È on line lo strumento che raccoglie, organizza e mette a sistema la domanda e l'offerta dei terreni agricoli al fine di favorire la ricomposizione fondiaria e la competitività dell'agricoltura italiana.
Roma 15 marzo 2017 - L'obiettivo è quello di costituire un inventario completo della domanda e dell'offerta dei terreni e delle aziende agricole italiane e fornire tutte le informazioni necessarie sulle caratteristiche naturali, strutturali e infrastrutturali dei terreni definendone modalità e condizioni di cessione e di acquisto.
Lo strumento della "Banca delle Terre Agricole" (istituito con la Legge 28 luglio 2016, n.154, Art.16) presentato oggi dall'Ismea - Istituto di servizi per il mercato agricolo e alimentare - nel corso di una conferenza stampa presso il Mipaaf, alla presenza del Ministro Martina, costituisce una novità finalizzata a rimettere in circolo capitali e investimenti sul bene terra, segnando un punto fondamentale nella ricomposizione fondiaria e nella lotta all'abbandono dei terreni agricoli a beneficio della competitività dell'intero sistema agricolo italiano.
La "Banca delle Terre Agricole", amministrata dall'Ismea, può essere alimentata sia con i terreni derivanti dalle attività fondiarie gestite dall'Istituto, sia da quelli appartenenti a Regioni e Province Autonome o altri soggetti pubblici interessati a dismettere i propri terreni. Grazie all'applicativo le terre sono individuate geograficamente e raggruppate per provincia.
Lo strumento consente, per ogni provincia, di visualizzare numero di terreni disponibili, superficie, tipologie colturali, informazioni catastali e mappa. In caso di richiesta d'acquisto effettuata da giovani, è prevista la possibilità di richiedere un mutuo ipotecario all'Ismea. È importante sottolineare come le risorse finanziarie derivanti dalla vendita dei terreni saranno finalizzate esclusivamente a interventi in favore dei giovani.
(Fonte Ismea 15 marzo 2017)
BANCA DELLE TERRE AGRICOLE -Clicca qui per accedere
Potenzialità di espansione delle cooperative agroalimentari di piccola e media dimensione sui mercati nazionali e internazionali.
Roma 8 marzo 2017 - In continuità con gli studi realizzati negli anni precedenti, Ismea pubblica lo studio "Strategie commerciali e di marketing - Potenzialità di espansione delle cooperative agroalimentari di piccola e media dimensione", realizzato su iniziativa del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali.
La ricerca si è focalizzata sulle scelte e sulle politiche commerciali e di marketing del settore della cooperazione agroalimentare italiana, con attenzione al mercato interno ed estero.
Sulla scorta delle evidenze complessive dell'analisi, l'obiettivo finale è stato quello di produrre delle linee-guida di strategie commerciali, funzionali ad affrontare le barriere logistiche.
Come target di riferimento è stato considerato il mondo delle cooperative di piccola e media dimensione, meno strutturate ma numericamente rilevanti in ogni segmento merceologico del settore agroalimentare nazionale. In molti casi, si tratta di cooperative con difficoltà di commercializzazione sia sul mercato interno sia nel circuito estero, anche nei paesi tradizionalmente acquirenti di prodotti italiani.
L'internazionalizzazione è una sfida molto importante anche per il sistema cooperativo, che a tale proposito sconta un grado di inesperienza particolarmente alto, soprattutto in riferimento ai frequenti problemi di contraffazioni, imitazioni e/o fenomeni di Italian sounding.
(Fonte Ismea 9 marzo 2017)
Dinamiche eterogenee con l'acquisto dei freschi in flessione del 4,8% e un trend positivo per i prodotti confezionati (+1,8%).
Dopo un 2015 in cui si era registrato un lieve recupero della spesa alimentare delle famiglie italiane, dalle elaborazioni Ismea emerge, nel 2016, una leggera contrazione su base annua pari allo 0,5%. I leitmotiv delle dinamiche continuano a essere la sobrietà negli acquisti, l'attenzione al risparmio e scelte guidate spesso da aspetti salutistici. La stagnazione dei prezzi al consumo, poi, letta insieme al calo in valore dello 0,5% della spesa familiare per beni agroalimentari, indica di fatto una flessione delle quantità acquistate.
