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Il presidente Rabboni: “Rafforzata la programmazione  e confermati i compiti per l’Interprofessione”. Deposito dei contratti all’OI entro il 17 marzo 2021 

Rispettata la programmazione produttiva. Buon grado brix.  Circoscritti episodi di anomalia climatica e di Ralstonia. Via libera agli indennizzi per gli agricoltori danneggiati dall’accelerazione della maturazione delle bacche

Si coltivano 37.071 ettari, cresce il biologico. Rabboni: “Pienamente rispettata la programmazione produttiva”

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Il presidente Rabboni: “nuovi e rilevanti compiti per l’interprofessione” deposito dei contratti all’OI entro il 6 marzo

È stato sottoscritto il prezzo di riferimento per il pomodoro da industria del Nord Italia per la campagna 2020.

“Mi congratulo con la parte agricola e con la parte industriale – commenta Tiberio Rabboni, presidente dell’Organizzazione interprofessionale OI Pomodoro da industria del Nord Italia che, come noto, per legge non può prendere parte alla trattativa né comunicare i contenuti dell’accordo - per un contratto tempestivo rispetto al calendario colturale e denso di novità positive per quanto riguarda gli obiettivi di programmazione produttiva per allineare e stabilizzare le forniture agricole ai reali fabbisogni industriali e dei mercati. A questo proposito l'accordo quadro introduce un nuovo e più significativo ruolo per l'organizzazione interprofessionale vista la programmazione, concordata fra Op ed industrie di trasformazione, che ha fissato obiettivi massimi di superficie e di quantità per la dotazione di ogni singola Op. All’OI del Nord Italia, che ha fornito un supporto tecnico fondamentale nella fase di definizione degli obiettivi di programmazione, è confermato il compito di ricezione del deposito dei contratti entro il 6 marzo e attribuito il nuovo e centrale incarico di verifica delle condizioni stabilite dalla programmazione. L'eventuale mancato rispetto degli impegni (per superficie e quantità eccedenti) comporterà delle trattenute economiche che andranno a formare un fondo, gestito dall’OI, per lo sviluppo della filiera. È una novità importante ed attesa che qualifica ulteriormente la nostra organizzazione come soggetto superpartes di garanzia e che rafforzerà l'efficienza e la coesione operativa di tutta la filiera del Nord Italia”.

Il cambiamento climatico colpisce il pomodoro da industria campagna 2019 a rilento: produzione al di sotto della media degli anni passati. Regione Emilia-Romagna ed OI collaborano per contrastare le difficoltà climatiche.

Il cambiamento climatico colpisce duramente il pomodoro da industria. A metterlo in evidenza i dati dell’OI Pomodoro da industria del Nord Italia - ente che raggruppa gli operatori della filiera - resi noti in occasione della visita dell’assessore regionale all’Agricoltura dell’Emilia Romagna Simona Caselli che oggi (martedì 27 agosto) è stata ospite dell’azienda Rodolfi Mansueto Spa di Parma, realtà che lavora oltre 250mila tonnellate di pomodoro all’anno negli stabilimenti di Ozzano Taro, Fontanini e Castelguelfo (tutti in provincia di Parma) e che negli ultimi 3 anni, dopo l’acquisizione dall’ex Von Felten Spa nel 2013, ha investito 10 milioni di euro per l’ampliamento dello stabilimento di Fontanini, l’acquisto e l’installazione di nuovi impianti produttivi e l’efficientamento energetico partecipando a progetti di filiera e del Piano di sviluppo rurale, avendo come partner le organizzazioni di produttori.

L’analisi della campagna
“La campagna 2019 – dichiara Tiberio Rabboni, presidente dell’OI – sta procedendo con una settimana di ritardo rispetto al normale andamento delle stagioni passate. Ad aver inciso è stato soprattutto il maltempo di maggio con costanti piogge, sono caduti sino a 300mm d’acqua in quel mese, e temperature ben al di sotto delle medie stagionali, si è scesi anche a minime di 6 gradi. Ne è conseguito un rallentamento del processo di maturazione del pomodoro. A questo si sono poi aggiunti i danni derivanti da grandinate, bombe d’acqua e forte vento che si sono alternati ad ondate di calore con picchi anche di 40 gradi. Tutte condizioni che hanno stressato le piantine in campo. Ad oggi si è raccolto poco più di 1 milione di tonnellate di pomodoro, meno della metà del contrattato, quando di solito in questo periodo si è in genere già oltre la metà dei quantitativi richiesti dalle imprese. Le rese, sulle produzioni precoci e medio-precoci, sono risultate più basse degli altri anni: al di sotto dei 700 quintali per ettaro. Ora attendiamo di vedere le rese del pomodoro tardivo, in raccolta nelle prossime settimane, per capire se potrà esserci una ripresa”.


