È in corso a Milano fino al 2 giugno, presso la Fondazione Sottazzani, la mostra World Press Photo 2019. Per il 25° anno consecutivo, la galleria di corso Como 10, presenta uno dei più prestigiosi premi di fotogiornalismo al mondo.
Il concorso è aperto ai fotografi provenienti da tutto il mondo che nel corso dell'anno precedente alla premiazione (2018), con creatività e competenza, abbiano fotografato un avvenimento o sviluppato un progetto di forte rilevanza giornalistica. Sin dalla sua fondazione nel 1955, il World Press Photo contribuisce alla storia del miglior giornalismo visivo mondiale.
I premi sono suddivisi in otto categorie distinte in “scatti singoli” e “storie”. Le categorie sono: Attualità (Contemporary Issues), Ambiente (Environment), Notizie Generali (General News), Progetti a Lungo Termine (Long-Term Projects), Natura (Nature), Ritratti (Portraits), Sport, Spot News.
Il prestigioso premio World Press Photo of the Year 2019 è stato assegnato al fotografo John Moore (Stati Uniti), nella categoria "Spot News" per la foto della bambina honduregna che piange ai piedi della madre fermata dalla polizia di frontiera tra Messico e Stati Uniti. Tra i sei finalisti candidati i fotografi anche il parmigiano Marco Gualazzini.
Mohammed Badra (Siria), nominato nella categoria "Spot News" con un’immagine che racconta la guerra civile siriana a Ghouta; l’italiano Marco Gualazzini nella categoria "Ambiente" sulla crisi idrica del lago Ciad; Catalina Martin-Chico (Francia / Spagna) nella categoria “Contemporary Issues” un’ex combattente delle FARC incinta dopo lo scioglimento del gruppo; Chris McGrath (Australia), nella categoria "Notizie generali" mentre trattiene la stampa dopo l’omicidio di Khashoggi a Istanbul; e Brent Stirton (Sudafrica), nella categoria "Ambiente" con la foto di una donna dell’unità antibracconaggio nel Parco naturale Phundundu in Zimbabwe.
Per la 62esima edizione del concorso fotografico, la World Press Photo Foundation ha introdotto un nuovo importante premio: il Premio Storia dell’anno (World Press Photo Story of the Year). Insieme alla Foto dell’anno, questo nuovo premio valuta la scelta delle immagini che compongono una storia e la loro sequenza. Lo ha vinto il fotografo Pieter Ten Hoopen (Paesi Bassi/ Svezia), finalista nella categoria "Spot News" per uno scatto sulla carovana dei migranti diretta dal Centro America negli Stati Uniti. Candidati finalisti sono stati i due italiani Marco Gualazzini, finalista nella categoria "Ambiente" con un reportage sulla crisi umanitaria del bacino del Ciad e Lorenzo Tugnoli, nella categoria "Notizie generali" con un reportage commissionato dal Washington Post sulla crisi umanitaria in Yemen.
Quest'anno, il concorso ha visto la partecipazione di 4.783 fotografi da 129 Paesi diversi che hanno presentato un totale di 78.801 immagini. Una giuria indipendente composta da esperti del settore e presieduta da Whitney C. Johnson, vicepresidente della sezione Esperienze Visive ed Immersive presso National Geographic, ha selezionato 43 candidati provenienti da 25 differenti nazioni: Australia, Belgio, Brasile, Canada, Repubblica Ceca, Egitto, Francia, Germania, Ungheria, Iran, Italia, Messico, Paesi Bassi, Norvegia, Filippine, Portogallo, Russia, Sud Africa, Spagna, Svezia, Syria, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti, e Venezuela. Tra questi vi sono 14 donne (32%), dato che rappresenta un significativo aumento rispetto al Photo Contest del 2018, che aveva il 12% di candidati donne.
Galleria fotografica a cura di Francesca Bocchia
In occasione del Salone del Mobile di Milano, per il secondo anno, il celebre Vogue Italia cambia veste: otto stanze della redazione per altrettanti designer di rilevanza internazionale. Nell’ambito dell’evento “Life in Vogue” Jonathan Anderson, David/Nicolas, Rafael de Cárdenas/Architecture at Large, Ana Kraš, Massimiliano Locatelli, Pierre Marie, storagemilano, Studio Proba hanno reinterpretato magistralmente spazi e arredi della redazione di Piazzale Cadorna.
Per l'occasione é stato allestito, inoltre, un guardaroba speciale che ripropone a 360 gradi quello utilizzato dalle modelle durante gli shooting da copertina.
La sola esposizione di scarpe, delle griff più prestigiose, divise ordinatamente per colore può far predere la testa ad ogni donna!
Inoltre, San Carlo é protagonista con un’istallazione che rivede in chiave contemporanea il concetto di Break Room. La designer tedesca, Alex Proba di Studio Proba, con sede a Brooklyn, ha trasformato lo spazio in un’area di sosta capace di dispensare non solo snack ma anche creatività, ponendo al centro della stanza un’esclusiva vending machine che distribuisce stile, non solo patatine!
