Visite ed esami gratuiti nelle Aziende sanitarie di Parma. Le iniziative di LILT. Illuminati in rosa i principali monumenti ed edifici di Parma e provincia. -
Parma, 7 ottobre 2015 -
Torna la campagna "Nastro rosa", organizzata da LILT sezione provinciale di Parma con la collaborazione delle due Aziende sanitarie – AUSL e Azienda Ospedaliero-Universitaria. Un mese, ottobre, dedicato alla prevenzione e diagnosi precoce dei tumori alla mammella, con iniziative di sensibilizzazione e informazione, visite ed esami gratuiti.
GLI APPUNTAMENTI DI SENSIBILIZZAZIONE
A partire da giovedì 8 ottobre al Teatro Verdi di Busseto, nell'ambito del Festival Verdi, è dedicata alla campagna "Nastro rosa" l'anteprima dell'opera "Rigoletto"; sabato 10 "Nastro Rosa al bar": dalle 17 alle 19 a Varano de Melegari, un aperitivo in rosa in alcuni bar del paese; sabato 17 nella sala parrocchiale Virtus di Sorbolo lo spettacolo "Trio Lescano"; venerdì 23 la cena "in rosa" organizzata dalle volontarie LILT a Salsomaggiore Terme all'Hotel Valentini, per prenotazione 388.7713426 oppure 349.1370558.
MAMMOGRAFIE
Le donne tra i 45 e i 74 anni che non hanno fatto la mammografia negli ultimi due anni, possono effettuarla gratuitamente, in Azienda Ospedaliero-Universitaria il 10 e 17 ottobre, chiamando il numero 0521/704308 dal lunedì al venerdì dalle 12 alle 14, negli ambulatori di Parma dell'AUSL il 24 ottobre, telefonando al numero 0521/988886 dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18, all'Ospedale Santa Maria di Borgo Val di Taro dell'AUSL il 30 ottobre chiamando il numero 0525/970202 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 15.
VISITE SENOLOGICHE
Gratuite per le donne di ogni età, negli ambulatori LILT di Parma e provincia, chiamando la segreteria al numero 0521/988886 dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18. Ancora, organizzate dall'Azienda USL: chiamando il numero 0524/515407 dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 17, visite gratuite alla Casa della Salute di San Secondo, Piazza Martiri della Libertà 24 (2° piano) il 14 ottobre e a Vaio, in Via Don Tincati 5 (ingresso distretto - corpo "O" 1° piano) martedì 20. Inoltre, domenica 25, in occasione di Cioccolandia, a Medesano visite senologiche gratuite nelle sede della LILT in Piazza Rastelli.
ILLUMINAZIONE IN ROSA
Come d'abitudine, monumenti e edifici pubblici si tingono di rosa per tutto il mese. A Parma: il casino Petitot, il padiglione della Direzione dell'Ospedale Maggiore ed il polo di viale Basetti, struttura sanitaria del Distretto di Parma dell'Ausl; in provincia: il monumento dedicato alla stilista Clara Centinaro a Bedonia, il monumento a Elisabetta Farnese a Borgo Val di Taro, il monumento a Giuseppe Verdi ed il Municipio a Busseto, la Casa del Popolo a Calestano, il municipio di Fidenza, la Rocca di Fontanellato, il Municipio di Mezzani, il monumento di Papa Giovanni Paolo II e la colomba della Pace a Noceto, il monumento collocato sulla rotatoria di Pontetaro ed il Municipio di Varano Melegari.
I DATI DELL'ATTIVITA' DI SCREENING
Per la diagnosi precoce dei tumori della mammella. Nel 2014, sono state invitate 52.358 donne (di età compresa tra i 45 e i 74 anni) a sottoporsi a mammografia: 29.596 hanno accettato. Grazie allo screening, sono stati individuati 224 tumori, 144 di questi avevano dimensioni inferiori ai 2 cm e in oltre il 90% dei casi è stato possibile intervenire con la chirurgia conservativa.
NASTRO ROSA
E' un'iniziativa di LILT realizzata in collaborazione con Azienda USL e Azienda Ospedaliero-Universitaria, con il patrocinio e co-organizzazione del Comune di Parma, con il patrocinio di Provincia di Parma, Università degli Studi, Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Parma.
(fonte: Uffici stampa Usl Parma)
Ricordate l'Ebola? Quella malattia altamente contagiosa e mortale che ha imperversato per il centro d'Africa dalla primavera del 2014 sino alla primavera 2015? D'incanto le cronache di tutto il mondo l'hanno accantonata. Probabilmente è stata sconfitta. O no?
di Lamberto Colla - Parma, 4 ottobre 2015 - Di colpo si sono interrotti i bollettini sullo stato d'avanzamento della malattia nei corpi dei singoli e nella diffusione territoriale. L'estate anticipata ha preso il sopravvento e il bollettino "meteo mondiale" di colpo si è aggiornato con le temperature atmosferiche abbandonando le temperature virali.
Abbiamo tutti tirato un sospiro di sollievo quando il medico italiano Fabrizio Pulvirenti, contagiato dall'Ebola in Sierra Leone e ricoverato il 25 novembre 2014, fu dimesso alla vigilia dell'epifania.
Da lì in poi le notizie hanno cominciato a scemare sino a annullarsi definitivamente all'equinozio di primavera.
Più nulla. Si è passati da bollettini medici orari sullo stato d'avanzamento della malattia nei territori africani al numero di contagi che crescevano in modo esponenziale alle temperature degli infettati occidentali al silenzio totale.
O la malattia è scomparsa o non c'è più interesse a parlarne.
Un qualche dubbio che interessi ci fossero, più economici che umanitari, già mi era venuto nell'ottobre scorso ancora prima che il povero Pulvirenti si ammalasse e venisse condotto in Italia per essere sottoposto a quelle cure sperimentali e fuori protocollo ma autorizzate, proprio in forza dell'emergenza sanitaria, dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).
Un battage mediatico insistente, continuo e accompagnato da immagini raccapriccianti di donne e bambini stesi a terra in attesa di poter essere visitati ci ha accompagnati per quasi un anno. E finalmente l'OMS ha accolto l'offerta di alcune case farmaceutiche di testare i loro vaccini piuttosto che le loro cure.
