Visualizza articoli per tag: economia

Domenica, 24 Aprile 2016 12:05

Passata la paura, il premier gongola.

Renzi - contro tutti: 3 a 0. Vince la sfida del referendum e rifila un secco uno-due sulle mozioni di sfiducia. Adesso ha tempo per prepararsi alla sfida elettorale delle amministrative del prossimo 5 giugno.

di Lamberto Colla Parma, 24 aprile 2016. Un treno. Niente e nessuno potrà fermare il treno della speranza guidato da Matteo Renzi. Uscito "vittorioso" dal referendum sulle trivelle, che ha magistralmente "manipolato" giocandoselo sul piano politico, e poi uscendo, senza nemmeno stropicciarsi la camicia, dalle due mozioni di sfiducia respinte dal Senato della Repubblica.

In questi due delicatissimi passaggi "politici" è tornato a calcare la scena il Presidente emerito e senatore a vita Giorgio Napolitano, prima sostenendo le legittimità di astensione dal voto referendario, poi intervenendo, ancora in difesa della sua invenzione, nella discussione della mozione di sfiducia M5S. "In passato ci sono stati casi gravi di montature giornalistiche - interviene l'ex Capo dello Stato - contro persone che hanno ricevuto avvisi di garanzia e poi sono state scagionate, ma hanno pagato un prezzo altissimo dal punto di vista della vita privata", afferma ricordando il suo consigliere Loris D'Ambrosio. Deceduto d'infarto a soli 65 anni (26 luglio 2012), Loris D'Ambrosio era il collaboratore del Presidente della Repubblica e fu coinvolto, nientepopodimeno, nelle intercettazioni telefoniche con l'ex Ministro Nicola Mancino in riferimento all'inchiesta Stato - Mafia.

L'intervento di un pezzo da 90, come l'ex Presidente della Repubblica, ha avuto senz'altro nelle votazioni, fatto sta che Palazzo Madama ha respinto con 183 Si e 96 No la mozione proposta dal M5S e 180 a 93 quella proposta dal centro-destra.

"Ad ogni mozione di sfiducia il governo esce più rafforzato" è stato il primo commento di Renzi, che fa pendant con lo sfogo post referendario, quando a sottolineare la sua felicità e appropriandosi del gran numero degli astenuti, commentò con "La demagogia non paga".

Comunque sia, ha ragione il Premier.
La storia la scrivono i vincitori ed é indubbio che questo capitolo debba scriverlo Renzi.

E' quindi lecito che gongoli. Questa rinnovata fiducia e certificazione di solidità del Governo il Premier potrà spenderla in Europa, oggi fragile e divisa come mai, per riaccreditarsi e forse per fare breccia nell'abbraccio mortale tra Francia e Germania cercando di riportare equilibrio e buon senso sia sulla questione degli immigrati sia sulla questione della politica economica e finanziaria.

Un rinnovato consenso da fare pesare e per offrire sostegno a Mario Draghi sempre più messo sotto pressione dai falchi tedeschi, così ostinatamente interessati a introdurre elementi di garanzia sui Fondi Sovrani e testardamente orientati a perseverare sulla strada della austerity, il principale motivo del rallentamento della economia UE, Germania compresa.

Visto che, a quanto pare, tutto è fattibile per l'Harry Potter nostrano l'auspicio è che sul fronte interno riesca a portare a termine un programma serio e duraturo destinato alla ripresa economica e al lavoro.
Questi sì che sono due temi sentiti dagli italiani, "tutto il resto è noia".

.

Pubblicato in Politica Emilia

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 15 - n° 14 10 aprile 2016
Va di moda l'Offshore. Cereali. Il cambio aiuta l'import USA ma non il contrario. Prezzi pressoché stabili, cresce il "parmigiano". Vinitaly, il calendario inaugurazioni e presenze istituzionali. Uno Spazio ludico didattico per il Museo del Pomodoro. Presentazione App "Via Emilia Wine&Food". Su Amazon lo store curato da vinitaly wine club. Promozioni ."vino" e partners.

