Presentato il progetto che vedrà il territorio reggiano nucleo centrale prima, durante e dopo l'Expo 2015 -
Reggio Emilia, 31 ottobre 2014 - di Federico Bonati -
Il 2015 sarà l'anno dell'Esposizione Universale che si terrà a Milano, dal 1° Maggio al 31 Ottobre, incentrata sul tema "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita", per la quale sono previsti circa ventidue milioni di persone. Un'occasione da sfruttare per il territorio di Reggio Emilia, pronto a giocare un ruolo di protagonista, forte delle capacità di offrire prodotti e servizi di eccellenza e di una posizione strategica rispetto alla sede dell'Expo.
Con questi presupposti è stato presentato il progetto "EsserEmiliano", nella Sala delle Commissioni della sede della Provincia di Reggio Emilia. Si tratta di un progetto di comunicazione e marketing internazionale mirato a promuovere il mondo imprenditoriale locale e il territorio, creando nuove opportunità di business prima durante e dopo Expo 2015. Un progetto che ha già raccolto illustri adesioni, tra cui la Provincia di Reggio Emilia, il CNA GiovanImprenditori, la Confesercenti, la Confcommercio, la Coldiretti, la CIA e la Confagricoltura.
A fare gli onori di casa è Marcello Mattioli, titolare di Crovi Consulting, capofila nella creazione di "EsserEmiliano": "L'obiettivo del brand è sfruttare la visibilità di Expo 2015 per far conoscere al mondo le eccellenze del territorio reggiano. Il tutto avverrà in maniera innovativa e continuativa, usando un insieme di strumenti sinergici messi a punto per raggiungere diversi pubblici di riferimento, sia italiani che stranieri, con contenuti efficaci e stimolanti".
Autore del logo di "EsserEmiliano" è l'artista reggiano Franco Bonetti che ha rivisitato l'Uomo di Le Corbusier. In esso, le diversi parti del corpo ospiteranno e veicoleranno le imprese e le eccellenze reggiane in base ai rispettivi settori d'azione, senza perdere il valore d'insieme garantito dall'accordo delle singole parti, patrimonio prezioso per il territorio e la sua comunità. La testa riguarda realtà imprenditoriali, educative e culturali, le mani sono il simbolo della laboriosità delle aziende agricole e artigianali, gli occhi sono il canale per la fruizione delle bellezze del territorio nonché del fashion e del design, i piedi rappresentano la concretezza e il progresso dell'industria, la pancia racchiude i sapori e i prodotti enogastronomici locali, il cuori, infine, riguarda le passioni e le caratteristiche umane e sociali del territorio reggiano.
Importantissima è l'azione di comunicazione, spiegata da Elisa Marchi (Lingue e Cultura): "L'obiettivo è comunicare la cultura dell'essere emiliano al mondo intero. Per farlo sarà importante conoscere i nostri interlocutori, la lingua e i canali coi quali comunicare e il contesto della comunicazione, sia esso formale o informale". Le fa eco Sara Salvarani (Sqcuola di Blog): "È importantissimo saper comunicare in maniera social nel mondo di oggi. Ecco perché abbiamo creato l'ashtag #esseremiliano. Partendo dal logo, abbiamo creato altri ashtag, sia in italiano che in inglese, che si focalizzano sulle varie eccellenze territoriali, dal cibo all'industria, dalla moda alla musica, dall'educazione all'artigianato".
Come agisce "EsserEmiliano"?
Attraverso azioni di marketing con piani strategici creati per attività specifiche, attraverso il portale del brand ( www.esseremiliano.com) e attraverso il webmarketing. Il tutto ha un doppio obiettivo, spiega Emiliano Martinelli (Crovi Consulting), ossia maggiori visitatori interessati e più visibilità targettizzata.
Il progetto, però, non riguarda solo il web. Vi sarà anche una rete di services che indicherà a tutti coloro che visiteranno il territorio dove poter mangiare e soggiornare, cosa visitare, come muoversi, come accedere agli eventi di Expo e ai servizi del territorio.
"EsserEmiliano" è aperto sempre a nuove partnership di diverso livello (Gold, Silver e Bronze), messe a punto per garantire a tutti i soggetti, in base alle loro esigenze e risorse, la massima visibilità possibile e l'accesso alle numerose opportunità di crescita a livello internazionale offerte dal progetto.
