Ferrari presenta la squadra che disputerà il campionato 2021. In attesa di scoprire la nuova monoposto, Binotto saluta i tifosi e lascia parlare Leclerc e il nuovo arrivato Sainz.
di Matteo Landi
Vi era molta attesa per la presentazione della squadra Ferrari che disputerà il campionato 2021 di F1. Non hanno ancora svelato le forme della nuova monoposto, accadrà il 10 marzo, ma a Maranello ci tenevano a rompere il ghiaccio ed a salutare i tifosi avvicinandoli al nuovo mondiale soprattutto con le voci e i volti dei piloti. La nuova coppia è fresca e giovane. Dopo averlo sovrastato in termini prestazionali, Leclerc ha salutato Vettel, quest'anno vestirà i colori Aston Martin, e con il sorriso ha accolto il nuovo arrivato Sainz Jr. Lo spagnolo ha un obiettivo ambizioso: il titolo entro cinque anni, da conquistare a bordo di una Ferrari. Da quando veste di Rosso, Carlos sprizza gioia da tutti i pori. Ed ha le idee chiare. Binotto è, come al solito, risultato composto ed abbottonato nelle dichiarazioni, lanciando un messaggio chiaro: quest'anno, per regolamento, non abbiamo potuto creare una vettura completamente nuova, puntiamo a dare il massimo, a risollevarci per quanto possibile, ma conterà ancora di più farci trovare preparati per il 2022, anno del prossimo grande cambiamento regolamentare. A rendere frizzante questa presentazione c'ha pensato il nuovo compagno di squadra di Leclerc, felicissimo di aver abbracciato la causa Rossa. I piloti hanno messo in scena una doppia intervista, ed a turno leggevano domande che la Ferrari aveva preparato per loro. Ne è scaturita una scenetta simpatica e leggera. Certamente chi si attendeva nuove importanti rivelazioni è rimasto deluso. Quest'anno, in concomitanza con la progettazione della vettura 2022, figlia di un regolamento totalmente diverso, Binotto potrebbe assentarsi piuttosto spesso dai circuiti. Le sue veci dovrebbe farle Laurent Mekies, come successo sporadicamente durante la stagione scorsa. Il Team Principal avrebbe potuto sfruttare questa presentazione per chiarire meglio quali saranno le figure di riferimento per il campionato che si appresta a cominciare, ma evidentemente lo scopo dell'evento era un altro.
Nel video rilasciato quest'oggi non ne hanno parlato, ma l'imposizione del nuovo tetto di spesa ha liberato risorse che la Ferrari potrà destinare ad altre attività racing. Con un comunicato, in settimana, la Casa di Maranello ha annunciato il ritorno nella classe regina delle competizioni endurance! Una notizia meno sbandierata ma ben più emozionante della "chiacchierata" odierna. Lo farà nel 2023 con una Hypercar, in virtù di un nuovo regolamento che permetterà allo stesso prototipo di competere nel WEC, correre a Le Mans, e disputare la serie americana IMSA. Un annuncio che ci ha riportato con la mente alle cavalcate vincenti della bellissima Ferrari 333SP, fra i cui successi spicca il trionfo a Daytona nel 1998.
Ferrari, un nome che si spera torni ai vertici della massima Formula, e che presto tornerà nella categoria top dell'endurance.
A Varsavia è stata svelata la vettura che Alfa Romeo Racing schiererà nel campionato al via in Bahrain dal 26 al 28 marzo. Raikkonen, Giovinazzi ed il collaudatore Kubica sono pronti alla nuova sfida.
di Matteo Landi
Il Biscione giganteggia sulla carrozzeria della nuova nata. Basta questo per suscitare mille emozioni. Team svizzero, motorizzazione Ferrari e tanti soldi provenienti dal main sponsor polacco. L'Alfa Romeo di F1 è oggi una "multinazionale" dal cuore italiano, quanto necessario per competere nella massima serie automobilistica senza spendere un'infinità di risorse. Kimi Raikkonen, classe 1979, ultimo campione del mondo Ferrari, correva l'anno 2007, è ancora lì, pronto a gettarsi nella mischia. La sua imperturbabilità è una delle armi del team che lo scorso anno è giunto solamente ottavo nella classifica costruttori, e che quest'anno punta a fare meglio. Giovinazzi sarà ancora alla guida dell'Alfa Romeo: nel disgraziato 2020 ha eguagliato i punti conquistati dal team mate, dovrà darsi da fare se vorrà mantenere il sedile anche nel 2022, l'anno dei grandi cambiamenti regolamentari. Ad appoggiare i due piloti titolari nello sviluppo c'è ancora Robert Kubica. Grazie alla presenza del pilota di Cracovia la squadra del Biscione si garantisce la munifica sponsorizzazione del colosso petrolifero Orlen.
Al Teatro Nazionale di Varsavia, oggi, è stata svelata la nuova C41. Il rosso ed il bianco, seppur disposti diversamente rispetto al recente passato, colorano la monoposto nata a Hinwill che presenta un muso di diversa concezione rispetto alla monoposto 2020: la forma dell'anteriore si avvicina a quanto mostrato nelle ultime stagioni da Mercedes. La nuova Alfa non può che essere uno sviluppo della vettura dello scorso campionato, come regolamento impone. Per contenere i costi, viste le difficoltà economico-finanziarie conseguenti alla nota situazione pandemica, la Federazione in accordo con le squadre, ha posto dei vincoli importanti ai progettisti, che non hanno potuto realizzare vetture completamente nuove, bensì evoluzioni delle monoposto della scorsa stagione, con un margine di due token di sviluppo. Utilizzati da Alfa Romeo, appunto, per modificare la zona anteriore. Nuova l'aerodinamica, non vincolata ai limiti citati, così come nuova è la power unit, che dovrebbe erogare circa 30-40 cv in più rispetto alla 2020. Buon per Ferrari, Haas ed, appunto, Alfa Romeo: vedremo se saranno abbastanza per permettere alle tre squadre di risalire la china. Il pesante deficit di potenza, frutto dell'accordo FIA-Ferrari che a fine 2019 ha tarpato le ali al reparto motori di Maranello, aveva prodotto quel pesante ritardo prestazionale che la scorsa stagione ha costretto Haas e Alfa Romeo a combattere nelle retrovie ed al team del Cavallino di giungere solamente sesto nel costruttori.
