Editoriale:  - "C'era una volta un virus tanto buonino… “ - Lattiero caseario. Latte e materie grasse in forte discesa. - Cereali e dintorni. Il Covid sta mettendo a dura prova la tenuta dei mercati - Coronavirus: con il Cura Italia, le imprese agricole potranno accedere in maniera diretta al fondo di garanzia - In Emilia-Romagna la manodopera stagionale per l'agricoltura si cerca online. -

SOMMARIO Anno 19 - n° 16 19 aprile 2020
1.1 editoriale
"C'era una volta un virus tanto buonino… “
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Latte e materie grasse in forte discesa.   
4.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Il Covid sta mettendo a dura prova la tenuta dei mercati.
6.1 cereali e dintorni tendenze.
7.1 cereali e dintorni Cereali
8.1 coronavirus e manodopera  Coronavirus. In Emilia-Romagna la manodopera stagionale per l'agricoltura si cerca online.
9.1 agricoltura e fondo covid-19 Coronavirus: con il Cura Italia, le imprese agricole potranno accedere in maniera diretta al fondo di garanzia
10.1promozioni “vino” e partners
11.1 promozioni “birra” e partners

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Permettere un rapido e consistente afflusso di liquidità alle imprese del settore primario diviene ancor più cruciale in questo momento drammatico per l’economia italiana, bloccata dalle misure di contrasto alla diffusione del COVID-19.

Roma 14 aprile 2020 - L’intera filiera agroalimentare sta continuando ad operare ma il mondo agricolo va sostenuto attraverso strumenti in grado di iniettare finanziamenti in modo immediato. Un obiettivo raggiunto al Senato grazie ad un emendamento al Dl Cura Italia che ha esteso alle imprese agricole la possibilità di avvalersi in maniera diretta degli interventi del Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese, comprendendo ovviamente i benefici previsti dalle ultime disposizioni normative.

“Un risultato importante che risponde alle esigenze e alle richieste del mondo agricolo, soprattutto in questo periodo d’emergenza sanitaria, e in cui abbiamo creduto sin dal primo momento – dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate – Attualmente, infatti, il comparto primario può accedere solo attraverso i Confidi agricoli che, però, di fatto non esistono a livello nazionale e, quelli esistenti, riescono a far erogare finanziamenti in poche province per importi di entità modestissima. Come già verificatosi per l’agroalimentare, con 1 miliardo di euro concesso nel solo 2019, il Fondo di Garanzia – prosegue L’Abbate – sarebbe in grado di concedere agevolmente erogazioni di prestiti di liquidità, ripianamento passività e investimenti in grado di sostenere e rilanciare il settore agricolo, anche in previsione della cosiddetta Fase 2. Risulterà determinante, infatti, mettere gli istituti finanziari nelle condizioni di poter sostenere in maniera agile e immediata anche il comparto agricolo. Un risultato raggiungibile con l’accesso diretto al Fondo di Garanzia, su cui convergono anche le stesse banche, alla luce di alcune mie prime interlocuzioni. Questo settore dell’economia nazionale – conclude il Sottosegretario L’Abbate – ancor di più in questa fase di emergenza, si sta rivelando strategico per l’interesse del Paese e l’economia nazionale e va sostenuto nel modo adeguato. Sarà determinante, pertanto, procedere rapidamente dopo la definitiva conversione in legge del Cura Italia alla Camera dei Deputati, dove auspichiamo che la norma venga confermata”.

 

 

 

 

 

I vini dell’Emilia Romagna si caratterizzano per una notevole eterogeneità che è il risultato della varietà delle caratteristiche del territorio. Nella maggior parte dei casi è nelle zone collinari che è possibile ottenere i risultati più interessanti, non solo per la qualità dei terreni più vocati, ma anche per le condizioni climatiche favorevoli: il riferimento è, in particolare, alle escursioni termiche e alla ventilazione. Per quel che riguarda la pianura, invece, non sono rare le produzioni industriali che non mirano tanto alla qualità quanto alla quantità. Ciò non vuol dire, comunque, che nelle zone pianeggianti non ci siano vini di qualità, magari basati sui principi biodinamici.

Conoscere i vini dell’Emilia Romagna con un corso wset

Un corso wset può offrire la giusta occasione per conoscere e scoprire da vicino i vini dell’Emilia Romagna: le proposte formative di Degustibuss sono, in tal senso, il meglio che si possa desiderare. Il primo livello del corso permette di esplorare, in una giornata di lezione della durata di 7 ore, i più importanti stili di vino e le relative tipologie tramite la vista, il senso dell’olfatto e il gusto. I corsisti possono contare su otto bottiglie di vino per la pratica, ma anche su attrezzature ad hoc e schede di degustazione specifiche.

Bonarda e Barbera

Bonarda e Barbera sono le due coltivazioni caratteristiche della zona dei Colli Piacentini: si tratta di uve a bacca rossa a partire dalle quali è possibile ottenere degli ottimi vini fermi da invecchiamento e dei vini rossi frizzanti. È il caso, per esempio, del Gutturnio, che tra l’altro merita di essere menzionato come una delle prime Doc del nostro Paese. La Malvasia aromatica di Candia è una delle uve a bacca bianca, in comune con i Colli di Scandiano e di Canossa e i Colli di Parma; un altro Doc è l’Ortrugo.

I vini delle province di Modena, Reggio Emilia e Parma

Chiaramente quando si parla di vini emiliani non si può fare a meno di citare il Lambrusco: con questo termine, per altro, si fa riferimento a vari vitigni che presentano caratteristiche piuttosto differenti tra loro. Il Salamino di Santa Croce, il Grasparossa di Castelvetro e il Lambrusco di Sorbara sono i vini Doc che ne derivano. Non molto tempo fa, inoltre, alcuni lambruschi sono stati inseriti nella graduatoria degli spumanti migliori del mondo.

Gli altri vini emiliani

Il Pignoletto è un pezzo di storia dei Colli Bolognesi: si tratta di un bianco vinificato frizzante o fermo. Non ha nulla da invidiargli la Barbera, particolarmente coltivata fra i rossi, mentre in provincia di Ferrara – e più precisamente nella zona costiera – spicca la Doc Bosco Eliceo. La zona dei Vini delle Sabbie richiede una particolare attenzione, con il Fortana che costituisce il vitigno più rappresentativo: viene nominato anche Uva d’Oro, e deve tale denominazione da una località della Borgogna, Cote d’Or, da dove il vino sarebbero stato portato in dote da Renata di Francia al Duca d’Este.

La tradizione enologica in Romagna

Per quel che concerne la Romagna, il Trebbiano Romagnolo e l’Albana sono i protagonisti fra le uve a bacca bianca, con il secondo che in genere permette di ottenere vini più robusti, basati su una macerazione lunga sulle bucce. Il Sangiovese, invece, è il principe dei rossi, e può essere declinato in tante versioni differenti: per esempio affinato in legno per qualche anno o imbottigliato giovane dopo essere stato vinificato in acciaio, ma c’è perfino lo spumante metodo classico come novità degli ultimi tempi. Il rosso Centesimino e il bianco Famoso, infine, sono due vitigni romagnoli autoctoni.

Il Consorzio del Prosciutto di Modena è riuscito nel 2019 a difendere e a tenere ben stretta la sua quota di mercato, con circa 70.000 cosce avviate alla produzione tutelata, dato tutto sommato stabile rispetto al 2018 che aveva visto un incremento a due cifre (16.3%) rispetto all’anno precedente, per un valore al consumo di circa 12.000.000 di euro.

Nel 2019 siamo riusciti a mantenere stabile la produzione del Prosciutto di Modena DOP, commenta il Presidente del Consorzio Giorgia Vitali, e questo è comunque positivo considerando che l’anno precedente c’era stato un forte incremento’.

Anche verso i mercati esteri - continua Giorgia Vitali - prosegue la promozione e la commercializzazione del nostro prodotto. Infatti, il Prosciutto di Modena continua ad essere presente e molto apprezzato in Germania, Inghilterra e Francia, per quanto riguarda i Paesi UE’.

Il prossimo obiettivo per il Consorzio del Prosciutto di Modena è certamente il Giappone, tanto da aver previsto per il 2020 la sua presenza alla fiera Foodex Japan, in programma per lo scorso mese di marzo, momentaneamente posticipata a causa degli ultimi avvenimenti.

Un Consorzio quello del Prosciutto di Modena che tutela e custodisce un vero gioiello della salumeria italiana, un prodotto di altissima qualità, l’unico tra i prosciutti italiani ad avere una stagionatura minima di 14 mesi, la più lunga tra tutti i prosciutti DOP italiani.

Un Consorzio relativamente piccolo (raggruppa 10 produttori) che, negli ultimi anni, si è distinto per il suo impegno nella promozione di questa eccellenza del made in Italy attraverso svariate attività, sia sul fronte nazionale che su quello internazionale.

Il Consorzio del Prosciutto di Modena, che raggruppa oggi 10 produttori, ha sempre avuto una costante attenzione al prodotto, tanto da modificare qualche anno fa il Disciplinare di produzione in senso restrittivo per migliorare ancora di più il già alto livello qualitativo. La prima modifica ha riguardato la ricetta, solo cosce di suino e sale, senza l’aggiunta di spezie; l’aroma è dato dalla prolungata stagionatura.

La seconda modifica ha stabilito una stagionatura minima di 14 mesi, la più lunga tra tutti i prosciutti Dop italiani. La materia prima utilizzata per la sua produzione è ottenuta esclusivamente da suini di origine italiana, nati e allevati in 10 regioni d’Italia centro-settentrionale.

Precipita il latte spot alla borsa milanese. Forte cedimento del burro. Inalterati i listini dei formaggi.

di Virgilio Parma 14 aprile 2020 - 
 
LATTE SPOT – Chiusa per festività la borsa veronese, a Milano invece, lo scorso venerdì 10/4 i listini hanno leggermente ceduto dopo la seduta positiva dell’ottava precedente.  Il latte spot nazionale cede lo 0,8%. Il latte spot crudo nazionale cede tra 30,41 32,48/100 litri di latte. —7,3% invece è lo scivolone del latte intero pastorizzato "spot" estero (FRANCIA) che quota  così tra 25,78 e 26,81€/100 litri di latte.   Infine il Latte scremato pastorizzato spot estero precipita tra  13,46 16,56 €/100 litri di latte (-12,1% GERMANIA AUSTRIA)."
 
BURRO E PANNA – Cede di ulteriori 20 centesimi il burro quotato a Milano. A Parma lo zangolato cede ancora e scende come previsto sotto l’euro ma a reggio Emilia la caduta replica fortissima di ulteriori 20 centesimi. Scivola anche la crema (-7,8%).
Borsa di Milano 10 aprile 2020: 
BURRO CEE: 2,90 €/Kg. (-)
BURRO CENTRIFUGA: 3,05 €/Kg.  (-)
BURRO PASTORIZZATO: 1,30 €/Kg. (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,10 €/Kg. (-)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,42€/Kg. (-)
MARGARINA marzo 2020: 1,03 - 1,09 €/kg (=)
 
Borsa di Verona 6 aprile 2020: (-)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,55 / 1,65 €/Kg.
 
Borsa di Parma 10 aprile 2020 (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,90 €/Kg.
 
Borsa di Reggio Emilia 14 aprile 2020 (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,70 - 0,70 €/kg.
 
GRANA PADANO – Milano 10 aprile 2020 – Listini inalterati. 
 
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 6,75 – 6,95 €/Kg. (=)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,25 – 8,50 €/Kg. (=)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,75 – 8,95 €/Kg. (=)
- Fuori sale 60-90 gg: 5,60 – 5,75 €/Kg. (=)
 
PARMIGIANO REGGIANO – Parma 10 aprile 2020 – Nessun listino quotato il 10 aprile a Parma. A Reggio Emilia il 14/4 i listini restano invariati.
 
-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 8,00 - 8,40 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 8,60 - 9,00 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 9,50 - 10,15 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 10,20 - 11,15 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 12,05 €/Kg.(=)

 

#Filiera #Latte #DOP #formaggi #food #madeinitaly #lattierocaseari @theonlyparmesan
@ClaudioGuidetti @100MadeinItaly

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Editoriale:  - Buona Pasqua e ... risorgeremo migliori! - Lattiero caseario. Listini in discesa. - Cereali e dintorni. Anticipare le prenotazioni- SOS  per le campagne: subito manodopera e macchine, prima che sia troppo tardi - Richiesta di manodopera in agricoltura: il territorio fa squadra


SOMMARIO Anno 19 - n° 15 12 aprile 2020
1.1 editoriale
Buona Pasqua e ... risorgeremo migliori!
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Listini in discesa.   
4.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Anticipare le prenotazioni.
6.1 cereali e dintorni tendenze.
7.1 cereali e dintorni Cereali
8.1 coronavirus  Covid-19, campagne invase da pedoni e ciclisti.
8.2 meccanica e covid-19  SOS  per le campagne: subito manodopera e macchine, prima che sia troppo tardi
11.1 coronavirus Coronavirus. Dalla Regione un nuovo pacchetto di misure per sostenere l'agricoltura.
12.1 agricoltura e lavoro Richiesta di manodopera in agricoltura: il territorio fa squadra
13.1promozioni “vino” e partners
14.1 promozioni “birra” e partners

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Non si può più aspettare: i lavori nei campi richiedono con urgenza manodopera e macchine.