Tendenza degli acquisti in valore negativa per i prodotti proteici (carni, salumi, uova e lattiero-caseari), mentre per le bevande, pressoché stabili su base annua, si registrano andamenti differenziati: positive le birre, tengono i vini, flessione di tre punti percentuali per le bevande analcoliche. Dei distinguo sono poi necessari fra "fresco sfuso" e "confezionato". Flessione della spesa per i prodotti freschi, che rappresentano poco meno del 40% del totale (-4,8% su base annua) alla quale hanno contribuito i forti cali di carne (-5,3%) formaggi (-6,3%) e salumi da banco (-9,6%), mentre i prodotti confezionati, con un'incidenza complessiva del 60% sul carrello della spesa, segnano, nel 2016, una dinamica positiva con un recupero dell'1,8% sui valori del 2015.
In modo trasversale, tra i comparti che hanno riportato un trend positivo di crescita della spesa, sia nel segmento del fresco che del confezionato, si ravvisano i prodotti ittici (+2,5%), la frutta (+2,2%) e alcuni prodotti da scaffale quali: aceto, zucchero e dolcificanti, cioccolata e altri snack. La spesa per ortaggi, invece, dopo la flessione del primo semestre (-1,8%), recupera e si riallinea ai valori del 2015 (-0,1%).
(Fonte Ismea 10 febbraio 2017)
E' l'ultimo rapporto Ismea "Qualivita" a incoronare l'Emilia leader incontrastata per l'export agroalimentare. Ai primi tre posti Parma, Reggio Emilia e Modena
di Virgilio Parma, 09 febbraio 2017 - L'export agroalimentare italiano tira e registra un nuovo record segnando un incremento del +9,6% sull'anno precedente, secondo il report "Qualivita" presentato nei giorni scorsi da Ismea.
L'analisi Ismea-Qualivita sulla ricaduta del valore economico delle filiere DOP IGP nelle Province italiane restituisce una fotografia dell'impatto del sistema IG a livello territoriale.
E se l'Italia conferma la leadership mondiale per numero di DOP IGP con 814 prodotti Food e Wine, raggiunge i 13,8 miliardi di euro di valore alla produzione nel 2015, l'Emilia si conferma regina incontrastata del settore Food-Wine nazionale.
Tre le province che si sono distinte per avere occupato tutti e tre i gradini del podio: Parma, Reggio Emilia e Modena.
L'analisi "Qualivita", scrive Ismea, "conferma una forte concentrazione - soprattutto nelle aree del Nord-Est e Nord-Ovest - con il 20% delle province italiane che copre oltre l'80% del valore economico complessivo, anche se si rilevano dinamiche di impatto diverse sui territori d'Italia per le varie filiere produttive. Nel comparto agroalimentare, le prime tre Province - Parma,
Modena, Reggio nell'Emilia - confermano l'importanza della Food Valley emiliana, grazie al numero di filiere DOP IGP (34) che insistono nel territorio, ma soprattutto all'entità del valore economico delle produzioni maggiori (Parmigiano Reggiano DOP, Prosciutto di Parma DOP e Aceto Balsamico di Modena IGP, in primis).
Nel comparto Wine, è il "Sistema Prosecco" a determinare il maggiore impatto sul territorio di Treviso e Verona , Province che presentano, comunque, altre numerose importanti denominazioni; seguono le Province di Siena , Cuneo , Asti e Firenze areali di produzione delle "denominazioni storiche" toscane e piemontesi".
(resta sempre informato sull'argomento consultando la nostra sezione Agroalimentare)
È stato presentato lo scorso 7 febbraio a Roma il Quattordicesimo Rapporto Ismea - Qualivita sulle produzioni italiane agroalimentari e vitivinicole Dop, Igp e Stg.
