Agrinsieme con le migliaia di agricoltori, provenienti da tutt'Europa, che ieri sono scesi in piazza a Bruxelles. Il responsabile del coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari Dino Scanavino: "C'è bisogno di un cambio di passo. I prezzi pagati agli allevatori per carne e latte quasi non coprono i costi produttivi e mettono a rischio la sopravvivenza delle aziende. Servono interventi urgenti per affrontare l'emergenza, come ritiri dal mercato di prodotti caseari e un piano di ristrutturazione dei debiti" -
Reggio Emlia, 8 settembre 2015 -
C'era anche Agrinsieme con le migliaia di agricoltori, provenienti da tutt'Europa, che ieri sono scesi in piazza a Bruxelles per sollecitare le istituzioni comunitarie a intervenire tempestivamente sulla crisi della zootecnia, nel giorno del Consiglio Ue straordinario dei ministri dell'Agricoltura.
"Con questa manifestazione vogliamo sostenere le istanze dei produttori italiani in Ue -ha detto dalla capitale belga Dino Scanavino, responsabile del coordinamento che riunisce Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari-. La situazione della zootecnia sta diventando sempre più insostenibile e gli agricoltori, nonostante i loro sacrifici, non riescono a lasciarsi alle spalle gli effetti della crisi. Da un lato il comparto della carne, che deve fare i conti con la sempre più pressante volatilità dei costi delle materie prime, con la forte dipendenza dall'estero dei ristalli e con i prezzi fermi da troppo tempo a livelli non remunerativi; dall'altro lato il settore lattiero-caseario, con quotazioni all'origine in caduta libera negli ultimi mesi. Un comparto che, dopo trent'anni di sistema delle quote, necessita di certezze per il futuro e le cui prospettive reddituali sono tutte da valutare."
"La zootecnia perde redditività ogni giorno di più e i prezzi pagati agli allevatori spesso insufficienti anche a coprire i costi produttivi mettono a rischio la sopravvivenza delle aziende -ha osservato Scanavino-. Per questo oggi manifestiamo insieme agli altri agricoltori europei, per sollecitare i Governi dell'Unione ad avviare un'irrinunciabile cambio di passo, prima di tutto in materia di gestione delle crisi. Il quadro di interventi e strumenti di cui dispone la Pac ha mostrato negli anni tutti i suoi limiti di efficacia e la crisi russa ha acuito le difficoltà ed è ricaduta sulle spalle degli agricoltori. La riunione dei ministri agricoli di oggi rappresenta quindi un crocevia per il futuro. Soltanto con decisioni coraggiose, infatti, è possibile ridare slancio a un settore centrale dell'economia dei territori dell'Ue. Un'attività economica che, attraverso 14 milioni circa di aziende che gestiscono il 45% della superficie complessiva, continua a fornire un importante contributo in termini di Pil e posti di lavoro diretti e indiretti. Salvaguardare e valorizzare questi importanti valori deve essere una prerogativa nelle decisioni delle politiche europee."
"Intanto, però, servono provvedimenti a breve termine da attuarsi subito per ridare fiato agli allevatori e "tamponare" l'emergenza. Al ministro Maurizio Martina, che abbiamo incontrato con la delegazione di Agrinsieme prima dell'inizio del Consiglio Ue -ha spiegato Scanavino- abbiamo chiesto: di attivare un intervento di ritiro dal mercato dei formaggi Dop (Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Montasio) per un equivalente di circa 15 milioni di euro da assegnare agli aiuti agli indigenti; di ristrutturare il debito delle aziende zootecniche colpite dalla crisi; di restituire agli allevatori le quote versate e oggetto di compensazione nel periodo 2014/2015, che stimiamo siano circa 75 milioni di euro; di avviare un piano di promozione istituzionale per il consumo di carne e latte italiane.
