E’ un testo dal carattere anche psicologico dove, attorno al protagonista Alon, si muovono avvicendandosi Carlo, Luigi, Jessica, Samantha, la Contessa, la “Fata”: essi offrono al lettore un quadro d’insieme del complesso rapporto tra uomini e donne.
Nel loro mondo interiore trovano spazio gli stati d’animo, i ragionamenti e le paure di tutti noi comuni mortali. Non potevano mancare riferimenti alla Divina Commedia e al Sommo Poeta, dato che l’autore è un appassionato di letteratura classica, in particolar modo della Commedia di Dante Alighieri, appunto.
Alon, personaggio principale, ha “…rispetto agli altri uomini, una rara dote: saper parlare alle donne”, scrive Aldo Gennari nella prima pagina del suo romanzo. Ecco, le donne: creature differenti rispetto agli uomini, credono nell’amore, nella bellezza e nei rapporti interpersonali. Il racconto di Gennari si lega con la storia fantastica dello psicoterapeuta americano John Gray, dall’eloquente titolo: “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere”. L’uomo è differente dalla donna.
Oggi, invece, sempre più spesso, sembra che uomini e donne debbano essere indistinguibili: un uomo si rivolge ad una donna come se si rivolgesse ad un altro uomo e viceversa. E questo risulta essere un disastro per la relazione tra i due generi. Gennari, attraverso i suoi personaggi di fantasia, riesce ad evidenziare tale difficoltà o, meglio, le difficoltà dell’uomo di comprendere la donna, creatura misteriosa e apparentemente irrazionale.
Non manca, l’autore, di rendere omaggio alla sua terra - Parma e provincia – dove sono presenti e custoditi tesori storico-artistici e architettonici. Come il castello di Contignaco, appartenente agli Aldighieri di Parma (erano della stessa famiglia da cui discende Dante Alighieri e la leggenda narra che proprio Dante, durante gli anni del suo esilio, abbia soggiornato presso il maniero), che fa da suggestiva cornice in più passaggi del romanzo. O la Cittadella, “bellissimo polmone verde inserito nel cuore della città, ex fortezza rinascimentale, molto frequentata da tutta la cittadinanza”.
Questi ed altri riferimenti, che man mano si incontrano nelle 183 pagine che compongono il libro, fanno intendere l’altra passione di Aldo Gennari: quella per l’arte.
La lettura dell’opera è avvincente, cattura l’attenzione e conduce nei meandri delle nostre menti. E’ un romanzo da cui non ci si separa prima dell’ultima pagina, da leggere tutto d’un fiato.