Arrestato in flagranza di reato in via D'Azeglio, straniero evaso e particolarmente pericoloso.
Parma 28 settembre 2019 - Durante la fine della mattinata di ieri sono giunte alcune telefonate al 113 per segnalare la presenza in via D'Azeglio di un cittadino straniero in palese stato di alterazione psicofisica.
In particolare, in una circostanza, l'uomo tentava di approcciare i passanti toccandoli ed infastidendoli. Nel frangente urlava anche ad un dipendente di un negozio insultandolo per il colore della sua pelle.
Anche gli agenti delle volanti che erano intervenuti sono stati insultati ed oltraggiati nonché minacciati di morte.
In considerazione del grave stato di agitazione dell'uomo gli agenti sono stati costretti a portarlo in questura ove il soggetto ha reagito nei confronti degli operanti violenta aggressività, spintonandoli e prendendoli a calci. La pericolosità del soggetto, per gli altri e per sé stesso, ha indotto gli operanti a trasportarlo al pronto soccorso dove gli sono state somministrate le cure necessarie per tranquillizzarlo. A detta dello stesso, oltre ad aver bevuto alcol, era anche sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.
Durante gli accertamenti è emerso che il soggetto, GEORGE Robile etiope del '78, era l'autore di una rapina commessa ad agosto ai danni dell'Asia & Africa market, fatto per il quale era stato arrestato in flagranza di reato dagli agenti delle volanti e fatto per il quale era allo stato degli arresti domiciliari.
Quindi alla luce della condotta delittuosa tenuta dal soggetto, poiché trovato fuori dal luogo di detenzione domiciliare, è stato tratto in arresto per evasione nonché per resistenza pubblico ufficiale. Su disposizione del pubblico Ministero di turno il Robile è stato trattenuto nelle camere di sicurezza della Questura ed oggi sarà processato per direttissima.
Un diciottenne di origini albanesi residente a Fidenza in provincia di Parma, è ricoverato all'ospedale Bufalini di Cesena in seguito ad un violento pestaggio da parte di un gruppo di nordafricani suoi coetanei. L'allarme è stato lanciato da alcuni passanti presenti sul posto. I carabinieri indagano.
Di Nicola Comparato - 8 kuglio 2019 - Il fatto è avvenuto tra sabato e domenica notte a Riccione in Piazzale Azzarita intorno alle ore 2. Un gruppo di nordafricani avrebbe circondato e aggredito violentemente il ragazzo per rubargli il cappellino, che secondo le informazioni in nostro possesso, cercando di riappropriarsene avrebbe scatenato la furia del branco. Il giovane inizialmente accompagnato dal 118 al Pronto Soccorso, è stato in seguito trasportato all'ospedale Bufalini di Cesena nel reparto di rianimazione per la gravità delle sue condizioni. La prognosi è riservata.
La vittima è in stato di coma farmacologico e presenta gravi lesioni alla testa.
Ora saranno le videocamere di sorveglianza di alcuni locali dei dintorni, insieme ai racconti dei testimoni, ad aiutare i carabinieri nelle indagini per cercare di ricostruire i fatti e per risalire agli aggressori di cui si sono perse le tracce.
(Foto di copertina scattata da Valentina Carpin)
Nella giornata del 23 marzo si è svolto un incontro dal titolo "Contro ogni violenza". Incontro fortemente voluto dai gruppi a carattere civico, Forza civica e Amo Colorno. Gli argomenti trattati sono stati: Il bullismo, il cyber-bullismo e la violenza sulle donne. Per quest'ultimo delicatissimo argomento si è voluto trattare nello specifico il caso dell'omicidio di Filomena Cataldi, avvenuto a San Polo di Torrile (PR) lo scorso mese di agosto, per mano di un vicino di casa di origini cinesi affetto da manie di persecuzione.
All'incontro, organizzato a Reggio Emilia nell'Albergo delle Notarie, hanno partecipato:
- Elisa Guareschi, criminologa e assessore del comune di Bussetto, che ha saputo snocciolare con maestria il delicato tema dei rapporti tra minori, che in certi casi sfocia in atteggiamenti di prevaricazione e abuso. Elisa ha esaminato in maniera concreta il rischio legato all'uso improprio del web e dei social network; senza esimersi dal dare utili e ottimi consigli ai genitori presenti in sala.
- Alberto Prantera, iscritto di forza civica ha coraggiosamente esposto la sua commovente testimonianza inerente ad episodi di bullismo ricevuti da bambino, ricordando che l'educazione deve partire partendo dalle famiglie, ritenute il primo luogo di crescita e di scuola di vita.
