Di Sara/B, 31 agosto 2013 - In legno naturale a sostegno dell' ambiente: il nuovo orologio che fa tendenza -
Ogni modello sarà unico perché caratterizzato dalle venature irripetibili del materiale di cui è composto interamente: legno al 100%. Originale e di tendenza, questa nuova linea di orologi realizzati da WeWood, unisce design innovativo, stile unico e soprattutto sensibilità e sostenibilità ambientale.
Leggero - pesa solo 50 grammi, sembra quasi di non averlo - ma resistente e affidabile grazie al meccanismo Citizen, invecchierà con noi tenendolo al polso. Completamente privo di materiali tossici e artificiali, la collezione prende vita dando una seconda possibilità ai materiali di scarto. Non solo non si procura danno all' ambiente, bensì si aiuta la natura con il proprio contributo; per ogni "timepiece" acquistato viene infatti piantato un albero. WeWood collabora con American Forests che è la più antica organizzazione nazionale di conservazione forestale senza fini di lucro degli USA, sostenitrice dello sviluppo e dell'espansione delle foreste americane. Ogni iniziativa si inquadra all'interno del progetto "El futuro esta en elmonte", che vede l'azienda impegnata ad aiutare il pianeta. Con l'acquisto di un Date Aludra limited edition, infatti si diventa proprietari di un albero piantato in Argentina, nel Gran Chaco, una zona che ha risentito fortemente della deforestazione non sostenibile. Il progetto vuole arricchire, restaurare e conservare i boschi nativi, coinvolgendo la comunità locale e sviluppando uno spirito ambientale. Inoltre se si entra a far parte della comunità sul sito si può vedere crescere virtualmente il proprio albero.
Reggio Emilia, 30 agosto 2013 -
A Reggio Emilia la prima edizione di EcoHappening sede dell'Università degli Studi di Modena - Reggio Emilia il 31 agosto ed il 1 settembre -
Momenti di riflessione per capire quanto le azioni quotidiane di ognuno abbiano una grande influenza sull' ambiente in cui viviamo attraverso incontri con autorevoli relatori del mondo istituzionale, economico ed accademico, teologi, ministri del culto, giornalisti, tutti uniti dalla necessità di condividere il concetto che azione e pensiero siano portatori di valori e di rispetto per la bellezza del mondo circostante. EcoHappening nasce da una idea di FE.DA. Srl, in collaborazione con l'Università degli Studi di Modena - Reggio Emilia, condivisa da un gruppo di amici, che grazie alle sensibilità istituzionali, accademiche, cattoliche ed economiche permettono la realizzazione di questa prima edizione. La manifestazione gode del patrocinio e della collaborazione di molti sostenitori tra cui la Provincia di Reggio Emilia, il Comune di Reggio Emilia, il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Unindustria Reggio Emilia. L'obiettivo è realizzare un luogo di incontro, di confronto tra mondo laico e cattolico, e di scambio di esperienze, opportunità, idee e proposte per la tutela dell'ambiente e del nostro futuro, partendo proprio dall'esperienza cristiana dell' 8ª Giornata per la Custodia del Creato del 1° settembre 2013, appuntamento nazionale indetto dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana). L'evento è finalizzato a questa missione, invitando ad un unico tavolo il mondo cattolico ed il mondo ambientale per condividere i percorsi, ampliare le sensibilità e le conoscenze, attraverso l'incontro. Diversi momenti di analisi sulle tematiche dei mutamenti ambientali e sul modo corretto di rispettare l' ambiente anche nei gesti quotidiani. L'attenzione per un comportamento a sostegno dell' ambiente per vivere davvero il territorio come un bene comune a cui portare rispetto, affrontando temi attuali tra cui l' portanza della raccolta differenziata e del risparmio idrico ed energetico. Tutto il programma dell' evento a ingresso gratuito su www.ecohappening.it.