Conclude l'incontro il Presidente della Provincia di Reggio Emilia, Gianmaria Manghi, che esprime soddisfazione in merito al progetto: "Si tratta di un brand molto felice, con simboli e denominazioni efficaci. Le scelte strutturali di "EsserEmiliano" hanno delle proposte significative, e attraverso di esse le eccellenze del territorio saranno messe in luce anche dopo il termine di Expo 2015".
"EsserEmiliano" è già realtà, una realtà pronta a far sentire la voce delle eccellenze del territorio reggiano. Per essere protagoniste adesso, durante e dopo Expo 2015.
Mosca estende l'embargo anche a farine animali, grassi e altri prodotti bovini e suini e pollame dall'UE. Ghilardelli (Lega Nord Emilia Romagna) chiede tutele per aziende esportatrici.
di LGC - Parma, 24 ottobre 2014 -
La situazione tra Russia e UE invece che distendersi sembra sempre più acuirsi. E' di questi giorni la notizia di un ulteriore giro di vite da parte di Putin a sfavore delle produzioni agricole europee.
Un costo notevole per l'Italia che vede ancor più contrarsi il bacino d'esportazione dei prodotti agroalimentari che vedrebbe penalizzato il comparto di ulteriori 3,2 miliardi di euro.
E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti nel commentare l'annuncio del Rosselkhoznadzor, l'ente federale che controlla la qualità dei prodotti agricoli in Russia. Il pretesto della nuova misura è il rilevamento in 17 casi della presenza di sostanze vietate in derivati bovini provenienti da Italia, Austria, Ungheria, Germania, Danimarca e Polonia.
E' un conto pesante che viene pagato dalla nostra economia che ha già visto calare del 63% le esportazioni verso quel Paese da quando, il 7 agosto scorso, scattarono le prime misure d'embargo.
Misure restrittive anche verso il colosso statunitense della ristorazione McDonald's, il quale in una nota riportata dall'ANSA, nei giorni scorsi, ha dichiarato che le autorità russe stanno svolgendo più di 200 ispezioni sui ristoranti della catena e aggiunge di essere in procinto di fare ricorso alla disposizione di chiusura disposte lo scorso agosto, per motivazioni sanitarie, di 9 dei 430 locali fast-food collocati sul territorio russo.
Embargo Russia; Ghilardelli (Lega Nord): "Si tutelino le nostre aziende che esportano"
"La situazione tesa tra la Russia e l'Unione Europea non sembra migliorare e a farne le spese dal punto di vista commerciale potrebbero essere tutte le aziende italiane, con particolare riferimento a quelle dell'Emilia Romagna, che hanno in corso rapporti consolidati con il Paese extraeuropeo. Il rischio è che tutto ciò che è stato avviato, o che si trova al momento in corso di avviamento, si possa bloccare a causa delle restrittive leggi e delle pesanti sanzioni che gli Stati Uniti e l'Unione Europea hanno imposto a Mosca e il conseguente embargo verso i prodotti dell'Occidente imposto dal Governo russo". Commenta Manuel Ghilardelli, candidato alle elezioni regionali per la Lega Nord, che prosegue: "Quello che più mi preoccupa è il comparto agroalimentare del territorio piacentino che sta iniziando a stringere accordi e rapporti con la Russia e che potrebbe perdere tutto il lavoro svolto a causa di questo embargo. Secondo una prima stima di Coldiretti le esportazioni italiane di prodotti agricoli verso Mosca sono crollate del 63%, mentre il Made in Italy ha avuto un calo del 16,4%. Sono stati colpiti anche prodotti tipici, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano (per 15 milioni di euro) ma anche prosciutti a denominazione di origine".
Il candidato del Carroccio si unisce alle dichiarazioni rilasciate da Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, nel corso della sua ultima visita in Crimea che chiede apertamente "la rimozione dell'embargo agroalimentare russo a quelle Regioni che si sono schierate anche con atti ufficiali contro le sanzioni occidentali a Mosca imposte dagli Stati Uniti e dalla Ue per la crisi ucraina."
