La struttura, come del resto anche il complesso circostante, è ancora lì, lasciata al degrado e alle intemperie, dove le bellissime sequoie e le specie animali presenti nell'area stonano con tutto il resto. Un paradiso di vandali e tossicodipendenti quello della Turris Eburnea di Collemaggio, dove tra siringhe, arredi danneggiati e sporcizia, a fare da padrone è il grande crocifisso rimasto in piedi nonostante tutto. Un luogo che non merita certo questa fine, ma piuttosto un nuovo inizio. E questo lo sa bene Padre Masseo Emilio Boni, Priore Generale e fondatore della Congregazione dei Monaci Francescani Ortodossi, che dopo aver celebrato e visitato più volte il luogo in questione ha deciso di mettere i suoi pensieri a riguardo nelle righe che seguono:
"Qui la voce Sua divina mi parlò dolente e chiara: va e ripara la mia chiesa che come vedi è tutta in rovina.. Maltrattato, rifiuto degli uomini. Mio Signore è stato più facile abbandonarti nel degrado della burocrazia, tra le decisioni di palazzo, più facile che avere il coraggio di donare il decoro che ti spetta. Più facile l'ipocrisia della preghiera per l'unità dei cristiani che donare il superfluo ai fratelli ortodossi. Perdonami Signore se non sono riuscito a riportare la preghiera nella tua casa.. perdonami...non è dipeso da me. In questo Santo calice la mia preghiera e quella del miei confratelli monaci. Tu non avevi dove poggiare il capo per riposare..tu apri i cuori di chi può donare il loro superfluo per poterti lodare. Salga da questo altare l'offerta a te gradita..solo questo ho potuto fare".