L'emotività mondiale era così elevata che nessuno avrebbe mai potuto e voluto opporre resistenza a questi tentativi e così è stato.
I primi risultati si sono conseguiti (almeno dalle cronache riportate dalle grandi agenzie) e i medici colpiti sono diventati, senza la loro volontà, perfetti testimonial del successo farmaceutico, non certo a buon mercato.
Già, perché per guarire il solo Pulvirenti, sarebbe stato necessario l'utilizzo di ben quattro diversi farmaci sperimentali. Secondo le stime, il costo complessivo sostenuto dal nostro sistema sanitario per salvare il medico dovrebbe essere stato di circa un milione di euro.
Avete letto bene, oltre un milione di euro! Da questa tragedia che ha colpito milioni di persone, contagiato circa 28.000 persone e contato quasi 12.000 morti dei quali 500 erano operatori sanitari, qualcuno ha sistemato bilanci, realizzato ricerche sostenute da altri e riempito i cassetti.
"L'epidemia di Ebola è stata spesso descritta come una tempesta perfetta: un'epidemia transfrontaliera in paesi con sistemi sanitari deboli, che non avevano mai conosciuto l'Ebola prima", dice Christopher Stokes, direttore generale di MSF (Medici Senza Frontiere). "Ma questa è una spiegazione di comodo. Perché l'epidemia di Ebola andasse a tal punto fuori controllo, molte istituzioni dovevano sbagliare. E così è stato, con conseguenze tragiche ed evitabili."
Tanto di comodo che quando chi doveva incassare che cosa e quanto (lo sanno solo gli interessati) ecco che l'emergenza sfuma, i media voltano pagina e i morti rimangono.
Per quanto nessuno ne parli più siamo ancora ben lungi dall'avere risolto il problema umanitario, come dimostra il rapporto di Medici Senza Frontiere dello scorso 23 marzo. "Per dichiarare la fine dell'epidemia, scrive l'MSF, è necessario identificare ogni singola persona che sia stata in contatto con un malato di Ebola. Non c'è spazio per errori e leggerezze.
Il numero di nuovi casi a settimana è ancora più alto che in qualsiasi precedente epidemia e i casi complessivi non sono diminuiti in modo significativo dalla fine di gennaio.
In Guinea, il numero di pazienti è di nuovo in aumento. In Sierra Leone, presentano il virus molte persone che non erano nelle liste di contatti Ebola conosciuti.
In Liberia si è registrato in questi giorni un nuovo caso, il primo dopo le dimissioni dell'ultimo paziente a inizio mese.
"Il trauma dell'Ebola ha lasciato persone diffidenti nei confronti delle strutture mediche, operatori sanitari demoralizzati e timorosi di riprendere servizio, comunità in lutto, impoverite e sospettose", si legge sul rapporto. Nei tre paesi più colpiti, quasi 500 operatori sanitari hanno perso la vita lo scorso anno, un duro colpo per la già grave carenza di personale prima dell'Ebola.
Ebola non è sconfitta, anzi l'ultima vittima è del 16 settembre scorso come riportato da BLOGO e altre 700 sono in quarantena: "Una ragazza di 16 anni è morta in Sierra Leone a causa del virus Ebola. Fonti sanitarie locali hanno riferito che la ragazza è deceduta presso in centro dell'International Medical Corps della città di Makeni, nella provincia di Bombali che si trova al Nord del Paese, al confine con la Guinea ed è una zona in cui da almeno sei mesi non si verificavano casi di contagio, come ha specificato il Centro nazionale di lotta all'Ebola che ha espresso la sua delusione per la notizia di questa morte ma ha anche assicurato la predisposizione di tutte le misure necessarie per affrontare il caso di contagio."
Forse si sono risolti i problemi economici di alcune aziende, non certo degli africani.
A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si prende! ... diceva qualcuno...
Cavallaro invitato dalla Provincia a illustrare all'Assemblea il Ciar: "Oggi è possibile utilizzare anche i droni nel monitoraggio". Manghi: "Strumento importante, mi auguro venga adottato da altri Comuni". -
Reggio Emilia, 30 settembre 2015 -
Il progetto-pilota del Comune di Rubiera - che dal 2009 ha avviato un programma di "verifica a tappeto" delle coperture degli immobili per far rimuovere o mettere in sicurezza quelli contenenti amianto - potrebbe diventare buona prassi per tutte le amministrazioni reggiane. Con questo obiettivo il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, ha invitato nei giorni scorsi il sindaco Emanuele Cavallaro a illustrare all'Assemblea dei sindaci il Catasto Immobili Amianto Rubiera (Ciar). Nato sulla base della drammatica esperienza maturata con la vicenda Eternit, il Ciar ha permesso di censire ben 227.175 metri quadri di coperture contenenti amianto in edifici privati (quelli pubblici, a Rubiera, sono tutti da tempo a norma), 108.825 dei quali già bonificati, 43.000 messi in sicurezza ed altri 75.350 attualmente oggetto di procedure aperte.
Confermando l'impegno preso lo scorso aprile proprio a Rubiera al convegno promosso da Comune, Cgil e Associazione dei familiari in occasione della Giornata mondiale delle vittime del lavoro e dell'amianto, il presidente Giammaria Manghi ha quindi invitato il sindaco Cavallaro a illustrare agli altri primi cittadini il funzionamento, e gli importanti risultati ottenuti, del Ciar, perché possa essere adottato anche dagli altri Comuni: "Uno dei "nuovi" ruoli della Provincia è proprio quello di coordinare e supportare amministrativamente i Comuni, valorizzando e cercando di condividere le tante buone pratiche che le pubbliche amministrazioni reggiane hanno messo in campo nel tempo – spiega il presidente della Provincia di Reggio Emilia – Il Catasto Immobili Amianto Rubiera è certamente uno strumento importante per superare gli attuali limiti gestionali nella eliminazione dell'amianto dal nostro territorio, ha prodotto risultati preziosi e mi auguro possa essere esteso anche ad altre realtà".
