Le risorse, derivanti dai proventi delle aste delle quote di emissione di CO₂ dell’anno 2019, sono state ripartite tra i riconoscimenti MAB in funzione dell’estensione e del numero di abitanti di ciascuna Riserva. Ne deriva che “Po Grande”, una delle Riserve MAB più estese a livello nazionale, veda assegnata la quota maggiore di contributi, con una disponibilità di euro 4.018.762,00.
I beneficiari diretti sono i Comuni che dovranno presentare gli interventi proposti a finanziamento all’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po quale soggetto referente dell’area MAB. Quest’ultima, a sua volta, trasmetterà entro il 30 settembre gli interventi al Ministero, sotto forma di un’unica proposta progettuale.
Le spese ammissibili riguardano soluzioni fondate sulla natura (le cosiddette Nature-based-Solutions) in grado di coniugare i benefici ambientali a quelli sociali ed economici, nonché di favorire la resilienza da parte degli ecosistemi, a partire da cinque tipologie di interventi: adattamento ai cambiamenti climatici; efficientamento energetico del patrimonio immobiliare pubblico nella disponibilità dei Comuni rientranti nei siti UNESCO; realizzazione di servizi e infrastrutture di mobilità sostenibile; gestione forestale sostenibile; innovazione tecnologica per il supporto alla prevenzione e al governo degli incendi boschivi. La proposta finale presentata al Ministero dovrà comprendere almeno due delle cinque tipologie di intervento e i lavori finanziati dovranno concludersi entro cinque anni dal trasferimento delle risorse.
Una grandissima opportunità per la Riserva della Biosfera Po Grande che ha approvato nel 2022 il suo primo Piano d’Azione e, sotto il coordinamento dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, avviato le prime azioni pilota. Un’occasione per testare anche la governance della Riserva, fortemente incentrata sulla partecipazione delle comunità locali che ora dovranno fare rete per proporre interventi focalizzati al raggiungimento degli obiettivi comuni prefissati con l’istituzione del riconoscimento MAB UNESCO.
Si è infatti da subito riunita, prima la Cabina di Regia, poi l’Assemblea Plenaria dei Sindaci di Po Grande, al fine di condividere i contenuti dell’avviso e ragionare insieme sulle scadenze ed i criteri da individuare per formulare la proposta di finanziamento, così da rispettare le strette tempistiche imposte. Un chiaro segnale del ruolo sempre più preponderante che le Riserve MAB UNESCO possono giocare nell’attuare la transizione ecologica e nel trovare soluzioni di adattamento ai cambiamenti climatici, diventando laboratori a cielo aperto dove testare nuovi modelli di sviluppo che riuniscono portatori d’interesse a vari livelli e sia pubblici che privati.
Le aree MAB sono infatti vocate all’educazione e formazione, alla ricerca scientifica, alla valorizzazione culturale, storica ed identitaria dei luoghi, allo sviluppo economico che sia compatibile con gli aspetti sociali ed ambientali, con il riferimento preciso degli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda ONU 2030. La Riserva della Biosfera MAB UNESCO Po Grande è davvero un’occasione di rilancio per i territori rivieraschi.
[Immagine allegata: una veduta aerea del fiume Po – foto: Davide Bertuccio]