"Il Governo – conclude Ghilardelli - deve intervenire per difendere il lavoro delle nostre imprese, ma deve farlo con azioni concrete, aprendo un canale di dialogo con la Russia e con Putin, perché la salvezza dell'economia del nostro Paese passa anche da qui. Anche la Regione Emilia-Romagna deve prendere posizione, facendo pressioni sul Governo centrale perché lavori al fine di tutelare le nostre imprese".
L'evoluzione dei consumi secondo il Presidente di Confcommercio giovani di Reggio Emilia
Reggio Emilia --
Quando anche l'attuale crisi verrà lasciata alle spalle, nulla sarà più come prima. Anche se ci dovesse essere una ripresa economica, i consumatori non tornerebbero più quelli di una volta. Le mutazioni socio/demografiche e le esperienze innescate dagli ultimi sei anni di ristrettezze e incertezze hanno lasciato un segno indelebile nei consumatori, secondo alcuni studi di Ipsos.
Più attento agli sprechi, alla spesa globale, al rapporto qualità prezzo e più digitale, il consumatore 2.0 si è ormai abituato a mangiare, vestire ed impiegare il proprio tempo libero. Curiosa è, ad esempio, l'inversione di tendenza recentissima sui prodotti alimentari già cucinati o semipronti: si acquistano meno i primi, a vantaggio degli ingredienti per farli in casa. Stessa cosa per il pane, le cui vendite di macchinari per produzione casalinga hanno avuto un incremento. Anche la piramide alimentare cambia: i legumi sostituiscono la carne, frutta e verdura fresche vengono consumate sempre meno. Tiene il cibo di qualità, mentre a farla da padrona sono da anni i prodotti tecnologici, ovviamente quasi tutti di importazione.
E' da sottolineare come se la gente si abitua a mangiare e a vestirsi (inteso in senso molto lato) in modo diverso difficilmente tornerà indietro.
Secondo Il Sole 24 Ore il reddito medio degli italiani si è ridotto mediamente di più di 2.500 Euro annui rispetto al 2007. Questa riduzione è stata ancora maggiore a Reggio Emilia, e in generale nelle aree più produttive del Paese
La politica dovrà tener conto di questa mutazione irreversibile, che costringerà i commercianti a fare i salti mortali ben oltre il 2015 per poter far sopravvivere le attività e cercare di dare un futuro meno plumbeo ai figli. Ma se obbiettivo del legislatore, non solo nazionale e non solo fiscale, è quello di rilanciare i consumi, anche commercianti e dettaglianti devono fare autocritica e cogliere i cambiamenti, intercettando i nuovi bisogni. Non è più un'opportunità, ma un dovere.
LUIGI ROCCA - Presidente Gruppo Giovani Imprenditori Confcommercio Reggio Emilia - 17 ottobre 2014 -
Non se ne può più. Possibile che la Cancelliera tedesca abbia costantemente da mettere becco su ogni cosa? Ma nessuno riesce a tapparle la bocca?
di Lamberto Colla - Parma, 12 ottobre 2014
Insopportabile. Non vi è dubbio che faccia bene il suo mestiere di politico sempre attenta a ogni fiore del suo e altrui giardino.
Una accanita osservatrice di ciò che accade a casa altrui sempre pronta a commentare e bacchettare chiunque senza averne il ben che minimo diritto.
Sarebbe ora che qualcuno cominciasse a cantargliene in faccia.
Già perché questa sua sfacciata e frequente esternazione sulle vicende interne dei diversi Paesi dell'Unione non solo è irritante ma distrae l'attenzione dell'opinione pubblica dai fatti tedeschi, dalle loro magagne anche finanziarie.
Una comunicazione attiva tutta orientata a inculcare nella testa di tutti che la Germania è solida, perfetta e irreprensibile.
L'ultimo in termine di tempo a essere preso di mira è stato quel povero sciagurato di Hollande reo di avere chiesto il rinvio del pareggio di bilancio. Per fortuna e parcondicio la Cancelliera d'europa ha replicato negli stessi toni utilizzati tante e tante volte per l'Italia, ma questo non è consolante.