Alla presenza di un vasto pubblico di operatori del settore della qualità certificata, rappresentanti di consorzi di tutela, delle associazioni e della stampa, è stata diffusa la fotografia del settore corredata da un'attenta analisi dei dati con riferimento alle principali aree tematiche:
- Scenario DOP IGP Europa e Italia
- Dati produttivi ed economici DOP IGP Italia
- Impatto economico per provincia
- Canali di vendita e consumi GDO
- Comunicazione e social media Consorzi
- Legislazione e controlli
Principali numeri del comparto
L'Italia, leader mondiale per numero di DOP IGP con 814 prodotti Food e Wine, raggiunge i 13,8 miliardi di euro di valore alla produzione nel 2015, per una crescita del +2,6% su base annua e un peso del 10% sul fatturato totale dell'industria agroalimentare nazionale.
Le Indicazioni Geografiche continuano a rappresentare un fattore chiave della crescita del made in Italy nel mondo, con un valore all'export di 7,8 miliardi di euro, pari al 21% delle esportazioni del settore agroalimentare e un trend positivo che sfiora la doppia cifra con un +9,6%.
Il settore Food - composto da oltre 80mila operatori - vale 6,35 miliardi di euro alla produzione (-1,5% su base annua) e registra una crescita al consumo del +1,7%, con un trend che nella Grande Distribuzione supera il +5%.
Il comparto Wine - che raggiunge una produzione certificata di 2,84 miliardi di bottiglie - vale 7,4 miliardi di euro alla produzione con una crescita del +5,8%.
Il Sistema delle DOP IGP in Italia garantisce qualità e sicurezza anche attraverso una rete che, nel 2016, conta 247 Consorzi di tutela riconosciuti dal Mipaaf e oltre 162mila interventi annui - in Italia, all'estero e sul web - effettuati dagli Organismi di controllo pubblici.
(Ismea - Roma 7 febbraio 2017)
Borriello (ISMEA): Il progetto della piattaforma informatica fornirà un supporto efficace all'azione di vigilanza dei Consorzi di tutela.
Roma, 19 gennaio 2017 - Salvaguardare il consumatore finale, garantendo l'autenticità dei prodotti Dop e consentendone la corretta identificazione: questo l'obiettivo dell'incontro "L'evoluzione dell'attività di vigilanza tra nuove tecnologie e sinergie tra consorzi", che si è svolto il 18 gennaio 2017 presso il Ministero delle Politiche Agricole in Via XX Settembre, organizzato da Consorzio Prosecco DOC e Consorzio Mozzarella di Bufala Campana DOP.
Una collaborazione Nord-Sud, quella dei due Consorzi, che si materializzerà in una attività "anti-truffa" su 7 regioni interessate equivalenti al 35% del territorio nazionale (Campania, Sicilia, Puglia, Calabria, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia) per un totale di circa 1.000 controlli che saranno effettuati nei canali della GDO, Ho.Re.Ca, negozi specializzati e gastronomie.
Una attività che si aggiungerà a quelle già esistenti (il Ministero delle Politiche Agricole ha ricordato tra l'altro le cooperazioni operative attivate con i principali players dell'e-commerce, da Ebay ad Alibaba, e con le altre Agenzie di controllo estere, sempre con il forte coinvolgimento dei Consorzi di Tutela) e alla quale Ismea fornirà, forte dell'esperienza acquisita negli anni, un supporto tecnologico fondamentale.
I dati raccolti durante le azioni di controllo infatti, che consistono nella verifica di corretta presentazione ed etichettatura, nella rilevazione della presenza di prodotti evocativi, nella vendita di prodotto sfuso e nel corretto utilizzo della Denominazione nei prodotti trasformati, saranno caricati nella piattaforma informatica predisposta da ISMEA, che agevolerà la registrazione delle verifiche svolte e consentirà di svolgere analisi statistiche oltre che una mappatura delle aree controllate, come ha ricordato nel corso dell'incontro Raffaele Borriello, Direttore Generale ISMEA: "In questi anni - ha affermato il DG - ISMEA ha stretto una collaborazione molto solida con il mondo delle Indicazioni Geografiche fornendo il proprio contributo su diversi fronti: dal monitoraggio del settore alla formazione degli operatori e dei consorzi. Il progetto della piattaforma informatica fornirà un supporto efficace all'azione di vigilanza dei Consorzi di tutela. Partiamo con la collaborazione con due Consorzi di tutela di assoluto rilievo nel mondo delle IG ma l'ambizione è quella di far diventare la piattaforma un riferimento per tanti Consorzi che riterranno utile lo strumento".