Alla squadra italo-elvetica spetta ora un compito difficile, ma non impossibile. Conquistare più degli otto punti ottenuti nel 2020 è un obiettivo decisamente alla portata. Scalzare dalla settima piazza i faentini di AlphaTauri, capaci lo scorso campionato di vincere a Monza con Gasly, sembra più ostico. Molto, come detto, dipenderà da quanto spingerà il Cuore Ferrari. In bocca al lupo a Kimi e Antonio. Comunque vada, l'Italia è con voi!
Con la scontata conferma di Hamilton anche l'ultima pedina è andata al suo posto. A fine marzo scatterà il mondiale di F1. Tante novità ed alcune conferme. Guida al campionato 2021.
di Matteo Landi
Mancava solo l'annuncio relativo al futuro del sette volte campione del mondo Hamilton. Dopo le indiscrezioni, e le fake news, che hanno affollato i social sin dalla chiusura del mondiale 2020 è notizia di oggi che Lewis ha confermato la sua presenza nel campionato 2021, sempre al volante della Mercedes. Un solo anno di prolungamento, per adesso. Dopo aver eguagliato il record di Schumacher al pilota inglese l'appetito vien mangiando e, conscio che avrà probabilmente la vettura da battere, sogna l'ottavo titolo. Ancora non è giunto il momento del suo ritiro ma potrebbe arrivare al termine della stagione che si appresta a cominciare a fine marzo in Bahrain. La svolta regolamentare del 2021 è stata rimandata di un anno ed il 2022 potrebbe coincidere con la fine del lungo dominio Mercedes. Il condizionale è d'obbligo, ma lo stesso Lewis al momento non può sapere se avrà ancora le energie necessarie per competere al vertice.
È appena iniziata invece l'Era Domenicali. Team Principal Ferrari prima, Presidente e AD Lamborghini poi, si è calato nelle nuove vesti di Presidente e Amministratore Delegato della Formula 1. Cresciuto in Ferrari, conosce il mondo del Circus come le sue tasche. Succede a Chase Carey, dirigente d'azienda irlandese naturalizzato statunitense, il quale inaugurò il nuovo corso "americano" nel 2017, anno in cui il massimo campionato automobilistico passò dalle mani di Bernie Ecclestone a quelle di Liberty Media. In questi anni gli statunitensi hanno ringiovanito l'immagine della F1, spostando la comunicazione sui social, ambiente ignorato da Bernie, e non solo. Adesso però serviva qualcuno che sapesse sviluppare il prodotto collaborando al meglio con tutti gli stakeholders e Domenicali è sicuramente la persona giusta. Il nuovo Presidente sta rassicurando l'ambiente e gli appassionati: la pandemia non è finita e non sappiamo quando terminerà, ma nel 2021 la F1, comunque, si impegna a disputare 23 gare. È arrivata la conferma di Imola, che sarà il secondo appuntamento stagionale, il Bahrein ospiterà dal 26 al 28 marzo il GP inaugurale, avremo il debutto dell'Arabia Saudita e proveranno in tutti i modi a disputare il Gran Premio di Monaco, evento troppo importante e prestigioso per mancare dal calendario per due anni consecutivi.
Con l'ultima pedina che oggi è andata al suo posto andiamo a vedere quali saranno le formazioni, e quali le loro aspirazioni, del campionato che fra meno di due mesi scatterà in Asia.
Mercedes: Lewis Hamilton #44, Valtteri Bottas #77
Il nuovo regolamento, come detto, entrerà in vigore nel 2022. La Federazione, per contenere i costi delle squadre, dai budget "affaticati" causa pandemia, ha parzialmente bloccato lo sviluppo delle vetture. L'aerodinamica sarà modificabile, le power unit saranno nuove, ma i team non sono potuti intervenire su telaio e molte componenti importanti. Sono stati concessi due token di sviluppo, le monoposto sono state "divise" in 77 sezioni delle quali 40 omologate. Con un regolamento così cervellotico, ma allo stesso tempo semplice, visto che le vetture saranno uno sviluppo delle 2020, non si capisce chi potrà scalfire lo status quo della Mercedes. Bottas riuscirà almeno a lottare con Lewis, così da farci assistere a quella battaglia al vertice che manca dal 2016, anno del trionfo di Rosberg? Questa sarà la quinta stagione in Mercedes per il finlandese. In quattro anni ha mostrato sprazzi di competitività assoluta, specialmente ad inizio stagione, ma mai la costanza di rendimento di Hamilton. Valtteri dovrà sperare in qualche, inatteso, calo di concentrazione del team mate e farsi trovare pronto a sfruttarlo. Come fece il suo predecessore Rosberg. In bocca al lupo!
Red Bull Racing-Honda: Max Verstappen #33, Sergio Perez #11
La squadra austriaca punta ancora su Baby Max, fa strano chiamarlo così dato che è in F1 dal 2015 ma resta pur sempre un classe 1997, e sul nuovo arrivato, Sergio Perez. Il messicano ha vinto la sua prima gara la scorsa stagione a Sakhir sapendo di non avere un sedile per il 2021, visto che Racing Point, da quest'anno rinominata Aston Martin, aveva già ingaggiato Vettel. Per la Red Bull si tratta di una scelta fuori dai suoi standard, normalmente attinge dal suo bacino di giovani piloti. Ma durante lo scorso anno Albon non ha convinto, e Kvyat e Gasly sono già stati bocciati una volta dal team austriaco. Perez senza un contratto costituiva un'occasione troppo ghiotta per non essere colta. Dovrà farsene una ragione Verstappen: quest'anno avrà in squadra un osso duro e guai sottovalutarlo. Red Bull avrà per l'ultima stagione le power unit Honda, il colosso nipponico poi si ritirerà dalla massima Formula. Però, c'è un però. Gli austriaci stanno chiedendo un blocco allo sviluppo dei motori. Dovessero averla vinta potrebbero continuare ad installare sulle loro vetture le power unit giapponesi anche nel 2022, magari rinominandole con qualche sponsor. Vedremo. Intanto c'è una stagione 2021 da disputarsi e Red Bull punta a confermare il ruolo di principale antagonista Mercedes.