Abilissima a utilizzare la comunicazione come se fosse il fuoco di sbarramento di una batteria antiaerea e soprattutto capace di sfruttare il concetto di Europa Unita per farsi gli affaracci suoi.
Abili, anzi abilissimi i tedeschi a far sì che gli enormi costi della riunificazione delle due germanie fossero sostenuti da tutti i paesi membri dell'Unione e al contempo a inondare il mercato continentale coi suoi prodotti e lentamente, ma inesorabilmente cercare di strangolare i rivali, come l'Italia, che quanto a qualità della industria pesante avrebbero potuto essere pericolosi concorrenti.
Onnipresente nei bilaterali di pace ma con il braccino corto. Mai un euro è uscito dalle casse teutoniche per operazioni di di mantenimento della pace, quelle stesse che a noi sono costate sangue e euro.
Determinata e ferrea a imporre un'austerità soffocante alla Grecia, senza però dimenticare di continuare a venderle costosissimi armamenti, della cui utilità ci sarebbe da domandarsi, e di ottenere che i primi rimborsi fossero per le banche tedesche indebitate ovviamente.
Ma non è tutto, molto ci sarebbe da dire sulla solidità degli istituti di credito tedeschi e sul bilancio nazionale che, molto probabilmente, non è così solido come vorrebbero far credere.
E in questa crisi che sta strangolando quasi tutta europa la Germania invece non sembra mostrare cedimenti, anzi, stando all'Istituto per l'economia mondiale dell'università di Kiel che ha analizzato i dati relativi ai titoli tedeschi ha calcolato che per il periodo 2009-2013, c'è stato un beneficio di circa 80 miliardi di euro.
"Nel fondo erroneamente definito come "salvastati" o Mes, scrive Bastian Brinkmann su Süddeutsche Zeitung e riportato da l'Antidiplomatico.it, la Germania ha finora versato 21,7 miliardi di euro. In futuro dovrebbero diventare 190 miliardi: questo denaro viene conteggiato nel bilancio come uscita, ma non sono soldi persi - vengono solo erogati in prestito agli Stati in crisi. Finora, alla Repubblica federale tedesca è stato restituito ogni centesimo di quanto è stato trasferito come prestito d'emergenza alla Grecia ed agli altri euro-partner".
Cara Angela Dorothea Kasner - questo è il suo nome completo da nubile - nel condominio europeo non c'è necessità di una portinaia. Sarebbe ora che qualcuno la informasse.
Consumi, +0,1% ad agosto. Confcommercio rileva un clima di sfiducia degli operatori. Per il Codacons il maxi calo degli acquisti (80 miliardi in 7 anni) è incolmabile.
Parma 12 ottobre 2014 - L'indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) registra ad agosto una crescita dello 0,1% rispetto a luglio e un calo dello 0,1% tendenziale. L'osservazione di tre consecutive variazioni congiunturali positive, pur rappresentando un indubbio segnale di miglioramento che non può essere trascurato, non permette, comunque, una lettura ottimistica della situazione attuale. L'entità delle variazioni appare, infatti, troppo contenuta, insufficiente a garantire una significativa ripresa dei livelli di consumo delle famiglie, come testimoniato dal fatto che l'indicatore non ha ancora raggiunto i valori dello scorso anno (le variazioni tendenziali dei primi otto mesi del 2014 sono tutte negative).
Sul versante della fiducia, a fronte di un modesto recupero del sentiment delle famiglie nel mese di settembre, le imprese evidenziano aspettative negative con un calo, il secondo consecutivo, del clima di fiducia degli operatori di tutti i settori economici, soprattutto nei servizi di mercato e nel commercio al dettaglio.
Il lieve aumento dei consumi di agosto registrato da Confcommercio rappresenta per il Codacons un dato da "prefisso telefonico", assolutamente insufficiente a far sperare in una prossima ripresa degli acquisti da parte delle famiglie.
"La situazione dei consumi nel nostro paese continua ad essere drammatica – afferma il Presidente Carlo Rienzi - Una crescita dello 0,1% rispetto a luglio non è assolutamente un dato positivo, perché dimostra come il maxi-calo degli acquisti da 80 miliardi di euro registrato in Italia negli ultimi 7 anni sia incolmabile. Di questo passo serviranno non anni ma secoli per tornare ai livelli dei consumi pre-crisi; per tale motivo chiediamo con ancora più forza un incontro al premier Renzi finalizzato ad adottare subito misure concrete per aumentare il potere d'acquisto delle famiglie" - conclude Carlo Rienzi.