Foto a cura di Francesca Bocchia
Come ogni anno in questo periodo, il design si impossessa della città di Milano. Durante le giornate del Salone del Mobile 2019, in corso presso Rho Fiera dall'8 al 14 aprile, tutta la città si anima con un ricco calendario di appuntamenti, eventi, mostre e migliaia di persone fra professionisti del settore e curiosi.
Il Fuorisalone, nato spontaneamente nei primi anni '80 dalla volontà di aziende attive nel settore dell'arredamento e del design industriale, si dirama oggi in tutta la città, principalmente fra Brera, Tortona e Ventura. Un appuntamento che rappresenta il più importanee prestigioso legato al mondo del design su scala internazionale e che é capace di richiamare 400mila visitatori.
Potete trovare inaspettate installazioni ovunque, persino negli spazi dell’Università Statale di Milano dove campeggia una gigantesca scritta 'Help', realizzata dalla designer Maria Cristina Finucci con 5 milioni di tappi di plastica.
Foto a cura di Francesca Bocchia
Si chiude in bellezza, con un appuntamento impossibile da perdere: mercoledì 10 aprile al Teatro dal Verme di Milano, la serata finale dell’edizione 2019 delle “Serate Musicali Off” porterà in scena il Gomalan Brass Quintet, quintetto d'ottoni made in Italy che darà vita a esecuzioni musicali di altissimo livello e divertimento allo stato puro. Un mix incontenibile voluto e proposto da WEC (World Entertainment Company) in collaborazione con “Serate Musicali”. Dalle ore 21 spazio alle note di questi grandi professionisti, all’interno di un contesto settimanale in cui Milano diventa protagonista incontrastata.
IL GRUPPO - L’ensemble è composto da cinque raffinati musicisti che, grazie all’avvincente sinergia tra abilità esecutiva e coinvolgimento teatrale, da vent’anni conquista pubblico e critica di tutto il mondo. E proprio per festeggiare questo anniversario nella metropoli lombarda, il quintetto suonerà brani tratti dal proprio repertorio “degli inizi” e altri che hanno accompagnato il gruppo per molto tempo. Il fine è quello di ripercorrere la loro carriera in un concerto dal titolo “Gomalanbrass Da Vent’anni”. Curioso e ridicolo anche il nome scelto per il gruppo: Go Mal An Brass significa “ho male a un braccio”. Il Gomalan Brass Quintet è composto da Marco Braito (tromba), Marco Pierobon (tromba), Nilo Caracristi (corno), Gianluca Scipioni (trombone) e Stefano Ammannati (tuba)
LO SHOW - Lo spettacolo proposto, e continuamente rinnovato, si fa distinguere per la riconosciuta qualità musicale e per la particolare verve istrionica dei componenti del quintetto. Il Gomalan Brass Quintet, infatti, si destreggia con disinvoltura all’interno di un repertorio vastissimo, che spazia dal rinascimento al melodramma e alla musica contemporanea, senza disdegnare incursioni nel repertorio della musica per film. Il programma prevede musiche di Wagner (Pilgrim’schorus), Verdi (Traviata, preludio I), Bach (Concerto per violino in La minore, I mov), Ewald (Quintet, III mov), Puccini (Nessun Dorma) e ancora Verdi (Aida, marcia trionfale). Ad essi si aggiungono Morricone, Ottolini, D’Anzi, Buscaglione, Pollack e un simpatico mix di cartoni animati.
LA STORIA - A due anni dalla fondazione, nel novembre 2001, il gruppo si aggiudica il primo premio al Concorso Internazionale “Città di Passau”, uno dei più prestigiosi riconoscimenti a livello mondiale nel campo della musica per ottoni. Regolarmente presente nelle più importanti sale da concerto e ai principali festival italiani, il Gomalan Brass si è esibito anche negli Stati Uniti, in Giappone, in Canada, in Inghilterra, in Scozia, in Germania, in Grecia e in Svizzera. Il quintetto ha all’attivo cinque lavori discografici. Il 2019 sarà un anno molto denso di appuntamenti per “Gomalanbrass Da Vent'anni Tour”: Oltre a Milano, infatti, saranno protagonisti su palcoscenici italiani (fra cui Roma, Verona, Torino, Lecco, Cervo, Foggia, Castelfranco) e internazionali (USA, Israele, Germania, Taiwan).
“Remember my name, fame! I'm gonna live forever, I'm gonna learn how to fly, high!”. Sono in pochi ad aver dimenticato il ritornello di una delle canzoni più note di un musical che è tornato prepotentemente alla ribalta a Milano. “Fame-Saranno Famosi” sarà al Teatro San Babila, nella metropoli lombarda, fino al 14 aprile, portando in scena il calore dei suoi protagonisti, la passione della sua storia, l’adrenalina dei suoi ritmi.
Un appuntamento imperdibile perché firmato da uno dei registi più cool del panorama italiano, Federico Bellone che ha a disposizione ciò che di più “famoso” (e non poteva essere altrimenti visto il titolo) c’è nel mondo del musical tricolore. Alle loro spalle, la Wizard Productions, l’unica casa di produzione non inglese ad aver mai esportato in tutto il mondo la versione italiana di un musical americano, l’acclamato “Dirty Dancing”. È lei che ha deciso di produrre questo nuovo allestimento con la collaborazione organizzativa della Compagnia della Rancia.
