Relax e benessere: non c'è davvero nulla di meglio che un po' di riposo nelle vasche idromassaggio. Il problema, chiaramente, è che non si può pensare di andare in un centro benessere ogni giorno e allora pensare di installare una vasca idromassaggio all'interno o all'esterno della propria abitazione può essere un'ottima soluzione. Su www.bagnoitalia.it ci sono tante opzioni che permettono di installare una vasca idromassaggio all'interno del proprio ambiente bagno.
Vasche idromassaggio, gli effetti positivi
La balneoterapia che si può sfruttare mediante questo tipo di vasche offre la possibilità di ricavare notevole beneficio. Un vantaggio soprattutto per tutti coloro che soffrono di dolori e altre problematiche alle articolazioni oppure alla schiena. Tra rilassamento e benessere, l'idromassaggio offre la possibilità di togliere un bel po' di stress e donare una sensazione di calma, svolgere un'azione rilassante sui muscoli, rimuovendo le tossine, stimolando e tonificando il corpo. Inoltre, favorisce la circolazione del sangue, aiuta a migliorare la dilatazione dei pori e a contrastare efficacemente sia i dolori cronici che le emicranie.
Le varie tipologie di vasche idromassaggio
La vasca idromassaggio a incasso
La peculiarità di questa vasca è quella di avere un'installazione fissa. Di conseguenza, serve effettuare dei lavori e predisporre un'apposita zona in uno spazio esterno per tale operazione. Questo tipo di vasca idromassaggio può essere ad incasso in terra oppure semi incassato. Volendo, c'è l'opportunità anche di optare per una versione con struttura di sostegno esterna. Diversi modelli di idromassaggio ad incasso possono contare su un meccanismo anti-debordamento che offre la possibilità di recuperare l'acqua, garantendo anche un miglior controllo rispetto a potenziali perdite e allagamenti.
La vasca idromassaggio fuori terra
Si tratta di una vasca ad installazione mobile: per farla breve, dopo che viene svuotata, si può spostare abbastanza facilmente in un altro luogo. Le caratteristiche sono simili rispetto a quella ad incasso, ma le vasche fuori terra hanno bisogno di sfruttare una base solida e al 100% piana. Sono essenzialmente due le tipologie di vasche fuori terra maggiormente diffuse in commercio.
- Il primo modello è quello rigido a scocca singola, che viene costruito in acrilico, con un rivestimento in composito piuttosto che in legno. Una delle principali caratteristiche è una certa pesantezza: quindi, sarebbe meglio optare per un'installazione fissa; inoltre, può vantare maggiore qualità sia nelle bocchette idromassaggianti che nell'ergonomia della vasca stessa. Questo tipo di vasche fuori terra rigide, può "ospitare" fino ad un massimo di cinque persone e, a vuoto, raggiungono un peso all'incirca di 250 chilogrammi, con un volume d'acqua che tocca, al massimo, la soglia di 1200 litri.
- Il modello gonfiabile, invece, viene realizzato, il più delle volte, in PVC laminato e si può considerare un'alternativa a tutti gli effetti alle versioni rigide e ad incasso. Dopo che viene completamente svuotata, questa vasca ha un peso molto limitato e, di conseguenza, si può spostare con grande semplicità.
La vasca idromassaggio per nuoto controcorrente
Questo tipo di vasche presenta una caratteristica ben precisa che la differenzia in confronto a tutti gli altri modelli. In poche parole, consentono agli atleti di allenarsi a nuotare controcorrente. Chiaramente, si tratta di una vasca molto più grande rispetto alle altre e viene realizzata in un variante a semi incasso.
Richiamati integratori alimentari GINKGO SIMUL CPS e BIOGIN CPS per presenza di idrocarburi policiclici aromatici oltre i limiti. L'allerta segnalata dal ministero della salute per rischio chimico
Il Ministero della salute ha diffuso il richiamo di due lotti di integratori alimentari a marchio GINKGO SIMUL CPS e BIOGIN CPS per il superamento dei limiti di idrocarburi policiclici aromatici (Ipa).
Nel prodotto è stata rilevata una quantità di Ipa pari a 70,9 mcg/kg, invece dei 50 mcg/kg di idrocarburi totali ammessi. I prodotti interessati sono venduti in confezioni da 17,5 grammi pari a 40 capsule con i numeri di lotto 1827801 e 1827802, con la data di scadenza 12/2023.
