Giovani imprese in primo piano grazie alla sinergia tra UniCredit e la Camera di Commercio di Forlì-Cesena. Presentata UniCredit Start Lab, la piattaforma di servizi di accelerazione, coaching, training manageriale e risorse finanziarie e il Progetto UniCredit in tema di supporto alla nuova imprenditoria e alle start up
Forlì, 12 aprile 2016
Si è svolto presso la Camera di Commercio di Forlì-Cesena, in Corso della Repubblica n. 5 a Forlì, un incontro dedicato alle nuove realtà imprenditoriali ad alto potenziale, per contribuire a mettere in luce le nuove idee e fornire gli strumenti più utili per facilitare il processo che può trasformare un'idea in un'impresa di successo, passando per lo sviluppo delle start up. Un processo di crescita che necessita di strategie e servizi mirati, capaci di guidare i giovani imprenditori nella realizzazione del proprio progetto d'azienda.
Così, oggi, nel corso dell'incontro al quale hanno preso parte Alessandra Roberti, Caposervizio Promozione interna e internazionalizzazione Camera Commercio Forlì-Cesena; Livio Stellati, UniCredit Direttore Area Commerciale Romagna; Vincenzo Boldrini, Capital Optimization Factory UniCredit Centro Nord; Leonardo Gregianin, UniCreditTerritorial Development Centro Nord; e Alessandro Tioli, Mind Srl, sono stati illustrati ad una platea composta da giovani imprenditori dell'area i dettagli di una specifica piattaforma ideata per accompagnare lo sviluppo delle start up locali.
Tra i punti cardine dell'incontro, un approfondimento sull'edizione 2016 di UniCredit Start Lab ( www.unicreditstartlab.eu ), una "piattaforma di servizi" che si rivolge alle startup innovative di tutti i settori con un programma di accelerazione articolato in numerose azioni volte a dar forza e struttura alle idee imprenditoriali. Dai premi in denaro alle attività di mentoring; dallo sviluppo del network alla formazione mirata, a specifici servizi bancari". Nel corso dell'edizione 2015 di UniCredit Start Lab sono state coinvolte 93 giovani imprese dell'Emilia-Romagna, 11 quelle della Romagna.
"Da tempo UniCredit – ha detto Livio Stellati, Responsabile Area Commerciale Romagna del Gruppo bancario - si impegna nel sostenere in concreto lo sviluppo di nuove idee imprenditoriali. UniCredit Start Lab è appunto uno dei progetti che portiamo avanti, mettendo in atto un'azione sinergica con istituzioni, università, incubatori, acceleratori d'impresa e investitori per supportare le idee più innovative,dalla fase di lancio a quella di espansione, e contribuire così al rilancio del nostro Paese".
"Continua l'impegno della Camera di Commercio di Forlì-Cesena a favore della nascita di nuove imprese e nel campo delle imprese innovative che, da sempre, hanno un ruolo strategico per lo sviluppo territoriale - ha dichiarato Alberto Zambianchi, Presidente dell'ente camerale -. Startup e PMI innovative sono realtà particolarmente interessanti per un territorio, in termini di crescita economica, attivazione di posti di lavoro - con particolare attenzione alla componente giovanile ed a quella femminile - e creazione di un contesto generale maggiormente favorevole all'innovazione che coinvolge anche le imprese più tradizionali ivi insediate".
Della propria esperienza, supportata nel tempo anche da UniCredit StartLab, ha parlato Alessandro Tioli di Mind Srl, una startup tecnologica di Modena che propone soluzioni innovative di automazione per la casa.
Per informazioni: www.fc.camcom.gov.it/promozione – email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
(Fonte: ufficio stampa Unicredit)
Un appuntamento volto a fornire strumenti e conoscenze necessari per aprire la propria attività imprenditoriale a nuovi mercati e incrementare gli scambi commerciali. Mercoledì 13 aprile, ore 15.30 presso Palazzo Magnani – sede UniCredit in Via Zamboni 20 - Bologna.
