Riordino istituzionale. Via libera all'iter per la fusione di sei Comuni: 2 in provincia di Bologna e 4 in provincia di Parma. La Giunta ha approvato altri tre nuovi progetti di legge di aggregazione: Baricella e Malalbergo nel bolognese, Colorno e Torrile nonché Mezzani e Sorbolo nel parmense. Ora il passaggio in Assemblea legislativa per l'indizione del referendum consultivo tra i residenti interessati, che potranno scegliere anche il nome del nuovo Comune unico
Bologna 21 maggio 2018 - La Giunta regionale ha approvato, oggi, tre progetti di legge per la nascita di altrettanti nuovi Comuni al posto di sei attuali in provincia di Bologna e di Parma. I centri coinvolti sono Baricella e Malalbergo nel bolognese, Colorno e Torrile nonché Mezzani e Sorbolo nel parmense.
I progetti di legge regionale saranno ora presentati all'Assemblea legislativa per l'indizione di un referendum consultivo tra i residenti interessati, che potranno scegliere anche il nome del nuovo Comune unico. Dopodiché i progetti di legge torneranno in Aula, e l'Assemblea, tenendo conto degli esiti referendari, voterà la legge di fusione.
La Regione ha accolto le istanze pervenute dai sei Comuni in seguito all'approvazione nei rispettivi consigli comunali. I progetti sono stati presentati dall'assessora regionale al Riordino istituzionale, Emma Petitti.
Le condizioni per i Comuni nati da fusioni
I nuovi Comuni, una volta istituiti, potranno contare su contributi regionali e statali. Oltre a ciò, non saranno applicati vincoli per assunzioni di personale a tempo determinato nel nuovo Comune nato da fusione e questo potrà, al contrario, utilizzare eventuali margini di indebitamento precedentemente consentiti anche a uno solo dei Comuni originari. Infine, nei dieci anni successivi alla sua costituzione, il nuovo Ente unico potrebbe avere priorità nei programmi e nei provvedimenti regionali che prevedessero contributi a favore degli Enti locali.
Le eventuali fusioni sono previste a partire dal 1 gennaio 2019, solo dopo aver tenuto il referendum consultivo nel 2018. Le elezioni degli organi degli eventuali nuovi Comuni potranno avvenire solo nella primavera 2019, mentre gli attuali organi decadranno dal 1 gennaio 2019. Nei primi mesi del 2019 il Comune nascente da fusione dovrebbe essere retto da un Commissario prefettizio.
Sono 10 finora i nuovi Comuni nati da fusioni effettuate dal 2014 a oggi, per un totale di 27 enti soppressi. Sono tre le fusioni per le quali sono stati deliberati i progetti di legge il 26 febbraio scorso (Formignana con Tresigallo e Berra con Ro nella provincia di Ferrara, Castenaso con Granarolo nella Città metropolitana di Bologna).
"La Regione – spiega l'assessora Petitti – come sempre intende mettere a disposizione tutti gli strumenti per cercare di favorire questo percorso di partecipazione, con l'obiettivo di fornire i migliori servizi, cercando di mantenere, ove possibili, costi sostenibili. Alla fine del percorso prevarrà la strada scelta dai cittadini attraverso il referendum democratico".
Baricella e Malalbergo (Bologna)
Nella Città metropolitana di Bologna i Comuni che hanno presentato istanza congiunta per la fusione (il 9 aprile scorso) sono Baricella e Malalbergo, che hanno deliberato il progetto di fusione nei rispettivi Consigli comunali nell'aprile scorso.
Entrambi i Comuni appartengono all'Unione dei Comuni Terre di Pianura, costituita il 28 gennaio 2010 a seguito della trasformazione dell'omonima ex Associazione intercomunale, alla quale aderiscono anche i municipi di Budrio, Castenaso, Granarolo dell'Emilia e Minerbio.
Il Comune di Baricella al 1 gennaio 2017 registrava 7.011 abitanti in una superficie di 45,48 chilometri quadrati. Malalbergo, 8.982 abitanti in 53,82 chilometri quadrati.
Per quanto riguarda i contributi finanziari, regionali e statali, di cui questa eventuale fusione potrà godere constano di 151.671 euro per ogni anno per 10 anni (per un totale di 1.516.710 euro, a carico della Regione). A questa cifra si aggiungeranno 15.995.990 euro dallo Stato per un totale di 17.512.700 euro.
Colorno e Torrile (Parma)
Nel parmense la fusione riguarda Colorno e Torrile ed è stata presentata il 6 aprile di quest'anno. Colorno all'1 gennaio 2017 aveva 9.006 abitanti su 48,41 chilometri quadrati di superficie, mentre Torrile 7.777 abitanti su 37,15 chilometri quadrati. Nell'arco di dieci anni i contributi finanziari in caso di fusione ammontano a 15.451.660 euro (1.517.050 dalla Regione e 13.934.610 dallo Stato).
Mezzani e Sorbolo (Parma)
Sempre in provincia di Parma si va verso la fusione di Mezzani e Sorbolo, la cui richiesta è stata avanzata il 30 marzo 2018. Al 31 gennaio 2017 Mezzani aveva 3.259 abitanti su 28,70 chilometri quadrati di superficie, mentre Sorbolo conta 9.507 residenti su 39,53 chilometri quadrati. I contributi finanziari di cui questa eventuale fusione potrà godere sono pari a 17.161.640 euro in dieci anni (15.995.100 dallo Stato e 1.166.540 euro dalla Regione).
