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Martedì, 29 Novembre 2016 17:53

Al Cap di Parma un incontro sull'annata agraria

In occasione dell'apertura straordinaria dell'agenzia di città di strada Mercati (Consorzio Agrario) si è tenuto un incontro sull'annata agraria con Romanini e Rainieri.

Parma- 29 novembre 2016 - Una mattinata dedicata al confronto sui temi più attuali dell'agroalimentare del nostro territorio e alla filiera agricola che direttamente interessa il tutto il mondo della produzione.

All'Agenzia di Città di strada Mercati del Consorzio Agrario di Parma, in occasione del week end di apertura straordinaria, si è tenuto un incontro hanno cui ha preso parte numerose autorità e, tra gli altri, l' On. Giuseppe Romanini - componente della Commissione Parlamentare Agricoltura della Camera dei Deputati - il Vicepresidente dell' Assemblea Regionale dell'Emilia Romagna Fabio Rainieri, il consigliere regionale Barbara Lori insieme al padrone di casa il presidente del CAP Giorgio Grenzi.

Presente anche il presidente di Coldiretti Parma Luca Cotti. Oltre all'analisi complessiva dell'annata agraria si è approfondito l'andamento del prezzo del grano e del Parmigiano Reggiano e l'importante riattivazione della filiera della barbabietola da zucchero.

Durante il suo intervento Romanini ha ribadito anche "la volontà dell'esecutivo di arricchire l'attuale Ministero delle Politiche Agricole in Ministero delle Politiche Agricole e Agroalimentare" : un elemento non secondario volto a consolidare il rapporto tra le imprese agricole all' industria alimentare del territorio.

Grenzi, ringraziando i presenti e augurando buone festività, ha sottolineato la ritrovata centralità del ruolo del Consorzio Agrario di Parma nel comparto agricolo locale e ha auspicato che questi incontri nelle agenzie che presidiano tutto il comprensorio CAP possano giovare al miglioramento delle numerose filiere in cui opera il Consorzio.

(Fonte CAP Parma 29 novembre 2016)

Il Campus Agroalimentare Statale "Rainieri Marcora": la realtà scolastica più imponente del territorio di Parma e Piacenza per fornire al nostro comparto agroalimentare le nuove leve.

Parma, 29 novembre 2016

Il Campus Agroalimentare "Raineri-Marcora" rappresenta la realtà scolastica più imponente del territorio di Parma e Piacenza, esso è sicuramente la struttura maggiormente attrezzata per fornire al nostro comparto agroalimentare quelle nuove leve che servono per mantenere eccellente il settore, fiore all'occhiello dell'economia parmense e piacentina. Una delle sue sedi si trova a Cortemaggiore, a cavallo tra le due province.

L'Istituto Statale "Rainieri Marcora" ha un corpo docente pari a circa 300 unità, a questi vanno aggiunti i tecnici e gli amministrativi. La celebrazione quest' anno dei suoi 50 anni di vita sono la testimonianza dell'importante ruolo che riveste in campo internazionale il comparto agrario agroalimentare, agroindustriale ristorativo e turistico. Il Polo Agrario comprende l'Istituto Tecnico Agrario, l'Istituto Professionale per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale con sedi coordinate di Castel San Giovanni, Cortemaggiore una sezione carceraria, l'Istituto Alberghiero.

L'Istituto Agrario si colloca al centro dell'azienda agraria certificata biologica, ad indirizzo foraggero- cerealicolo- zootecnico con una estensione di 27 ettari. I cereali prodotti sono: frumento, orzo, grano duro. Il foraggio viene destinato all'alimentazione del bestiame. Nella stalla vengono allevate le razze: Frisona italiana, Bruna, Jersey. Il numero di capi presenti è pari a 69 di cui 30 vacche in lattazione, il latte biologico prodotto viene conferito al Consorzio Natura Alimenta per la produzione di Grana Padano BIO. I bovini del Raineri-Marcora partecipano a competizioni in importanti fiere zootecniche per la valutazione morfologica degli animali.