Bologna, 12 aprile 2016
Gli esperti di UniCredit e dello studio legale Gianni Origoni Grippo Cappelli Partners incontrano i rappresentanti di numerose aziende locali nell'ambito di un appuntamento volto a fornire strumenti e conoscenze necessari per aprire la propria attività imprenditoriale a nuovi mercati e incrementare gli scambi commerciali. Un'opportunità in più per il rilancio del sistema produttivo locale.
Le imprese interessate a partecipare possono iscriversi inviando un'email all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. indicando il nome dell'azienda e il numero dei partecipanti.
Intervengono:
Marco Vinicio Zanella, Area Manager Bologna UniCredit
Pietro Pasqualucci, Vice President Resp. International Center AO UniCredit Bank - Russia
Eugenia Podmareva, Studio legale Gianni Origoni Grippo Cappelli Partners
Marco Nanetti, Area Manager Provincia di Bologna UniCredit
(Fonte: ufficio stampa Unicredit)
Il 19 Marzo 2016 il Sig. Andalini ha ricevuto dalla Camera di Commercio di Ferrara il "Riconoscimento alla Fedeltà al Lavoro e al progresso Economico. Un premio prestigioso per chi ha riservato la propria vita al lavoro e allo sviluppo dell'impresa.
Parma, 25 Marzo 2016
Il 19 Marzo 2016 rappresenta una data da ricordare per il Pastificio Andalini, una data che segna il riconoscimento della passione da sempre profusa nel lavoro.
La Camera di Commercio di Ferrara ha deciso di consegnare il "Riconoscimento alla Fedeltà al Lavoro e al Progresso Economico" proprio al Sig. Andalini, per il suo costante impegno rivolto alla crescita del settore e dell'azienda.
Si tratta di un premio prestigioso riservato a coloro che hanno dedicato la propria vita al lavoro ed allo sviluppo dell'impresa diventando delle vere e proprie eccellenze, portavoce del made in Italy.
Ed infatti, dal 1956 la famiglia Andalini produce con entusiasmo e impegno ottima pasta all'uovo e di semola, una specialità biologica preparata secondo la più autentica tradizione emiliana. Quella del Pastificio non è solo una filosofia di lavoro, piuttosto una missione: produrre una pasta che abbia i plus del prodotto "artigianale", realizzato con le migliori materie prime, con il sostegno e le garanzie delle tecnologie industriali.
Una missione che ogni giorno viene portata avanti da tutta la famiglia e dalle persone che operano nell'azienda, per fornire prodotti che racchiudano il massimo del sapore e della qualità.
Le opportunità della rete, utili alle imprese che vogliono aumentare l'export, saranno al centro di un seminario gratuito organizzato dalla Camera di Commercio in programma mercoledì 23 marzo 2016.
Reggio Emilia, 22 marzo 2016
Come utilizzare il web marketing e le tecnologie digitali per aumentare l'export e conquistare nuovi clienti: sarà questo il tema del seminario che si terrà in Camera di Commercio a Reggio Emilia il prossimo 23 Marzo 2016 a partire dalle ore 9:00, nella sala convegni dell'Ente, in piazza della Vittoria a Reggio Emilia.
Tra gli argomenti trattati l'impostazione e gestione di una campagna pubblicitaria Pay Per Click su motore di ricerca oltre alla valutazione delle performance del proprio sito con la Web Analytics. In aggiunta verranno approfonditi gli strumenti più utili per reperire dati sui Paesi target e pianificare con successo il presidio online dei mercati esteri.
Il seminario è rivolto ad imprenditori, Export Manager e Marketing Manager interessati ad approfondire gli strumenti e le strategie di Web Marketing più efficaci per portare un'impresa a sviluppare online il proprio vantaggio competitivo sui mercati esteri.
La partecipazione è gratuita, previa iscrizione on line sul sito www.re.camcom.gov.it.