(fonte: Ufficio stampa Agrinsieme)
Sconti, occasioni e un occhio di riguardo alle stagionalità: vendemmia e la raccolta olive. -
Parma, 7 settembre 2015 -
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Un occhio di riguardo è stato è stato riservato alle stagionalità dei prossimi mesi con accessori per la vendemmia e la raccolta olive.
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I repentini cambiamenti climatici potrebbero compromettere i prossimi raccolti. Maggiori preoccupazioni interessano le vendemmie di fine settembre e ottobre e la raccolta del mais già sofferente per la siccità e posto sotto stretta osservazione per i rischi sanitari da Aflatossine.
di Virgilio, Parma 05 settembre 2015 - I cambiamenti climatici in atto in questi ultimi decenni, prevalentemente determinati dalla mano dell'uomo, si stanno manifestando con improvvisi e violenti temporali che le cronache hanno etichettato come "Bombe d'Acqua". fenomeni sempre più frequenti dai quali, molto probabilmente, dovremo attenderci
L'estate che sta lentamente scemando ha fatto registrare sensibili innalzamenti delle temperature medie da giugno a agosto.
L'arrivo del maltempo con temporali e grandine arriva dopo che il mese di agosto ha fatto segnare una temperatura minima superiore di 2,3 gradi alla media, ma particolarmente caldo sono stati anche luglio (+3,9 gradi) e giugno (+2,2 gradi). E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Ucea nel commentare l'arrivo del maltempo nelle campagne dove sono in corso la vendemmia e le operazioni di raccolta delle coltivazioni, dalla soia al mais.
Se la pioggia interrompe le operazioni, la grandine - sottolinea la Coldiretti - è la piu' temuta in questo periodo per i danni irreversibili che provoca ai grappoli sui quali si sviluppano patologie, ma a preoccupare gli agricoltori sono anche i rischi per la frutta di stagione ancora da raccogliere.
Rischi quindi ancora per le operazioni agricole di settembre e ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo che si concluderanno addirittura a novembre con le uve di Aglianico, Nebbiolo e Nerello.
Moncalvo (Coldiretti) - Dobbiamo impegnare le nostre forze in una operazione di trasparenza e di emersione...
di Virgilio Parma, 3 settembre 2015
Occorre colpire con forza il fenomeno dell'irregolarità in agricoltura e tenere sempre alto il livello di attenzione anche quando si smorzeranno i clamori connessi ai recenti tragici fatti di cronaca.
Non solo sorveglianza ma anche remunerazioni coerenti con i costi di produzione affinché non si lascino spazi alle speculazioni e alle furberie.
Un chilo di pomodori raccolto in Puglia viene sottopagato meno di 8 centesimi al chilo che non coprono i costi di produzione e di raccolta ma alimentano una catena dello sfruttamento che occorre spezzare. E' quanto ha denunciato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che la situazione non è molto diversa se si parla di arance o di uva, nel suo intervento al vertice nazionale sul caporalato per definire il piano di azione per il contrasto al fenomeno e al lavoro irregolare in agricoltura con i Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e del Lavoro Giuliano Poletti. Occorre combattere senza tregua il becero sfruttamento che - ha sottolineato Moncalvo - colpisce spesso la componente piu' debole dei lavoratori agricoli, con pene severe e rigorosi controlli. E su questo - ha sostenuto Moncalvo - sta lavorando l'Osservatorio sulla criminalita' nell'agroalimentare guidato da Giancarlo Caselli che la Coldiretti ha promosso e sostenuto.
E' pertanto auspicabile un processo di emancipazione che coinvolga la intera filiera agroalimentare in grado di distinguere e emarginare chi opera nell'illegalità e al contempo favorire le imprese che fanno dell'etica e della responsabilità un motivo di orgoglio e che deve diventare una leva commerciale privilegiata.