Il consigliere della Lega Nord, dopo i frequenti episodi di malfunzionamento, chiede alla Giunta di verificare se l'azienda di trasporti abbia intenzione di rinnovare il suo parco mezzi.
Gli episodi di malfunzionamento e di incendio degli autobus di Seta, soprattutto in provincia di Modena, nel mirino della Lega Nord. Il consigliere regionale Stefano Bargi, con un'interrogazione, chiede alla Giunta di verificare quale sia lo stato di manutenzione dei pullman dell'azienda di trasporto pubblico locale e se ci sia l'intenzione di rinnovare il parco mezzi, viste le esigenze di sicurezza.
"Episodi di questo tipo si stanno verificando sempre più frequentemente- ha sottolineato l'esponente del Carroccio- ed essendo il fenomeno quasi sistematico, solo per puro caso e grazie alla prontezza degli autisti si è finora evitato il morto. Nonostante gli annunci di Seta sul rinnovo dei mezzi, appare evidente come sia urgente un ricambio strutturale degli autobus del trasporto pubblico".
Secondo il consigliere Ln solo due infatti sarebbero le cause di incendio degli autobus: l'obsolescenza dei mezzi e la mancata, o pessima, manutenzione. Con l'elezione del nuovo presidente di Seta alle porte, Bargi chiede informazioni certe sulla manutenzione dei mezzi di Seta e su quanto l'azienda spenda per effettuarla; "se le previsioni del Piano industriale 2016-2018 di Seta, che prevedevano l'acquisto di 128 nuovi mezzi, siano state rispettate" e se nel prossimo piano "siano previsti investimenti per il rinnovo completo del parco mezzi". (Giulia Paltrinieri)
Fonte: Regione ER
Domande per il contributo auto ibride: richieste solo online. I fondi accreditati direttamente ai cittadini emiliano-romagnoli che acquistano veicoli a basso impatto ambientale e a ridotto consumo energetico.
Bologna – Parte oggi, giovedì 3 maggio, la registrazione delle domande per ottenere il contributo riservato a chi decide di acquistare un'auto ad alimentazione ibrida, a basso impatto ambientale e a ridotto consumo energetico.
Si tratta di un contributo annuo fino a un massimo di 191 euro, per 3 anni, pari al valore del bollo di un'auto di media cilindrata.
Fino alle ore 12 del 31 dicembre 2018, sarà possibile registrarsi nella piattaforma online, che sarà resa disponibile a questa pagina.
Per accedere al sistema bisogna registrarsi o con Federa (informazioni per richiedere le credenziali al link http://federazione.lepida.it/registrati), o con Spid- Sistema pubblico di identità digitale (informazioni per richiedere accesso al link: https://www.spid.gov.it/ ) o con Smartcard.
"E' un'altra tappa che segna il nostro impegno per tagliare le emissioni, per la tutela dell'ambiente e per la salute- affermano gli assessori regionali Paola Gazzolo (Ambiente) e Raffaele Donini (Trasporti)-. Abbiamo scelto di premiare i cittadini che acquistano veicoli a basso impatto ambientale e a ridotto consumo energetico come ulteriore segnale di consapevolezza: solo collaborando e adottando stili di vita più attenti possiamo tutti insieme dare una mano per ridurre l'inquinamento e migliorare le condizioni dell'aria che respiriamo".
Come ottenere il contributo: per il 2018 domande online da maggio. Da luglio si recupera anche il 2017
Non si tratta di una esenzione del bollo auto ma di un contributo equivalente: quindi gli intestatari dell'auto, che riceveranno il contributo, pagheranno comunque il bollo auto. Chi vorrà accedere a questo beneficio si dovrà registrare sul portale regionale, inserendo i dati anagrafici, quelli dell'auto e le coordinate bancarie sulle quale ricevere l'importo dovuto: ogni anno la Regione provvederà in automatico all'accredito.
Sulla pagina web dedicata al bando sarà disponibile la graduatoria aggiornata dei contributi concessi.
Per quanto riguarda gli oltre 7 mila automobilisti emiliano-romagnoli che hanno comprato l'automobile lo scorso anno, occorre invece attendere luglio, quando la Giunta metterà a disposizione le risorse necessarie con la manovra di assestamento del bilancio regionale.
I veicoli ibridi in Emilia-Romagna
Le automobili ibride sono sempre più diffuse in Emilia-Romagna: dai 2.776 veicoli ibridi immatricolati nel 2015 in regione si è passati ai 4.369 (+57%) del 2016 e ai 7.056 del 2017 (+61% rispetto all'anno precedente).
Gli incentivi per le auto elettriche
Gli incentivi per le auto ibride si affiancano a quelli già previsti dalla legislazione nazionale per l'acquisto delle automobili elettriche, esentate dal pagamento del bollo per 5 anni. La Regione ha investito 2,4 milioni per l'acquisto di 103 veicoli elettrici per la pubblica amministrazione e sta stringendo accordi con i Comuni sulle regole di accesso ai centri storici e i parcheggi gratuiti per le auto elettriche. Sono 150 le colonnine interoperabili installate e ulteriori 30 sono in corso di installazione.