Interverrà in qualità di relatore il Dott. Michele Chietera, Digital Marketing Manager, che in questi ultimi due anni nell'ambito del Sistema Camerale ha affiancato molte imprese locali attraverso percorsi individuali di digitalizzazione portandole a sviluppare il proprio fatturato export attraverso gli strumenti del mondo digitale.
(Fonte: ufficio stampa CCIAA RE)
Due utenti informatici su tre, il 75%, si stima non siano in grado di distinguere le diverse minacce informatiche. Se ne è parlato in CNA nella terza edizione di Xchange.
Modena, 18 marzo 2016
La sicurezza informatica? Un problema che nasce spesso e volentieri troppo tardi, quando i dati all'interno dei nostri computer sono già violati, le nostre identità informatiche rubate. Un problema generalizzato, visto che si stima che due utenti informatici su tre, il 75%, non siano in grado di distinguere le diverse minacce informatiche. Di questo si è parlato giovedì sera, in CNA, di fronte a una sessantina d'imprenditori che hanno partecipato al terzo appuntamento di Xchange, le serate organizzate da CNA Comunicazione ICT e Terziario Avanzato che hanno, come obiettivo, quello di affrontare temi legati alla comunicazione, all'ICT e promuovere le imprese modenesi del settore.
Argomento della serata – condotta da Pietro Suffritti, Roberto Bergonzini e Carlo Drago - appunto, la sicurezza informatica, da salvaguardare attraverso tutti gli strumenti in grado di garantire la sopravvivenza del patrimonio dei dati aziendali e personali.
Peraltro, non è solo un problema di byte. Nei nostri computer ci sono spazi sui dischi, connessioni a Internet, potenze di calcolo: tutti elementi che possono interessare i cybercriminali, almeno i più esperti. Che, peraltro, non rappresentano l'unico rischio in termini di sicurezza informatica: si pensi ai guasti, all'errore umano, all'evento calamitoso (senza arrivare a ricordare il terremoto, un allagamento o un incendio). La serata ha permesso di fare il punto sui vari sistema di difesa, più o meno tecnologicamente avanzati, più o meno costosi. Con qualche piccolo consiglio pratico, anche quelli più sottovalutati perché troppo scontati, come il ricorso al back up dei dati e l'utilizzo di password diverse tra di loro, a seconda dei vari utilizzi.
Attentissima la platea e molto partecipata la discussione, che dopo il buffet è continuata con incontri individuali con i rappresentanti delle varie aziende modenesi del settore associate a CNA.
"Il successo dell'iniziativa di giovedì – spiega Angelo Dottore, presidente di CNA Comunicazione Modena – testimonia la validità di un format che vuole raggiungere un duplice obiettivo. In primo luogo, contribuire alla conoscenza di argomenti noti solo in linea generale, meno conosciuti soprattutto per ciò che riguarda le opportunità, in questo caso meglio definirli rischi, a essi connessi. Ma l'intento è anche quello di far conoscere la professionalità delle imprese modenesi in queste materie – nelle edizioni precedenti abbiamo parlato di e-commerce e branding – che non hanno nulla da invidiare, in termini di capacità, ad altre realtà metropolitane".
"Vogliamo, insomma – conclude dare anche opportunità commerciali alle imprese associate, nel segno di una nuova rappresentanza che vuole contraddistinguere l'azione di CNA".
(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)
Startup innovative: cooperativa Stars&Cows iscritta nel database ufficiale delle Camere di commercio. La cooperativa è nata nel giugno 2015 grazie alla prima edizione di Imprendocoop, il progetto che favorisce l'occupazione e l'imprenditorialità ideato da Confcooperative Modena e Fondazione Democenter-Sipe con il patrocinio e sostegno del Comune di Modena ed Emil Banca.