PROTAGONISTI – Alcuni nomi capaci di invogliarvi ad assistere allo spettacolo? Luca Giacomelli Ferrarini, Mercuzio in “Romeo e Giulietta”, Giulia Fabbri, protagonista in Mary Poppins, Simona Di Stefano, Maddalena in “Jesus Christ Superstar”, Francesca Taverni, Mrs. Goodman in “Next To Normal”, Simona Samarelli, Ulla in “The Producers”, Marta Melchiorre, Lise in “An American in Paris”, Roberto Tarsi, David in “Newsies”, Beatrice Baldaccini, Ariel in “Footloose”, Rodolfo Ciulla, Neil in “Dirty Dancing”, Monica Ruggeri, Linda Manero ne “La febbre del sabato sera” e Davide Sammartano, Bert in “Mary Poppins”. E poi una curiosità: nel cast c’è anche il direttore artistico del Teatro San Babila, Marco Vaccari. È lui a vestire i panni di Mr. Myers.
LA TRAMA – Un gruppo di ragazzi, ognuno con la propria storia e un sogno in comune, entra nella rinomata ed esclusiva High School of Performing Arts di New York. Il racconto della loro vita che si intreccia a quella dei professori sarà la base di un percorso che, negli anni, ha regalato un film cult, una serie tv indimenticabile e un musical di successo internazionale. Quella di “Fame”è una storia che continua a conquistare ed emozionare nuove generazioni di pubblico e a ispirare i giovani talenti del nuovo millennio. Conclude Federico Bellone: “Nel 1998 ebbi la fortuna di assistere al musical a teatro, con un allestimento e un cast di primissima qualità. Fu uno shock e subito nacque un gran desiderio di metterlo in scena. Nel 2006 ho avuto questa possibilità e ora, a distanza di qualche anno ma con tante esperienze in più maturate anche all’estero, posso ritornare ad affrontare questo spettacolo con occhi un po’ diversi. Alla base, comunque, rimane in me una nostalgia di fondo per le atmosfere anni ’80. Ricordate con noi le vite di Leroy, Coco e dei grandi personaggi di Fame. Identificatevi in esse e lasciatevi ispirare da una storia in cui volere è potere”.
Pietro Razzini
E' sempre molto alto il livello di attenzione delle forze dell'ordine di Parma per contrastare il fenomeno di spaccio e smercio di droga.
Di Lamberto Colla Parma 28 marzo 2019 - E' lo stesso Capo della Procura Alfonso D'Avino a rimarcare come a Parma il livello del fenomeno dello spaccio sia di notevole "Allarme", per la quantità e per diffusione sul territorio cittadino che va oltre le tradizionali e note "zone dello spaccio". Un altro fattore di preoccupazione nasce dalla qualità delle sostanze immesse sul mercato che, pare da intercettazioni, gli spacciatori, pur di fare "cassa" consigliavano di consegnare una "dose meno pura", più tagliata, ogni due.
Ma se è alto il livello d'allarme è altrettanto elevato l'impegno al contrasto e al presidio del territorio.
Proprio questa mattina, come era stato annunciato, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Parma, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno eseguito questa mattina un provvedimento coercitivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del capoluogo: nove gli indagati coinvolti a cui è stato contestato il reato di detenzione illecita e vendita di sostanze stupefacenti in continuazione.
Ad uno di essi, il Pubblico Ministero ha altresì contestato il reato di evasione continuata. Complessivamente, cinque sono le ordinanze di custodia cautelare in carcere, due le ordinanze di custodia agli arresti domiciliari e le restanti due sono ordinanze non custodiali (una relativa al divieto di dimora nella provincia di Parma e l'altra relativa all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria).
I Carabinieri hanno eseguito la misura con il supporto delle unità cinofile antidroga, in Parma e provincia, a Milano, a Vicenza e a Riccione.
Allo stato, le persone raggiunte dall'attività esecutiva sono quelle elencate in foglio separato.
L'indagine ha preso le mosse nel gennaio 2018, allorquando i militari di Parma hanno ricevuto la segnalazione di un plico contenente 206 grammi di cocaina sequestrato presso l'aeroporto di Lima in Perù. Lo stupefacente era stato nascosto all'interno di un pacco contenente coperte di lana pregiata e bottoni diretto a PREDA CATALIN Gabriel residente a Salsomaggiore Terme (PR).
Il mittente peruviano (non coinvolto nel provvedimento) indicava anche il recapito telefonico mobile del destinatario.
Gli accertamenti preliminari avviati dai carabinieri di Parma consentivano di verificare che, effettivamente, nel comune di Salsomaggiore Terme risultava censito tale PREDA CATALIN Gabriel, rumeno, disoccupato, gravato – peraltro – da plurimi precedenti giudiziari, alcuni recenti e anche per reati di spaccio. L'utenza telefonica era invece intestata a tale ODORE Luca, originario di Napoli, ma domiciliato a Parma, anch'egli con plurimi precedenti tra i quali lo spaccio di stupefacenti.
