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Editoriale:  - Tutti in fregola per la sorpresa di Conte - Lattiero caseario. Contrazione latte, scende la crema e il Parmigiano Reggiano -Cereali e dintorni. Mercati stazionari verso il basso. Euro indebolito - EIMA 2020: in due giorni prenotato più di un terzo dell’intero spazi - Parmigiano Reggiano, il commento sui dazi di Trump - Si chiama AZZURRA, si legge efficienza -

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Anno 18 - n° 39 29 settembre 2019
1.1 editoriale
Tutti in fregola per la sorpresa di Conte!
2.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Contrazione latte, scende la crema e il Parmigiano Reggiano
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati stazionari verso il basso. Euro indebolito
4.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 bonifiche Canale Emiliano Romagnolo: 60 anni all’insegna di innovazione e sostegno all’agricoltura.
6.2 FIERE - EIMA e SIMA EIMA 2020: in due giorni prenotato più di un terzo dell’intero spazi
7.1 Grano Duro Campagna grano duro, incontro in Regione con scienziati, produttori e rappresentanti di categoria.
7.2 logistica cooperativa Si chiama AZZURRA, si legge efficienza
9.1 USA e i dazi di trump Parmigiano Reggiano, il commento sui dazi di Trump
9.2 cooperative I primi 40 anni della Casearia Agrinascente PARMA 2064
10.1 fiume PO Fiume PO, protocollo d’intesa tra Università e Autorità distrettuale
11.1promozioni “vino” e partners
12.1 promozioni “birra” e partners

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L'assessore Caselli: "Innovazione e ricerca, programmazione produttiva e accordi di filiera le sfide da raccogliere per il futuro del comparto, minacciato da cambiamenti climatici e fitopatologie". Il punto sulle tecniche agronomiche migliori e sulle buone pratiche per ottenere frumenti più sostenibili e di migliore qualità.

Bologna - L’influenza del cambiamento climatico sulla coltivazione di grano duro, la ricerca e l’innovazione al servizio della produzione, le strategie d’impresa, l’andamento dei mercati agricoli e la copertura dei rischi. Sono i temi di cui si è parlato oggi a Bologna al convegno su “Grano duro in Emilia-Romagna: oltre la campagna 2019” organizzato dalla Regione proprio alla vigilia della stagione di semina, come opportunità di confronto e di approfondimento tecnico-scientifico e di orientamento degli agricoltori nelle scelte.

Bastano pochi elementi per comprendere l’importanza del comparto cerealicolo emiliano- romagnolo: la regione è tra le prime in Italia per la produzione con una quantità annuale (dati Istat 2014-2018) che si attesta a 2,1 milioni di tonnellate. Di queste, 773 mila tonnellate sono di frumento tenero, 373 mila di frumento duro, 647 mila di mais. Coltivano cereali oltre 31 mila aziende: più della metà del panorama agricolo regionale, per una superficie complessiva di circa 311 mila ettari di cui 127 mila a frumento tenero, 62 mila a frumento duro, 69 mila a mais.

È stata l’occasione per fare il punto con rappresentanti delle associazioni di categoria, Università, Arpae, aziende ed enti di ricerca, sulla stagione 2019 che ha visto le rese del grano duro penalizzate dall’andamento climatico, con maggio freddo e piovoso e giugno molto caldo e siccitoso, e di conseguenza una riduzione media stimata del 20% a seconda degli areali. Per quanto riguarda il livello dei prezzi le quotazioni, sebbene in ripresa, risultano troppo basse, tali da non consentire la copertura dei costi di produzione.

“Ricerca e innovazione, sia in campo tecnico che nelle strategie commerciali- afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli-, sono le strade da seguire per affrontare i cambiamenti climatici e le fitopatologie che sempre più incidono sulle produzioni agricole. I contributi di oggi, di alto livello scientifico e specialistico, indicano che le scelte per un’agricoltura sempre più evoluta e resiliente passano dall’agricoltura di precisione, allo studio delle innovazioni varietali, oltre ad adottare avvicendamenti e tecniche colturali che favoriscano la sostenibilità e la qualità dei suoli. Va sottolineata l’importanza della programmazione produttiva e degli accordi di filiera, con l’obiettivo di massimizzare e stabilizzare le rese produttive, contenere i costi senza incidere sulla produttività e sulla qualità del prodotto e ridurre i rischi di mercato”.