McLaren-Mercedes: Daniel Ricciardo #3, Lando Norris #4
Nel 2020 la casa inglese è tornata tra i grandi e si è classificata terza nel costruttori. Quest'anno aspira a confermarsi e magari a qualche prestigioso exploit. Se ne è andato Sainz, adesso in Ferrari, ma è arrivato un pilota del calibro di Daniel Ricciardo. Uno che ha già vinto delle gare, con alle spalle oltre all'esperienza in Renault anche quella nel top team Red Bull, dove ha battuto Vettel. A differenza delle altre squadre la McLaren ha raggiunto un accordo particolare con la FIA e non avrà i token in quanto passerà dai motori Renault a quelli Mercedes, dovendo quindi rivedere per forza di cose il retrotreno e non solo. La potenza delle nuove power unit, e questa escamotage regolamentare, potrebbero regalare soddisfazioni al team di Zak Brown.
Aston Martin-Mercedes: Lance Stroll #18, Sebastian Vettel #5
Cacciato Perez per far spazio all'esperienza di Vettel, visto che il figlio del boss non si tocca, la squadra di Lawrence Stroll cambia nome, abbandonando il marchio Racing Point, e passa al verde Aston Martin. Per il resto la squadra è tendenzialmente la stessa del 2020, continuando sulle basi poste la scorsa stagione. Ed è questo il problema per gli avversari. L'anno passato le vetture rosa erano dei cloni della Mercedes 2019 e da subito si sono dimostrate molto competitive. La Racing Point è stata anche multata per questo ed ha subìto una lieve penalità in punti. La Federazione gli ha concesso di terminare la stagione con la vettura "incriminata", in quanto sarebbe stato troppo complesso e dispendioso per loro modificare così a fondo l'auto. La vicenda ha fatto emergere anche le lacune della Federazione in tema di vigilanza del rispetto delle regole, visto che le ispezioni in fabbrica non sono mancate. Puntando su certe "sfumature" regolamentari l'Aston Martin potrebbe rivelarsi ancora una volta molto simile alla Mercedes. Partono già con un vantaggio: non utilizzeranno alcun gettone per avere una nuova trasmissione, avendo acquistato quella Mercedes 2020, già omologata. Lo scorso anno Racing Point ha vinto una gara, arrivando quarta nel costruttori. La squadra adesso punta a scalzare McLaren dalla terza piazza.
Alpine-Renault: Fernando Alonso #14, Esteban Ocon #31
Luca De Meo, ex pupillo di Marchionne ed ora Presidente e AD designato Renault, ha deciso di rispolverare un marchio blasonato che ha scritto la storia delle competizioni, Alpine. Non solo, ha fatto tornare in F1 Fernando Alonso, vedremo se gallina vecchia farà buon brodo, ed ha portato una ventata di freschezza con l'ingaggio dell'ex MotoGp Davide Brivio, nuovo Direttore Sportivo. La scorsa stagione ha visto finalmente Renault salire sul podio, un obiettivo che le mancava da tempo. Quest'anno, avvalendosi dell'esperienza di Alonso, puntano ad affacciarsi più spesso nelle posizioni che contano e chissà. Lo step importante invece auspicano di farlo nel 2022.
Ferrari: Charles Leclerc #16, Carlos Sainz Jr. #55
Il figlio dell'iridato rally ha acceso gli animi durante un test con la vettura 2018 svolto, pochi giorni fa, a Fiorano. Lo spagnolo ha preso confidenza con la squadra e con le procedure Ferrari. L'avventura Vettel era giunta al capolinea ed a Maranello hanno ingaggiato Sainz addirittura prima dell'inizio del campionato 2020. Con il rischio di assistere ad una stagione fiacca ad opera di Vettel. Il campionato scorso, per la verità, è stato di basso livello per tutta la squadra. La vettura aveva troppo drag in rettilineo, un carico aerodinamico non eccellente ed una power unit spompata, figlia dell'accordo Ferrari-FIA nato dopo le polemiche derivanti dalle prestazioni mostruose del motore 2019. L'irregolarità non fu mai accertata, ma la squadra di Maranello aprì le porte alla Federazione, mostrandole il modo in cui riusciva ad operare fra le pieghe di un regolamento che successivamente è stato modificato, soprattutto "chiarito". Da sempre in F1 chi vince lo fa sfruttando le zone grigie e la Ferrari fu astuta prima di venire bastonata. Quest'anno Binotto e compagni doteranno la vettura di una nuova power unit, più potente, si dice di circa 30-40 cavalli. Se basteranno dipenderà dai progressi delle rivali, in primis Mercedes. Ma la Ferrari deve recuperare anche su avversarie inattese che la scorsa stagione si sono mostrate superiori. Binotto spera di poter risalire la china e passare dalla sesta piazza nel costruttori alla terza. Intanto sappiamo che i token sono stati spesi per rivedere il cambio, dopo i difetti strutturali riscontrati nella versione 2020. Questo consentirà alla Scuderia di migliorare il retrotreno, anche sotto l'aspetto aerodinamico. Leclerc, lo scorso anno, ha fatto i miracoli quando ha potuto, cogliendo due podii. Il Cavallino Rampante però merita di più. I tifosi attendono risposte, e le vogliono in pista.
AlphaTauri-Honda: Yuki Tsunoda #22, Pierre Gasly #10
La squadra faentina, una volta Toro Rosso e prima ancora Minardi, nel 2020 ha ottenuto una superba vittoria a Monza. Una pista che si conferma cara al piccolo team di proprietà Red Bull, teatro anche della vittoria di Vettel nel 2008. La compagine è arrivata settima in classifica e punta a fare meglio quest'anno. Certo, le avversarie davanti sono difficili da superare: portano nomi blasonati come Ferrari, Alpine, Aston Martin e McLaren. Le vetture romagnole monteranno la trasmissione Red Bull, già omologata. Un vantaggio dal punto di vista dello sviluppo. Per quanto riguarda i piloti, confermato Gasly, hanno salutato il buon Kvyat per affidarsi alla velocità del giapponese Tsunoda, terzo lo scorso anno in F2. Sarà interessante vedere come si adatterà ad una monoposto da circa un migliaio di cavalli.
