Martedì, 13 Ottobre 2015 13:23

CantierEducare saluta Parma e guarda al futuro con le parole di don Ciotti

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5 giorni, 40 esperti, 100 ore di laboratori, 600 professionisti. Don Ciotti "Siamo qui per evitare la malattia mortale della rassegnazione, per gridare alla politica che ‪educazione, lavoro, lotta alle mafie sono l'unica strada per una rivoluzione culturale. La speranza ha bisogno di tutti, soprattutto dell'umiltà dell'educatore". -

Parma, 13 ottobre 2015 -

Giorni intensi, ricchi di racconti, proposte, suggestioni ma soprattutto confronti tra addetti ai lavori (insegnanti, assistenti sociali, psicologi, educatori, pedagogisti, docenti universitari, studenti, genitori) ed esperti sui temi al centro delle emergenze educative contemporanee. Si può riassumere così il CantierEducare, l'evento a cura della LUdE – Libera Università dell'Educare (struttura di alta formazione della coop sociale EcoS-Med), di concerto con la Fondazione Cariparma e in collaborazione con Gruppo Abele e Fondazione di Comunità di Messina, che si è concluso sabato 10 ottobre al Teatro Due di Parma.

5 giorni di lavori, 100 ore di laboratori formativi gratuiti con 600 presenze accreditate da oltre 10 regioni d'Italia. E ancora 9 conversazioni pubbliche con quasi 40 esperti, 6 eventi collaterali e un'intera squadra di formatori a coordinare ogni sessione portante. Una "maratona dell'educare" che ha toccato la vetta più alta durante gli incontri con l'intellettuale e drammaturgo Moni Ovadia (in collegamento da Milano), con il presidente di Libera don Luigi Ciotti, con il sociologo della criminalità organizzata e presidente onorario di Libera Nando Dalla Chiesa.

"Parma ha accolto benissimo il CantierEducare – sottolinea il responsabile del collegio formatori della LUdE Mario Schermi – una manifestazione 'ambiziosa' per gli obiettivi che si proponeva: fermarsi a riflettere sulle questioni e le emergenze educative contemporanee e accompagnare l'incontro dei vari saperi esperienziali e riflessivi coinvolti nel mestiere più difficile del mondo. Adesso il Cantiere non si smantella, anzi. Semmai getta un ponte che guarda avanti, apre canali di comunicazione tra associazioni e professionisti, si assume la responsabilità di occuparsi della restituzione di ciò che è stato fatto e allo stesso tempo comincia a pensare a quello che ancora si deve fare per riportare l'educare al centro del dibattito. Abbiamo fatto il primo passo, ma non abbiamo intenzione di fermarci".

Dello stesso avviso il presidente della Fondazione Cariparma Paolo Andrei: "Il CantiereDucare è stato una bellissima esperienza per Parma, condivisa nei suoi propositi e nei suoi esiti dalla Fondazione Cariparma, che opera da anni per sostenere e accompagnare la crescita del senso di comunità nel nostro territorio. Ringrazio in particolare don Luigi Ciotti e porto con me il suo discorso sulla 'città educativa'. Da quelle parole e dai lavori di questi giorni ripartiamo per allargare ancora di più l'area di intervento del Cantiere".

Alla fine del CantierEducare, in attesa di riprendere a costruire l'edificio dell'educazione, resta il monito di Moni Ovadia ("L'unico strumento per colmare il gap tra la violenza della guerra e la conoscenza è l'educazione"), l'appello del filosofo Carlo Sini ("Smettiamola di pretendere di sapere cosa siamo, proviamo a diventarlo") e le parole di don Ciotti alla platea: "Siamo qui per evitare la malattia mortale della rassegnazione, per gridare alla politica che che ‪educazione, lavoro, lotta alle mafie sono l'unica strada per una rivoluzione culturale. La speranza ha bisogno di tutti, soprattutto dell'umiltà dell'educatore".