Il frutteto è costituito da peri, meli, ciliegi, peschi di varietà di piante da frutto antiche, la gestione prevede la collaborazione dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, con la messa a dimora nello scorso anno di 200 nuove varietà. Il vigneto costituito da vitigni autoctoni ha permesso la produzione in via sperimentale di passito. Le serre producono Stelle di Natale, gerani ed altre piante ornamentali e piante da orto per il trapianto a pieno campo nel periodo estivo. Nell'orto botanico sono rappresentate il più riccamente possibile tutte le famiglie delle piante arboree e arbustive adatte ai nostri climi. Attualmente sono presenti circa 100 specie distribuite in 30 famiglie. Esso costituisce un valido strumento didattico per la classificazione botanica ma anche strumento per pubblicazioni ad uso di studenti ed appassionati di botanica.

L'azienda agraria pur avendo una finalità esclusivamente didattica vive unicamente con il ricavato delle proprie produzioni operando direttamente sul libero mercato.

Il campus è dotato di quattro palestre ben attrezzate, un impianto di atletica leggera, un campo da calcio e da rugby.

L'indirizzo di studi del Diplomato in Agraria, Agroalimentare e Agroindustria prevede 3 articolazioni, Produzioni e Trasformazioni, Gestione dell'Ambiente e del Territorio, Viticoltura ed Enologia ( quest'ultima con possibilità di frequentare un sesto anno di corso dopo la maturità per il conseguimento della specializzazione di enotecnico).

L'Istituto Professionale di Castel San Giovanni è integrato con la realtà produttiva del proprio territorio possiede una attrezzata cantina dove vengono prodotte e poste sul mercato ben sei tipologie di vino (spumante metodo classico, passito di Malvasia, Gutturnio e Ortrugo). Sperimentazione di sidro di mele e pere spumantizzato.

L'Istituto Professionale di Cortemaggiore fornisce al diplomato competenze relative alla valorizzazione, produzione e commercializzazione dei prodotti agrari ed agroindustriali. Integrato nel territorio gestisce le filiere produttive di carne e latte.

L'Istituto Professionale di Piacenza ha come indirizzo di studi Servizi per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale con opzione valorizzazione e commercializzazione dei prodotti agricoli del territorio. Integrato nel territorio gestisce la coltivazione di piante da semina e da frutto in campo e in ambiente protetto.

L'Istituto Alberghiero prevede 4 articolazioni del piano di studi Enogastronomia, servizi di sala e vendita, accoglienza turistica, prodotti dolciari artigianali e industriali. E' dotato di locali che consentono l'attività didattica quale laboratorio di cucina, ristorante didattico, accoglienza turistica, laboratorio di pasticceria e sala bar.

(Fonte: Gilda degli Insegnanti Parma e Piacenza)

 

 

Domenica, 27 Novembre 2016 14:24

c.a.s.e.a.SOMMARIO Anno 15 - n° 47 27 novembre 2016

Editoriale: Gli occhi puntati sul nostro referendum. Grana e Parmigiano, trend in crescita. Verlinvest, nel capitale della Mutti Spa. Enologica, degustando il successo. Cereali e dintorni. Parmigiano Reggiano Identity. Ortofrutta, l'UE un mercato ristretto.

SOMMARIO Anno 15 - n° 47 27 novembre 2016
1.1 editoriale Gli occhi puntati sul nostro Referendum
2.1 lattiero caseario Grana e Parmigiano. Trend in crescita.
3.1 imprese Mutti annuncia l'ingresso di Verlinvest nel capitale dell'Azienda
3.2 Vino Degustando enologica
4.1 cereali Cereali e dintorni. Prezzi condizionati dal cambio valutario
5.1 cereali Cereali e dintorni. Prezzi tendenzialmente in salita
6.1 vino Enologica 2016: positivo il bilancio
7.1 Ortofrutta Export, per l'ortofrutta il mercato europeo si è fatto stretto.
8.1 Parmigiano Reggiano Identity. Caseifici e ristoratori a confronto
10.1 promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners

