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Alluvione 2014: il sindaco, Federico Pizzarotti, risponde con una nota affidata al portale istituzionale del Comune di Parma, dopo che, essendo anche responsabile cittadino della Protezione Civile, è stato indagato per disastro colposo...

Parma, 9 giugno 2016

Risponde con una nota, il primo cittadino Federico Pizzarotti, dopo aver appreso di essere stato indagato, in quanto responsabile della Protezione Civile della città, per i danni causati dall'esondazione del torrente Baganza.

A maggio era stato sospeso dal Movimento 5 Stelle per aver tenuto nascosto l'avviso di garanzia per abuso d'ufficio per le nomine del Teatro Regio.
"Apprendo dagli organi di stampa – chiarisce sul portale del Comune Pizzarotti mentre è in Cina per impegni istituzionali - che sarei iscritto, insieme ad altre persone di diverse istituzioni, nel registro degli indagati per l'indagine relativa all'alluvione dell'ottobre 2014".
Per quell'alluvione, la cui violenza è stata paragonata ad un altro evento del genere registratosi cento anni fa, non ci sono state vittime né danni alle persone, ma solo molti danneggiamenti materiali: "Pur non volendo entrare nel merito dell'indagine, di cui non conosco gli sviluppi – dice ancora - , credo doveroso ricordare che, in una circostanza così eccezionale e imprevedibile, l'assenza di vittime si deve anche alla straordinaria risposta della città, in primo luogo della protezione civile, che prontamente ha fatto fronte alla situazione, insieme ai volontari accorsi numerosi".

I quartieri più colpiti dall'alluvione del torrente Baganza sono stati Montanara e Molinetto, che sono tornati a 'vivere' normalmente in una settimana. Grazie alla straordinaria solidarietà e alla efficientissima collaborazione di cittadini, Comune e volontari le strade sono state rese tutte percorribili e le scuole aperte, con la sola eccezione di un asilo nido gravemente danneggiato.
"Attendo gli sviluppi della situazione e mi rendo ovviamente disponibile per dare alla Magistratura tutte le risposte del caso, come responsabile della protezione civile, in quanto sindaco di Parma".

Pizzarotti chiarisce, infine, quanto è emerso in queste ore relativamente a una scorretta comunicazione dello stato di allerta e di emergenza:"Sono fantasiose ricostruzioni: l'attivazione della fase di attenzione (la 144esima dell'anno 2014, una ogni due giorni), pervenuta sabato 11 ottobre, era classificata di tipologia "1" (quella meno grave), che a seguito di questa il servizio di protezione civile ha messo in atto le procedure previste, che l'attivazione del preallarme è pervenuta alla protezione civile comunale alle ore 14,57 di lunedì (un'ora dopo di quanto prevedeva lo stesso documento per l'orario di 'inizio di validità') e che l'attivazione dell'allerta ufficiale è invece pervenuto alla protezione civile comunale solo alle ore 16,59, quando il fenomeno era già in atto in tutta la sua virulenza, il ponte della Navetta era stato chiuso e stava crollando". AK

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La Questura di Parma cerca i legittimi proprietari di due biciclette sequestrate martedì in Viale Vittoria. Gli eventuali proprietari possono presentandosi presso l'Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico.

Parma, 9 giugno 2016

Presso gli uffici della Questura di Parma sono conservate - tra le altre - due biciclette di probabile provenienza furtiva, sequestrate il 7/6/2016 in Viale Vittoria a seguito di una rissa tra cittadini extracomunitari.
Gli eventuali proprietari potranno chiederne la restituzione presentandosi presso l'Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico muniti della relativa denuncia.

9916 A bici sequestrata

 

Pubblicato in Cronaca Parma
Mercoledì, 08 Giugno 2016 10:20

I Nas sequestrano 40 tonnellate di prosciutto crudo

Tonnellate di prosciutto crudo e ritagli di prosciutto crudo, per un valore commerciale di oltre 500mila euro sequestrate sequestrate dai Nas di Bologna. Controlli fra Bologna, Modena e Parma.

Parma, 8 giugno 2016

Nel mirino diverse aziende emiliane. I controlli dei carabinieri del Nas di Bologna hanno riguardato le province di Bologna, Modena e Parma.
Scarti di prosciutto venivano messi in commercio come prodotti di prima qualità. Son ben 40 le tonnellate di prosciutto crudo e ritagli di prosciutto crudo, per un valore commerciale di oltre 500mila euro sequestrate.
In particolare, è stato denunciato l'amministratore delegato di una azienda operante nel settore della produzione, lavorazione e commercializzazione di prosciutti nella provincia di Parma. L'uomo è ritenuto responsabile dei reati di frode, vendita di sostanze alimentari non genuine e detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione.