Regione ER
La lezione di pace degli studenti dell'Emilia-Romagna: mille 'Gru' in volo verso il Giappone. A Marzabotto l'incontro fra il presidente Bonaccini e il sindaco di Nagasaki: "Costruito un ponte di fratellanza e solidarietà in ricordo di ciò che è stato e non deve essere mai più".
Bologna – Mille origami a forma di gru realizzati dai bambini emiliano-romagnoli prenderanno il volo verso il Giappone per portare un messaggio di pace e solidarietà. È il progetto 'Gru della pace' promosso dalla Regione Emilia-Romagna attraverso la rete di 38 Centri di educazione alla sostenibilità ambientale (Ceas) che ha coinvolto 65 classi delle scuole primarie delle province di Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ravenna.
Oltre mille alunni, dall'inizio di marzo, sono stati impegnati in veri e propri laboratori artistici dove hanno imparato l'antica arte di piegare la carta per dare vita a nuovi oggetti.
La consegna degli origami a forma di gru realizzati dai bambini di Marzabotto (Bo), luogo dove si consumò la terribile strage compiuta dai nazifascisti nell'autunno del 1944, con l'uccisione di 770 persone, è avvenuta oggi alla Casa della Memoria nel corso di un incontro tra il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e il sindaco di Nagasaki, Tomihisa Taue, con una rappresentanza del Consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi della città, alla presenza dell'assessore regionale all'Ambiente, Paola Gazzolo, e del sindaco di Marzabotto, Romano Franchi.
"Continuiamo a coltivare semi di pace in tutto il mondo- sottolinea Taue-. Oggi abbiamo costruito una rete forte tra Emilia-Romagna e Nagasaki ed è così che dobbiamo fare con tutti gli altri Paesi nel mondo".
"Un simbolo di pace, solidarietà e fratellanza tra i popoli- afferma Bonaccini- costruisce oggi un ponte ideale tra Emilia-Romagna e Giappone. Grazie a questo progetto che abbiamo voluto sostenere, ribadiamo ancora una volta quelli che sono concetti chiave del nostro essere comunità: andare oltre i confini, i muri, le lingue parlate. Marzabotto, tragico simbolo della furia nazifascista, e Nagasaki, che insieme a Hiroshima furono teatro dell'apocalittica devastazione dovuta all'uso della bomba atomica, folle prodotto dell'uomo, sono oggi unite nel ricordo di ciò che è stato e non deve essere mai più. Queste mille gru di buon augurio realizzate dai ragazzi dell'Emilia-Romagna sono un messaggio di speranza e insieme un monito verso noi adulti, chi vive le Istituzioni e guida le nazioni affinché si sia custodi di pace e solidarietà, ruolo che i territori e i governi locali vogliono continuare a giocare in prima persona. E il prossimo anno- conclude il presidente della Regione-, proprio per mantenere forte questo legame tra Emilia-Romagna e Giappone, saremo a Nagasaki a testimoniare il nostro impegno costante per la pace".
"L'impegno per la pace dell'Emilia-Romagna, è scritto a chiare lettere già nello Statuto della Regione che lo pone tra i fini più alti a cui è tesa la sua intera attività- ribadisce Gazzolo-. Lavorare per la pace significa anche lavorare per la sostenibilità ambientale: per questo abbiamo inserito il progetto "Gru della pace" nel Programma regionale di informazione ed educazione alla sostenibilità, ponendo al centro le nuove generazioni perché è da loro che bisogna partire per costruire un futuro migliore".
Prima di Marzabotto la delegazione giapponese guidata da Taue, è stata nel piacentino per due giorni di scambi con il mondo del volontariato, con i rappresentanti delle istituzioni locali e con i cittadini.
La storia di Sadako
Il progetto portato in Emilia-Romagna dal fotografo piacentino Massimo Bersani e inserito poi dalla Regione nel proprio Piano di informazione ed educazione alla sostenibilità, trae spunto dalla storia di Sadako Sasaki, una bambina morta nel 1955 a dodici anni a causa degli effetti delle radiazioni della bomba sganciata su Hiroshima. In Giappone si dice che chiunque ripieghi mille gru di carta vedrà il proprio desiderio realizzato (una leggenda giapponese narra che le gru vivono mille anni). Sadako, conoscendo la gravità della sua malattia, nelle lunghe giornate trascorse in ospedale si dedicava appunto a costruire origami a forma di gru con le scatole di medicine. Purtroppo il suo desiderio non si realizzò, ma da quel giorno migliaia e migliaia di gru di carta prendono forma in tutto il mondo grazie all'iniziativa di Ayako Aikawa, una maestra elementare di Nagasaki che, venuta a conoscenza della triste vicenda di Sadako, ha deciso di farla conoscere al mondo come monito perenne contro tutte le guerre./BB
Fonte: Regione ER
Taglio del nastro per la mostra "E' successo quel '68. Appunti fotografici" con Nadalini, Castellucci, Garibaldo e Gambetta
La Presidente Saliera: "Si lottò per i diritti delle persone, quegli stessi diritti da troppi anni dimenticati nel nome dei bilanci dell'economia"
Il sindacato, l'Università, la politica. A 50 anni di distanza "quelli che fecero il '68" si sono ritrovati nei locali dell'Assemblea legislativa regionale dell'Emilia-Romagna per l'inaugurazione di "E' successo quel '68. Appunti fotografici", mostra fotografica che ripercorre "l'anno che cambiò il mondo".