Modena, 17 marzo 2016
C'è anche una cooperativa aderente a Confcooperative Modena tra le 110 cooperative iscritte nel Registro delle startup innovative, il database ufficiale delle Camere di commercio che raccoglie le startup e le piccole e medie imprese innovative italiane. Si tratta di Stars&Cows i cui soci, che si occupano di servizi per la trasmissione generazionale del sapere d'impresa, hanno creato un portale web per avvicinare i giovani alle imprese, offrendo un pacchetto di servizi (tra cui ricerca e selezione, formazione e consulenza aziendale) che prevede il coinvolgimento di manager "senior" disposti a trasmettere le loro competenze ai giovani.
«L'iscrizione nell'albo delle startup innovative ci rende molto orgogliosi perché – afferma Marcella Gubitosa, socia fondatrice della cooperativa Stars&Cows - ci permetterà di valorizzare e promuovere la nostra mission in un'ottica innovativa che guarda al futuro, in piena sintonia con i valori e lo spirito cooperativo che ci contraddistingue». «Stars&Cows è nata nel giugno 2015 grazie alla prima edizione di Imprendocoop, il progetto che favorisce l'occupazione e l'imprenditorialità ideato da Confcooperative Modena e Fondazione Democenter-Sipe con il patrocinio e sostegno del Comune di Modena ed Emil Banca – sottolinea il direttore di Confcooperative Modena Cristian Golinelli – L'iscrizione di Stars&Cows nel Registro delle startup innovative conferma che la forma cooperativa è lo strumento giuridico ideale per gli aspiranti imprenditori, soprattutto giovani, che vogliono fare innovazione».
(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)
Tra i requisiti di un buon progetto di responsabilità sociale (CSR), al primo posto, ci sono la rilevanza sociale e la ricaduta sulla zona di riferimento, giudicata di importanza "elevata" da quasi il 70% del campione.
Di Alexa Kuhne Parma 18 febbraio 2016 -
Investire nel sociale può sembrare, in un momento di congiuntura economica, una contraddizione.
Eppure, per una serie di ragioni, le imprese, dal fatale 2008, combattono le difficoltà e puntano su associazioni e organizzazioni no-profit, aiutandole.
Il sostegno economico alla collettività, sottoforma di denaro, laddove non arriva il Welfare, pare sia una possibilità di nuovi business, un volano, una forma di investimento che significa ritorno promozionale.
Già nel 2009 ben 7 aziende su 10 avevano puntato su iniziative di responsabilità collettiva. Lo dice il IV° Rapporto sull'impegno sociale delle aziende in Italia, sostenuto da colossi italiani quali Barilla, in prima linea, e poi Novartis, Sanofi Aventis, Terna e Vodafone.
Una ricerca - condotta tra 800 aziende con oltre 100 dipendenti - che coglie esattamente un fenomeno che ha le sue radici nel 2009, all'indomani della crisi economica, ma che è ancora in sintonia con il quadro finanziario attuale.
Nel 2009 è stato stanziato più di un miliardo di euro che si somma ad altri cinque miliardi fino ad ora investiti.
Un altro dato sorprende: a livello geografico, inaspettatamente, pare che il concetto di CSR (Corporate Social Responsability), cioè la responsabilità delle imprese per il loro impatto sulla società, sia più accettato dai manager delle imprese del centro sud che da quelli del nord Italia.
La crisi, insomma, ha reso strategica la CSR. Lo sostiene proprio il 40% delle imprese interpellate che ritiene che la crisi abbia generato, o perlomeno supportato, uno sviluppo dell'attenzione verso la responsabilità sociale.
Le iniziative sostenute dalle imprese riguardano soprattutto azioni di solidarietà sociale e azioni umanitarie, queste ultime spesso come atto di reazione ad eventi catastrofici, come il terremoto ad esempio.
Una compensazione fondamentale laddove gli apparati pubblici, mai come in questo momento difficile, sono inefficienti.
Un terzo delle imprese si è invece impegnato al proprio interno, con una serie di servizi volti a migliorare le condizioni lavorative del personale: l'attenzione è stata rivolta soprattutto alla sicurezza e salute sul posto di lavoro, strutture per i figli dei dipendenti, servizi particolari.
