IL RUOLO CRUCIALE SVOLTO DALLA METALMECCANICA
L’impatto dell’emergenza Covid-19 sulla filiera italiana della metalmeccanica, si legge nel documento, si sta rivelando ogni giorno più pesante e rischia di compromettere molto seriamente un settore di interesse nazionale, che occupa 1,6 milioni di addetti – risultando, così, secondo in Europa dopo quello tedesco – e il cui fatturato ammonta a 430 miliardi di euro.
La metalmeccanica riveste in tutti i Paesi industriali un ruolo fondamentale, sia dal punto di vista quantitativo (in termini di occupazione, valore aggiunto e scambi internazionali) sia da un punto di vista strategico: produce, infatti, la totalità dei beni d’investimento in macchine e attrezzature, attraverso i quali trasmette l’innovazione tecnologica a tutti i rami dell’industria e contribuisce in modo determinante alla crescita di un Paese e al mantenimento dei livelli di competitività dell’intero comparto industriale.
Le sue produzioni sono quindi alla base di molteplici filiere essenziali e interagiscono con quasi tutte le attività, non solo industriali.
UN COMPARTO DETERMINANTE PER LA TENUTA ECONOMICA DEL PAESE, MA AL TEMPO STESSO FRAGILE E VULNERABILE
Si tratta, fa presente il comunicato, di un settore composito e determinante per la tenuta economica del Paese e per il suo sviluppo futuro, con aziende di grandi dimensioni leader a livello mondiale su specifiche tecnologie, ma al tempo stesso di un comparto fragile, poiché le piccole e medie industrie che compongono in larga misura il nostro sistema produttivo sono più vulnerabili nella competizione internazionale.
UNA FASE DELICATA CHE NECESSITA DI INTERVENTI DI SOSTEGNO In un quadro così complesso come quello creato dalla crisi attuale, sostengono le associazioni firmatarie dell’appello, è innegabile che la maggior parte delle imprese della filiera della metalmeccanica si trovi ad affrontare una fase molto delicata, che fin dai primi giorni di lockdown ha fatto emergere la necessità immediata di interventi a supporto della liquidità, affinché le aziende potessero far fronte al crollo della domanda e del fatturato.
Le misure di garanzia varate con il Decreto Liquidità, tuttavia, non hanno ancora, nel loro complesso, prodotto pienamente gli effetti tempestivi invocati: le imprese hanno bisogno di poter contare subito sulla liquidità aggiuntiva.
SEMPLIFICAZIONE E TEMPESTIVITÀ LE PAROLE D’ORDINE
Occorre in prima battuta semplificare al massimo le procedure di concessione della garanzia e velocizzare l’erogazione del credito. Gli strumenti di garanzia possono poi essere ancora potenziati e ne va assicurata la continuità nei prossimi mesi attraverso stanziamenti congrui, che consentano alle imprese di tutte le dimensioni di beneficiare delle agevolazioni dello Stato.
RICHIESTO L’IMPEGNO DI TUTTI I SOGGETTI COINVOLTI Auspichiamo, in tal senso, dichiarano le associazioni di settore, di poter continuare a contare sul pieno e crescente impegno congiunto di tutti i soggetti coinvolti: dal Governo ai gestori delle misure di garanzia, fino al sistema bancario, il cui ruolo è determinante ai fini di una tempestiva messa a disposizione delle imprese della liquidità necessaria per superare l’emergenza.
Inoltre, con riferimento alla moratoria, riteniamo indispensabile che – in aggiunta a quella di legge introdotta per le PMI dal Decreto Cura Italia – sia previsto un intervento anche per le imprese di medio grande dimensione, che consenta loro di beneficiare delle flessibilità di recente annunciate dall’Autorità Bancaria Europea sul trattamento delle moratorie.
MOLTE IMPRESE A RISCHIO SOPRAVVIVENZA
«Questi interventi – si legge in chiusura del documento – sono necessari per scongiurare il rischio di una perdita di competitività da parte del sistema industriale italiano, soggetto ad un’agguerrita concorrenza internazionale, evitando asimmetrie rispetto alle filiere industriali di altri Paesi europei come Francia, Germania e Spagna.
Nei mesi di marzo e aprile, le aziende hanno fatto un grande sforzo per tutelare i dipendenti e per mantenere viva la supply chain nel suo insieme rappresentata da diversi subfornitori di piccole e medie dimensioni, rispettando i termini di pagamento. Per sostenerle è necessario uno sblocco immediato della liquidità. Ne va della loro stessa sopravvivenza.
LE NOVE ASSOCIAZIONI FIRMATARIE DELL’APPELLO
Le associazione firmatarie dell’appello, oltre a FederUnacoma sono: Anfia-Associazione nazionale filiera Industria automobilistica, Anie-Federazione nazionale imprese elettrotecniche ed elettroniche, Anima-Federazione delle Associazioni nazionali dell’industria meccanica varia ed affine, Assofond-Federazione nazionale fonderie, Assomet-Associazione nazionale industrie metalli non ferrosi, Federmeccanica-Federazione sindacale dell’industria metalmeccanica italiana, Federmacchine-Federazione nazionale delle Associazioni dei produttori di beni strumentali e loro accessori destinati allo svolgimento di processi manifatturieri dell’industria e dell’artigianato e Ucimu-Sistemi per produrre-Associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot, automazione e di prodotti a questi ausiliari,
Fonte: FederUnacoma
Fonte immagini: Argo Tractors (apertura), BCS, Berti, Nardi.

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