Parma, 23 agosto 2013 -
La raccolta differenziata nel comune di Parma raggiunge a luglio 2013 il 53,5% del totale dei rifiuti raccolti. I dati parlano chiaro: +9% di organico, +170% di plastica e barattolame, +626% di vetro, eppure ancora in molti quartieri della città siamo costretti ad assistere a pattumiera lasciata con noncuranza vicino ai cassonetti. Entrare nell' ottica di differenziare e soprattutto farlo nel modo corretto non sembra poi così facile visto le problematiche tutt' ora esistenti nei quartieri dove si sta diffondendo il porta a porta.
Nonostante Parma stia procedendo a buoni ritmi verso la strada dell' ecologia, bisogna ancora fare molto per educare i cittadini al rispetto della propria città e all' attenzione verso piccole scelte quotidiane più ecosostenibili.
Alcuni consigli utili per ridurre i rifiuti dell' Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma:
Al momento dell'acquisto è preferibile scegliere prodotti con imballaggi riciclabili o biodegradabili, evitando quelli con doppia confezione. Meglio scegliere prodotti sfusi, che consentono di riutilizzare più volte lo stesso contenitore. Rifiutiamo gli imballaggi inutili, invitando chi ci vende i prodotti a non aggiungerne. Evitiamo di acquistare prodotti "usa e getta".
Prima di gettare qualsiasi cosa verifichiamo se l'oggetto, se ancora funzionante, potrebbe essere venduto in un mercatino dell'usato o donato ad associazioni del territorio.
Per la spesa utilizziamo borse riutilizzabili: sono più capienti e robuste e possiamo usarle in continuazione, senza comperarne delle nuove.
Separiamo sempre la parte organica dal resto degli scarti. Il rifiuto residuo diventa così molto più leggero, non emana cattivi odori, non produce liquidi. L'organico a sua volta si trasformerà in compost che fertilizzerà i nostri terreni.
Sia che i materiali post utilizzo finiscano nelle discariche che nell 'inceneritore il danno ambientale provocato e la spesa conseguente, devono essere un campanello d'allarme anche per i più pigri e incuranti, che credono che pagando la tassa sui rifiuti tutto sia loro concesso senza il rispetto delle regole. Ma le regole ci sono, con giorni e orari di raccolta che vanno rispettati.
I materiali ingombranti invece, come vecchi televisori, non devono essere lasciati accanto ai cassonetti ma portati ai Centri di Raccolta. A Parma ce ne sono quattro: in via Toscana (centro), in via Barbacini (nord), alla rotatoria del Campus (sud) e in via Bonomi (ovest).
Inoltre se abbiamo in casa vecchi elettrodomestici non più funzionanti ma siamo impossibilitati a muoverci, basta telefonare al numero verde 800-212-607 e verranno ritirati direttamente davanti a casa, gratuitamente.
Per qualsiasi dubbio si può consultare il manuale scaricabile anche dal sito www.irenemilia.it. o chiedere informazioni via mail all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o telefonare al numero verde 800-212-607 ed al numero di comune amico 0521-4-0521, per chiarimenti o segnalazioni.
I rifiuti residui costano e inquinano, cerchiamo di dare una nuova vita ai materiali salvaguardando l' ambiente in cui viviamo. Sia che finisca nella discarica che nell' inceneritore l'indifferenziato provoca un danno a noi stessi, che possiamo evitare con una corretta gestione dei materiali post utilizzo.
Sassuolo, 22 agosto 2013 -
Bando del Comune di Sassuolo per diventare volontari al servizio della città -
Un' importante finalità sociale che aiuterà i cittadini a prendersi cura della propria città rafforzandone l' appartenenza. Il Comune di Sassuolo ha aperto il bando "Cittadini per Sassuolo" per presentare la domanda come volontario al servizio della città. Il progetto ha l' obiettivo di favorire la convivenza civile e la coesione sociale fra i cittadini tramite piccoli interventi gratuiti di manutenzione che la società Sassuolo Gestioni Patrimoniali organizzerà in aree della città. Un modo per aumentare il senso civico della cittadinanza ponendola in prima linea nella tutela del decoro del proprio luogo di appartenenza.