By meccagri © Barbara Mengozzi Aprile 9, 2020 -. A lanciare l’allarme sono le organizzazioni professionali agricole (Coldiretti, Confagricoltura e CIA) per una volta compatte nel chiedere al Governo di attivare al più presto gli strumenti adeguati per dare una concreta risposta alle pressanti richieste degli agricoltori che non vogliono perdere il risultato del loro lavoro.
Il primo grosso problema è rappresentato dalla carenza di manodopera che si è venuta a creare con la chiusura delle frontiere nell’Unione Europea dove, stando alle stime di Coldiretti, complessivamente mancano all’appello circa un milione di lavoratori agricoli stagionali per le imminenti campagne di raccolta, con il  rischio non da poco che l’UE perda quest’anno l’autosufficienza alimentare e il suo ruolo di principale esportatore mondiale di alimenti.
 
DALLA FRANCIA ALLA GERMANIA ALLA SPAGNA: UN PROBLEMA COMUNE

In Francia, il vuoto creato dall’assenza degli oltre 200mila stagionali rumeni, polacchi, tunisini, marocchini e di molti altri Paesi che ogni anno contribuiscono ai raccolti primaverili transalpini ha addirittura spinto il ministro dell’Agricoltura Didier Guillaume a lanciare lo slogan «Des bras pour ton assiette/Braccia per riempire il tuo piatto» invitando quanti si fossero ritrovati senza lavoro per via delle restrizioni imposte dal Covid-19 ad «unirsi alla grande armata dell’agricoltura francese! ».
Parigi ha anche avviato una piattaforma informatica (https://desbraspourtonassiette.wizi.farm/) per far incontrare domanda e offerta di lavoro alla quale sembra abbiano già aderito oltre  200.000 francesi ma restano in piedi le difficoltà di dare a queste persone che arrivano per lo più dalle città un’adeguata formazione per svolgere in sicurezza le  lavorazioni agricole.
Il Ministro dell’Agricoltura tedesco Julia Kloeckner, a sua volta, propone di impiegare come lavoratori stagionali in agricoltura i lavoratori del settore alberghiero e della ristorazione per colmare il vuoto di circa 300mila unità lasciato dagli stagionali polacchi e rumeni che pesa anche sulla Spagna rimasta, ad esempio, senza i soliti 10 mila lavoratori stagionali marocchini impegnati nella raccolta delle fragole e  sta cercando nella popolazione nazionale come coprire questi posti vacanti e quelli delle campagne successive.
 
NEI CAMPI DEL BELPAESE CIRCA 400MILA LAVORATORI STRANIERI

Ma veniamo al nostro Paese. Stando ai dati forniti da Confagricoltura il numero di lavoratori dipendenti stranieri regolari (iscritti all’Inps) in agricoltura è pari a 391.500 unità,  con una incidenza sul totale degli operai attivi in Italia del 36 per cento. L’agricoltura detiene, infatti, una quota rilevante di manodopera straniera rispetto agli altri settori economici privati (il 9% del totale lavoratori extra-comunitari presenti in Italia e il 17% di quelli comunitari).
Negli ultimi dieci anni la crescita dei lavoratori stranieri è stata rilevante e l’incremento è andato prevalentemente a vantaggio della componente non comunitaria (+83%) rispetto a quella comunitaria (+2). Conseguentemente, i lavoratori non comunitari sono oggi in prevalenza (61% sul totale stranieri) rispetto a quelli comunitari.
Fra questi ultimi la stragrande maggioranza è costituita da rumeni, mentre è meno significativo il contributo di polacchi, bulgari e slovacchi. Nella componente non comunitaria, che si sta rafforzando, prevale la provenienza africana, in particolare dai Paesi del Nord (Marocco e Tunisia) e dell’Ovest del continente (Senegal, Nigeria e Mali), cui si affiancano quote rilevanti di lavoratori dell’Est Europa non comunitari (Albanesi, Macedoni e Ucraini) e asiatici (India e Pakistan).
Cifre alla mano, secondo le elaborazioni Coldiretti, che ha collaborato al Dossier statistico Immigrazione 2019, la comunità di lavoratori agricoli rumena conta 107.591 occupati, davanti a marocchini con 35.013 unità e indiani (34.043), che precedono albanesi (32.264), senegalesi (14.165), polacchi (13.134), tunisini (13.106), bulgari (11.261), macedoni (10.428) e pakistani (10272).
 
CORSIE VERDI PER I MIGRANTI STAGIONALI, L’OK DELL’UE

A Bruxelles, in risposta agli appelli lanciati dalle organizzazioni agricole, la  Commissione europea ha riconosciuto come il settore agricolo dipenda in larga misura da occupati stagionali che “svolgono funzioni critiche di raccolta, piantagione o cura”  e ha pertanto esortato gli Stati membri a “istituire procedure specifiche per facilitare il passaggio di tali lavoratori alle frontiere”.
«I corridoi verdi – ha replicato il nostro ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova – sono importanti ma da soli non bastano». Per la numero uno dell’Agricoltura,  grazie al cui intervento il ministero dell’Interno ha prorogato fino al 15 giugno tutti i permessi di soggiorno per i lavoratori stagionali che erano in scadenza in scadenza dal 31 gennaio al 15 aprile, al fine di evitare agli stranieri di dover rientrare nel proprio Paese proprio con l’inizio della stagione di raccolta nelle campagne, occorre individuare soluzioni condivise Paese per Paese perché riprenda l’arrivo dei loro lavoratori nei campi italiani.
Punta a questo obiettivo il dialogo avviato dalla Bellanova con la Romania per aprire un corridoio che favorisca il reclutamento di manodopera già specializzata.
 
VOUCHER AGRICOLO, IL NO DI CGIL, CISL E UIL

Ma bisogna accelerare perché i tempi sono stretti e c’è chi per continuare a garantire le forniture alimentari di cui il Paese ha bisogno e non far marcire i raccolti nei campi propende per soluzioni alternative o quantomeno integrate tra loro, a cominciare da quella dei voucher.
Coldiretti in prima linea ha chiesto a gran voce  «una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa consentire da parte di cassaintegrati, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole, università attività economiche ed aziende sono chiuse e molti lavoratori in cassa integrazione potrebbero trovare una occasione di integrazione del reddito proprio nelle attività di raccolta nelle campagne».
Favorevoli al ritorno dei voucher in agricoltura, quanto meno per un periodo transitorio legato all’emergenza Covid-19, anche CIA («subito strumenti e meccanismi veloci  per aiutare le aziende agricole ad assumere lavoratori e non rischiare scaffali vuoti») e Confagricoltura («occorrono soluzioni immediate per dare seguito a questa disponibilità di domanda e offerta e garantire i raccolti»).
Non la pensano però così Cgil, Cisl e Uil, che hanno bocciato l’emendamento che prevedeva la reintroduzione del voucher semplificato in agricoltura bollandolo come «una modalità inopportuna, che mortifica i diritti dei lavoratori».
 
I LAVORI DEI CAMPI NECESSITANO DI MACCHINE

Ha incontrato l’opposizione dei sindacati anche la richiesta di riapertura delle fabbriche che producono macchine agricole avanzata  a più riprese da FederUnacoma,  la federazione dei costruttori del settore, ma anche dalle organizzazioni professionali agricole, «per assicurare  la piena operatività dell’agricoltura nazionale e sbloccare le forniture di quei macchinari – quali seminatrici, erpici, concimatrici, irroratrici, ecc. – che sono necessari per portare a termine le operazioni colturali attualmente in pieno svolgimento, e che in molti casi le aziende agricole hanno ordinato prima che il DM del 25 marzo ne sospendesse la produzione in fabbrica» (vedi link).
«L’eliminazione della meccanica agricola dall’elenco delle produzioni essenziali è incomprensibile ed è una scelta solo italiana – fa presente FederUnacoma –  poiché in tutti gli altri Paesi i provvedimenti per l’emergenza Covid 19 autorizzano la produzione di macchinario agricolo proprio in quanto componente necessaria della filiera agroalimentare» (vedi link).
La questione ovviamente va ben al di là delle esigenze dell’agromeccanica nazionale, dal momento che ai lati opposti della barricata ci sono Confindustria e i sindacati e per l’esecutivo guidato da Conte  non sarà facile individuare un valido compromesso tra le priorità di tutela sanitaria e il salvataggio dell’intero sistema economico nazionale.
 
RIAPRIRE LE FABBRICHE, UN’ESIGENZA NON PIÙ PROCRASTINABILE

La situazione però evolve di ora in ora e, dopo che gli industriali delle quattro regioni del Nord che rappresentano il 45 per cento del Pil italiano (Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto) hanno sottoscritto un’agenda per la riapertura delle imprese e la difesa dei luoghi di lavoro,  si è arrivati anche ad un accordo, contenente una lunga serie di linee guida, tra FCA e sindacato metalmeccanici per affrontare la fase 2 dell’emergenza quando il Governo darà il via libera per riaprire le fabbriche.
«Confindustria Veneto ritiene non più procrastinabile l’apertura delle aziende», ha spiegato Enrico Carraro, presidente degli industriali veneti e al vertice di Carraro Group, che produce sistemi di trasmissione per trattori e veicoli off-highway, e ha fatto presente che gli industriali veneti «stanno lavorando a un progetto Fabbriche Sicure per rendere gli ambienti di lavoro luoghi di massima tutela per la salute di dipendenti, collaboratori e delle famiglie».
 
SPECIALI KIT DI ANALISI E POSTAZIONI PER IL CONTROLLO DELLA TEMPERATURA

In attesa di sapere se e quando la meccanica agricola rientrerà nuovamente fra le attività produttive autorizzate a  riavviare le produzioni, ci sono aziende che si stanno preparando per gestire la riapertura garantendo la massima sicurezza nei luoghi di lavoro.
Emblematica in questo senso l’esperienza del gruppo Merlo di San Defendente di Cervasca (Cuneo) (nella foto sopra) che, grazie ad un accordo raggiunto con il laboratorio di analisi Pasteur di Cuneo, metterà a disposizione di tutti i dipendenti (1.400) speciali kit di analisi per verificare attraverso un prelievo di sangue  se un individuo è venuto a contatto con il virus e quale andamento sta seguendo l’infezione.
Altre imprese invece, come la Maschio Gaspardo di Campodarsego (Padova), si sono dotate di apposite postazioni per effettuare il controllo della temperatura corporea dei lavoratori all’inizio di ogni turno.
 
© Barbara Mengozzi
 
Fonte immagini: Ferrari Costruzioni Meccaniche (apertura), Argo Tractors, Dreamstime, Maschio Gaspardo, Moroccanladies.com, Merlo, Pixabay.

 

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Con l’approvazione al Senato del Cura Italia, viene semplificato e snellito il sistema delle visite mediche per i lavoratori agricoli. Il Sottosegretario L’Abbate: “L’accordo sottoscritto tra sindacati agricoli e associazioni di categoria diviene legge”

Per i lavoratori a tempo determinato e stagionali del mondo agricolo, limitatamente alle lavorazioni generiche e semplici non richiedenti requisiti professionali, la prevista sorveglianza sanitaria avrà validità annuale. Ciò consentirà al lavoratore idoneo di prestare la propria attività anche presso altre imprese agricole per lavorazioni che presentano i medesimi rischi, senza la necessità di ulteriori accertamenti medici. Senza costi per i lavoratori, saranno gli Enti bilaterali e gli organismi paritetici del settore agricolo e della cooperazione di livello nazionale o territoriale ad adottare iniziative, anche utilizzando lo strumento della convenzione con le ASL, finalizzate a favorire l’assolvimento degli obblighi in materia di sorveglianza sanitaria. La visita medica preassuntiva, pertanto, produrrà effetti nei confronti di tutti i datori di lavoro convenzionati.

“Sino ad oggi, i lavoratori stagionali sono costretti ad effettuare una nuova visita medica ogni volta che cambiano datore di lavoro, costringendo le imprese a continui e, spesso superflui, esborsi economici – dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate – Dopo aver trovato un accordo tra sindacati agricoli e associazioni di categoria per la revisione delle modalità di sorveglianza sanitaria, giungiamo ora all’approvazione di una norma che risolve le attuali storture burocratiche lamentate sia dalle aziende che dai dipendenti. Un passaggio epocale per la semplificazione, la sburocratizzazione e l’efficientamento del comparto primario. Prevediamo, inoltre, che – prosegue L’Abbate – laddove necessitino nell’immediatezza di un lavoratore, le stesse imprese possano effettuare la visita dal medico competente o dal dipartimento di prevenzione della ASL, come avvenuto tuttora, ma estendiamo la validità ad un anno, con ricadute per tutte le altre imprese per quelle medesime lavorazioni. L’auspicio – conclude il Sottosegretario L’Abbate – è che la norma venga confermata anche dalla Camera dei Deputati dove il testo del Cura Italia verrà ora esaminato."

