Australia, i meloni causano epidemia di listeriosi. I frutti sono distribuiti a livello internazionale. I morti finora sono sette e i casi confermati venti. L'allarme del Ministero della Salute
Venti contagi e sette morti: un'epidemia di listeriosi, ha colpito l'Australia. All'origine ci sarebbe il melone "Cantalupo" prodotto da un singolo produttore in Australia.
La listeriosi infatti è un'infezione causata dal batterio Listeria monocytogenes, generalmente dovuta all'ingestione di cibo contaminato. L'allarme si allarga e anche il nostro Ministero della Salute ha diramato una circolare interna per chiedere "la massima sorveglianza" e sulle misure da attuare per prevenire in Italia la diffusione dell'epidemia di listeriosi che di seguito Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" riporta.
"Il 2 marzo 2018, il Punto di contatto nazionale (NFP) australiano ha notificato all'OMS un'epidemia di infezioni da Listeria monocytogenes (listeriosi) associata al consumo di meloni (meloni di Cantalupo) provenienti da un unico produttore. Dal 17 gennaio 2018 al 6 aprile 2018, sono stati segnalati 20 casi (19 confermati e 1 probabile) correlati all'epidemia di listeriosi. Tutti i casi sono stati ospedalizzati e si sono verificati sette decessi e un aborto associati all'epidemia. In tutti i casi correlati all'epidemia la sintomatologia è iniziata a partire dal 17 gennaio 2018. Le indagini epidemiologiche suggeriscono che la fonte dell'epidemia sia rappresentata dai meloni (meloni di Cantalupo) di un singolo produttore in Australia. Sono state condotte indagini epidemiologiche e ambientali che hanno portato al richiamo dei meloni prodotti da quel singolo produttore il 27 febbraio 2018. Il 1° marzo 2018, il NFP australiano è stato informato che i prodotti in questione erano stati distribuiti a livello internazionale. Il 2 marzo 2018 le autorità australiane hanno ricevuto informazioni dalle indagini per il rintraccio dei prodotti che i meloni di questo produttore erano stati esportati in otto paesi: regione ad amministrazione speciale di Hong Kong (Cina), Giappone, Kuwait, Malesia, Oman, Qatar, Singapore ed Emirati Arabi Uniti. Il 3 marzo 2018, il NFP australiano ha avvisato direttamente questi paesi circa l'esportazione di meloni dall'Australia al loro paese. Parallelamente, il 3 marzo 2018 è stata inviata anche una notifica tramite la rete internazionale delle autorità di sicurezza alimentare (INFOSAN). Il 7 marzo 2018, ulteriori indagini per il rintraccio dei prodotti hanno identificato che anche il Bahrein aveva ricevuto un'esportazione di meloni da quel produttore e l'8 marzo 2018, le indagini hanno identificato che i meloni in questione potevano essere stati inclusi in una consegna alle Seychelles. Il NFP australiano ha avvisato il NFP del Bahrein direttamente l'8 marzo 2018 e il NFP delle Seychelles direttamente il 9 marzo 2018. Le attività di rintraccio si sono concluse l'8 marzo 2018. I punti di contatto d'emergenza di INFOSAN dei paesi importatori hanno ricevuto informazioni dettagliate sulla distribuzione dei meloni nei loro rispettivi paesi dal punto di contatto d'emergenza di INFOSAN australiano, non appena disponibili. Il 4 aprile 2018, è stato segnalato che oltre 30 campioni di meloni dal produttore lungo la catena di distribuzione, incluso al dettaglio e in azienda, sono risultati positivi a Listeria monocytogenes. Ulteriori analisi hanno evidenziato L. monocytogenes nell'area adibita al confezionamento. Tutti i campioni di L. monocytogenes possedevano la stessa sequenza genetica dei casi umani. Si ritiene che la causa dell'epidemia sia stata una combinazione di fattori ambientali e climatici che hanno contaminato la superficie dei frutti, con bassi livelli del battere persistenti dopo il processo di lavatura. Il produttore continua a collaborare strettamente con le autorità incaricate ed è tornato a fornire meloni (durante la settimana iniziata il 2 aprile) dopo che le analisi hanno liberato la proprietà.Valutazione del rischio dell'OMS: l'effettuazione immediata di indagini epidemiologiche e ambientali ha portato all'identificazione della fonte dell'epidemia e ha permesso di lanciare un provvedimento di richiamo dei prodotti. A causa della possibile lunghezza del periodo di incubazione di L. monocytogenes, è possibile che vengano segnalati altri casi. I dettagli delle importazioni sono stati forniti attraverso INFOSAN ai paesi interessati per permettere loro di adottare le misure di gestione adeguate, inclusi richiami locali e comunicazione del rischio. È possibile che vengano identificati ulteriori casi nei paesi affetti. Raccomandazioni dell'OMS: le donne in gravidanza, gli anziani e gli individui imunocompromessi dovrebbero adottare precauzioni per evitare l'infezione da Listeria evitando di consumare alimenti ad alto rischio, inclusi latticini fatti con latte non pastorizzato, formaggi molli, specialità a base di carne (tagli di carne pronti per il consumo, paté, ecc.), gelati, pesci crudi, crostacei e molluschi. Questi sono gli alimenti più comuni associati con l'infezione da Listeria. Negli ultimi anni, i meloni ed altra frutta e verdura sono stati implicati in rare occasioni in epidemie di listeriosi. Per ridurre il rischio, è importante lavare accuratamente frutta e verdura. Si raccomanda che messaggi di comunicazione del rischio relativi alla listeriosi siano indirizzati ai gruppi a rischio, principalmente alle donne in gravidanza, alle persone anziane e alle persone con sistema immunitario più debole, per esempio persone affette da tumore, HIV, diabete, malattie renali o epatiche o persone che assumono una terapia immunosoppressiva. Tali messaggi dovrebbero raccomandare di evitare il consumo di alimenti ad alto rischio."