"Si tratta di una iniziativa dall' alto valore sociale ed etico – hanno affermato il Vicesindaco con delega alla protezione civile Francesco Menani e l'Assessore ai servizi sociali Giorgio Barbieri - che unisce e valorizza la forza dimostrata in più occasioni dal volontariato Sassolese e l'esigenza di reperire risorse utili allo svolgimento di attività e servizi a cui l'Amministrazione non è più in grado di fare fronte, a causa della riduzione di trasferimenti di risorse e delle difficoltà finanziarie a cui sono sottoposti tutti gli enti pubblici. Questo progetto fornisce una risposta ed una opportunità anche a tutti i cittadini che non fanno parte di associazioni di volontariato ma desiderano comunque mettersi al servizio, anche per poco tempo, della città, per migliorarne il decoro, la vivibilità e per prevenire quelle situazioni di degrado che in molti casi possono generare condizioni di insicurezza."
L' iniziativa si rivolge a tutti i cittadini, che vogliano dedicare qualche ora del proprio tempo al bene comune, oltre che alle scuole, agli imprenditori, alle associazioni ed alle cooperative sociali. Il modulo di iscrizione è scaricabile sul sito del Comune o presso l' Urp di Piazza Garibaldi, con adesioni aperte sino al 30 settembre.
di Virgilio -
Goletta Verde, 14 agosto 2013 - -
Il bilancio di Goletta Verde: ogni 57 km di costa un punto critico da inquinamento.
Durante i due mesi di navigazione, circumnavigando la penisola per monitorare lo stato di salute delle coste e del mare italiano, Goletta Verde ha identificato 130 punti di criticità (quasi il 50% dei campionamento) con valori batterici oltre i limiti di legge.
La Campania si classifica all'ultimo posto di questa speciale classifica che vede la depurazione delle acque, dopo ben 37 anni dall'approvazione della legge, ancora un problema da risolvere.
130 punti inquinati, uno ogni 57 km di costa. Cattiva depurazione, estrazioni petrolifere, abusivismo, consumo di suolo costiero, grandi navi e inquinamento da attività militari nel dossier
Sei delitti sotto l’ombrellone.
Il 90 per cento dei punti inquinati sono stati prelevati alle foci di fiumi, torrenti, canali, fiumare, fossi o nei pressi di scarichi di depuratori malfunzionanti, che si confermano i nemici numero uno del nostro mare. In questo quadro a tinte fosche, piuttosto che far fronte alle criticità con progettualità puntuali e definitive, nelle regioni del Mezzogiorno si rischia anche di perdere ben 1,7 miliardi di fondi per opere di adeguamento del sistema di depurazione. Una perdita alla quale si aggiungerebbe anche una possibile e salatissima multa per la procedura di infrazione che ha portato alla condanna dell'Italia per il mancato rispetto della direttiva europea sul servizio di depurazione e fognatura. Mari e coste italiane finiti nel mirino di sei killer: maladepurazione, estrazioni petrolifere, abusivismo edilizio, consumo di suolo costiero, grandi navi e inquinamento da attività militari. Sicari in azione da nord a sud della Penisola: venti luoghi del delitto che Legambiente presenta nel dossier "Sei delitti sotto l'ombrellone. Il giallo di Ferragosto".
