In arrivo ad aprile e maggio nuovi appuntamenti con la biodiversità locale. Al Rural Market di Parma continuano gli incontri del sabato mattina dedicati ad approfondimenti su prodotti biodiversi. Il 14 aprile, il 5, il 12 e il 26 maggio 2018, dalle 10.30 alle 12.30
Al Rural Market di Borgo Giacomo Tommasini 7 a Parma proseguono gli appuntamenti del sabato mattina (dalle 10.30 alle 12.30) dedicati alla biodiversità agricola del territorio tosco-emiliano. Una data ad aprile e tre a maggio, per scoprire razze e prodotti dimenticati che hanno accompagnato le tavole dei nostri nonni e che ora, grazie alla passione e all'impegno di agricoltori e allevatori custodi, possiamo anche noi tornare a gustare.
Sabato 14 aprile con Alessio Zanon, esperto di biodiversità animale, si parlerà di alcune razze bovine in via d'estinzione, come la vacca Bianca Valpadana, l'Ottonese, la Grigia dell'Appennino e la Bardigiana, dal cui latte crudo intero si ottengono dei formaggi unici di grande personalità.
Il 5 maggio sarà la volta di Laura Peri che a Montevarchi (Ar) alleva all'aperto, tra vigneti e ulivi, il pollo Valdarnese bianco, un'antica razza autoctona toscana.
Il 12 maggio si conosceranno invece due antiche varietà di legumi toscani: il fagiolo zolfino, color giallo paglierino e dalla buccia finissima che lo rende molto digeribile, e il cece rosa, particolarmente apprezzato per la sua particolare consistenza. Non mancheranno gli assaggi!
Infine il 26 maggio l'agronomo ed esperto di biodiversità Mauro Carboni parlerà di alcune varietà locali di ciliegia, come la Mora piacentina, la Gialla, la Flamenco, la Giambella e la Pavesi. Ognuna, come si può immaginare dai nomi, caratterizzata da colori, sapori e caratteristiche unici! Il Rural Market è aperto dal martedì al sabato dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 17 alle 20.
Chiuso la domenica e il lunedì. Per approfondire: www.rural.it .
Stop al bracconaggio ittico nel bacino del Po: al via l'accordo per la lotta alla pratica illegale e dannosa per l'intero ecosistema
A Parma incontro dell'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po con i rappresentanti delle Regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto per garantire soluzioni comuni e praticabili che fermino il fenomeno
Parma – La pratica illegale e immorale del bracconaggio ittico sta progressivamente depauperando le acque di moltissimi fiumi e canali in tutta la pianura padana mettendo a repentaglio la vita acquatica dell'intera area di bacino del fiume Po.
Dai resoconti puntuali degli uffici di Polizia Idraulica risulta che questo tipo di attività illecite siano programmate e pianificate attraverso una vera e propria organizzazione delinquenziale che fa leva su gruppi coordinati tra loro in aree di azione determinate. Queste bande prelevano periodicamente dai corsi d'acqua quantitativi ingenti di pescato – che possono variare da alcuni quintali fino ad alcune tonnellate – utilizzando metodologie vietate, dannosi per l'intero ecosistema, talvolta inquinanti e distruttive per l'intera fauna ittica dei bacini presi di mira.
E' per queste ragioni che con massima urgenza, presso la sede dell'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po a Parma, si è tenuto un incontro operativo della Consulta Interregionale per la gestione sostenibile e unitaria della pesca e della tutela del patrimonio ittico del fiume Po. Occorre infatti individuare rapidamente un percorso condiviso e soprattutto concreto nella fase di attuazione che porti al più presto alla redazione di un Piano Antibracconaggio su tutto il Grande Fiume e i suoi affluenti di bacino.
Massima sinergia dunque tra gli attori dell'incontro che si sono stretti attorno alla necessità impellente di creare strumenti adeguati alla dimensione della criticità per fornire soluzioni comuni e praticabili alle diverse realtà territoriali coinvolte. Seguendo ed ampliando il modello virtuoso attuato a Mantova negli ultimi due anni, in cui le istituzioni hanno sperimentato un percorso comune di lotta al bracconaggio ittico sotto il coordinamento delle Prefetture, da oggi anche in tutto il bacino del Po saranno convolte per il raggiungimento dello stesso obiettivo le Regioni, le Province, le Forze di Polizia e le Associazioni di pescatori sentinelle del reticolo sul territorio.
