E’ in questione la valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale e, quindi, il futuro e la sopravvivenza della comunità montana della provincia di Reggio Emilia. Non sempre a quell’unicità offerta dall’ambiente viene corrisposta l’attenzione istituzionale che merita. Piuttosto si rileva un progressivo depauperamento, di cui non pochi comuni montani sembrano soffrire.
Certo, in provincia di Reggio Emilia non mancano organi deputati alla tutela delle eccellenze ambientali. Il territorio reggiano conta: il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano; i Parchi regionali che comprendono tre Riserve naturali (Cassa di espansione del fiume Secchia, Fontanili di Corte Valle Re e Rupe di Campotrera) e il Paesaggio naturale protetto Collina Reggiana – Terre di Matilde; infine, il Parco di Roncolo a Quattro Castella e l’Ecoparco Pineta a Vezzano sul Crostolo.
Ma tutto ciò risulta insufficiente, se tale processo non viene accompagnato dalla realizzazione di iniziative e attività legate ad una fruizione turistico-culturale certamente sostenibile, alle tradizioni e alla cultura locale, per un complessivo sviluppo socio-economico del territorio. Perché il cuore della montagna non cessi di battere, è necessario, anche con il prezioso supporto del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), tutelare i beni della cultura rurale materiale e immateriale; nonché il mantenimento e ripristino della qualità paesaggistica dei luoghi.
Auspicando che con il nuovo anno tali obiettivi possano essere raggiunti, vale la pena cogliere il fascino del filmato di Umberto Gianferrari, figlio della terra reggiana.
(Video Umberto Gianferrari)