Coronavirus. Dalla Regione un nuovo pacchetto di misure per sostenere l'agricoltura: via al nuovo bando da oltre 15,6 milioni di euro per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, accelerazione e anticipo dei pagamenti di contributi, proroghe e rinvii. L'assessore Mammi: "Un aiuto concreto per venire incontro alle esigenze delle imprese e dare più tempo per la programmazione degli investimenti"
Incentivi fino a 8.500 euro all'ettaro per il rinnovo degli impianti viticoli, più un contributo extra di 900 euro per estirpare i vecchi vitigni e ulteriori 2.000 euro per il mancato reddito durante l'esecuzione dei lavori. Le scadenza per la presentazione delle domande è fissata per il prossimo 15 luglio. La durata del bando da annuale diventa biennale. Ok all'erogazione anticipata di risorse per garantire più liquidità alle imprese e rinviate numerose scadenze legati a vari bandi regionali

Bologna 7/4/2020 - Un bando da oltre 15,6 milioni di euro per continuare a sostenere gli investimenti effettuati dalle imprese vitivinicole nel segno dell’innovazione tecnica e varietale e del miglioramento della qualità dei vini made in Emilia-Romagna; l’accelerazione del pagamento dei contributi per dare una boccata d’ossigeno alle aziende in questo momento difficile e, al tempo stesso, il rinvio e/o lo slittamento di una serie di adempimenti burocratici legati a vari bandi regionali.
 
È il nuovo pacchetto di misure varato dalla Giunta regionale per venire incontro alle esigenze delle imprese agricole, alle prese con i contraccolpi dell’emergenza Coronavirus. Un intervento che si aggiunge ai 55 milioni di euro già liquidati nelle scorse settimane a vario titolo (Domanda Unica, Ocm, Psr) a favore delle imprese da parte di Agrea (Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura), al bando da 12,6 milioni di euro per le indennità compensative alle aziende di montagna, alla semplificazione delle procedure amministrative per l’assegnazione dei carburanti agevolati, ora possibile anche on line, e alla proroga di altre importanti scadenze sempre nel settore vitivinicolo.
 
Una delle principali novità di queste ultime misure, riguarda il varo del nuovo bando per la riconversione e ristrutturazione dei vigneti, che avrà la stessa dotazione finanziaria del bando precedente valido per la campagna 2019-2020, ma che da annuale diventa biennale. Ciò significa che le aziende che decideranno di presentare la domanda di aiuto - la scadenza è fissata per il 15 luglio prossimo - dovranno dichiarare subito se hanno intenzione di eseguire i lavori entro il 31 maggio del 2021 oppure entro la stessa data del 2022. La certezza della copertura dello stanziamento di 15,6 milioni di euro è legata all’approvazione da parte della Commissione di Bruxelles di un regolamento ad hoc, che dovrebbe essere adottato entro una decina di giorni.   
 
“Abbiamo deciso di aprire tempestivamente questo nuovo bando- afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi- per non far perdere ai nostri viticoltori un’altra opportunità per il rinnovo dei propri vigneti, sia pure in un periodo contrassegnato da molte incognite come quello che stiamo vivendo. Un’occasione per ricalibrare la propria offerta commerciale, adeguandola alla nuova domanda di mercato, sempre più orientata verso vini di maggiore qualità Dop e Igp, e dai costi contenuti per incrementare il reddito aziendale”. “Al tempo stesso-prosegue l’assessore- con le altre quattro delibere approvate dalla Giunta regionale, da una parte interveniamo con una cospicua iniezione di risorse finanziare a favore delle imprese a corto di liquidità anticipando l’erogazione di contributi dovuti, dall’altra posticipiamo una serie di scadenze per agevolare la programmazione degli investimenti”.
 
Cosa prevede il bando per la riconversione dei vigneti
 
Il nuovo bando per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, che rientra tra le misure finanziate dall’Ue attraverso l’Ocm vino, concede contributi per l’estirpazione e il reimpianto di nuove varietà di uva da vino, in linea con le nuove tendenze commerciali, e per incentivare l’adozione di tecniche produttive innovative, all’insegna della meccanizzazione colturale e dell’installazione di impianti irrigui di ultima generazione.   
 
Gli aiuti variano da 8 mila a 8 mila 500 euro all’ettaro a seconda che i nuovi impianti siano localizzati rispettivamente a nord o a sud dell’asse della via Emilia. A questa cifra vanno poi sommati un contributo extra di 900 euro all’ettaro per l’estirpazione del vecchio vigneto e ulteriori 2 mila euro, sempre all’ettaro, per il mancato reddito durante il fermo produttivo per i lavori di rinnovo di vigneti.
 
La superficie minima dell’intervento è fissata in 3 mila metri quadrati e potranno essere rendicontati non solo i costi sostenuti per eseguire l’intervento (acquisto pali, fili e barbatelle), ma anche le spese per i lavori in economia. Tra le novità del bando è stata ampliata la possibilità di subentro dei beneficiari a tutte le aziende che devono garantire il ricambio generazionale, come nel caso del primo insediamento di un giovane agricoltore.
 
Le domande di aiuto devono essere presentate, direttamente dagli imprenditori agricoli oppure attraverso i Centri di assistenza agricola (Caa), secondo le modalità stabilite da Agrea (http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/ocm/temi/vitivinicolo-1/contributi-ocm-del-settore-vitivinicolo/ristrutturazione-e-riconversione-igneti).  Sull’ultimo bando per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, valido per la campagna 2019-2020, sono state presentate 1.145 domande, con un plafond finanziario di quasi 16 milioni di euro, per il rinnovo di oltre 1.600 ettari di vigne, su una superficie complessiva di circa 52 mila ettari coltivati a vite in Emilia-Romagna.
 
Le altre misure di intervento   
 
Le altre quattro misure approvate, riguardano da una parte l’anticipo di alcuni pagamenti per assicurare maggiore liquidità alle imprese in questo momento di difficoltà, dall’altra garantiscono più flessibilità nel rispetto delle scadenze programmate.
 
In particolare, nell’ambito del bando del Programma regionale di sviluppo rurale (Psr) sui progetti di filiera viene data la possibilità di erogare in anticipo i contributi sugli investimenti effettuati dalle aziende agricole dopo il collaudo dei lavori, anche se il progetto di filiera nel suo complesso non è ancora del tutto concluso. Si stima che questo provvedimento interesserà circa un migliaio di aziende agricole, che così riceveranno prima del tempo gli aiuti richiesti. Di pari passo vengono allungati i tempi di presentazione delle domande di pagamento, una volta conclusi i lavori, senza incorrere in sanzioni, in considerazione delle difficoltà a rispettare il cronoprogramma degli interventi a causa dell’emergenza Covid-19.
 
Con un’altra delibera viene allungata di uno a due anni la durata anche dell’altro bando dell’Ocm vino varato nel 2019 sugli investimenti in cantina, con una dotazione finanziaria di partenza di cica 5 milioni di euro nel frattempo saliti a 6 milioni per le economie derivanti dal bando sulla promozione dei vini emiliano-romagnoli sui mercati esteri.  L’allungamento di un anno della durata del bando viene accompagnato dall’erogazione anticipata dell’80% del contributo, previo rilascio di una fideiussione bancaria.   
 
Ancora: nell’ambito del bando Psr da 3,4 milioni di euro per la concessione di un contributo in conto interessi per alleggerire il costo dei prestiti di conduzione a vantaggio dei soci degli Agrifidi, gli organismi che assistono le imprese agricole nel rapporto con le banche, viene di fatto recepita una misura inserita nel decreto “Cura Italia” varato recentemente dal governo per consentire l’utilizzo, oltre ai contributi in conto interessi, anche delle garanzie offerte dallo Stato.
 
Infine, viene prorogata dal 30 aprile al 30 settembre la scadenza del bando Psr sugli investimenti per lo sviluppo degli agriturismi e delle fattorie didattiche. Vengono inoltre introdotte misure di semplificazione e flessibilità per garantire l’erogazione anticipata dei contributi per i bandi sulla produzione di energia da fonti rinnovabili e sull’ agricoltura sociale. /G.Ma

“Emergenza Covid-19, campagne invase da pedoni e ciclisti che tentano di sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine”. L’allarme di Cia Reggio: “Agricoltori preoccupati e minacciati" .

“Campi, frutteti e vitigni invasi da chi esce di nascosto da casa e non vuole incappare nei controlli ‘anti-coronavirus’: rischi per l’incolumità di cittadini e agricoltori”. A lanciare l’allarme è Antenore Cervi, presidente Cia Reggio, che ha raccolto le segnalazioni di tantissimi agricoltori preoccupati ed esasperati per il continuo viavai di pedoni e ciclisti.

“La situazione riguarda l’intero territorio reggiano - entra nel dettaglio -: dalla zona ceramiche alla Val d’Enza, dalla montagna alla Bassa ma anche e soprattutto nei territori limitrofi al centro abitato di Reggio. Sempre più persone insofferenti all’isolamento - e forse anche perché le istituzioni nazionali la scorsa settimana hanno fatto passare un messaggio sbagliato di ‘allentamento delle indicazioni anti-contagio’ -, hanno deciso di uscire di casa. Ma, visto che parchi e giardini pubblici reggiani sono ancora off limit, in tanti si sono riversati nei campi privati: terreni appena seminati, frutteti e vigneti dove però gli agricoltori in questo periodo sono al lavoro con i trattori e i prodotti per i trattamenti. I divieti e i cartelli vengono ignorati. Eppure i rischi per l’incolumità sono palesi ma, evidentemente, non per tutti…”.

Cervi sottolinea infatti che “non sempre è sufficiente far notare alle persone sorprese in giro che i campi sono proprietà privata, che è difficile vedere dai grossi mezzi le presenza tra i filari, che talvolta i trattamenti usati possono essere pericolosi nell’immediato se respirati. In alcuni casi si è arrivati a diverbi, fino alle minacce. La tensione generale è elevata e basta davvero poco per accendere le micce”.

“Se è vero che nelle vie della città e dei paesi ci sono troppe persone in giro – prosegue il presidente Cia Reggio -, posso tranquillamente affermare che la situazione è ancora peggiore nelle campagne: vengono considerate la miglior soluzione per uscire all’aria aperta e sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine”.

Cervi rivela che “non ci sono solo quelli che va a passeggio o a fare jogging. Sono stati trovati ad esempio tanti ciclisti che hanno ‘scambiato’ le grandi e piccole carraie come piste da mountain bike. I campi arati o seminati vengono usati come perfetto allenamento per fare fitness. Non mancano neppure i centauri con le moto da cross. Addirittura, un nostro agricoltore ha sorpreso un giovane che tentava di usare un board elettrico. Siamo ormai alla follia e temiamo che in questo fine settimana pasquale la situazione peggiori ulteriormente”.
Il presidente Cia Reggio lancia dunque un appello a forze dell’ordine e sindaci: “Va benissimo controllare le vie della città e dei paesi, ma sono necessari analoghe verifiche anche nelle aree rurali per evitare incidenti, litigi e problemi vari. I campi sono le nostre aziende dove ogni giorno lavoriamo per garantire la produzione di cibo e assicurare la presenza di alimenti sani e freschi sugli scaffali: chiediamo comprensione e rispetto da parte di tutti”.

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Mercoledì, 08 Aprile 2020 16:38

Cannabis: il nuovo super cibo

Da erba per lo sballo a super cibo, la Cannabis per le sue proprietà benefiche e per la sostenibilità ambientale

Il cibo è una parte importantissima della cultura italiana, oltre ad essere un comparto industriale molto florido e leader mondiale con tante eccellenze che tutti cercano di imitare. Da qualche anno a questa parte, osservando i banchi dei supermercati e le trasmissioni tv, la gente ha voglia di sperimentare nuovi ingredienti e nuove sensazioni anche in cucina.

Ed ecco la nuova tendenza a dare importanza alla Cannabis non più soltanto spinti da quel concetto fisso di droga da evitare, ma quale ingrediente naturale ricco di proprietà benefiche di per sé e nei suoi derivati. Infatti nella produzione alimentare è permesso utilizzare i semi e i loro derivati (come l’olio e la farina), in quanto non contengono THC.

Il THC (tetraidrocannabinolo) è uno principali cannabinoidi contenuti nelle piante di canapa e si tratta di una sostanza psicoattiva, per questo motivo proibita negli alimenti se non come residuo di contaminazione durante le lavorazioni. La questione è differente per il CBD (cannabidiolo), altro cannabinoide presente in natura insieme al THC, di cui si fa sempre più ricorso sia in ambito terapeutico che in ambito gastronomico con il suo basso tenore.

Dal punto di vista nutrizionale i semi di Cannabis sono ricchi di acidi grassi polinsaturi essenziali, omega-6 e omega-3, in rapporto ottimale per la nutrizione umana all’interno del loro olio (che ricorda l’aroma di nocciola). È buono anche il contenuto di vitamine, come la E e quelle del gruppo B. Specialmente l’olio di CBD è diventato molto popolare, malgrado il suo prezzo più alto rispetto al normale olio di semi di canapa, perché consumarlo insieme ad altri alimenti consente di ottenere un potenziamento dei suoi effetti benefici.

