Domenica, 13 Agosto 2023 09:25

Gaetano Ranieri: Ascoltiamo il silenzio In evidenza

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Di Andrea Caldart Cagliari, 12 agosto 2023 (Quotidianoweb.it) - La candidatura della Sardegna ad ospitare l’Einstein Telescope non è proprio così tutta in discesa come la politica, in formazione compatta da testuggine romana, tenta di farr apparire.

Questa infrastruttura, benedetta dal governo e osannata dagli scienziati di mezzo mondo, non è certo scevra da problematiche anche se stanno tentando di camuffarle con l’entusiasmo artificioso che la circonda.

Per capire meglio e darne un’informazione completa, abbiamo voluto parlarne con l’uomo che “vede sotto terra”, come è conosciuto il Prof. Gaetano Ranieri, il quale con il suo georadar, durante gli anni di insegnamento universitario, ha fatto molteplici scoperte sulla storia antica della Sardegna.

Gaetano Ranieri, Ingegnere Minerario, Ingegnere Ambientale, Geofisico, e ora fresco di una laurea Honoris Causa in Architettura, ex professore universitario dal grandissimo curriculum scientifico, è la persona che ha utilizzato uno strumento che permette di rilevare strutture archeologiche nel sottosuolo con grande precisione.

È indiscutibile che il Prof. Ranieri abbia legato il suo nome alla ricerca delle statue del sito di Mont’e Prama, ai Giganti come sono definiti dal popolo e, proprio con il suo georadar, abbia cambiato la narrazione fin qui ascoltata e letta.

Grande studioso, caparbio, preciso, ha dimostrato che in quel sito storico, dove ci sono i Giganti, c’è ancora tanto da scoprire.

Noi l’abbiamo avvicinato per capire meglio cosa ne pensasse della realizzazione dell’Einstein Telescope nella miniera dismessa di Sos Enattos.

Prof. Ranieri perché il governo e gli scienziati sono così entusiasti che venga realizzata questa imponente “orecchia cosmica”?

Tutti hanno sottolineato la bontà del sito sotto l’aspetto della “silenziosità “sismica: una vera rarità. In effetti il sito è non solo silenzioso sotto l’aspetto geofisico, ma anche sotto l’aspetto naturalistico. La non esposizione al vento che caratterizza la Sardegna e l’assenza di infrastrutture e insediamenti invasivi apportano altra “silenziosità”. Il silenzio è la caratteristica più apprezzata in Sardegna e potrebbe essere esso stesso l’attrattore di un turismo ricco e raffinato.

Da più parti c’è una vera e propria insistenza che quest’opera possa rappresentare una grande opportunità per la Sardegna, ma soprattutto che, occorra dare spazio alla scienza per il bisogno di sapere, lei cosa ne pensa? 

Concordo pienamente su quest’ultima necessità essendo del “mestiere”. Trovo infatti che quanto più si sa, meglio starà la nostra anima. Non concordo invece del tutto con le affermazioni che questa sia “la migliore opportunità per la Sardegna”. Non so con precisione quanto costerà l’opera ma sicuramente avrà un indotto notevole di scienziati, tecnici, autisti, addetti in hotel a molte stelle e soprattutto minatori che come sapete rappresentano un mestiere che i sardi sanno fare bene ma è anche poco remunerativo. Ci sarà certamente un via vai …. qualificato. Insomma, c’è un paradosso: si sceglie un posto “silenzioso” per riempirlo di gente, non propriamente silenziosa, con un costo sicuramente notevole che certamente risulterà interamente a beneficio della comunità mondiale, e solo marginalmente della Sardegna.

Sembra che questa grande “orecchia cosmica” non abbia problematiche, anzi nascono comitati locali a sostegno della sua realizzazione, ma davvero professore non ci sono rischi?

Più che rischi vedo qualche controindicazione. Dal punto di vista ambientale non è chiaro come avverrà lo smaltimento delle rocce e dei terreni scavati. Aprire 3 gallerie da 10 km + 10km significa utilizzare una grande quantità di esplosivo e smaltire un volume immenso di rocce granitiche tenaci e consistenti, tra le più antiche del mondo. Dopo la realizzazione la “silenziosità” sismica potrebbe non essere più la stessa. Ci sono inoltre problemi mai risolti dei trasporti, delle infrastrutture da realizzare e delle criticità geologiche da risolvere che se fosse vero potrebbero essere finalmente sanate se incluse nel “pacchetto”, potrebbero essere aggravate se non lo fossero. Ma credo che tutte queste simulazioni e questi studi siano stati realizzati.

Purtroppo, la storia della Sardegna è impregnata di servitù e concessioni, ma ci potrebbe essere una nuova ricetta per rispettare la Sardegna e farla ripartire?

Secondo me sì e attendo con ansia la dimostrazione che Einstein avesse a suo tempo ragione (difficilmente comunque riuscirò a saperlo), ma auspico che contemporaneamente all’ ET di Sos Enattos, vengano finanziati con altrettanta larghezza,   studi che portino benefici  interamente  per la Sardegna, per esempio su un numero congruo dei 14.000 siti preistorici e protostorici, magari limitando gli scavi e attivando nuove forme di conoscenza digitali che integrino le modeste conoscenze finora acquisite. I nuraghi di cui si sa qualcosa di definitivo si contano sulle dita di una mano. Ma sono circa 7.500 quelli “in vista”.  E così per le domus de janas o per le tombe dei giganti. Si sa, in sostanza, ancora poco di questi popoli che hanno animato per millenni la Sardegna. Per non contare poi i tanti siti fenici, punici, romani, le chiese paleocristiane, le chiese campestri, le chiese romaniche, gotiche, barocche, l’archeologia industriale, unica al mondo, le torri costiere, le tradizioni, i canti, ovviamente le ricchezze del paesaggio, il mare ineguagliabile, i saperi e i sapori, gli endemismi faunistici e floreali e...

Insomma, io inizierei dall’arte e dalla cultura ma non solo da quella scientifica. Metterei in sicurezza il paesaggio, le tante zone che presentano un dissesto geologico, opererei uno sforzo senza precedenti per annientare la piaga degli incendi, porrei una forte attenzione ai tanti suoli incolti (la maggioranza di quelli disponibili) perché si incrementi l’agricoltura sana, sarei prudente sulle scelte energetiche di fonti rinnovabili solo apparentemente innocue, proporrei all’Italia alla Unione Europea e al mondo intero la Sardegna come il posto dove vivere felici 13 mesi l’anno!

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