Curioso e significativo il fatto che le imprese non si limitino a "staccare l'assegno" ed erogare somme di denaro, ma partecipino attivamente all'ideazione e realizzazione dei progetti, spesso coinvolgendo coloro che ne sono i destinatari ultimi, ossia i dipendenti, seguendo una tradizione già molto radicata all'estero, specie tra le aziende americane che operano nel settore dell'information technology.
A ben guardare in questo quadro di attività sociali, il ritorno c'è, anche se non è immediato.
Per una serie di motivi. In primis, l'azienda si proietta sulla propria comunità di riferimento e questo è fondamentale per un suo radicamento territoriale. Attraverso un contributo si può, ad esempio, sostenere una onlus, dando lavoro, puntando sull'aiuto delle cosiddette fasce deboli, raggiungendo, alla lunga, l'obiettivo di una utile e solida visibilità a livello locale.
Tra i requisiti di un buon progetto, al primo posto, dunque, ci sono la rilevanza sociale e la ricaduta sulla zona di riferimento, giudicata di importanza "elevata" da quasi il 70% del campione.
L'obiettivo sostanziale è la reputazione, la ricaduta reale sui dipendenti-
La prima motivazione a fare responsabilità sociale è "reputazionale" segno che è stata colta la centralità della responsabilità sociale nella costruzione del posizionamento dell'immagine aziendale (47%). In seconda battuta viene segnalato l'effetto sul business (27%) e sul clima interno (27%). Coerentemente, il principale criterio di scelta delle iniziative da sostenere o attuare è la loro visibilità (40%); poi l'area geografica (31%), ovvero il legame con il territorio, a sottolineare l'obiettivo di influire nei rapporti con i soggetti sociali locali; seguono la possibilità di coinvolgere il personale (28%) e quella di misurare i risultati dell'iniziativa (23%).
L'investimento nel sociale, in pratica, viene visto dai manager come un potente strumento di riposizionamento strategico.
Da CNA un progetto per la creazione di una community per la promozione e il business. Le imprese del settore moda si incontrano virtualmente, scambiandosi informazioni ed avviando possibili collaborazioni produttive e commerciali.
Modena, 12 febbraio 2016
Nasce il progetto "Mood Market", un'idea di CNA Federmoda per creare un "luogo" in cui le imprese del settore moda possano incontrarsi virtualmente, scambiarsi informazioni ed avviare possibili collaborazioni produttive e commerciali.
Spiega Tamara Gualandi, presidente di CNA Federmoda Modena: "Le business community virtuali sono sempre più strategiche per reinventare il Made in Italy e aprire nuove strade nell'economia regionale, perché le tecnologie legate all'informatica e al web possono costituire il terreno fertile su cui nuove relazioni possono nascere e svilupparsi. Accanto a questo obiettivo c'è anche quello di connettere le imprese del sistema moda nazionale a potenziali nuovi clienti nel mondo, attraverso azioni di web marketing e di e-commerce, per le quali il portale potrà essere il trampolino di lancio. Crediamo, infatti, che innovazione tecnologica e internazionalizzazione siano fortemente interconnesse e che il conoscersi all'interno del territorio nazionale possa andare di pari passo con il farsi conoscere all'estero, per ampliare i propri mercati di sbocco ed esplorare nuove opportunità di business".
"Nel portale – prosegue Gualandi – sono presenti imprese di tutto il territorio nazionale e delle varie tipologie produttive (abbigliamento, maglieria, calzature, pelletterie, accessori), per poter fornire un quadro completo delle specializzazioni rappresentate, ricostruendo le filiere e garantendo visibilità ad ogni ambito settoriale. Sono consultabili i dati anagrafici delle imprese partecipanti, che è possibile selezionare per settore, tipologia di prodotto e di lavorazione, livello di qualità, sistemi di vendita, struttura occupazionale e produttiva. Inoltre è possibile trovare notizie relative a normativa sulla tracciabilità, apposizione di etichettatura e Made in Italy, bandi per il finanziamento di iniziative di innovazione ed internazionalizzazione, fiere, incoming ed altri eventi di promozione, studi ed indagini relative al settore. Le imprese partecipanti al progetto potranno accedere ad una parte riservata per dialogare tra loro ed inviare richieste di collaborazione in ambito commerciale, tecnologico e produttivo".