- Nicola Scillitani, coordinatore del gruppo civico Amo Colorno è intervenuto sul delicatissimo tema della violenza sulle donne affermando che ad oggi c'è ancora molto lavoro da fare per tutelarle. Il suo intervento è partito dall'iniziativa di carattere nazionale con l'hashtag #giustiziaperfilo. Iniziativa volta a chiedere allo stato l'istituzione di un fondo governativo atto a pagare le spese legali alle famiglie delle vittime, che oggi purtroppo, in caso di mancanza del patrocino gratuito, sono costrette a sostenere da sole. Altre richieste di carattere nazionale che sono state fatte pubblicamente: l'ergastolo in detenzione carceraria (quindi no alle REMS (Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza, ex OO.PG) e nessuno sconto di pena o rito abbreviato per gli assassini.
Al termine della relazione di Amo Colorno, c'è stata una brevissima, commovente e struggente testimonianza della sorella di Filomena, Rosangela, che ha portato tutti i presenti alle lacrime.
Ha infine moderato l'evento il dirigente regionale di Fratelli d'Italia, Alessandro Aragona, che ha saputo orchestrare nella maniera più proficua l'evento.
In sala erano presenti anche l'Avv. Massimo De Matteis (Coordinatore provinciale di FDI) e Caterina Galli (fondatrice di Forza Civica Parma).
(N.C. Felino)
Riceviamo e pubblichiamo la nota di AMO Colorno a seguito della posizione espressa dal sindacato GILDA in merito alle condanne delle insegnanti della scuola materna.
"Il gruppo AMO - COLORNO ritiene inaccettabile la posizione presa dal sindacato GILDA degli insegnanti, in merito ai gravissimi episodi di violenza fisica e verbale, avvenuti nella scuola materna Belloni di Colorno su bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni, perpetrata da due insegnanti che sono state condannate ad una pena rispettivamente di 3 anni e 4 mesi e 2 anni e sei mesi. Lo stesso sindacato auspica un ulteriore riduzione della pena, chiedendo un giudizio uguale per entrambe le maestre.
Ciò lo riteniamo inaccettabile e fuori luogo. E' indiscutibile essere il compito di un sindacato difendere i lavoratori quando ne hanno diritto, ma in una situazione del genere, alla presenza di video riprese che mostrano l'assoluta crudeltà delle due donne, non è possibile schierarsi dalla parte dei "carnefici".
Viene da chiedersi se i signori del GILDA abbiano dei figli, e come si sarebbero comportanti se fosse capitato a loro una cosa del genere.
Nel rispetto delle famiglie lese e dei bambini che hanno subito ciò che mai avrebbero dovuto in un istituto scolastico, che invece sarebbe dovuto essere un luogo sicuro di crescita personale e intellettuale, chiediamo al sindacato di ritirare quanto dichiarato e di lasciare che la giustizia faccia il suo corso così come deve essere.
Che prendano posizione anche tutte quelle insegnanti che ogni giorno svolgono diligentemente e con tanta professionalità il loro lavoro; affinchè non venga sminuito il loro importantissimo impegno verso l'intera collettività.
Il gruppo
AMO - COLORNO"
Riceviamo e pubblichiamo da Arcangelo Macedonio segretario di Radicali Bologna -
Oggi 14 ottobre abbiamo organizzato un sit-in di Presidio nonviolento contro l'odio, a seguito dell'aggressione subita dalla sede di Radicali Italiani e sede del comitato per il sì per il referendum sul trasporto pubblico a Roma, in via Bargoni.
L'attacco, rivendicato da un gruppo studentesco chiamato "OSA", ci ha spinti a dimostrare per il rispetto, il dialogo e la nonviolenza.
Al nostro presidio, tuttavia, si è affiancata una contromanifestazione dell'organizzazione "Noi Restiamo", vicina ad OSA, che si è pretestuosamente avvicinata al nostro tavolo con slogan, insulti e attacchi verbali, rivendicando la negazione del nostro diritto di manifestare.
I fatti recenti, tra cui l'attacco alla sede della Lega a Trento, i manichini bruciati in piazza a Torino ci fanno riflettere sul clima d'odio crescente nel nostro paese, a prescindere dagli schieramenti politici e partitici.
Il nostro evento intendeva sottolineare proprio l'importanza della tolleranza, del dialogo nonviolento e del rispetto del dissenso politico.
Purtroppo abbiamo subito un'azione di disturbo della nostra libertà d'espressione con metodi a nostro avviso non rispettosi della normale dialettica democratica.