Francesco Garibaldo, una vita ai vertici della Cgil, Federico Castellucci, uomo delle Istituzioni e del Pci, Guido Gambetta, politologo e docenti di vaglia. Sono stati loro, con i loro ricordi di testimoni oculari del tempo, ad accompagnare la Presidente del Parlamento di viale Aldo Moro Simonetta Saliera nel taglio del nastro attraverso le foto di Luciano Nadalini e di altri famosi fotografi bolognesi che ricordano gli anni delle lotte studentesche e operaie, del primo Guccini e dei grandi concerti sotto le Due Torri.
"Nel '68 si lottò per i diritti delle persone: da troppi anni, invece, ci si è dimenticati di quei diritti e di quelle persone in nome del primato dei numeri dei bilanci e dell'economia", spiega Saliera nel sottolinea come "a Bologna il '68 coincise temporalmente con l'inverarsi delle grandi progettazioni dell'era del sindaco Guido Fanti: dalla tangenziale costruita in soli 3 anni al primo asilo nido voluto dall'assessore Adriana Lodi".
A ricordare lo snodo politico dell'anno cruciale è stato Garibaldo: "La mostra promossa dall'Assemblea legislativa ha il merito di toccare gli aspetti fondamenti della lotta studentesca e operai: furono anni – sottolinea il sindacalista – di lotte per proposte di miglioramento della vita delle persone che trovarono risposta positiva dalle amministrazioni pubbliche regionali e comunali. Battaglie che gli operai condussero nonostante che lo Stato avesse scelto l'arma della repressione autoritaria: quando scioperavamo venivamo picchiati e arrestati. Furono anni di speranza, un momento solare che purtroppo oggi non c'è più."
A raccontare un'epoca in cui i fermenti sociali trovavano risposta o quanto meno ascolto dalla politica e dai partiti è stato il compito di Federico Castellucci, una vita tra Pci, Comune di Bologna e Regione: "All'epoca ero responsabile politiche per il lavoro del Partito Comunista Italiano: demmo idee e contributi a quell'impegno sociale e civile che veniva da studenti e operai. Mai come in questo momento storico l'Assemblea regionale ha fatto bene – ha sottolineato Castellucci – a promuovere questa mostra perché motivo di riflessione politica, quella riflessione di cui abbiamo bisogno". "Si posero le basi degli anni successivi e delle grandi riforme come il Sistema Sanitario e lo Statuto dei lavoratori", fa eco Aldo Bacchiocchi, che visse quegli anni dall'osservatorio privilegiato di via Barberia, sede della federazione bolognese del più grande Partito Comunista dell'Occidente.
Occhio rivolto al contesto internazionale nelle parole del professor Gambetta, che ha ricordato come "nel '68 in tutto il mondo ci furono movimenti per i diritti e la pace, fu un anno indimenticabile".
Ricordi, impegni. Passione, nostalgia. Un mix che, come ricordano tutti gli intervenuti, non valgono solo per i libri di storia, ma anche per il nostro presente.
La mostra "E' successo quel '68. Appunti fotografici" è visitabile nei locali dell'Assemblea legislativa regionale dell'Emilia-Romagna in viale Aldo Moro, 50 tutti i giorni nei giorni feriali dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19.
Emilia-Romagna e Veneto uniti in difesa dello zucchero italiano. "Una battaglia d'interesse nazionale per salvare i prodotti made in Italy"
Gli assessori regionali Caselli (Emilia-Romagna) e Pan (Veneto) a Vinitaly lanciano un appello chiedendo solidarietà alle altre regioni italiane nel corso della seduta straordinaria della Commissione politiche agricole.
Bologna 17/4/2018– Una richiesta di solidarietà alle altre Regioni italiane per salvare la barbabietola da zucchero e la produzione dello zucchero italiano.
E' l'appello lanciato dagli assessori regionali all'Agricoltura dell'Emilia-Romagna, Simona Caselli, e del Veneto, Giuseppe Pan - le due regioni dove hanno sede gli ultimi due stabilimenti di produzione dello zucchero – nel corso seduta della Cpa (Commissione politiche agricole) che si è tenuta oggi in via straordinaria al Vinitaly.
Gli assessori hanno portato sul tavolo delle trattative una richiesta di solidarietà agli altri omologhi colleghi italiani affinché il Ministero delle Politiche agricole si attivi si attivi a tutti i livelli possibili, per salvare la produzione dello zucchero che vede gli ultimi due stabilimenti a Minerbio nel bolognese e a Pontelongo nel padovano, stabilimenti che a causa della crisi del comparto, causata alle azioni di dumping realizzate da alcuni Paesi europei, rischiano la chiusura con evidenti danni per il lavoratori coinvolti.
Caselli e Pan hanno ricordato ai colleghi delle altre regioni, che dietro allo zucchero italiano si reggono un sacco di altri prodotti Made in Italy, ad esempio i prodotti dolciari delle varie regioni che se non usassero lo zucchero nazionale, appunto, rischierebbero di non poter etichettare il prodotto come italiano.