Così come in ogni settore anche in agricoltura le imprese che operano in condizioni di trasparenza sono la gran parte come "dimostrano i 322mila immigrati, provenienti da ben 169 diverse nazioni, assunti regolarmente in agricoltura. Con la rete del lavoro agricolo di qualità si avvia un importante percorso che tutela i lavoratori dalla sfruttamento e premia le imprese virtuose che - ha concluso Moncalvo - dobbiamo proseguire con serietà anche quando le luci sui drammatici casi di cronaca saranno spente.
Dalla vendemmia da primato al mais tossico. Le due facce della medaglia di un'estate con temperature da record. Era da 135 anni che non si misurava una condizione come quella registrata nella primavera - estate 2015.
Parma, 6 settembre 2015 -
Il 2015 sta acquisendo tutte le caratteristiche per dimostrarsi l'anno più caldo da quando esiste un sistema di rilevazione meteorologica (1880) superando il record del 2014.
Già sono stati acquisiti i primati di "inverno" e di "luglio" più caldi (16,5 C° la media del mese), con settembre che, nonostante il primato mensile sia del 2014 si è avviato con le intenzioni di accaparrarsi il trofeo meteorologico.
Se le temperature elevate dello scorso mese di settembre consentirono di recuperare una vendemmia che si preannunciava in ritardo e potenzialmente compromessa dalle abbondanti piogge del mese di luglio e parte di agosto, quest'anno il clima ha favorito un'accelerazione delle maturazioni delle uve conducendo a anticipare sensibilmente la vendemmia.
Una produzione di vino che si preannuncia di ottima qualità in tutta Italia e che dal punto quantitativo ritorna ai livelli storici dopo le forti flessioni del 2014, del 2012 e 2011 (42,1, 41,1 e 42,7 rispettivamente)
Secondo i primi dati forniti da Assoenologi lo scorso 29 agosto, a fine campagna si produrranno tra i 46 e i 47 milioni di ettolitri di vino e mosto con il Veneto che, con ben 9,1 milioni di ettolitri, si conferma la regione italiana più produttiva. Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia insieme nel 2015 produrranno oltre 28 milioni di ettolitri, ossia più del 60% di tutto il vino italiano.
Dal punto di vista qualitativo l'associazione degli enologi prevede un target compreso tra ottimo e eccellente "le buone riserve idriche - rileva Assoenologi - accumulate hanno determinato un'interessante ripresa vegetativa, sfociata in una primavera che ha favorito le fasi fenologiche per lasciare poi il posto ad un'estate calda, mitigata nella seconda metà di agosto da provvidenziali piogge, condizioni che hanno sancito un percorso decisamente positivo della maturazione dei grappoli con l'accumulo di sostanze aromatiche e polifenoliche."
Il mais, al contrario, sta attraversando un un momento di forte criticità. Le notizie sulle rese produttive non sono buone; come riportano le varie testate di settore negli areali più vocati della Pianura Padana, la siccità e le temperature da record del mese di luglio e di agosto hanno causato cali di resa dal -10/15% dove si è irrigato di più fino a un -30% negli appezzamenti ove si è fatto ricorso a interventi irrigui di soccorso di minor entità.
Non va certamente meglio sul fronte dei prezzi. Secondo quanto riporta il sito Obiettivo Cereali a Milano il mais normale vale 154 euro/t (-3 euro/t), quello con caratteristiche sanitarie superiori 169 euro/t (-4 euro/t). Analogo il calo sulla piazza di Bologna (-3 euro/t), che quota ora 173 euro/t. Sul Matif il future di novembre ha chiuso venerdì a 169 euro/t perdendo un paio di euro nel corso della settimana. Il future di settembre di Chicago è rimasto invece stabile (venerdì a 363,2 cent/bushel).
L'andamento climatico di luglio e agosto ha posto le basi ideali per l'insorgere dell'Aspergillus Flavus, il fungo responsabile della produzione delle Aflatossine B1 e B2.
Le temperature ottimali all'insorgere del fungo sono comprese tra i 32 e i 38 gradi che, unite alla siccità, determinano le migliori condizioni per lo sviluppo i campo delle aflatossine.