Il lavoro dell’OI
I dati, emersi dal confronto tra l’assessore Caselli e gli operatori della filiera, dimostrano che quello del cambiamento climatico è un problema reale, da affrontare subito. In quest’ottica l'OI ha intrapreso diverse attività finalizzate a minimizzare l'impatto del clima e a migliorare l'efficienza della filiera.
“Già dal 2017 – spiega Rabboni – in stretta sinergia con la Regione, il fitosanitario regionale ed i consorzi fitosanitari provinciali si è attivato uno stretto monitoraggio delle fitopatie in campo abbinato ad un intervento immediato laddove si riscontrino eventuali problematiche colturali: un approccio messo in atto per contrastare la diffusione del ragnetto rosso, soprattutto nel Piacentino con la lotta biologica con i fitoseidi, e della batteriosi Ralstonia. Abbiamo inoltre sottoscritto un’intesa con i Consorzi di bonifica di Parma e Piacenza a sostegno degli investimenti, peraltro recentemente concessi, necessari ad accrescere la disponibilità irrigua sul territorio. Stiamo definendo una proposta tecnica per la migliore valorizzazione e promozione della distintivià delle produzioni di pomodoro. Abbiamo candidato ai finanziamenti del Piano di sviluppo rurale tre progetti innovativi, uno dei quali, se finanziato, ci consentirà il monitoraggio diretto delle produzioni in campo attraverso le immagini satellitari. Infine è stato ottenuto il finanziamento regionale per due corsi di formazione di disoccupati da adibire alla manutenzione degli impianti di trasformazione del pomodoro”.

Il commento dell’assessore Caselli
“La mitigazione degli effetti del cambiamento climatico, che ha condizionato in maniera negativa l’andamento della prima parte della campagna del pomodoro 2019 - afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli -, è una delle priorità dell’azione della Regione in campo agricolo. Per contrastarne gli effetti negativi, che si manifestano con sempre più preoccupante frequenza, da un lato abbiamo avviato, in collaborazione con i consorzi di bonifica, un maxi-piano di investimenti da oltre 215 milioni di euro per il potenziamento degli invasi e la modernizzazione delle infrastrutture irrigue per fronteggiare le conseguenze dei periodi siccitosi: in particolare, dei 42 progetti in fase di elaborazione, ben 6 a testa interessano le province di Parma e Piacenza.
Dall’altro lato continuiamo a mettere disposizione risorse per finanziare la ricerca attraverso i Goi, i gruppi operativi per l’innovazione, frutto dell’alleanza tra mondo agricolo ed enti di ricerca. Dall’OI del pomodoro da industria sono pervenuti, sull’ultimo bando varato quest’anno, due progetti innovativi Goi che sono ora in fase di valutazione e che, in base alle risorse disponibili, confidiamo possano essere finanziati a breve. Saremo al fianco di una filiera, che dovrà lavorare unita, per migliorare sempre più la qualità della produzione, unica strada per competere sui mercati mondiali”.

Rodolfi per ambiente e sostenibilità
“L'impegno della nostra azienda nella ricerca di soluzioni che consentano il corretto utilizzo delle risorse naturali è costante e assiduo – spiega Aldo Rodolfi, presidente di Rodolfi Mansueto Spa -. Dal 2011 è installato un impianto fotovoltaico che copre annualmente circa il 13% del fabbisogno di energia elettrica della sede centrale e che consente di ridurre notevolmente la produzione di anidride carbonica. In più, sviluppiamo un riciclo dei consumi idrici attraverso la depurazione dell’acqua prelevata dal pozzo: l’acqua, una volta clorata, viene riutilizzata per i circuiti di raffreddamento, per l’alimentazione degli impianti e per i lavaggi. A questo si aggiunge un progetto in corso di sviluppo, incentrato sull’utilizzo delle sostanze derivanti dall’allevamento (liquame e letame). Si tratta di scarti disponibili a basso costo, ma preziosi dal punto di vista degli elementi nutritivi, indispensabili per una buona concimazione. Altro punto di cui parliamo con orgoglio è un progetto di biodiversità, aspetto fondamentale poiché è dalla biodiversità che dipende la sopravvivenza della nostra specie. Lo sfruttamento e l’impoverimento del suolo per molto tempo hanno messo a rischio diverse specie, animali e vegetali. Attraverso il ripristino di filari e boschetti nei campi dei nostri conferenti, mediante il trapianto di piante autoctone, e la semina di fiori per attrarre animali come api, cerchiamo di concorrere a quello che è un beneficio universale. La conservazione dell’ambiente comporta infatti una serie di benefici anche per la salute: aria più pulita, terreni naturalmente più fertili riducendo radicalmente il rischio di danni ecologici. Infine, la partecipazione al progetto BIOCOPAC, in collaborazione con l’Università degli studi di Parma, che ha come obiettivo quello di ottimizzare i sottoprodotti di lavorazione dell’industria per ottenere delle resine naturali da riutilizzare nella realizzazione di vernici per contenitori come scatole e tubetti”.

