Mercoledì, 22 Settembre 2021 05:32

Visita alla Cittadella di Parma. (con Gallery foto) In evidenza

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Notizie storiche, artistiche e culturali su uno dei parchi più frequentati della città. Report e immagini di Antonio Nunno. 

di Antonio Nunno Parma, 21 settembre 2021 - Parte prima. 

La fortezza, dalla forma pentagonale e pentastellata, è circondata da ampio fossato e delimitata da cinque bastioni. Prototipo delle moderne fortificazioni italiane, fu progettata dall’ arch. e ing. Francesco Paciotti (1521-1591), nobile urbinato, presumibilmente  tra il 1545 e il 1547, su incarico di Pier Luigi Farnese, primo duca del nobile casato a Parma. Il progetto della Cittadella, almeno sulla carta, ha rappresentato un modello tecnologicamente nuovo, rispetto a quello alto e turrito medioevale ed è stato punto di riferimento per le successive fortezze realizzate in Italia e all’estero, come a Torino e ad Anversa (1572), nelle Fiandre.

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La struttura pentagonale incorpora ai lati i cinque bastioni con le cosiddette “traditoie”, “orecchioni”, aperture che permettevano alle bocche di fuoco di operare in sicurezza e con sorpresa, con il lancio di pesanti palle di pietra e successivamente di piombo sugli eventuali nemici esterni. All’interno dei bastioni sono ancora visibili i resti delle “casematte” o “piazze basse” tra loro collegate attraverso una galleria (v. immagine). In questi locali, venuti alla luce durante operazioni di scavo, erano sistemate le artiglierie. Il fossato che circondava la fortezza era allagato con poca  acqua e  risultava fangoso, coperto da melma, per mettere in difficoltà gli eventuali nemici esterni, appesantiti dalle  armature. Il progetto prevedeva anche vie di fuga, che permettevano di uscire all’esterno, la cosiddetta “difesa manovrata” utile per prendere alle spalle gli assalitori, per recuperare viveri e altro, in caso di assedio prolungato. Un esempio di quelle sortite che, durante la battaglia di Parma del 18  febbraio 1248, pose fine all’assedio della città da parte dell’imperatore Federico II di Svevia, costretto alla fuga in seguito alla distruzione del suo accampamento “Victoria” e all’abbandono del tesoro e della sua stessa corona imperiale. All’interno della fortezza era presente anche una galleria delle acque, una sorta di acquedotto, essendo la fortezza, al contrario di quella di Piacenza, staccata e lontana dalle mura cittadine. Sul suolo dove sarà costruita la struttura difensiva, esisteva già l’originaria Chiesa dell’Annunziata che, nel 1566, il duca Ottavio Farnese decise di far abbattere e far ricostruire nella sede attuale di Oltretorrente.

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La facciata dell’ingresso monumentale della Cittadella fu costruito da Giambattista Barra su progetto di Simone Moschino, nel 1596. Lo scultore orvietano, chiamato dal

1578 a  Parma dal duca Ottavio Farnese, fu anche progettista di altre opere architettoniche cittadine. Nel progetto della facciata era sottinteso un asse immaginario che, dal sud, attraverso il ponte di accesso, arrivava fino al nord della Pilotta, sede della corte ducale. La Cittadella fu un’opera voluta e finanziata dalla nobile dinastia Farnese, a Parma dal 1545 al 1731.  Per la sua costruzione fu necessario abbattere i bastioni di Porta Nuova e dello Stradello oltre la deviazione del Canale maggiore. Alla sua realizzazione, che doveva celebrare la grandezza del casato all’interno e all’esterno del ducato, si sono succeduti Pier Luigi, Ottavio, Alessandro e Ranuccio I Farnese. Nei secoli successivi i loro discendenti perfezionarono in parte il sistema difensivo originario, a parte qualche modifica fatta realizzare da Carlo III Borbone con la costruzione di trincee ed edifici per l’esercito. Lo stesso Napoleone, prima temuto e poi acclamato, conquistò la città senza colpo ferire e non cambiò più di tanto la struttura. Sul progetto del Paciotti subentrarono altri tecnici come Giovanni Antonio Stirpio de’ Brunelli da Busseto, Bresciani e Smeraldo Smeraldi. I lavori di realizzazione della fortezza ebbero inizio nel decennio 1580-1590 e proseguirono anche oltre. La costruzione richiese più tempo del previsto e diede origine a molti problemi di natura tecnica, contabile e a controversie tra il committente dell’opera duca Alessandro, impegnato nelle Fiandre a combattere per gli Spagnoli, il Comune e gli interessi spesso contrastanti tra i casati nobiliari della città, che curavano la parte finanziaria. A seguito di ulteriori intrighi e sospetti, il tecnico incaricato dell’opera Stirpio de’ Brunelli fu richiamato nelle Fiandre dal duca farnese e sostituito da Smeraldo Smeraldi. Nel biennio 1591-92, fu registrato un deficit di 100.000 ducati d’oro nella contabilità dei lavori. Lo sforzo finanziario enorme, messo in campo dal duca Farnese, servì anche a dare lavoro a molti popolani e a ridurre le frequenti proteste della popolazione, afflitta da carestie e indigenza. Nel corso dei secoli successivi, il suo interno prese l’aspetto proprio di una caserma, con strutture atte ad ospitare soldati, prigioni, corpi di guardia, magazzini, appartamento del castellano e anche una casa per il sacerdote. In una mappa della Cittadella risalente al 1840 la fortezza è denominata “Castello”.   