Alfa Romeo Racing-Ferrari: Kimi Raikkonen #7, Antonio Giovinazzi #99
Nel 2020 la scarsa potenza della power unit Ferrari non ha permesso alla squadra elvetico-italiana di cogliere grandi soddisfazioni. L'esperienza dell'ultimo campione del mondo Ferrari e la velocità di Giovinazzi hanno consentito comunque ad Alfa Romeo di issarsi in zona punti in alcune occasioni, con Imola vissuta come picco positivo visto il doppio arrivo in top ten. Un marchio come quello di Arese merita però ben altro. La presenza del Biscione sulle carrozzerie delle vetture prodotte a Hinwil è garantita anche questa stagione. Per il dopo dovremo vedere quali saranno le strategie di Stellantis e quali saranno i risultati del 2021. La Ferrari darà a Kimi e Antonio un nuovo motore, la squadra ha dimostrato di saper sfornare buone vetture alternate a flop clamorosi. Incrociamo le dita. Il 22 febbraio, a Varsavia, saranno tolti i veli alla "nuova" monoposto.
Haas-Ferrari: Nikita Mazepin #9, Mick Schumacher #47
Vedere "M.Schumacher" sulla carrozzeria di una F1, per di più motorizzata Ferrari, sarà un'emozione continua. Il figlio del Kaiser viene dal trionfo in Formula 2, campionato in cui ha vinto a modo suo: una stagione di apprendistato e vittoria nella successiva, sfruttando l'esperienza maturata e mostrando concretezza. A differenza del figlio d'arte, il russo Mazepin è risultato ben più incline all'errore, da avversario di Mick nella formula propedeutica. Veloce ma troppo aggressivo, ha chiuso l'anno in mezzo a tante polemiche, lungi dal placarsi. Prima una condotta antisportiva in pista, poi si è reso protagonista di un video controverso pubblicato sui social. Tutto questo non smentisce la sua fama di bullo, nel 2016 colpì con un pugno Ilott, oggi test driver Ferrari F1, al tempo suo avversario in pista. Insomma il team Haas avrà le sue gatte da pelare ed i riflettori puntati per vari motivi. Anche loro sperano che a Maranello abbiano approntato una power unit più spinta, per dimenticare un 2020 avaro di soddisfazioni.
Williams-Mercedes: George Russell #63, Nicholas Latifi #6
La proprietà è cambiata, la famiglia Williams ha lasciato la squadra. Ora tutto è in mano a Dorilton Capital, ma il nome del team è lo stesso e la sede rimane a Grove. Il miglior colpo della squadra inglese resta la conferma di Russell, pilota che quando gli è stata data la possibilità, a Sakhir la scorsa stagione in sostituzione del malato Hamilton, ha mostrato di essere da vertice, battagliando per la pole position e rischiando di vincere una gara, negata da un maldestro cambio gomme. Latifi non è il campione a cui in Williams una volta erano abituati, ma garantisce la presenza di sponsor che aiutano a chiudere il budget. La power unit Mercedes è una garanzia, vedremo se con più stabilità economica riusciranno a fare meglio, dopo un 2020 da zero punti e ultima piazza.
C'è chi cerca conferme, chi ambisce a nuovi traguardi e chi, come Ferrari, deve risalire il baratro, avendo compentenze e finanze giuste per farlo. Sarà un 2021 "strano" per certi aspetti, soprattutto sul fronte tecnico, in attesa della rivoluzione regolamentare 2022.
Dal 12 al 14 marzo le vetture saranno in pista per gli unici tre giorni di test pre-campionato. Sarà presto per elargire sentenze, ma sarà possibile farci una prima idea di quelli che sono i valori in campo.
Da oggi è ufficiale, il circuito romagnolo ospiterà ancora la F1. Dopo il nostalgico abbraccio del 2020, Imola è pronta ad emozionarci di nuovo.
di Matteo Landi
Sembrava essere una gara occasionale, un meraviglioso ritorno alle origini della Formula 1 moderna, un abbraccio veloce a quel che è stato e niente di più. Vedere nel 2020 monoposto da mille cavalli lanciarsi sui saliscendi del circuito che sorge sulle rive del Santerno, con case e palazzi sullo sfondo, aveva emozionato. La pista che il Drake volle fortemente nel calendario di F1, vi entrò nel 1980 dopo la gara non valida per il mondiale disputata nel 1979, aveva lasciato il Circus dopo l'esaltante corsa del 2006. Con Michael Schumacher su Ferrari vittorioso dopo una feroce lotta di nervi con Alonso, allora su Renault. Nella gara del ritorno dello scorso primo novembre era stata un'altra squadra italiana ad esaltare, la faentina AlphaTauri, gran quarta con Kvyat, protagonista quest'ultimo di un sorpasso estremo su Leclerc. Da allora per la società che gestisce l'Autodromo è cambiato molto. Nel consiglio di amministrazione è entrato Aldo Costa, ex responsabile tecnico della Scuderia Ferrari prima, e della Mercedes AMG F1 poi, ad inizio carriera capo progettista Minardi. Proprio l'ex proprietario della squadra faentina di F1, oggi AlphaTauri, contemporaneamente è divenuto Presidente succedendo a Uberto Selvatico Estense. Se quest'ultimo è riuscito nel 2020 a riportare Imola nel calendario del Circus, approfittando dei buchi lasciati liberi dagli organizzatori che han dovuto dare forfait causa Covid, ora Gian Carlo Minardi, ben supportato da ACI e Regione Emilia Romagna, ha compiuto un altro miracolo. Ed è notizia di oggi l'ufficialità della presenza del circuito romagnolo nel mondiale 2021.
