole, attraverso degustazioni guidate di caffè preparati con differenti modalità (espresso, filtro), testimoniare come anche in città sia possibile avvicinarsi a una cultura del caffè che ha tanto da esprimere e da comunicare.

La special edition torinese della manifestazione si terrà al Teatro della Concordia di Venaria Reale (corso Puccini s.n.) con orario 16.30-20.30 e vedrà in abbinamento ai caffè monorigine preparati sul momento in tre differenti postazioni, i prodotti di Gocce di Cioccolato pensati per questi assaggi mirati. “Per l’occasione – spiega Maurizio Galiano – abbiamo ideato tre dessert: una mousse al caffè, la Monachina torta di pasticceria secca e i biscotti vegani al caffè e cioccolato. Il nostro intento è quello di stimolare le persone a comprendere come, anche in pasticceria si possano utilizzare e riconoscere differenti monorigine di caffè. In questi tre assaggi che rappresentano un’anteprima della nostra produzione e che arricchiranno la gamma di pasticceria di Gocce di Cioccolato, abbiamo utilizzato monorigine che andranno ad abbinarsi ai caffè proposti in degustazione”.

Tutto pronto dunque per un percorso sensoriale straordinario che consentirà di sensibilizzare il consumatore aiutandolo a fare un salto in avanti nel riconoscere, tramite la degustazione, caratteristiche aromatiche mai percepite prima, abbinando caffè e dolci in modo ben preciso. Per l’occasione sarà possibile assaggiare caffè monorigine provenienti dall’Etiopia, dal Guatemala e dall’Indonesia: i caffè saranno preparati da baristi esperti, veri e propri sommelier pronti a dare tutte le informazione per far vivere ai partecipanti una degustazione a 360°, con nozioni dalla nascita del caffè nei Paesi di origine, fino al prodotto in tazzina. I caffè saranno serviti non solo in modalità espresso, ma anche con i metodi “pour over”, per avere infusi di caffè, secondo le tendenze internazionali, come con V60, Chemex, French Press. Tutti i caffè sono tostati in Italia, e tra essi sarà servito anche un decaffeinato di alta qualità.

 

 

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Come ogni anno il New York Times arriva con la sua classifica e questa volta ha stilato una lista delle mete mondiali imperdibili per il 2017: tra queste c'è anche la Calabria. Tre i ristoranti segnalati.

Di Chiara Marando -

Sabato 14 Gennaio 2017 -

Come ogni anno il New York Times arriva con la sua classifica e questa volta ha stilato una lista delle mete mondiali imperdibili per il 2017. Tra queste c'è anche la Calabria, per il suo patrimonio gastronomico ricco di sapore e tradizione che si riflette in una cucina che ben esprime la vivacità del territorio: "Il cibo italiano oltre le mete tradizionali", questo è il titolo con cui la giornalista statunitense Danielle Pergament spiega la sua scelta, sottolineando che i migliori piatti italiani si trovano proprio in questa regione.

Perché? Semplice, la cucina calabrese non si basa solo sui prodotti più noti come 'Nduja e Bergamotto, ma ha saputo sperimentare ed evolversi coniugando la tradizione con l'innovazione contemporanea puntando, al contempo, sull'agricoltura biologica e la riscoperta di vitigni e colture autoctone.

Ma il New York Times non si limita solo a segnalare la Calabria come meta obbligata, si spinge a consigliare tre ristoranti considerati eccellenti.

Ristorante Dattilo

Strongoli (KR)
0962 865613
www.dattilo.it


"Essere citati su un giornale importantissimo come il 'New York Times' è per me una grande gioia. Mi fa molto piacere che la mia terra, la Calabria, venga messa insieme a posti come le Maldive perché vuol dire che si sta facendo bene - commenta entusiasta in un'intervista all'Adnkronos la proprietaria e chef stellata del "Dattilo" Caterina Ceraudo - “E' fantastico lavorare in questio territorio perché, nonostante non ci sia nulla, siamo riusciti a valorizzare i nostri prodotti, tutti provenienti da agricoltura biologica".

Il Ristorante “Dattilo” è uno dei primi agriturismi della Calabria, un'oasi di pace circondata da vigneti e uliveti. E' proprio Caterina, allieva dello chef tristellato Niko Romito, a considerare questo luogo l'espressione della propria passione per la cucina: materie prime del territorio, agricoltura biologica e piatti che raccontano i prodotti locali reinterpretando le ricette tradizionali.

dattilo 2

Da provare, a scelta, tre percorsi degustazione: da 45-50 €, da 65 €, e il più completo a 90 €.