SOMMARIO Anno 15 - n° 14 10 aprile 2016 (in allegato il formato pdf scaricabile)
1.1 editoriale Va di moda l'Offshore.
2.1 cereali Cereali. Dai dati USDA nessuna sorpresa
3.1 Lattiero Caseario Prezzi pressoché stabili, cresce il "parmigiano".
4.1 allerta sicurezza Ritirata la Coppa di testa. Rischio parassiti.
4.2 Vinitaly Vinitaly, il calendario inaugurazioni e presenze istituzionali
5.1parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano: varato il piano produttivo per il 2017-2019
5.2 pomodoro Uno Spazio ludico didattico per il Museo del Pomodoro
6.2 vino e turismo Presentazione App "Via Emilia Wine&Food"
6.3 vino e.commerce Su Amazon lo store curato da vinitaly wine club
8.1 gdo e tendenze GDO, Come cambia la comunicazione e l'assortimento
9.1 cereali Cereali. Il cambio aiuta l'import USA ma non il contrario.
10.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 14 10apr16-COP

Domenica, 10 Aprile 2016 12:31

Va di moda l’Offshore.

Uno scoop pruriginoso, un'inchiesta forse pilotata, piena di cose note e, probabilmente, per lo più legali. Nomi noti dati in pasto all'opinione pubblica come se fossero dei delinquenti. Ma i veri scandali intanto rimangono coperti dal fumus di altre inutili notizie.

di Lamberto Colla Parma, 10 aprile 2016.
A chi giova lo scandalo "non scandalo" Panama Papers? E' la domanda spontanea che viene da pormi osservando alcuni lati oscuri, omessi o pruriginosi con cui è stata data diffusione "globale a reti unificate" a una notizia che, in teoria, non avrebbe dovuto sconvolgere alcuno.

Da che esiste la società civile l'uomo ha sempre cercato di risparmiare sulle tasse. Nell'ultimo periodo dell'Impero romano, molti preferirono diventare sudditi dei regni barbarici pur di sfuggire al fisco di Roma. Così come, in era moderna, molti "Padri Pellegrini" furono mossi a espatriare in America per ragioni fiscali piuttosto che religiose.

Ma quello che la stampa mondiale cerca di fare passare è lo scandalo a tutti i costi, introducendo elementi "pruriginosi" attraenti per vendere le copie dei propri giornali e non per fare una informazione corretta.

Ecco allora che spunta il figlio dell'ex SS tra i soci dello studio panamense dal quale vi è stata la fuga di notizie, piuttosto che il calciatore di grido o il pilota di formula uno piuttosto che la barbarella nazionale regina delle faccine e il noto attore comico e regista italiano. Tutti accomunati in quella che pare una operazione illegale e immorale.

Invece no! E' giusto, anche se sicuramente impopolare in questo periodo storico di facile giustizialismo mediatico, difendere la reputazione di chi non ha commesso reati. E c'è da stare certi che la stragrande maggioranza di costoro di reati non ne hanno commessi, avendo invece solo sfruttato le migliori condizioni di favore che le norme nazionali e internazionali consentono.

Ha commesso reato la FCA (ex Fiat) espatriando in Regno Unito e in Olanda all'unico scopo di abbattere l'imposizione fiscale italiana? Il reato lo commise invece la Vecchia Parmalat, sfruttando la riservatezza dei paradisi fiscali, depositando "liquidità" inesistente per coprire il buco miliardario di bilancio.

Un'altra questione strana è l'assenza di personaggi Statunitensi dall'elenco pubblicizzato dello studio panamense.

Non credo che, proprio nel regno dei "Paperoni" del mondo, non abbiano trovato qualche idea per ridurre le tasse, visto che sia Google, sia Amazon, solo per citare i più noti, hanno partite miliardarie sospese con molti stati europei di tasse non lasciate sul vecchio continente sfruttando pieghe legali che pian piano, forse, verranno stirate ma che al momento sono favorevoli a loro e non ai Paesi ove viene di fatto realizzata la loro azione commerciale.

O forse perché gli americani hanno realizzato due importanti e noti Stati riconosciuti come riservatissimi e efficaci "Paradisi Fiscali", il Delaware e il Nevada?

Per non parlare della multinazionali del "gioco", e qui giochiamo in casa essendo la più grande di proprietà di una ricca e storica famiglia piemontese, che opera da un paradiso fiscale e ha ricevuto sconti miliardari dai nostri Governi e di cui avevamo già dato riscontro nel settembre 2014 e nello scorso ottobre.

Ecco quindi che, tirate le somme, il vero scandalo non sta nella ricerca di occasioni legali per "pagare meno tasse" ma nella informazione distorta e soprattutto nella mancata vigilanza e controllo delle grandi società da parte del nostro fisco.
Solo il 10% dei controlli sono rivolti alle grandi imprese e il 90% alle micro e piccole medie imprese, come riscontrato da Unimprese.