La presente nota è stata pubblicata sul sito www.salute.gov.it
(12 aprile 2018)
Nascita Italtom, Rabboni: "Risultato importante per la filiera del pomodoro da industria del Nord Italia". Precisazione sul prezzo del pomodoro: l'OI non partecipa alla trattativa.
"La nascita di Italtom, con la costituzione del primo gruppo di trasformazione del pomodoro da industria italiano, è un risultato importante per tutta la filiera del Nord Italia".
Commenta così Tiberio Rabboni, presidente dell'Organizzazione interprofessionale del pomodoro da industria del Nord Italia, la notizia della piena operatività di Italtom, l'azienda che, affittando l'ex stabilimento Ferrara Food di Argenta dopo il fallimento, lavorerà 90mila tonnellate di pomodoro nel territorio ferrarese raggiungendo, come gruppo che comprende anche le piacentine Steriltom ed Emiliana Conserve, il mezzo milione di tonnellate di pomodoro trasformato, il 25% della produzione del Nord Italia.
"L'impegno profuso da Dario Squeri, ad di Steriltom, e da Gian Mario Bosoni, ad di Emiliana Conserve, le società che hanno dato vita ad Italtom – aggiunge Rabboni – è fondamentale per la ripresa dell'attività di uno stabilimento storico della filiera del Nord Italia e affinché si operi nel segno della qualità e dell'innovazione del pomodoro italiano. Guardiamo con fiducia ed entusiasmo all'investimento di 4 milioni di euro per la riqualificazione dell'impianto di Argenta e per le garanzie occupazionali".
Nel complimentarsi con tutti i soggetti protagonisti di quest'operazione l'OI precisa che, al contrario di quanto riportato nel comunicato stampa che ha annunciato la nascita della nuova società, non ha alcun ruolo in termini di determinazione del prezzo del pomodoro da industria nel Nord Italia, essendo la contrattazione un'attività che viene condotta autonomamente da Op-Organizzazioni di produttori ed imprese di trasformazione.
L'OI svolge funzioni di supporto all'autoregolazione e ai progetti territoriali dei componenti della filiera, ma non può per legge occuparsi della determinazione del prezzo.
Anche per il mais la situazione non è rosea, sia in Argentina che in Brasile. A livello globale gli stock si sono ridotti ma non sono crollati.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 11 aprile 2018
Ecco i dati Usda di ieri sera. E' da segnalare il forte calo di produzione di seme di soya in Argentina: da quasi 58 milioni a 40 milioni di tonnellate. Anche per il mais la situazione non è rosea sia in Argentina che in Brasile. A livello globale però gli stock si sono ridotti ma non hanno subito collassi.
Ma lo stato confusionale genera tensione sui mercati internazionali. Solo a titolo di esempio, questa mattina alle ore 11,00 gli importatori non avevano ancora dato i prezzi nonostante sia noto il fatto che i noli siano cresciuti ancora.
Sul mercato nazionale tensione per la poca fisicità della farina di soya e per i cereali. Orzo di difficile reperimento e grano ben tenuto mentre il mais è in netto rincaro. Stop improvviso per i cruscami anche se sarà per un periodo breve considerate le esportazioni impostate a partire dal fine mese.
Indicatori internazionali 4 aprile 2018
l'Indice dei noli è sceso sino a 1016 punti, il petrolio è attorno a 63,50$/bar. e l'indice di cambio €/$ segna 1,22680.
(resta sempre informato sull'argomento consultando la nostra sezione Agroalimentare)
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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