"Siamo anche in uno dei punti di maggiore affluenza turistica di tutto l'Appennino, in uno spazio di un solo ettaro giungono ogni anno migliaia di visitatori. Da qui la necessità di coniugare la fruibilità, anche per disabili, alla tutela della biodiversità", commenta Elio Ivo Sassi, sindaco di Villa Minozzo e consigliere del Parco stesso.
"Quest'area a ridosso del fiume Secchia – spiega Alessandra Curotti, geologa – nel corso del tempo ha subito diverse trasformazioni, l'ultima delle quali per altro ad opera dell'uomo che aveva creato una zona umida che, con gli interventi attuati, si è ridefinita. In particolare lo specchio d'acqua, che prima assomigliava a un vero e proprio laghetto molto artificializzato, ora ha la sagoma di mezza luna, consente un normale deflusso delle acque, ma al contempo mantiene questa zona umida che, in tutti questi anni si è naturalizzata, con la presenza di una rara alga e diventando importante fonte di approvvigionamento per i pipistrelli, qui presenti con numerose specie diverse".
Ora l'area umida è molto meglio inserita nel contesto paesaggistico e risulta meglio fruibile, perché la pendenza delle sponde è più dolce e questo consente sia l'avvicinamento alle acque sia un rapido rinverdimento dell'area. A breve saranno messe a dimora nel periodo autunnale anche alcune piante autoctone. Sono inoltre state rifatte le tre piazzole sosta lungo la strada che costeggia il fiume Secchia con tavoli e panchine in pietra e legno oltre a nuovi barbecue. Altri interventi sono previsti in autunno per migliorare la compagine forestale nell'area tra le Fonti e la strada. In corso di sistemazione anche le passerelle che conducono alle risorgive, usurate dal tempo, mentre è già stato sistemato il sentiero Cai che sale al cimitero di Poiano.
Infine, tra il punto d'accoglienza e info point del Parco nazionale e le risorgive, c'è quindi una piccola zona, un prato umido e salso, ricco di Biodiversità e quindi di particolare interesse naturalistico. L'area, non più sfalciata come un tempo, è ora delimitata e ben rispettata dai turisti".
L'importo dei lavori è di 91.900 euro ed è finanziato dal Piano di Sviluppo Rurale della Regione Emilia-Romagna.
LE FONTI DI POIANO
Le Fonti di Poiano sono risorgenti carsiche di acqua salata e uniche in tutto l'Appennino settentrionale. Sgorgano con una portata media di oltre 400 l/sec (compresa tra i 220 ed i 750 l/sec), con una particolare concentrazione di cloruro di sodio (NaCl) variabile nel tempo, ma mediamente, nell'ultimo secolo, pari a circa 6 grammi per litro. L'area di emersione delle acque da 7-8 polle è situata al limite della formazione evaporitica (antica di oltre 200 milioni di anni), a ridosso del greto del Secchia dove queste fresche acque confluiscono. Già alla metà del 1600 vi fu un certo interesse per queste fonti, quando si avanzò l'ipotesi dell'impianto di una salina. Uno studio sulle proprietà dell'acqua venne intrapreso nel 1778 da Ottavio Ferrini un fisico e naturalista del luogo che segnalò la fonte alla corte ducale di Modena. Bisogna comunque arrivare al 1862 per avere un esame eseguito con criteri scientifici delle acque, a cura dello studioso Doderlein, mentre nel 1906 lo Spallanzani ne stabilì portata e salinità. Lo studio botanico importante che ha fornito descrizioni e disegni sulla topografia dell'area e sulla ricchezza di specie presenti, fu quello di Daria Bertolani Marchetti.
Il luogo è attrezzato, caratterizzato da punto ristoro e info point del Parco nazionale dell'Appennino tosco emiliano, accessibile a diversamente abili, è caratterizzato anche da adeguata sentieristica.