All'interno delle 23 gare del prossimo campionato ha quindi trovato spazio anche l'ex Gp di San Marino, dal 16 al 18 aprile. Se lo scorso anno Liberty Media è andata alla ricerca di seri organizzatori europei, pronti ad allungare una lista di Gran Premi che rischiava di essere troppo scarna, lo stesso discorso non può essere fatto quest'anno. Il GP d'Australia, inizialmente previsto come tappa inaugurale, è stato intanto spostato a novembre e vedremo che succederà alla gara cinese. Per il resto, Covid permettendo, ci dovremmo aspettare una lunga serie di gare, con l'inizio previsto dal 26 al 28 marzo in Bahrain, sede anche dei test "invernali" che si disputeranno dal 12 al 14 marzo (solo tre giorni di prove per svezzare le nuove vetture, una partenza con la zavorra per chi ha da recuperare come Ferrari). La seconda gara sarà, appunto, quella di Imola. Torneranno in calendario le gare del continente americano, la leggendaria Monaco, ed a dicembre debutterà l'Arabia Saudita, sede in questi giorni della Dakar, mitico rally raid che dal continente africano (con prologo in Europa), si è spostato nel 2009 in Sud America, e dallo scorso anno in Asia.
Non sappiamo se dopo il disgraziato 2020 la Ferrari tornerà ad essere protagonista, se Alfa Romeo riuscirà a portarsi più avanti nello schieramento, o se AlphaTauri, capace di vincere a Monza nello scorso campionato, splenderà ancora. Oggi abbiamo però la certezza che rivedremo ancora una volta, sperando che non sia l'ultima, i bolidi della massima Formula affrontare la Variante Tamburello, quindi la Villeneuve, poi la Tosa, e dalla Piratella, passando per le Acque Minerali raggiungere la collina della Rivazza. E fra queste porzioni di tracciato, dai nomi che regalano brividi, passerà la nuova avventura del giovane Mick Schumacher. Nell'attesa che tutto abbia inizio, possiamo iniziare a sognare.
Abu Dhabi, ultima tappa della stagione ed ultima gara in Rosso per Vettel. Trionfa Verstappen, davanti a Bottas ed al rientrante Hamilton. Leclerc è 13esimo, davanti al compagno tedesco, che saluta Maranello fra pianti e canzoni.
di Matteo Landi
"Voi siete la squadra Rossa, appassionati, non vi arrenderete mai. La mia fermata sta arrivando, mi è piaciuto stare con voi. Ho sentito la vostra magia...". Nel giro di rientro Sebastian legge un foglietto, custodito all'interno dell'abitacolo per tutti i giri di gara. Intona l'Azzurro di Pallavicini e Conte, modificato nelle parole. I quattordici successi di tappa, terzo pilota più vincente con la Scuderia di Maranello, ma soprattutto i sei anni insieme, hanno reso il pilota tedesco uno dei più grandi, veri, tifosi Ferrari. Arrivato nel 2015 con il compito di riportare all'iride la squadra italiana, è subito entrato nel cuore dei ferraristi vincendo alla seconda gara. Quel 29 marzo fu una giornata liberatoria per la Scuderia, che usciva da uno dei campionati peggiori della sua storia, quello dell'inizio dell'Era turbo-ibrida e dell'attuale dominio Mercedes. Vettel ha comunque lottato per il titolo nel 2017 e nel 2018, perdendolo fra problemi tecnici e suoi errori evitabili. La storia sportiva del tedesco e della Ferrari si chiude oggi con un misero 14esimo posto, al termine di un campionato che vede la Scuderia solo sesta nei costruttori (peggio fece nel 1980, quando concluse decima). Quella d'amore invece, l'ultimo saluto di Seb lo testimonia, non si spegnerà mai. Il pilota di Heppenheim continuerà la sua avventura nella massima serie al volante della Racing Point, che il prossimo anno verrà rinominata Aston Martin, ed a Maranello arriverà Sainz. La telefonata con cui Binotto annunciava a Sebastian che avrebbero fatto a meno di lui per il 2021 oggi è sembrata un lontano ricordo. Grazie ad un commosso e commovente Vettel, capace di mettere da parte qualsiasi polemica per concentrarsi sull'abbraccio finale.
Verstappen domina. Hamilton, stanco, è terzo
Al termine dell'ultima gara dell'anno ai box Ferrari la nostalgia la fa da padrona, mentre poco più in là, nel garage Red Bull partono i festeggiamenti. A differenza di quanto abbiamo visto per gran parte del 2020, ad Abu Dhabi ha dominato la squadra austriaca, capace di battere sonoramente l'armata Mercedes, parsa oggi quasi sottotono. Bottas sul podio era felice come poche altre volte: secondo ma davanti al sette volte campione del mondo Hamilton, terzo. L'inglese ha fatto i salti mortali per farsi trovare pronto ed in salute per l'ultima tappa di questo campionato. Dopo la debacle di Sakhir, Russell non ha avuto modo di riprendersi quello che il box Mercedes, con un pit-stop horror, gli ha negato una settimana fa. Il giovane inglese è tornato in Williams ed alle zone meno nobili della classifica. A fine gara Hamilton è parso affaticato, dichiarando di non sentirsi al top della forma. Qualche giorno di riposo in più avrebbe giovato alla sua salute, ma evidentemente la pressione degli sponsor ha avuto la meglio.
Albon o Perez: Red Bull sfoglia la margherita
Ai piedi del podio è giunto Albon, passato sotto la bandiera a scacchi molto vicino ad Hamilton. Se avesse corso così per tutta la stagione adesso avrebbe già un contratto per il 2021. In Red Bull, invece, stanno ancora meditando su quale pilota ingaggiare per il futuro. Perez sembrava ormai fuori dalla contesa, ma la vittoria di Sakhir ha alzato notevolmente le sue quotazioni. Il pilota messicano è ormai un top driver: il Sergio veloce ma irruento del 2013, anno in cui non diede alla McLaren motivi per confermarlo, è un lontano ricordo. Quarto nella classifica piloti 2020, dietro solo ai piloti Mercedes ed a Verstappen, Perez si è reso autore di un'annata memorabile. In cui ha persino sconfitto il Covid. Il prossimo anno Helmut Marko e compagni avranno bisogno di un pilota consistente e rapido se vorranno contendere alla Mercedes il primato fra i costruttori: l'ormai ex driver Racing Point è la soluzione.