I successivi approfondimenti investigativi, sviluppati anche mediante attività tecnica, facevano emergere un rilevante quadro indiziario a carico di PREDA CATALIN e di ODORE che, in concorso con AHUMADA AYALA Juan Carlos, detto "Carlos", colombiano, con numerosi pregiudizi di polizia per reati concernenti gli stupefacenti, residente a Parma, avevano tentato di approvvigionarsi di cocaina direttamente dalle aree di produzione, nella fattispecie il Perù.
Il prosieguo delle attività ha fatto luce quindi su un articolato reticolo dedito allo spaccio di varie tipologie di sostanze stupefacenti nelle piazze di Parma.
In particolare AHUMADA AYALA, in concorso con un connazionale residente a Milano, curava l'approvvigionamento della cocaina diventando il fornitore di riferimento di un gruppo di italiani dediti allo spaccio nel capoluogo (dipendenti di un'impresa di spedizione che però è estranea all'indagine), costituito da ODORE Luca sopra menzionato, AMATO Nicola, incensurato, e RESCIGNO Gennaro.
Tali venditori hanno palesato un forte senso degli affari, tant'è che nel corso di una conversazione telefonica AMATO spiega ad ODORE che bisogna tagliare la cocaina in modo da raddoppiare lo stupefacente, fornendone agli assuntori solo metà di buona qualità.
Approccio pragmatico alle contingenti difficoltà finanziarie evidenziato anche allorquando, per saldare un debito maturato nei confronti del colombiano per una partita di droga, ODORE gli aveva consegnato una bicicletta del valore di 6 mila euro, sottratta da un carico che, come corriere della ditta di spedizioni, avrebbe dovuto consegnare ad una azienda.
L'attività di monitoraggio di ODORE ha consentito di individuare altri due indagati responsabili del medesimo reato – vendita di sostanze stupefacenti – attivi prevalentemente nel settore dell'eroina e dell'hashish, tra cui, in particolare:
- MESSAOUDI Abdelbasset, tunisino, già arrestato dai Carabinieri il 26 febbraio 2018 del Nucleo Investigativo poiché, nel corso di un controllo presso la Stazione ferroviaria di Parma, era stato trovato in possesso di 55 grammi di eroina ed 8 grammi di hashish. Il giorno successivo era stato sottoposto dal Tribunale alla misura degli arresti domiciliari, sostituita, il 19 giugno seguente, con quella del divieto di dimora nel comune di Parma.
Le indagini hanno consentito di acquisire elementi indiziari per ritenere che il tunisino, in dispregio alle prescrizioni di legge, aveva continuato a svolgere imperterrito l'attività di spaccio durante il periodo di sottoposizione ad entrambe le misure cautelari.
Per tali ragioni, oltre allo specifico delitto di violazione della normativa sugli stupefacenti, a carico dell'indagato viene contestato anche il reato di evasione continuata, in relazione alle attività illecite svolte, al di fuori dell'abitazione, nel periodo in cui era ristretto agli arresti domiciliari.
L'altro indagato, Ghezzi Vincenzo, sarebbe stato in contatto costante con AHUMADA AYALA Juan Carlos, suo fornitore abituale di cocaina, utilizzata poi per lo spaccio al minuto.
Nel corso delle indagini sono emersi indizi per ritenere che, in un periodo ricompreso tra luglio 2017 ed agosto 2018, vi siano state complessivamente oltre un migliaio di cessioni, in prevalenza di eroina, ma anche in numero significativo di cocaina e di hashish.
Con questa operazione, l'ufficio di Procura evidenzia ancora una volta l'impegno profuso nell'attività di coordinamento dei vari organi di Polizia nel contrasto al fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti che, specialmente nel capoluogo, sta assumendo livelli sempre più preoccupanti.
Ciò ha determinato, di converso, un moltiplicarsi delle iniziative investigative finalizzate ad arginare tale attività illecita, per rispondere alla domanda di sicurezza che proviene dalla cittadinanza.
Carabinieri Parma: importavano cocaina dal Peru'. Arrestati per traffico di stupefacenti.
I Carabinieri di Parma hanno tratto in arresto, nelle prime ore di questa mattina, sei individui, italiani e stranieri (Colombia, Tunisia e Romania i Paesi di origine), ritenuti responsabili di traffico di stupefacenti: cocaina, eroina, hashish e marijuana.
I militari hanno eseguito il provvedimento in Parma, Milano, Riccione e Vicenza. La cocaina veniva spedita in Italia celata in plichi postali.
I particolari dell'operazione saranno resi noti in mattinata nel corso di una conferenza stampa, presso la Procura della Repubblica di Parma.
Aperta a Milano, MIA Photo Fair, la fiera internazionale dedicata alla fotografia d’arte in Italia. Il comitato scientifico ha selezionato 85 gallerie, per quasi un terzo provenienti dall’estero; a queste si aggiungono 50 espositori suddivisi tra progetti speciali, editoria e progetti a 4 mani portando il numero totale degli espositori a 135. Foto dell'inaugurazione a cura di Francesca Bocchia.