"Vi chiediamo di aiutarci perché questa dello zucchero non è una battaglia esclusivamente regionale che si combatte contro le pratiche sleali a livello europeo, ma è una battaglia d'interesse nazionale per salvare i prodotti Made in Italy che vedono lo zucchero tra i loro ingredienti. Vi chiediamo di aiutarci a vincerla", hanno dichiarato Caselli e Pan.
(Foto - stabilimento Eridania di San Quirico (PR))
Agroalimentare. A Vinitaly presentato un progetto dell'Università di Modena e Reggio per migliorare i processi di filiera. E ieri inaugurazione con delegazione di Hema e Jd.com: sei imprese emiliano-romagnole presentano la loro migliore produzione ai buyer cinesi. Assegnato il Premio Angelo Betti alla Fattoria Monticino Rosso, l'assessore Caselli: "Riconosciuto il lavoro di recupero e valorizzazione dell'Albana insieme all'attenzione all'ambiente".
Bologna – Si chiama Sostinnovi ed è il progetto dell'Università di Modena e Reggio che è stato presentato oggi nel corso di un convegno alla 52^ edizione di Vinitaly, cui hanno partecipato l'assessore regionale all'Agricoltura, Simona Caselli, il presidente di Enoteca regionale, Pierluigi Sciolette e rappresentanti delle Università di Modena e Reggio, di Parma e del Crpv, il Centro ricerche produzioni vegetali di Cesena. Finanziato con fondi Por Fesr, il progetto è pensato per migliorare i processi di filiera e i risultati possono essere applicati dalle aziende tramite sistemi di telerilevamento per stimare la produttività. Il tutto nell'ottica dell'economia circolare per utilizzare scarti di produzione per stabilizzanti e nuovi materiali per bioplastiche e materiali ceramici.
La giornata inaugurale del salone del vino di Verona, ha visto sei imprese dell'Emilia-Romagna - Cantina S. Croce di Carpi e Cantina sociale Formigine Pedemontana (Mo), Tenuta Mara di San Clemente (Rn), Cantina Campana di Piacenza, Podere Batatta di Girolamo Satta di Bertinoro (Fc) e Cantina Barbaterre di Quattro Castella (Re) - far conoscere la loro migliore produzione ai buyer cinesi di Hema, il colosso nelle vendite alla grande distribuzione collegato al gruppo Alibaba, e di Jd.com azienda specializzata nella vendita online. L'incontro presso lo stand regionale, è servito anche per approfondire la conoscenza delle aziende e dei loro prodotti anche in vista di possibili futuri accordi commerciali ed è stato possibile grazie all'adesione delle imprese alla manifestazione d'interesse promossa dall'assessorato regionale all'Agricoltura.
Un'occasione che ha rinforzato la collaborazione tra Emilia-Romagna e Cina sancita anche dall'incontro tra l'assessore Simona Caselli e il console economico commerciale a Milano della Repubblica popolare cinese, Li Shaofeng, e che proseguirà alla prossima edizione di Cibus Parma (7-10 maggio 2018).
Uno scambio che parte dalla missione istituzionale in Cina, guidata dal presidente della Giunta regionale, Stefano Bonaccini, del novembre scorso in occasione della Settimana della cucina italiana nel mondo e che si è consolidata a marzo con il tour di quattro giorni della delegazione cinese dell'e-commerce Alibaba.
Una giornata inaugurale, quella di ieri, che ha visto anche la premiazione dei benemeriti Vinitaly 2018 "Premio Angelo Betti" con la Fattoria Monticino Rosso di Luciano e Gianni Zeoli che ha ricevuto il riconoscimento per l'Emilia-Romagna.
L'azienda imolese, nata nel 1965, si sviluppa ora su 37 ettari di cui 20 vitati e si distingue per la costante attenzione all'alta qualità del prodotto.
Premiando Luciano Zeoli l'assessore Caselli ha ricordato "il lavoro svolto per il recupero, la selezione e la valorizzazione del vitigno Albana, proponendo tecniche di coltivazione e ancor più di vinificazione che hanno potuto esaltare le caratteristiche proprie dell'uva autoctona romagnola. Altro elemento che ha portato alla scelta della Fattoria Monticino Rosso- ha chiuso l'assessore- è l'attenzione alla sostenibilità ambientale e al contrasto al consumo di suolo in un territorio come quello della collina romagnola particolarmente sensibile. La nuova cantina 'interrata' e il recupero degli edifici aziendali, hanno mantenuto al paesaggio le caratteristiche di altissimo valore storico e ambientale che lo caratterizzano".
Nello spazio eventi del rinnovato padiglione coordinato da Enoteca Regionale Emilia-Romagna è stato presentato il nuovo programma di comunicazione e del progetto 'Turismo del vino' per facilitare il contatto tra il sempre maggior numero di 'winelover' e i produttori che vendono direttamente in azienda. Da oggi, nel sito dell'Enoteca regionale (dal tasto eventi) si può effettuare un tour virtuale del territorio regionale.