Ristorante Ruris

Isola Capo Rizzuto (KR)
0962791460
www.ruris.it

Aperto dal '76, il “Ruris” è un ristorante a conduzione familiare che solo recentemente ha deciso di far fare un salto di qualità alla sua cucina, passando da proposte tradizionali a piatti più gourmet. Re ai fornelli è lo chef Natale Pallone, che porta in tavola un menù esclusivamente di pesce, prodotti a Km zero, stagionali e biologici.

ruris 2

Tre i possibili percorsi degustazione: da 35 €, 45 € e 75 €. Scegliendo il menù alla carta la spesa si aggira sui 40 €.


Antonio Abbruzzino

Catanzaro
0961799008
www.abbruzzino.it

"Soddisfare anche i palati più esigenti, questo è il segreto dei prodotti calabresi – spiega il proprietario Antonio Abbruzzino - Ogni giorno dialoghiamo con le risorse professionali locali. Luca, mio figlio, mantiene rapporti con piccoli produttori agricoli, capaci di fornire cose eccezionali. Ecco perché in diverse parti del mondo oggi amano la cucina calabrese".

Aperto da otto anni, nel suo ristorante Antonio propone una cucina attenta ai prodotti del territorio, che unisce semplicità ed audacia creativa, anche e soprattutto grazie al talento del figlio Luca e della sua giovanissima brigata. Non a caso è arrivata la tanto attesa stella Michelin.

abruzzino 2

Protagonisti del menù sono il mare, le verdure e gli ingredienti della terra.

Anche in questo caso tre i menu degustazione, 50 €, 65 €, 80 €, ed una spesa alla carta che si aggira intorno ai 50 €.

 

 

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Pubblicato in Dove andiamo? Emilia
Sabato, 24 Dicembre 2016 10:02

Ad ogni regione il suo dolce di Natale

La bellezza, l'originalità e la vitalità culturale dell'Italia si riconosce anche e soprattutto dalle sue tradizioni gastronomiche: ecco un breve giro alla scoperta dei dolci natalizi regionali

Di Chiara Marando -

Sabato 24 Dicembre 2016 -

La bellezza, l'originalità e la vitalità culturale dell'Italia si riconosce anche e soprattutto dalle sue tradizioni gastronomiche che caratterizzano ogni regione, ne raccontano le radici, le materie prime e la voglia di condividere il piacere della tavola. Soprattutto a Natale.

Ed effettivamente, quale migliore momento se non le festività natalizie per trascorrere dei momenti piacevoli gustando le ottime specialità che ogni famiglia si tramanda di generazione in generazione?

Proviamo a fare un piccolo viaggio tra queste delizie che rappresentano i dolci perfetti per il 25 dicembre.

Cominciamo con la Lombardia ed il suo classico Panettone, ovvero il tipico dolce natalizio di Milano. La ricetta per realizzarlo è veramente semplice, a fare la differenza sono i tocchi personali, gli ingredienti di alta qualità e la giusta lievitazione: si prepara unendo uova, latte, farina e zucchero e si attende un'intera giornata perché il tutto lieviti a dovere.

Sempre in Lombardia, o meglio Valtellina, c'è la deliziosa Bisciola con le sue noci, l'uvetta e i fichi secchi che predominano nell'impasto.

bisciola val tellina

Trentino Alto Adige a Natale significa profumo di spezie, perfettamente interpretato dallo Zelten, ovvero il Pane fruttato, riccamente speziato, al cui interno trionfa la frutta secca.

zelten

Frutta secca anche nel Gubana, tipico del Friuli Venezia Giulia, che si completa con uvetta, amaretti e grappa.

Gubana

Il Veneto dice la sua con l'immancabile Pandoro originario di Verona, soffice, perfetto mangiato da solo e goloso servito con una crema chantilly, con la sua nota forma a stella.

Piemonte è Tronchetto di Natale, specialità energetica che si prepara con uova, burro, mascarpone, crema di marroni, brandy, panna e cioccolato. Insomma un peccato di gola irresistibile e supercalorico.

Nel Lazio spicca il Pangiallo, per la sua glassa di colore giallo, la cui origine pare risalga all'Impero Romano. Si usa prepararlo il giorno del solstizio d'inverno come buono auspicio per il ritorno delle giornate più lunghe e soleggiate.

Umbria e Abruzzo si dividono la tradizione del Parrozzo, il cui impasto è a base di semolino o, in alternativa, farina gialla o farina bianca con fecola, zucchero, mandorle tritate, essenza di mandorla amara, buccia di arancia o buccia limone per profumare, e ricoperto poi con cioccolato fondente.