L’olio di semi di canapa può essere usato a crudo, per non alterare le sue qualità organolettiche e nemmeno quelle nutrizionali, come condimento di qualunque portata e può essere reperito già oggi in svariati supermercati. Per chi volesse, invece, avvalersi anche delle proprietà nutraceutiche dell’olio di CBD lo potrà integrare l’olio usato su cibi e bevande, oppure assumerlo per via orale; sarà sufficiente porne alcune gocce sotto la lingua, per poi ingerirle per ottenere un effetto rapido ed efficace per esempio contro il dolore cronico.

Sarà interessante vedere come si comporteranno le quotazioni di mercato di questo nuovo super cibo alla luce di tutte le congiunture economiche negative, come accade anche per le quotazioni dei prodotti caseari.

La coltivazione delle tante varietà di Cannabis sarebbe anche un toccasana per l’ambiente, poiché sono piante in grado di crescere senza l’uso di pesticidi, riescono a catturare l’anidride carbonica dell’ambiente per trasferirla nel terreno, le fibre permettono la fabbricazione di nuovi materiali per l’edilizia assolutamente resistenti e fibre per l’industria tessile green. Di recente si è scoperto che possono addirittura bonificare i terreni contaminati da sostanze tossiche, come quelli presenti nella famosa Terra dei Fuochi.

Martedì, 07 Aprile 2020 18:11

Lattiero caseario. Listini in discesa.

Tiene il latte spot nazionale mentre crolla l’estero. Burro in caduta libera. Grana Padano e Parmigiano stazionari. 

di Virgilio Parma 07 aprile 2020 - 
 
LATTE SPOT – Nuovo rialzo del latte spot alla borsa veronese, il latte spot nazionale recupera l’1,6% per la seconda volta. Il latte spot crudo nazionale risale tra 30,93 34,02/100 litri di latte. —6% invece è lo scivolone del latte intero pastorizzato "spot" estero (FRANCIA) che quota  27,84 28,87€/100 litri di latte e segue la caduta del 14% della settimana precedente. Infine il Latte scremato pastorizzato spot estero precipita tra  15,53 17,60 €/100 litri di latte (-22% GERMANIA AUSTRIA)."
 
BURRO E PANNA –Cede di 10 centesimi il burro quotato a Milano. A Parma lo zangolato cede 5 centesimi, ma non per troppo tempo posto che a Reggio il prezzo si è contratto di 5 centesimi al chilo scendendo sotto soglia dell’euro. Scivola anche la crema (-10%).
Borsa di Milano 06 aprile 2020: 
BURRO CEE: 3,10 €/Kg. (-)
BURRO CENTRIFUGA: 3,35 €/Kg.  (-)
BURRO PASTORIZZATO: 1,50 €/Kg. (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,30 €/Kg. (-)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,54 €/Kg. (-)
MARGARINA marzo 2020: 1,03 - 1,09 €/kg (=)
 
Borsa di Verona 6 aprile 2020: (-)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,55 / 1,65 €/Kg.
 
Borsa di Parma 3 aprile 2020 (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,00 €/Kg.
 
Borsa di Reggio Emilia 7 aprile 2020 (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,90 - 0,90 €/kg.
 
GRANA PADANO – Milano 6 aprile 2020 – Listini inalterati. 
 
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 6,75 – 6,95 €/Kg. (=)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,25 – 8,50 €/Kg. (=)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,75 – 8,95 €/Kg. (=)
- Fuori sale 60-90 gg: 5,60 – 5,75 €/Kg. (=)
 
PARMIGIANO REGGIANO – Parma 3 aprile 2020 – Leggero recupero per il 12 mesi, inalterati gli altri listini.
 
-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 8,00 - 8,40 €/Kg. (+)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 8,60 - 9,00 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 9,50 - 10,15 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 10,20 - 11,15 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 12,05 €/Kg.(=)

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Coronavirus: agire locale per ritornare a pensare globale.  Il presidente Simonazzi chiede di supportare maggiormente le aziende del territorio  per sostenere l’economia delle piccole imprese e i posti di lavoro connessi

Reggio Emilia, 7 aprile 2020. Per garantire le forniture alimentari a 60 milioni di persone in questo periodo, quasi tutta la filiera agroalimentare è in attività con oltre un milione di imprese divise tra le 700mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari di cui il 70% sono imprese artigiane, 300 mila attività di ristorazione di cui il 15% artigiane.

La situazione di emergenza sanitaria con conseguente blocco dell’economia in Italia e non solo, potrebbe però mettere in ulteriore difficoltà le micro imprese, che hanno una capacità finanziaria limitata e cominciano ad accusare la carenza di manodopera e le criticità a livello di logistica e trasporti.

“L’appello che vogliamo lanciare alla grande distribuzione – dichiara Marco Simonazzi, presidente CNA Alimentare - è quello di supportare le aziende del territorio acquistando in misura maggiore prodotti dalle aziende locali, per sostenere l’economia del territorio e i tanti posti di lavoro ad essa connessi”.

La progressiva chiusura del canale Horeca, non solo a livello nazionale ma anche internazionale, ad esempio, ha sottratto un canale di sbocco importantissimo per i prodotti di posizionamento alto e medio-alto (per esempio vino o formaggi) e che assorbe percentuali rilevanti dei flussi complessivi di export, e in prospettiva potrebbero poi palesarsi ulteriori difficoltà.

“Dobbiamo agire – conclude il presidente Simonazzi - ci vuole creatività, una strategia, una visione di insieme, unità di tutta la filiera. Su questo un aiuto arriva anche dalle piattaforme digitali, come sta dimostrando la pagina sul sito cnare.it dedicata alle aziende CNA che fanno consegna a domicilio di generi alimentari nella provincia reggiana, sempre più un punto di riferimento per produttori e cittadini. Anche perché per i grandi eventi per il rilancio del settore, come le fiere, dovremo aspettare un po' di tempo e comunque non prima del 2021”.

 

Rabboni: “Un plauso a tutti gli operatori che lavorano per garantire il pomodoro sulle nostre tavole”

I 130 contratti aziendali di compravendita del pomodoro 2020 depositati all'organizzazione interprofessionale OI Pomodoro da industria del Nord Italia, per le verifiche di conformità, sono risultati in linea con le quantità previste nei precontratti e quindi con l'obiettivo di programmazione produttiva 2020 fissato dalle parti nel contratto d'area Nord Italia. La programmazione produttiva dunque, grazie alla partecipazione consapevole di tutte le componenti, funziona e raggiunge i traguardi concordati.

Questo l’importante dato su cui ci si è confrontati in occasione della riunione in videoconferenza – in linea con le disposizioni per il contrasto alla diffusione del Coronavirus – tra i rappresentanti della componente industriale ed agricola della filiera che hanno esaminato l'esito dell'analisi sui contratti curata dall’OI, come soggetto terzo, su mandato della filiera stessa.

“L’OI – spiega il presidente Tiberio Rabboni - ha valutato la conformità dei contratti, depositati alla scadenza del 16 marzo scorso, ai precontratti aziendali definiti nelle settimane precedenti ed ha riscontrato il sostanziale rispetto di quanto programmato: sia per le quantità, sia per le superfici contrattate”.
Gli obiettivi di programmazione erano stati definiti congiuntamente dalle parti agricola e industriale che, già al termine della campagna 2019, avevano iniziato un serio e intenso confronto con lo scopo di definire un Accordo Quadro d’Area, poi raggiunto il 13 febbraio, che comprendesse l’importante e innovativo aspetto della programmazione produttiva, nei tempi idonei per garantire le scelte delle aziende agricole e la pianificazione industriale.

“Per calibrare gli obiettivi di programmazione e la loro sostenibilità – sottolinea Rabboni - le parti hanno utilizzato lo strumento dei precontratti, redatti a gennaio, i quali sono stati poi formalizzati nei contratti, sottoscritti a marzo. Una seria programmazione è a vantaggio di tutto il sistema, sia per la produzione agricola che per la produzione industriale, per evitare sovrapproduzione e garantire la fornitura necessaria tenendo conto della reale richiesta dei mercati”.

Entro il prossimo 30 giugno verranno confrontate le superfici effettivamente coltivate con gli obiettivi fissati nei contratti aziendali. Poi un’ulteriore verifica ci sarà a fine ottobre per valutare il rispetto dei quantitativi prodotti con quelli contrattati. Nel caso del mancato rispetto degli impegni di programmazione scatterà un sistema di trattenute economiche che andranno a formare un fondo, gestito dall’OI, per finanziare progetti di sviluppo a vantaggio di tutta la filiera.

Durante la videoconferenza le rappresentanze industriali ed agricole si sono doverosamente confrontate anche sugli scenari generati dall’attuale emergenza Coronavirus. A questo proposito rivolgono alla filiera nel suo insieme un messaggio di ringraziamento per il grande senso di responsabilità, per la passione e il coraggio dimostrato dagli agricoltori, dai lavoratori stagionali e da tutti i dipendenti delle industrie di trasformazione e attività connesse che stanno operando anche in questo drammatico momento, per assicurare la continuità delle attività e dei processi affinché il pomodoro italiano continui ad arrivare sulle tavole dei consumatori di tutto il mondo.

 

Leggero rimbalzo per il Latte spot, burro in tenue discesa così come pure il Grana Padano. Stazionari i listini del Parmigiano Reggiano. 
 
di Virgilio Parma 31 marzo 2020 - 
 
LATTE SPOT – Leggero rimbalzo del latte spot alla borsa veronese, il latte spot nazionale recupera l’1,6%. Il latte spot crudo nazionale risale tra 30,41 e 33,51/100 litri di latte. —2,9% per il latte intero pastorizzato "spot" estero che quota  32,99 35,05€/100 litri di latte e infine il Latte scremato pastorizzato spot estero risale leggermente a  20,18 - 22,25 €/100 litri di latte (+2,5%)."
 
BURRO E PANNA – Apertura con un leggero ribasso della borsa milanese. Flessione significativa per la crema milanese. A Parma lo zangolato resta inalterato, ma non per troppo tempo posto che a Reggio il prezzo si è contratto di 5 centesimi al chilo.  
Borsa di Milano 30 marzo 2020: 
BURRO CEE: 3,20 €/Kg. (-)
BURRO CENTRIFUGA: 3,45 €/Kg.  (-)
BURRO PASTORIZZATO: 1,60 €/Kg. (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,40 €/Kg. (-)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,64 €/Kg. (-)
MARGARINA marzo 2020: 1,03 - 1,09 €/kg (=)
 
Borsa di Verona 9 marzo 2020: (-)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,60 / 1,63 €/Kg.
 
Borsa di Parma 27 marzo 2020 (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,05 €/Kg.
 
Borsa di Reggio Emilia 31 marzo 2020 (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,00 - 1,00 €/kg.
 
GRANA PADANO – Milano 30 marzo 2020 – Listini in altalena. Cedono i più freschi. 
 
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 6,75 – 6,95 €/Kg. (-)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,25 – 8,50 €/Kg. (=)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,75 – 8,95 €/Kg. (=)
- Fuori sale 60-90 gg: 5,60 – 5,75 €/Kg. (-)
 
PARMIGIANO REGGIANO – Parma 27 marzo 2020 – Nessuna quotazione rilevata venerdì 27 marzo 2020.
 
-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 8,00 - 8,35 €/Kg. (NQ)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 8,60 - 9,00 €/Kg. (NQ)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 9,50 - 10,15 €/Kg. (NQ)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 10,20 - 11,15 €/Kg. (NQ)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 12,05 €/Kg.(NQ)

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Di Meccagri 26 marzo 2020 - Con le vendite di macchine e attrezzature agricole totalmente bloccate dal 12 marzo 2020 è ormai crisi nera per i commercianti del settore, “condannati” già dal prossimo mese ad una estrema sofferenza economico-finanziaria che potrebbe causare la chiusura di molte aziende.
 
UNA LETTERA APERTA INVIATA AL PREMIER

Rinaldin_Conte.jpgUnacma, l’Unione nazionale commercianti di macchine agricole, descrive così la situazione di particolare gravità in cui versano i propri associati, situazione che ha indotto il presidente dell’Unione Roberto Rinaldin (nella foto di apertura e qui sopra a sinistra) a inviare una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, chiedendo a gran voce provvedimenti urgenti per la propria categoria.
 