Certo, è molto più facile prendersela con i più deboli e ormai assuefatti sudditi tartassati.

Fisco-accertamenti-Unimpresa-giu2015

Pubblicato in Politica Emilia

Danno lavoro ad un addetto su tre fra tutte le imprese in Emilia Romagna. Il Presidente di Cna Industria Emilia Romagna Gian Carlo Cerchiari:
"Vogliamo essere interlocutore forte con le Istituzioni per sostenere questo settore strategico". Oggi il convegno col Presidente della Regione Stefano Bonaccini e l'Assessore Palma Costi. 

Bologna, 8 aprile 2016

Un addetto su tre in Emilia Romagna lavora in una piccola e media industria. Questo settore dunque costituisce la spina dorsale dell'economia regionale e va sostenuto per accrescerne la competitività, intervenendo in particolare su ambiti quali l'internazionalizzazione, l'innovazione, le infrastrutture e la banda ultralarga.
Sono i temi portati questa mattina da Cna Industria Emilia Romagna e dai suoi imprenditori al convegno "Piccola e media industria e sistema economico in Emilia Romagna" presso il Museo del Patrimonio Industriale di Bologna, che sui temi in questione hanno posto una serie di domande al Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini e all'Assessore regionale alle attività produttive Palma Costi.

"E' importante che il confronto delle piccole e medie industrie con le Istituzioni sia stabile e duraturo, soprattutto su questi temi strategici – ha affermato Gian Gian Carlo Cerchiari, Presidente Cna Industria Emilia Romagna -. Cna Industria vuole essere un interlocutore forte con la politica, le Istituzioni e il mondo economico. Rappresentiamo infatti un segmento produttivo ad alta innovazione, ricco di imprese e
di addetti, capace di costruire grandi opportunità per tutte le imprese e il territorio emiliano romagnolo".

I dati, presentati da Alberto Cestari del Centro Studi Sintesi, lo confermano. Nel 2015 in Emilia Romagna risultano attive complessivamente 410.000 imprese di tutti i settori, che occupano 1,6 milioni di addetti. Stringendo il campo ai settori industriali, le imprese in Emilia Romagna sono 198.000 e danno lavoro a 980.000 addetti. Ma se la lente di ingrandimento si posa sulla piccola e media industria (quelle che hanno dai 10 ai 249 addetti), risulta che queste in regione sono 13.800 e danno occupazione a 465.000 addetti, la metà degli occupati nei settori industriali in regione, quasi il 30% di tutti gli addetti nelle imprese emiliano romagnole. Cna Industria Emilia Romagna associa circa un terzo delle pmi industriali in regione.

Nel settore della chimica-gomma-plastica si registra il maggior numero di piccole e medie industrie (34,8%), seguito dalla meccanica (21,9%), metallurgia e metalli (21,1%) e agroalimentare (17,6%). In termini di addetti, il settore della pmi industriale con il maggior peso è la metallurgia (71%), seguita da chimicagomma-plastica (70%), meccanica (61%) e sistema casa (59%). Tra il 2009 e il 2015 il numero di imprese attive della piccola e media industria è diminuito del 5%, in linea con la media generale. In crescita l'agroalimentare (+20%), la logistica (+9%) e i servizi (+3%). Mentre soffrono sistema casa (-21%) ed edilizia (-18%). Infine, per quanto riguarda l'export, che complessivamente in regione ha visto una crescita del fatturato del 52% dal 2009 al 2015, la meccanica da sola vale il 49% delle esportazioni, seguita dal sistema moda con l'11% e dalla chimica-gomma-plastica col 10%.

(Fonte: l'ufficio comunicazione Cna Regionale)

Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia
Lunedì, 04 Aprile 2016 15:57

UniCredit Subito Casa compie due anni

In Emilia Romagna incarichi di vendita per oltre 1.000 immobili. Bologna la provincia più attiva. E' un trend in crescita e i numeri cominciano ad essere importanti. Un risultato che premia la scelta di UniCredit di allargare la consulenza a tutto il patrimonio dei clienti, rispondendo con soluzioni mirate ad uno spettro più ampio di bisogni.