Cibus-47-27nov16

Domenica, 27 Novembre 2016 08:38

Cereali e dintorni. Prezzi tendenzialmente in salita

Prezzi tendenzialmente in salita. Il dollaro si rafforza e ci si avvicina alla stagione critica dei trasporti. Settimana statunitense più corta per la Festa del Ringraziamento e l'avvio delle "spese natalizie", Black Friday.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 25 novembre 2016
Il mercato da giorni tende alla salita, i motivi sono diversi: dagli acquisti della Cina, spinta dai timori della svalutazione della loro moneta qualora la nuova presidenza Usa dovesse imporre dazi alle merci, al fatto che l'Agenzia Goldman & Sachs ha pronosticato una fase di rialzo delle materie prime, e che i consumi e le esportazioni tengono. Infine sussistono varie turbolenze monetarie e fiscali in essere in sud America dove in un prossimo futuro - gli analisti stimano luglio 2017 - l'areale a soya potrebbe ridursi a favore di altre coltivazioni.

Da ultimo, nella serata di mercoledi, l'ente Usa che regola le produzioni di gasolio ed etanolo da fonti rinnovabili ha aumentato il tetto della possibile produzione, dando così "fuoco" al mercato dell'olio e spingendo quello del seme.
Una settimana più corta negli USA per la festa del Ringraziamento e perciò solo lunedi si potrà valutare la reale portata dei prezzi della farina di soia e del seme.

Nulla di nuovo da segnalare nel mercato domestico. Crusche ancora in aumento, grano in rincaro con spiccata tendenza a crescere ancora. Mais ancora forte, i contratti sul gennaio marzo 2017 quotavano, mercoledi scorso, 185 euro arrivo Brescia e il gennaio-giugno 12017 a 188, la merce sui porti quotava circa a 180 euro. Quotazioni stazionarie per l'orzo seppure cominci a risentire degli effetti rialzisti. In generale i proteici registrano una tendenza al rialzo, mentre continua la crisi logistica sulla merci dall'estero, peraltro peggiorata da un clima di sfiducia degli esportatori esteri verso la penisola.

Attenzione infine all'entrante mese di dicembre che, storicamente, per la logistica ricalca le problematiche di agosto con pochi camion disponibili e prezzi dei trasporti che si surriscaldano.
Il mercato delle bioenergie attivo alla ricerca di basi differenti dal mais, ma in crisi nel trovare soluzioni economicamente valide e reiterabili nel tempo.

Nel complesso gli scenari attuali sono difficilmente interpretabili.

Indicatori internazionali 24 novembre 2016


l'Indice dei noli ha subito un nuovo sensibile rialzo sino a 1.224 punti, il petrolio ruota ancora attorno 48$ e l'indice di cambio segna il rafforzamento del dollaro 1,05449.

 

20161110-USDA-9nov16

 

 

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Nel corso di un seminario sull'export ortofrutticolo svoltosi a Bolzano in occasione di Interpoma, le organizzazioni cooperative di sei Paesi produttori hanno sottoscritto una piattaforma di richieste alla Commissione Europea per ribadire l'importanza del ruolo politico dell'UE per prevenire ingiustificate forme di protezionismo

Bolzano, 25 novembre 2016 – L'export del settore ortofrutticolo è cresciuto del 100% negli ultimi 10 anni, raggiungendo 6 milioni di tonnellate, ma resta ancora troppo legato al mercato interno, ormai saturo, con consumi stabili o in discesa. Si stima, di contro, che il 95% di potenziali nuovi consumatori si trovi al di fuori dei confini dell'UE.

Di qui la necessità per i produttori ortofrutticoli europei di conquistare nuovi mercati di sbocco, necessità resa ancora più impellente dopo il blocco delle esportazioni in Russia (dove si concentrava il 40% di tutte le esportazioni europee). La continua ricerca di nuovi mercati su cui approdare resta tuttavia in alcuni casi difficile.

Sono state queste le tematiche discusse nel corso della tavola rotonda promossa da Assomela e Alleanza delle Cooperative agroalimentari sull'export dei prodotti ortofrutticoli, svoltasi oggi a Bolzano nell'ambito della decima edizione della fiera Interpoma, alla quale hanno preso parte i rappresentanti del mondo cooperativo di Italia, Spagna, Francia, Belgio, Olanda e Polonia.