Infine, in serata, il fuori salone nella Piazza San Zeno di Verona con la doppia esibizione dell'Orchestra di Mirco Casadei e i Modena City Ramblers./BB
Fonte: Regione ER
Vinitaly - Dal 15 al 18 aprile a Verona: 200 le cantine e i consorzi ospiti del padiglione di Enoteca regionale, oltre 500 etichette in degustazione. Emilia-Romagna al top per crescita dell'export: +11,8% nel 2017.
Bologna, 4 aprile 2018
Oltre 500 etichette in degustazione, 200 cantine ospiti tra singole aziende e consorzi di produttori, 7 banchi di assaggio, 20 sommelier per dare consigli e suggerimenti agli avventori, 1 ristorante con menu legato al territorio per il miglior abbinamento cibo/vino.
E poi un fitto calendario di appuntamenti, tra convegni, incontri di lavoro e presentazioni varie, con l'obiettivo di promuovere il patrimonio vitivinicolo regionale, assieme alla cultura e alle tradizioni legate al territorio.
Il tutto all'interno del padiglione 1 di 4.000 metri quadrati, con allestimenti e veste grafica completamente rinnovati all'insegna della rigenerazione, anzi della 'REgeneration', come recita lo slogan coniato per l'occasione. Motto che accompagnerà per tutto l'anno le iniziative promozionali di Enoteca regionale Emilia-Romagna in giro per il mondo.
Anche quest'anno il meglio dell'enologia emiliano-romagnola sarà protagonista al 52^ Vinitaly, uno dei più importanti saloni internazionali di settore, in programma a Verona dal 15 al 18 aprile prossimi. Le cantine presenti, le novità e gli eventi che animeranno lo spazio espositivo gestito dall'ente che ha il compito di valorizzare i vini regionali sono stati presentati in una conferenza stampa a Bologna, con la partecipazione dell'assessore regionale all'Agricoltura, Simona Caselli, del presidente e del direttore di Enoteca regionale, rispettivamente Pierluigi Sciolette e Ambrogio Manzi e del presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Alberto Zambianchi.
"I nostri vini– sottolinea l'assessore Caselli- sono sempre più apprezzati sia in Italia, che all'estero, grazie all'impegno e alla professionalità degli imprenditori. Siamo fortemente impegnati per migliorare l'immagine presso i consumatori delle nostre produzioni, che hanno ben poco da invidiare sotto il profilo qualitativo alle più blasonate etichette nazionali. Stiamo accelerando sulla promozione, con particolare attenzione ai mercati emergenti del sud asiatico, in testa Cina e Giappone, senza dimenticare Russia, Canada e Usa, che resta il principale mercato di sbocco per il made in Italy. Anche quest'anno- prosegue l'assessore- metteremo a disposizione delle imprese circa 25,7 milioni di euro dell'Ocm vino sotto forma di contributi alle imprese per investimenti, azioni promozionali all'estero, riconversione e ristrutturazione dei vigneti, più 600.000 euro di finanziamenti regionali. Altri 2,6 milioni del Psr 2014-2020 sono stati poi destinati ai Goi, partnership tra aziende agricole e enti di ricerca per dare una spinta ai progetti di innovazione, in particolare in tema di salvaguardia della biodiversità, tecniche di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici e sostenibilità delle produzioni".
"L'Emilia-Romagna è la seconda regione in Italia per valore dell'export agroalimentare. Per quanto riguarda in particolare il settore vinicolo la nostra regione è al top per performance nei primi nove mesi del 2017, in cui le vendite sono cresciute dell'11,8% rispetto all'anno precedente- sottolinea Zambianchi-. Cina, Russia e Stati Uniti sono tra le aree extraeuropee più interessanti e di prospettiva per le nostre etichette. Un'ulteriore conferma di come stia cambiando la geografia dei consumi del vino, orientata sempre di più oltre i confini europei, arriva dalla recente ricerca Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, che ribadisce come il vero elemento in grado di fare la differenza sui mercati sarà sempre di più la qualità rispetto al prezzo. Proprio per questo- conclude il presidente di Unioncamere ER- è necessario agire 'come sistema' e, in questo senso, 'Deliziando', il progetto di promozione all'estero dei prodotti enogastronomici avviato da anni dall'assessorato regionale all'Agricoltura e dalle Camere di Commercio, attraverso la loro Unione regionale, è un modello di collaborazione per lo sviluppo di un agroalimentare sostenibile, competitivo e internazionalizzato, in cui la qualità è la carta vincente".
'REgeneration', filo conduttore della presenza di Enoteca regionale alla rassegna scaligera, rimanda a un'idea di rinnovamento e trasformazione legata all'ambiente e trae spunto da una serie di importanti iniziative all'insegna della sostenibilità della vitivinicoltura.
"In collaborazione con le principali università regionali- rimarca Sciolette- da oltre un anno abbiamo avviato un progetto per la messa a punto di tecniche colturali idonee per la salvaguardia dei nostri vitigni autoctoni, anche a fronte dei mutamenti climatici. L'obiettivo è arrivare alla certificazione di sostenibilità sociale, economica e ambientalenon di un singolo prodotto o di una singola azienda, bensì di un intero territorio. Sarebbe una novità assoluta per l'Italia, da spendere anche in termini di marketing".
