Da oltre vent’anni al timone del Nausika, prima a Pontetaro e Fidenza, ora a Parma
di Francesca Caggiati Parma 26 novembre 2019 - La nuova rubrica “Imprenditoria in Rosa” inaugura con Francesca Ciminnisi, 46 anni, titolare del Nausika in strada Baganzola, 29 a Parma che abbiamo incontrato per conoscere la sua storia di imprenditrice e donna, in un mondo che cambia velocemente e che negli ultimi anni ha messo a dura prova il tessuto imprenditoriale. Cerchiamo di capire con lei come è cambiato il mondo della ristorazione veloce e avere qualche consiglio per le giovani donne che vogliono intraprendere un’attività in proprio.
- Ci racconti la tua storia e quando hai iniziato la tua attività?
“Ho cominciato la mia attività nel 1998 quando ho aperto il mio primo bar in proprio. Mi è sempre piaciuto molto fare la barista ed era il mio sogno nel cassetto. Finite le medie di studiare assolutamente non ne volevo sapere e quando mia nonna – che a quel tempo gestiva con mia zia il bar dell’Inps - mi chiese se volessi prendere il suo posto, le dissi subito di sì. Purtroppo a distanza di poco tempo ho ceduto il posto a mia cugina che doveva sposarsi, non aveva un lavoro e in quel momento aveva più bisogno di me. Il sogno è comunque rimasto e dopo alcuni anni in fabbrica quando sono diventata più grande ho deciso di aprire il mio primo bar insieme alla mia amica Emilia. Lei ha fatto il corso e ottenuto l’abilitazione per aprire l’attività, sembrava fatta, ma nel mentre è rimasta incinta e quindi non abbiamo potuto coronare il nostro sogno. Ho preso forza e coraggio e nonostante non mi piacesse studiare sono andata a fare il io corso ed ho conseguito il REC. Ricordo ancora che - con un responsabile di zona della Segafredo - ho girato tanti locali prima di trovare quello che mi piacesse e facesse al caso mio. Fino a quando non arrivai al Nausica di Pontetaro. Mi innamorai subito del posto, anche se era vuoto, e mi è piaciuto molto anche il nome del bar che ho mantenuto nel tempo pressoché inalterato – oggi è diventato Nausika con la K - anche nei locali successivi che ho preso in gestione."
- Come è cambiato il mondo della ristorazione veloce negli anni?
“E’ cambiato tanto negli ultimi vent’anni. Nel mio primo locale sulla via Emilia a Pontetaro si fermavano molti camionisti e clienti di passaggio e lavoravo con un menù completo a prezzo fisso. Oggi nessuno mangia più primo, secondo e contorno. La maggior parte prende un primo o un secondo, un’insalatona o un panino: vuoi per la linea, vuoi per la mancanza di tempo o di denaro. La richiesta è quindi molto cambiata e così anche l’offerta che oggi propongo ai miei clienti.”
- Da quanto tempo ti sei “trasferita” con il Nausika a Parma e cosa hai notato di diversità rispetto alla provincia?
“Mi sono trasferita con l’attività a Parma da pochi mesi ed anche se ero contenta in provincia - ripensando al suo ultimo bar che ha avuto a Fidenza si commuove - sono altrettanto contenta in città. La clientela è ovviamente molto diversa rispetto a prima: oggi il Nausika è frequentato da rappresentanti, liberi professionisti, dottori, avvocati, dipendenti della zona che vengono abitualmente per la colazione, in pausa pranzo, per un aperitivo o una serata in musica.”
- Su cosa punti maggiormente per soddisfare la tua clientela?