Negli ultimi mesi il mercato della frutta è stato contraddistinto dai prodotti tipici del periodo autunnale e invernale. In particolare l'offerta nazionale è stata caratterizzata dalla presenza di mele, pere, kiwi, ma anche di susine e uve da tavola.
La produzione europea di mele è stimata in circa 12 milioni di tonnellate con una flessione del 3% rispetto al 2015 (Wapa). Per l'Italia, le stime di Assomela e Cso prevedono un raccolto simile a quello del 2015 (-0,8%), frutto del bilanciamento tra il calo produttivo registrato in Alto Adige (-5,7%), la sostanziale stabilità del Trentino (-0,1%) e le variazioni positive delle altre regioni (+7,7%).
Per quanto concerne le pere, il Cso stima una produzione 2016 di 678 mila tonnellate, in flessione dell'11% rispetto all'anno precedente. A livello di Unione europea il Wapa prevede una flessione del 9% rispetto al 2015.
La produzione nazionale di kiwi è stimata in circa 469mila tonnellate, in flessione del 20% rispetto al livello produttivo record del 2015, che ammontava a 588mila tonnellate (Cso). I frutti dovrebbero raggiungere calibri medio grandi e di conseguenza i listini medi sono attesi in netto rialzo rispetto alla campagna commerciale 2015/2016. Le flessioni produttive riguardano tutte le principali aree e in particolare il Lazio, tornato su livelli simili al 2014, dopo il raccolto record del 2015. Una particolare menzione va fatta alla situazione del Veneto dove gli actidinieti sono flagellati dal problema dell'asfissia radicale.
Per quanto concerne i corsi, il termometro del mercato è dato dall'indice dei prezzi all'origine di Ismea ed è utile per tracciare un quadro dell'andamento di mercato del paniere di prodotti ortofrutticoli. A partire dallo scorso maggio, l'indice indica una ripresa delle quotazioni rispetto ai due anni precedenti.
La tendenza positiva degli ultimi mesi è da ricondurre prevalentemente al buon esordio del kiwi Hayward e alle quotazioni di uve da tavola e di alcune varietà di mele e pere che hanno registrato prezzi all'origine nettamente superiori al 2015.
(in allegato il documento completo ismea)
A vendemmia ormai archiviata, la produzione italiana di vino 2016 appare particolarmente abbondante e non lontana dai livelli dello scorso anno, quando sono stati superati i 50 milioni di ettolitri.
C'è ancora un po' di incertezza, relativamente al segno della variazione rispetto allo scorso anno, perché le piogge di settembre hanno un po' cambiato gli esiti delle previsioni fatte fino a quel momento.
Sembra essersi consolidata la crescita in Emilia Romagna, Veneto e Piemonte; mentre in Trentino Alto Adige le perdite sono state inferiori alle aspettative; situazione analoga in Sicilia: In Lombardia, invece, la flessione stimata inizialmente è sembrata ottimistica. La Puglia presenta uno scenario molto variegato, con perdite pesanti su alcune varietà ed incrementi altrettanto importanti su altri.
Ad una produzione comunque abbondante si devono aggiungere anche le giacenze, che al 31 luglio ammontano a 42,7 milioni di ettolitri.
Qualunque sia il segno della variazione rispetto allo scorso anno, comunque, l'Italia si conferma primo Paese produttore in un contesto in cui i volumi mondiali, secondo stime Oiv, sembrano attestarsi a 260 milioni di ettolitri, - 5% sul 2015. La Ue nel suo complesso si presenta con 165,6 milioni di ettolitri, contro i 167 della campagna precedente (-4%), con la Francia attestata a 43,2 milioni di ettolitri (-10% su base annua). In lieve crescita, secondo le prime stime, la Spagna ma senza discostarsi troppo dai 37 milioni di ettolitri del 2015.
Nel Nuovo Mondo la produzione 2016 è stata del 10% inferiore rispetto all'anno precedente, con Cile, Sud Africa e Argentina che hanno registrato riduzioni vicine o superiori al 20%. In lieve incremento, invece, sia gli Stati Uniti sia dell'Australia. Da segnalare che la Cina, con oltre 11 milioni di ettolitri, si sta affermando anche come produttore e non più solo come importatore.