Bologna, 4 aprile 2016

UniCredit Subito Casa ha tanto da festeggiare. Appena compiuti i due anni di attività, la società del Gruppo UniCredit impegnata nel supporto al mercato immobiliare brinda ai risultati raggiunti in Emilia Romagna, dove ha già raccolto incarichi alla mediazione per oltre 1.000 immobili. Nel 2015 sono state realizzate in Emilia Romagna un centinaio di transazioni immobiliari di cui oltre 30 solo nell'area di Bologna.
Il 2016 è iniziato bene, infatti nel primo trimestre UniCredit Subito Casa ha già registrato più di 75 nuove transazioni immobiliari in regione, oltre il 20% delle quali a Bologna, città dove UniCredit Subito Casa propone in vendita, al momento, oltre 200 immobili.

E' un trend in crescita e i numeri cominciano ad essere importanti. Un risultato che premia la scelta di UniCredit di allargare la consulenza a tutto il patrimonio dei clienti, rispondendo con soluzioni mirate ad uno spettro più ampio di bisogni. Oggi si rivolge a UniCredit Subito Casa, anche attraverso la segnalazione delle filiali UniCredit, non solo chi vuole comprare, ma anche chi ha bisogno di assistenza per vendere al meglio il proprio immobile.

"A conferma dell'impegno volto a imprimere una spinta alla ripresa del settore immobiliare nel suo complesso – sottolinea Marco Vinicio Zanella, Responsabile Commerciale Area Bologna UniCredit – il nostro Gruppo nell'ultimo anno è stato protagonista di una decisa ripresa nell'erogazione dei mutui per l'acquisto di abitazioni. Soprattutto per l'area di Bologna, dove abbiamo accompagnato circa 1000 famiglie nell'acquisto di una casa, per un totale di oltre 109milioni di euro. L'obiettivo al 2018 è di sostenere 7mila privati erogando mutui per oltre 530milioni di euro".

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

Nonostante la crisi economica, l'organizzazione registra un trend positivo. Negli ultimi anni si è sviluppato il fenomeno delle cooperative di utenza e di comunità, costituite per rispondere alle nuove esigenze del territorio.

Bologna, 30 Marzo 2016. Nell'ultimo quadriennio, che ha visto la crisi economica globale raggiungere il suo apice, con ripercussioni decisamente pesanti sull'intera economia, il sistema Confcooperative Emilia Romagna ha manifestato un'importante capacità reattiva, esprimendo performance anticicliche.

Oggi, nonostante la congiuntura ancora negativa, l'organizzazione associa oltre 1.700 imprese, a cui aderiscono quasi 367.000 soci con 76.150 occupati e un fatturato di oltre 13.300 milioni di euro, a cui va aggiunta la raccolta diretta delle Banche di Credito Cooperativo, pari a quasi 12.700 milioni di euro.
Confcooperative regionale si presenta con questi dati all'Assemblea elettiva quadriennale in programma a Bologna lunedì 4 aprile.
"Nonostante il difficile contesto economico – sottolinea il presidente, Francesco Milza – la nostra associazione ha evidenziato un trend positivo anche negli anni della crisi, registrando una sostanziale stabilità dei principali indicatori. A cominciare dagli occupati, rimasti praticamente costanti nel corso del quadriennio: un risultato che dimostra la capacità di Confcooperative Emilia Romagna di mantenere il proprio ruolo sociale anche nei periodi di crisi".

"Praticamente invariato anche il numero dei soci – aggiunge Milza – che mostrano però differenze significative all'interno dei diversi settori economici. Si registra una sensibile diminuzione nel comparto agroindustriale, interessato da un importante processo di aggregazione delle aziende agricole, e nel settore edilizio, purtroppo ancora alle prese con i pesanti effetti della crisi. Sono invece aumentati i soci nei comparti lavoro, solidarietà e sanità, che hanno saputo cogliere le nuove opportunità del loro mercato di riferimento".
"Segno più per il fatturato – dichiara il presidente Milza – che è passato dai 12.613 milioni di euro del 2012 ai 13.316 milioni del 2015, con un aumento del 6%".

Per quanto riguarda le cooperative associate, infine, nel quadriennio si è registrata una leggera diminuzione, legata essenzialmente alla riorganizzazione che ha interessato soprattutto il comparto agroindustriale e ha dato vita a realtà ancora più strutturate, in grado di rispondere sempre meglio alle esigenze della base sociale. Negli altri settori le imprese aderenti a Confcooperative hanno mostrato una sostanziale stabilità con la nascita di nuove imprese quale risposta alla crisi.

Sulle ceneri di alcune aziende in difficoltà e per difendere il lavoro, i dipendenti hanno costituito infatti delle società cooperative, rilevando l'attività ed impegnandosi personalmente anche dal punto di vista finanziario.