«É fondamentale che tutte le Regioni del bacino del Po collaborino insieme attivamente – ha rimarcato Simona Caselli, Presidente in carica della Consulta e Assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna – per dare finalmente una risposta adeguata al problema del bracconaggio che sta mettendo a rischio il patrimonio ittico del Po e sta compromettendo le prospettive di sviluppo turistico e di fruizione diffusa dell'intero fiume». Il pensiero del Presidente Caselli è stato ampiamento condiviso dai rappresentanti delle Regioni Lombardia, Veneto e Piemonte.
«Più che un tema da affrontare quello del bracconaggio sta diventando una vera e propria calamità da arginare con mezzi adeguati e l'Autorità di Bacino metterà a disposizione tutte le proprie competenze e la propria esperienza di coordinamento delle attività interregionali legate al fiume Po», ha dichiarato il Segretario Generale dell'Autorità di Bacino Meuccio Berselli.
All'incontro parmigiano hanno presenziato, oltre al padrone di casa Berselli, i rappresentanti della Regione Emilia Romagna (Simona Caselli, Assessore Agricoltura, Caccia, Pesca), della Regione Lombardia, della Regione Piemonte e della Regione Veneto.
COSA È LA CONSULTA PESCA PO
La Consulta Pesca Po, che si è costituita con Protocollo d'intesa sottoscritto nel giugno 2017 dall'Autorità di Bacino e dalle 4 Regioni del Po, ha preso avvio dalle attività condotte dal Tavolo Tecnico sulla pesca sostenibile realizzato all'interno del progetto LIFE CONFLUPO, che ha permesso la realizzazione del passaggio per pesci ad Isola Serafini.
La Consulta è un tavolo permanente interregionale che ha lo scopo di affrontare in modo unitario e coordinato la gestione della pesca, attraverso l'armonizzazione della normativa in materia, la messa a sistema delle forze di polizia per contrastare il bracconaggio, le politiche di miglioramento delle specie ittiche e di contenimento delle specie alloctone invasive e la tutela dell'ittiofauna autoctona.
Il mercato in stato confusionale, fra dati USDA, aspettative meteo, danni e ritorsioni per i dazi. La dimostrazione sono i dati di sotto riportati a partire da mercoledi 28 marzo.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 04 aprile 2018
Mercoledi 28 marzo 2018 e a seguire il 29/3 e il 3/4/2018
Nel complesso la tendenza non è ribassista, perché al momento i fuochi che alimentano il mercato sono molteplici: i danni del raccolto in Argentina, (Cordonnier: ultima stima un altro milione in meno, quindi 40 milioni di tonnellate), dall'altra i prevedibili danni al grano negli Stati Uniti, "il "buono/eccellente" è stato stimato al 32% contro il 51% della scorsa campagna. La Reuter riportava che per trovare un così cattivo inizio di stagione per il grano, bisogna tornare indietro di 16 anni", ed infine le iniezioni di denaro fresco che dalle borse valori confluiscono sulle commodities.
Comunque tutte le ipotesi e gli scenari sono ancora in divenire; tra dazi e contro dazi, la guerra commerciale è solo all'inizio.
Sul mercato interno nulla di diverso da segnalare. Prosegue la difficile posizione della farina di soya sui porti, dove la merce scarseggia, quindi una tensione da prodotto fisico che inevitabilmente si riflette sugli altri proteici.
Il mais recupera qualche euro, tenuta per il grano, ricercatissimo l'orzo per il quale sono stati registrati valori oltre i 200 euro tonnellata. I cruscami sono ancora in rialzo seppure si inizi a vedere il fine corsa.
Per il settore delle bioenergie cresce la ricerca di alternative ai cruscami di grano e sottoprodotti dell'industria del riso, mentre è già partita la campagna acquisti / prenotazione degli areali a trinciato di mais.
Indicatori internazionali 4 aprile 2018
l'Indice dei noli è sceso sino a 1016 punti, il petrolio è attorno a 63,50$/bar. e l'indice di cambio €/$ segna 1,22680.
(resta sempre informato sull'argomento consultando la nostra sezione Agroalimentare)
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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