Domenica, 19 Maggio 2024 07:33

Enrico Craighero e il vivere la disabilità con gioia In evidenza

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Di Guglielmo Mauti Milano, 17 maggio 2024 - Cosa succede quando la vita ci riserva delle grandi difficoltà? Come fare per accettarle? A chi possiamo affidarci per affrontare sfide difficili che non avevamo programmato e che forse pensiamo di non riuscire nemmeno ad affrontare?

Per il terzo incontro de “I LUNEDI INSIEME”, ciclo di conferenze dedicato quest’anno alle fragilità, il Teatro Gesù Buon pastore di Milano ha ospitato Enrico Craighero, ingegnere in pensione, marito di Angela e padre di tre figli, di cui Paolo e Daniele, due gemelli affetti da una forte disabilità che 40 anni fa hanno cambiato definitivamente le loro vite.

Craighero, con un linguaggio diretto e mai retorico, ha raccontato la testimonianza di chi ha vissuto e vive con grande forza l’arrivo in famiglia di due figli non autosufficienti non senza forti difficoltà iniziali. “La vita è una fregatura!” esordisce sorridendo e poi parte a raccontare la sua storia: “Quando sono nati i due gemelli, all’inizio il mio atteggiamento nei loro confronti è stato negativo, quasi di rifiuto e per quasi 4 anni rimanevo al lavoro fino tardi pur di non vederli.”  

LA FEDE E IL CAMBIAMENTO

“Più sprofondavo nel buio e più avevo bisogno della luce. E la luce è arrivata quando, una sera, è successa una cosa che ha cambiato la mia vita: mentre davo da mangiare al (usa sempre l’articolo davanti al nome, da buon lombardo, ndr) Daniele, ho alzato lo sguardo e incrociando gli occhi di mia moglie che stava nutrendo il Paolo e di vederli lieti. Da quel giorno ho capito che nella mia vita avrei potuto essere felice anche con due figli disabili, perché desideravo avere lo sguardo lieto che aveva lei.” Racconta con occhi lucidi, raccogliendo frequenti applausi.

“La vita cambia se incroci qualcuno che è in grado di guardare la realtà con occhi sereni – continua Craighero parlando di sua moglie che ha “saputo aspettarlo” e a cui deve la sua felicità.

I Coniugi, animati da una forte fede cattolica, sono certi che “dietro a questo cambiamento che mi ha aiutato a vedere la vita in modo completamente la mia vita c’è Gesù”

IL CAMMINO CON I FIGLI

“Ho dovuto intraprendere un cammino con i miei figli!” Racconta Craighero che cita due esempi per testimoniare con più forza la sua esperienza, intercalando spesso le sue frasi con la domanda “Si capisce qualcosa di quello che dico?” per rafforzare il messaggio.

“Un giorno decisi di fare una escursione in montagna con il Paolo, che cammina solo se aiutato. Vista la fatica, al primo tornante ho avuto la tentazione di tornare indietro ma alla fine ho deciso di proseguire. Alcuni amici mi hanno aspettato, altri no, ma la decisione di andare avanti è solo tua. Quando hai due figli disabili il percorso lo devi fare tu. Ma anche con un figlio con queste difficoltà la bellezza non ti è preclusa e alla fine ce l’abbiamo fatta, raggiungendo la vetta. In quel momento ho capito che il sacrificio non è una obiezione alla vita, ma una condizione per gustarti la bellezza”.

GLI AMICI

“Le amicizie sono importanti, rappresentano un pilastro fondamentale per la tua vita” – chiosa – “Non tanto perche ti aiutano operativamente, ma perché facciano il tifo per te, incoraggiandoti a continuare”

LE LEZIONI DI PAOLO E DANIELE

Paolo e Daniele hanno bisogno di tutto, a cominciare dal doverli tirare fuori dal letto tutte le mattine. “Ma anche in questo caso hanno saputo insegnarmi che, in fondo anche noi, abbiamo sempre bisogno di farci tirare fuori dal letto nel senso di aprirci alla vita, metterci in gioco e liberarci dalle paure e dal giudizio.”

E la lezione vale per tutti. “A casa nostra vengono persone in crisi di coppia, ma poi cenando con il Lele e il Paolo e vedendoli felici, escono commossi. Perché loro due insegnano su come si può vivere serenamente. Ed é stupendo. Ho imparato tutto dai miei figli: a cominciare dall’apprezzarli perché ci sono non per quello che sono capaci di fare”.

Oggi Enrico e Angela partecipano a diversi incontri portando la loro testimonianza di accettazione della malattia, del loro ruolo di genitori molto diverso da come lo avevano immaginato, ma soprattutto della gioia che provano nel vedere il sorriso e l’affetto dei loro figli nella soddisfazione dei loro bisogni.

 

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