UN COMPARTO VITALE PER L’ECONOMIA NAZIONALE

Dopo aver espresso grande considerazione per l’operato del governo («Per affrontare una emergenza così imprevedibile, siamo consapevoli che non esista né una procedura né un manuale da seguire e quindi le giunga il nostro apprezzamento per quanto finora fatto nell’interesse di tutto il popolo italiano», si legge nella lettera) e aver assicurato come associazione di categoria «il più completo e assiduo impegno nel garantire i nostri servizi ad agricoltori e contoterzisti perché possano a loro volta, garantire le produzioni alimentari indispensabili», Rinaldin sottolinea l’importante contributo al PIL nazionale del suo comparto corrispondente ad un importo di 4.300 milioni di euro, con una produzione di entrate per lo stato italiano pari a 1.000 milioni di euro netti, senza contare il gettito derivante dalla filiera agricola di cui i dealer fanno parte.
«Su circa 3000 aziende commerciali e di riparazione capillarmente distribuite sul territorio i veri e propri dealer di macchine agricole italiani sono poco meno di 700 – fa presente Rinaldin –. Oltre alle funzioni di distribuzione delle macchine agricole, vengono svolte anche le forniture di ricambi, servizi di riparazione e manutenzione, collaudi funzionali delle attrezzature di distribuzione fitosanitaria, messa a norme delle macchine agricole in base al decreto 81, messe in opera, personalizzazioni ed ottimizzazioni delle macchine da raccolta, manutenzioni degli impianti zootecnici, irrigui ed a servizio dell’industria agroalimentare, trasporti, pratiche di collaudo, servizi finanziari propedeutici all’acquisto, funzioni burocratiche relative all’acquisizione della clientela di pratiche contributive Inail, crediti d’imposta e accesso ai vari piani di sviluppo, ivi compresi studi di fattibilità e redazione dei preventivi».
 (Foto sopra Rinaldin e Conte)


UN’ATTIVITÀ STRETTAMENTE LEGATA ALLA STAGIONALITÀ
«Un’attività – sottolinea il presidente di Unacma – strettamente legata alla stagionalità delle produzioni alimentari, con un apice proprio dal mese di marzo. Allo stato attuale, grazie anche ai provvedimenti dei recenti Dpcm, le nostre strutture sono rimaste attive. Di fatto, però, l’intero comparto vive un momento di sospensione ed è attiva solo per la parte di fornitura urgente dei ricambi e di erogazione di servizi manutentivi, che per prassi sono più un costo che un ricavo».
 
VENDITE FERME, CON LO STOP AGLI INVESTIMENTI DA PARTE DEGLI AGRICOLTORI

«La vendita delle macchine e attrezzature, core business della nostra categoria, dove si consolidano i nostri bilanci, si è totalmente bloccata dal 12 marzo 2020 – prosegue Rinaldin –. Tutti gli agricoltori, comprensibilmente, in questo momento, non sono certo impegnati nel valutare e/o concludere gli investimenti programmati, neppure in presenza della opportunità che il Governo ha concesso agli agricoltori con la trasformazione del super e iper ammortamento in credito d’imposta. Questo significa, per le nostre aziende, perdere totalmente l’anno in corso dal punto di vista commerciale».

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MOLTE IMPRESE DEL SETTORE COSTRETTE ALLA CHIUSURA
«Unacma – rimarca il suo presidente – ha previsto per il settore l’entrata in uno stato di estrema sofferenza economico-finanziaria entro la fine del mese di aprile, che potrebbe causare la chiusura di molte aziende e il crollo di queste aziende, oltre a determinare ulteriori perdite di PIL e di posti lavoro, comporterebbe un danno difficilmente sostenibile dalle aziende agricole in generale, venendo a mancar loro primariamente il servizio capillare di fornitura e manutenzione del parco macchine circolante».
 
CINQUE RICHIESTE BASILARI PER LA SOPRAVVIVENZA DELLA CATEGORIA
Di qui la richiesta da parte di Unacma dell’adozione urgente di un provvedimento dedicato alla categoria che consta di cinque capisaldi:
1) intervenire, già entro la fine del mese di marzo, con azioni che ci consentano alla categoria, in mancanza di fatturato, di disporre di sufficiente liquidità per onorare gli impegni in scadenza immediata, ivi compresa una moratoria dei mutui bancari estesa da 6 a 12 mesi (a differenza di quella concessa a tutte le forme imprenditoriali sia individuali che societarie);
2) immediata messa a disposizione degli ammortizzatori sociali per il personale dipendente, oltre alle misure temporali già previste (ammesso che la criticità dovesse essere superata già nel mese di aprile, per i concessionari non cambierebbe nulla o quasi, economicamente;
3) immediata messa a disposizione, attraverso il sistema bancario, di liquidità corrente garantita da un fondo statale, di facile accesso mediante corsie preferenziali per far fronte alle scadenze ordinarie;
4) immediato rinvio di pagamento di qualsivoglia tassazione diretta e indiretta e successiva possibilità di rateizzazione a partire da 12 mesi delle stesse;
5) immediata emissione di contributi a fondo perduto dedicati alla categoria dei commercianti e riparatori di macchine agricole per il sostentamento di comprovate emergenze finanziarie occorrenti al proseguimento dell’attività lavorativa in termini di investimenti tecnico-strutturali.
«Siamo certi – conclude la lettera di Rinaldin – che considererà attentamente le nostre richieste e che vorrà sottoporle anche ai ministri competenti al fine di accoglierne il contenuto con un provvedimento urgente per dare al nostro settore, giustamente considerato primario, le risposte che si attende».
 
 
Fonte testo: Unacma
Fonte immagini: Unacma e SDF, e Nobili spa (lgc)

 

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 19 - n° 13 29 marzo 2020 -
Editoriale:  - Un uomo solo al comando. - Lattiero caseario. Borse a singhiozzo.- Cereali e dintorni. Impennata dei prezzi - Finanziamento da 160 milioni di euro per la crescita del Consorzio Casalasco del Pomodoro - FederUnacoma: la produzione di macchine è strategica, come l’intera filiera agro-alimentare - Scenari nel mondo del vino dopo il corona virus -

Cibus-13-29mar2020-COP.jpgSOMMARIO Anno 19 - n° 13 29 marzo 2020
1.1 editoriale
Un uomo solo al comando.
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Borse a singhiozzo.   
4.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Impennata dei prezzi
6.1 cereali e dintorni tendenze.
7.1 cereali e dintorni Cereali
8.1 pomodoro  Finanziamento da 160 milioni di euro per la crescita del Consorzio Casalasco del Pomodoro
8.2 meccanica e covid-19  FederUnacoma: la produzione di macchine è strategica, come l’intera filiera agro-alimentare
9.0 vitivinIcoltura e covid-19 Le aziende
9.1 vino post coronavirus Scenari nel mondo del vino dopo il corona virus
10.1promozioni “vino” e partners
12.1 promozioni “birra” e partners

 

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Di Meccagri 26 marzo 2020 - FederUnacoma, la federazione dei costruttori di macchine per l’agricoltura, prende atto della decisione del governo di non inserire fra le attività produttive ritenute essenziali, in questa fase di emergenza sanitaria che il Paese sta affrontando, il proprio comparto modificando quanto precedentemente deciso, sulla base delle pressioni delle rappresentanze sindacali.
 
VIA DALL’ELENCO DELLE ATTIVITÀ ESSENZIALI, UNA SCELTA CON PESANTI CONSEGUENZE

Alessandro-Malavolti-Presidente-Federunacoma.jpg«L’elenco dei nuovi codici Ateco stilato ieri (il 25 marzo, ndr) dal MISE – commenta il presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti (nella foto) – esclude di fatto dalle attività ritenute essenziali le nostre produzioni, unico caso in Europa, ponendo un segmento produttivo da 11,4 mld di fatturato in gravissima difficoltà».

FederUnacoma ritiene pertanto doveroso fare alcune precisazioni a tutela del settore perché in gioco c’è certamente la massima attenzione nei confronti dei lavoratori, della loro salute ma anche la tenuta di un tessuto industriale che “serve” il Paese e il mondo.
L’agricoltura è da sempre il “bene primario” di ogni territorio, e in questa fase emergenziale è ritenuta giustamente, insieme alle attività sanitarie e farmaceutiche, un asset strategico al quale il mondo dei costruttori di macchine agricole appartiene interamente in un’ottica di filiera.
 
IL TRATTORE E LE MACCHINE AGRICOLE CHE NON VEDI AL SUPERMERCATO

In questo periodo dell’anno sono molti gli ordini in corso di ricambi e macchine, in particolare quelle stagionali come le seminatrici, le tante attrezzature per la lavorazione del terreno, le macchine per la raccolta, le macchine per i trapianti che, in particolare, avviano adesso la stagione agraria per la produzione di tanti nostri alimenti. Tutto quello che nei supermercati non si vede ma che è indispensabile a monte della filiera agro-alimentare e la cui possibile difficoltà di reperimento potrebbe rendere ancora più critica l’attività di molte aziende agricole.
 
ALCUNE AZIENDE AVEVANO CHIUSO MA ALTRE STAVANO CONTINUANDO A LAVORARE, NEL PIENO RISPETTO DELLE NORMESUPERMERCATO_TRATTORE.jpg
Alcune delle imprese aderenti a FederUnacoma – che accoglie piccole, medie e grandi aziende – sin dall’inizio delle restrizioni resesi necessarie per il contenimento del contagio, avevano già deciso la chiusura degli stabilimenti per difficoltà logistiche dovute anche all’incertezza su quelle che sarebbero state le decisioni governative.
Ma molte altre realtà aziendali stavano cercando di continuare a lavorare – seppur con linee produttive estremamente ridotte – nel rispetto di tutte le norme emanate dal governo e della sicurezza dei propri dipendenti, per non bloccare del tutto un comparto già pesantemente segnato da cali di fatturato senza precedenti.
 
PRONTI A PROSEGUIRE LA PRODUZIONE IN SICUREZZA, CON SENSO DI RESPONSABILITÀ
«Siamo dotati di un grande senso di responsabilità e di servizio per il nostro Paese, dichiara il presidente Malavolti, ma è difficile comprendere la mancanza di consapevolezza dell’importante ruolo svolto da questi mezzi meccanici soprattutto in un momento complesso come questo».
La Federazione sottolinea poi il rischio di una concorrenza sleale da parte di competitor internazionali in considerazione del fatto che molti altri Paesi ritengono essenziali attività produttive analoghe alle nostre, che hanno quindi la facoltà di continuare a commercializzare al posto delle nostre imprese.
Impossibile per FedeUnacoma pensare che il blocco imposto possa andare oltre il 3 aprile; la Federazione auspica quindi un confronto urgente con le parti politiche competenti per ripristinare, dopo questa data e secondo una gradualità adeguata, le produzioni delle nostre aziende.
 
Fonte: FederUnacoma
Fonte immagini: Maschio Gaspardo, Pixabay elaborazione Meccagri, e Nobili spa (lgc)

 

 

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Parma, 26 marzo 2020 – Nell’attuale scenario influenzato dagli effetti del virus Covid-19 il Consorzio della Bonifica Parmense ha ridefinito il proprio assetto organizzativo interno con la priorità immediata di garantire la continuità del servizio d’irrigazione a sostegno di una delle poche filiere, quella agricola, che prosegue l’attività quotidiana nel nostro territorio. Oltre a questo hanno continuità tutte le attività di difesa idraulica e di protezione e prevenzione dal rischio idrogeologico.

L’obiettivo è dunque bivalente: mantenere il servizio a tutela dei cittadini serviti e garantire la piena sicurezza del personale impegnato. L’emergenza sanitaria causata dalla pandemia rende, oggi più che mai, importante e fondamentale il mantenimento delle unità operative, la cui attività viene ritenuta indispensabile da ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi di Bonifica) nel rispetto delle disposizioni governative.

Lo staff è costantemente impegnato in attività di manutenzione e preparazione del reticolo di canalizzazione e degli impianti idrovori utili all’irrigazione. Un’irrigazione che quest'anno, nonostante le ultime gravi gelate, con la complicità di un inverno caldo e siccitoso, inizierà con ogni probabilità in anticipo sulla normale tabella di marcia, quindi alla metà di Aprile.

Ogni anno il Consorzio nel comprensorio del Parmense distribuisce attraverso l’invasamento della propria rete di canali circa 30 milioni di metri cubi d'acqua prelevati da fonti di superficie e da falde sotterranee per consentire la produzione agro-alimentare delle nostre aree vocate a produzioni tipiche quali Parmigiano Reggiano, pomodori, ecc., che non può fermarsi neanche nell'attuale condizione di emergenza sanitaria.

Lo sportello rivolto agli utenti è temporaneamente chiuso e tale resterà almeno fino al 3 Aprile. Il Consorzio ha messo in evidenza sul portale www.bonifica.pr.it tutti i riferimenti specifici e di settore a cui gli utenti possono richiedere informazioni o espletare pratiche (numeri Verdi, numeri diretti dei responsabili, mail e simili).

A meno di un mese dall’inizio dell’emergenza, oltre il 90% dei dipendenti della sede è in regime di smart working. Sono state individuate tipologie di lavoro cosiddetto “agile” con l’obiettivo di diminuire al massimo la necessità di uscita o presenza negli uffici puntando sulla responsabilizzazione dei lavoratori e tutelando l’efficienza del servizio erogato.

da L'Equilibrista @lequilibrista27 Reggio Emilia 27 marzo 2020 - Il Mondo dei numeri è oggettivo perché travalica i discorsi e si contrappone maledettamente al mondo del vino che oggi più che mai è collegato alle soggettività, l'unica vera forma d'arte a tutti i livelli che si impone da sempre quale altra faccia dell'oggettività.

Cosa dire dopo questa affermazione mi chiedo annuendo ed osservando attraverso il video il mio ospite.
D'altronde è quello che mi aspettavo nell'intervistare una persona così complessa, poliedrica ed operativa come Alessandro Rossi, un uomo del vino da più di vent'anni, che pensa strategie, le realizza e nel contempo osserva le persone, i loro stili di vita, facendoli propri per capire il futuro ed anticiparlo.