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Martedì, 07 Giugno 2016 16:26

All'Efsa una busta sospetta

A far scattare l'allarme una busta sospetta recapitata in tarda mattinata. Il palazzo resta sorvegliato dai militari dell'Esercito che presidiano la sede dell' Efsa di viale Piacenza. Nella tarda mattina è scattato l'allarme bomba negli uffici dell'Autorità Europea della Sicurezza Alimentare e gli artificieri sono al lavoro. A mezzogiorno una circolare ha avvisato che la mensa era stata chiusa. I dipendenti sono tutti rientrati nell'edificio.

A.K.

Seguiranno gli aggiornamenti.

Pubblicato in Cronaca Parma
Martedì, 07 Giugno 2016 14:17

Efsa: sospetto pacco bomba nella mensa

Il palazzo resta sorvegliato dai militari dell'Esercito che presidiano la sede dell' Efsa di viale Piacenza. Nella tarda mattina è scattato l'allarme bomba negli uffici dell'Autorità Europea della Sicurezza Alimentare e artificieri sono al lavoro. A mezzogiorno una circolare ha avvisato che la mensa era stata chiusa. Probabilmente il presunto pacco bomba è stato rinvenuto all'interno dello spazio adibito alla ristorazione. Per ora i dipendenti sono tutti rientrati nell'edificio.

A.K.

Seguiranno gli aggiornamenti.

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Martedì, 07 Giugno 2016 13:52

Allarme bomba all’Efsa

Artificieri, militari dell'Esercito e Carabinieri stanno effettuando i controlli presso la sede dell'Efsa di viale Piacenza. Nella tarda mattina è scattato l'allarme bomba negli uffici dell'Autorità Europea della Sicurezza Alimentare.

Parma, 7 giugno 2016

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L'auto è stata fermata dalla Polizia Municipale in piazza Duomo. A carico del veicolo 125 verbali da notificare, tutti per ingresso abusivo in Ztl, per un totale di 7.100 euro.

Piacenza, 7 giugno 2016

Ieri pomeriggio, gli agenti della sezione territoriale Centro Est della Polizia Municipale hanno fermato, in piazza Duomo, una Audi A8 con targa della Romania, guidata dalla proprietaria – una giovane donna di 27 anni – con residenza nello stesso Paese.
Effettuato il controllo con l'ufficio Vigile Elettronico, sono risultati a carico del veicolo 125 verbali da notificare, tutti per ingresso abusivo in Ztl, per un totale di 7.100 euro, da pagare in forma ridotta e immediata ai sensi dell'articolo 207 del Codice della Strada.
Poiché la conducente non ha proceduto al pagamento, il veicolo è stato recuperato dalla Polizia Municipale e ricoverato in un deposito autorizzato.

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Si chiude un nuovo capitolo della vicenda Marusi Guareschi. Il noto imprenditore parmigiano è stato condannato a 4 anni e 4 mesi per bancarotta fraudolenta, su ordinanza emessa dalla Procura di Cagliari. Già noto perché la sua era stata la prima azienda a Parma a fallire per esplicita richiesta di Equitalia. La Maguro spa non aveva pagato allo Stato 214.118.700,57 euro.

Parma, 6 giugno 2016

Rodolfo Marusi Guareschi aveva già fatto parlare di sé quando la sua fu la prima azienda a Parma a fallire per esplicita richiesta di Equitalia. La Maguro spa vantava ben 214.118.700,57 euro di tasse e contributi non pagati allo Stato.
Marusi Guareschi classe, 66 anni e residente in Parma, è stato rintracciato dalle squadre mobili di Parma e Reggio Emilia presso il suo domicilio in Sant'Ilario d'Enza, dove vive con la famiglia, per essere tradotto nel carcere di Reggio Emilia.
Gli agenti hanno dato esecuzione ad un ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Cagliari.
Per la bancarotta fraudolenta commessa nel 2002 dovrà scontare una condanna definitiva di 4 anni e 4 mesi di reclusione. Nel medesimo provvedimento sono state applicate, per una durata di 5 anni, le pene accessorie dell'inabilitazione all'esercizio di imprese commerciali, dell'interdizione dai pubblici uffici e dell'incapacità di esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa.
La notizia del suo arresto, avvenuto nella mattinata dello scorso 1 giugno, riporta alla mente i suoi trascorsi gravati da precedenti per reati finanziari e contro il patrimonio.
Il noto imprenditore parmigiano finì sulla cronaca locale per non aver pagato allo Stato 214.118.700,57 euro di tasse e contributi.
Ma non sono le uniche volte in cui la Maguro finisce nel mirino del fisco. Fondata a metà degli anni '90, con 600 milioni di capitale sociale versato, era specializzata nella progettazione e produzione di beni strumentali, con un fatturato, nel 1999, equivalente a 850 milioni di euro.
Dieci anni fa Marusi Guareschi senior venne accusato di truffa ai danni dello Stato dopo aver chiesto al ministero dell'Industria 5.588 miliardi di lire, dichiarando di possedere società con capitale versato per 16mila miliardi di lire. Allora, il fisco notificò a Sant'Ilario una cartella con la richiesta di pagamento di 1,2 miliardi di euro. Marusi Guareschi fu arrestato nel 2001 per truffa alla Regione Sicilia. Già coinvolto in una bancarotta e in alcune inchieste di carattere finanziario, fu condannato dalla Corte di Appello di Bologna. Nel 2011 aveva fatto ancora parlare di sé chiedendo il sequestro di tutti i beni di Silvio Berlusconi, sostenendo che la sua storia con Ruby gli aveva fatto sfumare un affare enorme. AK