Parrozzo abruzzo

Il Bostrengo viene dalle Marche. Nato come piatto povero del periodo natalizio, proprio perché l'impasto recupera il pane raffermo, cambia nome e ricetta di paese in paese. Ci sono però alcuni elementi che non devono mani mancare: noci, mandorle, fichi secchi, pane raffermo, frutta candita, uva sultanina e mosto cotto.

bostrengo

La Toscana è famosa per il suoi Ricciarelli, dolci a base di mandorla, vaniglia e cannella della tradizione senese. Ma anche per il Panoforte: mandorle, arance e cedri canditi ne sono gli elementi primari.

Il Panspeziale, o Certosino, è originario dell'Emilia Romagna, con una ricetta addirittura certificata e depositata in Camera di Commercio dal 2003. Gli ingredienti sono cioccolato, miele, frutta candita, pinoli, mostarda bolognese e burro. Anche in questo caso con le calorie e la bontà non scherziamo! Simile, ma ancora più nutriente per l'aggiunta di nocciole, arachidi, mandorle, ciliege candite e cognac, è il Panone di Natale, il dolce natalizio delle campagne bolognesi.

Panone bolognose

La Liguria porta in tavola il delizioso Pandolce, panini/focacce dolci, farciti con uva sultanina, zucca candita, pistacchi e pino.

pandolce ligure

Scendendo verso la Campania troviamo gli Struffoli, palline di pasta fritte, unite con miele e guarnite con zuccherini colorati. Una festa per gli occhi.

Struffoli

La Calabria celebra il Natale con i suoi Fichi Chini. La ricetta originale prevede che i fichi secchi vengano riempiti con con mandorle, noci, cioccolato e canditi, per poi essere sovrapposti a formare una Croce.

Grande festa anche in Puglia con il Panciotto, dolce monoporzione fatto di pastafrolla, farcito con crema pasticcera, e con le Cartellate, una sfoglia sottile dove a catturare l'attenzione è il profumo di anice, mosto cotto e cannella.

Cartellate al miele

Il Cubaita viene dalla Sicilia e prende il posto del torrone. Un croccante fatto con mandorle, sesamo, arance e miele. Poi ci sono i Buccellati, ciambelle di grandi o piccole dimensioni, con aromi di limone, arancia, cannella e vaniglia, ed ancora fichi secchi, mandorle, noci, nocciole e pistacchi. Insomma, tutto!

Buccellato 1

Infine, arriviamo in Sardegna con i Sebadas, un grande raviolo ripieno di pecorino e glassato con il pregiato miele di corbezzolo.

sebadas sardo

Pubblicato in Cultura Emilia

Il terremoto degli ultimi giorni ha messo in ginocchio il territorio di Norcia. Proprio da lì arriva l'appello dei produttori di Prosciutto di Norcia: “Aiutateci, abbiamo perso tutto. Acquistate i nostri prodotti”

Di Chiara Marando -

Sabato 05 Novembre 2016 -

La terra continua a tremare nel centro Italia, difficile stimare la reale entità dei danni subiti e ancora più difficile adattarsi ad una nuova condizione di vita nella quale le persone colpite sono state catapultate.

Persone che in quei luoghi vivevano e lavoravano con passione ed il cui operato è stato ridotto ad un cumulo di macerie. Da recuperare, purtroppo, c'è poco, ma è un dovere di tutto dare una mano per cercare di salvare proprio “quel poco”.

Da qui l'accorato appello dei produttori di salumi della zona di Norcia, i famosi “norcini” che hanno dato il nome ad un'attività diventata parte della tradizione gastronomica italiana. Sono loro a parlare, a raccontare che non hanno più nulla, che il terremoto si è portato via tutto e che gli animali non possono resistere senza recinti di protezione e acqua per sopravvivere.

Sotto le macerie è rimasto il frutto della loro fatica, la storia della loro attività e la produzione stessa dei rinomati salumi conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo. Si parla di milioni di euro tra prodotti e strutture.

Ed il loro appello riprende quello fatto nel 2012 dalle aziende di Parmigiano Reggiano: chiedono a tutti di acquistare le cosce di prosciutto di maiale nero di Norcia. Chiedono anche aiuto per costruire ricoveri di fortuna per gli animali ora liberi ed esposti all'attacco dei lupi.

Aiutateci, facciamo uno dei prosciutti migliori al mondo”

prosciutto-di-norcia-terremoto-credits-Repubblica

Ed effettivamente, i salumi di Norcia sono conosciuti per la loro genuinità e per l'accurata lavorazione delle carni mediante tecniche antiche, tramandate di generazione in generazione. Un vero tesoro culinario da preservare, ma anche una professione da sostenere perché quella del “norcino” è una figura indispensabile.