Il sindaco Emanuele Cavallaro ha illustrato agli altri primi cittadini il funzionamento del Ciar, mettendo a loro disposizione un vero e proprio kit, completo di allegati con le "lettere-tipo" da inviare ai proprietari per avviare il procedimento amministrativo finalizzato alla bonifica. "La sensibilità della comunità su questi temi è comunque fondamentale e a Rubiera la collaborazione dei cittadini è stata preziosa, basti dire che su 258 procedimenti avviati, non abbiamo riportato nessun ricorso ed abbiamo dovuto procedere a solo 5 segnalazioni alla Procura per inadempienza", ha sottolineato Cavallaro. Realizzato "senza incaricare tecnici o consulenti esterni, grazie ad uno straordinario lavoro anche dei nostri funzionari e del nostro dirigente, e senza attendere nuove leggi o finanziamenti", il Catasto ha comportato nella prima fase una attenta ricognizione del territorio per individuare le coperture realizzate in cemento amianto: "Abbiamo utilizzato le foto satellitari o l'aerofotogrammetria – ha spiegato il sindaco di Rubiera – ma oggi la tecnologia consente di ridurre sensibilmente i tempi del monitoraggio attraverso i droni ed in particolare grazie a un progetto che si basa sull'applicazione di un algoritmo sull'analisi di immagini multi spettrali, originalmente sviluppato dall'Università di Chieti e perfezionato da AeroDron".
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Recitare per crescere, imparare a conoscere se stessi, prevenire il bullismo e la violenza di genere, ma anche per superare il disagio e acquisire fiducia in se stessi. Ne parliamo con Roberta Spaventa, psicologa clinica, drammaturga e regista della compagnia Peso Specifico Teatro di Modena. -
Modena, 26 settembre 2015 - di Manuela Fiorini – foto Peso Specifico Teatro, Dante Farricella, Valeria Pi. -
Può il teatro aiutare a superare ansie, disagi e paure? Si possono "toccare con mano" e sperimentare esperienze, anche forti, come la violenza sulle donne, il bullismo o la discriminazione di genere, attraverso il filtro rassicurante della recitazione? E, ancora, può il teatro aiutarci a crescere, contribuendo alla nostra formazione personale, rinsaldare l'autostima e la sicurezza di sé?
Ne abbiamo parlato con Roberta Spaventa, psicologa clinica, drammaturga e regista della compagnia Peso Specifico Teatro di Modena, che, dal 2009, porta avanti un lavoro di ricerca prevalentemente basato sulla messa in scena di drammaturgie originali. Gli elementi chiave del lavoro sono la formulazione di una scrittura scenica sempre nuova, l'utilizzo di segni metaforici o archetipici per riferirsi indirettamente alla contemporaneità, il dialogo tra diversi linguaggi, il confronto con elementi provenienti da altre forme artistiche, intesi come fonte di ispirazione e possibilità di indagine tecnica. Tra le attività della compagnia, ci sono anche i laboratori teatrali dedicati ai ragazzi e incontri di Teatro Terapia.
In che modo la recitazione, il teatro, possono contribuire alla formazione o a superare per esempio, ansie, paure, e altri disagi?
"Gli interventi psicopedagogici a mediazione teatrale sono molto utili con bambini e ragazzi per affrontare tematiche quali il bullismo, la differenza di genere o le dinamiche di gruppo. Inoltre, il laboratorio teatrale può essere un'occasione importante per esplorare il proprio Sè e il rapporto con il gruppo, inteso come fonte di supporto e confronto costante. Il processo creativo è l'elemento fondamentale e costituente del laboratorio, mentre la messa in scena finale, quando è prevista, non è che il corollario del percorso stesso. La scelta di affrontare un tema d'indagine dal quale partire per scrivere i propri testi o proporre le improvvisazioni, diviene essenziale per affrontare il proprio mondo interno nel rapporto con la realtà sociale. Attraverso la drammatizzazione, non solo vengono esternati vissuti e disagi interni, ma si ha la grande opportunità di vedere punti di vista differenti e modalità nuove di interpretazione e reazione. La creatività, così stimolata, diviene l'elemento essenziale per trascendere la vita quotidiana, nella quale l'azione è spesso ripetitiva e automatica. L'Eros, come forza vitale, erompe nella propria vita per fornire soluzioni e ipotesi nuove e contribuire allo sviluppo dell'essere umano, qualunque età anagrafica egli abbia".
Come si svolge la teatro terapia? A chi e per quali disagi è indicata?
"La teatro terapia è un metodo che affianca tecniche psicologiche con elementi teatrali, attraverso un lavoro pre-espressivo, sul personaggio e sull'azione scenica. Si portano "in scena" i propri vissuti per rielaborarli mediante un percorso volto all'armonizzazione di corpo, voce e psiche. Questa metodologia può essere affrontata attraverso sedute individuali o di gruppo ed è uno strumento molto adatto per coloro che desiderano approfondire la conoscenza di parti di Sé e rafforzare il proprio Io, agendo su stress, angosce e blocchi emotivi. Viene integrato spesso a percorsi di psicoterapia ma senza sostituirsi ad essi".
Tu sei psicologa clinica e drammaturga/regista, come si conciliano queste tue "anime"?
"Devo dire che il tempo mi ha permesso di comprendere in profondità i punti di convergenza di queste due aree. Il Teatro si offre come strumento prezioso sia nell'ambito della prevenzione che in quello della terapia, utilizzando la scrittura e la messa in scena come occasione di crescita ed esplorazione delle diverse parti di Sé, in relazione con l'Altro e il proprio contesto sociale. Per questo motivo, oltre a produrre e distribuire gli spettacoli della mia compagnia, lavoro nella formazione, in progetti psicopedagogici a mediazione artistica e nell'ambito della teatro terapia".
Uno dei temi più "sentiti"è quello della violenza, contro le donne, ma anche contro chi è più debole, o diverso, senza contare forme meno eclatanti, come quella psicologica o verbale. A riguardo, ti sei occupata della sceneggiatura originale di Barbablù. Qual è il tema e come l'archetipo della favola si inserisce nella modernità?
