La Sezione Polizia Stradale di Modena ha contestato oltre 18.100 infrazioni al Codice della Strada nel 2016: aumentano quelle relative all'uso scorretto del telefonino rispetto al 2015, in calo invece gli incidenti stradali. Rilevante il sequestro di apparecchi per manomettere i cronotachigrafi dei camion.
Modena, 11 gennaio 2017
Nel corso dell'anno 2016 sono state 6170 le pattuglie della Sezione Polizia Stradale di Modena, della Sottosezione Polizia Stradale di Modena Nord, del Distaccamento di Mirandola e del Distaccamento di Pavullo che hanno presidiato sia la rete delle autostrade A1 e A22 di competenza, sia le principali arterie stradali modenesi.
Complessivamente la Sezione Polizia Stradale di Modena ha contestato oltre 18.100 infrazioni al Codice della Strada, mentre i punti decurtati dalle patenti di guida sono stati complessivamente 25600.
Queste in particolare le infrazioni contestate: 464 violazioni per velocità pericolosa e guida distratta (causa di perdita di controllo del veicolo); 982 per il mancato uso della cintura di sicurezza, 1081 violazioni per uso di cellulare senza l'ausilio di dispositivi consentiti; 337 violazioni per condotta scorretta in ambito autostradale su cui ricadono manovre come retromarcia in autostrada e il percorrere la corsia d'emergenza; 163 violazioni per guida senza patente/ patente diversa; 13 violazioni per guida con carta di circolazione o patente di guida ritirata; 17 violazioni all'art. per guida con patente di guida sospesa; 232 violazioni per sorpassi pericolosi spesso causa principale di incidenti stradali; 907 ritiri di carte di circolazione per mancata revisione del veicolo, 354 veicoli inviati a revisione straordinaria a seguito incidente stradale o gravi inefficienze; 299 violazioni per guida di veicolo sprovvisto di assicurazione RC verso terzi; 285 violazioni per guida in stato di ebbrezza; 6 violazioni per guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti con contestuale ritiro di patente e denuncia all'autorità giudiziaria.
Particolarmente significativo risulta l'aumento delle infrazioni rilevate relative all'uso scorretto del telefonino che nel 2015 era stato contestato 672 volte rispetto alle 1081 del 2016 (più del 50% di aumento delle infrazioni).
CONTROLLI MIRATI A MEZZI PESANTI e AUTOBUS
L'attività della Polizia Stradale di Modena si è concentrata anche sui controlli ai cosiddetti "veicoli pesanti" e autobus condotti da guidatori professionali.
Numerose sono state le violazioni contestate ai veicoli industriali per tenere sotto controllo l'incidentalità e il trasporto nazionale/internazionale di merci e persone.
In particolare le infrazioni contestate: 158 violazioni con altrettante patenti ritirate per irregolarità al cronotachigrafo (apparecchiatura che registra velocità del mezzo, tempi di guida e di pausa dell'autista) altresì sono stati rinvenuti e sequestrati su veicoli industriali appositi apparecchi abusivi/ magneti atti a falsificare la velocità e le ore di guida; 1184 violazioni per veicoli con peso eccessivo in quanto carichi di merce oltre il limite consentito rendendo il controllo del mezzo estremamente difficoltoso in particolar modo in caso di frenata improvvisa; 1.107 infrazioni per superamento del limite massimo delle ore guida consentite e contrasto ai colpi di sonno dei conducenti di veicoli "pesanti". In questi casi è stato disposto altresì il fermo sul posto del veicolo e la ripresa del viaggio solamente quando dopo il rispetto dei tempi di riposo.
Altra attività svolta è stata il controllo sulla regolarità delle assunzioni da parte delle imprese di autotrasporto verificando il rispetto della normativa contenuta nella Legge 727/78, il rispetto delle prescritte autorizzazioni relative alla licenza del trasporto di cose e della regolarità delle tariffe applicate così come previsto dalla Legge 298/74. Particolare attenzione è stata rivolta al controllo dei trasporti internazionali svolti da autotrasportatori comunitari e extracomunitari.
Sono state 81 infrazioni elevate nei confronti di conducenti e ditte extraeuropee per la violazione all'art. 46 e art. 26 Legge 298/74 che regola la disciplina dei trasporti di cose e merci nazionale e internazionale.