E' lui che si occupa di allevare i maiali lasciandoli liberi di nutrirsi di ghiande, di bere acqua sorgiva e di muoversi all'interno della natura accogliente che caratterizza il territorio, il tutto per fare in modo che la materia prima sia di qualità eccellente. E' sempre lui che sceglie l'animale e lo abbatte in modo che la carne conservi la sua morbidezza, per poi lavorarla con cura e maestria fino a trasformarla nel famoso Prosciutto di Norcia.

In altre parole, numerose fasi di lavorazione, un procedimento lento e meticoloso, standard rigorosi e la pazienza di aspettare che sia pronto.

Ma come si arriva ad ottenere il prodotto finito?

Prima di tutto, fondamentale è che la carne rispetti i livelli di qualità richiesti, una classificazione che parte dall'allevamento. La prima fase della lavorazione consiste nell’abbattimento e nella macellazione dell’animale; dopo la macellazione, le cosce di maiale vengono fatte raffreddare ad una temperatura tra 1 e 4° per 24 ore, trascorse le quali si procede con la rifilatura utile per dare alle cosce di maiale la caratteristica forma a pera.

Poi c'è la salatura con sale marino e pepe, che assicura il tipico aroma al prodotto finito. Qui il tempo è importantissimo perché questa procedura si svolge in due tempi: prima le cosce vengono salate, massaggiate e bucherellate in modo che l'aroma penetri a fondo, quindi lasciate riposare per 7 giorni; successivamente vengono lavate, salate nuovamente, messe sotto sale per due settimane e sottoposte a dissalatura per poi riposare dai 2 ai 5 mesi.

Poi è la volta della stagionatura che prevede “sugnatura” e “stuccatura”, due trattamenti che ricoprono gli strati superficiali e ne permettono la conservazione, impedendo l'eccessivo disseccamento della carne.

Infine, i prosciutti vengono appesi in ambienti climatizzati, con adeguate temperature ed umidità, per almeno 12 mesi.

Prosciutto di Norcia I.G.P

Il risultato è un'eccellenza a marchio IGP le cui fette, dal colore rosso o rosato, rilasciano un profumo indimenticabilmente speziato.

Ecco, per salvaguardare questo patrimonio adesso c'è bisogno di aiuto, di contributi concreti per permettere a queste realtà di risollevarsi, sopravvivere e portare avanti il pregio di un mestiere antico come quello del “norcino”.

Sul sito www.valnerinaonline.it una serie di contatti ai quali potersi rivolgere direttamente. Di seguito, invece, l'elenco dei produttori:

Macelleria Casale De Li Tappi
Aperto e disponibile per spedizioni
Salumi di Norcia e prodotti dell’Umbria
www.norcineriadinorcia.it

Norcineria Felici
Disponibile per spedizioni
Prodotti di Norcia, Cascia e Umbria
www.norcineriafelici.it

Punto vendita caseificio di Norcia
Formaggio di Norcia, legumi e miele
3331091291

Norcineria Ulivucci
Disponibile per spedizioni
Legumi, pasta, olio e vino
www.norcineriaulivucci.it

Cioccolateria Vetusta Nursia
Disponibile per spedizioni
www.norciaciok.it

Prodotti tipici di Gaffi
Disponibile per la spedizione
Legumi, formaggio e altri prodotti di Cascia e dell’Umbria
www.prodottitipicigaffi.it

Il Norcino di Campi di Norcia
Salumi artigianali di Norcia
www.ilnorcino.net

Norcineria F.lli Ansuini
Salumi di Norcia
www.ansuininorcia.com

Salumificio Lanzi
Formaggi e salumi
www.lanzisrl.it

Azienda Agricola Persiani Roberto
Disponibile per la spedizione
Legumi, patate e zafferano di Cascia
www.zafferanoitalia.it

Valle del Sole
Azienda agricola Castelluccio
Disponibile per spedizioni
3393724609 – 3318149622

Moscatelli tartufi Norcia
Formaggio e tartufi
Aperto e disponibile per spedizioni
www.moscatellitartufi.com

Norcineria Coccia
Salumi di Norcia
Disponibile per spedizioni
3337429996

Prosciutteria del Corso
Salumi di Norcia
Disponibile per spedizioni
3939772180

Azienda agricola Sibilla di Foglietti Enrico
vendita su appuntamento e spedizioni
confetture composte salse dolci succhi e sciroppati
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
3471761488

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Pubblicato in Cronaca Emilia

Ricerca e innovazione in primo piano. A Bologna la seconda tappa dell'Italy-China science, technology and innovation week 2016, l'evento di punta del programma di cooperazione Italia-Cina. Caselli: "Ci sono le condizioni per avviare progetti comuni".