"Barbablu è uno spettacolo che attraversa le dinamiche della violenza trasversalmente per aprire a quella parte del Sé a contatto con la ferita e permettere una riflessione prima di tutto emotiva, ma anche cognitiva, delle dinamiche di dipendenza e violenza. Nel finale ho rappresentato un ipotetico tribunale dove il popolo gioca a turno il ruolo di accusato e accusatore, in un eterno ciclo che pare esistenziale. In realtà ho voluto parlare del dolore, dello svilimento e della sfiducia che spesso l'essere umano vive su di sé in prima persona, senza avere strumenti per compensare e trasformare questa mancanza. Così il circolo della violenza si instaura nel rapporto con se stessi e con gli altri, creando dinamiche di difficile scioglimento. Importante è stata per me l'interpretazione di Clarissa Pinkola Estés in "Donne che corrono coi lupi", dove si parla di Barbablu prima di tutto come persecutore interno. Lo spettacolo fa parte di un progetto molto più ampio, composto da diverse azioni volte ad approfondire l'indagine sulle dinamiche della violenza. Abbiamo attivato già da quattro anni un percorso di Educazione alle emozioni a mediazione teatrale per le scuole primarie, sostenuto dall'Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Modena. Prossimamente condurrò un Percorso terapeutico-formativo con donne che hanno subito violenza".
Gli spettacoli della compagnia sono stati rappresentati e accolti con favore in Francia. Pensi che all'estero ci sia più apertura e favore verso forme di teatro e sceneggiature originali rispetto all'Italia?
"Abbiamo avuto la fortuna di partecipare due volte al Festival "Avignon off", una vetrina internazionale importante. Con "Barbablu" credo di aver toccato un archetipo universale che riguarda la ferita e il bisogno d'amore. Il modo in cui abbiamo utilizzato il linguaggio del corpo, l'uso della voce fatta di versi e suoni che pescano nell'infanzia, sono elementi che hanno permesso un riscontro emotivo molto diretto da parte degli spettatori e questo si è tradotto in un successo di pubblico e critica. Avignone ci ha dato la possibilità di verificare il lavoro davanti a persone provenienti da paesi e culture molto diversi tra loro, aiutandoci a comprenderne l'efficacia. Inoltre, il festival può essere una grande occasione di visibilità, se si riesce a suscitare interesse negli operatori che programmano in tutto il mondo. In Italia il sistema è chiuso e involuto su se stesso, spesso i direttori artistici non rispondono neppure agli inviti. Non è facile far vedere il proprio lavoro se non si ha una grossa produzione o dei canali preferenziali".
Progetti per il futuro?
Dopo aver gestito per quattro anni il TeTe - Teatro Tempio di Modena, siamo in attesa di trovare una nuova sede dove continuare il nostro lavoro di produzione e formazione. Per quanto riguarda i nostri spettacoli, siamo impegnati nella distribuzione di "Barbablu" e di "Alice a quel Paese", il nostro lavoro per bambini. In cantiere c'è poi il proseguimento de "Il meritato riposo" presentato l'anno scorso, durante la nostra rassegna "Margini, sotto forma di studio". Si tratta di un mio testo, finalista al premio di drammaturgia "Avamposti d'autore", dedicato alla figura della matematica e filosofa Ipazia. Ci sarà prossimamente anche una nuova produzione per la regia di Santo Marino sul tema del naufragio. Naturalmente, proseguiamo le collaborazioni con scuole, enti pubblici e altre realtà sociali".
INFO
Peso Specifico Teatro
www.pesospecificoteatro.org
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La qualita' di vita dei pazienti nuova frontiera nella lotta ai tumori. "Sopravvivere al cancro": Sabato 19 settembre un convegno al Policlinico, organizzato da LILT Modena in collaborazione col Policlinico per dare voce non solo ai medici e ai volontari, ma soprattutto a chi dal cancro è guarito e può essere un esempio per chi sta lottando contro la malattia. -
Modena, 18 settembre 2015 -
Sopravvivere al cancro. Questo il tema del convegno che la Lega Italiana per la Lotta ai Tumori (LILT) di Modena organizza sabato 19 settembre 2015 presso il Centro Servizi del Policlinico (dalle ore 9,00, Aula CS 0.2) col patrocinio dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria. È il sottotitolo, però, "La parola a pazienti, medici e volontari" a dare la cifra dell'iniziativa che vuole aprire una finestra di discussione sulla qualità di vita dei pazienti in un contesto dove da molte forme di tumore si guarisce ma in cui spesso le cure hanno effetti molto invasivi sulla vita e la socialità del paziente. Per questo motivo il convegno vuole dare voce non solo ai medici e ai volontari ma soprattutto a chi dal cancro è guarito e può essere un esempio per chi sta lottando contro la malattia.
Il convegno, moderato dalla giornalista Ivana d'Imporzano e da Nicolino D'Autilia, presidente dell'Ordine dei Medici di Modena sarà l'occasione per rilanciare la raccolta finanziamenti per il progetto Casa di Luce e Sorriso "Giovanni Paolo II" che LILT ha già in parte già edificato a Casola di Montefiorino per offrire ai pazienti un luogo dove riprendersi dai periodi di cura.
"Il rischio di avere diagnosi di tumore durante la vita - spiega il dottor Gabriele Luppi, Oncologo del Policlinico co-organizzatore dell'evento - è di 1 su 2 per gli uomini e 1 su 3 per le donne; a fronte di un'incidenza in aumento, la mortalità per tumori è complessivamente in riduzione e la sopravvivenza a 5 anni è del 53% negli uomini e nel 63% nelle donne. Considerando i dati di prevalenza del 2010, in Italia sono 2.250.000 le persone viventi con una precedente diagnosi di tumore. Grazie ai successi di queste cure, i pazienti guariti da tumore o lungo-sopravviventi con malattia "cronicizzata" sono in costante aumento negli ultimi anni grazie ai risultati di diagnosi più precoci e migliore efficacia dei trattamenti chirurgici, radioterapici e medici".