"Per l'ennesimo anno ci troviamo a denunciare una situazione riguardo la depurazione degli scarichi divenuta ormai imbarazzante e che va sanata una volta per tutte. - dichiara Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente -. A questa situazione di emergenza si risponde sempre allo stesso modo: rinviando il problema e cercando di tamponare le falle di un sistema inefficace nei tre mesi estivi per placare le ire di bagnanti e turisti. Nelle regioni del Mezzogiorno, poi, al danno si sta per unire la beffa. Si rischia, infatti, di perdere ben 1,7 miliardi di euro dei fondi Cipe destinati alla costruzione e all'adeguamento degli impianti che sono in scadenza a dicembre. Come se non bastasse, inoltre, ci prepariamo anche a far pagare ai cittadini italiani multe milionarie da parte dell'Unione europea per l'incapacità di gestire il ciclo delle acque reflue. Soldi che invece potrebbero essere investiti per aprire nuovi cantieri per la depurazione. Realizzare sistemi efficienti e moderni - conclude Zampetti - deve trasformarsi in una priorità nell'agenda politica italiana. È l'ennesima vergogna che questo Paese non merita. Non si tratta più soltanto di difendere fiumi e mari, vera grande risorsa di questa nazione, ma ne va dell'intera economia nazionale, buona parte della quale è basata sul turismo".
di Virgilio -
Parma, Agosto 2013 -
É stato ultimato il rapporto "Situation report on forest biomass use in Mediterranean region" sull'uso delle biomasse a fini energetici nei Paesi del nord del Mediterraneo, con un focus sull'Italia redatto da ISPRA, Regione Siciliana e Fondazione Lombardia per l'Ambiente.
Il rapporto ha visto il contributo dell'ISPRA che partecipa al progetto PROFORBIOMED, finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) della Commissione Europea, all'interno del programma MED "Improving the energy efficiency and promotion of renewable energy sources".
Il progetto, portato avanti da un consorzio di 18 istituzioni (www.proforbiomed.eu), intende sviluppare una strategia integrata per l'uso sostenibile della biomassa forestale nell'area mediterranea. La strategia si basa sull'innovazione, non solo tecnologica ma anche giuridica e normativa e sul coinvolgimento dei principali soggetti della filiera forestale, interessati a creare una rete in grado di ottimizzare la produzione e la logistica della bioenergia, che tenga conto della sostenibilità e compatibilità con altri usi del territorio e della materia e offra nuove opportunità economiche e di sviluppo rurale.
Nel corso del progetto - informa ISPRA - sono starti applicati sistemi di gestione sostenibile specifici per le diverse tipologie di foreste mediterranee e i risultati sono stati condivisi tra i partner del consorzio. Si è cercato il coinvolgimento di tutti i soggetti attivi nella filiera forestale, lo sviluppo di cluster e reti e il rafforzamento della cooperazione tra attori pubblici e privati, attraverso la definizione di impegni politici e l'attuazione di iniziative comuni. Il progetto ha sviluppato diverse esperienze pilota su 13 aree tematiche, per sviluppare la cooperazione tra le parti interessate e a creare strumenti di dimostrazione e trasferimento di know-how.
A seguire le conclusioni del rapporto.
Le principali barriere per un ulteriore sviluppo (traduzione dall'inglese)
Negli ultimi anni uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo della bioenergia e produzione di biocarburanti in Italia è stata la mancanza di un quadro normativo stabile e chiaro. Anche così l'interesse in questo campo tra gli operatori è in rapida crescita soprattutto con le piccole e grandi investitori.
Queste limitazioni sono state superate grazie alla recente introduzione di alcuni importanti aggiornamenti dal regime di sostegno nazionale per le energie rinnovabili e, in particolare, delle bioenergie. Inoltre, l'adozione della direttiva CE per la promozione delle energie rinnovabili, impone agli Stati membri di elaborare piani di azione nazionali entro giugno 2010, si spera, rappresentano una grande opportunità per l'ulteriore sviluppo della politica di bioenergia italiana per sostenere l'espansione di questo settore in crescita.
Tuttavia, l'introduzione di criteri di sostenibilità per i biocarburanti contenute nella recente direttiva CE per la promozione delle energie rinnovabili sarà probabilmente guidare l'attenzione dei produttori di bioenergia sempre più verso altra carica petrolifera. È un dato di fatto, dal 2009 alcuni produttori di energia di grandi dimensioni stanno finanziando ambiziosi progetti di sviluppo di piantagioni di jatropha in diversi paesi africani, nel tentativo di fornire grandi quantità di olio di Jatropha per i loro impianti in Italia.