Bologna, 27 ottobre 2016

L'agrifood italiano incontra la Cina e lo fa dall'Emilia-Romagna, regione leader del made in Italy, prima in Europa per produzioni Dop e Igp, forte di un settore che vale oltre 20 miliardi e che con l'indotto dà lavoro a circa 300mila persone.
Si è svolta a Bologna, presso la sede della Regione, la seconda delle tre tappe tematiche dell'Italy-China science, technology and innovation week 2016, l'evento di punta del programma di cooperazione Italia-Cina firmato dai due Paesi nel 2010. Una tappa interamente dedicata al comparto agroalimentare, con un attenzione particolare ai temi della ricerca e dell'innovazione.

"Quello di oggi è un appuntamento molto importante – ha spiegato l'assessore regionale all'agricoltura Simona Caselli – Cina e Usa sono i due Paesi che orientano lo sviluppo del mondo e noi come Regione abbiamo relazioni dirette con il Guangdong, grazie al protocollo di intesa firmato dal presidente Stefano Bonaccini nel 2015. Ci sono le condizioni per avviare progetti comuni. Sicurezza alimentare e tracciabilità, sostenibilità delle tecniche di produzione, contrasto al cambiamento climatico, efficienza irrigua, sono i settori su cui lavorare". "Un impegno quello della Regione – ha ricordato Caselli – che passa anche dal World Food Research and Innovation Forum, una delle sedi principali di confronto istituzionale e del mondo della ricerca sui temi della food safety e della food security".

"Oggi sono presenti a Bologna tutte le principali istituzioni di ricerca e sviluppo cinesi – ha sottolineato l'assessore regionale all'università e alla ricerca Patrizio Bianchi - l'Italy-China Week è un forum di livello internazionale, per il quale ci è stato chiesto di essere punto di riferimento del settore agroalimentare, a riconoscimento non solo della qualità dei nostri prodotti, ma anche del forte contenuto di innovazione".

"Bologna e l'Emilia-Romagna sono in prima linea in molte iniziative nazionali e internazionali nel settore dell'agrifood - ha spiegato il rettore dell'Università di Bologna Francesco Ubertini - iniziative di cui l'Alma Mater è spesso promotore o attore di rilievo. Tra queste, oltre al tavolo regionale sull'agroalimentare e al cluster nazionale CLAN, è obbligo citare la proposta, ora in fase di valutazione, per avere a Bologna uno dei sei nodi europei della KIC Food - Knowledge and Innovation Community. La nostra Università del resto è il primo ateneo in Italia e tra i primi in Europa per attrazione di finanziamenti nel settore".

Al centro del forum la qualità dei prodotti e delle tecniche di produzione, la sicurezza dei cibi, la sostenibilità e competitività, le tecnologie per l'industria alimentare. Tutti temi su cui è impegnato anche il Cluster agrifood nazionale CLAN, un partenariato di imprese, centri di ricerca, istituzioni e stakeholder della filiera agroalimentare promosso da Federalimentare e Aster Emilia-Romagna. "Sicurezza alimentare – ha spiegato il presidente Paolo Bonaretti - nutrizione e ricerca clinica, sostenibilità ambientale e riutilizzo degli scarti, sono le tre direttrici fondamentali del nostro lavoro".
Il Forum bolognese sull'agrifood è stato organizzato da Università di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Istituto Confucio, Associazione Collegio di Cina, Cluster CLAN e dai maggiori player dell'agroalimentare nazionale.
L'appuntamento segue quello di Bergamo dell'altro ieri sui sistemi avanzati di manifattura e sulle tecnologie della salute e precede la tappa istituzionale conclusiva di Napoli di domani con il Sino-Italian Exchange Event e l'Italy-China Innovation Forum.

La provincia cinese del Guangdong

ll Guangdong, prima provincia cinese per Pil e commercio estero, con una popolazione di oltre 104 milioni di abitanti è partner privilegiato della Regione Emilia-Romagna, grazie a un protocollo d'intesa siglato nel 2015. Obiettivo: realizzare iniziative di scambio e cooperazione nei settori del commercio e degli investimenti, della sicurezza alimentare, della tecnologia, della tutela ambientale, della cultura e del turismo. L'intesa con il Guangdong si affianca agli altri due accordi strategici siglati dal presidente Stefano Bonaccini con la California sul cambiamento climatico e recentemente, con la Provincia del Gauteng, l'area economica più avanzata del Sud Africa.

(Fonte: ufficio stampa ER)

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