Altro importante tema sul quale Enoteca regionale Emilia-Romagna punta è la promozione turistica della regione, unendo la valorizzazione del patrimonio territoriale a quello gastronomico ed enologico. Le aziende vitivinicole emiliano-romagnole, negli ultimi anni, hanno fatto grandi investimenti e sono in grado di accogliere i tanti turisti che arrivano nella nostra regione con numeri sempre in crescita nell'ultimo quinquennio. Enoteca ha avviato un progetto, in collaborazione con tutti gli enti e le associazioni territoriali, per creare dei percorsi che conducano i turisti/visitatori direttamente nelle aziende.
"Sono già molte- aggiunge il direttore Manzi- le aziende viticole in grado di accogliere i turisti che arrivano in Emilia-Romagna, provenienti soprattutto dall'estero, alla ricerca di un 'buon' stile di vita. Stiamo studiando percorsi ad hoc che abbracciano l'intera regione per cogliere questa interessante opportunità legata alla crescente domanda di turismo cultural-enogastronomico".
A Vinitaly lunedì 16 aprile ci sarà un appuntamento proprio per parlare di questa iniziativa in collaborazione con Regione, Movimento del turismo del vino. Unioncamere Emilia-Romagna e Apt Servizi Er.
Un itinerario tra profumi e sapori: export +11,8% per 230 milioni di euro. In Emilia-Romagna la crescita più alta d'Italia.
Un itinerario alla scoperta dei profumi e dei sapori del "vigneto Emilia-Romagna" che viene a cadere in un momento particolarmente favorevole per la viticoltura regionale. A confortare sono soprattutto le statistiche sull'andamento dell'export, che nei primi nove mesi del 2017 (gennaio-settembre, ultimo aggiornamento disponibile, fonte Unioncamere ER), mettono in evidenza un incremento delle vendite oltreconfine di +11,8% in valore sullo stesso periodo dell'anno precedente, per un importo di oltre 230 milioni di euro.
Una performance migliore del corrispondente trend nazionale, ancorato a un pur brillante +6,6%, che colloca l'Emilia-Romagna sul gradino più alto del podio per crescita tra le cinque regioni che esportano di più, davanti al Veneto e prima anche di Piemonte, Toscana e Trentino-Alto Adige.
Gli appuntamenti tra gare, premi e musica fuori salone
Venendo agli aspetti più conviviali del programma di appuntamenti organizzati da Enoteca regionale, domenica 15 aprile saranno svelate le squadre che partecipano a "Emilia-Romagna a tutto campo", innovativo format ispirato alla metafora del calcio lanciato in collaborazione con il noto comunicatore e pluristellato sommelier, il romagnolo Luca Gardini: 11 professionisti degustatori di vino, giornalisti, comunicatori italiani e stranieri hanno selezionato ciascuno 11 vini monovarietali, andando così a comporre le squadre dei vini regionali.
Tra gli altri appuntamenti in calendario la cerimonia di consegna del titolo di 'Ambasciatore dei vini dell'Emilia-Romagna', per premiare giornalisti e opinion leader che per la loro storia e attraverso il loro lavoro si sono contraddistinti per la valorizzazione dei vini regionali. Sarà premiato dagli organizzatori di Vinitaly come 'benemerito della viticoltura emiliano-romagnola' pure Luciano Zeoli, titolare dell'azienda Monticino Rosso di Imola e produttore di una delle migliori espressioni di Albana, il più prestigioso 'bianco' autoctono di Romagna.
Il padiglione dell'Enoteca ospiterà inoltre un'iniziativa organizzata dall'associazione nazionale 'Le Donne del vino', capitanate dalla delegata regionale Antonietta Mazzeo. Infine, nell'ambito di 'Vinitaly and the city', il fuori salone che coinvolge le vie e le piazze più suggestive della città scaligera, Enoteca regionale gestirà per quattro serate piazza San Zeno, dove si esibiranno, tra gli altri, l'orchestra Casadei e i Modena City Ramblers.
Infine, nel padiglione 1 sarà possibile avere informazioni per scaricare la app 'Via Emilia Wine&Food', la prima 'dispensa' tascabile dell'Emilia-Romagna in italiano e inglese (gratis sui market Ios e Google Play): un vademecum a portata di smartphone e tablet che, con un click, porta alla scoperta delle 21 denominazioni enologiche regionali con oltre 300 cantine e mille etichette. Promossa a Vinitaly dall'assessorato Agricoltura con Ais (Associazione italiana sommelier Emilia-Romagna), regalerà una bottiglia di vino offerta dall'Enoteca regionale ai tre fortunati che saranno sorteggiati tra chi scaricherà l'applicazione.
Il settore in cifre: 51.700 ettari di vigneti. Lambrusco il vino più acquistato nel 2017, oltre 47 milioni di euro
Il vino è uno dei settori di punta dell'agricoltura dell'Emilia-Romagna, con una produzione lorda vendibile (plv) 2016 di 315 milioni di euro, il7,3% sul totale di oltre 4,3 miliardi).
I vigneti si estendono in regione su circa 51.700 ettari. Ravenna è la provincia con la più ampia superfice coltivata (29,9%), seguita da Modena (15,5%), Reggio Emilia (15,4%), Forlì-Cesena (11,6%), Bologna (11,4%), Piacenza (10,2%), Rimini (3,7%), Parma (1,1%) e Ferrara (1%).