L'imprenditoria cooperativa si conferma quindi un valore aggiunto per il mondo del lavoro e per la società, perché si pone come un modello d'impresa accessibile e realizzabile, un collante straordinario, un'alternativa concreta alla emarginazione e all'esclusione sociale. Un modello democratico e partecipato, in grado di offrire ai giovani lo strumento ideale per valorizzare il proprio percorso formativo e realizzare le proprie aspirazioni professionali.

"In questi anni – sottolinea il direttore di Confcooperative Emilia Romagna, Pierlorenzo Rossi – si sta diffondendo rapidamente il sistema della sharing economy, che prevede la condivisione di oggetti, servizi e risorse da parte di più soggetti: un criterio da sempre alla base del sistema cooperativo, che può così aumentare le proprie opportunità in tutti gli ambiti della società civile. Nello stesso tempo, le ridotte risorse dell'amministrazione pubblica e i bisogni aumentati della moderna società hanno allargato i campi d'azione del modello associativo nell'ambito dei servizi ai cittadini, come nel caso delle 'cooperative di comunità', situate in aree marginali, sia sotto il profilo economico, che dal punto di vista sociale".
"Oltre a produrre valore aggiunto capace di riavviare processi di sviluppo – prosegue Rossi – queste cooperative consentono alla popolazione locale di partecipare alla rivitalizzazione sociale e culturale dei borghi isolati e delle aree periferiche, anche quelle metropolitane. Rappresentano un modello virtuoso di rapporto tra pubblico e privato in grado di garantire una buona qualità della vita e servizi sociali efficaci".
"Anche il settore delle mutue si sta riorganizzando e sviluppando velocemente – dichiara il direttore regionale Rossi – al fine di offrire ai soci l'assistenza sanitaria integrativa ai servizi pubblici. In questo contesto, Confcooperative Emilia Romagna ha sviluppato una significativa esperienza di 'innovazione sociale' come quella delle cooperative di utenza, nate da gruppi di cittadini che desiderano rispondere alle proprie esigenze acquistando servizi anziché beni collettivi".

Registrano inoltre un interessante sviluppo le cooperative a guida femminile, che rappresentano il 18% circa delle associate a Confcooperative. "Imprese – afferma Rossi – che mostrano una grande vivacità e costituiscono un vero e proprio valore aggiunto per il nostro movimento e la cooperazione, ma anche per l'intero mondo del lavoro e la società, sia per l'esemplarità e gli stimoli proposti, sia per il modello d'impresa incentrato su valori di mutualità, leadership partecipativa, impegno sociale e innovazione, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro".
"In sintesi – dichiara il presidente di Confcooperative Emilia Romagna – nei momenti di crisi la cooperazione, oltre a tenere nei settori tradizionali, si caratterizza come una forma imprenditoriale in grado di soddisfare le esigenze emergenti. Le nuove sfide impongono al movimento cooperativo anche un cambiamento culturale per riorganizzare l'associazionismo, lavorando per dare vita ad un'unica struttura, più ampia e più forte, quale l'Alleanza delle Cooperative, di cui Confcooperative ha assunto a gennaio la presidenza regionale".

"A tale proposito – conclude Milza – occorre definire obiettivi, principi e ruoli, tenendo conto che l'Emilia- Romagna è la culla della cooperazione italiana e riveste un ruolo da protagonista in questo progetto".

(Fonte Confcooperative Emilia Romagna - Bologna 30 marzo 2016)

Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia
Martedì, 22 Marzo 2016 11:42

Conquistare nuovi mercati con il web

Le opportunità della rete, utili alle imprese che vogliono aumentare l'export, saranno al centro di un seminario gratuito organizzato dalla Camera di Commercio in programma mercoledì 23 marzo 2016.

Reggio Emilia, 22 marzo 2016

Come utilizzare il web marketing e le tecnologie digitali per aumentare l'export e conquistare nuovi clienti: sarà questo il tema del seminario che si terrà in Camera di Commercio a Reggio Emilia il prossimo 23 Marzo 2016 a partire dalle ore 9:00, nella sala convegni dell'Ente, in piazza della Vittoria a Reggio Emilia.
Tra gli argomenti trattati l'impostazione e gestione di una campagna pubblicitaria Pay Per Click su motore di ricerca oltre alla valutazione delle performance del proprio sito con la Web Analytics. In aggiunta verranno approfonditi gli strumenti più utili per reperire dati sui Paesi target e pianificare con successo il presidio online dei mercati esteri.
Il seminario è rivolto ad imprenditori, Export Manager e Marketing Manager interessati ad approfondire gli strumenti e le strategie di Web Marketing più efficaci per portare un'impresa a sviluppare online il proprio vantaggio competitivo sui mercati esteri.
La partecipazione è gratuita, previa iscrizione on line sul sito www.re.camcom.gov.it.
Interverrà in qualità di relatore il Dott. Michele Chietera, Digital Marketing Manager, che in questi ultimi due anni nell'ambito del Sistema Camerale ha affiancato molte imprese locali attraverso percorsi individuali di digitalizzazione portandole a sviluppare il proprio fatturato export attraverso gli strumenti del mondo digitale.