"La decisione di intensificare il controllo del territorio e di dare corso a un giro di vite, annunciata oggi dal questore di Reggio Emilia, Antonio Sbordone, dopo l'ennesimo episodio di violenza verificatosi in città, va nella giusta direzione".
Ad affermarlo è Benedetta Fiorini (FI), deputata di Forza Italia e vicecommissario regionale del partito con delega all'Emilia.
"La situazione è gravissima. Quanto accaduto dimostra ancora una volta che le politiche per l'integrazione del PD e del centrosinistra hanno fallito, da un lato. Dall'altro e' necessario rinforzare gli organici delle forze dell'ordine. Abbiamo cercato più volte di richiamare l'attenzione su quella che è ormai una vera e propria emergenza ma per il sindaco Luca Vecchi i problemi sono evidentemente altri", aggiunge Fiorini.
"Non solo i reggiani ma tutti meritano una città più vivibile e sicura. Non possono esistere aree o zone off-limits, 'governate' di fatto dalla criminalità. I cittadini chiedono a gran voce di essere ascoltati e di mettere un freno a queste politiche che hanno portato a limitare la libertà e i diritti di ciascuno di noi", conclude la nota.
Dall'Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, sezione di Parma, riceviamo e pubblichiamo le dichiarazioni del referente provinciale Domenico Muollo, in merito al fatto di cronaca, venuto alla luce nelle scorse ore, che ha visto come vittima una ventunenne parmigiana, ferocemente dilaniata nel corpo e nell'anima da due uomini.
"Sullo stupro e le sevizie perpetrate a una giovane e che hanno sconvolto la città di Parma interviene Domenico Muollo, referente provinciale dell'Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime. "In un pomeriggio di fine agosto, Parma viene scossa da una notizia tanto brutta quanto squallida: uno stupro perpetrato ai danni di una ventunenne, per il quale sono stati arrestati un imprenditore noto e appartenente "Parma Bene ", molto conosciuto, facoltoso, e frequentatore di locali in voga della città, e un suo "amico" nigeriano. L'approccio avvenuto a circa metà luglio con questa ragazza, forse lusingata da tali attenzioni, che si trasforma presto in un incubo che farà fatica a dimenticare.
I particolari che emergono sono raccapriccianti, e se le responsabilità ascritte saranno accertate, la realtà è che assai difficilmente la giustizia riconoscerà adeguata tutela a questa vittima. Perché tanti e tali sono i benefici cui l'imputato può accedere, che la pena inflitta nella maggior parte dei casi è inadeguata alla gravità del fatto commesso. Mentre per la vittima le lacerazioni del corpo e dell'anima non guariranno mai. Quello che è successo non ha nulla a che vedere con un atto sessuale ma è solo un inenarrabile atto di violenza compiuto con feroce bestialità e assunzione di droga per tutto il tempo (oltre cinque ore) dello stupro, per poi chiamare un taxi che riportasse a casa la povera vittima. Come se nulla fosse. Come se quella violenza fosse un atto dovuto da parte di una "femmina" verso un "maschio".
È fondamentale, a mio avviso", conclude Muollo, "mantenere alta l'attenzione non sui particolari scabrosi di questo gravissimo reato, non sui tentativi di carpire l'identità della vittima, ma sul fatto in quanto tale e sulla quasi certa sproporzione della pena che sarà inflitta a chi ne sarà giudicato responsabile. E in quest'ottica, di cambiamento di norme troppo permissive coi delinquenti e punitive con le Vittime, vanno le battaglie dell'Osservatorio.
Perché il problema non sta nelle Vittime. MAI. Ma sempre nei carnefici."
Domenico Muollo
Osservatorio Nazionale Sosteno Vittime
referente provinciale Parma
www.osservatoriosostegnovittime.com
L'episodio è accaduto alla periferia di Bologna, al culmine di una lite che ha visto protagonista un 56 enne modenese e l'ormai ex compagna, una bolognese di 21 anni
di Manuela Fiorini Bologna 5 giugno 2018 – La notizia richiama alla mente la scena in cui Mike Tyson stacca a morsi l'orecchio del rivale Evander Holyfield durante il match per aggiudicarsi il titolo dei pesi massimi.
La protagonista, invece, questa volta è una 21 enne bolognese e, a fare da sfondo alla vicenda, non il ring ma via Piave, alla periferia di Bologna.
Qui, infatti, la scorsa notte, al culmine dell'ennesima lite, la ragazza ha aggredito il compagno, un modenese di 56 anni, che intendeva porre fine alla loro relazione, dopo sette mesi piuttosto burrascosi.