L'Equilibrista intervista Alessandro Rossi @lozingarodilusso

In tempi di quarantena forzata, ammirare il sole primaverile ed il suo tepore fuori le finestre, irrompe nel gelo immobile dei pronto soccorsi o delle strade deserte fatte di pertugi, dove il calore vibrante non arriverà mai.
Una visione che lascia spazio a mille riflessioni ma centrale negli occhi di Alessandro Rossi, persona attenta e colta che ha fatto della sua passione per il vino uno stile di vita, iconico, dinoccolato e mascalzone, riprendendo il suo pseudonimo “lo zingaro di lusso”, ha raccolto oggettività, gestendo enoteche, degustando territori, scritto e letto tantissimo sulle persone del vino e sulla gente conosciuta per caso osservando il loro modo di essere.

Inevitabile parlare quindi di pianificazione ed Alessandro racconta di aspettarsi un'Italia che avrà due aperture una volta risolta la crisi, la prima più prevedibile, nella quale il privato comprerà in futuro non direttamente in cantina ma attraverso i canali on-line e delivery, alternativa possibile e futura per un'Italia ancora poco incline su questo fronte. Questo processo di distribuzione per il consumatore “casalingo” sta guadagnando spazi ovunque, basti solo pensare ad Amazon, quindi inevitabilmente questo canale avrà un grande orizzonte ed una sua strategia.
Alcuni consumatori maturi che amano i vini estremamente pregiati, da collezione per capirci, continueranno a comprare il prodotto direttamente in cantina facendoselo spedire, anche se oggi non funziona molto ve lo garantisco, tanto che sono gli stessi per altro a frequentare le enoteche, qualora queste non fossero chiuse del tutto da qui a breve.

Poi la successiva analisi, che tocca velocemente tanti punti di carattere sociologico e comportamentale e qui la discussione si amplia molto perché se pensiamo all'Italia come detentrice di un patrimonio artistico che neppure gli italiani, da esterofili quali sono di natura apprezzano a pieno, dall'estero questa risorse naturale subirà certamente un pesante rallentamento, ma il tutto potrebbe essere compensato dagli stessi italiani che restando nel Bel Paese, potrebbero con la loro propensione di amanti del gusto e della vita, rendere meno lancinante.
Il turismo romagnolo per citare quello più famoso che per numeri e densità è secondo solo a quello di Las Vegas per capirci, riprende Alessandro, è fatto di famiglie proprietarie di esercizi balneari, ristoranti ed alberghi. Persone concrete che poggiano su basi solide di anni di fortunate gestioni e di parsimonia, ma ovviamente, mancando il tempo necessario per preparare la stagione estiva, che ormai sarebbe alle porte, potrebbe dover far fronte ad un limite enorme ma comunque più gestibile se paragonato alle vicine Francia e Spagna che invece hanno storicità differenti e soprattutto imprese vitivinicole con limitata caratterizzazione a confronto dell'Italia.

Mi ricorda Alessandro, che la nostra nazione è una delle poche che ancora si avvale di agenti per gestire i mandati in ambito vitivinicolo e questo è ancora un limite per affrontare un mercato frammentato culturalmente ma soprattutto geograficamente come l’Italia. Nonostante tutto, l’uomo e chi rappresenta il tessuto vinicolo è fondante nel suo genere perché veicola valori e certezze, merce rara al nostro tempo.

La fiducia dell'enotecario a livello locale, la capacità del distributore a livello nazionale ed estero, o dell’agente diretto hanno un’unica tradizione per altro tutta italiana, che è quella di poter raccontare storie di successo delle nostre cantine vinicole, veicolando i valori di impegno, cuore, coraggio nelle scelte stilistiche prese dai nonni prima di loro, completando un ventaglio di personalizzazione che non ha eguali e che per altro fanno da traino su mercati non solo italiani. Un esempio su tutti è forse quello americano, così affamato di storie, racconti e successi nei quali riconoscersi attraverso una tradizione che a loro non appartiene.
Ci concentriamo su altri canali allora e arriviamo al mercato HO.RE.CA. che sarà – come raccontavamo prima - una certezza per il mercato di questo segmento ma che, almeno per il prossimo futuro, vedrà nella distribuzione tradizionale, l'unica ad essere riconosciuta come sicura e sinonimo di qualità certa.
Questo se non altro perché la ristorazione poggia su elementi gestionali agili, magazzini leggeri, ordini al pronto o sul venduto, accostando sempre più il servizio come centrale in ottica di sviluppo della relazione finale con il cliente e quindi con il consumatore finale, elementi essenziali per poter approcciare a nuovi mercati e nuove cantine.

Il coronavirus – continuando la sua cavalcata – può minare le piccole realtà vinicole che adesso si troveranno in pericolo, troppo piccole per avere un ruolo centrale per l’esportazione a causa dell’esiguo numero di bottiglie prodotte, ma altrettanto limitate per soddisfare le esigenze di carte di vini esteri che vogliono esclusive o numeri da capogiro per le loro dimensioni, troppo locali per far fronte a crescite che possano metterle al riparo e possano garantirle un punto di pareggio definito e programmabile.
Alessandro in questo è concreto, diretto, spietato forse, ma giusto nella sua analisi ed è per questo che ascoltandolo deve maturare l'idea di sperare in un apporto senza precedenti da parte del governo che possa sostenere queste realtà che oggi hanno bisogno di strumenti finanziari diretti per poter andare oltre l'ostacolo.

Mentre ci congediamo e la nostra conversazione volge alla speranza più che alla condanna, Alessandro mi rammenta come l'Italia sia stata capace di diventare baluardo e produttore di eccellenze enogastronomiche a livello universale dopo essere stata demolita dalla guerra, dalla fame e dalla carestia. Non a caso dando una risposta, proprio in questa direzione, creando una catena del valore unica al Mondo per qualità e biodiversità.

Ed ancora torna prepotente la simbologia dell'oggettività dei fatti e la soggettività per gestirli, due visioni che di concerto una persona come Alessandro ha imparato a plasmare e fare proprie.
Ci salutiamo con la promessa che la prossima volta sarà davanti ad una bottiglia di vino.

Contatti ed info:
http://www.www.deepredstories.com
@lozingarodilusso

 

 

L’operazione è stata conclusa grazie al supporto di Cassa Depositi e Prestiti e UniCredit, insieme a un pool di banche, per ampliare il business del Consorzio, eccellenza italiana dell’agroalimentare

Rivarolo del Re (CR) 25 marzo 2020 - È stato recentemente siglato un accordo di finanziamento da oltre 160 milioni di euro tra il Consorzio Casalasco del Pomodoro, un pool di istituti finanziari e con Cassa Depositi e Prestiti (CDP), a supporto dello sviluppo delle attività produttive e commerciali della cooperativa.

Questa operazione, che ha coinvolto diversi istituti di primaria importanza e ha visto UniCredit come banca agente e Cassa Depositi e Prestiti come arranger insieme ad alcune banche, evidenzia il forte sostegno da parte dl sistema bancario al Consorzio Casalasco. Grazie a questo finanziamento la Cooperativa rafforzerà la propria struttura finanziaria e potrà realizzare importanti investimenti sia sul fronte industriale che su quello commerciale.

La partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti – presente nel capitale della cooperativa dal 2016 attraverso la controllata SIMEST – conferma la forte attenzione del Gruppo nei confronti di un settore strategico come l’agroalimentare, cruciale per lo sviluppo del territorio e per la crescita del Made in Italy.

Oggi il Consorzio Casalasco del Pomodoro aggrega centinaia di aziende agricole e rappresenta la prima realtà nazionale nella filiera di pomodoro da industria. Con oltre 1.000 dipendenti e 3 stabilimenti, è presente in più di 60 Paesi al mondo e può contare su una consolidata relazione di co-packing con le principali multinazionali del food, oltre che su due rinomati marchi di proprietà, Pomì e De Rica, che proprio grazie a questa operazione potranno essere ulteriormente valorizzati sui mercati internazionali.

“Un’operazione strategica - afferma Costantino Vaia, Direttore Generale del Consorzio Casalasco del Pomodoro– a supporto del lavoro svolto e, soprattutto, dei progetti che realizzeremo nei prossimi anni. Parlare di futuro ed investimenti sul Made in Italy in questi momenti così delicati per il Paese non è semplice, ma comunque possibile. Il settore agroalimentare sta dimostrando ancora una volta il proprio ruolo strategico e il grande contributo che può dare anche in situazioni di emergenza come queste”.

“L’impegno di Cassa Depositi e Prestiti è sempre più orientato alla vicinanza con il territorio e al supporto delle imprese, per generare un impatto positivo sul tessuto economico e sulle comunità locali - ha dichiarato Nunzio Tartaglia, Responsabile della Divisione CDP Imprese - In questo momento particolare, sentiamo ancor di più la responsabilità di rinnovare e rafforzare il sostegno alla crescita delle eccellenze italiane nel mondo, come il Consorzio Casalasco del Pomodoro, anche con l’obiettivo di valorizzare le aziende impegnate nell’agroalimentare, settore vitale per l’economia del Paese”.

“Il supporto alle aziende e alle comunità locali è da sempre uno degli obiettivi che ci prefissiamo, ancor più in momento difficile come l’attuale - ha aggiunto Marco Bortoletti, Regional Manager Lombardia di UniCredit - Il finanziamento al Consorzio Casalasco del Pomodoro, eccellenza italiana dell’agroalimentare, rappresenta un concreto segnale della volontà di supportare e accompagnare nel proprio percorso di crescita questa realtà imprenditoriale attiva in un settore fondamentale e strategico per il Paese”.

Consorzio Agrario: garantiti i servizi al mondo agricolo e al comparto agroalimentare 

PARMA – ( 24 Marzo 2020 ) - In un contesto problematico come quello che stiamo vivendo, sotto gli effetti pressoché totalizzanti sulla comunità e le produzioni del virus Covid 19, il comparto agroalimentare, con particolare rilevanza per quello rappresentato dal primo settore agricolo, rimane tra i pochi presidi attivi alla ricerca di standard produttivi stabili anche per questa annata iniziata decisamente in salita.

L’agricoltura può rappresentare un’ancora di salvezza ed è proprio in quest’ottica che il Consorzio Agrario di Parma, presente sul territorio dal 1893, vuole rimarcare la capillarità della sua azione di servizio in tutte le zone della provincia, in grado di garantire l’approvvigionamento costante di tutto quanto occorra alle imprese agricole, sia in pianura che nei presidi montani e di prossimità, in cui faticosamente si prosegue il lavoro quotidiano tra le mille criticità presentate dall’attuale scenario. Sono garantiti quindi: i servizi al mondo agricolo con assistenza tecnica e fornitura dei mezzi utili alla produzione, l’assistenza meccanica e la fornitura di ricambi, la fornitura di carburante, il servizio zootecnico con il supporto degli alimentaristi e la fornitura quotidiana del mangime, attraverso le agenzie con i propri punti vendita è garantita la fornitura di alimenti per gli animali da cortile e gli animali da compagnia, con gli 8 negozi alimentari si offre un servizio unico alla popolazione dei comuni della montagna, i mulini ed i trasformatori in genere continuano a ritirare il grano dai nostri depositi per poter trasformarlo in farina per la produzione di pane o pasta, garantiamo la corretta conservazione delle forme di parmigiano reggiano all’interno dei nostri magazzini di stagionatura.

Sul portale www.consorzioagrario.it  sono presenti tutti i contatti telefonici e di posta elettronica per interagire con gli esperti consortili che potranno offrire la loro consulenza in merito alle problematiche quotidiane che il mondo agricolo deve affrontare. In più si può trovare una mappa geografica della provincia con tutti i contatti delle numerose agenzie e tutti i riferimenti necessari.

 

Martedì, 24 Marzo 2020 17:53

Lattiero caseario. Borse a singhiozzo.

Latte spot in discesa e inalterati gli altri listini per sospensione delle quotazioni.
 
di Virgilio Parma 24 marzo 2020 - 
 
LATTE SPOT – Dal 9/3, ultima quotazione di borsa veronese, il latte spot nazionale cede oltre il 15%. Il latte spot crudo nazionale con un pesante ridimensionamento giunge a collocarsi tra 29,38 e 33,51/100 litri di latte. -4,8% per il latte intero pastorizzato "spot" estero che quota  34,02-36,09 €/100 litri di latte e infine il Latte scremato pastorizzato spot estero cede ancor più e si colloca tra 19,67 e 21,74 €/100 litri di latte (-2,4%)."
 
BURRO E PANNA – Chiuse le borse di Milano che mantiene le quotazioni del 9/3. A Parma lo zangolato resta inalterato.  
Borsa di Milano 09 marzo 2020: 
BURRO CEE: 3,25 €/Kg. (-)
BURRO CENTRIFUGA: 3,50 €/Kg.  (-)
BURRO PASTORIZZATO: 1,65 €/Kg. (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,45 €/Kg. (-)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 170 €/Kg. (+)
MARGARINA marzo 2020: 1,03 - 1,09 €/kg (=)
 
Borsa di Verona 9 marzo 2020: (-)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,60 / 1,63 €/Kg.
 