Gli integratori alimentari sono stati prodotti dall'azienda NATURSIMUL DI DOSSI RICCARDO & C. SNC nello stabilimento di Predappio (FC).
A scopo precauzionale, Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", raccomanda di non consumare il prodotto con il numero di lotto e la data di scadenza indicata e di restituirlo al punto vendita d'acquisto.
(18 febbraio 2019)
Lo stress da lavoro fa ingrassare, lo sostiene uno studio. Il corpo, in particolare quello delle donne, tende ad accumulare grasso se sotto pressione legato all'attività lavorativa
Pressione, agitazione, ansia da prestazione sono solo alcune delle sensazioni spiacevoli che possono manifestarsi nella vita quotidiana di un lavoratore. A volte si pensa che questi disagi nascano da cause di tipo fisico, ma in molti casi il responsabile è semplicemente lo stress.
Scadenze, ritardi, pressioni dai capi, screzi con i colleghi possono infatti portare a quello che viene definito stress da lavoro correlato o, semplicemente, stress da lavoro.
Quando la pressione sul posto di lavoro si fa sentire, il corpo, in particolare quello delle donne, tende ad accumulare grasso. Dunque, se abbiamo un lavoro particolarmente stressante, aspettiamoci di vedere qualche chiletto in più sulla bilancia. Secondo i ricercatori della University of Gothenburg, in Svezia, infatti, esiste un forte legame tra un impiego che mette sotto pressione, anche dal punto di vista psicologico, dove spesso non abbiamo abbastanza tempo per portare a termine tutti i compiti, e l'aumento di peso corporeo.
Il team ha preso come campione un gruppo di individui di 30 e 40 anni per un periodo di tempo pari a 20 anni, riprendendo dunque lo studio quando i partecipanti avevano rispettivamente 50 e 60 anni.
Le persone con un lavoro più stressante avevano aumentato di peso in modo considerevole, di circa il 10%, durante il corso della ricerca. Un risultato rilevato in particolare tra le donne, dove la percentuale ha raggiunto anche il 20%.«Siamo stati in grado di osservare l'impatto di una professione stressante nel peso corporeo delle donne, mentre negli uomini non abbiamo notato nessuna associazione tra la tensione sul posto di lavoro e l'aumento di peso», ha dichiarato Sofia Klingberg, leader dello studio. «Non abbiamo esplorato le cause di ciò, ma siamo convinti si tratti di una combinazione di problemi al lavoro e un maggiore livello di responsabilità anche a casa, da parte dell'universo femminile. Questa combinazione rende difficile alle donne trovare il tempo di fare attività fisica e vivere una vita salutare».
I ricercatori non hanno trovato nessuna associazione con altri fattori come l'educazione accademica, la qualità dell'alimentazione e altri elementi dello stile di vita. La ricerca, è stata pubblicata nella rivista scientifica International Archives of Occupational and Environmental Health.
Lo stress da lavoro, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", viene sperimentato da quelle persone che sentono le richieste del mondo lavorativo superiori a quello che sono le loro capacità di fronteggiarle con conseguenze nell'ambito psicofisico e sociale.
In Europa questa condizione sembra interessare almeno un lavoratore su quattro e una delle conseguenze più negative per le aziende è l'assenteismo che provoca ritardi nello svolgimento quotidiano delle mansioni e ovviamente perdite economiche ingenti. Ma il vero e grande problema sono le persone con stress da lavoro correlato che stanno male sia a livello fisico che a livello psichico. Molto spesso preferiscono ricorrere a negazione o psicofarmaci pur di non ammettere che il problema va affrontato e risolto.Uno studio dell'Università Bocconi di Milano ha dimostrato che per le donne c'è anche un problema ulteriore: lo stress è provocato dalla difficoltà di conciliare l'impegno professionale con la vita familiare nel 50% dei casi. Ricordiamo che anche fare la mamma è un lavoro a tempo pieno...