McLaren terza nel costruttori
Gioia massima in McLaren. Lando Norris ha conquistato uno stupendo quinto posto, subito davanti a Carlos Sainz, futuro pilota Ferrari. Lo spagnolo ha concluso la stagione al sesto posto, l'inglese al nono. La somma dei loro punti ha permesso alla gloriosa squadra d'oltremanica di assicurarsi il terzo posto fra i costruttori, davanti alla Racing Point (penalizzata ad inizio campionato per aver realizzato una monoposto clone della Mercedes 2019). La squadra rivitalizzata da Zak Brown non giungeva così in alto in classifica dal 2012. Considerando però la competitività raggiunta dai motori Honda, croce McLaren durante il loro svezzamento ma adesso performanti e vincenti con Red Bull, avrebbero potuto ambire a ben altri risultati se solo avessero avuto un poco di pazienza in più. Nel 2021, tuttavia, le vetture inglesi avranno le power unit Mercedes: Ricciardo, prossimo a vestire la casacca McLaren, ha da sorridere.
Mick Schumacher debutta nelle prove libere
La felicità albergava nel box Haas due giorni fa. Durante le prove libere la squadra americana ha avuto modo di testare il campione di F2, figlio del grande Michael. Nella fine il principio, verrebbe da dire, visto che si è trattato per Mick di assaggiare quel mondo che il prossimo anno lo vedrà, per la prima volta, fra i protagonisti. Mai delle prove non ufficiali hanno attirato tanta attenzione. Il giovane Mick non ha sbagliato, prendendo rapidamente confidenza con il mezzo. Vedere "M. Schumacher" stampato ai lati dell'abitacolo di una Formula 1 ha scatenato emozioni indimenticate.
Addio 2020
Ultimo tramonto per la stagione 2020. Un campionato iniziato a luglio a causa del Covid, e nonostante tutto articolato su 17 eventi. Sei mesi in cui il Grande Circus è tornato alle origini, con un baricentro europeo e pochissime gare fuori dal vecchio continente. Abbiamo assistito al debutto del Mugello nel mondiale ed al ritorno di Imola, due delle tre gare italiane data la conferma di Monza. La Ferrari non è riuscita ad onorare al meglio le sue mille presenze nella massima formula, vivendo una delle sue annate più terribili. Due lampi di Leclerc ad inizio stagione, uno di Vettel in Turchia, poi il buio. Il monegasco ha provato a tenere in piedi la baracca, rendendosi protagonista di qualifiche da urlo sfociate spesso in gare al passo del gambero, a causa soprattutto della mancanza di potenza della power unit più spompata del 2020. Una stagione nata male, con un accordo Ferrari-Federazione che ha tolto cavalli ai motori costruiti a Maranello, e finita peggio, vedi il doppio piazzamento fuori dai punti ottenuto oggi. Hanno gioito Hamilton, al settimo iride (come Michael Schumacher), e la Mercedes. Tante novità e molte conferme. Ma la cartolina migliore di questa strana stagione rimarrà per sempre il saluto di Seb Vettel al Cavallino Rampante. Riflesso di un amore che resterà per sempre vivo.
Louis Camilleri abbandona la carica di Amministratore Delegato Ferrari, a due anni e mezzo dal suo insediamento, successivo alla morte di Sergio Marchionne.
di Matteo Landi
Come un fulmine a ciel sereno. Nel 2018, dopo la scomparsa di Sergio Marchionne, fu nominato Amministratore Delegato della casa del Cavallino Rampante. Louis Carey Camilleri prese una Ferrari sportivamente vincente ed oggi la lascia in uno dei suoi periodi più difficili. La squadra del Cavallino perde quindi una pedina fondamentale a pochi giorni dall'annuncio del passaggio di Simone Resta, responsabile dell'area telaio, alla Haas dal 2021. L'ex AD lascia la Ferrari, oltre che la presidenza di Philip Morris International, per "motivi personali". Ne prende atto con dispiacere il Presidente John Elkann, che si assumerà la carica di Amministratore Delegato ad interim. Il Consiglio di Amministrazione gestirà il processo di identificazione del successore di Camilleri. Se dal giorno del suo insediamento, dal lato sportivo, non si può dire che abbia raccolto molto, diverso è il discorso per quanto concerne l'aspetto commerciale, di successo nonostante il difficile periodo storico contraddistinto dalla pandemia che tutti conosciamo. Camilleri si dimette, con effetto immediato. Senza preavviso, nello stesso modo fulmineo in cui prese la guida della casa costruttrice di automobili più prestigiosa del mondo.
George Russell, sostituto di Hamilton, domina ma la Mercedes sbaglia tutto. Ne approfitta Sergio Perez che vince, per la prima volta in carriera, dopo una strepitosa rimonta.
di Matteo Landi
Al termine della gara piangono entrambi. Perez non trattiene la gioia, si commuove. Rimane seduto sul primo gradino del podio. Come fece nel post gara di Monza l'allora vincitore Gasly. Anche oggi è accaduto qualcosa di imprevedibile, come quel giorno in Italia. Al contrario Russell piange, le sue sono lacrime amare. Il pianto di chi sa che potrebbe avere perso, e non per colpa sua, l'occasione della vita. Quel treno che potrebbe passare una volta sola, e su cui devi salire. L'inglese lo ha fatto, ma quel treno si è fermato. Dovesse Hamilton rimettersi, come si spera, Russell tornerà al volante della Williams. Storie di motorsport.