Borsa di Parma 20 marzo 2020 (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,05 €/Kg.
 
Borsa di Reggio Emilia 17 marzo 2020 (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,05 - 1,05 €/kg.

 
GRANA PADANO – Milano 9 marzo 2020 – Rimangono invariati i listini del Grana Padano per le classi più vecchie. Il fresco cede 10 centesimi al chilo
 
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 6,85 – 7,05 €/Kg. (-)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,25 – 8,50 €/Kg. (=)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,75 – 8,95 €/Kg. (=)
- Fuori sale 60-90 gg: 5,70 – 5,85 €/Kg. (-)
 
PARMIGIANO REGGIANO – Parma 20 marzo 2020 – Nessuna quotazione rilevata venerdì 20 marzo 2020.
 
-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 8,00 - 8,35 €/Kg. (NQ)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 8,60 - 9,00 €/Kg. (NQ)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 9,50 - 10,15 €/Kg. (NQ)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 10,20 - 11,15 €/Kg. (NQ)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 12,05 €/Kg.(NQ)

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#Filiera #Latte #DOP #formaggi #food #madeinitaly #lattierocaseari @theonlyparmesan
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Editoriale:  - Bisogna armarsi di una gran pazienza. Il tunnel è lungo. - Lattiero caseario. Coronavirus e preoccupazioni commerciali   - Cereali e dintorni. Fase confusa e critica dei mercati. -  Le aziende vitivinicole al tempo del coronavirus – una preziosa iniziativa che può aiutarle...

Cibus-12-22mar2020-COP.jpgSOMMARIO Anno 19 - n° 12 22 marzo 2020
1.1 editoriale
Bisogna armarsi di una gran pazienza. Il tunnel è lungo.
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Coronavirus e preoccupazioni commerciali    
4.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Fase confusa e critica dei mercati.
6.1 cereali e dintorni tendenze.
7.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Varie fonti news
8.1 apicoltura  “Apicoltori reggiani assediati dai ladri di alveari”
8.2 agricoltura  Agricoltura. Le richieste della Regione alla ministra Bellanova
9.0 vitivinocoltura e covid-19 Le aziende vitivinicole al tempo del coronavirus – una preziosa iniziativa che può aiutarle
9.1 bonifica parmense Bonifica Parmense, orari e disposizioni per l’emergenza da Coronavirus
10.1 promozioni “vino” e partners
12.1 promozioni “birra” e partners

 

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Agricoltura. Le richieste della Regione alla ministra Bellanova per affrontare l'emergenza Coronavirus. L'assessore Mammi: "No alle speculazioni su latte e carni fresche, servono misure severe e più controlli"
Tra le altre richieste urgenti avanzate nel corso della videoconferenza con la ministra Bellanova e i colleghi delle altre Regioni, procedure più snelle per il risarcimento dei danni da cimice asiatica e l'incremento della relativa dotazione finanziaria. Ribadita l'esigenza della proroga di un anno dei "patentini" per l'acquisto e l'uso dei fitofarmaci e va affrontato per tempo il problema emergente della scarsità di manodopera per le grandi campagne di raccolta dei prodotti

Bologna 20 marzo 2020  – “Servono interventi urgenti a tutela e sostegno di quelle filiere che rischiano di essere pesantemente danneggiate dall’impatto dell’emergenza Coronavirus, a partire da latte e carni. Due comparti di fondamentale importanza per l’agroalimentare dell’Emilia-Romagna dove ci vengono segnalati ingiustificati e deprecabili fenomeni di speculazione sui prezzi di vendita dei prodotti a discapito dei produttori agricoli. Per questo c’è bisogno di intensificare i controlli e adottare severe misure per stroncare sul nascere questi comportamenti illegali”.
 
Lo ha ribadito l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, collegato questa mattina in videoconferenza con la ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, e i colleghi delle altre Regioni sulle misure urgenti per affrontare le ripercussioni negative nel  comparto agroalimentare  legate alla diffusione del Covid-19. 
 
Tra le questioni prioritarie sollevate da Mammi anche l’esigenza di velocizzare le procedure per i risarcimenti dei danni da cimice asiatica e di semplificare al massimo le procedure per la presentazione delle domande.
 
“Ho anche chiesto di anticipare a quest’anno- sottolinea l’assessore- l’erogazione di tutti gli 80 milioni di euro stanziati per il triennio 2020-2022 con l’ultima legge di bilancio e di incrementare la dotazione finanziaria per i prossimi anni per destinare più risorse alle aziende colpite. Soprattutto tenendo conto del fatto che i danni accertati nella sola Emilia-Romagna sono di gran lunga di importo più elevato”. 
 
Altro tema sollevato, dal momento che la filiera agroalimentare in questo momento di emergenza sanitaria rientra tra le attività strategiche, la proroga fino al 2021 della validità dell’abilitazione all’acquisto, utilizzo e vendita dei fitofarmaci, il cosiddetto “patentino”. Comprendendo nella richiesta anche le abilitazioni in corso di rinnovo, nel rispetto delle procedure adottate dalle singole Regioni e Province autonome. Una richiesta di modifica al decreto “Cura Italia”, varato nei giorni scorsi dal Governo, estesa anche agli attestati di funzionalità delle macchine irroratrici.
 
Ultimo ma non meno importante, la Regione Emilia-Romagna ha posto anche il grosso problema rappresentato dalla carenza di manodopera agricola che si va profilando in vista dell’avvio delle grandi campagne di raccolta e per i lavori di carattere stagionale nei campi, con molti operai agricoli di origine comunitaria ed extracomunitaria che hanno già lasciato o stanno lasciando il nostro Paese a causa dell’emergenza sanitaria. Al riguardo l’assessore Mammi ha chiesto di trovare soluzioni giuridiche adatte anche per migliorare domanda e offerta di lavoro./G.Ma          
          
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La denuncia di Anna Ganapini (Cia): “Numerosi colpi in tutta la provincia”

I ripetuti furti di alveari: tanti apicoltori reggiani devono fare i conti con questo preoccupante fenomeno, come se non bastassero i nefasti effetti dei cambiamenti climatici e le terribili conseguenze dell’emergenza Covid-19. Dalla zona ceramiche alla Val d’Enza, dalla montagna alla Bassa passando per le frazioni rurali di Reggio, i colpi sono stati messi a segno in tutto il territorio. “La situazione è molto grave. Chiediamo più controlli delle forze dell’ordine e il supporto dei cittadini: segnalino movimenti sospetti”, l’appello di Anna Ganapini (imprenditrice Cia): “Nonostante l’epidemia, proseguiamo il nostro fondamentale lavoro spostandoci in singole unità e nella massima sicurezza. Ma la situazione complessiva è davvero molto dura: è un assedio”.

Il danno è anche indiretto, ma pesantissimo, perché la presenza delle api garantisce un ecosistema in equilibrio e l’impollinazione di tante specie vegetali importanti.

“Sono stati numerosi i furti messi a segno nei primi mesi dell’anno - entra nel dettaglio - Tanti apicoltori sono in ginocchio. Il modus operandi dei ladri è sempre lo stesso: entrano in azione di notte - poiché gli alveari si spostano quando le api non volano -, normalmente in zone scarsamente abitate se non isolate da abitazioni o in aperta campagna. Sul posto non lasciano tracce”. Ganapini ricorda che in molti casi le arnie “sono riconoscibili perché marcate a fuoco con acronimo del proprietario e ogni postazione è registrata all’anagrafe apistica nazionale con relativo codice e numero di alveari presenti. Ma questo non scoraggia i malviventi”.

Entra nel dettaglio: “Per la specificità dell’oggetto dei furti (api vive) possiamo dare per assodato che i colpi siano messi a segno da apicoltori criminali: è impossibile che una persona non avvezza al mestiere possa gestire un’operazione simile”. La refurtiva arriva fino a 40 alveari a colpo, segno che i malviventi hanno mezzi adatti per spostare grandi quantità di materiale.
“Il danno per l’apicoltore derubato è ingente – prosegue Ganapini - poiché vengono sottratti i cosiddetti nuclei, sciami destinati alla vendita, e le famiglie destinate alla produzione di miele. Che si aggiungono al valore della produzione stessa che verrà a mancare”.

In conclusione, l’apicoltrice lancia un appello: “Chiediamo più controlli delle forze dell’ordine nelle zone rurali, da tempo assediate da malviventi che rubano di tutto. Ma chiedo anche a chi vive presso degli apiari e alle aziende agricole che ospitano gli alveari sul proprio terreno, di comunicare ai proprietari degli alveari eventuali movimenti sospetti. Sono segnalazioni preziose per cercare di stroncare un fenomeno che sta fortemente penalizzando le attività sul nostro territorio”.

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Scegliere un vino, orientarsi fra le tante proposte è sempre stato un compito delegato all'enotecario di fiducia o all'amico che consigliava una cantina vicino a casa.

da L'Equilibrista Parma, 18-03-2020 - @lequilibrista27 -

Oggi il vino sta vivendo un momento davvero delicato, perché come tutti, sta affrontando qualcosa di sconosciuto ed al quale nessuno è mai stato preparato prima d'ora, in più la complicata situazione economica ci porterà ad utilizzare strumenti nuovi ancora poco collaudati dalla maggior parte di noi.
I vignaioli hanno la costanza e la competenza tecnica ma solitamente manca loro la strategia comunicativa e questa deve essere sviluppata al meglio per poter esprimersi e portare avanti le loro aziende, le loro famiglie ed il loro lavoro. Ed ecco l'approccio di una azienda che lavora nel campo della comunicazione del vino.

L'Equilibrista intervista Massimo Rendinelli @Happywiners

Spesso mi chiedono di far parte di panel di degustazione per dare un parere oppure di dare spazio a vignaioli che lo meritano e come sempre, sentito il vino e la loro storia, giudichiamo il progetto e se valido lo portiamo avanti.
E' per questo che con Massimo Rendinelli di Happywiners, ho scambiato una chiacchierata e ci siamo confrontati su diversi temi. Fra le tracce che sono emerse ne ho selezionate alcune che penso possano essere interessanti per approfondire un'epoca in grande evoluzione e dove i social la faranno da padrone.

Nella tua operatività quotidiana, come si pongono le aziende a proposito delle nuove forme di comunicazione del vino ?
"Il mondo del vino sta cambiando perché anche in questo settore è iniziata l’era social, dopotutto in ritardo rispetto ad altri campi. Oggi in un periodo in cui abbiamo a disposizione migliaia di vini da tutto il Mondo acquistabili con un clic, è fondamentale saperlo comunicare. Le nuove forme di comunicazione devono essere gestite a pieno dalle Aziende e devono far parte della loro strategia come ogni altra catena del loro valore. Ma poche lo sanno fare e quindi si affidano sempre di più a professionisti dedicati perché loro giustamente devono fare il vino e curare le vendite o magari gli approvvigionamenti.

Cosa credi possa fare la differenza al tempo del Corona Virus e come vedi il nuovo cliente che una azienda vitivinicola si troverà a servire nel futuro prossimo?
Le persone, le storie, l’empatia. La gente non compra solo un prodotto ma la storia che questo vino rappresenta.
HappyWiners ad esempio è un progetto che nasce con l’obiettivo di raccontare il vino alla gente. Siamo degustatori appassionati e professionisti dei nuovi media ma ad oggi non basta, bisogna poter viaggiare, visitare le cantine, incontrare i produttori e conoscere le loro storie. È proprio questa la parte del vino che ci piace: aiutare un mondo fatto di persone, di luoghi e di emozioni, a poter essere conosciute dal grande pubblico che li possa apprezzare e dare valore. A tal proposito, nell'attuale momento storico dove tutto questo è proibito, alle aziende che ci contatteranno, vogliamo offrire gratuitamente la nostra competenza per tutta la durata della crisi fino al mese di Aprile, creando una pagina dedicata ai loro vini, mantenendo quindi una sorta di memoria storica attraverso una vetrina che rimane sul sito a disposizione di tutti. Ci sono anche cantine che ci inviano i loro vini dandoci la possibilità di commentare e degustare i loro prodotti attraverso degli interventi on-line. Iniziative che spero servano a superare il momento attuale dando uno strumento veloce ed intuitivo alle aziende vinicole.

Cosa pensi possa essere necessario quindi ad una azienda che si relaziona al mercato di oggi?

Le Aziende in generale e quelle vitivinicole nello specifico, hanno bisogno che i propri contenuti siano veicolati e che dalla pura e semplice pagina virtuale che garantiva il sito internet, si vada a raccontare un' emozione fornendo dei significati chiari che vadano veicolati dall'on-line all'off- line e quindi riportino una concretezza ed una dimensione reale.
Per questo in HappyWiners abbiamo deciso di utilizzare un linguaggio più semplice per avvicinare tutti al mondo del vino, compresi i giovani che utilizzano tanto i social ma anche tutti quegli appassionati che vorrebbero imparare qualcosa in più fino rispetto al classico acquisto d'impulso al supermercato.

Che tipo di contenuti pensi che oggi il turista del vino stia cercando ?