(5 febbraio 2019)
Aria di mare toccasana nella prevenzione del cancro e contro il colesterolo. Studio belga: respirare lo spray marino che evapora dalle onde inibirebbe un particolare gene che svolge un ruolo importante nel tumore al polmone e nei livelli di colesterolo
La comune esperienza non è solo il fondamento di banali luoghi comuni, ma tante volta la bontà delle antiche credenze è confermata anche dalle evidenze delle ricerche scientifiche. Uno dei più noti e diffusi sentir comuni riguarda gli effetti positivi dell'aria marina sulla salute e sul benessere del nostro organismo.
La validità di tale intuizione è stata di recente confermata da uno studio belga condotto dall'Università di Gand e dall'Istituto fiammingo per il mare (VLIZ). Secondo la ricerca, lo "spray marino" - cioè l'acqua di mare vaporizzata nell'aria dalle onde - contiene molte sostanze naturali, prodotte da alghe e batteri, che fanno bene alla salute.
Quando respiriamo l'aria del mare, assorbiamo queste sostanze nel nostro corpo. "Abbiamo prelevato campioni di aria di mare e li abbiamo esaminati in laboratorio", afferma il ricercatore Emmanuel Van Acker. "Abbiamo esposto le cellule cancerogene di un polmone umano a questi campioni di aria ed esaminato i loro effetti sulla salute, e abbiamo anche osservato l'impatto sui nostri geni, il tutto in confronto con altri studi scientifici". L'indagine scientifica ha dimostrato che l'aria marina inibisce l'effetto di un gene che svolge un ruolo importante nel cancro del polmone e nei livelli di colesterolo. Ma se agiamo su questo gene, bloccandone l'azione, vediamo la progressiva morte delle cellule tumorali e una diminuzione del colesterolo.
"Si può dire che l'aria di mare ha un effetto positivo sulla salute, simile ai nuovi trattamenti contro il cancro e l'ultima generazione di farmaci per il colesterolo", afferma la ricercatrice Jana Asselman. La ricerca in questo settore continuerà, secondo i bioingegneri autori dello studio. Insomma, per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", nel corso della nostra travagliata esistenza moderna, vale la pena concedersi più di qualche giorno di relax in riva al mare per goderne gli effetti benefici, oggi confermati anche dalla scienza.
(25 gennaio 2019)
Perché le donne incinte devono limitare l'assunzione di riso! Allerta europea del Ministero della sanità belga
Le donne incinte dovrebbero limitare il consumo di riso e alimenti a base di riso, che contengono arsenico inorganico, per impedire il trasferimento placentare per il feto, ha raccomandato Lunedi il Consiglio Supremo della Sanità (CSS) belga in un nuovo avviso.
Gli esperti consigliano anche alle giovani madri di moderare l'uso di questi prodotti durante i primi mesi di vita del bambino. L'arsenico è uno dei più comuni metalloidi ed è probabile che abbia effetti avversi significativi sulla salute umana nell'esposizione acuta o cronica.
Tuttavia, è anche un contaminante naturale presente in alimenti come il riso, afferma il CSS. L'esposizione alimentare all'arsenico è quindi inevitabile. Sebbene non esista una soglia minima di tossicità e certezza circa gli effetti tossici dell'arsenico nei neonati o nei bambini, la CSS formula diverse raccomandazioni per evitare di superare i livelli accettabili di esposizione. Consiglia, tra l'altro, di garantire un'alimentazione equilibrata e variata dei bambini, non di sostituire le fonti di amido (pane, cereali) con cibi solidi fatti solo di riso, per evitare i biscotti di riso come snack regolari o anche non sostituire latte materno o vaccino con bevande di riso.
Il consumatore medio italiano, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", ha un livello di esposizione all'arsenico inorganico che non è trascurabile ma inferiore alla dose di riferimento stabilita dai tossicologi, con 0,11 mg per chilogrammo di peso corporeo al giorno, rispetto a un intervallo da 0,3 a 8 mg che può diventare problematico.
(17 dicembre 2018)
Un caso di malaria a Firenze. Malattia contratta da un uomo in Italia è stata trattata a metà agosto in un reparto di medicina interna di un ospedale terziario a Firenze. L'allerta pubblicata sulla rivista Eurosurveillance
Un caso di malaria a Firenze a metà agosto 2018. Il paziente è un uomo marocchino residente in Toscana che apparentemente non ha avuto contatti a rischio. L'uomo si è presentato al pronto soccorso con tutti i sintomi di un'influenza: febbre alta, dolori articolari e muscolari.