La Polizia stradale di Modena nel 2016 ha proseguito assieme ai veterinari del Dipartimento di Sanità pubblica dell'Azienda USL di Modena i controlli nei confronti di conducenti e veicoli che effettuano trasporti di animali vivi contestando 11 infrazioni alla specifica normativa ( Regolamento (CE) n. 1/2005).
Nel 2016 è stata avviata una proficua attività sinergica col Ministero dell'istruzione - Ufficio Scolastico Provinciale di Modena relativa al controllo degli autobus trasportanti studenti in gita scolastica. L'intervento del personale di polizia nei confronti di predetti bus scolastici ha permesso di elevare 43 infrazioni a carico dei trasgressori o delle ditte organizzatrici del viaggio.
Nell'ambito dei controlli sono state utilizzate: apparecchiature autovelox e telelaser per rilevare i veicoli che hanno oltrepassato i limiti di velocità; apparecchiatura etilometro per verificare l'eventuale stato di ebbrezza dei conducenti; spessimetro per misurare lo stato di usura dei pneumatici; leggi disco, apposite carte, POLICE CONTROL E DAKO per controllare le ore di guida ed i tempi di guida/riposo dei conducenti di veicoli industriali.
ATTIVITA' DI POLIZIA GIUDIZIARIA
L'attività di repressione dei reati si è estrinsecata attraverso la denuncia di 138 persone all'autorità giudiziaria, 45 arresti e il sequestro di: Kg 8,650 di cocaina, Kg.93,300 di Hashish, Kg. 10,810 di marijuana, Gr. 10 di eroina.
Particolare attenzione è stata posta nei confronti dei reati predatori in danno dei veicoli industriali con l'arresto durante l'anno trascorso di 17 persone, quindi al recupero della merce asportata e alla restituzione ai legittimi proprietari. Sono stati deferiti alla Autorità Giudiziaria 8 borseggiatori a danno di viaggiatori e 2 stranieri sono stati denunciati per reingresso clandestino sul territorio nazionale. Sono stati segnalati 46 cittadini stranieri non in regola con la vigente normativa sulla permanenza sul territorio nazionale e sono state rinvenute e recuperate 12 autovetture rubate e 3 autocarri rubati o ricettati.
INFORTUNISTICA STRADALE
L'attività di infortunistica stradale della sezione Polizia Stradale di Modena ha comportato il rilievo di complessivi 1010 incidenti stradali nel corso del 2016. Di questi incidenti 9 hanno avuto un esito mortale e 321 con feriti. Complessivamente sono state 524 le persone ferite e 9 quelle decedute.
Negli incidenti stradali in ambito autostradale, oltre il 41% ha avuto coinvolti mezzi pesanti, tale valore va oltre il 25% se si prendono in considerazione esclusivamente incidenti con feriti.
Nel 2015 gli incidenti stradali complessivamente rilevati dalla Sezione Polizia Stradale di Modena erano stati 1256. Gli incidenti mortali rilevati nel 2015 erano stati 12, quelli con feriti 424.
SEQUESTRO DI APPARECCHIATURE (MAGNETI E CABLAGGI)
Particolare segnalazione merita la incessante attività di sequestro di apparecchiature (magneti e cablaggi) nei confronti di conducenti che hanno manomesso i cronotachigrafi al fine di alterare la registrazione dei dati relativi al veicolo e al conducente, quali i chilometri percorsi, la velocità mantenuta, i tempi di guida e riposo relativi al veicolo e al conducente. Tale gravissima manomissione non permette alle forze dell'ordine di controllare agevolmente il rispetto il rispetto dei limiti di guida imposti dalla legge ai conducenti professionali mettendo a repentaglio la vita degli autisti e degli altri utenti della strada (in totale questa attività ha permesso di levare 1107 infrazioni relative al mancato rispetto dei tempi di guida e riposo).
Un albanese di 37 anni è stato fermato questa mattina da una volante della Polizia mentre si stava denudando in via Ariosto. L'uomo, con precedenti per atti osceni, stava probabilmente aspettando il transito degli autobus diretti alle scuole, per esibirsi davanti a bambini e ragazzi.
Reggio Emilia, 8 ottobre 2014 – di Ivan Rocchi
Se ne stava acquattato tra le auto in sosta, in attesa di qualcuno davanti a cui denudarsi: probabilmente bambini e ragazzi, che a quell'ora iniziano a transitare davanti alla pensilina dell'autobus per andare a scuola. Infatti erano circa le 7.20 di questa mattina quando l'uomo è stato notato dagli agenti di una volante della Polizia, che stavano attraversando la centrale via Ariosto.