Legno potenzialità della biomassa, la produzione e l'uso - Stato dell'arte
Per quanto riguarda la produzione di pellet, vi è un grande e crescente mercato delle stufe a pellet per il riscaldamento domestico. Sarà probabilmente continuerà a guidare la domanda di pellet in Italia nei prossimi anni. Nel corso degli ultimi tre anni, forniture discontinue e frammentate di materie prime per la produzione di pellet e grandi variazioni nel prezzo del consumatore sono state un ostacolo per lo sviluppo costante del settore pellet, come dimostra la produzione nazionale che rimane ancora ben al di sotto della capacità di produzione dell'industria stessa. La recente scoperta di pellet contaminati radioattivi provenienti dalla Lituania ha rafforzato la consapevolezza tra gli operatori sulla necessità di una forte standardizzazione delle norme di qualità.
L'adozione di norme di qualità (ad esempio UNI / TS 11263:2007 norma in base CEN / TS 14961) e lo sviluppo di un sistema di certificazione (come quella "Pellet Oro" label11) può creare uno sfondo più favorevole per il commercio di pellet, che continuerà per rappresentare una risorsa importante per i produttori.
Per quanto riguarda i biocarburanti rimangono una risorsa interessante per i trasporti, lo scenario però è ancora molto poco chiaro. L'adozione della direttiva 30/2009 rappresenta sicuramente una opportunità per lo sviluppo dei biocarburanti in Italia e in altri Stati membri dell'UE. Poiché la direttiva impone agli Stati membri di elaborare piani di azione nazionali delle energie rinnovabili dal luglio 2010, un aggiornamento e il miglioramento delle misure di sostegno per i biocarburanti saranno eventualmente inclusi in tale strumento.
È interessante notare che le variabili forestali chiave, come la superficie forestale, stock di carbonio e traslochi legno combustibile e l'uso di legno sono ancora lontani da avere un quadro coerente di informazioni e di qualità statistica adeguata. Questo può essere un ostacolo per l'attuazione delle politiche, come quelle legate allo sviluppo rurale o dell'energia, che dovrebbe contare su una più solida base informativa.
Roma, agosto 2013 --
- Servizi di Polizia Provinciale, la proposta del Ministro -
"La sfida è quella di garantire un alto livello di sicurezza ambientale, bene costituzionalmente protetto, e la conseguente tutela agroalimentare, preservando il territorio da ogni aggressione. Il processo normativo avviato dal Governo di modifica costituzionale finalizzato all'abolizione delle Province potrebbe offrire l'opportunità di salvaguardare la professionalità dei Servizi di Polizia Provinciale che da decenni operano sul territorio svolgendo, tra le altre, preziose funzioni di polizia giudiziaria, amministrativa, ambientale, zoofila, di protezione degli animali, lagunare e fluviale. È un importante patrimonio di esperienza e competenza che non può essere frammentato ad un livello locale non adeguato a gestire attività e indagini, come quelle ambientali, che non sono confinabili in ambiti ristretti. Una soluzione quasi naturale per l'affinità dei compiti e delle funzioni sarebbe il transito del personale dei Servizi di Polizia Provinciale, circa 2.800 unità, nei ruoli del Corpo forestale dello Stato, forza di Polizia dello Stato, istituzionalmente e tradizionalmente preposta alla tutela dell'ambiente e del territorio, nonché alla sicurezza agroalimentare. In un momento generale di crisi che investe tutto il Paese le Istituzioni devono cercare di cogliere il senso di nuove opportunità come quelle che riguardano l'adeguamento di una reale tutela del territorio e del paesaggio".
Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, in merito all'ipotesi di transito, una volta abolite le Amministrazioni provinciali, degli agenti delle Polizie provinciali nel Corpo forestale dello Stato. Tale transito verrà proposto al personale in via opzionale e alternativa ad un eventuale passaggio nei ruoli dei Comuni o delle Regioni e sulla base dei requisiti previsti per l'ingresso nel Cfs.