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Il 202° Anniversario della Fondazione dell'Arma dei Carabinieri è stato celebrato questa mattina negli spazi antistanti il Palazzo Ducale. Alla presenza di rappresentanti istituzionali, pubblico e tante scolaresche, sono stati conferiti riconoscimenti ai carabinieri di Parma. Il messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato affidato al Generale dell'Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette.

di Alexa Kuhne

Parma, 6 giugno 2016

E' stato un anno, quello trascorso, contrassegnato da un contributo importantissimo alla sicurezza dei cittadini, alla lotta a ogni forma di criminalità e al contrasto del terrorismo.
L'Arma è stata, ancora una volta, un punto di riferimento sicuro per il Paese. Un inossidabile simbolo dello Stato.
E' stato questo il messaggio del Comandante generale dei Carabinieri, Tullio Del Sette, nella giornata celebrativa del 202° Anniversario della fondazione dell'Arma, "consegnando alla storia un altro anno segnato da generosi eroismi e da una quotidianità vissuta con grande dedizione al dovere, al servizio della nostra Repubblica, nata 70 anni fa...".
Sono stati tanti i risultati operativi conseguiti nel 2015: assicurate alla legge 362 persone, soprattutto per violazioni in materia di stupefacenti (98), le cui quantità sequestrate arrivano a 22.160 kg, per furto (85), associazione a delinquere (34), rapina (25), violenze su donne e minori (24).

Di rilievo anche alcune indagini, come Aemilia, grazie alla quale sono state eseguite 25 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di esponenti della cosca Grande Aracri, operante in particolare in Emilia Romagna.
Ci sono voluti tre anni, invece, per sgominare una banda di moldavi specializzata in furti di moto e biciclette che venivano spedite all'estero. L'indagine "Centauro" ha permesso di arrestare 17 persone e di recuperare la refurtiva, per un valore di un milione e 200mila euro.
Non meno importante l'attività antidroga; basti ricordare l'operazione "Grande fiume" che ha permesso di scovare nove tra italiani e albanesi che avevano allestito la propria base logistica nella bassa parmense, tra i comuni di Zibello, Polesine, Busseto. In quel frangente sono stati sequestrati 225 grammi di cocaina e 70 di hashish. Altri 300 grammi di cocaina sono stati requisiti nel corso dell' indagine "Orlando", che ha portato gli uomini dell'Arma fino a sei albanesi dediti al traffico di droga, estorsioni e detenzione di armi, nella zona di Borgo Val di Taro.
Solo qualche numero che fa parte di una lunghissima serie di risultati.

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Nel corso della cerimonia sono stati attribuiti due encomi semplici, concessi dal comandante delle Unità mobili e specializzate carabinieri "Palidoro" al maresciallo ca. Martino Modica e al maresciallo ord. Luigi Marciano, del Reparto investigazioni scientifiche di Parma, perché "analisti di laboratorio addetti alla sezione Biologia del reparto investigazioni scientifiche, con altissimo senso del dovere, elevatissima professionalità e non comuni capacità tecnico- investigative...".
Encomi sono andati anche all'app. sc. Andrea Angelo Massaro e al car. Sc. Francesco Carbone, delle Compagnie di Parma e Salsomaggiore, al ten. Col. Matteo Donghi, al cap. Fabiano Gentile, al mar. ca. Francesco Cannone, ai mar. ord. Stefano Orsenigo e Alessio Altigieri e all'app. sc. Luigi Manna, del Reparto investigazioni scientifiche di Parma, al cap. Giovanni Mura, al lgt. Nazzareno Necci, ai mar. ca. Fabio Braiato e Luigi Palla, al mar. ca. Damiano Novetti e al brig. Raimondo Masia, al lgt. Salvatore Ingrao, al mar. a. s.ups. Pietro Barbara, ai mar. ord. Alessio Ferrara e Valeria Pirocchi.
Il generale Del Sette ha voluto ringraziare l'Associazione nazionale carabinieri, che ha celebrato, quest'anno, i 130 anni di vita e gli organismi di rappresentanza del Co.Ce.R.