L'iniziativa gode del contributo del Ministero dello Sviluppo Economico e della collaborazione dell'Agenzia ITA per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane. Il portale sarà anche presentato alle prossime edizione di Premiere Vision Paris, MICAM e MIFUR, manifestazioni internazionale dedicati alla moda. In questi primi mesi, per lanciare l'iniziativa e dare una importante visibilità alle nostre imprese, l'adesione è riservata, in forma gratuita, agli associati CNA Federmoda.
Per informazioni e adesione: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. . Il sito del portale è: www.moodmarket.it
(Fonte: ufficio stampa CNA MO)
Mutti spa, azienda leader nel settore dell'industria conserviera, svela come essere azienda amica del territorio grazie allo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche ed impiantistiche. Caldaie Melgari partner dell'impresa per lo sviluppo di soluzioni tecnologiche e impiantistiche.
Parma, 22 gennaio 2016
Le Radici dei nostri prodotti affondano nella cultura del territorio. Da sempre Mutti spa.
Rispettare un territorio non significa solo preservarlo, ma contribuire attivamente al suo sviluppo. Con questa convinzione Mutti instaura da sempre relazioni attive con la società, le istituzioni, le università delle zone dove opera, dando così il proprio contributo a una visione del futuro condivisa. Sono numerosi i programmi di ricerca volti a controllare i consumi delle risorse e sviluppare metodi di coltivazione efficienti e di basso impatto ambientale.
Quali tra questi?
L'ultimo progetto in ordine di tempo è quella realizzato con Horta, uno spin off dell'Università Cattolica di Piacenza specializzato nello sviluppo di sistemi per il supporto alle decisioni: i DSS (Decision Support System). Mutti, grazie alla collaborazione con l'Università, sta sviluppando "Pomodoro.net": un sistema in grado di simulare la crescita del pomodoro in funzione del clima, nonché di monitorare e prevedere in parallelo lo sviluppo di eventuali malattie o insetti dannosi e di individuare i fabbisogni idrici e nutrizionali. È dunque la forma più avanzata di assistenza tecnica in agricoltura. Grazie a questo DSS, di cui nel 2017 verrà rilasciato un primo modulo per peronospora (malattia delle piante) e irrigazione, sarà possibile intervenire in modo più tempestivo ed efficace, con un risparmio di mezzi tecnici ed il conseguente miglioramento delle performance quanti-qualitative, nonché, di quelle ambientali.
Mutti è, inoltre, coinvolto in un'altra importante collaborazione che interessa il Dipartimento Ingegneria Industriale dell'Università di Parma, con l'obiettivo di sviluppare soluzioni tecnologiche/impiantistiche in grado di risolvere problemi tecnico-produttivi. Grazie a questa collaborazione, è già stato realizzato in laboratorio uno strumento capace di misurare la difettosità qualitativa di una categoria di prodotto finito.
Caldai Melgari ha fornito a Mutti spa un nuovo impianto, un generatore di vapore da 20 ton/h dotato di economizzatore e sistemi di controllo dei fumi. Si tratta di una soluzione che consente di ridurre il consumo di combustibile e comporta risparmi uniti alla riduzione delle emissioni. Come azienda rappresentate un'eccellenza del territorio in grado anche di investire per preservarlo. Che tipo di risparmi avete avuto? Quanta riduzione di emissioni?