E' noto come la diagnosi di tumore abbia spesso un impatto devastante nelle persone colpite anche indipendentemente dalla prognosi e dall'esito delle cure. I trattamenti oncologici curativi, dalla chirurgia, alla radioterapia, alla chemioterapia e alle nuove terapie a bersaglio molecolare o immunologiche hanno frequentemente esiti fisici molto rilevanti sulla vita delle persone. Ma altrettanto importanti sono le conseguenze sul vissuto della persona con le inevitabili reazioni di ansia e depressione, frustrazione per perdita di lavoro e sensazioni di smarrimento per le frequenti ricadute negative sul ruolo all'interno della famiglia e della società.
"I miglioramenti negli ultimi anni nella diagnosi e della cura dei tumori - aggiunge Claudio Dugoni Presidente di LILT Modena - non sono stati accompagnati da altrettanta attenzione alla qualità di vita dei pazienti guariti. Lo stesso follow-up oncologico è tradizionalmente mirato alla diagnosi precoce delle recidive neoplastiche o alla semplice rilevazione degli esiti o tossicità dei trattamenti. A questa domanda assistenziale tentiamo di rispondere con questo convegno e soprattutto con il completamento della Casa Luce e Sorriso presso Casola di Montefiorino, dove i pazienti potranno trovare un luogo di riabilitazione e di socialità."
Diversi e di grande interesse i temi del convegno. Dopo il saluto delle autorità, il Gabriele Luppi, assieme ai colleghi Angelo Ghidini (Otorinolaringoiatria del Policlinico), Giovanni Tazzioli (Chirurgia senologica del Policlinico) e Marinella Nasi (Medico di Medicina generale) tratterà il tema: Benefici, tossicità e danni delle cure. Dalle 10,30 alle 11,30 ci sarà spazio alle esperienze dei pazienti e alle 11,30 l'Architetto Ivan Galavotti presenterà il progetto della Casa Luce e Sorriso.
La Casa Luce e Sorriso
Nel 2002 un benefattore ha lasciato in eredità alla LILT di Modena un fabbricato con annesso terreno a Casola di Montefiorino, vicino al luogo dove erano ubicati una scuola del comune di Montefiorino e un grosso fabbricato (Casa di San Martino) della Diocesi di Modena, non più utilizzati per le finalità istituzionali d'origine, che, dopo lunghe procedure ammnistrative, sono stati entrambi ceduti alla LILT per l'attuazione del progetto di riabilitazione oncologica. La struttura non vuole essere un ospedale, un hospice o una residenza sanitaria di lungodegenza, ma ha lo scopo di aiutare i malati di tumore a riprendere, dopo diagnosi, interventi e cure pesantissime, una vita il più vicino possibile alla normalità e a recuperare serenità e fiducia nel futuro. E inoltre perché il progetto ha preso corpo nel 2005, anno della morte di Giovanni Paolo II, di cui era nota la particolare attenzione e sensibilità per i malati, e anche per un atto di deferenza e cortesia verso la Parrocchia e la Diocesi che hanno donato alla LILT la casa di San Martino. È stato portato a termine il fabbricato dotato di 3 appartamenti e un secondo fabbricato con 4 appartamenti (bilocali) con i necessari adeguamenti secondo le norme anti-sismiche. Tutti gli appartamenti sono quindi stati arredati. Dal 2008 gli appartamenti vengono utilizzati per periodi di vacanza estiva da ex malati associati alla LILT di Modena e all'Ass. Modenese La Nostra Voce. Partendo da questo nucleo originario, LILT vuole costruire 30 alloggi per i pazienti e i loro familiari, con piscina coperta e spazi polifunzionali dedicati a palestra, fisioterapia, sala riunioni, ambulatori e servizi. Casa Luce e Sorriso può diventare centro di riferimento nazionale per la riabilitazione dei pazienti laringectomizzati (per le competenze già presenti nella nostra provincia dell'Associazione La Nostra Voce) e centro di riferimento regionale per terapie riabilitative
(Fonte: ufficio stampa Usl MO)
Le terapie a base di birra offerte dalla Spa e i loro sorprendenti effetti benefici. Un'idea regalo per una coppia o da proporre a un gruppo di amici affiatati e...fuori dagli schemi! -
Parma, 12 settembre 2015 - di Cigno Nero -
Non vi ispirerebbe un week-end salutare e godereccio nella magica Praga? Non siete convinti di quel 'salutare'? E se significasse chiudersi in una spa dove vi 'trattano' da capo a piedi a pinte di birra ceca, l'idea vi attirerebbe di più?
Perché sono nate le Spa Beerland: il primo centro benessere che ha come ingrediente principale la bevanda fresca e corroborante più antica e bevuta in giro per il mondo.
Nella capitale della Repubblica Ceca, dove di birra se ne produce a fiumi e di qualità, corpo e mente si curano sfruttando le proprietà benefiche del luppolo, del lievito e del malto.
Le principali terapie previste da queste singolari terme sono innumerevoli e per una idea sui prezzi c'è tutto sul sito ufficiale della struttura Spa Beerland.
Si possono fare cure del piacere di coppia, pacchetti regalo, 'immersione' di gruppo.
Sembra divertente, no? Ma non è solo quello, perché le attività rilassanti del centro promettono riposo ed effetti che non ci saremmo mai aspettati dal luppolo e dal lievito.
I principali trattamenti che si possono sperimentare in questo centro sono un meraviglioso bagno alla birra (durante il quale è compreso il consumo illimitato di birra chiara e scura) e l'esperienza del riposo su un letto di vera paglia di grano al tepore del caminetto scoppiettante mentre ci si concede un delizioso e fragrante pane di birra fatto in casa.
Le vasche in cui vengono allestiti i bagni di birra contengono, generalmente, acqua alla temperatura di 35-40 gradi, in cui vengono disciolti dei lieviti, gli stessi utilizzati nella produzione della birra, così da poter, allo stesso tempo, rilassarsi al calore dell'acqua e lasciarsi coccolare dalle bollicine create dai lieviti. L'elevato contenuto di essenza di luppolo, infatti, contribuisce a liberare i pori della pelle, lasciandola liscia e levigata. Durante il bagno viene stimolato il metabolismo, l'espulsione di sostanze nocive dal corpo, il rilassamento della tensione interna ed esterna, della stanchezza e dello stress, e quindi il riposo perfetto del corpo e della mente.
