Regione Emilia-Romagna

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Al via un bando da 10 milioni di euro per la prevenzione dei danni da "cimice asiatica". Rivolto alle imprese agricole finanzia acquisto e l'installazione di reti anti-insetto per proteggere le coltivazioni di frutta. Domande dal 25 settembre al 7 dicembre 2017.

Bologna - In arrivo 10 milioni di euro per finanziare l'acquisto e l'installazione da parte degli agricoltori di reti anti-insetto per la protezione degli impianti frutticoli.

La Regione Emilia-Romagna ha approvato (delibera 1267/2017) il bando del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 rivolto alle imprese agricole del territorio finalizzato a mettere in campo interventi di prevenzione contro da "cimice asiatica", un insetto che negli ultimi anni si è espanso rapidamente causando gravi danni alle produzioni di frutta.

"Ci siamo impegnati per ottenere una modifica del Psr e oggi possiamo aprire un bando specifico che va incontro agli agricoltori per un'esigenza diventata urgente ­- ha spiegato l'assessore all'agricoltura Simona Caselli-. Questi contributi consentiranno di fornire un aiuto ai produttori per mettere in atto misure importanti per proteggere le coltivazioni. La nostra attenzione su questo fenomeno rimane alta e al bando si affiancano altre iniziative pensate per combattere il problema a partire da una rete di monitoraggio sempre più capillare sul territorio, iniziative di informazione e sensibilizzazione agli agricoltori, investimenti sulla ricerca necessari per individuare risposte sempre più efficaci e sicure".

I contributi saranno concessi per l'acquisto e messa in opera di reti anti-insetto (compresi i dispositivi di apertura/chiusura meccanizzata/automatizzata per l'accesso) esclusivamente per completare impianti di copertura per proteggere i frutteti già esistenti al momento della presentazione della domanda.

Gli interventi potranno essere effettuati in tutto il territorio regionale, l'aliquota di sostegno è pari al 50% della spesa ammissibile, che va da un minimo di 5.000 ad un massimo di 250.000 euro.

Il bando finanzia anche le spese tecniche generali - come onorari di professionisti o consulenti - in misura non superiore al 3% dell'importo finanziato per acquisto o messa in opera delle reti.

Le domande potranno essere presentate dal 25 settembre al 7 dicembre 2017, la graduatoria sarà approvata entro il 26 marzo 2018 mentre gli interventi dovranno essere realizzati entro 12 mesi dalla concessione del contributo. Possono essere presentate ai Centri autorizzati di assistenza agricola; con compilazione online su piattaforma Siag di Agrea e presentazione presso gli uffici regionali al Servizio Aiuti alle imprese.

La Cimice asiatica (Halyomorpha halys)

L' Halyomorpha halys, nome scientifico della "cimice asiatica" è un insetto che dal 2012 ha fatto la sua comparsa in Emilia-Romagna, oltre che in altre regioni della come Lombardia, Piemonte e Veneto.
Si tratta di una specie "aliena" di insetto in grado di provocare gravissimi danni alle colture frutticole - in primis le pere, ma anche mele, kiwi e pesche - e che dopo le prime apparizioni qualche anno fa nel modenese si sta diffondendo rapidamente nel resto del territorio regionale, a partire dalle province limitrofe di Bologna, Ferrara, Reggio Emilia, e che dal 2016 ha fatto la sua comparsa anche nel ravennate e in provincia di Forlì-Cesena. Le punture dell'insetto provocano deformazioni e altri danni ai frutti, rendendoli del tutto inidonei alla commercializzazione./Eli.Col.

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Il presidente della Regione oggi a Pavullo, nel modenese, al convegno 'Comunità e benessere dei cittadini fragili: un difficile equilibrio tra complessità e sostenibilità'. "Solo per la non autosufficienza, nel 2016 abbiamo investito oltre 470 milioni di euro".

22 settembre 2017

Qualità della vita delle persone, intesa come benessere fisico, sociale e ambientale, con particolare riguardo alle persone anziane e fragili. L'impegno di istituzioni e associazioni per sostenerlo e favorirlo. Di questo e delle politiche di assistenza, prevenzione e promozione della salute si è discusso oggi al convegno "Comunità e benessere dei cittadini fragili: un difficile equilibrio tra complessità e sostenibilità" che si è svolto a Pavullo nel Frignano, in provincia di Modena, al Centro servizi per la terza età "Francesco e Chiara". A parlare degli strumenti messi in campo dalla Regione Emilia-Romagna a favore delle persone più deboli, anziane in particolare, è stato, in apertura dei lavori, il presidente Stefano Bonaccini.

"In una regione come la nostra, con una forte presenza di anziani, il cui numero, secondo le previsioni demografiche, aumenterà nei prossimi vent'anni di oltre il 22%, credo sia compito della politica investire in un welfare in grado da una parte di coinvolgere e valorizzare le capacità e le aspirazioni che le persone non più giovani hanno in grande quantità, e dall'altra di garantire un invecchiamento attivo, buone condizioni di salute e servizi di cura e assistenza all'altezza dei bisogni. A questo obiettivo- ha aggiunto Bonaccini- guarda il nuovo Piano socio-sanitario, con cui abbiamo ridisegnato alcuni dei principali servizi rivolti agli anziani: in primo luogo l'assistenza domiciliare, la prevenzione dei rischi per la salute, il sostegno alle persone non autosufficienti e alle loro famiglie. In quest'ultimo ambito, solo considerando il 2016, abbiamo investito oltre 471 milioni di euro".