Particolari attenzioni dovranno essere poste dagli agricoltori, adottando le migliori pratiche gestionali per il contenimento del rischio, affinché altre tossine non si sviluppino durante le successive fasi di stoccaggio o addirittura nei pastoni.
Mercuri (Fedagri): «Una fusione tra le più importanti mai realizzate nel settore del pomodoro, che non tarderà a dimostrare tutta la sua efficacia sia sulla competitività della filiera che in termini di ricadute positive per la redditività delle centinaia di aziende agricole associate».
di Virgilio 6 settembre 2015 -
La competizione sempre più marcata e la necessità di migliorare le redditività agricole impongono un preciso programma di miglioramento dell'efficienza produttiva, di trasformazione e distributiva in ogni comparto agricolo.
Il settore del pomodoro si è da sempre distinto per un'attenzione particolare ai processi di accorciamento della filiera sia attraverso la realizzazione di impianti di trasformazione direttamente controllati dal settore primario sia attraverso accordi di parternariato con gli altri attori di filiera.
Un processo di concentrazione dell'offerta che, nella maggior parte dei casi, ha avuto successo sia per quanto concerne il contenimento dei costi di produzione sia per quanto riguarda una più equa distribuzione del reddito lungo tutta la filiera.
L'ultima operazione di concentrazione condotta a termine è fusione A.R.P. Agricoltori Riuniti Piacenza e il Consorzio Casalasco di Cremona che ha dato vita a un vero e proprio colosso.
La fusione, infatti, darà vita ad una realtà con oltre 370 aziende agricole che lavorano 7mila ettari di terreno tra le province di Cremona, Mantova, Parma e Piacenza, con una capacità di produzione di 550mila tonnellate di pomodoro l'anno e un volume d'affari di circa 270 milioni di euro.
"Questa operazione, che vede come protagonista la filiera agricola, – commenta Costantino Vaia, Direttore Generale del Consorzio Casalasco del Pomodoro– rientra in un progetto strategico di espansione e consolidamento sui mercati internazionali. Il completamento del portafoglio prodotti e l'opportunità di nuovi canali di vendita ci permetteranno una fase di ulteriore crescita e sviluppo soprattutto sulle produzioni a nostro marchio, rendendo in questo modo Pomì un brand ancora più forte. Inoltre le sinergie gestionali e l'ottimizzazione dei processi produttivi contribuiranno a migliorare i livelli di redditività."
Un'operazione che ha trovato l'approvazione delle organizzazioni di produttori e la soddisfazione del presidente di Apo Conerpo e del settore ortofrutticolo di Fedagri Davide Vernocchi, il quale ha espresso "le proprie congratulazioni a tutti i dirigenti che con lungimiranza e determinazione hanno portato a termine l'operazione».
Dal un punto di vista commerciale, l'ampliamento del portafoglio prodotti e la definizione di nuovi canali di vendita garantirà una presenza più forte sui mercati internazionali, potenziando la distribuzione di prodotti sia a proprio marchio (Pomi) che private label. In termini di distribuzione l'obiettivo è infatti quello di abbinare alla gamma retail del Consorzio Casalasco anche la potenzialità dei formati food service di ARP con una linea completa di prodotti destinata alla ristorazione collettiva.
"Oltre ai numeri e ai valori economici espressi - commenta Paolo Voltini presidente del Casalasco - questa aggregazione rappresenta un'importante dimostrazione di maturità e consapevolezza del mondo agricolo che accetta le sfide del mercato, agendo da protagonista con visione strategica."