I produttori ortofrutticoli europei hanno chiesto all'Europa di aiutarli a diversificare ed allargare il portafoglio di possibili destinazioni per i loro prodotti, sostenendo una politica volta ad aprire nuovi mercati di sbocco per le produzioni.

"Sono ancora troppi infatti - ha spiegato il coordinatore del settore ortofrutticolo dell'Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Davide Vernocchi – i problemi che il settore ortofrutticolo si trova ad affrontare per ottenere nuovi sbocchi commerciali. Gli operatori europei – ha continuato Vernocchi - fronteggiano quotidianamente una serie di ostacoli, la maggior parte delle volte creati ad hoc dai Paesi importatori, soprattutto in materia fitosanitaria, che richiedono lunghe ed estenuanti trattative. Emblematico il caso delle susine, che per un mero cavillo burocratico creatosi in Brasile relativo alla traduzione della tipologia di prodotto da importare, attualmente non riusciamo più a commercializzare nel Paese".

Se guardiamo alla sola Italia, il 20% della produzione ortofrutticola viene esportata nei Paesi Extra Ue (744.000 tonnellate nel 2015, su un totale di oltre 3 milioni di volumi esportati). Ciò mentre restano attualmente da discutere e definire una quindicina di accordi bilaterali con altrettanti Paesi extra-Ue.

I rappresentanti delle organizzazioni di Belgio, Francia, Italia, Olanda, Polonia e Spagna hanno discusso durante il workshop, illustrando diverse casistiche, le difficoltà che si incontrano a trovare nuovi mercati ed hanno dimostrato come il sostegno agli operatori, sia da parte dei singoli Stati che da parte delle autorità europee, resti di fondamentale importanza. È necessario che l'UE, come unica entità, riesca a garantire maggiore reciprocità, impegnandosi a superare la logica secondo la quale gli stati membri "import as one, export as 28". Una maggiore conoscenza e trasparenza sulle condizioni di accesso al mercato in diversi Paesi e sui protocolli in corso eviterebbe ingiustificate differenze nelle condizioni di accesso offerte a ciascuno Stato membro per ogni singolo prodotto.

Al termine del confronto, le sigle dei sei Paesi produttori hanno sottoscritto una piattaforma di richieste alla Commissione Ue in cui hanno ribadito quanto sia fondamentale il ruolo politico dell'UE per prevenire ingiustificate forme di protezionismo in fase di negoziazione. A Commissione e Parlamento hanno richiesto di rafforzare l'impegno per rendere più accessibili i mercati lontani (lavorando per ridurre la durata dei negoziati e armonizzando i requisiti fitosanitari) e di intensificare anche una politica di promozione e di marca per aumentare l'export e migliorare la competitività di un intero settore che fa della qualità, della salubrità e della sostenibilità del prodotto elementi irrinunciabili.

Il presidente di Assomela, Ennio Magnani, dopo aver ricordato come per le mele italiane non sia stata aperta alcuna nuova porta dopo l'embargo in Russia, ha sottolineato "l'impegno crescente di Assomela per arrivare nel più breve tempo possibile ad avere condizioni di accesso a nuovi Paesi in forte crescita, con importanti potenzialità per i produttori europei ed italiani".

Il coordinatore del gruppo S&D della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, ha sottolineato come "il Parlamento europeo segua con molta attenzione gli accordi di scambio dell'Ue con i vari Paesi terzi dai quali spera potranno aprirsi nuove opportunità per i produttori europei". Più in generale De Castro, nel suo ruolo di relatore della riforma di metà percorso della Pac, ha auspicato che vengano introdotte novità che rafforzino la competitività del settore ortofrutta.

L'evento ha visto la partecipazione dell'europarlamentare Herbert Dorfmann, di Raimondo Serra, dell'Unità relazioni bilaterali internazionali della DG Agri, di Philippe Appeltans, nuovo presidente del gruppo "Ortofrutticoli" del Copa-Cogeca, di rappresentanti del Ministero delle Politiche Agricole e di quello dello sviluppo economico, nonché di ICE.