Già forte la presenza della metalmeccanica reggiana in Indonesia, Malesia e Singapore. L'Ente camerale ha programmato per martedì 14 ottobre una giornata di approfondimento in cui le imprese reggiane potranno contare non solo su informazioni relative ai contesti economici, alla domanda, agli aspetti fiscali e alle figure contrattuali che si legano ai tre Paesi, ma avranno a disposizione i relatori anche per appuntamenti individuali -
Reggio Emilia, 10 ottobre 2014 -
A pochi giorni di distanza dal focus relativo al mercato russo, la Camera di Commercio punta l'obiettivo delle esportazioni reggiane verso il Sud Est Asiatico, ed in particolare su Singapore, Malesia e Indonesia.
Proprio ai mercati di questi Paesi, infatti, è dedicata la giornata di approfondimento che l'Ente camerale ha programmato per martedì 14 ottobre alle 9,00 nella sede di Piazza della Vittoria.
Dopo Algeria, Marocco, America Latina, Mozambico, solo per citarne alcuni, le aziende reggiane potranno così continuare a guardare anche oltre il Vecchio Continente e gli Stati Uniti (per i quali è stato già recentemente organizzato un aggiornamento riguardante, in particolare, le leggi antibioterrorismo) per rafforzare nel mondo un flusso di esportazioni che, dopo il record di 8,6 miliardi stabilito nel 2013, nel primo semestre 2014 ha già raggiunto i 4,5 miliardi.
Nei Paesi del Sud Est Asiatico è già ben conosciuta l'industria metalmeccanica reggiana: in Indonesia, ad esempio, gli oltre 19 milioni di esportazioni realizzati nel 2013 (con un +18,9%) si legano per il 63% proprio alla metalmeccanica. Situazione simile a Singapore, dove il metalmeccanico reggiano vale, da solo, il 50% dei 27 milioni di esportazioni del 2013. Ancora più rilevante, infine, la quota del settore sulle esportazioni in Malesia: 13,5 milioni su 16,6, con un 10% acquisito anche dal comparto elettrico-elettronico.
Nel corso dell'incontro di martedì in Camera di Commercio, le imprese reggiane potranno contare non solo su informazioni relative ai contesti economici, alla domanda, agli aspetti fiscali e alle figure contrattuali che si legano ai tre Paesi, ma avranno a disposizione i relatori anche per appuntamenti individuali.
Info e adesioni: www.re.camcom.gov.it
(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
Questa mattina diversi scioperi, assemblee e manifestazioni hanno coinvolto numerose aziende di tutto il territorio reggiano. I lavoratori protestano contro l'approvazione al Senato della legge delega sul Jobs Act e temono manomissioni del loro Statuto. Le mobilitazioni continueranno anche domani, mentre stasera i lavoratori del Tpl si troveranno all'ex caserma Zucchi.
Reggio Emilia, 8 ottobre 2014 – di Ivan Rocchi
Negli ultimi giorni si sono fatte durissime le tensioni tra il tandem Cgil-Fiom e il governo Renzi. Le questioni della legge delega sul Jobs Act e dell'Articolo 18 rischiano di trasformare il futuro dell'esecutivo in un vero e proprio campo minato, mentre i rapporti tra il primo ministro e la segretaria Cgil Susanna Camusso sono ormai ai ferri corti. E anche nella nostra provincia si iniziano a sentire i primi segnali di quello che si annuncia come un autunno caldo per tutti i lavoratori. Oggi infatti sono state diverse le fermate spontanee e le iniziative di protesta in tante aziende grandi e piccole della nostra provincia, e nella sede centrale della Cna.
In contemporanea con il voto di fiducia al Senato, i lavoratori hanno incrociato le braccia e indetto assemblee sotto lo slogan "Renzi tu imponi la fiducia, noi ti togliamo la fiducia". Ha iniziato questa mattina alle 9.00 il settore Trasporti, con un volantinaggio davanti alla stazione centrale di Reggio Emilia organizzato dai delegati di F.e.r.-Ma.fer.-Tper.