23 marzo 2019
Il rapporto che lega la fotografia a Milano è sempre più saldo! Si è aperta ieri, la IX edizione di MIA Photo Fair la fiera internazionale dedicata alla fotografia d’arte in Italia, ideata e diretta da Fabio Castelli e Lorenza Castelli. Ospitata nuovamente da The Mall, nel quartiere di Porta Nuova a Milano, dal 22 al 25 marzo 2019, MIA Photo Fair garantirà ad appassionati e collezionisti un accesso privilegiato al mondo della fotografia, con la possibilità di approfondire la conoscenza del medium che meglio di ogni altro riesce a interpretare la realtà contemporanea.
“In otto anni di storia - afferma Fabio Castelli -, abbiamo assistito alla crescita di MIA Photo Fair, non solo come contenitore espositivo, ma come piattaforma culturale, sempre attenta ad accogliere le ultime istanze che provenivano dall’universo fotografico. Parallelamente abbiamo percepito una sempre più ampia considerazione sia dei visitatori, sia degli appassionati di questa forma d’arte, sia degli addetti ai lavori e degli investitori, soprattutto internazionali. Il fatto che anche all’estero MIA Photo Fair venga riconosciuta come una fiera di riferimento per la sua qualità e la sua serietà è un valore aggiunto di non poco conto”. “Il successo della manifestazione - conclude Fabio Castelli - passa anche attraverso il dato dei numeri. In otto anni sono stati oltre 400 gli espositori di Mia Photo Fair; con i suoi 170.000 visitatori avremmo riempito due volte lo stadio di San Siro”.
MIA Photo Fair, col patrocinio del Comune di Milano, della Regione Lombardia, della Città Metropolitana di Milano e il contributo del Main Sponsor BNL Gruppo BNP Paribas e degli Sponsor Eberhard & Co. e Olympus, si presenta con una nuova immagine coordinata, firmata dal fotografo norvegese Rune Guneriussen (Kongsberg, 1977), il cui lavoro è stato esposto in numerose mostre personali e collettive negli USA, in Cina, in Francia, Germania, Inghilterra, Svizzera, Olanda e Norvegia, oltre che in fiere internazionali (Paris Photo, Art Basel).
Guneriussen utilizza oggetti creati dall'uomo per comporre installazioni temporanee nell’ambiente naturale, rendendole protagoniste delle sue eteree immagini fotografiche. La scelta di Guneriussen è stata guidata, oltre che dalla qualità artistica, anche dall’interesse verso uno dei problemi fondamentali del nostro tempo e cioè l'importanza di mantenere in equilibrio il rapporto tra l'uomo e la natura. L’autore sarà presente alla tavola rotonda - domenica 24 marzo, ore 16.00 - organizzata nell’ambito della XXII Esposizione Internazionale della Triennale di Milano, dal titolo Broken Nature. Design Takes on Human Survival, in programma dal 1° marzo al 1° settembre alla Triennale di Milano, che studia lo stato dei legami che uniscono l’uomo all’ambiente naturale, alcuni dei quali sono stati compromessi – se non definitivamente spezzati – nel corso della storia recente. Oltre a Rune Guneriussen, partecipano all’incontro Lorenza Baroncelli, coordinatore artistico e curatore del settore architettura, rigenerazione urbana e città alla Triennale di Milano e Laura Maeran, curatrice alla Triennale di Milano.
Confermato il comitato scientifico, composto da Fabio Castelli, Gigliola Foschi, Roberto Mutti, Enrica Viganò che ha selezionato 85 gallerie, per quasi un terzo (27) provenienti dall’estero, ovvero da 12 paesi europei (Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Montenegro, Olanda, Romania, Spagna, Svizzera, Ungheria) e da 4 nazioni extraeuropee (Cina, Giappone, Israele, USA); il resto (58) giunge dall’Italia. A queste si aggiungono poi 50 espositori suddivisi tra progetti speciali, editoria e progetti a 4 mani portando il numero totale degli espositori a 135. MIA Photo Fair può contare sul supporto di importanti sponsor.
Per l’ottavo anno consecutivo, BNL Gruppo BNP Paribas è partner di MIA Photo Fair nel ruolo di Main Sponsor, promuovendo il Premio BNL Gruppo BNP Paribas assegnato da una giuria ad artisti che prendono parte alla fiera, esponendo con le proprie gallerie di riferimento. Le opere finaliste verranno pubblicate su @bnl_cultura, l'account Instagram di BN LGruppo BNP Paribas dedicato all’arte e alla fotografia. L’opera vincitrice entrerà a far parte del patrimonio artistico della Banca, che ad oggi conta oltre 5.000 lavori. Il 2019 vedrà la nascita del sodalizio con OLYMPUS che per l’occasione presenta la mostra Dialoghi visivi.
Fotografie della Collezione Castelli: 19 immagini in un percorso espositivo diviso in quattro sezioni, che delineano alcuni tra i molti ambiti di indagine della fotografia come il reportage, la natura morta, l’architettura, la moda e la sperimentazione fotografica. Grazie al supporto di Eberhard & Co., anche MIA Photo Fair ricorderà Leonardo da Vincinel 500esimo anniversario. Sono infatti esposti alcuni fogli riprodotti dal Codice Atlantico, conservato in originale alla Biblioteca Ambrosiana di Milano. Tale selezione, curata da Edoardo Zanon del “Centro Studi Leonardo3” di Milano, illustra gli appunti e gli studi sulla prospettiva e sull’ottica del Maestro.