(Fonte: ufficio stampa CCIAA RE)

Lunedì, 07 Marzo 2016 13:21

L'imprenditoria reggiana é sempre piu' rosa

Nel 2015 le aziende femminili sono aumentate dell'1,14% sfiorando quota 10mila. Boom nel terziario, in particolare servizi alla persona e ristorazione. L'analisi dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia.

Reggio Emilia, 7 marzo 2016

Tornano a crescere nel 2015, dopo due anni di flessione, le imprese femminili della provincia di Reggio Emilia. Con un tasso di sviluppo del +1,14%, tre volte superiore a quello delle imprese reggiane nel complesso (+0,4%), hanno raggiunto le 9.727 unità.
Le imprese gestite da donne, nelle quali cioè la partecipazione femminile risulta complessivamente superiore al 50%, sono imprese abbastanza "giovani", infatti più di un terzo sono nate negli ultimi sei anni, nel 14,3% dei casi sono a conduzione straniera e in due casi su tre svolge attività nel settore dei servizi.
Le imprese femminili reggiane, secondo l'analisi dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio, adottano ancora forme giuridiche semplici: le imprese individuali continuano a rappresentare oltre i due terzi del totale, quota che è aumentata anche nell'ultimo anno raggiungendo il 64,4%.
Nel 2015 le donne si sono comunque orientate anche su forme organizzative maggiormente strutturate per essere più competitive sul fronte dell'innovazione – delle 67 start up innovative reggiane, 11 sono gestite in forma esclusiva o maggioritaria da donne - e dell'internazionalizzazione: sono infatti in crescita le società di capitale che nell'anno appena trascorso rappresentano il 16,5% del totale, grazie anche all'attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata.
Con la crescita registrata nel 2015, arriva a superare di poco il 17% la quota di aziende femminili nella nostra provincia, ancora tre punti percentuali in meno rispetto al dato regionale.
Anche se va detto che in alcuni settori l'incidenza delle imprenditrici sul complesso della struttura economica provinciale raggiunge punte assai più elevate rispetto alla media. Sono principalmente attività del terziario, in particolare rivolti prevalentemente alla persona, nel quale le imprese femminili rappresentano il 52% del totale. E' il settore che ha dato il maggiore apporto alla crescita (+5,8% in un anno) trainato in particolare dall'incremento dei saloni da parrucchieri e istituti di bellezza che hanno registrato un incremento del 3% raggiungendo quota 751 imprese, ma anche dall'aumento dei servizi di assistenza sociale residenziale (più che raddoppiati nel corso del 2015) e sanitaria (+10%) oltre che dalle attività di riparazione di beni per uso personale e per la casa (58 imprese).
Il 18% delle imprese femminili – ovvero 1.738 aziende - gestisce attività nel campo dei servizi alle imprese, in particolare attività immobiliari (591 unità), attività professionali, scientifiche e tecniche (319), servizi di informazione e comunicazione (216), attività finanziarie e assicurative (189) e trasporti e magazzinaggio (113).
Nella filiera turistica le donne imprenditrici si occupano più che altro di ristorazione: le aziende femminili del settore sono passate da 893 del 2014 a 930 alla fine dell'anno passato, con un incremento superiore al 4%. Le donne gestiscono prevalentemente bar (541), ristoranti (205) e "take away" (94), ma si occupano anche di ospitalità (alberghi, strutture extralberghiere, B&B, ecc.), attività in cui le 47 imprese femminili rappresentano quasi un terzo dell'intero settore della provincia di Reggio Emilia.