Al termine dell'assemblea, oltre 100 lavoratori del CNA di Reggio Emilia sono usciti nel piazzale davanti alla sede di via Maiella. Qui sono stati raggiunti da delegate e delegati della FLC-Scuola, che stavano partecipando a un incontro provinciale. Insieme hanno approvato un ordine del giorno contro il Jobs Act.
Sciopero di mezz'ora ora alle Cantine Riunite e Civ nel settore alimentare, mentre i lavoratori dei magazzini di Centrale Adriatica (settore commercio) hanno effettuato un'ora di assemblea in sciopero.
Tante e importanti le aziende metalmeccaniche della zona di Reggio interessate da scioperi, di 1 o 2 ore: Emak, Lombardini, Brevini Power Transmission, Bucher, Moreali, Meta System, Ognibene, Rcf, Omso, Fontani e Lasagni, Omig, Danfos, Minizeta, Bosch oleodinamica. Ma anche nel resto della provincia i lavoratori si sono fatti sentire: Gruppo Argo Tractors, Gruppo Corghi, Tetrapack, Terex, Immergas, Smeg, sono solo alcune delle decine di aziende coinvolte nel nostro territorio.
Questa sera alle 21, presso l'ex caserma Zucchi, si fermeranno per protesta anche i lavoratori del trasporto pubblico locale (Seta e Til), con i loro autobus. "Questo - spiega la Cgil - avverrà fuori dall'orario di lavoro, a causa della legge sui servizi minimi essenziali e per non creare disservizi ai cittadini e all'azienda".
Infine, domani giovedì 9 ottobre sono previsti scioperi di 2 ore nelle aziende della zona di Rubiera, con una manifestazione in via Emilia che prenderà il via alle ore 9.00 (partenza davanti al cinema Emiro).
A Napoli, secondo posto per il progetto di Unioncamere regionale e delle Camere di commercio dell'Emilia-Romagna al concorso European Enterprise Promotion Awards che segnala le iniziative più innovative ed efficaci di enti pubblici e partenariati pubblico-privati dell'Ue, a sostegno dell'imprenditoria.
Parma, 6 ottobre 2014 -
Dall'Assemblea Europea delle PMI, che si è svolta a Napoli nell'ambito del semestre di Presidenza italiana dell'UE, è arrivato un riconoscimento alla progettualità e alla capacità del Sistema Camerale di sostenere le imprese in stretta connessione a istituzioni e associazioni imprenditoriali.
Tra i 22 finalisti dell'ottava edizione dell'European Enterprise Promotion Awards selezionati su alcune centinaia, si sono fatti onore i due progetti delle Camere di commercio.
"Mirabilia" della Camera di commercio di Matera, capofila di altri nove enti camerali (Brindisi, Genova, La Spezia, Messina, Padova, Perugia, Salerno, Udine e Vicenza) si è aggiudicato il primo posto nella sezione "Sostegno all'internazionalizzazione delle imprese", mentre "Crescere e competere con il contratto di rete" di Unioncamere regionale e Camere di commercio dell'Emilia-Romagna è arrivato secondo nella categoria "Sviluppo del contesto imprenditoriale".
Una medaglia d'oro e una di argento significative perché per la prima volta due iniziative del sistema camerale finaliste sono state entrambe premiate. Per una Unione regionale poi è una novità assoluta.
I riconoscimenti sono giunti al termine di una lunga selezione, prima a livello nazionale da parte del Ministero dello Sviluppo Economico che aveva attribuito il massimo punteggio (100/100) ai due progetti camerali e poi da una qualificata giuria, presieduta da Joanna Drake della DG Imprese della Commissione Europea e composta da imprenditori, rappresentati di governo e del mondo accademico che li ha inseriti nella "short list" conclusiva individuandoli tra una cinquantina di iniziative scelte nei Paesi membri. I riconoscimenti sono stati consegnati nel corso dell'Assemblea delle PMI, a cui hanno partecipato i massimi rappresentanti dell'Unione Europea, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e il Ministro dell'Economia Federica Guidi.