Le superfici coltivate nel Nord Italia suddivise per provincia
Nel corso della campagna 2019 sono complessivamente 36.420 gli ettari coltivati a pomodoro da industria nel Nord Italia. Questa la suddivisione per province: Piacenza (10.349,27 ettari); Ferrara (6.408,35); Parma (4.274,23); Mantova (3.701,54); Ravenna (2.245,21); Cremona (2.008,53); Alessandria (1.846,69); Reggio Emilia (1.153,72); Modena (835,27); Verona (740,65); Brescia (547,71); Rovigo (525); Pavia (471,99); Lodi (401,17); Bologna (392,27); Cuneo (204,58); Milano (102,74); Forlì Cesena (94,22); Venezia (44,29); Padova (32.03); Novara (21,04), Rimini (10,77) e Vicenza (9,17).

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L’AZIENDA RODOLFI MANSUETO SPA

Rodolfi Mansueto S.p.A. è una delle principali industrie di trasformazione del pomodoro e dei suoi derivati. Un'avventura che inizia nel piccolo laboratorio di Remigio, a San Pancrazio, nel 1896 e prosegue con Mansueto, nel 1905. Da oltre un secolo, nel cuore della Food Valley, trasformiamo annualmente oltre 250.000 tonnellate di pomodoro fresco nei tre stabilimenti produttivi di Ozzano Taro, Fontanini e Castelguelfo: pomodoro 100% italiano e proveniente nel raggio di 50 km dai nostri stabilimenti produttivi. In particolare dalle province di Parma, Mantova, Ferrara e Piacenza.
L’azienda è presente in oltre 75 paesi nel mondo e conta in media 150 lavoratori durante l’anno, che toccano i 400 durante il periodo estivo della campagna.
L’anno 2018 è stato chiuso con un fatturato di 72 milioni di euro proveniente dal canale retail in cui siamo presenti con il brand Ortolina, dal canale Food Service con Alpino, Ardita e Rodolfi e dal canale industria.
Altri sviluppi di prodotto hanno riguardato la linea dedicata al Food Service, in particolare con l’introduzione di tre prodotti: sugo di pomodoro con verdure, pomodori semi dry nel formato da 1 kg e pizza sauce aromatizzata a marchio Ardita.
L’azienda, inoltre, ha deciso di presidiare il mercato in maniera più incisiva attraverso anche l’ampliamento della linea sughi. Ma non solo pomodoro, anche pesti, sia nel formato classico del vasetto di vetro che nel formato tubetto di cui siamo leader.
Siamo stati tra i primi ad operare nel biologico e questo rappresenta indubbiamente un punto di forza in un mercato in cui la richiesta di prodotti bio è in continua crescita, anche per quanto riguarda i semilavorati da industria.

LO STABILIMENTO DI FONTANINI
Nel 2013 la Rodolfi ha acquisito la ex Von Felten Spa di Fontanini. Con questa operazione, il Gruppo Rodolfi è diventato leader in Italia nella produzione di polvere di pomodoro ed essiccati. Inoltre, ha diversificato il proprio business operando anche nel settore della trasformazione di verdure fresche, e rafforzato il proprio orientamento all’export.
Lo stabilimento di Fontanini che sorge su strada Langhirano, a Parma, oltre alla produzione di polpa, pizza sauce, concentrati, passate in asettico e polvere di pomodoro, si caratterizza maggiormente per la produzione di verdure ed ortaggi disidratati, secondo il metodo Air Dry, come broccoli, zucchine, zucca, cavolfiore e basilico.
Negli ultimi 3 anni, sono stati investiti 10 milioni di euro per l’ampliamento dello stabilimento, l’acquisto e l’installazione di nuovi impianti produttivi, l’efficientamento energetico partecipando a progetti di filiera e Piano di sviluppo rurale, avendo come partner le Organizzazioni di produttori.
Grazie a questi investimenti, la Rodolfi ha quasi raddoppiato la capacità produttiva dello stabilimento, rafforzando la sua posizione a livello mondiale.