Sulla questione è in atto, a tutti i livelli, un ampio e positivo dibattito sia all'interno del Corpo forestale dello Stato che nella Polizia provinciale di alcune Regioni.
"Mi farò pertanto promotrice con il Ministro per gli affari regionali e le autonomie - ha aggiunto il Ministro De Girolamo - dell'attivazione di un Tavolo tecnico formato dalle Amministrazioni competenti e finalizzato a delineare un percorso graduato e articolato, in considerazione della difficoltà tecnica, operativa ed attuativa. Da questa prima fase non deriveranno nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, semmai nel tempo si ridurrebbero alcune spese causate dalla parcellizzazione di tanti enti diversi e crescerà la sicurezza reale per i cittadini".
Parma, 08 agosto 2013 - -
Parma si "distingue" per il 40% di dispersione idrica. A Ravenna le tariffe più alte, 439 euro annui a famiglia.
Costi più elevati della media si registrano in Emilia Romagna, dove una famiglia tipo ha speso nel 2012 388 euro, rispetto ai 310 del resto d'Italia, con l'eccezione positiva di Piacenza dove si spendono 296 euro e il limite massimo di Forlì dove si è arrivati a 431 euro. In regione l'incremento più alto fra 2011 e 2012 si è registrato a Bologna (294 euro nel 2011, 324 nel 2012, +10,2%), mentre è Parma la città con l'incremento più elevato considerando il periodo 2007-2012, ossia +56,8%. E sempre Parma si distingue per il triste primato del 40% di dispersione idrica, contro il 25% della media regionale e il 33% di quella nazionale.
Nell'annuale indagine realizzata dall'Osservatorio Prezzi & Tariffe di Cittadinanzattiva, le contraddizioni del Servizio Idrico Integrato nel nostro Paese, con dati anche sulla dispersione idrica. On line su www.cittadinanzattiva.it il dossier con gli approfondimenti regionali.
L'indagine è stata realizzata in tutti i capoluoghi di provincia, relativamente all'anno 2012. L'attenzione si è focalizzata sul servizio idrico integrato per uso domestico: acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione, quota fissa (o ex nolo contatori). I dati sono riferiti ad una famiglia tipo di tre persone, con un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua, e sono comprensivi di Iva al 10%.
Cara acqua. In un anno una famiglia sostiene in media una spesa di 310€ per il servizio idrico integrato. In generale, il caro bollette viaggia più spedito al Centro (+47,1% rispetto al 2007, +9% rispetto al 2011). Seguono le regioni del Nord (+32,1% rispetto al 2007, +5,2% rispetto al 2011) e il Sud (+23,8% rispetto al 2007, +8,5% rispetto al 2011).

(Cittadinanzattiva fonte)
Comunicato stampa GCR -
Parma, 06 Agosto 2013 - -
Parma e Torino, due grandi città sulla linea del fuoco.
Il fuoco delle fornaci gestite da Iren attraverso impianti pericolosi e anti-moderni.
Non che sia tutta colpa del gestore, che ha colto l'invito delle amministrazioni locali, sostenitrici dei cancro-valorizzatori nonostante le evidenze scientifiche sempre più emergenti, e nonostante sia possibile e realizzabile a costi inferiori una alternativa di gestione efficace.
Reggio Emilia è lì a dimostrare la tesi del cambiamento. Spento il vecchio forno, la politica locale ha portato Iren a ragionare sul trattamento a freddo e si sta sviluppando su quel territorio la fabbrica dei materiali, per recuperare gran parte degli scarti.
L'incenerimento appartiene al passato.
E' una visione miope e parziale della realtà, è vedere i rifiuti solo come scarto da distruggere e nascondere, invece che considerarli una miniera urbana di materiali da recuperare e riciclare fino all'ultima briciola.