La spa consiglia, come accompagnamento al trattamento, di spillarsi dei boccali di birra artigianale che sono forniti al cliente in maniera illimitata.
Secondo trattamento è la sauna al luppolo: dopo un bagno di 20 minuti in un tino di quercia, segue la sosta in un'originale struttura a forma di botte. Per concludere il ciclo, poi, è indispensabile il riposo nel letto di paglia di grano per favorire l'assorbimento completo di tutti gli estratti del bagno e della sauna precedenti.
Le terme, in realtà, hanno proprietà ben note da secoli. Le prime comparvero già in Egitto e nell'antica Cina. Si parla di 2000 anni fa. Venivano utilizzate le sorgenti calde per il trattamento delle malattie, per migliorare l'immunità e per l'igiene personale.
Era già risaputo che il lievito di birra, grazie al suo alto contenuto di vitamina B e di enzimi attivi, ha un effetto benefico sulla rigenerazione della pelle. Grazie a questa combinazione unica fra gli ingredienti naturali e l'azione 'magica' della quercia reale, che è sempre stato un simbolo di longevità e resistenza, durante il bagno viene stimolato il metabolismo, l'espulsione di sostanze nocive dal corpo, il rilassamento della tensione interna ed esterna, della stanchezza e dello stress, e quindi il riposo perfetto del corpo e della mente.
La birra ceca utilizzata nella spa contiene, oltre a una piccola quantità di alcol, sostanze medicinali, vitamine come la tiamina e la riboflavina, l'acido folico, carboidrati e proteine.
Il luppolo di Zatec è una pianta che, durante il bagno, ha un forte effetto energizzante, contribuisce alla rigenerazione complessiva. Viene sfruttato anche come peeling naturale e il suo profumo è piacevole.
Gli effetti dei trattamenti alla birra pare, quindi, siano sorprendentemente molteplici.
La pelle ringiovanisce e si assorbono vitamine, carboidrati e proteine – e questo è lampante – ma si ha anche un effetto lenitivo sul cuoi capelluto e sui muscoli.
Inoltre, la tensione muscolare diminuisce e si riduce lo stress, la circolazione sanguigna migliora e ci si disintossica, espellendo le sostanze nocive dal corpo.
La birra è anche terapeutica per il mal di schiena, per i dolori articolari e coadiuva nel trattamento della psoriasi, dell'acne, della cellulite.
Come raccomanda il centro, attenzione per i soggetti allergici alle proteine della birra, al lievito, al malto o al luppolo: è sempre bene consultare un medico prima di sottoporsi ad un bagno di birra, per evitare di incorrere in spiacevoli reazioni allergiche.
L'efficacia dello screening per la diagnosi precoce del tumore del colon retto in provincia di Reggio Emilia è stata verificato per la prima volta con uno studio di grandi dimensioni basato sull'osservazione di quanto è avvenuto in tutta la popolazione della provincia. -
Reggio Emilia, 1 settembre 2015 -
The American Journal of Gastroenterology - Nature, prestigiosa rivista internazionale di gastroenterologia, ha recentemente pubblicato un articolo scritto da ricercatori delle due aziende sanitarie pubbliche della provincia, sull'efficacia dello screening del colon-retto.
L'articolo è uno dei primissimi lavori a livello internazionale che dimostra che lo screening del colon-retto porta alla diminuzione di nuovi casi di cancro, oltre alla già dimostrata riduzione dei decessi dovuti a questo tumore. Infatti lo screening permette di individuare delle lesioni, gli adenomi, che non sono cancri, ma possono diventarlo con il passare degli anni. Gli adenomi possono essere rimossi facilmente durante l'esame endoscopico.
Fino ad oggi la riduzione dei cancri era stata ipotizzata per lo screening del colon-retto con sangue occulto fecale, ma mai dimostrata nella pratica.
Per la prima volta (ed esclusivamente con dati reggiani) uno studio di grandi dimensioni e basato sull'osservazione di quanto è avvenuto in tutta la popolazione della provincia è stato in grado di mostrare una riduzione dei nuovi casi di cancro con lo screening basato sul test del sangue occulto fecale.
Solo grazie a un programma di screening organizzato nei minimi particolari, dall'invito alla popolazione, all'effettuazione del test del sangue occulto, dalle colonscopie ai trattamenti è stato possibile raggiungere questo risultato: tutta la popolazione dai 50 ai 69 anni è invitata regolarmente ogni 2 anni, l'adesione all'invito è fra le più alte d'Italia (64%), così come quella alla colonscopia (92%).
Tutto ciò ha portato, a soli 8 anni dall'attivazione del programma di screening, a una riduzione della mortalità per cancro del colon retto nella popolazione reggiana di circa il 30% e una riduzione del 10% dei nuovi casi di cancro.
Questi dati dimostrano l'efficacia di un programma di salute pubblica ben organizzato a livello regionale e soprattutto reggiano.
(Fonte: ufficio stampa Usl RE)
"Mentre il sindaco Pizzarotti annunciava l'arrivo in via Cavour delle panchine (simili a quelle sedute "tombali" che hanno già trasformato l'adiacente piazza Cesare Battisti nel principale ritrovo delle "baby-gang" nostrane), il mio appello per liberare Parma dall'incubo dei rifiuti raggiungeva e superava largamente le 1.500 firme in meno di una settimana.
Abbiamo atteso invano, dopo avergli offerto ampia e incondizionata ospitalità sulla pagina dell'appello, che il sindaco ci rispondesse sulla situazione dei rifiuti a Parma.
A questo punto, e a nome di tutti i firmatari di "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!", propongo al sindaco Pizzarotti un pubblico confronto. Da tenersi dove e quando riterrà più opportuno e condotto da un soggetto "terzo" di reciproco gradimento.
Libero ovviamente lui di rifiutare l'invito, o di non risponderci neanche stavolta. Ma liberi anche noi di pensare che il suo ostinato silenzio sia dettato dal più totale disprezzo verso la società civile e da una altrettanto totale mancanza di argomenti seri sul tema che più di ogni altro oggi sta a cuore a tutti i parmigiani. Se poi il sindaco preferirà continuare a occuparsi di panchine, faccia pure. Noi intanto andiamo avanti!".
