Il rifiuto dell'essere ha avuto, quale conseguenza che giunge anche ai nostri giorni in tutta la sua tragicità e drammaticità, la trasformazione dei "diritti dell'uomo" in una vera e propria religione laica, in un dogma insindacabile. Negando la ricerca della Verità, il pensiero prima moderno e poi contemporaneo (oggi antimetafisico ed antirealistico) ha "inoculato" la dimensione della temporaneità nel concetto stesso di Verità (trasformandola, quindi, in una non/Verità) che viene ad essere determinata o dalla maggioranza di un certo momento storico o dalle aggregazioni delle ideologie dominanti.
Ciò, allora, che è fondamentale in un'epoca, può non esserlo più in un'altra (Bobbio): è il contrattualismo che, servendosi della procedura democratica, fa del traffico insaziabile dei diritti lo strumento per conseguire i propri fini. Pensiamo al cosiddetto femminismo: attraverso la legge ordinaria dello Stato n. 194/1978 sull'interruzione volontaria della gravidanza, sia pure alle condizioni stabilite dall'ordinamento giuridico, si è arrivati a negare l'essere del concepito (che persona non è ancora secondo la sentenza n. 27/1975 Corte cost.) per assegnare alla donna il monopolio della salute e dei "diritti riproduttivi" in nome di quella autodeterminazione del soggetto corollario del personalismo contemporaneo. Sfruttando la leva della tolleranza, dell'eguaglianza livellatrice e della non/discriminazione, di fronte alla quale il cosiddetto centro/destra ha dimostrato e dimostra di non avere alcun pensiero filosofico per opporvisi (il Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore, On. Giorgia Meloni, ha dichiarato che la legge sulle unioni civili non si tocca e neppure quella sull'aborto), la sinistra (non solo quella italiana) ha proceduto a ghettizzare chi dissente, a bollare come "fascista" chi non si adegua al pensiero unico dominante (che poi è di una minoranza), dimostrando il proprio disprezzo verso quel pluralismo democratico di cui si riempie la bocca.
Se, da un lato, i diritti civili/umani devono alla democrazia "recitata" la loro sacralizzazione, dall'altro questi contribuiscono ad eroderla dall'interno grazie agli spazi aperti dalla globalizzazione.
Forse, non ha poi torto il pensatore tedesco Hans Hermann Hope, un vero e proprio anarcocapitalista (secondo lui il sistema democratico evolve, per ragioni strutturali, prima nella socialdemocrazia e poi nel socialismo), che intitola una sua opera pubblicata nel 2001: "Democrazia: il dio che ha fallito".
(*) Autore - prof. Daniele Trabucco.
Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.
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