In quel momento il 37enne si stava slacciando la cintura, per poi sbottonarsi i pantaloni. Ma essendosi accorto della presenza della Polizia, l'uomo ha provato a nascondersi e si è accovacciato dietro una macchina.
Una volta raggiunto dagli agenti, il 37enne ha provato a rivestirsi in tutta fretta. Alle domande dei poliziotti riguardo alla sua condotta, non ha dato risposte. "Sto aspettando l'autobus per Sant'Ilario", ha invece riferito prontamente.
Da accertamenti emergeva però che l'albanese non era nuovo a condotte di questo tipo. Infatti su di lui pesano già alcune condanne per atti osceni. La Polizia ritiene che le sue azioni fossero quindi riconducibili al passaggio delle scolaresche lungo via Ariosto, per raggiungere le sedi scolastiche del centro.
L'uomo, rientrato illegalmente in Italia, è stato quindi tratto in arresto per reingresso illegale nel territorio nazionale.
Una donna ha denunciato il convivente per le lesioni subite in seguito all'ultimo pestaggio. Nel corso degli anni la vittima era finita più volte all'ospedale, per fratture e altre ferite. Ma nonostante le forze dell'ordine fossero intervenute in diverse occasioni, l'uomo proseguiva nella sua condotta. Ora la Polizia lo ha arrestato.
Reggio Emilia, 6 agosto 2014 – di Ivan Rocchi
L'uomo era rientrato a casa ubriaco, alle 5 del mattino, e la compagna aveva iniziato a preparargli il caffè. Nonostante le sue attenzioni, però, il 43enne reggiano ha iniziato a urlare e inveire contro la donna. Poi ha impugnato un bastone e l'ha colpita alla testa. E ancora altri colpi, stavolta con una scopa. Non contento, ha iniziato anche a prenderla a calci. Una storia di violenza in famiglia che andava avanti da anni è emersa lo scorso 8 luglio, quando in seguito all'ennesimo pestaggio la donna si è decisa a denunciare il proprio aguzzino.
I due si erano conosciuti circa 7 anni fa. La donna lavorava in un'azienda della quale l'uomo era cliente, e dopo essersi conosciuti avevano iniziato a uscire insieme. Alla fine avevano deciso di prendere casa in un comune della nostra provincia. Insieme a loro c'erano anche i due bambini della donna, avuti da una precedente relazione.
Dopo due o tre anni di convivenza, però, il 43enne aveva iniziato a diventare violento, sia in casa che sul posto di lavoro. Più di una volta la donna era stata costretta a chiedere l'intervento delle forze dell'ordine presso l'azienda dove lavorava. In particolare, in un'occasione l'uomo l'aveva picchiata e le aveva strappato i vestiti, tanto che diverse persone presenti erano intervenute per bloccarlo.
In seguito la donna era stata licenziata e i Servizi Sociali avevano affidato i figli al padre naturali. A quel punto le violenze si sono fatte sempre più frequenti, al punto che la donna non riesce neanche a farne una cronologia. Ma per alcuni di questi episodi rimangono i referti medici, che le erano stati rilasciati in seguito alle cure ospedaliere. Come nel dicembre 2011, quando il convivente al culmine di una lite l'aveva presa a calci all'addome, provocandole la rottura della milza e costringendola all'intervento chirurgico. In un'altra occasione, invece, dopo averla pestata le aveva rotto il telefono cellulare e tagliato il filo del citofono, per impedirle di chiedere aiuto. E poi fratture alle dita, e alle costole, in seguito ai pugni sferrati dall'uomo. Insomma, la donna era sottoposta a una lenta ma continua tortura.
Ma nonostante gli innumerevoli episodi, la donna aveva continuato la relazione, perché sperava che l'uomo cambiasse atteggiamento. Addirittura, dopo che l'uomo aveva ricevuto il divieto di dimora in quel comune da parte dell'autorità giudiziaria, la donna nel giugno scorso aveva deciso di continuare a vivere con lui in una casa presa in affitto a Reggio nel giugno scorso. E anche qui, ovviamente, l'uomo aveva continuato nella sua condotta. Oltre alle aggressioni fisiche, infatti, il convivente continuava a offenderla con gravi ingiurie, strappava le foto dei suoi bambini e dei suoi defunti. Inoltre le rompeva le scarpe e le tagliava i vestiti e gli indumenti intimi.