Partendo da questi dati sperimentali é allestita, da Beppe Bolchi, una “Camera Obscura”, il cosiddetto “occhio artificiale”, dove il visitatore può diventare vero e proprio protagonista dell’esperienza stenopeica.
Nuova è anche la collaborazione con LA CUCINA ITALIANA, il mensile di cucina e lifestyle di Condé Nast, che nel 2019 compie 90 anni. Nell'area ristorante di MIA Photo Fair si tiene una mostra con le più belle immagini della rivista che conta tra i fondatori il futurista Filippo Tommaso Marinetti.
LE NOVITÀ DI MIA PHOTO FAIR 2019
MIA Photo Fair ha sempre cercato di essere una piattaforma su cui discutere di fotografia nei suoi molteplici aspetti. Ecco perché l’edizione 2019 si arricchisce di una nuova sezione dal titolo Beyond Photography, con l’intento di sottolineare cosa vuol dire oggi ‘fotografia’ soprattutto in rapporto al mondo dell’arte contemporanea. All’interno di Beyond Photography si trova un gruppo di gallerie che sono solite esporre in fiere italiane e internazionali non specificatamente dedicate alla fotografia o che rappresentano artisti la cui ricerca contempla altri mezzi oltre alla fotografia; tra queste, A100 gallery conLuca Coclite, Federica De Carlo e Matteo Nasini, CE Contemporary con Rania Matar, la Galleria Clivio con Julien Blaine, Sylvano Bussotti, Giuseppe Chiari, Lamberto Pignotti e Sarenco, Maria Livia Brunelli MLB Gallery con Anna Di Prospero e Jacopo Valentini, la Galleria Massimo Minini con Roger Ballen, Vanessa Beecroft, Elisabetta Catalano, Bertrand Lavier, Matthieu Mercier e Ariel Schlesignere Progetto Arte elm con Ivan Falardi e Giò Pomodoro.
Tra le novità più suggestive di MIA Photo Fair 2019 vi è la collaborazione con Photo Independent, la fiera di fotografia di Los Angeles - che quest’anno ha avuto un appuntamento europeo al Carrousel du Louvre a Parigi - che sonda le nuove generazioni di fotografi indipendenti. Lo spazio di Photo Independent propone una selezione dei più interessanti autori, scelti tra i molti che hanno esposto nella rassegna californiana. La Corea del Sud è il paese ospite di MIA Photo Fair 2019.
Per l’occasione, il Consolato Generale della Repubblica di Corea promuove il Focus Korea, ideato in collaborazione con la Korea Foundation, organizzazione associata al Ministero degli Affari Esteri sudcoreano, curato da Christine Enrile, fondatrice e direttrice artistica della C|E Contemporary, che presenterà una serie di lavori di alcuni dei più importanti artisti coreani della nuova generazione.
L’intento è quello di promuovere il talento dei giovani fotografi e condividere con il pubblico l’attuale realtà dell’arte contemporanea coreana. L’architettura e il design sono due argomenti che MIA Photo Fair indaga con attenzione, attraverso una serie di appuntamenti di varia natura.
Particolarmente interessante é il percorso che Fabio Novembre, uno degli architetti e designer italiani più conosciuti e apprezzati a livello internazionale, nonché grande appassionato e collezionista di fotografia, compone selezionando alcune delle opere esposte a MIA Photo Fair. Nasce la prima edizione del premio MIA Photo Fair Fotografia d’Architettura, in partnership con lo Studio G*AA di Attilio Giaquinto e ArtPhotò di Tiziana Bonomo, che si rivolge a quegli artisti che espongono le loro opere all'interno della sezione Gallerie. Il Premio punta a dare risalto al dialogo costante tra fotografia e architettura, per la capacità della fotografia di documentare e interpretare i cambiamenti della realtà.
Per il terzo anno consecutivo IQOS é presente a MIA Photo Fair con la propria lounge, che ospita il progetto fotografico Everyday Uniqueness, ideato e realizzato appositamente per IQOS da Paolo Pellegrin, fotoreporter italiano di fama internazionale e vincitore di numerosi premi e riconoscimenti, tra cui dieci edizioni del World Press Photo Award. Everyday Uniqueness, attraverso la magia della fotografia, racconta visivamente il concetto di unicità.
Settimo Benedusi e Paolo Pellegrin
Il pubblico potrà essere protagonista del nuovo progetto performativo di Settimio Benedusi per HP. All’interno di MIA Photo Fair si tiene, infatti, una edizione speciale di RICORDI?, il format creato da Benedusi per riportare in auge il privilegio del ritratto fotografico stampato. Tale progetto nasce dalla presa di coscienza che, con l’avvento delle nuove tecnologie, le immagini hanno iniziato a rivelare la loro precarietà, dimenticate sulle memorie degli smartphone o dei tablet o conservate su sopporti digitali, col rischio non troppo remoto di perdere una buona parte dei ricordi di una vita. Con questa iniziativa Benedusi desidera recuperare la fotografia stampata su carta, nel suo essere oggetto fisico e tattile, che può essere esposto e interagire con le persone che la guardano e con l’ambiente che le accoglie. L’obiettivo dell’esperienza è quindi sottolineare l’importanza della fotografia stampata e farsi pionieri del ritorno del ritratto fotografico d’autore. Gli scatti verranno realizzati durante i giorni di MIA Photo Fair su un set all’interno dello stand “Benedusi per HP”, saranno subito stampati in formato A2 con una stampante HP top di gamma per le stampe fotografiche professionali e infine incorniciati in diretta.