Richiamati dalle grida che provenivano dalla strada, i residenti hanno avvertito la Polizia che, intervenuta sul luogo, ha trovato la ragazza in lacrime, forse pentita di quello che aveva fatto. Poco dopo, è sopraggiunto anche il compagno, sanguinante e sotto choc.
È stata quindi avvertita anche un'ambulanza. Nel frattempo, il pezzo di orecchio staccato, una parte del padiglione auricolare destro, è stato ritrovato a terra e recuperato.
L'uomo è stato ricoverato all'Ospedale Maggiore di Bologna, dove il frammento di orecchio gli è stato riattaccato.
L'uomo ha poi deciso di sporgere denuncia nei confronti dell'ormai ex compagna, che ha precedenti per droga, reati contro il patrimonio e resistenza da pubblico ufficiale.
La donna, nel frattempo, di fronte all'evidenza dei fatti, era già stata arrestata con l'accusa di lesioni aggravate da crudeltà.
E' raro che tra allievo e insegnante corra buon sangue, salvo qualche rara eccezione come ad esempio gli ultimi ospiti dell'Eliseo, ma gli eccessi di cui siamo quotidianamente testimoni devono finire.
di Lamberto Colla Parma 22 aprile 2018 -
Fatto salvo qualche raro caso, la matita blu e rossa è stato il simbolo del potere, lo scettro in mano al sovrano assoluto, il "prof." Quello stesso che salutavamo coralmente e diligentemente in piedi, sull'attenti e che per contestarlo occorrevano certezze molto ben documentate altrimenti la punizione arrivava ancor più pesante, direttamente dai genitori.
Ma questo è passato remoto. Oggi l'insegnante non fa più paura. Viene aggredito dai genitori dentro e fuori la scuola, viene deriso o bullizzato dagli allievi senza che nessuno intervenga, anzi, come nell'ultimo caso di Lucca, i compagni ridono, filmano e postano su web la registrazione (Video).
Ma i casi sono purtroppo all'ordine del giorno e perfettamente ben distribuiti geograficamente sulla penisola.
Negli ultimi 20 giorni nelle civilissime Piacenza e Parma si sono verificati due casi di violenza ai danni di insegnanti o educatori. Come non essere d'accordo con Salvatore Pizzo, coordinatore di Gilda insegnanti di Parma e Piacenza, quando pretende "il rispetto del codice penale e del codice civile: i cittadini che hanno superato gli anni 14 sono penalmente perseguibili, i responsabili dell'Amministrazione scolastica sono tenuti a segnalare questi comportamenti alle competenti autorità giudiziarie, è bene ricordare che qualora ciò non avvenisse sarebbe una grave omissione e non solo la magistratura, ma anche l'Ufficio Scolastico Regionale dell'Emilia Romagna sarebbe chiamato a dover agire contro eventuali omissioni.
La Gilda degli insegnanti di Parma e Piacenza, visto che si tratta di un cittadino minorenne, pretende che l'Amministrazione scolastica per il tramite dell'Avvocatura dello Stato di Bologna agisca anche civilmente contro chi è responsabile delle azioni e dei danni compiuti dal soggetto violento, che nel caso di un minore sono i genitori o chi esercita la potestà genitoriale".
Gli insegnanti devono riprendere in mano le redini dell'educazione dei giovani e l'Istituzione scolastica tornare a fare rispettare le regole, prima ancora dell'autorità giudiziaria ove dovesse venir coinvolta.
A sorprendere non è solo la frequenza di episodi di violenza scolastica ma anche quella riservata ai più indifesi da parte di educatori o assistenti sanitari. Con esagerata frequenza le cronache mostrano testimonianze filmate di pura e gratuita violenza, verbale e fisica, rivolta a bambini dell'asilo o anziani in case di riposo. Strutture protette e anche ben remunerate che si trasformano in lager.
Anche qui ci troviamo di fronte a professionisti che scaricano, vigliaccamente, le loro frustrazioni su chi devono assistere, custodire e in alcuni casi proteggere e educare. Sempre in questa settimana che si è appena conclusa, ad Arezzo ad esser presi di mira erano gli anziani, mentre a Varese i bambini di un asilo come, drammaticamente mostra il video pubblicato da Il Giorno, raggiunti dagli zoccoli dell'"educatrice" e un altro sollevato come uno straccio e portato in altra stanza.
Ma perché tanta violenza? Una domanda che non può trovare risposta solo dalla crisi economica e sociale. Un rimedio però va trovato per non andare totalmente e rapidamente alla deriva sociale e dare spazio all'illusione che la violenza, o la giustizia, privata sia la soluzione unica rimasta per ricevere soddisfazione dei presunti o reali danni subiti.