“Punto molto sulla qualità e quando scelgo un fornitore o un nuovo prodotto da offrire alla mia clientela penso sempre a cosa vorrei trovare io in un locale. Oltre alla qualità delle materie prime e dei prodotti, imprescindibili per me sono la pulizia e l’igiene. Negli anni poi ho diversificato l’attività cercando di andare sempre più incontro alle esigenze dei miei clienti: quindi sono partita dal bar tavola calda, fino ad arrivare oggi ad avere un bar, trattoria, tavola calda e fredda e pizzeria per accontentare tutti, anche le famiglie con bambini che vogliono la cotoletta con le patatine, piuttosto che la pizza, un primo o un secondo. Partendo dalle colazioni del mattino con dolci di pasticceria e panini, fino agli aperitivi con un ricco buffet caldo e freddo tutte le sere per i giovani. Ho sempre sfidato me stessa ogni volta che aprivo un nuovo locale cercando di innovare e migliorare rispetto al precedente. Anche la musica, iniziata un po’ per gioco con una mia amica, è diventata un appuntamento fisso settimanale con il piano bar e il karaoke, a cui vengono in tanti anche quando devono festeggiare il compleanno o altre ricorrenze.”
- Hai un nuovo sogno nel cassetto?
“Il mio sogno nel cassetto è sempre stato quello di avere un mio locale e l’ho realizzato. Nel tempo ho gestito quattro bar, in cui ho dedicato tutta me stessa ed anche se oggi, dopo oltre vent’anni, la redditività delle attività commerciali non è più la stessa e lo Stato ci tartassa di imposte e spese continue, anche se ogni giorno è una battaglia continua ed è sempre più difficile trovare dipendenti validi, anche se le ore di lavoro sono veramente tante e a casa mi vedono poco, perché sono aperta sei giorni su sette dal mattino presto fino a notte fonda nelle serate in cui c’è la musica dal vivo e il karaoke, non lo cambierei per niente al mondo!”
- Come e dove ti vedi tra 10 anni?
“Sempre a gestire un locale, questa è la mia vita, ho sposato questa mia scelta e desidero portarla avanti. Ed anche quando cambio locale e magari sto ferma un annetto per cercare un nuovo posto, sento che mi manca il bar, il contatto con la gente e non vedo l’ora di ricominciare. Addirittura in un periodo in cui non avevo in gestione un mio locale, sono stata quattro mesi in montagna sul Monte Penna ad aiutare un’amica ad avviare il suo bar. E pensa che non è mi mai piaciuta la montagna …”
- Francesca è imprenditrice e mamma come riesci a coniugare lavoro e famiglia?
“Sì, sono mamma di tre figli, di cui la prima già grande, che mi ha dato una mano con i fratelli più piccoli. Mi piace fare la mamma anche se a volte mi rimprovero un po’, perché con questo lavoro il tempo da dedicare alla famiglia è davvero poco, per cui in particolare i due più piccoli, vengono spesso a trovarmi e mangiamo qualcosa insieme. Mi è stato chiesto di tenere aperto anche la domenica, ma – anche se mi spiace tantissimo, perché amo questo lavoro - almeno un giorno di riposo per stare con la mia famiglia ci vuole!”
- Che consigli ti senti di dare alle giovani donne che vogliono diventare imprenditrici?
“Il consiglio che mi sento di dare è quello che ci devono credere veramente, non è un gioco o un passatempo, perché una volta che apri una partita iva lo Stato diventa il tuo socio di maggioranza e se vuoi arrivare a fine mese devi lavorare sodo. Mi spiace dirlo, ma è così … la maggior parte degli introiti se ne va in spese e tasse e ti assicuro che non è semplice. Visto da fuori sembra tutto bello e facile, ma non è tutto oro quello che luccica e se non si è determinati e volenterosi si chiude alla svelta.”
Magari Francesca Ciminnisi non ci ha mai pensato, ma un domani se volesse cambiare la sua attività rimanendo comunque nel settore, potrebbe diventare una consulente per l’apertura e l’avviamento di nuove attività commerciali legate al mondo della ristorazione - come tra l’altro le è capitato di fare già in passato - perché è davvero molto brava e professionale e ci mette cuore, dedizione e passione in tutto quello che fa … e si vede. Eccome se si vede!