Il medico di turno però non ha intuito che qualcosa non quadrava perché il paziente ha riferito di non aver visitato recentemente alcun paese endemico, causando ritardo diagnostico e anemia grave.
In ogni caso si è proceduto al ricovero. Solo al 4° giorno, dato che le condizioni del paziente peggioravano, i medici hanno deciso di procedere con alcuni approfondimenti diagnostici. Quindi il paziente è stato sottoposto a una radiografia toracica e ad esami del sangue che comunque ancora non evidenziavano niente di anormale. La svolta, però, è arrivata poco dopo, quando si è proceduto con nuovi esami del sangue nel laboratorio dell'ospedale di Firenze dove, si è proceduto con lo "striscio" del sangue, individuando la causa dei problemi dell'uomo. La diagnosi è arrivata. Si trattava di Malaria criptica severa di Plasmodium falciparum che ha un periodo di incubazione tra i sette e i dieci giorni, come mostravano chiaramente al microscopio i globuli rossi infettati dalla malattia trasmessa dall'anofele, tra l'altro uno dei tipi più aggressivi che deve essere trattata immediatamente.
Nello specifico gli esami hanno rivelato la presenza di trofozoiti di P. falciparum con una parassitemia dello 0,5%. PCR confermato Monoinfezione da P. falciparum, il protozoo che provoca la forma più diffusa di malaria nel continente africano dove determina il 75 per cento del totale dei casi di infezione registrati. Una diagnosi fatta però in ritardo. Il paziente è stato indirizzato all'Unità Malattie Infettive e Tropicali con la diagnosi di malaria grave (emoglobina (Hb) <7 g / dL e parassitemia> 0,2%. Tempestivamente gli è stato somministrato per 2 giorni dell'artesunato per via endovenosa e successivamente della diidroartemisina orale -piperaquina per 3 giorni. Sono state trasfuse due unità di globuli rossi concentrati. Le condizioni del paziente sono migliorate al punto da poterlo dimettere pochi giorni dopo.
Il caso è stato notificato alle autorità sanitarie pubbliche (la malaria è una malattia obbligatoria notificabile in Italia) e confermata microscopicamente dall'Istituto Nazionale della Sanità, Roma.
Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", ricorda che la malaria si contrae attraverso la puntura di una zanzara del genere anofele e nel nostro paese non è mai stata rilevata la circolazione del vettore. In Italia non c'è al momento alcun allarme malaria, ma occorre capire il prima possibile la modalità di trasmissione del parassita. Ad oggi non sono state identificate zanzare infette in grado di trasmettere il parassita anche se non si può escludere che l'aumento delle temperature che i cambiamenti climatici hanno fatto registrare anche da noi potrebbe in linea teorica favorirne un ipotetico adattamento nel nostro Paese. Ma è un'evenienza ancora tutta da studiare. Sì dunque a indagini e controlli perché il rischio zero non esiste, ma niente allarmismi.
(16 ottobre 2018)
Cozze dalla Grecia contaminate da salmonella, allarme in Italia. Se mangiate crude si rischiano conseguenze anche gravi. Avrebbero già raggiunto supermercati e banchi delle pescherie. Il Rasff, il sistema di allerta europeo rapido per la sicurezza alimentare, ha lanciato l'allerta per la possibile presenza del pericoloso batterio della Salmonella nelle cozze vive greche
Cozze vive contaminate da Salmonella, che sarebbero state già immesse sull'intero mercato nazionale. E' delle ultime ore la notizia di un nuovo allerta alimentare che, questa volta, non riguarda il temibile batterio Escherichia Coli.
Non si conoscono i lotti con cozze vive contaminate anche perché riguardano non solo la Grande distribuzione ma pescherie e mercati. Ad allertare le autorità sanitarie dei diversi Paesi europei ed esteri circa la presenza di salmonella è stata proprio l'Italia che ha prontamente avvisato le autorità sanitarie della UE (Dettagli di notifica - 2018.2889 del 12.10.2018). Rasff, il sistema di allerta rapido dell'Unione Europea, invita tutti a prestare la massima attenzione e a non consumare le cozze vive senza prima sottoporle al controllo dal Servizio igiene degli alimenti e nutrizione della Asl locale.