Pino Agnetti, promotore dell'appello "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!"
Numero firmatari dell'appello: 1.574
(comunicto stampa)
Rinnovato appuntamento domenica 20 settembre per la passeggiata lungo il territorio de la Bismantova, assaporando un intero menù a base di parmigiano reggiano, anche senza glutine
Castelnovo Monti (Reggio Emilia) – Vini e prodotti emiliani, con il Re dei formaggi indiscusso protagonista, ambiente, cultura, sport per tutti e intrattenimenti ludici: ingredienti di qualità di un' evento che si svolgerà nei luoghi de La Bismantova, l'area rurale attorno alla celebre Pietra, rupe simbolo dell'Appennino, il 20 settembre prossimo.
Una manifestazione che viene riproposta, la Magnalonga in ricordo di Azzio Benassi, per la sua settima edizione, arricchita di elementi ulteriori che la renderanno ancora più appetibile per i partecipanti, mantenendo invariato il suo obiettivo: quello di rendere piacevole una giornata di scoperta di luoghi, saperi e sapori di Appennino, per famiglie e bambini.
Si ripropone dunque il percorso sulla strada che si dipana tra i borghi rurali alle pendici della Pietra di Bismantova, su un percorso ad "anello" di 12 chilometri complessivi, tra diverse "tappe" gastronomiche basate sulle specialità di punta del territorio.
Affiancata alla Magnalonga vi sarà la prima edizione di un Trail podistico organizzata dallo Stone Trail Team, sempre nel contesto geografico della Bismantova, che partìrà da Piazza Peretti. La Magnalonga prevede, anche quest'anno, la degustazione di un menù senza glutine con la rinnovata sponsorizzazione di materia prima della Barilla Spa, per consentire a tanti di assaporare l'Appennino emiliano nel piatto, grazie all'aiuto di volontari AIC di Reggio Emilia e i piatti cucinati dalla Chef Maria Teresa Bonati. E il Re dei formaggi verrà valorizzato anche attraverso la tradizionale cottura a legna della forma in modo artigianale, e la degustazione di piatti in modo itinerante, a piedi, tra cui l'erbazzone artigianale cotto nel forno a legna, il gelato al Parmigiano Reggiano, l'aceto balsamico, la pasta al forno con ragù tradizionale, gli sformatini alle verdure con fonduta, salumi di appennino, pecorino di Succiso, la torta tipica di tagliatelle, la piccola pasticceria. Il tutto accompagnato dai vini offertici della Cantina Fantesini, dell'azienda agricola Podere Cipolla, della Cantina Albinea Canali, e della Cantina Rinaldini Moro.
Il percorso si snoderà lungo la sentieristica del territorio de La Bismantova allungandosi, per chi volesse, anche nel centro del paese di Castelnovo Monti dove varie attività ludiche agroalimentari sono già programmate.
Diverse le attività previste durante il percorso: la proiezione di immagini relative alla Transumanza legate all'Appennino tosco-emiliano, l'esposizione di fotografie di Giovanni Chesi, la presenza di corner di prodotti agroalimentari, canti de Il Maggio, laboratori del gusto.
L'evento vede la collaborazione del Comune di Castelnovo Monti e del Parco nazionale. Afferma Chiara Borghi, Assessore al Turismo di Castelnovo ne' Monti: "La Magnalonga rappresenta un evento significativo perché racchiude molte sfumature gastronomiche del territorio unite alle bellezze paesaggistiche, architettoniche e naturalistiche.
Quest'anno poi il percorso partirà e arriverà dal centro di Castelnovo, e questo è un modo per valorizzare a far scoprire il centro storico. Inoltre il trial della Pietra sarà un importante appuntamento con lo sport e la natura, un evento che permetterà a turisti di entrare a contatto con il territorio in modo profondo e intimo attraverso un percorso eccezionale che gira intorno a Bismantova, ai Gessi Triassici, per arrivare fino alla sommità della Rupe. Il weekend della Magnalonga sarà importante anche per il commercio: i negozi di Castelnovo apriranno con promozioni e offerte aspettando la Fiera di San Michele di fine settembre, e nella serata di sabato offriranno uno spettacolo pirotecnico. Per questi eventi sarà possibile soggiornare a prezzi convenzionati".
Aggiunge Sara Manfredini, Assessore allo Sport: "La Magnalonga valorizza in modo importante i sentieri ed i percorsi attorno alla zona di Bismantova, che rappresentano per il territorio castelnovese una sorta di grande "infrastruttura sportiva" all'aperto, che ogni giorno viene utilizzata da molte persone per camminare, correre, andare in bicicletta, fare nordic walking, in una cornice ambientale davvero di eccezione, che dimostra anche di essere estremamente versatile con questa bella manifestazione che coniuga il camminare con le eccellenze agroalimentari del territorio".
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La Magnalonga è un evento organizzato da Gusto sapiens ed in particolare da Monica Benassi, in collaborazione con la Pro-loco Casale di Bismantova, Incia Soc. Cooperativa, Il cuore della Montagna, Pro-Loco del Casale di Bismantova, il Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano, AIC - Emilia Romagna Onlus sede di RE; C.A.I. Sezione Castelnovo Monti Bismantova; la consulente Emanuela Zannoni; il Ristorante La Grattugia di Montecchio; StrabbaDolcieria di Felina; l'agenzia Viaggiar Teatrando; l'agenzia Food Valley Travel; Legambiente Appennino Reggiano; Comunità Marta Maria; Associazione Italiana Celiachia sezione di Reggio Emilia; l'Associazione Onlus Casina dei Bimbi.
Sponsor della manifestazione con i loro prodotti o servizi, o con contributo economico, sono il Comune di Castelnovo Monti, Assessorato alla promozione del territorio e assessorato allo sport, il Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano, il Podere Cipolla di Denny Bini, la Latteria Casale di Bismantova, la Barilla S.p.A., Il Forno Simonazzi, il consorzio del formaggio Parmigiano-Reggiano, le cantine nominate, la Bismantour, la Fattoria Monte Bebbio, il Salumificio Gianferrari, Il vascello del Monsignore, la Gelateria Magnolia, La Valle dei Cavalieri.