 

Lunedì, 22 Luglio 2019 07:23

I corsi per manutentori di impianti del pomodoro

Finanziati dalla Regione Emilia-Romagna i corsi per la formazione di manutentori degli impianti di trasformazione del pomodoro
Rabboni (OI): “Un primo risultato che ci incoraggia a proseguire nella ricerca di fondi pubblici per nuove attività di qualificazione del lavoro"

Due corsi per la formazione di manutentori di macchine ed impianti del comparto industriale del settore del pomodoro da industria si terranno a Parma, per Piacenza e tutta l’Emilia Occidentale, e a Ferrara, per l’Emilia Orientale e la Romagna. I corsi, patrocinati dall’Organizzazione interprofessionale del pomodoro da industria del Nord Italia e realizzati dagli enti di formazione Dinamica (ente formatore capofila), Agriform e Tadini, sono stati finanziati con 73mila euro dalla Regione Emilia-Romagna, con cofinanziamento del Fondo sociale europeo, e sono rivolti a persone non occupate.

“A marzo – spiega Tiberio Rabboni, presidente dell’OI Pomodoro da industria del Nord Italia – promuovemmo un incontro tra la Regione Emilia-Romagna, i vari portatori di interesse del mondo del lavoro e della filiera del pomodoro da industria e gli enti di formazione per individuare quali fossero le necessità formative del nostro settore. Volevamo dire a tutti, forte e chiaro, che nella filiera del pomodoro del Nord Italia la qualità del lavoro è il principale fattore di competitività e di sviluppo e che l'investimento formativo a favore del personale dipendente ne costituisce la necessaria premessa. E che, pertanto, era giusto, oltre che necessario, contare sul contributo dei fondi pubblici europei e regionali. Con questi due corsi, richiesti dalle industrie dell’OI Nord Italia e finanziati dalla Regione, concretizziamo un primo risultato nella direzione indicata. Naturalmente non è che l'inizio. Per il futuro confidiamo in nuovi bandi ed opportunità in Emilia Romagna e nelle altre regioni del Nord Italia".

Il manutentore di macchine ed impianti, profilo di cui è emersa notevole necessità da parte delle industrie di trasformazione del pomodoro, è una figura in grado di ispezionare, assemblare, smontare e manutenere, in piena sicurezza, gli impianti per la lavorazione del pomodoro da industria. I corsi – della durata di 300 ore, di cui 180 di lezioni in aula ed esercitazioni pratiche e 120 di stage aziendale – si terranno da ottobre 2019 ad aprile 2020 nelle sedi di Agriform a Parma (via Torelli 17) e di Dinamica a Malborghetto di Boara, Ferrara (piazza Chiappini 2) e si concluderanno, a seguito del superamento dell’esame finale, con il rilascio del certificato relativo alla qualifica di manutentore di macchine ed impianti. I posti disponibili sono 24 (12 a Parma e 12 a Ferrara) con iscrizioni aperte sino al 4 ottobre 2019 (dettagli sui siti www.dinamica-fp.com; www.agriform.nete www.centrotadini.com). Possono iscriversi persone non occupate, residenti o domiciliate in Emilia-Romagna, iscritte al Centro per l’impiego. I corsi sono gratuiti.

“Il valore aggiunto di questi due corsi – commenta il direttore di Dinamica Adelfo Magnavacchi – è il fatto che a fronte di una durata contenuta, 300 ore rispetto alle 5-600 di altri corsi, offrono un’opportunità di formazione altamente qualificante che permette di essere molto appetibili sul mercato del lavoro in contesti occupazionali di primo livello quali sono le imprese di trasformazione del pomodoro da industria del Nord Italia”.

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 Protocollo d'intesa tra OI Pomodoro da industria del Nord Italia e Crea per lo studio del settore e la condivisione di progetti per l'innovazione e la competitività.

L'Organizzazione interprofessionale del pomodoro da industria del Nord Italia ed il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria) hanno sottoscritto, a Roma, un protocollo d'intesa con il quale formalizzano l'impegno a sviluppare un intenso rapporto di collaborazione per l'analisi e lo studio del settore del pomodoro da industria e per il sostegno all'innovazione nella filiera.