(Video "Prof bullizzato a Lucca": https://youtu.be/B77ggMgXaAM - Video Varese: https://qnvideo-s1.hwucdn.it/v/1/2/7/127479/65e9c89e70288e50d4d4acf09743e2ca028b8b8c.mp4
Video Arezzo: https://www.huffingtonpost.it/2018/04/18/6-dipendenti-di-una-casa-di-riposo-di-castel-san-niccolo-arezzo-sono-stati-arrestati-per-violenze-su-anziani_a_23414017/ )
(per restare sempre informati sugli editoriali)
Il 2 marzo 2018, presso il front-office dell'Ufficio Immigrazione, al termine delle operazioni di sportello, rimaneva nel salone di attesa un solo cittadino straniero, il quale riferiva al personale di polizia di dover ritirare il proprio passaporto, a suo dire trattenuto dagli agenti dell'Ufficio.
Dagli accertamenti si appurava che il passaporto di cui egli era titolare era depositato presso l'Ufficio Immigrazione per effetto di ordinanza del Questore di Parma, pertanto non poteva essere restituito se non per effetto di un'ordinanza della stessa Autorità Amministrativa.
Gli operatori di polizia invitavano pertanto il Sig. D.E.H.D a liberare l'Ufficio per permettere la chiusura del front-office, incontrando la resistenza dello stesso e, nel tentativo di accompagnarlo verso la porta di uscita, gli Operatori lo tenevano per entrambe le braccia. Improvvisamente, dopo essersi divincolato dalla presa, il soggetto colpiva al volto un operatore di polizia.
Vista la sua reazione violenta, il cittadino senegalese veniva immobilizzato dagli agenti, grazie anche all'ausilio di una pattuglia della volante giunta sul posto, e quindi veniva tratto in arresto e tradotto presso le camere di sicurezza della Questura di Parma, in attesa delle determinazioni dell'A.G. la quale disponeva che, in attesa della decisione sulla misura precautelare applicata, l'arrestato fosse condotto presso l'abitazione della madre in Salsomaggiore Terme (PR).
Per i fatti di cui sopra l'agente di polizia colpito al volto ricorreva alle cure mediche presso il pronto soccorso del locale ospedale Maggiore, ove veniva dimesso con prognosi di gg. 7.
Nel corso della serata, durante le operazioni di identificazione e la redazione dei verbali, anche il sig. D.E.H.D chiedeva di ricorrere alle cure mediche in quanto avvertiva segni di malessere e, nell'immediato, veniva fatta intervenire un'ambulanza della Pubblica Assistenza, i cui operatori provvedevano a condurlo al pronto soccorso del locale nosocomio.
Dopo le dimissioni dall'ospedale, il sig. D.E.H.D veniva condotto presso l'Ufficio Immigrazione e durante il trasporto con i piedi e la testa tentava di sfondare il finestrino posteriore della Volante che lo accompagnava.
Il cittadino straniero autore dei sopradescritti fatti, veniva sottoposto ai rilievi dattiloscopici e segnaletici, dai quali emergevano altri precedenti di polizia per reati della stessa indole.
Si riscontrava, altresì, che lo stesso veniva rintracciato in Svizzera in condizione di irregolarità secondo la normativa di quello Stato, ed era stato, pertanto, riammesso in Italia.
Quale conseguenza della irregolarità in materia di soggiorno per cittadini stranieri, il sig. D.E.H.D veniva colpito dal decreto di espulsione dallo Stato nel 2017 emesso il dal Prefetto di Parma con concessione, prevista legislativamente, di allontanarsi volontariamente nel termine di 15 giorni. Il Questore di Parma, dispose talune delle misure indicate dal Testo Unico Immigrazione, successivamente convalidate dal G.d.P. di Parma, ovvero la consegna del passaporto e l'obbligo di presentazione presso un Ufficio di Polizia, in attesa del volontario allontanamento dallo Stato.
Dagli accertamenti eseguiti, è emerso che il cittadino straniero D.E.H.D non aveva mai ottemperato all'obbligo di presentazione alla forza pubblica, disposto nei suoi confronti dal Questore; egli non aveva neppure ottemperato all'ordine di espulsione dallo Stato, disposto dal Prefetto di Parma.
Ieri, il sig. D.E.H.D è stato quindi condotto presso questi Uffici per partecipare all'udienza di convalida del provvedimento questorile di accompagnamento alla frontiera per mezzo della forza pubblica, e, in seguito all'intervenuta convalida, è stato accompagnato presso la Frontiera aerea di Bologna per essere imbarcato in un volo diretto a Dakar.