Al termine di una gara pazza, su un circuito insensato, Sergio Perez vince al volante della Racing Point. Sua quest'anno, ma che dovrà lasciare a Vettel la prossima stagione. In F1 spesso va avanti chi ha capacità economiche superiori. Perez all'inizio della sua carriera nella massima Formula aveva questa fortuna, abbinata ad un bel talento. Doveva solo lasciarsi maturare, attendere di essere pronto al salto in un top team. Dopo due anni di Sauber ha mollato il Ferrari Driver Academy per accasarsi alla McLaren, che gli offriva un sedile da titolare per la stagione 2013. La casa inglese non progettò però una vettura molto competitiva, ed il messicano scontrò la sua irruenza contro un mastino come Button, suo compagno di squadra alla corte di Martin Whitmarsh. Al termine di quella stagione Sergio perse il sedile McLaren ed approdò in Force India. La squadra che nel 2018 è divenuta Racing Point. Ed è meraviglioso che sia stato proprio lui a portarla oggi al suo primo successo. Ancora una gara, quella di Abu Dhabi, e Perez potrebbe ritrovarsi disoccupato. Stroll (oggi buon terzo), il team mate, è il figlio del proprietario della squadra che il prossimo anno si chiamerà Aston Martin, e sarà affiancato dal quattro volte campione del mondo Vettel. Un nome blasonato, quello del tedesco, che la casa costruttrice affianca volentieri al suo. In Red Bull, accanto a Verstappen, sembrano preferire Hulkenberg, buon pilota, che non dovrebbe offuscare la stella di Mad Max. Se le logiche di mercato volteranno le spalle a Perez, il destino oggi ha deciso di premiare il suo talento. Che per una volta ha vinto su tutto.
La fuga di Russell, prima del disastro
Avrebbe meritato molto di più Russell, il sostituto di Hamilton, a casa in quanto positivo al Covid. Il giovane inglese è arrivato in Bahrain, è salito sulla macchina del sette volte iridato e le ha suonate a Bottas. Sulla classe di Hamilton nessuno discute ma, dopo l'addio di Rosberg, è indubbio che non si sia potuto confrontare con un pilota vicino al suo livello. Bottas ha sfigurato nei confronti del giovanissimo Russell, appena arrivato alla corte di Toto Wolff. George ha dominato fin dal via. Scattato alle spalle del poleman finlandese, lo ha divorato allo scatto da fermo. Si è poi involato e sembrava avere la vittoria in tasca. Stava per scrivere una storia meravigliosa, quella del pilota mai a punti, abituato ai bassifondi della classifica, che arriva nel super top team e si porta a casa il trofeo. Ed invece in Mercedes hanno deciso di sbagliare tutto nel giorno in cui manca Hamilton.
Mercedes: la giornata degli orrori
In regime di safety car hanno optato per un doppio pit stop non necessario. Russell ha cambiato gomme, mentre Bottas attendeva il suo turno. I meccanici hanno perso lucidità, all'inglese hanno messo un pneumatico sbagliato ed a Bottas, nella confusione, hanno prima montato delle gomme nuove, poi nel dubbio quelle usate. Mai visto un top team compiere così tanti errori nell'arco di pochi istanti. Russell è dovuto tornare ai box per ripristinare la regolarità della sua vettura. L'inglese è quindi rientrato in pista con la voglia di dimostrare comunque il suo valore, sbarazzandosi di Bottas con un sorpasso da antologia. Pochi giri dopo si è però dovuto arrendere definitivamente quando è stato richiamato ancora in pit lane per l'ennesimo cambio di pneumatici, in seguito ad una foratura. La domenica sportiva dei due piloti Mercedes si è quindi conclusa con l'ottavo posto di Bottas ed il nono di Russell.
Primo podio per Ocon
La grande giornata di Perez, ma non solo. Ocon non ha problemi di contratto, ed il prossimo anno sarà regolarmente al via del campionato con la Renault. Avrà probabilmente altre occasioni per brillare ma, intanto, ha conquistato oggi il suo primo podio. Il francese ha corso con carattere, ben rintuzzando gli attacchi di Stroll e Sainz, facendosi trovare pronto al momento della debacle Mercedes. Per la casa d'oltralpe è arrivato quindi il terzo podio stagionale, dopo quelli conquistati da Ricciardo.
Ferrari: meno male che c'è Mick!
E la Ferrari? In qualifica Leclerc aveva acceso le speranze, garantendosi, con un giro perfetto, la quarta posizione in griglia di partenza. Un miracolo, considerando la prestazione di Vettel, solo tredicesimo. Il monegasco però, subito dopo la partenza, non è riuscito a frenare la sua irruenza schiantandosi contro Perez. Per il pilota Ferrari è arrivato l'immediato ritiro. Il messicano invece ha dovuto compiere un pit stop non previsto ritrovandosi ultimo. La sua vittoria rimarrà quindi nella storia del Circus, considerando la prodigiosa rimonta. Del parapiglia ne ha fatto le spese anche Verstappen, costretto ad andare sulla ghiaia per evitare la vettura intraversata di Leclerc. L'olandese non è riuscito a frenare la sua monoposto, finendo contro il muro. Disastrosa è stata anche la gara di Vettel. Il tedesco non è riuscito ad incidere, sempre lontano dal ritmo dei migliori, finendo 12esimo sotto la bandiera a scacchi. La Casa di Maranello ha avuto però da sorridere per il trionfo di Mick Schumacher, fresco campione di Formula 2. Una vittoria che emoziona ed, in prospettiva, accende gli entusiasmi. Il prossimo anno il tedesco sarà al volante della Haas, e chissà che un giorno non diventi titolare Ferrari, ipotesi tutt'altro che remota visto che fa parte dell'Academy di Maranello.
Grosjean, è addio?
In Bahrain si potrebbe essere conclusa la carriera di Romain Grosjean. Al pilota Haas, con in carriera dieci podii, la vita ha offerto un'altra chance, dopo il terribile rogo di una settimana fa. Questo weekend è tornato in circuito ed ha ringraziato gli addetti ai lavori che lo hanno soccorso. Ha commosso il paddock con il racconto di quei terribili secondi passati all'interno della vettura in fiamme. Le ferite alle mani, tuttavia, non gli consentiranno di disputare l'ultima gara della stagione, che si svolgerà fra una settimana ad Abu Dhabi. Considerando che non ha un contratto per il prossimo anno potremmo non rivederlo più al volante di una F1. A volte però il motorsport ci regala qualcosa di meravigliosamente inatteso. La storia di Perez lo dimostra. Chissà che il futuro non apra qualche porta al pilota di Ginevra.