Il progressivo invecchiamento della popolazione rappresenta il trend demografico con cui deve misurarsi sempre più anche l'Emilia-Romagna, così come l'Italia e i Paesi occidentali. Allo stesso tempo, sempre in Emilia-Romagna si stima che i cittadini over 65 possano contare su un'aspettativa di vita in buona salute di circa 10 anni.

L'impegno della Regione

In Emilia-Romagna sono oltre 1 milione gli anziani residenti (23,4% della popolazione), di cui più di 565 mila gli ultra 75enni (12,7%); questi ultimi, secondo le previsioni attuali, nel 2035 supereranno i 625 mila. È il quadro demografico in cui si collocano le politiche della Regione, finalizzate a sostenere la partecipazione attiva di questi cittadini alla vita della comunità, favorire le opportunità di aggregazione e di scambi intergenerazionali, promuovere stili di vita sani e ricchi di relazioni nel corso di tutta la vita.

Sul piano dell'assistenza, tra gli strumenti più significativi c'è il Fondo regionale per la non autosufficienza, attraverso il quale la Regione, con oltre 471 milioni di euro investiti nel 2016, sostiene lo sviluppo della rete di servizi socio-sanitari, residenziali e semiresidenziali e la realizzazione di interventi di natura assistenziale ed economica per il mantenimento al domicilio degli anziani non autosufficienti. L'Emilia-Romagna, inoltre, è anche una delle pochissime Regioni ad avere avviato, già dal 1999, un Progetto demenze - al quale partecipano Ausl, Aziende ospedaliere, Comuni, associazioni dei familiari e di volontariato - che garantisce ai malati, non solo di Alzheimer, assistenza sanitaria, sociale e socio-sanitara.

Con il Piano regionale della prevenzione e Programmazione locale per il benessere sociale e la salute, la Regione sostiene da anni programmi e interventi specifici che vedono impegnate in modo diretto le comunità locali, non solo istituzionali, come le Case della Salute. Esse rappresentano per i cittadini un unico punto di riferimento per l'accesso alle cure primarie, gestione delle patologie croniche e percorsi diagnostici che non necessitano di ricorso all'ospedale. Proprio dalle equipe presenti nelle Case della salute - composte dal medico di medicina generale, infermiere dell'ambulatorio per la gestione integrata della cronicità, assistente sociale e, a seconda del bisogno emergente, dallo specialista - vengono elaborati i Profili di rischio di fragilità (Risk-ER) che consentono di identificare precocemente i cittadini in condizioni di salute più a rischio e quindi di intervenire in modo appropriato.

Infine, tra gli strumenti più innovativi messi in campo dalla Regione c'è il Progetto di telemedicina, che consente di offrire assistenza sanitaria e costante monitoraggio di parametri vitali, prevalentemente in caso di patologie a rischio, ai cittadini anziani o vulnerabili residenti in aree della regione particolarmente disagiate e difficili da raggiungere. /Ti. Ga.

(Fonte: Regione Emilia Romagna)

Il consigliere chiede maggiore autonomia alla nostra Regione in campo normativo per garantire più controlli sulla sicurezza. "Trend superiore alle altre realtà italiane", denuncia il pentastellato, "superiamo anche la Lombardia".

"Non mancano le norme e tantomeno le procedure, non mancano le dichiarazioni, gli organi ispettivi, le attività di formazione e informazione: quello che manca è la sicurezza insieme a interventi efficaci". A denunciarlo in un'interrogazione alla Giunta, Andrea Bertani (Movimento 5 stelle) che illustra i dati annuali presentati da Inail per l'anno 2016.

"Il numero di infortuni in Emilia-Romagna, spesso gravissimi, registrano un trend superiore a quello di altre realtà dove si segnala una debole ripresa di produzioni. La nostra regione, che occupa da sempre le prime posizioni nella tristissima classifica di morti sul lavoro, nel 2016 ha superato la Lombardia per numero di infortuni mortali".

Il consigliere ricorda come "da tempo venga rimarcata l'inadeguatezza delle strutture di controllo"; verrebbero svolte, si legge nell'atto, "circa 160mila ispezioni all'anno" così che moltissime aziende, anche piccole come quelle dell'Emilia-Romagna, non sono e non saranno mai oggetto di controllo. Secondo Bertani, "il tema dei controlli e della loro efficacia andrebbe poi collocato all'interno delle generali politiche per la sicurezza, prevedendo interventi sia a valle (nei luoghi di lavoro, nei cantieri, nelle attività subappaltate), ma anche a monte, con regole che impediscano l'aggiudicazione di lavori e servizi con offerte con ribassi eccessivi, ad esempio. Bertani chiede quindi misure per rafforzare e potenziare gli organi ispettivi e se siano state intraprese azioni per corrispondere all'obiettivo della qualità negli appalti.

"Le norme non mancherebbero", afferma anche il pentastellato che domanda alla Regione quali misure siano state attuate per corrispondere agli impegni stabiliti. Il pentastellato ricorda anche che la materia della tutela e sicurezza sul lavoro rientrerebbe tra quelle su cui Stato e Regioni esercitano competenze legislative concorrenti. Tuttavia l'articolo 116 della Costituzione consentirebbe ad una Regione come la nostra, con quadro "particolarmente grave", azioni e interventi specifici. Bertani chiede quindi di approfondire la questione, soffermandosi sui "possibili vantaggi che scaturirebbero da una maggiore autonomia regionale". (Francesca Mezzadri)

(Fonte: Regione Emilia Romagna)

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