"L'Italia ha ottenuto un successo importante grazie a due iniziative che contribuiscono a creare un ambiente favorevole per lo sviluppo dell'imprenditorialità - afferma Antonello Lapalorcia, dirigente del Ministero dello Sviluppo Economico e componente della Giuria europea - I progetti sono entrambi forti e validi, basati su una logica di rete, e confermano la capacità progettuale del sistema camerale. E' rilevante che ciò accada in occasione della Presidenza di turno dell'Italia in Europa, momento in cui possiamo portare avanti con forza l'immagine di come sappiamo fare impresa".
I Premi Europei per la promozione di impresa mettono al centro l'innovazione e la creatività delle PMI, che, secondo le ultime ricerche, continuano a essere la spina dorsale dell'economia europea: rappresentano infatti più del 99,8% di tutte le imprese.
"La scelta della Commissione Europea rappresenta una gratificazione per il lavoro svolto. – dice il segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna, Claudio Pasini - Conferma la validità e l'efficacia dei progetti messi in campo dalle Camere di commercio e dalle loro Unioni regionali per la promozione e il sostegno dell'imprenditoria. Il contratto di rete – conclude Pasini - è entrato nel bagaglio di strumenti che gli imprenditori utilizzano per organizzare meglio la propria attività economica. "Crescere e competere con il contratto di rete" rappresenta un esempio di buone pratiche e di efficace sinergia tra sistema camerale, mondo associativo e istituzioni per promuovere l'economia dei territori".
Il progetto "Crescere e competere con il contratto di rete" - avviato nell'ambito dell'Accordo di programma tra Unioncamere e Ministero dello Sviluppo Economico, a valere sui finanziamenti del fondo di perequazione del sistema camerale - consente di supportare le PMI orientate ad avviare o consolidare processi di collaborazione e aggregazione attraverso il contratto di rete.
I promotori dell'iniziativa sono le Camere di commercio dell'Emilia-Romagna (Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini) e la loro Unione regionale con il supporto scientifico di Universitas Mercatorum (l'Università telematica del sistema camerale).
Ricercando le più ampie collaborazioni, il sistema camerale regionale ha condiviso il progetto con le associazioni di rappresentanza delle imprese e con le aziende di credito per rendere più efficace l'utilizzo degli strumenti di formazione e informazione rivolti ad imprenditori, funzionari pubblici e liberi professionisti.
Alcuni numeri del progetto, articolato su due annualità:
oltre 1.100 partecipanti formati;
158 le aziende, interessate alla costituzione di reti d'impresa, che hanno partecipato ai percorsi di consulenza e assistenza personalizzati:
28 le bozze di contratti di rete predisposte
12 nuovi contratti di rete sottoscritti, con la partecipazione di 50 imprese
realizzata la guida "Contratti di rete. Istruzioni per l'uso", vera e propria "cassetta degli attrezzi", contenente tra l'altro l'evoluzione della normativa di riferimento.
(Fonte: Uffici stampa Unione Regionale delle Camere di commercio dell'Emilia-Romagna)
La Camera di Commercio continua a puntare sul territorio della Federazione Russa per accrescere il livello delle esportazioni reggiane: al via un ciclo di seminari camerale rivolto alle imprese che riguarda gli aspetti strategici, finanziari e normativi -
Reggio Emilia, 3 ottobre 2014 -
Mentre le diplomazie premono per rimuovere il parziale ma pesante embargo sulle importazioni agroalimentari legato alla crisi in Ucraina, la Camera di Commercio continua a puntare sul territorio della Federazione Russa per accrescere il livello delle esportazioni reggiane, che nei primi posti vedono comunque prodotti (a partire dall'abbigliamento e maglieria con più del 37%) diversi da quelli alimentari, preceduti anche dalle macchine per impieghi generali e speciali, dalla ceramica e dagli apparecchi per uso domestico.
Nasce da qui un percorso formativo e di approfondimento che, in quattro incontri, offrirà alle imprese reggiane tutte le informazioni e le indicazioni necessarie per un efficace approccio al mercato russo, con specifici focus sugli aspetti giuridici degli investimenti italiani in Russia, la contrattualistica, le strategie da adottare su quel mercato, gli strumenti finanziari, la tutela e valorizzazione di marchi e i brevetti, le certificazioni e la regolamentazione doganale.