La fiera ospita inoltre, per il terzo anno anche il Premio RaM Sarteano, nato dalla collaborazione tra MIA Photo Fair e il Comune di Sarteano (SI), che inviterà alcuni artisti a esporre in una mostra collettiva nei mesi di luglio - settembre 2019, all’interno della Rocca Manenti a Sarteano.
Il comitato di selezione del Premio sarà formato da Fabio Castelli, Francesco Landi, sindaco del Comune di Sarteano.
CODICE MIA
Torna CODICE MIA - VI edizione, l'evento di riferimento per gli artisti mid-careerc he intendono confrontarsi direttamente con esperti del collezionismo a livello internazionale. Gli incontri avranno la forma tipica di una lettura portfolio e solo un selezionato gruppo di 30 fotografi avrà la possibilità d'incontrarsi a tu per tu con personaggi di spicco nel mondo della fotografia, tra cui collezionisti e curatori di collezioni corporate.
CODICE MIA si completa anche quest’anno con il prestigioso Charles Jing Grant per il miglior portfolio, che si va ad aggiungere al consolidato Premio CODICE MIA. Al primo classificato verrà quindi riconosciuto un premio di 7.000 Euro, in aggiunta alla concessione gratuita di uno stand nell’edizione 2020 di MIA Photo Fair a Milano. Al secondo, sarà assegnato un premio di 3.000 Euro. Proposta MIA Uno degli appuntamenti più attesi di MIA Photo Fair, fin dalla sua prima edizione, è Proposta MIA, la sezione dedicata a fotografi indipendenti selezionati dal comitato scientifico, che si presentano al mondo delle gallerie e al pubblico e che, nel tempo, si è rilevata essere una vera risorsa per gli autori, consentendo a molti di loro di entrare a fare parte della scuderia di prestigiose gallerie.
PROGRAMMA CULTURALE
All’interno del ricco programma culturale di MIA Photo Fair, un posto di riguardo lo ha il format Arte e Scienza, volto a indagare i rapporti tra la fotografia d'arte e le diverse branche della scienza. Già molto apprezzato nella scorsa edizione, quest’anno il dialogo si concentra sul tema delle neuroscienze e viene sviluppato in collaborazione con l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, nuovo partner scientifico del format.
EDITORIA
L’area dedicata all’Editoria presenta espositori selezionati per il secondo anno dalla curatrice anglo/francese Magali Avezou, tra cui case editrici internazionali, editori indipendenti e librerie specializzate. MIA Photo Fair rinnova la collaborazione con Musement, operatore multipiattaforma per la ricerca e prenotazione di tour e attrazioni in tutto il mondo. Il provider è infatti official booking partner della fiera.
Che si tratti di estimatori, appassionati o professionisti del settore, tutti potranno unirsi ai programmi culturali, agli eventi e alle conferenze dedicate al mondo dell’arte e della fotografia attraverso il sito www.musement.com o tramite il sito www.miafair.it.
Milano, febbraio 2019 MIA Photo Fair 2019 The Mall – Milano Porta Nuova P.zza Lina Bo Bardi 22 – 25 marzo 2019
Per fortuna che ci sono i Carabinieri, così come la Polizia di Stato, i Vigili del Fuoco e tutte le altre forze dell'ordine, ma in questa circostanza è un uomo dell'Arma che si è distinto.
Di Lamberto Colla Parma 21 marzo 2019 - I fatti ormai sono noti, un senegalese naturalizzato italiano, perfettamente integrato al punto di essere abilitato alla guida di un mezzo per il trasporto di ragazzini, ha sequestrato 51 giovanissimi, legandogli le mani con i nastri da elettricista dopo aver sequestrato i loro cellulari. Direzione Linate dove aveva intenzione di compiere una strage di innocenti per vendicare le morti in mare.
Se quanto era nella mente di Ousseynou Sy, il 47enne sequestratore e probabile terrorista di origini senegalesi, non è andato in porto lo si deve a due fattori imprevedibili:
1. la astuzia coraggiosa del ragazziono che ha finto di non possedere il cellulare riuscendo quindi a chiedere i soccorsi;
2. il coraggio e la prontezza di riflessi del carabiniere che dopo avere intercettato il mezzo l'ha speronato e immediatamente si è scagliato a mani nude sul mezzo, spaccando i vetri e le sue stesse mani, ma portando a casa la vita a 51 ragazzini mentre l'autobus andava a fuoco, dopo che il delinquente aveva cosparso gli interni di liquido infiammabile e poi appiccato il fuoco.