La nuova caldaia Melgari, a differenza delle altre caldaie esistenti, è stata dotata di alcuni accessori di notevole importanza ai fini della riduzione dei consumi energetici e del contenimento delle emissioni. Nello specifico, la caldaia è dotata:
Di un economizzatore, ossia di uno scambiatore di calore che, installato sul camino, è in grado di recuperare il calore residuo ancora presente nei fumi che vengono rilasciati in ambiente e di trasferirlo all'acqua che alimenta la caldaia stessa. Tale soluzione consente di ridurre la temperatura dei fumi, che scende dagli oltre 200°C fino a circa 110°C, permettendo al contempo di pre-riscaldare l'acqua che andrà ad alimentarla. Il risparmio di gas, associato a questo recupero, è notevole e si può stimare in circa 160.000 mc di gas annui. Tale riduzione ha dei benefici sia economici che ambientali. Infatti, oltre a garantirci un risparmio in termini economici, ci permette di ridurre le emissioni di CO2 di circa 192 ton/anno.
Di un sistema di analisi dei fumi, che ne rileva ad ogni istante temperatura ed il contenuto di ossigeno e CO2. Grazie a queste misurazioni, il sistema di gestione elettronico, che controlla il bruciatore, è in grado di correggere continuamente i parametri che ne regolano la combustione. In questo modo, diventa quindi possibile avere sempre il rapporto ottimale tra aria e gas, riducendo ulteriormente i consumi di metano con una riduzione dell'impiego di combustibile di circa l'1%.
Di un inverter - presente nella pompa che alimenta la caldaia - in grado di regolare la velocità, e quindi la portata, in funzione della reale necessità di acqua del generatore di vapore. Un meccanismo di regolazione di questo tipo, al contrario del sistema tradizionale (pompa a portata fissa con valvola di regolazione), consente un risparmio di energia elettrica necessaria al suo funzionamento dell'ordine del 30%.
Climate Counts è l'associazione no profit che classifica le aziende mondiali sulla base della lotta ai cambiamenti climatici, pubblica sempre un report annuale. Da questo scopriamo con piacere che le aziende con migliori performance ambientali sono anche quelle i cui fatturati crescono di anno in anno. Possiamo dire la stessa cosa per Mutti grazie all'intervento di Caldaie Melgari?
L'intervento realizzato con Caldaie Melgari nasce dalla necessità di adeguare la capacità della nostra centrale termica, in seguito alla crescita dei volumi richiesti dallo sviluppo delle nostre vendite. La caldaia è stata scelta in base a precise specifiche legate all'efficienza energetica.
Oltre a questo intervento, ci sono altre azioni che avete fatto per risultare "impresa green"?
A partire dal 2010, Mutti si è volontariamente impegnata, a fianco del WWF, in un progetto di riduzione dell'impronta idrica attraverso misure per migliorare l'efficienza e l'efficacia dell'irrigazione nei campi e per ridurre l'uso di fertilizzanti. Grazie a strumenti di monitoraggio dell'umidità del terreno, è stato possibile valutare le esatte esigenze di irrigazione del pomodoro, con un risparmio sui volumi di acqua usati in irrigazione e una conseguente riduzione dell'impronta idrica totale.
Grazie ad un monitoraggio annuale, il calcolo viene inoltre aggiornato tenendo conto del regime climatico e delle pratiche agricole. L'esperienza di Mutti dimostra come attraverso tali azioni sia possibile ridurre l'impatto di un settore strategico come quello agricolo, rendendo la filiera produttiva sempre più coerente con obiettivi ambientali misurabili e tangibili.
Un virtuosismo ambientale che ogni anno si arricchisce di pratiche sostenibili e di nuovi sistemi.
Un impegno che si trasforma in una responsabilità di business ma, soprattutto, in una promessa nei confronti dei consumatori e, nel suo piccolo, del pianeta.