Secondo l’assessore, “il mercato del grano duro italiano va tenuto al riparo dalla logica delle commodities, delle materie prime indifferenziate. Abbiamo un’agricoltura vocata alla qualità piuttosto che alla quantità: occorre dunque puntare sempre più sulla filiera del Made in Italy e sulla programmazione anche attraverso le aggregazioni. In Emilia-Romagna abbiamo già un importante accordo di filiera per la produzione di frumento duro di alta qualità, che da oltre 10 anni viene sottoscritto da Barilla e da tutti gli attori coinvolti: società sementiere, organizzazioni di produttori e Consorzi agrari. Quella degli accordi di filiera resta la strada maestra e per le relazioni interprofessionali che genera. Va infine sottolineata l’importanza delle assicurazioni e dei fondi mutualistici quali strumenti atti a mitigare le perdite di reddito dovute agli eventi esterni. Come regione abbiamo raggiunto una copertura assicurativa nettamente superiore a quella media nazionale e restano da implementare i fondi mutualistici. Mentre su ricerca e innovazione abbiamo finanziato diversi gruppi operativi per l’innovazione (GOI), abbiamo un bando aperto e uno in uscita che potranno offrire nuove opportunità”.

Le indicazioni scientifiche emerse oggi da Università di Bologna, Centro di ricerca genomica Crea, Ismea e aziende di ricerca come Horta e Open Fields, puntano l’attenzione sui sistemi di supporto alle decisioni (Ssd), software che guidano le scelte tecniche e permettono di migliorare la produttività e la sostenibilità anche in condizioni avverse.
Importante il lavoro presentato da Crea e dal professor Tuberosa sulla mappatura genetica del grano duro che apre nuove frontiere alle tecniche di miglioramento genetico e può consentire un più rapido adattamento della specie anche ai cambiamenti climatici.


È stato inoltre fornito, dalla società Aretè, un’analisi del mercato mondiale e uno scenario previsionale dei mercati internazionali ai fini delle scelte di semina di quest’autunno e della relativa programmazione.
Al convegno sono intervenuti tra gli altri i presidenti regionali Eugenia Bergamaschi (Confagricoltura), Cristiano Fini (Cia), Carlo Piccinini (Confcooperative FedAgriPesca) Augusto Verlicchi (Legacoop).

Eima 2020: in due giorni prenotato più di un terzo dell’intero spazio


By meccagri at Settembre 26, 2019 - È partita in modo entusiasmante la corsa per Eima International, la grande rassegna della meccanica agricola che si terrà a Bologna dall’11 al 15 novembre 2020. Aperte ufficialmente le iscrizioni sulla piattaforma on-line, alle 11 di mattina di lunedì 23 settembre, l’esposizione italiana organizzata da FederUnacoma ha registrato in poco più di due giorni 620 adesioni formalizzate delle quali 120 estere, con una richiesta di spazi espositivi pari a circa 60 mila metri quadrati.


La rassegna bolognese mantiene intatto il suo appeal, malgrado lo “sgambetto” francese.
Un segnale potente dell’interesse che questa rassegna suscita presso le industrie del settore, preoccupate di garantirsi uno spazio all’interno di un evento che registra in questi anni un numero di richieste superiore alla capienza dell’intero quartiere fieristico.


Nell’ultima edizione (novembre 2018) le industrie partecipanti sono state 1.950, per una superficie espositiva netta di 150 mila metri quadri (350 mila lordi), una quota che potrebbe essere raggiunta rapidamente, se in soli due giorni risulta prenotato già più di un terzo dell’intero spazio.


«La cortina fumogena alzata dal Sima, la rassegna parigina che ha cercato di entrare in concorrenza con l’Eima con un cambio di date e un progetto di rilancio molto vago e visionario – commentano i vertici di FederUnacoma – non ha confuso le industrie di settore, che realizzano innovazioni tecnologiche concrete e operano su mercati reali».


«FederUnacoma ed Eima sono oggi più che mai forti – aggiungono i responsabili della rassegna – e motivate ad offrire ai propri espositori un’esposizione altamente professionale, e importanti opportunità di business». «Partiamo da dati tecnici reali e certificati, in primo luogo i 318 mila visitatori dell’ultima edizione – concludono – per realizzare una prossima edizione davvero straordinaria».
 
Fonte: FederUnacoma

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