Maltempo e grandine nella Bassa e nella fascia rivierasca del Po: si segnalano danni a colture e strutture agricole. La Cia di Reggio Emilia ha già ricevuto delle segnalazioni che riguardano in particolare i vigneti - Colpite anche le strutture presenti a Boretto per il River's Food Festival
Reggio Emilia, 5 settembre 2015
In un'annata senza pace per l'agricoltura della Bassa reggiana, in alcune zone martoriata dapprima dalla nevicata, quindi da una bomba d'acqua, mancava giusto la grandine: ora però è arrivata anche questa, in un breve ma molto violento episodio di maltempo verificatosi a metà pomeriggio di oggi, quando il cielo si è fatto di piombo e si è levato un forte vento. Quindi è arrivata la pioggia, quasi subito accompagnata da un misto di grandine, presto diventata prevalente e con chicchi di notevoli dimensioni, tanto che il terreno si è velocemente imbiancato come per una nevicata.
La grandine per l'agricoltura è una delle peggiori maledizioni, perché dove colpisce spesso semplicemente distrugge le colture e le strutture agricole che trova sul proprio percorso. Anche in questo caso è così, lo segnala la Cia di Reggio Emilia che ha già ricevuto telefonate e messaggi da parte di propri associati. In particolare dai territori dei comuni della fascia rivierasca sul Po, che sembrano, in base a queste prime e parziali notizie, quelli più colpiti da questo episodio di maltempo, che ha colpito però anche Novellara, Campagnola, Reggiolo e Fabbrico, ci sono danni gravi, anche se in fasce limitate di territorio, come sempre quando grandina.
Particolarmente colpiti i vigneti - segnala la Cia reggiana - proprio nel momento in cui si avvia la vendemmia e quindi le piante sono cariche di chicchi maturi. Le aziende che ci hanno comunicato di essere state colpite - aggiunge la Cia - segnalano la distruzione pressoché completa del potenziale raccolto. Oltre all'uva, risultano colpite e stese dall'azione congiunta del vento e della grandine, campi di mais ancora da raccogliere.
Da segnalare anche - afferma la Cia - danni gravi al Lido Po di Boretto dove era in corso di svolgimento il River's Food Festival; qui erano presenti come espositori parecchi agricoltori: molti di essi hanno registrato danni alle strutture come stand e relative attrezzature, oltre ai prodotti che avevano portato per l'occasione.
"Una panoramica più completa - conclude il presidente della Cia di Reggio Emilia Antenore Cervi - sarà possibile solo nei prossimi giorni".
(Fonte CIA Reggio Emilia)
Dopo la "tempesta perfetta" che ha segnato i mercati internazionali trascinando nell'occhio dell'uragano anche le commodieties alcuni segnali darebbero indicazioni di una nuova flessione dei prezzi delle materie prime.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 3 settembre 2015 -
Non si è ancora completamente schiarito il cielo sopra i mercati delle materie prime.
Nuove ombre potrebbero palesarsi se, come sembra che possa accadere, la Cina deciderà di alleggerire i propri stock di cereali e derivati proponendoli a prezzi agevolati. Questa operazione, se confermata, potrebbe comportare una riduzione dell'export e perciò indurre gli operatori a abbassare i prezzi. Altra incognita, anch'essa condizionante i mercati internazionali verso quote di prezzo inferiori, viene dal sud america, in particolare dal Brasile, che sembrerebbe in procinto di svalutare la propria valuta domestica.
Quindi, dopo Russia e Cina anche il grande Brasile sta attivando la leva della svalutazione per favorire l'export nel'aspettativa di migliorare le performance di una economia non più brillante che lo vede in buona compagnia con buona parte dei Paesi BRICS (Acronimo che identifica l'associazione che rappresenta i 5 più importanti Paesi Emergenti: Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). Segnali più che evidenti di una potenziale flessione diffusa dei prezzi delle commodities, seppure non sia così scontato in considerazione del livello attuale di compressione del mercato.
Indicatori internazionali 2 settembre 2015
l'Indice dei noli è intanto risalito si fa per dire a 911 punti, il petrolio quota circa 44,50 dollari al barile e il cambio ruota attorno a 1,1265.