2015 imprese femminili reggioemlia camera di commercio lavoro

Consistente, ma in flessione dell'1,2%, la presenza femminile nel settore agroalimentare, nel quale le imprese gestite da donne si occupano prevalentemente delle coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali (1.334 unità) e di trasformazione alimentare (109).
Fra le attività del manifatturiero, numerose sono le imprese femminili reggiane che si occupano di confezioni di articoli di abbigliamento e attività tessile (576 imprese); sono inoltre presenti 379 imprese del settore edile.
Le donne imprenditrici straniere rappresentano, con 1.390 aziende, il 14,3% delle imprese femminili. Le attività svolte in prevalenza sono la confezione di articoli di abbigliamento e l'industria tessile (332 imprese), il commercio al dettaglio (203), i servizi di ristorazione (176) e le "altre attività di servizi per la persona" (114), attività che da sole rappresentano quasi il 60% delle aziende rosa straniere; consistente, comunque, anche la presenza nelle costruzioni (85) e nel commercio all'ingrosso (78). Cina, Romania, Marocco e Nigeria sono i Paesi di provenienza più rappresentati nel panorama dell'imprenditoria femminile estera: complessivamente da queste località proviene il 48% delle imprenditrici straniere.

2015 imprese femminili provincia di reggioemilia

(fonte: dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

 

Domenica, 06 Marzo 2016 12:23

Sempre meglio di niente...

Finalmente il dato è ufficiale. L' Italia è in crescita e il PIL del 2015 ha registrato il segno positivo. Un +0,8%, ben al di sotto della media UE (+1,4%), ma pur sempre in crescita. Chi si accontenta gode, recita il detto popolare più diffuso in casi di immobilismo.

di Lamberto Colla Parma, 06 marzo 2016.
Condivido che sia necessario cospargere l'Italia di ottimismo sfruttando ogni occasione positiva e il dato di crescita del Paese non poteva non essere cavalcato. Un dato addirittura migliore delle stime di fine anno quando, passata l'illusione di traguardare una crescita superiore all''1% d'inizio anno, venne stimato un +0,7% .

Quindi ancora meglio.
Un risultato indubbiamente migliore dei governi dei "Professori", tutto "loden" e austerity, che fecero registrare un bel -2,3% e -1, 9% (Monti e Letta rispettivamente).

Certamente la congiuntura sfavorevole ha contribuito, e non poco, sul risultato del PIL. la crisi delle Borse, dei Paesi emergenti, la caduta dei prezzi del petrolio e l'embargo russo sono stati fattori indubbiamente limitanti la crescita complessiva. Ma chi si accontenta gode, è il motto che giustifica i propri insuccessi. Chi si accontenta gode lo dice uno che nella vita ha saputo solo raccogliere ciò che gli è caduto dal cielo, che non si è spinto mai oltre il proprio naso, che non ha realizzato i sui sogni e forse nemmeno ci ha provato. Chi si accontenta gode è la filosofia dei finti soddisfatti, degli infelici camuffati, dei depressi sorridenti e dei falliti pseudo ignari.

Questa è la condizione che, chi sta ai vertici dello Stato e dell'UE, gradirebbe fosse diffusa nei cittadini. E allora forza a spingere sulle illusioni, sulle speranze che "tra breve la crisi passerà e l'Italia è pronta a ripartire".

Balle e fandonie, perché la crisi non può passare in quanto non vi è crisi. Dopo otto anni di guerra finanziaria lo stato di crisi è diventato uno status, è la normalità, e dalle macerie occorre ricostruire ma, prima di tutto, è indispensabile che tutti si faccia un passo indietro.
Invece, il passo indietro viene fatto fare solo alla popolazione più o meno attiva (lavoratori, pensionati e ex risparmiatori), attraverso frequenti ma piccoli salassi, stordita dall'oblio e dalle speranze, incantata dai magici illusionisti al Governo capaci di fare vedere anche quello che non c'é, come ad esempio la riduzione delle tasse.

Il Ministro Padoan, a sottolineatura positiva del dato di crescita, ha esaltato il fatto che la pressione fiscale è scesa al 43,3% del Pil e promette "Nuovi tagli alle tasse se compatibili con i conti". Ecco questa è l'ultima illusione del magico Ministro. In cuor suo, infatti, già sa che verso la fine dell'anno, salvo un vero e proprio miracolo, dovrà dar seguito all'aumento dell'aliquota IVA e inventarsi qualche altra diavoleria per far quadrare i conti.