20161125-ortofrutta

Essere cittadini del Mondo oggi significa anche possedere una visione globale ed attenta di tutto ciò che ci circonda per valorizzarlo, farlo conoscere a più persone possibile creando una visibilità di ciò che ha fatto parte del nostro passato e della nostra storia.

Di L'Equilibrista

Novellara, 26 Novembre 2016

Sembra che le consuetudini ed i luoghi comuni stiano cedendo il passo al nuovo che avanza ed alla logica di cambiamento che impone nuovi modelli di sviluppo e di conoscenza, che rimane l'unica risorsa fondamentale in una Società moderna che ha tutto a portata di palmo. Per questa ragione vi sono luoghi che hanno deciso di dare valore alla loro storia, facendo leva sulla conoscenza del territorio, valorizzando la riscoperta della cultura e dei prodotti agricoli per presentarli al Mondo come riscoperta ed innovatività imprenditoriale.

Il Comune di Novellara per voce di Milena Saccani Vezzani, assessore alle attività produttive, agricole e delega alle politiche giovanili, ha accettato il mio invito per comprendere meglio in che modo queste realtà si stanno muovendo cercando consensi e creando circuiti virtuosi per le economie locali.
L'assessore spiega che il progetto di sviluppo è ben articolato perchè parte dalla valorizzazione dei prodotti di qualità come l'anguria di Novellara che grazie all'impegno di Regione, Provincia, produttori locali e l'Amministrazione cittadina lungo dieci anni, unendo sia la nuova che la passata, ha portato a Novellara il prestigioso riconoscimento dell'Indicazione Geografica Protetta (IGP). Grazie poi al fortunato premio "Miss Anguria", nel quale avviene un vero e proprio palio con tanto di premiazione per l'anguria migliore a seconda del peso o grado zuccherino, che porta turisti e curiosi a valorizzare una grande produzione locale e di qualità.

Il lungo iter per poter inserire Novellara nel prestigioso circuito delle cittàslow ha portato garanzia di qualità negli attori che vi partecipano e proiettato questo centro nelle più importanti manifestazioni a livello nazionale ed internazionale. Basti pensare alla fortunata partecipazione della città di Novellara al Salone del Gusto di Torino, il Tartufo bianco di San Miniato o le manifestazioni enogastronomiche recenti a Milano e Greve in Chianti dove è stato possibile far conoscere i valori della città reggiana al grande pubblico sia nazionale che internazionale.

Un altro tassello importante del progetto è ad oggi rappresentato da "Novellara Balsamica" che inserito nel contesto cittàslow, porta ad oggi una presenza crescente di aziende da tutta Italia, solo quest'anno ne erano presenti più di una ventina regalando momenti di show-cooking con ospiti prestigiosi e famosi nonché incontri fra produttori e tour operators soprattutto esteri che hanno scelto Novellara per promuovere il territorio. L'aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia, fiore all'occhiello della Provincia Reggiana, grazie al quale è stata istituita anche una Acetaia Comunale visitabile, proprio perchè parliamo di una delle tradizioni millenarie che questo Comune porta con se dai tempi di Matilde di Canossa, proiettando la tradizione e la cultura gastronomica di eccellenza nelle più alte cucine del Mondo internazionale. Agli eventi è stato affiancato anche un "mercato contadino" che dal 2009 ospita una quindicina di operatori provenienti dalla Provincia reggiana e che vuole valorizzare le produzioni locali e di qualità, salvaguardando la cultura e la promozione del territorio italiano. Il mercatino rientra nella filosofia delle cittàslow ed ha avuto come riconoscimento il simbolo della chioccola arancione che valorizza la qualità del mercato interno.

L'amministrazione però non si è limitata alla sola valorizzazione del circuito enogastronomico ma sta creando una vera e propria filosofia che ruoti attorno alle buone abitudini dei cittadini, quindi ha promosso l'iniziativa, tutt'ora apprezzatissima, della "Bici bus" ovvero percorsi casa-scuola protetti per educare i bambini sin dalla più tenera età alla mobilità sostenibile, in sicurezza ed autonomia (con l'aiuto di volontari adulti) e per far crescere la consapevolezza fra i genitori e la Comunità che si può andare a scuola senza auto, divertendosi e promuovendo autonomia ed educazione stradale. La loro consapevolezza aumenta grazie anche al progetto "Cicerone al museo" che li vede protagonisti nel raccontare ai cittadini e turisti, come vere guide turistiche, le sale del museo, le opere presenti all'interno e la storia dei Gonzaga.