Mick vince il titolo di F2 dopo una gara al cardiopalma. Ed ora è pronto per il grande salto in F1!
di Matteo Landi
Quattordici punti di vantaggio prima dell'ultima gara. Considerando che la vittoria della manche della domenica assegna 15 punti, ai quali sono sommabili i due del giro più veloce, per Mick Schumacher mancava solo l'ultimo passo, l'ultimo sforzo per potersi prendere quel titolo di F2 ininfluente per il suo futuro, visto che la firma sul contratto per correre il prossimo anno in F1 con il team Haas è già stata posta, ma fondamentale per il suo palmares, per la sua storia. Da sempre il giovane tedesco corre con la pressione di chi ha tutto da dimostrare. Il cognome pesante che porta lo obbliga a dover zittire a suon di risultati le critiche di chi gli riconosce come unico merito quello di essere figlio del sette volte campione del mondo Michael. Non importa che abbia nel palmares il titolo europeo di F3 conquistato nel 2018, o che sia risultato due volte vicecampione in F4. E Mick queste pressioni le ha trasformate nella sua forza. Quando oggi al primo giro è arrivato lungo squadrando una gomma si è reso autore di uno dei suoi rari errori. Come quello compiuto in qualifica, che ieri lo ha costretto a partire dalla 18esima piazza. Nella prima gara ha però saputo rimontare con determinazione, sorpasso dopo sorpasso, fino alla sesta posizione. Oggi il danneggiamento dello pneumatico lo ha obbligato agli straordinari. Ha difeso con le unghie la terza posizione finchè ha potuto, ma si è dovuto arrendere quando ha capito che ogni sforzo si sarebbe rivelato inutile. Mick è quindi rientrato ai box per il cambio gomme e al rientro in pista si è ritrovato in fondo alla classifica. Intanto l'avversario, l'inglese Ilott, in quel momento terzo, era in odore di titolo. Davanti a tutti Ticktum e Daruvala si contendevano la leadership a suon di attacchi e difese proibite. Tutto poteva succedere. Mick dal fondo risaliva rapidamente, ma puntare solo sulle sue forze sembrava un'impresa disperata. Quando Ilott ha iniziato a perdere ritmo, a causa dell'usura delle gomme conseguente alla lotta iniziale con Baby Schumacher, si è capito che Mick avrebbe comunque potuto vincere il campionato. L'inglese si è visto sfilare da più avversari, terminando decimo, fuori dai punti. E Mick nonostante la 18esima piazza finale ha potuto festeggiare la vittoria del campionato che si pone appena un gradino sotto alla massima Formula. Due vittorie di tappa, zero pole position, Mick l'ha vinto grazie alla sua regolarità ed alla sua forza d'animo. Ha mantenuto la calma quando ad inizio campionato subiva problemi tecnici ed assisteva alle vittorie, fra gli altri, di Shwartzman, Drugovich ed, appunto, Ilott (segnatevi questi nomi perchè faranno strada). Ed è esploso nella seconda parte della stagione a suon di podii. In totale ne ha conquistati ben dieci. Ha forse perso il suo aplomb proprio nell'ultimo weekend di gare ma, considerando i suoi 21 anni e la posta in gioco, possiamo perdonarglielo. Il prossimo anno arriverà quindi nel Grande Circus da campione di F2. Come quel titolo vinto dal padre nel 2003, con Michael ottavo a Suzuka dopo una gara di sofferenza, Mick si è cinto dell'ennesimo titolo che gli permette di arrivare in F1 zittendo in anticipo i soliti haters pronti a definirlo raccomandato. Uno Schumacher ancora fra i grandi del motorsport, al volante di una monoposto motorizzata Ferrari. Preparate i fazzoletti, le emozioni sono garantite.
Nel 2021 Mick Schumacher, figlio del Campionissimo sette volte iridato, debutterà in F1 al volante della Haas. La storia di un passaggio di testimone che fa sognare e profuma di poesia.
di Matteo Landi
"Life is about passions. Thank you for sharing mine". Domenica 25 novembre 2012, per l'ultimo gran premio dell'anno Michael Schumacher salutò la sua carriera agonistica con questo dolce messaggio riportato sul suo casco. Si chiuse un'Era, quella del Campionissimo che ebbe il coraggio di tornare alle corse a 41 anni. Il pilota tedesco, capace prima di riportare in alto una Ferrari in difficoltà, poi di farla splendere a suon di titoli iridati, aveva ceduto ad una passione che non lo aveva mai abbandonato. Neanche al momento del suo primo ritiro datato 2006. Ma ad Interlagos quel giorno per Michael fu davvero il momento di salutare quel mondo, al quale tanto aveva dato. Il 29 dicembre 2013, durante una discesa con gli sci sulle nevi di Méribel, in Francia, il tedesco ebbe il noto incidente che cambiò per sempre la sua vita e quella dei suoi familiari. Pur fra tutte le ovvie difficoltà intanto il figlio Mick cresceva, sia come uomo che come pilota. A fine 2014 effettua i primi test in monoposto. Debutta quindi nel 2015 in Formula 4. Da subito affronta con grande maturità le critiche ricevute da chi pensa che tutto gli sarà facile, visto il cognome che porta. Dopo un primo anno di apprendistato il tedesco zittisce gli scettici piazzandosi secondo sia nel campionato tedesco, sia in quello italiano. La sua serietà nell'approccio alle novità è esemplare: non si butta a capofitto ma agisce passo dopo passo. Impara dagli errori commessi, ne fa tesoro e solo successivamente punta alla vittoria. Non cambia metodo in F3 ed al secondo anno nella categoria vince il titolo europeo. Nel 2018 il suo cambio di passo avviene a Spa-Francorchamps, proprio sulla pista che vide il debutto del padre in F1 nel 1991, e di cui Michael fu grande interprete. Oggi è arrivata la grande notizia: il prossimo anno Mick sarà in Formula 1, al volante della Haas. "M. Schumacher" tornerà nelle liste dei tempi del massimo campionato automobilistico, scatenando dolci ricordi ma anche nuove aspettative. Per il figlio del sette volte campione del mondo è il sogno di una vita che si avvera. Ma prima, il giovane Mick, avrà un'altra missione da compiere: vincere quel campionato di F2 che alla vigilia dell'ultimo weekend di gare lo vede leader.
Al primo giro la Haas di Grosjean si schianta, prende fuoco ed in F1 torna la paura. Domina Hamilton, la Ferrari arranca.
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