Le cozze sono organismi "filtratori", cioè filtrano tutto ciò che è contenuto nei mari nei quali vivono. Di conseguenza, se provengono da acque non perfettamente pulite, possono essere fonte di contaminazione batterica. Per questo motivo sarebbe sempre meglio evitare di mangiarle crude, sia a casa sia al ristorante dove spesso vengono servite sotto forma di "Crudités".
Solo con l'abbattimento (che non sappiamo se è stato fatto accuratamente) e la cottura i batteri vengono inibiti e si evitano spiacevoli disturbi intestinali. Con l'occasione ricordiamo che la salmonella è l'agente batterico più comunemente isolato in caso di infezioni trasmesse da alimenti, sia sporadiche che epidemiche. La salmonella è presente in natura con più di 2000 varianti (i cosiddetti sierotipi) ma i ceppi più frequentemente diffusi nell'uomo e nelle specie animali, in particolare in quelle allevate per la catena alimentare, sono S. enteritidis e S. typhimurium.
Le infezioni provocate da salmonella si distinguono in forme tifoidee (S. typhi e S. paratyphi, responsabili della febbre tifoide e delle febbri enteriche in genere), in cui l'uomo rappresenta l'unico serbatoio del microrganismo, e forme non tifoidee, causate dalle cosiddette salmonelle minori (come S. typhimurium e la S. enteritidis), responsabili di forme cliniche a prevalente manifestazione gastroenterica. Le salmonelle non tifoidee, responsabili di oltre il 50% del totale delle infezioni gastrointestinali, sono una delle cause più frequenti di tossinfezioni alimentari nel mondo industrializzato. Le infezioni da Salmonella spp. possono verificarsi nell'uomo e negli animali domestici e da cortile (polli, maiali, bovini, roditori, cani, gatti, pulcini) e selvatici, compresi i rettili domestici (iguane e tartarughe d'acqua).
I principali serbatoi dell'infezione sono rappresentati dagli animali e i loro derivati (come carne, uova e latte consumati crudi o non pastorizzati) e l'ambiente (acque non potabili) rappresentano i veicoli di infezione. La gravità dei sintomi varia dai semplici disturbi del tratto gastrointestinale (febbre, dolore addominale, nausea, vomito e diarrea) fino a forme cliniche più gravi (batteriemie o infezioni focali a carico per esempio di ossa e meningi) che si verificano soprattutto in soggetti fragili (anziani, bambini e soggetti con deficit a carico del sistema immunitario). I sintomi della malattia possono comparire tra le 6 e le 72 ore dall'ingestione di alimenti contaminati (ma più comunemente si manifestano dopo 12-36 ore) e si protraggono per 4-7 giorni.
Nella maggior parte dei casi la malattia ha un decorso benigno e non richiede l'ospedalizzazione, ma talvolta l'infezione può aggravarsi al punto tale da rendere necessario il ricovero.Le salmonellosi nell'uomo possono anche causare lo stato di portatore asintomatico.
Il Sistema di allerta invita tutti a prestare la massima attenzione e a non consumare le cozze vive senza prima sottoporle al controllo dal Servizio igiene degli alimenti e nutrizione della Asl locale. Il rischio, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello"Sportello dei Diritti", rilanciando le raccomandazioni del Servizio di Igiene degli Allevamenti e delle produzioni zootecniche, è che i mitili interessati dal richiamo possano esser commercializzati al di fuori dei canali legali, mettendo a grave rischio la salute dei consumatori. Mentre i molluschi acquistati esclusivamente attraverso "canali autorizzati all'interno di sacchetti con etichette che ne riportano la provenienza, possono essere acquistati in sicurezza".
(14 ottobre 2018)
Giornata nazionale della psicologia. Dal 10 ottobre al 10 novembre, un mese di colloqui informativi, incontri e workshop
Non un solo giorno, ma un mese di iniziative rivolte ai cittadini per celebrare – in concomitanza con la Giornata Mondiale della Salute Mentale – la Giornata Nazionale della Psicologia, promossa dal Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi e patrocinata dal Ministero della Salute.
Dal 10 ottobre al 10 novembre 2018, le psicologhe e psicoterapeute Amalia Prunotto e Samantha Vitali e la psicologa Arianna Gatti aderiranno all'iniziativa «Studi Aperti» con colloqui di informazione e consulenza gratuiti, su appuntamento, nei loro Studi in centro città.