Il Comune si sta quindi muovendo molto e cercando di dare valore alle economie emergenti che affondano le loro radici nella cultura e nel saper fare di una volta, coinvolgendo le Comunità ed i Centri di aggregazione per il benessere comune, portando un modello di sviluppo invidiato dalle grandi città e impossibile da riprogettare senza la conoscenza e l'amore per il territorio di origine.

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia
Mercoledì, 23 Novembre 2016 08:55

Verlinvest entra nel capitale della Mutti

Parma – Mutti, leader italiano nella lavorazione del pomodoro con una quota di mercato di circa il 31%, annuncia l'ingresso di Verlinvest, investitore internazionale nel settore del largo consumo, nel capitale dell'azienda con una partecipazione del 24,5%.

L'Azienda negli ultimi anni ha registrato una forte crescita nei mercati internazionali, generando circa il 30% del fatturato all'estero e può vantare oggi una posizione da leader in diversi Paesi, fra cui Francia, Scandinavia e Australia. Mutti investirà nel rafforzamento del team internazionale e della brand awareness, nello sviluppo di nuovi prodotti a base di pomodoro e nell'incremento della capacità produttiva in Italia.

Verlinvest, grazie al suo network globale e alla consolidata esperienza nel settore dei beni al consumo in Europa, USA e Asia, potrà fungere da catalizzatore dell'espansione del brand Mutti. Entrambi i partner si impegneranno per introdurre innovazioni nella categoria fortemente standardizzata delle conserve di pomodoro, facendo leva sui valori chiave di Mutti: qualità, gusto e tradizione italiana.
Con il contributo dell'expertise di Verlinvest, Mutti mira a tutelare e a sviluppare la distintiva cultura legata al territorio di Parma, espandendosi sui mercati internazionali.

"Ammiriamo i successi di Mutti, la sua lunga tradizione e le competenze nel settore dei prodotti a base di pomodoro" - ha commentato Frédéric de Mévius, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Verlinvest. "Siamo davvero entusiasti di collaborare con Francesco Mutti, per trasformare l'Azienda in un leader globale nel settore della lavorazione del pomodoro".

"Il nostro obiettivo a lungo termine è realizzare a livello internazionale ciò che siamo riusciti a costruire con successo in Italia: leadership del brand, riconoscimento della qualità e innovazione. In Verlinvest abbiamo trovato un partner che condivide i nostri valori e la nostra ambizione globale. Insieme, forniremo i migliori pomodori italiani ai consumatori di tutto il mondo". – ha dichiarato Francesco Mutti, Ammistratore Delegato di Mutti SpA.

VERLINVEST
Attiva dal 1995, Verlinvest è una holding di investimento privata con uffici a Bruxelles, New York e Singapore. La società si concentra sulle opportunità di crescita nell'area dei beni al consumo. La mission di Verlinvest è permettere ai leader commerciali di diventare brand globali. Verlinvest si pone come partner a lungo termine con un approccio collaborativo, per supportare gli imprenditori nell'accelerazione della crescita nei canali di distribuzione e nelle aree geografiche.
Attualmente, Verlinvest gestisce globalmente asset per oltre €1,5 miiardi, principalmente nei settori F&B, retail, alberghiero, e-commerce e marketing digitale.