"L'intesa sottoscritta – commenta il presidente dell'OI Tiberio Rabboni - apre la strada allo sviluppo di una fattiva collaborazione tra l'interprofessione del pomodoro da Industria del Nord Italia e la più importante struttura pubblica italiana di ricerca in campo agricolo ed alimentare. Si tratta di una collaborazione strategica che abbiamo ricercato e che ci consentirà, da un lato, di diventare interlocutori diretti dei programmi di ricerca di interesse per la filiera del pomodoro e, dall'altro, di promuovere o collaborare a specifici progetti di ricerca in partnership con Crea su diversi temi, ad esempio il miglioramento delle rese produttive e del grado brix in campo e di innovazione delle trasformazioni industriali. L'innovazione competitiva e la valorizzazione commerciale della qualità sono oggi le leve su cui agire per incrementare la redditività media della filiera del pomodoro da Industria.".

Il protocollo, redatto dal dottor Francesco Mantino di Crea e dall'OI, è il frutto di una collaborazione iniziata già dieci anni fa e poi divenuta sempre più intensa sino alla firma dell'intesa da parte della vicepresidente del Crea Alessandra Gentile e del presidente dell'OI Rabboni. Presenti all'atto della sottoscrizione anche Teodoro Cardi, direttore del Centro di ricerca ortofloricoltura e florovivaismo del Crea, e Roberto Henke, direttore del Centro politiche e bioeconomia e, in rappresentanza dell'OI, il consulente scientifico Gabriele Canali ed il segretario Maria Chiara Cavallo.

I dettagli dell'accordo


Entrando nel dettaglio il protocollo è volto a:
- rilevare informazioni di carattere socio-economico nelle imprese della filiera;
- realizzare indagini conoscitive sul comparto, su aspetti economici, tecnico-scientifici, ambientali e sociali;
- condividere banche dati e supporti informativi tra le parti;
- organizzare eventi informativi e formativi;
- collaborare negli ambiti di comune interesse;
- condividere e realizzare studi, ricerche e sperimentazioni sulla fase di produzione e trasformazione del pomodoro da industria, nonché sulle forme organizzative in merito alla governance della filiera;
- sviluppare ed implementare protocolli di coltivazioni per il miglioramento quanti-qualitativo delle produzioni e della loro sostenibilità ambientale ed economica;
- valutare le performance agronomiche e di idoneità alla trasformazione industriale di nuovi genotipi.

Tutto questo avverrà, in primis, intrattenendo stretti rapporti con il Centro di politiche e bioeconomia del Crea – che sviluppa analisi conoscitive ed interpretative delle dinamiche economiche di breve, medio e lungo periodo del settore agroalimentare – e con il Centro di ricerca orticoltura e florovivaismo che svolge ricerche con approcci integrati e multidisciplinari per il miglioramento genetico, la valorizzazione della biodiversità, l'innovazione agronomica e la difesa ecocompatibile delle specie coltivate.

In allegato foto della sottoscrizione del protocollo d'intesa: da sinistra Francesco Mantino; Teodoro Cardi, Roberto Henke e Tiberio Rabboni.

IL CREA:
Il Crea è il principale ente di ricerca italiano dedicato alle filiere agroalimentari vigilato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo (Mipaaft). Le competenze scientifiche spaziano dal settore agricolo, zootecnico, ittico, forestale, agroindustriale, nutrizionale, fino all'ambito socioeconomico. Ha piena autonomia scientifica, statutaria, organizzativa, amministrativa e finanziaria.

OI DEL POMODORO DA INDUSTRIA DEL NORD ITALIA:
L'OI Pomodoro da Industria del Nord Italia è un'organizzazione interprofessionale interregionale che raggruppa i soggetti economici della filiera del pomodoro prodotto e trasformato nel Nord Italia: nello specifico nelle regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto e nella provincia autonoma di Bolzano.
In quest'area, nel 2018, sono stati coltivati 35mila ettari di pomodoro con il coinvolgimento di circa 2mila produttori agricoli (raggruppati in 14 Op, organizzazioni di produttori) e 28 stabilimenti di trasformazione (facenti capo a 21 diverse imprese) per la lavorazione di circa 2,4 milioni di tonnellate di pomodoro grazie alle quali è stato possibile produrre concentrati, polpe e passate.

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