E non potrà che esser così perché, quello che ben poco è stato sottolineato dai rappresentanti del Governo e dai più autorevoli divulgatori (TV e Giornali), sono due elementi ben poco rassicuranti che hanno accompagnato questo dato di crescita minimalista:
1. il debito pubblico è aumentato di oltre 30 miliardi (33 miliari e 800 milioni). Interessante è leggere chi è stato meno virtuoso e addirittura più spendaccione (L'amministrazione centrale dello Stato!);
2. le entrate tributarie del 2015 sono aumentate del 6,4% a fronte di una crescita del solo 0,8%.

A fine 2014, svelano i dati comunicati da Bankitalia, il debito ammontava a 2.136 miliardi (132,4 per cento del Pil), mentre alla fine di novembre era sopra 2.200 miliardi.
La "ripartizione per sottosettori", sottolinea la nota di Palazzo Koch, vede un comportamento virtuoso delle amministrazioni locali, mentre nel cuore dello Stato cresce l'indebitamento: "Il debito consolidato delle Amministrazioni centrali è cresciuto di 40,5 miliardi, a 2.077,5, mentre quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 6,6 miliardi, a 92,3; il debito degli Enti di previdenza si è ridotto di 0,1 miliardi".

Insomma il Governo ancora una volta non si è smentito predicando bene e poi razzolando male. Impone rigore ai cittadini e alle istituzioni a loro più prossime (Comuni), architetta quindi norme in grado di ottenere il risultato che di fatto viene perseguito (aumento delle imposte e riduzione dei servizi) ma quando si tratta di toccare il portafoglio alla "Galassia Romana", dalle indennità dei parlamentari alla spending review il risultato non solo non si consegue al contrario si ottiene un inasprimento dei costi.
Per concludere, lo Stato arraffone è riuscito nella titanica impresa di incrementare di ben il 6,4% le entrate a fronte di un miserrimo +0,8% di PIL.

E' e sarà sempre più difficile, perseverando su questa strada, essere ottimisti di fronte a questi dati ai quali dobbiamo aggiungere i furti bancari perpetrati grazie al Bail-In e alle novità introdotte sui mutui ipotecari: 18 insoluti e la casa passerà di proprietà della banca che potrà venderla a qualsiasi prezzo pur di fare cassa lasciando legalmente i proprietari a ripararsi sotto i ponti.
Ma dove andremo a finire?

Bankitalia-via Nazionale Palazzo Koch-Foto-Lalupa


(Foto di Palazzo Kock: Di Lalupa - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1384251)

.

Pubblicato in Politica Emilia
Martedì, 01 Marzo 2016 12:04

Go International! a Rimini

Incontri formativi gratuiti per le imprese sull'internazionalizzazione.Tre gli appuntamenti in programma a marzo, organizzati da UniCredit in sinergia con la Camera di Commercio di Rimini. 

Rimini, 1 marzo 2016 

E' in programma a Rimini un piano di incontri formativi organizzati da UniCredit in sinergia con la Camera di Commercio di Rimini nell'ambito di Go International!, il piano operativo con cui il Gruppo bancario offre alle imprese corsi gratuiti su temi legati all'export e all'internazionalizzazione per sostenerne la crescita nei mercati internazionali.

Gli incontri si terranno dalle 9 alle 13 presso la sede della Camera di Commercio di Rimini, in via Sigismondo Pandolfo Malatesta, 28.
Le imprese interessate possono iscriversi inviando un'email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  oppure contattando l'Unità operativa Internazionalizzazione della Camera di Commercio di Rimini tel. 0541/363733-35.
Il primo appuntamento è in programma il 3 marzo, sul tema "Dinamiche internazionali e opportunità e aprire all'estero dopo la globalizzazione"; il secondo il 10 marzo su "Servizi accessori per l'estero, le istituzioni nazionali che favoriscono l'export e l'internazionalizzazione, le nuove frontiere del trade finance". Il terzo si terrà il 17 marzo e sarà centrato sulle "Tecniche di regolamento e finanziarie e le garanzie del commercio internazionale".
Relatori saranno gli esperti di estero del Foreign Trade Office di UniCredit: Davide Salvatore Manna e Mauro Pondini.
"Go International! The UniCredit Learning Experience" è il programma UniCredit che, con diverse modalità, offre formazione gratuita sui temi dell'export e dell'internazionalizzazione. Si rivolge ad imprese che hanno iniziato o che intendono avviare un percorso di apertura verso i mercati esteri e necessitano di acquisire maggiori conoscenze su tematiche tecniche specifiche (fiscalità, contrattualistica, sistemi di pagamento, digitalizzazione, etc) per realizzare scelte sostenibili e adeguate al proprio business.

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia
È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"