Ulteriori interventi di riduzione dei consumi energetici si sono focalizzati su:
la centrale termica, con l'installazione sia di economizzatori sia del sistema di analisi in continuo dei fumi su altre caldaie;
l'installazione sul tetto dello stabilimento di un impianto fotovoltaico di 1 MW di potenza;
l'installazione di nuovi impianti di concentrazione del pomodoro dotati di un sistema di recupero e di ricompressione meccanica dei vapori di acqua estratti dagli stessi succhi di pomodoro, in luogo di quelli tradizionali e più energivori che funzionavano con vapore di caldaia;
la sostituzione progressiva di tutte le lampade e le plafoniere con i più efficienti sistemi di illuminazione a LED;
l'installazione progressiva di motori con classe di efficienza più alta (IE3) e dotati di regolatori di giri (inverter);
l'installazione di nuovi compressori per l'aria compressa più efficienti e anch'essi dotati di inverter per la regolazione della portata di aria in funzione delle reali necessità del sito.
(Fonte: ufficio stampa Binario Immagine e Comunicazione)
Nuova procedura per le dimissioni volontarie e la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro: un congegno complicato che costringerà le aziende a rincorrere i lavoratori che hanno deciso di andarsene, magari comunicandolo lo stesso giorno in cui se ne vanno, in barba alla procedura prevista.
Parma, 20 gennaio 2016
Il dl 151/2015, che attua i principi di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti in materia di lavoro previsti nel Jobs Act, definisce, tra l'altro, una nuova procedura per le dimissioni volontarie e la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. L'intento della legge è quello di contrastare il fenomeno delle 'dimissioni in bianco', ma lo fa con un congegno complicato che costringerà le aziende a rincorrere i lavoratori che hanno deciso di andarsene, magari comunicandolo lo stesso giorno in cui se ne vanno, in barba alla procedura prevista.
Secondo Leonardo Cassinelli, presidente di Confartigianato Imprese Apla di Parma, «A leggere le nuove disposizioni, operative dal 12 marzo prossimo, si rimane perplessi nel constatare che un lavoratore, qualora decida volontariamente di dimettersi o concordi con il datore di lavoro una risoluzione consensuale, dovrà seguire un percorso a ostacoli del tutto irragionevole, soprattutto per chi è meno alfabetizzato a livello digitale».
Se il lavoratore decidesse di non fare da solo, dovrà rivolgersi a soggetti abilitati, inevitabilmente finendo per chiedere consulenza anche al proprio datore di lavoro, ai patronati, alle organizzazioni sindacali, agli enti bilaterali e alle commissioni di certificazione; in tale caso, però, per garantire l'effettiva volontà del lavoratore, si dovrà procedere alla firma digitale del modulo coi dati delle dimissioni, o dell'eventuale revoca.
Già la legge Fornero aveva previsto una nuova procedura per la comunicazione delle dimissioni, però con modalità sicuramente meno complicate e, soprattutto, congegnate in modo tale che se il lavoratore, presentata la lettera di dimissioni, per noncuranza non avesse provveduto alla loro convalida entro sette giorni, quelle dimissioni erano comunque efficaci.
«Oggi – osserva Cassinelli - esiste solo la procedura on line. Ci chiediamo cosa succederà nei casi in cui il lavoratore - soprattutto quelli extracomunitari che magari tornano nei Paesi d'origine si limiterà a presentare una semplice lettera di dimissioni, senza seguire il percorso telematico; le aziende saranno costrette, quasi implorandolo, a invitare il lavoratore ad attivare la procedura on line per dare efficacia alla propria volontà di dimettersi».
Ecco i passaggi che il lavoratore dovrà effettuare: richiedere, se non già posseduto, il codice pin all'Inps; registrarsi sul sito "cliclavoro.gov.it" e ottenere username e password; compilare un modulo telematico che contiene i dati del datore e del rapporto di lavoro e provvedere poi alla trasmissione del modulo di dimissioni o risoluzione consensuale del rapporto al datore di lavoro (nella sua casella Pec) e alla direzione territoriale del Lavoro. Il sistema provvederà automaticamente ad attribuire un codice alfanumerico che attesterà la data e l'ora di trasmissione del modulo. La procedura dovrà essere utilizzata anche nel caso in cui il lavoratore dovesse decidere, entro i sette giorni successivi, di revocare le proprie dimissioni.
(Fonte: Ufficio stampa Confartigianato Imprese Apla Parma)
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