MUTTI SpA
Mutti è il brand leader in Italia nella lavorazione del pomodoro, con una quota di mercato del 31%, realizzando polpa di pomodoro, passata e concentrato. Fondata nel 1889 da Marcellino Mutti, l'azienda è ancora oggi a conduzione familiare sotto la guida di Francesco Mutti. Grazie a lui, l'azienda ha fortemente incrementato il fatturato, passando da 10 a 250 milioni di euro, di cui il 30% è composto dalle vendite internazionali. Il brand Mutti rappresenta valori come: esclusività, qualità e gusto superiori, genuinità, tradizione di lunga data e attenzione ai coltivatori.
(Parma, 18 novembre 2016)

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Una riflessione approfondita sulle Indicazioni Geografiche. Tavola rotonda e presentazione del volume Diritti di proprietà intellettuale per le Indicazioni Geografiche: cosa è in gioco nel TTIP? Opera di professori e ricercatori universitari parmensi. Domani, 23 novembre, alle ore 18 presso la Biblioteca Internazionale Ilaria Alpi in vicolo delle Asse.

Parma, 22 novembre 2016

Diritti di proprietà intellettuale per le Indicazioni Geografiche: cosa è in gioco nel TTIP? Questa è il titolo in italiano di un testo – il titolo originale è in inglese: Intellectual property rights for Geographical Indications: what is at stake in the TTIP? – opera di professori e ricercatori universitari dell'ateneo parmense – Filippo Arfini, Maria Cecilia Mancini, Mario Veneziani e Michele Donati – che verrà presentato domani sera, 23 novembre, alle ore 18, a Parma, presso la Biblioteca Internazionale Ilaria Alpi, in vicolo delle Asse (traversa di borgo Parmigianino) nel corso di una tavola rotonda che vedrà l'apporto di diversi contributi. Infatti alla tavola rotonda parteciperanno Filippo Arfini, professore dell'Università di Parma e capofila degli autori del testo, Vincenzo Carrozzino, del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, e in rappresentanza dei consorzi locali interverranno Simone Calzi (Prosciutto di Parma), Giorgio Bocedi (Parmigiano Reggiano) e Federico De Simoni (Aceto Balsamico di Modena). Moderatore sarà Domenico Dentoni, dell'Università di Wageningen (Olanda).

L'incontro ha il patrocinio della Fondazione Bizzozzero.
 Significativo è che proprio nell'università di Parma nasca una riflessione così approfondita sulle Indicazioni Geografiche. Il volume è infatti la raccolta rielaborata degli atti di un convegno che si è tenuto nel maggio del 2016 che ha visto la partecipazione di studiosi e ricercatori convocati da tutto il mondo per dibattere su una domanda che sta a cuore a gran parte dei produttori delle eccellenze del nostro territorio: quali strumenti giuridici per proteggere sui mercati mondiali al meglio i prodotti di origine e le denominazioni, i marchi e i loghi? E quali le conseguenze per le implicazioni commerciali, per l'identificazione e la protezione della qualità e del consumatore e per lo sviluppo territoriale delle Indicazioni Geografiche?E soprattutto, come inserire l'uso dei vari strumenti legislativi di protezione nella prospettiva degli accordi di partenariato che sono stati realizzati (CETA tra UE e Canada) e soprattutto che erano all'orizzonte (TTIP tra UE e Usa)?

La riflessione appare di grande attualità, non solo per i temi approfonditi ma soprattutto dalle recenti perplessità emerse a livello europeo, sollevate dalla Francia, e dalle affermazioni del futuro presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha affermato di voler aumentare la protezione economica dei prodotti Usa.

(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano)

Il mercato non mostra ancora segni di una tendenza certa e il rafforzamento del Dollaro sull'Euro spinge in alto i prezzi delle merci.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 21 novembre 2016
Venerdì scorso la farina di soya registrava: 350/359 euro partenza sino a dicembre, 354/363 euro da gennaio a dicembre 2017, 353/362 euro sui primi sei mesi del 2018. Molto probabilmente da oggi verranno registrati altri incrementi.

Difficile ipotizzare la farina di soya, resa in azienda, sotto i 350 euro arrivo, più facile immaginare la comparsa del 4 come prima cifra. Comunque è ben difficile fare delle previsioni considerando anche le incertezze delle produzioni sud americane e ai risvolti che potrebbero delinearsi con la nuova presidenza statunitense (dazi e politiche valutarie). Situazione leggermente diversa per i cereali dove molti giochi sono ancora da fare.