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Parte seconda

L’importanza della struttura difensiva della Cittadella subì nel corso del tempo una fase di decadenza, sia per effetto delle nuove tecniche di costruzione raggiunte nel settore delle fortificazioni e per l’uso di nuove artiglierie e macchine da guerra, sia a causa della crisi politica che investì il territorio di Parma, un tempo baricentro strategico rispetto alle potenze confinanti del territorio lombardo a nord e di quello toscano e dello Stato Pontificio a sud. La Cittadella continuò ad ospitare guarnigioni militari nelle caserme ricavate al suo interno fino all’Unità d’Italia e anche dopo, fino al 1945. All’interno del portale d’ingresso principale è possibile notare ai due lati contrapposti due lastre di marmo commemorative. A destra entrando, quella dedicata al conte Alberto di Neipperg (1828), tenente maresciallo tedesco, di antica e nobile famiglia tedesca, secondo marito di Maria Luigia, duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla (1814-1847). Durante questo periodo, la fortezza ospitò un Reggimento di fanteria con relative parate. Nel 1818 si era insediato anche il Collegio Militare poi diventata Scuola Militare. Sul lato sinistro, invece, vengono ricordati i Reggimenti di Cavalleria, prima a cavallo e poi motorizzati, dai Dragoni, ai Lancieri e ai Cavalleggeri ivi addestrati e collocati a difesa del territorio, nel periodo dal 1859 al 1943. Bisogna dire che la fortificazione, durante il corso della sua esistenza, non è stato teatro di battaglie. Unico scontro a fuoco da registrare, seguito da breve resistenza e resa degli assediati, è stato quello avvenuto dopo l’8 settembre del 1943, tra le Guide Cavalleria presenti all’interno della caserma e i reparti e i Panzer della Divisione corazzata SS “Hitler”, che avevano occupato la città.  

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Come già avvenuto con Carlo III Borbone, la caserma fu utilizzata come prigione per settemila militari italiani rastrellati dai tedeschi e poi destinati ai campi di concentramento oltre che per gli oppositori politici, per i sospettati di appartenere alla Resistenza e come luogo di tortura. Al momento di abbandonare la città e la caserma, gli stessi nazisti fecero saltare in aria gran parte della struttura interna, compresa la porta di uscita posteriore, che sarà ricostruita nel dopoguerra, insieme a una riduzione del fossato esterno, per venire incontro alla necessità di espansione edilizia della città. Dal 1947 il Demanio militare cedette al Comune la struttura per la realizzazione di un parco cittadino, che ancora oggi continuiamo ad ammirare e a utilizzare. Da notare che nel 1894, la fortezza rischiò di essere abbattuta per iniziativa del Sindaco pro-tempore Giovanni Mariotti, il cosiddetto “modernizzatore”, insieme alle mura storiche della città. Il progetto non fu realizzato perché la caserma era un bene del Demanio militare. Solamente nel 1947, il Demanio cedette il bene militare al Comune di Parma per farne un parco cittadino.

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Nel 2009, la Cittadella subì un importante restauro per iniziativa del Comune,  progetto dello studio Canali, finalizzato alla sistemazione del verde e dei giardini, complessivamente 120.000 mq di superficie esterna e interna oltre al consolidamento delle strutture architettoniche. Al suo interno, oggi, sono presenti campi di pallacanestro, bar, servizi igienici, aree attrezzate con giochi per bambini. Anche la struttura dell’ex Ostello, a suo tempo sorto su una storica area di campeggio, ora “LOSTELLO”, è stato ristrutturato dal Comune e dedicato alla comunità, luogo aperto a tutti ma anche luogo di formazione e di crescita per disabili. Nella parte alta della ex fortezza, sono presenti le piste per la pratica sportiva dello jogging, con opportune segnaletiche a schermo. Il parco cittadino ospita numerosi eventi e rappresentazioni, dal luna park di tarda primavera alle giornate dell’arte e della creatività, esibizioni musicali. Storico il concerto del grande maestro Ennio Morricone del 24 giugno 2018. Il Comune ha presentato di recente anche un nuovo progetto per la sistemazione dell’area verde, quella dei giochi, l’apertura di un terzo ingresso e una diversa distribuzione degli spazi interni. La proposta è seguita con molta attenzione dalla popolazione, in particolare, da parte di quella residente nel quartiere. Il parco, nella zona più verde della città, è aperto gratuitamente, dalle ore 7.00-20.00 da novembre a marzo e dalle ore 7.00-21.00 da aprile a ottobre.

 

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