Dopo l'ultimo episodio, avvenuto lo scorso 8 luglio, la donna ha finalmente trovato la forza di denunciare il convivente. Dimessa dall'ospedale con una prognosi di 15 giorni, la donna si era recata a casa di parenti, che alla fine l'hanno convinta che quell'uomo andava fermato. In seguito alla segnalazione da parte della donna, la Squadra mobile della Polizia ha potuto ricostruire l'intera vicenda e ha proposto alla Procura della Repubblica l'arresto dell'uomo, richiesta poi accolta dall'autorità giudiziaria.
Domenica scorsa un uomo è stato trovato in possesso di quattro coltelli a serramanico, mentre si trovava a bordo di un bus della linea 2. Uno dei viaggiatori ne ha visto uno spuntare dalla tasca e ha dato l'allarme. La Polizia è intervenuta in piazzale Lancieri d'Italia e ha fermato l'uomo, poi denunciato per porto abusivo d'armi.
Reggio Emilia, 5 agosto 2014 – di Ivan Rocchi
Non ne aveva con sé solo uno, ma ben quattro coltelli a serramanico di diverse lunghezze. Uno di questi, però, spuntava inequivocabilmente dalla tasca dei pantaloni. La prontezza di uno passeggeri dell'autobus della linea 2, dove era salito l'uomo, ha così permesso alla Polizia di fermarlo e denunciarlo per porto ingiustificato di armi od oggetti atti a offendere.
Dopo aver notato il coltello che fuoriusciva dalla tasca dell'uomo, il viaggiatore si è avvicinato con discrezione all'autista del bus, che poi ha contattato il 113. Una volante è così potuta intervenire in piazzale Lancieri d'Italia per bloccare l'uomo. Il 33enne veneziano, con numerosi precedenti penali legati alla tossicodipendenza, è stato infatti trovato in possesso di quattro coltelli, due con lama da 5 cm, uno da 7 e un altro da 8 cm. L'uomo è stato così accompagnato in Questura, e al termine delle formalità è stato segnalato all'autorità giudiziaria.
Lunedì scorso la Polizia ha smantellato un vero e proprio network della prostituzione. Due donne cinesi, un loro connazionale e un italiano avevano preso in affitto diversi appartamenti tra Modena e Bologna, intestandoli a italiani compiacenti, e avevano stabilito la loro base operativa a Reggio.
Reggio Emilia, 31 luglio 2014 – di Ivan Rocchi
Avevano scelto Reggio come base per il loro traffico di prostituzione. Da qui, come in un moderno call center, le due cinesi Qing Ye e Liangmei Chen rispondevano alle chiamate dei clienti, ma per indirizzarli verso le case chiuse – intestate a prestanome italiani - gestite in varie città della regione: Modena, Castel San Pietro Terme, Imola e Bologna. L'organizzazione è stata smantellata lunedì dalla Polizia con un blitz degli uomini del commissariato di Imola e della Questura di Bologna, in collaborazione con la Squadra mobile di Reggio Emilia. In seguito allo sviluppo delle indagini, il gip di Bologna aveva emesso un provvedimento di custodia cautelare in carcere per le due donne e i loro rispettivi compagni, Jian Jin e Giorgio Bonato.
Infatti, se le due cinesi fungevano da centralino per i clienti delle prostitute e tenevano la contabilità, Jin e Bonato erano i fattorini tuttofare dell'organizzazione. A turno, si recavano negli appartamenti per ritirare gli incassi e rifornire le prostitute con generi alimentari, preservativi e qualsiasi cosa potesse servire per la loro attività. Dalle indagini è emerso che le ragazze vivevano recluse in casa, in modo che non si notasse la loro presenza negli stabili. La loro attività, invece, veniva ben pubblicizzata dai quattro sfruttatori, tramite annunci sui quotidiani locali, giornali specializzati e siti internet.
E proprio gli annunci hanno permesso di localizzare a Reggio Emilia il centralino dell'organizzazione. Grazie alle intercettazioni, si è scoperto che le due donne tenevano i contatti con i clienti e avvisavano del loro arrivo le ragazze, che per la maggior parte non parlavano neanche una parola di italiano. A fine giornata, poi, si facevano riferire le prestazioni eseguite e l'entità degli incassi. Durante le indagini, è emerso anche che le due donne raccomandavano alle prostitute di assecondare sempre i clienti, anche quando chiedevano rapporti non protetti.