Incenerire comporta anche la finzione che non ci siano comunque scarti e che la procedura non comporti inquinamento ulteriore. Un terzo dei materiali bruciati diventa cenere (come in tutte le stufe del mondo) e il processo comporta l'emissione di gas tossici (significa trasferire la discarica dalla terra al cielo).
Quindi occorre che si guardi avanti, si cambi strada, si recuperi il tempo perduto.
E' l'unica via percorribile per la spa.
Una società che deve ri-nascere. Recepire appieno le indicazioni dell'Europa, che al 2020 ha previsto il divieto di incenerimento per i materiali riciclabili e/o compostabili.
Se l'incenerimento fosse davvero la soluzione ideale, come i sostenitori dei forni continuano incessantemente a ribadire, non si capirebbe la preoccupazione dell'Europa, che ha intuito il sovradimensionamento impiantistico e i rischi sanitari legati all'incremento delle micro polveri nell'aria.
E' una rivoluzione, da attuare perché l'unica possibilità per affrontare il presente e il futuro da protagonisti.
Intanto il territorio: Iren deve recuperare il rapporto perduto con i cittadini, oggi ai minimi termini.
Significa dialogare e non scontrarsi, significa ascoltare e non chiudersi nella torre d'avorio.
Significa soprattutto offrire i servizi che i cittadini si attendono e che senza la collaborazione convinta del gestore è difficile far loro giungere.
Tutto ruota attorno al porta a porta, ma non solo.
Intanto una gestione corretta della Rd è il passo iniziale.
Raccolta dell'organico al 100% delle utenze, sia private, che aziendali, che comunitarie.
Significa avere a disposizione un fertilizzante naturale, di alta qualità, per riportare ricchezza ai nostri campi sempre più impoveriti da pratiche agricolturali pressanti e ricche di sostanze chimiche.
Portare a 100 l'organico ha un importante riflesso positivo: consente di ottenere un residuo senza odori, senza liquidi che colano, con un netto calo del peso specifico, un residuo che riducendosi e diventando stabile può essere raccolto con una frequenza inferiore, anche solo una volta alla settimana.
Comparto delle plastiche.
Tutte le plastiche vanno recuperate, anche quelle che non rientrano nell'accordo Conai.
Quindi non solo imballaggi per liquidi ma anche tutta quella serie di plastiche dure e/o eterogenee che oggi finiscono in discarica o negli inceneritori.
Perché non è una questione di sostanza ma solo un fatto squisitamente economico. Un vaso da fiori anche se fatto di Pvc oggi non viene riciclato perché non paga il contributo imballaggi. Che senso ha? Gli esempi virtuosi oggi ci sono. Come quello di Pontedera dove Revet recupera e ricicla ogni anno migliaia tonnellate di plasmix, il termine con il quale vengono identificate le plastiche eterogenee. Con questi materiali si producono panchine, vasi, scope, dissuasori, un'infinita serie di manufatti plastici, con materiali che altrimenti sarebbero sprecati. Revet serve 195 amministrazioni comunali con la sua capillare raccolta differenziata. Iren non può copiare?
Senza cambiamenti e innovazioni il mondo sarebbe indietro di secoli.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Pavullo, 05 agosto 2013 - -
Il Comune di Pavullo contro la pratica di abbandonarli in zone isolate.
"Si evitano sanzioni e si risparmia tempo e fatica"
Da alcuni giorni pervengono agli uffici del Comune di Pavullo numerose comunicazioni che segnalano la presenza di elettrodomestici abbandonati, in diversi punti del territorio. Si ricorda che per smaltire elettrodomestici e altro materiale ingombrante, è sufficiente prenotare il ritiro gratuito al Servizio clienti di Hera, telefonando al numero verde 800999500. Oltre ad evitare di incorrere in sanzioni, si risparmiano anche tempo e fatica, perché che non occorre caricarli in auto e abbandonarli in scomodi angoli della campagna. Molto più facile e, soprattutto, molto più civile.
(fonte comune di pavullo nel frignano)
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