Primi nove mesi 2016: ancora una contrazione della spesa familiare per i beni agroalimentari. - Periodo gennaio-settembre 2016.
La spesa delle famiglie per gli acquisti agroalimentari registra una ulteriore lieve flessione nel terzo trimestre 2016 (-0,7%), che porta il dato complessivo dei primi nove mesi del 2016 a -1,0 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2015.
Il carrello della spesa degli italiani ancora una volta riflette lo scenario nazionale attuale e ancora una volta fa emergere sobrietà negli acquisti, attenzione al risparmio e scelte merceologiche guidate per lo più da aspetti salutistici.
I consumi domestici rimangono deboli, a fronte della tendenza positiva del reddito disponibile determinata dal miglioramento del mercato del lavoro e dalla stabilità dei prezzi al consumo.
Aumenta la propensione al risparmio degli italiani, ma anche la distribuzi
one della ricchezza, con un incremento della quota di famiglie in condizioni di povertà.
Secondo l'ultima indagine del Censis, di riflesso a tela situazione, sono sempre più evidenti le disuguaglianze sociali a tavola e le famiglie meno abbienti sono quelle che più accusano la difficoltà ad accedere agli alimenti con miglior valore nutrizionale. Solo nell'ultimo anno, 16,6 milioni di italiani hanno ridotto il consumo di carne, 10,6 milioni quello di pesce e 3,5 milioni quello di frutta e verdura fresche.
Prodotti sostituiti spesso con surrogati artefatti e meno nutrienti che potrebbero essere rischio per la salute.
Così, mentre una parte della società con reddito alto ricerca nel cibo elementi che garantiscano salubrità e che riflettano concetti e valori di eticità e rispetto per l'ambiente, un'altra parte della società -meno abbiente- si trova a fare tagli alla spesa alimentare, rinunciando spesso ad alimenti base della dieta mediterranea.
Se nel 2015 si era registrato un lieve recupero della spesa per l'agroalimentare, i dati elaborati da Ismea sui risultati dei Panel Nielsen ("vendite presso la distribuzione" ed "acquisti delle famiglie"), evidenziano per questi primi nove mesi del 2016, una nuova contrazione della spesa.
La tendenza degli acquisti in valore rimane negativa per molti comparti di analisi, soprattutto, ancora una volta, per i prodotti proteici che rappresentano ad oggi un terzo della spesa totale per l'agroalimentare.
(Ismea 24 novembre 2016)
A incidere positivamente sul valore aggiunto agricolo del terzo trimestre gli esiti positivi della campagna di produzione del mais, la crescita della macellazione del suino e delle consegne del latte vaccino.
Roma - Tra luglio e settembre 2016, il valore aggiunto agricolo ha registrato una crescita del +1% rispetto al corrispondente periodo del 2015.
I dati divulgati il 1° dicembre dall'Istat, indicano una tendenza crescente del settore agricolo che continua a contribuire favorevolmente al trend dell'economia nazionale. Nel terzo trimestre dell'anno, il valore aggiunto conseguito dal settore ha registrato una variazione positiva di un punto percentuale su base annua: il suo livello si attesta su 7,27 miliardi, in aumento di 74 milioni sul livello del corrispondente trimestre 2015 in termini reali.
A incidere positivamente sul valore aggiunto agricolo del trimestre gli esiti della campagna di produzione del frumento duro che secondo le prime stime dell'Istat chiuderà con un raccolto record di 5 milioni di tonnellate, la crescita del settore suinicolo dove si registra un incremento della macellazione nei primi 7 mesi del 2016 (+3,4% su base tendenziale) e quella delle consegne di latte vaccino che - nel terzo trimestre 2016 - fanno registrare un + 2,3% rispetto allo stesso periodo del 2015.
La crescita dell'economia italiana trova conferma anche negli ultimi risultati sul fronte del mercato del lavoro: i dati Istat relativi al mese di ottobre indicano che il tasso di disoccupazione si attesta all' 11,6% e il dato è particolarmente positivo per la disoccupazione giovanile (36,4%), ai minimi dal 2012.
(Fonte Ismea 2 dicembre 2016)
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