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Bancarotta fraudolenta in serie. La Guardia di Finanza di Parma arrestato un noto imprenditore e sequestra immobili e oltre 3 milioni di euro. denunciati altri 6 corresponsabili.

di Alexa Kuhne

Parma, 3 giugno 2016 -

Acquisiva aziende solide per condurle al fallimento.
Il noto imprenditore parmigiano, con l' aiuto della compagna sudamericana e la connivenza di sei prestanome, si era specializzato nella gestione della bancarotta fraudolenta, tanto da aver costruito un patrimonio di svariati milioni di euro.
È stata la Guardia di Finanza di Parma a portare a termine la complessa indagine durata oltre un anno e mezzo, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, che ha permesso di fermare il conosciuto professionista.
L'operazione è scattata l'altro ieri nelle province di Parma e Reggio Emilia: all'alba una decina di finanzieri parmigiani hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Parma e proceduto alla perquisizione di 7 abitazioni.
Un profilo criminale di tutto rispetto: secondo la Polizia tributaria l'imprenditore non é nuovo a reati del genere, stando a quanto scoperto. L'articolato progetto illecito era infatti collegato ad altri reati fallimentari, oltre a diversi delitti contro il patrimonio.
Per ricostruire esattamente tutte le complesse dinamiche illecite, oltre a mesi di intercettazioni telefoniche e ambientali, è stato necessario analizzare i bilanci di diverse società e la documentazione contabile e di gestione delle stesse. Sono stati anche ascoltate decine di operatori del settore edile che hanno avuto contatti con l'azienda fallita ed i dipendenti della stessa.
L'imprenditore arrestato agiva con varie modalità fra cui quella di procedere all'espoliazione patrimoniale della società mediante l'appropriazione di somme di denaro, attrezzature, beni mobili ed immobili nonché simulando finte vendite di appartamenti e terreni edificabili a controparti consenzienti; tra queste ultime, la propria convivente di origine sudamericana, la quale, pur avendo una posizione reddituale insignificante, è risultata parte acquirente di ben 4 appartamenti.

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Nell'ambito dell'operazione la Guardia di Finanza di Parma ha anche eseguito, contestualmente, specifiche indagini patrimoniali e finanziarie, seguendo i flussi e le "tracce" del denaro, allo scopo di ricostruire l'ammontare dei proventi accumulati, nel tempo, dagli indagati: il tutto allo scopo di ristorare le imprese creditrici danneggiate dal fallimento fraudolento della società. Oltre all'ordinanza di custodia in carcere per l'imprenditore, è stato emesso anche un provvedimento di sequestro dell'intero patrimonio individuato tra gli indagati, stimato in circa 3 milioni di euro e consistente in 4 appartamenti, 2 box auto ed un terreno edificabile.
Il soggetto arrestato non era nuovo a simili illeciti: è stato infatti riscontrato che, in passato, aveva analogamente "svuotato" altre aziende del territorio parmense e, attualmente, era intenzionato a procedere nei confronti di un'ulteriore società.
Le sei persone, di cui l'imprenditore si era avvalso in qualità di "prestanome" al fine di evitare responsabilità penali, sono indagate a piede libero.
Tutti gli indagati dovranno ora rispondere dei reati di concorso in bancarotta fraudolenta distrattiva, documentale e patrimoniale, puniti con pene oscillanti tra i tre e i dieci anni di reclusione.
Fenomeni illeciti e gravi simili all'operazione appena conclusa, minano il tessuto economico sano della provincia di Parma in quanto alterano le regole di funzionamento del libero mercato e la leale concorrenza dei vari settori economici. Prevenire e reprimere l'"inquinamento" dell'economia legale rimane uno dei prioritari obiettivi dell'attività della Guardia di Finanza: nel caso di specie, significa anche restituire quanto dovuto agli imprenditori onesti che sono stati truffati dalla società fallita.

Pubblicato in Cronaca Parma
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