Incontri e workshop sono pensati per favorire il dialogo tra professionisti ed utenti e per promuovere il benessere psicologico.
In linea con gli scopi della Giornata Nazionale, l'obiettivo è infatti quello di informare sulle più rilevanti ed emergenti tematiche di interesse psicologico e di far conoscere maggiormente ai cittadini ed alla comunità le potenzialità della Psicologia come scienza e come professione.
Per conoscere il programma, ricevere info e prenotare i colloqui:
Amalia Prunotto tel. 338 2795278; amalia.prunotto@gmail.com ; www.amaliaprunotto.com
Samantha Vitali tel. 3930409920; s.vitali7088a@ordpsicologier.it
Arianna Gatti tel. 3280594658; arianna_gatti@hotmail.com
Elogio del "Tè matcha ". L'antitumorale della natura. Proprietà e Benefici. Per gli scienziati, questo tipo di tè verde è un portento contro il cancro al seno.
Direttamente dalla natura arrivano alcune risposte alla domanda di salute che spesso vengono confortate anche dagli studi della medicina. Esistono, infatti, piante che utilizzate nelle cucine o nelle tradizioni mediche di alcuni paesi anche da migliaia di anni, possono apportare benefici sufficientemente conclamati anche a livello della ricerca scientifica.
Questa volta, Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", vuol parlare dei benefici ed usi di una pianta, utilizzata come bevanda da oltre 5.000 anni in Cina denominata "Tè matcha", perché le sue foglie, che sono la parte della pianta che contiene i principi attivi, vengono cotte al vapore, asciugate e, infine pestate fino ad ottenere una polvere finissima che viene comunemente utilizzata principalmente nella tradizionale cerimonia del tè.
I BENEFICI DEL TÈ MATCHA
Il matcha è una varietà di tè comunissima nel mondo orientale, e sempre più diffusa anche da noi per le sue eccellenti proprietà detox, in favore del metabolismo e contro il colesterolo alto. Ma non è tutto. Secondo una nuova ricerca condotta presso la Università di Salford, a Manchester, gli antiossidanti e le altre proprietà del matcha sono in grado di combattere le cellule del cancro. Il team ha testato un estratto del tè in laboratorio sulle cellule staminali del tumore al seno, impiegando fenotipi metabolici, una strategia mirata alla comprensione dell'interazione tra il genotipo, l'ambiente e lo stile di vita a livello molecolare.
Secondo i risultati, il matcha ha «condotto le cellule tumorali ad uno stato metabolico quiescente», come riporta l'articolo pubblicato nella rivista scientifica Aging. Anche la loro diffusione è stata limitata ad una concentrazione relativamente bassa (0.2 mg/ml). «Il tè verde è un prodotto naturale usato come supplemento nelle diete, dal potenziale enorme per una vasta gamma di trattamenti», ha dichiarato Michael Lisanti, professore di medicina tradizionale presso l'università britannica. «Usando questo fenotipo metabolico, abbiamo scoperto che il tè è in grado di sopprimere il metabolismo mitocondriale ossidativo: in altre parole, previene la "ricarica" delle cellule, e dunque causa loro di diventare inattive e di morire».
Gli effetti del matcha sono stati rilevati anche sulla mTOR (rapamicina), che regola la crescita e la sopravvivenza delle cellule. Il ruolo della mTOR è considerato cruciale nel metabolismo delle cellule tumorali; per questo il team di ricerca ha considerato il suo impiego nelle terapie per i pazienti con il cancro al posto dei farmaci con rapamicina. «Gli effetti del matcha sulle cellule del carcinoma della mammella negli esseri umani sono stati veramente impressionanti», continua il professor Lisanti. «Questi risultati confermano la nostra convinzione che il matcha ha un enorme potenziale terapeutico sulla riprogrammazione delle cellule tumorali».
NON TUTTI GLI ESPERTI SONO GIUNTI ALLE STESSE CONCLUSIONI
Anche se i risultati sono significativi, non tutti gli esperti sono giunti alle stesse conclusioni. Martin Ledwick, dell'associazione Cancer Research UK, ha dichiarato: «Non ci sono prove sufficientemente forti che dimostrino che il tè verde può aiutare a curare i pazienti con il cancro». «Anche se questo studio indica che il matcha possa uccidere le cellule tumorali in laboratorio, è molto difficile che questo accada bevendo il tè».