Le prostitute guadagnavano in percentuale sull'incasso complessivo, e il loro compenso veniva spedito direttamente in Cina. Nel corso delle perquisizioni sono state recuperate numerose ricevute Money Transfer, che solo per l'ultimo periodo ammontavano a 13.000 euro. Inoltre, sono stati sequestrati 9.000 euro in contanti, ritenuti provento dello sfruttamento.
Il 17enne tunisino senza fissa dimora è stato individuato in seguito al furto di un cellulare. Una volta rintracciato dagli agenti, si è scoperto che il ragazzo era anche ricercato per rapina a mano armata. Il 19enne residente in città, invece, si aggirava per il centro con uno zainetto contenente marijuana e un bilancino.
Reggio Emilia, 30 luglio 2014 – di Ivan Rocchi
Nel corso dei controlli quotidiani predisposti dalla Questura, ieri la Polizia ha arrestato un minorenne ricercato per rapina a mano armata e ha scoperto un giovane spacciatore. Il primo avrebbe rubato il cellulare di un tassista che lo stava accompagnando a casa, mentre il secondo è stato trovato in possesso di 25 grammi di marijuana e un bilancino di precisione.
Nel pomeriggio di ieri una pattuglia della Squadra Mobile notava e seguiva un giovane che si aggirava con fare sospetto nei pressi di un esercizio pubblico del centro storico. Una volta fermato e identificato, all'interno del suo zaino sono stati trovati due involucri trasparenti contenenti marijuana, un bilancino di precisione, un telefono cellulare e la somma di 60 euro. Il 19enne A. F., residente in città, è stato quindi denunciato per possesso di stupefacenti ai fini di spaccio.
Ieri sera invece, poco dopo le 21, due giovani hanno preso il taxi dalla Stazione centrale in direzione Pieve Modolena. Dopo aver lasciato i due ragazzi a destinazione, il tassista si è accorto che lo smartphone custodito nel vano tra i sedili era stato asportato. Dopo aver provato a raggiungerli, ma inutilmente, l'uomo ha raccontato la vicenda a un agente della Polizia ferroviaria fuori servizio.
Le volanti alla fine sono riuscite a rintracciare i due ladri all'interno del parco di via Piani, in compagnia di altri giovani. Uno dei due clienti del tassista ha provato a nascondere il cellulare in terra, tra i piedi. In seguito a ulteriori controlli, è così emerso che proprio su di lui gravava un ordine di cattura per rapina a mano armata.
Il 17enne tunisino era stato collocato presso una comunità di Misano Adriatico, ma di fatto era senza fissa dimora e con numerosi precedenti. Il ragazzo è stato quindi arrestato e denunciato per furto in concorso, assieme al connazionale 20enne B. A. S. Il giovane è stato poi accompagnato all'Istituto minorile del Pratello, a Bologna.
Ieri intorno alle ore 21 un giovane è stato aggredito nel parco Noce Nero, in zona Rosta Nuova. Il 26enne sarebbe stato accerchiato da 5 minorenni magrebini, che dopo averlo pestato gli hanno rubato tutto: anello e catenina d'oro, due cellulari e il portafogli.
Reggio Emilia, 24 luglio 2014 – di Ivan Rocchi
Brutta avventura per un 26enne, che ieri sera aveva deciso di fare due passi nel parco Noce Nero, in zona Rosta Nuova. Il giovane sarebbe stato avvicinato all'improvviso da cinque magrebini, tutti minorenni. Questi hanno iniziato a colpirlo con pugni e calci anche al volto, per poi derubarlo di tutto quello che aveva addosso. Se le circostanze venissero confermate, l'episodio potrebbe essere un campanello d'allarme per la zona, dove non si sono mai verificate simili aggressioni.
Poco dopo le 21 la sala operativa della Questura ha inviato una volante in via De Gasperi, in zona Rosta Nuova, per una rapina ai danni di un cittadino italiano. Una volta raggiunta la vittima, gli agenti hanno raccolto la sua testimonianza. Il giovane riferiva di aver ricevuto colpi alla mano e alla mascella, accusando al momento ancora forti dolori. Inoltre, era stato derubato di tutti i suoi averi: un anello e una catenina in oro giallo, due cellulari e il portafoglio, contenente 40 euro.
A quel punto, al 26enne è stata proposta l'ambulanza per recarsi al Pronto Soccorso, ma ha rifiutato, dichiarando che ci sarebbe andato da solo. Alla fine, il ragazzo è stato dimesso con una prognosi di 21 giorni per contusioni multiple e la frattura di una falange. Sulla vicenda sta indagando la Squadra mobile.
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