In generale, il mercato sarebbe sufficientemente stabile, l'unica variabile sta nel cambio valutario Euro Dollaro.
Tra l'altro, a livello mondiale, sembrerebbero non esserci particolari problemi per semine, raccolti stock, ma anche i consumi tengono e perciò sono ridotti i margini disponibile per operazioni di ribasso.

Nulla di nuovo da segnalare riguardo al mercato domestico. Crusche in aumento, grano in rincaro, mais in tenuta, orzo fermo, cereali minori poco liquidi, proteici in rialzo. Prosegue il periodo di crisi sulla logistica.

Il mercato delle bioenergie è attivo alla ricerca di basi differenti dal mais, ma in crisi nel trovare soluzioni economicamente valide e procrastinabili nel tempo.

Indicatori internazionali 21 novembre 2016


l'Indice dei noli ha subito un nuovo sensibile rialzo sino a 1.1257 punti, il petrolio ruota ancora attorno 46$ e l'indice di cambio segna il rafforzamento del dollaro 1,060270.

 

20161110-USDA-9nov16

 

 

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Domenica, 20 Novembre 2016 11:31

Ismea, flette la spesa alimentare nel 2016

Attenzione alla salute e necessità di risparmio sono i principi, non sempre convergenti, che guidano le scelte alimentari degli italiani.
Roma - Nei primi nove mesi del 2016 gli acquisti di alimentari e bevande si riducono di un punto percentuale, con cali più accentuati per le carni e i lattiero caseari.

Il 2016 si avvia a chiudersi con il segno meno per la spesa che le famiglie destinano all'alimentazione tra le mura domestiche. Il bilancio dei primi nove mesi dell'anno, secondo le rilevazioni Ismea-Nielsen, indica infatti una riduzione degli acquisti di cibo e bevande dell'1% rispetto al 2015, anno che ricordiamo, aveva segnato una leggera ripresa dei consumi dopo i significativi cali registrati negli anni più duri della crisi.
Il carrello della spesa, come spesso succede, fa da cartina tornasole dei fenomeni in atto nella società. Vi si riflettono spinte contrapposte: da una parte la ricerca della qualità, l'attenzione alla salute, all'eticità e alla sostenibilità degli alimenti che si portano in tavola e dall'altra la tendenza al risparmio che si spinge, per le famiglie meno abbienti, fino alla rinuncia degli alimenti di base.

La flessione della spesa rilevata dall'Ismea è frutto di dinamiche eterogenee tra i diversi comparti, tra cui si segnalano cali, anche di una certa intensità, per le carni (-5,6%), i salumi (-5,2%) il latte e derivati (-3,6%) e oli e grassi e vegetali (-1,9%), solo in parte compensati da un incremento degli acquisti di prodotti ittici (+2,6%) e della frutta (+1,7%). Per le altre categorie di prodotto le variazioni in positivo e negativo risultano più contenute: nello specifico +0,1% per i derivati dai cereali, -0,7% per le uova e -0,3% per gli ortaggi.

Mentre gli acquisti di carne stanno registrando una riduzione che assume ormai caratteristiche strutturali i prodotti ittici hanno trovato nell'anno in corso un maggiore spazio nel carrello degli italiani. Alle referenze di quest'aggregato le famiglie hanno dedicato il 7,4% della loro spesa agroalimentare complessiva, (era il 7,2% nel 2015). Si sottolinea, in particolare, il buon apprezzamento per il pesce fresco con un avanzamento della spesa del 4,8% sui primi nove mesi del 2015.

Infine, l'analisi del comparto delle bevande alcoliche e analcoliche, indica una lieve tendenza flessiva (-0,6%) dopo l'aumento del 2015 (+3,2% rispetto al 2014). Nello specifico, flette la spesa per bevande analcoliche (-3,8%), mentre tiene quella per le acque minerali e la birra (+0,4%). Anche in questo caso la diminuzione del consumo di bevande ricche di zuccheri riflette una maggiore consapevolezza circa lo stretto rapporto tra salute e alimentazione. Per i vini, infine, la spesa risulta nel complesso più contenuta rispetto all'analogo periodo dello scorso anno, nonostante l'ottima performance degli spumanti (+10%).

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(Fonte Ismea 16 novembre 2016)

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