Una intera giornata da dedicare alla propria salute e al benessere nella splendida cornice del parco della Villa Meli Lupi a Vigatto: domenica 9 settembre, dalle 10 alle 19, con ingresso gratuito, l'associazione culturale "Le Monadi", con il patrocinio del Comune di Parma, organizza la sesta edizione di "Benessere in Villa", un momento per entrare in contatto con tante discipline per prendersi cura di se stessi. L'iniziativa è stata presentata questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, a cui hanno partecipato Nicoletta Paci, assessora alla Sanità e all'Associazionismo; Lena Tritto e Claudia Politi Persson dell'Associazione Culturale Le Monadi.
"Il Comune di Parma ha patrocinato, anche quest'anno, – ha spiegato l'assessora alla Sanità, Nicoletta Paci – questo bell'evento che prevede diverse attività volte a pubblicizzare e migliorare il rapporto con pratiche legate al benessere".
Claudia Politi Persson, Presidente dell'Associazione Culturale Le Monadi, ha ricordato che "si tratta della sesta edizione di una giornata dedicata al benessere, per presentare diversi operatori del territorio in modo da soddisfare le esigenze delle persone che intendono migliorare la qualità della propria vita. Il programma della giornata è molto ricco e prevede ben 16 conferenze". La Presidente ha ricordato che ci sarà la possibilità, grazie alla collaborazione con FIAB Bicinsieme di raggiungere Villa Meli Lupi in bici con la partenza alla mattina da Parma e due rientri, uno in tarda mattinata ed uno al pomeriggio.
Lena Tritto, dell'Associazione Culturale Le Monadi, ha ringraziato le associazioni che hanno messo a disposizione i laboratori per bambini. "La giornata vuole essere una grande vetrina – ha detto – con attività all'aria aperta e coinvolge l'intera frazione di Vigatto".
"Benessere in Villa" vuole essere un luogo di incontro e di scambio fra chi vuole occuparsi della propria salute e del proprio benessere e chi di questo ha fatto una professione. Ci saranno conferenze divulgative, workshop, lezioni dimostrative e stand con operatori professionisti saranno a disposizione di tutte le persone che desiderano incontrare e conoscere discipline, metodiche naturali, pratiche per la salute e il benessere: naturopatia, floriterapia, fitoterapia, aromaterapia, al reiki, meditazione, sistema aura soma, feng shui, counseling, tarologia. Arteterapia, riflessologia plantare, shiatsu, massaggio psicosomatico, massaggio on site, massaggio sonoro armonico con campane tibetane, yoga della risata, scuole di naturopatia, reiki counseling e shiatsu.
Nell'incantevole cornice di Villa Meli Lupi a Vigatto oltre alla possibilità di conferenze e lezioni dimostrative gratuite delle varie discipline in spazi dedicati, saranno a disposizione dei partecipanti tante attività dedicate ai bambini e alla mobilità sostenibile.
L'area bimbi prevederà percorsi di pedagogia e didattica per l'infanzia, arteterapia. letture animate, laboratori, attività di manipolazione, attività di travaso, attività di scoperta sensoriale e motricità fine e la presenza di un "angolo morbido" per i piccolissimi.
Lo spazio dedicato alla mobilità verde e sostenibile proporrà laboratori esperienziali dedicati a chi ama andare in bicicletta, un laboratorio di recupero e manutenzione di biciclette usate e tante informazioni su cicloturismo lento e dolce.
Inoltre, per la giornata di domenica 9 settembre Fiab Parma organizza una "Pedalata family bike e adulti" da Parma a Vigatto, con ritrovo al parco Bizzozero (via Bizzozero 15) alle ore 9.15 (la registrazione prevede un costo assicurativo di 3 euro) per tutti coloro che volessero raggiungere la destinazione in bicicletta.
Sarà presente infine, per tutta la giornata, un'area ristoro allestita nel parco della Villa a cura del Circolo Anspi "La Famiglia" di Vigatto.
Per info: Lena Tritto, cell. 338 6168358 lenatritto@alice.it FB Lena Tritto
Claudia Politi Persson / Ass. Le Monadi Cell. 340 9945603 info@lemonadi.it www.lemonadi.it
info@benessereinvilla.it www.benessereinvilla.it
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