I cinque vitigni più diffusi sono Trebbiano (29,1% delle superfici), Sangiovese (13,2%), Lambrusco Salamino (9,8%), Ancelotta (8%) e Lambrusco Grasparossa (circa 4%).
Tra i primati che vanta la vitivinicoltura dell'Emilia-Romagna spicca la riconferma del Lambrusco come vino più acquistato nel 2017 nei supermercati e discount italiani, il principale canale distributivo. Le vendite, ha certificato un'indagine Iri per Vinitaly, hanno superato i 13,1 milioni di ettolitri in bottiglie da 0,75 litri (0,1%), per un valore di oltre 47 milioni di euro (+2,9%).
Da segnalare tra le etichette regionali in ascesa l'ottima performance dell'Ortrugo, il bianco autoctono del piacentino in fase di grande rilancio che l'anno scorso si è piazzato al terzo posto per incremento delle vendite (+18,8%), alle spalle di Grillo (Sicilia) e Primitivo (Puglia). /G.Ma.
Regione ER
Ieri riunione in viale Aldo Moro a Bologna sulla vertenza che coinvolge l'azienda ferrarese specializzata nel riciclo degli scarti di Pvc. Prossimo incontro il 3 maggio
Bologna – Un mese di tempo per consentire alla proprietà della Vinyloop di Ferrara di formulare una proposta di riconversione, passando anche dalla ricerca industriale, in grado di assicurare la continuità produttiva dello stabilimento, rimanendo sul mercato con un prodotto, per riciclato, competitivo e rispettoso delle normative europee.
È questo quanto emerso dal tavolo di salvaguardia occupazionale, tenutosi ieri pomeriggio in Regione a Bologna, per la Vinyloop, azienda con 19 lavoratori (partecipata al 60% dal gruppo inglese Ineos e al 40% dal gruppo francese Ferrari) insediata nell'area industriale ex Solvay di via Marconi a Ferrara, specializzata nel riciclo degli scarti di Pvc.
All'incontro, convocato dall'assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi, sono interventi i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil, l'azienda assistita da Confindustria e l'assessore alle Attività produttive (petrolchimico) del Comune di Ferrara, Caterina Ferri.
La Regione, a fronte di una proposta che punti alla riconversione del sito produttivo, metterà a disposizione gli strumenti necessari per il rilancio, mentre nel frattempo ha chiesto l'impegno alla proprietà di non prendere decisioni unilaterali sul futuro di azienda e lavoratori. Il prossimo incontro è stato fissato per venerdì 3 maggio
Tredici operatrici sociosanitarie indagate per maltrattamenti nei confronti degli ospiti, alcuni ultraottantenni, di una struttura comunale per anziani di Correggio. Raffaella Sensoli e Giulia Gibertoni, con un'interrogazione, chiedono alla Giunta Regionale di incentivare i sopralluoghi, per tutelare gli ospiti ma anche i lavoratori che svolgono bene il proprio lavoro.
3 aprile 2018
Maggior controllo delle strutture accreditate dedicate all'assistenza degli anziani per tutelare gli ospiti ma anche i lavoratori che svolgono con abnegazione e spirito di servizio il proprio lavoro. Lo chiedono Raffaella Sensoli e Giulia Gibertoni, consigliere regionali del Movimento 5 stelle, dopo le accuse mosse nei confronti di 13 operatrici sociosanitarie indagate per maltrattamenti nei confronti degli ospiti, alcuni ultraottantenni, di una struttura comunale per anziani di Correggio convenzionata con il Servizio sanitario nazionale e accreditata a una cooperativa della città emiliana.
"L'azienda Usl di Reggio Emilia- scrivono nell'atto i pentastellati- dovrebbe essere costantemente impegnata per prevenire possibili situazioni di abuso e di maltrattamento, promuovendo incontri periodici per approfondire i principali meccanismi che possono generare fenomeni di abuso". Per le consigliere M5s sarebbe opportuno che i responsabili dei servizi sociali e sanitari mostrassero maggiore attenzione sullo stato delle strutture accreditate con controlli periodici stringenti sull'attività assistenziale e sopralluoghi per poter rilevare eventuali anomalie nell'assistenza.
"Avrebbero dovuto ricevere segnalazioni da parte dei familiari degli anziani in modo formale o verbalmente o in modalità anonima- sottolineano Sensoli e Gibertoni- la mancanza totale di tali segnalazioni sembra dimostrare che non venga riconosciuta dalla collettività alcuna competenza in materia di controlli a tali ramificazioni del sistema socio sanitario regionale. Gli strumenti ispettivi e di controllo in capo all'Ausl di Reggio Emilia e del Comune interessato sembrano non aver adempiuto alla loro missione". Per questo le pentastellate chiedono alla Giunta "se non intenda esercitare una maggiore funzione ispettiva e di controllo tramite gli organismi locali preposti, innanzi tutto a tutela delle persone anziane non autosufficienti ospiti, soggetti fragili, ma anche a tutela dei lavoratori che contrariamente agli indagati, con spirito di servizio e abnegazione svolgono con responsabilità e correttezza il proprio lavoro".
(Giulia Paltrinieri)
Regione ER
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