Un percorso, in sostanza, che riguarda gli aspetti strategici, finanziari e normativi, al quale le imprese hanno la possibilità di iscriversi entro il prossimo 6 ottobre, mentre l'avvio degli incontri è previsto l'8 ottobre alle 14,30 a Palazzo Scaruffi.
Il ciclo di seminari camerale giunge in un momento di forte tensione per i prodotti agroalimentari, come si è detto, ma si innesta in un percorso che ha registrato un costante aumento delle esportazioni reggiane in Russia, tanto che il 2013 ha segnato un +10,6% e, nell'ultimo triennio, una crescita superiore al 54%.
All'incontro in programma l'8 ottobre seguiranno poi altri 3 appuntamenti, programmati il 22 ottobre, il 5 e il 19 novembre.
L'iniziativa è realizzata in collaborazione con la Camera di Commercio Italo-Russa con sede a Milano.
(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
Nel comunicato stampa la presidente di Confcommercio Reggio Emilia Donatella Prampolini Manzini evidenzia alcune problematiche già note sulle aperture domenicali rese ora evidenti da una analisi comparata della legislazione negli Stati europei -
Reggio Emilia, 1 ottobre 2014 -
I grandi Stati europei, Francia, Germania, Regno Unito, come anche, tra gli altri, Austria, Belgio, Grecia, Norvegia, prevedono la chiusura domenicale degli esercizi commerciali. Vi sono qua e là deroghe per forni, tabacchi, edicole, fioristi, distributori di benzina. Oppure per attività in luoghi particolari come aeroporti e scali marittimi. In certi casi si prevede la possibilità per le sole piccole superfici di aprire la saracinesca la domenica, a propria discrezione. Insomma, si cerca di stabilire un equilibrio tra l'impatto dirompente che la deregolamentazione sulle aperture domenicali può avere sulla vita dei lavoratori e dei negozi indipendenti, la sfida sulla concorrenza lanciata dalle grandi superfici, l'utilità per i consumatori.
Dall'altra parte troviamo gran parte degli Stati dell'est e del sud Europa come Bulgaria, Polonia, Romania, Ungheria, Portogallo, Spagna, Turchia, un gruppetto di nordici quali Svezia, Danimarca, Finlandia, Olanda, e l'Italia, unico dei grandi. In questi casi si va dalla deregolamentazione pura e semplice del nostro Paese, insieme ad alcuni altri, a normative che comunque consentono l'apertura domenicale, a volte facendo salve alcune festività nazionali o religiose.
«Ce n'è abbastanza per far riflettere» dice Donatella Prampolini Manzini, presidente di Confcommercio Reggio Emilia, che prosegue: «In Italia a distanza di due anni dall'entrata in vigore della deregolamentazione gli effetti annunciati sulla crescita non si vedono. Sono invece stati gravemente penalizzati gli esercizi commerciali di vicinato oltre alla qualità della vita dei lavoratori del commercio, siano essi autonomi o dipendenti. Qualcuno ha tentato di far notare che in Europa si fa così. Non è vero: solo in Italia, tra i grandi Stati europei, sono passate le aperture festive e domenicali completamente deregolamentate. Non mancano invece, per esempio nel Regno Unito, normative che al contrario autorizzano solo la piccola distribuzione all'apertura domenicale, ma non i grandi, avendo ben chiare le dinamiche dei flussi festivi, che inevitabilmente rischiano di impoverire il tessuto commerciale e la pluralità distributiva.»
«Confcommercio Reggio Emilia –conclude Donatella Prampolini Manzini- continuerà a dialogare con tutte le parti sociali nella nostra provincia per trovare soluzioni capaci di tamponare questo disastro per i lavoratori e per il commercio tradizionale e di vicinato, disastro che non ha portato reali e proporzionati benefici ai consumatori. Non mancheremo poi di proseguire a livello nazionale la battaglia per cancellare questa folle fuga in avanti che ha premiato soltanto chi ha tutelato il proprio interesse senza guardare al bene della collettività.»
(Fonte: ufficio stampa Confcommercio Reggio Emilia)