L'incertezza rimane perciò elevata in attesa delle mosse delle tre banche centrali di Cina, Usa, e Unione Europea.
Intanto i vari dati di produzioni e stime, che arrivano a scaglioni, confermano, come anticipato nelle scorse settimane, che nonostante le avverse condizioni climatiche non vi è carenza di merce e i consumi mondiali, pur non risalendo, tengono le posizioni. Sul nostro continente invece qualche preoccupazione sanitaria esiste in campo sanitario.
Il mercato dei consumi e delle speculazioni si sta comunque muovendo poco per i troppi timori, ma anche perché sussistono posizioni con forti perdite quindi si stanno trattando storni e spostamenti di quote.
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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Sconti, occasioni e un occhio di riguardo alle stagionalità: vendemmia e la raccolta olive. -
Parma, 1 settembre 2015 -
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Inviata al Governo la richiesta per l'utilizzo di antagonisti naturali. In arrivo un depliant informativo per la popolazione. -
Bologna, 1 settembre 2015 -
"Stiamo seguendo con attenzione l'evolversi della situazione attraverso i tecnici del Servizio fitosanitario regionale. Oltre al monitoraggio, stiamo supportando gli agricoltori nell'individuare le più efficaci misure di contrasto, mentre ho già provveduto a scrivere ai ministri delle Politiche agricole Martina e dell'Ambiente Galletti, per valutare anche azioni a livello nazionale, tra cui la possibilità di introdurre un antagonista naturale. Come Regione stiamo anche predisponendo un depliant informativo per i cittadini". Così l'assessore regionale all'agricoltura Simona Caselli è intervenuta oggi per fare il punto sulla presenza anche in Emilia-Romagna della "cimice asiatica", una specie invasiva in grado di produrre danni alle produzioni agricole (alberi da frutto in particolare) e alle piante ornamentali.
Halyomorpha halys è stata segnalata per la prima volta in Emilia-Romagna nel 2012, ma solo durante l'estate 2015 è cresciuta in modo esponenziale, causando danni alla produzione agricola soprattutto nel Modenese. La sua presenza è stata attestata anche in provincia di Reggio Emilia e di Bologna. Altri focolai sono stati riscontrati in Lombardia e in Piemonte. L'insetto si presenta di colore marmorizzato grigio-marrone ed è lungo tra i 12 e i 17 millimetri.
Per fronteggiare questa nuova emergenza, il Servizio fitosanitario regionale ha già concesso alcune deroghe per poter impiegare, nel rispetto dei disciplinari di produzione integrata e dunque dell'ambiente e della salute dei consumatori, prodotti dotati di una adeguata attività nei confronti della cimice asiatica. E' inoltre in corso uno studio dell'Università di Modena e Reggio, dei Consorzi fitosanitari regionali e del Servizio fitosanitario dell'Emilia-Romagna per individuare strategie di controllo sostenibile che vadano oltre la fase tampone iniziale.
Oltre a sostenere l'attività di ricerca, la Regione sta predisponendo un pieghevole che verrà diffuso tra la popolazione per indicare le misure più idonee a fronteggiare la cimice asiatica anche all'interno delle abitazioni, dove può trovare rifugio durante la stagione invernale. Va precisato che l'insetto non punge, non trasmette malattie né all'uomo né agli animali e il fastidio che può provocare alla cittadinanza è rappresentato, oltre che dal caratteristico odore, dalla sua abitudine ad aggregarsi in grandi numeri all'interno delle strutture anche residenziali, limitrofe alle zone colpite
Per informazioni e per segnalare eventuali presenze è possibile contattare il Servizio fitosanitario regionale o l'Università di Modena e Reggio: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.agna.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Una scheda tecnica sul sito: agricoltura.regione.emilia-romagna.it/fitosanitario/doc/avversita/avversita-per-nome/cimice-asiatica/cimice-asiatica-allarme-negli-impianti-di-pero-agosto-2015
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)