Cerca sempre di carpire informazione e di dare importanza al lavoro del vignaiolo che oggi sta riscuotendo finalmente il posto che merita, non ha caso il recente incremento delle scuole zootecniche e delle facoltà di agraria lo ha dimostrato. Nei miei post e negli articoli quindi, cerco sempre di essere piacevole e non risultare pesante anche laddove si parli di temi didattici perché abbiamo riscontrato che il pubblico è interessato alle nozioni ma non ai paroloni ed è spesso allergico ai tecnicismi eccessivi.

Nei prossimi mesi cercheremo di approfondire questi temi che ritengo fondamentali e strategici per un tessuto aziendale che necessita di innovazione nei confronti di un pubblico sempre più connesso e sempre più interessato a queste realtà.

Il vino porta con se una componente materiale imprescindibile che avrà sempre bisogno della componente esperienziale per farsi comprendere al massimo, quindi per quanto la narrazione ed il racconto saranno centrali, gli operatori dovranno portare i clienti in visita nelle cantine, organizzare eventi e degustazioni che possano esaltare al massimo il lavoro di queste persone che ad oggi a causa del Corona Virus non possono per il momento avvenire.

Contatti ed info:
http://www.happywiners.com/about 
https://www.instagram.com/p/B86zby5CWxT

La notizia più rilevante si annida tra i timori determinati dal Coronavirus. Per ora a risentire della crisi sanitaria  è la mozzarella a causa della chiusura degli esercizi HORECA.  Parzialmente in flessione i freschi seppure la GDO sia in gran forma. Si potrebbe prospettare, in un prossimo futuro, un periodo, peraltro non prolungato, di flessione per i prodotti esportati. Chiuse le borse di Milano e Verona, a Parma invece si registra la caduta del Parmigiano Reggiano.  


di Virgilio Parma 17 marzo 2020 - 
 
LATTE SPOT – Quotazioni invariate sia alla borsa veronese che milanese in ragione della chiusura di entrambe. Riproponiamo perciò il precedente comunicato del 9 marzo 2020. "Alla riapertura della Borsa veronese il titolo del Latte spot si ritrova a -7,7% rispetto la quotazione di tre settimane precedenti. Il latte spot crudo nazionale con un pesante ridimensionamento giunge a collocarsi tra 36,60 e 37,63/100 litri di latte. -7,8% per il latte intero pastorizzato "spot" estero che quota  36,09 e 37,12 €/100 litri di latte e infine il Latte scremato pastorizzato spot estero cede ancor più e si colloca tra 20,70 e 21,74 €/100 litri di latte (-16,3%)."
 
BURRO E PANNA – Chiuse le borse di Milano e Verona. A Parma lo zangolato cede  l’8,7%  
Borsa di Milano 09 marzo 2020: 
BURRO CEE: 3,25 €/Kg. (-)
BURRO CENTRIFUGA: 3,50 €/Kg.  (-)
BURRO PASTORIZZATO: 1,65 €/Kg. (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,45 €/Kg. (-)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 170 €/Kg. (+)
MARGARINA gennaio 2020: 1,03 - 1,09 €/kg (=)
 
Borsa di Verona 9 marzo 2020: (-)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,60 / 1,63 €/Kg.
 
Borsa di Parma 13 marzo 2020 (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,05 €/Kg.
 
Borsa di Reggio Emilia 17 marzo 2020 (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,05 - 1,05 €/kg.
 
GRANA PADANO – Milano 9 marzo 2020 – Borsa chiusa. Rimangono invariati i listini del Grana Padano per le classi più vecchie. Il fresco cede 10 centesimi al chilo
 
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 6,85 – 7,05 €/Kg. (-)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,25 – 8,50 €/Kg. (=)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,75 – 8,95 €/Kg. (=)
- Fuori sale 60-90 gg: 5,70 – 5,85 €/Kg. (-)
 
PARMIGIANO REGGIANO – Parma 13 marzo 2020 – Quotazioni in forte discesa su tutti i fronti.
 
-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 8,00 - 8,35 €/Kg. (-)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 8,60 - 9,00 €/Kg. (-)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 9,50 - 10,15 €/Kg. (-)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 10,20 - 11,15 €/Kg. (-)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 12,05 €/Kg. (-)

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Editoriale:  - Andrà tutto bene! Razzismo, discriminazione etnica e respingimenti al tempo del coronavirus - Una lenta agonia: "Breath Play", No Grazie - Lattiero caseario. Prezzi in flessione per gran parte dei prodotti in esame. - Cereali e dintorni. Borse a picco e le materie prime ne risentono -Macchine agricole: l’emergenza Coronavirus non ha fermato l’industria italiana - BCE, all'autorevolezza di Draghi abbiamo sostituito l'arroganza della Lagarde? -


cibus-11-15mar2020-COP.jpgSOMMARIO Anno 19 - n° 11 15 marzo 2020
1.1 editoriale
Andrà tutto bene! Razzismo, discriminazione etnica e respingimenti al tempo del coronavirus.
2.1 economia e politica
Una lenta agonia: "Breath Play", No Grazie
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Prezzi in flessione per gran parte dei prodotti in esame.   
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Borse a picco e le materie prime ne risentono
5.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 Parmigiano e Coronavirus  Parmigiano Reggiano: la strategia di crisi del consorzio per salvaguardare la filiera e proteggere i lavoratori
6.2 agricoltura e coronavirus Agricoltura, Coronavirus. Rinvio scadenze e altro
8.1 macchine agricole  Macchine agricole: l’emergenza Coronavirus non ha fermato l’industria italiana
9.1 BCE, spread e coronaìvirus BCE, all'autorevolezza di Draghi abbiamo sostituito l'arroganza della Lagarde?
10.1promozioni “vino” e partners
12.1 promozioni “birra” e partners

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L’emergenza causata dalla diffusione del Covid-19 ha imposto restrizioni e procedure di sicurezza ma non ha fermato l’attività dei settori manifatturieri.

Tratto da  meccagri 13 marzo, 2020  - FederUnacoma in una nota stampa sottolinea come le industrie italiane della meccanica agricola abbiano mantenuto in funzione le proprie linee di produzione per fare fronte alla domanda di macchinari e di componentistica “made in Italy” proveniente soprattutto dai Paesi esteri.

GARANTITI BUONI RITMI PRODUTTIVI, NEL PIENO RISPETTO DELLE NORME DI PREVENZIONE
L’associazione dei costruttori italiani di macchine agricole sottolinea la vocazione internazionale di questo comparto della meccanica, che esporta oltre il 70 per cento della produzione (circa 11 miliardi di euro il valore del fatturato complessivo) con quote molto consistenti in mercati pregiati come quelli di Germania, Francia e Stati Uniti; e segnala il rischio che informazioni non corrette, relative ad una presunta sospensione delle attività produttive e ad una difficoltà nella movimentazione delle merci, possano danneggiare le normali relazioni commerciali.
Le fabbriche – rassicura FederUnacoma – proseguono la propria attività, sia pure sulla base di nuovi criteri organizzativi e nell’osservanza scrupolosa delle norme di prevenzione stabilite dal Governo e dalla comunità scientifica.

MARCIA A PIENO REGIME L’ORGANIZZAZIONE DI EIMA INTERNATIONAL, IN SCENA DALL’11 AL 15 NOVEMBRE
Superata la fase critica, torneranno in primo piano le fiere internazionali specializzate, con tutte le novità di prodotto e le tecnologie avveniristiche che questo comparto dell’industria è in grado di realizzare.
Prima fra tutte la rassegna di Eima International, la grande fiera della meccanica agricola che FederUnacoma organizza a Bologna e che celebrerà dall’11 al 15 novembre prossimo la sua 44esima edizione.
La macchina organizzativa marcia a pieno ritmo – comunicano le strutture operative della Federazione – perché Eima 2020 si possa confermare un evento di formidabile portata, e possa essere vissuta da tutti come un simbolo di rinascita per l’economia e per le comunità di cittadini.
 
Fonte testo: FederUnacoma
Fonte immagine: Argo Tractors.

(Per approfondimenti: Meccagri  del 13 marzo 2020)
 
 

 

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Dopo che RASFF ieri ha segnalato l'allerta sanitaria, Carrefour e NaturaSì hanno diffuso il richiamo di alcuni lotti di aringa sciocca con i marchi Borgo del Gusto e Friultrota e di aringa affumicata dolce Naturaqua per la presenza di Listeria monocytogenes rilevata in seguito al campionamento effettuato in autocontrollo.

I prodotti interessati sono filetti di aringa affumicati a freddo e sono venduti in confezioni da 150 g, 1 kg e 2 kg, con i numeri di lotto 500100, 500103, 500110, 500115 e 500120 e le scadenze dal 13/04/2020 al 03/05/2020. NaturaSì specifica che il richiamo è limitato al prodotto a marchio Naturaqua con il numero di lotto 500103 e la scadenza 15/04/2020. Per quanto riguarda Carrefour, è coinvolto solo l’ipermercato di Udine. L’aringa affumicata richiamata è stata prodotta da Friultrota di Pighin Srl, nello stabilimento di via Aonedis, 10 a San Daniele del Friuli, in provincia di Udine (marchio di identificazione IT 540 CE).

Ad evidenziarlo, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti, che raccomanda ai clienti a non consumare il prodotto e a riportarlo in un qualsiasi negozio Carrefour e NaturaSi, dove riceveranno il rimborso del prezzo di vendita.

(11 marzo 2020)

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Il Consorzio mette a disposizione una banca dati di casari in pensione ed ex addetti alla produzione che possono essere richiamati dai caseifici in difficoltà. Al Mipaaf si chiede una deroga al disciplinare per salvaguardare la produzione. Bertinelli: “Ci sono oltre 50 mila persone impegnate nella filiera e ovviamente la loro salute è la nostra priorità assoluta”.

Reggio Emilia, 11 marzo 2020 – In un momento di grave emergenza sanitaria il Consorzio del Parmigiano Reggiano vuole rassicurare i consumatori sulla salubrità della DOP e sul fatto che, come ribadito dall’Autority Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), attualmente non ci sono prove che il cibo sia fonte o via di trasmissione probabile del virus.

Il presidente del Consorzio, Nicola Bertinelli, ha dichiarato al riguardo: “È inaccettabile che paesi dell’Unione Europea, come anche paesi fuori dall’Unione, utilizzino questa crisi sanitaria per arrogarsi il vantaggio competitivo. È un fatto aberrante dal punto di vista etico e dal punto di vista legale è concorrenza sleale”.

I mercati esteri sono di primaria importanza per il Parmigiano Reggiano. Il giro d’affari al consumo della DOP si attesta infatti a 2,4 miliardi di euro e viene realizzato per il 60% sul mercato italiano e per il 40% su quelli esteri: Francia e Stati Uniti in testa, seguiti da Germania, Regno Unito e Canada.

“Il Parmigiano Reggiano è prodotto oggi come mille anni fa – ha affermato Bertinelli – solo con latte, sale e caglio e senza l’uso di additivi e conservanti. La produzione è regolata da un rigido disciplinare che non consente ai produttori di pastorizzare, centrifugare o refrigerare il latte. Per questi motivi il Parmigiano Reggiano deve essere prodotto ogni singolo giorno dell’anno. Fermare la produzione avrebbe conseguenze disastrose per la nostra filiera”.

“Allo stesso tempo – ha sottolineato il presidente del Consorzio - la quasi totalità dei nostri 330 caseifici si trova in province fortemente colpite da Covid-19 come Reggio Emilia, Parma, Modena, Mantova e quindi è impensabile sperare di restare immuni”.

Per far fronte alla potenziale carenza di organico dovuta ai contagi, il Consorzio ha creato una rete di coordinamento per mettere a disposizione delle aziende una banca dati di casari in pensione ed ex addetti alla produzione che possono essere richiamati dai caseifici in difficoltà.

“Dal punto vista operativo – ha aggiunto Bertinelli - non abbiamo problemi perché il trasporto del latte dalle stalle ai caseifici è consentito così come la produzione del formaggio che è considerata ‘comprovata necessità lavorativa’ dal Dpcm del 9 marzo”.

Una potenziale criticità riguarderebbe però la disponibilità di organico, motivo per cui Bertinelli si appella al Governo italiano e all’Unione Europea: “Chiediamo al Ministero delle politiche agricole e all'UE una deroga al disciplinare, come previsto da legge 1151/2012 che regola le DOP in caso di emergenze sanitarie, per consentire maggiore flessibilità ai tempi e vincoli di lavorazione al fine di evitare la chiusura di caseifici e allevamenti”.

Ricordiamo che sono 2.820 i produttori che conferiscono il latte ai caseifici del Parmigiano Reggiano e che sia i primi che i secondi devono essere situati all’interno della Zona d’origine. Nel 2018 la produzione di Parmigiano Reggiano ha impiegato 1,92 milioni di tonnellate di latte pari al 15,9% dell’intera produzione italiana.

“Il Parmigiano Reggiano è la prima DOP per valore alla produzione con 1,4 miliardi di euro. Ci sono oltre 50 mila persone impegnate nella filiera e ovviamente la loro salute è la nostra priorità assoluta. Tutti i caseifici hanno adottato le misure del Governo per limitare il contagio, a partire dalla distanza di sicurezza di un metro tra una persona e l’altra”, ha concluso Bertinelli.

 

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