Nell'arco di 40 minuti tutto il dramma si è risolto positivamente senza l'intervento delle forze speciali, ma solo grazie alla professionalità e dedizione di quegli operatori della sicurezza che quotidianamente presidiano le nostre strade, i quartieri, le autostrade, sempre pronti a intervenire per salvare la pelle a qualcuno con il rischio di lasciarci la loro.
Ebbene, dopo che tutto si è concluso positivamente, ecco che i soloni della politica e del giornalismo partiticizzato inizano a tamburellare contro Salvini, contro la politica dell'immigrazione voluta da Salvini ma sostenuta dalla maggioranza dei cittadini, almeno a detta dei sondaggi.
Così in primo piano passano le accuse di natura strettamente politica e non la celebrazione delle forze dell'ordine che hanno saputo rispondere con prontezza, tempestività, coraggio e assumendosi enormi responsabilità personali.
Se qualcosa fosse andato storto avremmo dovuto assistere a qualche processo, non solo mediatico, al gruppo di intervento dell'Arma e ai loro superiori. Le cronache ne avrebbero parlato per giorni e giorni mentre oggi, a operazione conclusa con ben 51 giovani vite salvate, della prodezza di questi uomini in divisa nera con guarnisioni rosse e argentate, già non se ne parla più.
Credo che il famoso giornalista Gad Lerner avrebbe potuto spendere parole positive verso l'Arma invece di cogliere l'ennesima occasione per colpire chi non la pensa come la parte politica di sua appartenenza. La "follia criminale del cittadino italiano" - commenta il giornalista - è semplicemente "l'esito di una contrapposizione isterica che manifesta ostilità agli immigrati additandoli come privilegiati, negando le loro sofferenze e la loro umanità".
Lerner ha cantato quasi subito ma presto molti altri si aggiungeranno al coro mentre il Carabiniere "eroe" tornerà di pattuglia augurandosi che non gli accreditino il conto della "gazzella" incidentata nello speronamento.
Poi qualcuno indagherà e, auguriamoci, condannerà coloro che hanno omesso di informare del passato criminale dell'autista, tra i cui reati annovera guida in stato di ebbrezza, quando pare già lavorasse per la compagnia attuale, e di violenza sessuale.
Se questo era una risorsa integrata, figuriamoci gli altri! No comment,
Dal 15 al 24 marzo il Teatro Nuovo di Milano sarà la casa di “Viktor und Viktoria”, commedia ispirata al film di Reinhold Schunzel. La regia di Emanuele Gamba porta in scena Veronica Pivetti, Giorgio Borghetti, Yari Gugliucci, Pia Engleberth, Roberta Cartocci e Nicola Sorrenti.
Tutte le sere a partire dalle 20.45. Il 16, 17 e 24 marzo anche alle 15.30. Lo show racconta di un mondo dello spettacolo che non è sempre scintillante. Ecco perché quando la crisi colpisce gli artisti, anche essi devono aguzzare l’ingegno. Parte da qui la storia di Viktoria, talentuosa cantante disoccupata che si finge Viktor e conquista le platee. Ma il suo fascino androgino scatenerà presto curiosità e sospetti.
LA STORIA
La vicenda è ambientata in una Berlino stordita prima dai fasti e poi dalla miseria della repubblica di Weimar. In questo contesto, un’attrice di provincia, Susanne Weber (Veronica Pivetti), approda in città spinta dalla fame e in cerca di scrittura. Il freddo le ha congelato le membra, e anche il cuore non è rimasto illeso. L’incontro con un collega attore, Vito Esposito (Yari Gugliucci) immigrato italiano, sembra cambiarle la vita. E mentre la città subisce gli umori delle nascenti forze nazionalsocialiste di Hitler in lotta con gli spartachisti dell’estrema sinistra, Susanne e Vito s’immergono negli eccessi della vita notturna weimeriana. La coppia condivide fame, scene e battute e, alla fine, si scambieranno anche... sesso ed identità! Ed è per proprio per l’affamata ditta che Susanne si sacrifica e diventa “Viktor und Viktoria”, cioè un acclamato ed affascinante “en travesti”(un personaggio che in un'opera teatrale viene interpretato da un attore di sesso opposto), anche grazie all’aggiunta di un colorato, buffo e stravagante fallo di cotone che diventa l’emblema del loro piccolo grande segreto.
IL SIGNIFICATO
Si ride ma non solo: tra battute di spirito e divertenti equivoci, infatti, si legge la critica a una società bigotta e superficiale sempre pronta a giudicare dalle apparenze. La Berlino degli Anni Trenta fa da sfondo ad una vicenda che, con leggerezza, arriva in profondità. Veronica Pivetti si cimenta nell’insolito doppio ruolo di Viktor/Viktoria, nato sul grande schermo e per la prima volta sulle scene italiane nella sua versione originale. Ed è proprio una spassosa Veronica Pivetti ad emergere all’interno di una commedia ricca di artisti di qualità: sarà lei, infatti, a raccontare una storia piena di qui pro quo, cambi di sesso, scambi di persona e piena di intrecci sentimentali senza esclusione di colpi.
Pietro Razzini
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