E i patrocinatori : GAL Antico Frignano ed Appennino Reggiano, la Strada dei Vini e dei Sapori dei colli di Scandiano e Canossa, la Coldiretti di Reggio Emilia, WE A-RE –Reggio Emilia per Expo 2015, Interconsul s.r.l, Stone Trail Team.
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La partenza è prevista alle 9,30 dalla latteria del Casale di Bismantova dove inizierà il percorso lungo circa 12 km praticabile anche dai bambini (ma non con passeggino, essendo strade sterrate di montagna). Il costo della partecipazione sarà di 19 euro a persona (escluso il costo della assicurazione di 1,50 euro a persona da pagare in loco) 17 euro i bambini dai 3 ai 10 anni .
Il termine ultimo per iscriversi alla Magnalonga è il 17 settembre tramite pagamento anticipato in contanti presso: Viaggiar Teatrando Srl, Via Che Guevara, 55/D - Reggio Emilia, Tel. 0522 284642; Food Valley Travel di Terre Emiliane Srl Viale Fratti 40/A, Parma, Tel. 0521 798515.
Con bonifico: conto corrente n 000102795145 intestato a associazione culturale enogastronomica "In Gustosapiens.it", Agenzia Unicredit di Castelnovo né Monti (RE) Iban: IT25V0200866280000102795145. Invio contabile entro tale data al numero 0522 611582 o il numero di Cro via mail all'indirizzo di seguito indicato.
La manifestazione avrà luogo anche in caso di maltempo.
Per tutte le informazioni ulteriori necessarie: Monica Benassi - Gusto sapiens 339 3965678, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Si rinnova l'allarme per la zanzara killer. Due vittime gravi in pianura padana. Nell'uno per cento dei casi l'infezione può portare la meningite. I sintomi sono simili a una comune influenza. Le raccomandazioni.
di Virgilio, Parma 26 agosto 2015 -
Sono 2 le persone ricoverate nel reparto di malattie infettive e tropicali dell'ospedale di Sant'Angelo Lodigiano. Ai pazienti, che mostravano uno stato confusionale con febbre alta, è stata diagnosticata la febbre del Nilo occidentale, un virus che si trasmette a causa delle zanzare culex pipiens.
La malattia indicata come west nile disease, che è al centro delle attività di sorveglianza e prevenzione della Regione Emilia Romagna ormai da diversi anni (2009), seppure in modo non grave ha colpito, anche recentemente, un cittadino di Reggio Emilia e uno di Scandiano.
West Nile Disease
La West Nile Disease o Malattia del Nilo Occidentale è un'infezione virale trasmessa dalle zanzare, che trova negli uccelli (corvidi) il serbatoio naturale. Può essere contratta dall'uomo e dal cavallo, se punti da una zanzara portatrice del virus. Con maggiore frequenza i vettori della malattia del Nilo occidentale sono le zanzare del genere culex, (zanzara comune), anche se non è possibile escludere che anche le zanzare tigre, che vivono prevalentemente di giorno e che sono considerate i principali vettori delle forme di malattia Chikungunya e Dengue, possano trasmettere la malattia del Nilo Occidentale.
Le zanzare del genere culex pungono più frequentemente nelle ore crepuscolari e serali, e si sviluppano vicino a terreni ricchi di vegetazione in prossimità di grandi raccolte di acqua. La maggior parte delle persone infette malattia del Nilo occidentale non mostra alcun sintomo.
Circa nel 20% dei casi si manifesta nella forma conclamata con tosse, eruzioni cutanee, diarrea, linfadenopatia (linfonodi ingrossati) e difficoltà a respirare. Questi sintomi durano solitamente 3-5 giorni e possono variare molto a seconda dell'età della persona. In pochi casi, negli anziani e nei soggetti più deboli (immunodepressi), possono aggiungersi gravi complicazioni neurologiche quali meningite o encefalite; i sintomi più gravi (malattia neuro invasiva di West Nile) si presentano in media in meno dell'1% delle persone infette (1 persona su 150).
Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un'encefalite letale o esiti permanenti. Come già detto la forma grave della malattia interessa principalmente le persone anziane o con ridotta efficienza del sistema immunitario. Anche gli animali possono essere colpiti da questo virus, in particolare uccelli selvatici e cavalli. Nel cavallo il decorso della malattia è simile a quello dell'uomo: di solito si notano febbre, difficoltà di movimento degli arti posteriori, fino ad arrivare all'impossibilità ad alzarsi da terra. La zanzara rappresenta l'unico vettore del virus e quindi l'unica possibilità di contrarre l'infezione.
Nel 2009 La Regione ha emanato il Piano di sorveglianza e controllo malattia di West Nile Disease, Chikungunya e Dengue e altri arbovirus in Emilia-Romagna. Nel 2015 Il sistema regionale di sorveglianza ha rilevato il virus in zanzare comuni e uccelli selvatici e conseguentemente sono state attivate tutte le misure previste dal Piano regionale. Ai Comuni è stato chiesto di continuare gli interventi straordinari contro gli insetti adulti, in caso di manifestazioni all'aperto in ore serali che comportino la presenza di molte persone, e di potenziare l'informazione e la comunicazione sulla necessità di proteggersi dalle punture delle zanzare:
- rimuovere con frequenza ogni raccolta di acqua permanente da sottovasi, bidoni, ciotole per animali, teli e quanto altro. L'acqua va gettata nel terreno, dove le larve moriranno, e non nei tombini, dove invece sopravvivono fino a diventare zanzare adulte
- consigliabile trattare ogni 20 giorni con prodotti antilarvali tombini e caditoie di grondaia.
- all'interno degli edifici il metodo più efficace è l'utilizzo di zanzariere, a maglie strette, applicate a porte-finestre e finestre, ma anche direttamente sul letto; in alternativa, è possibile utilizzare, sempre con le finestre aperte, zampironi o apparecchi elettroemanatori di insetticidi liquidi o a piastrine.
- nei luoghi all'aperto dovrebbero essere indossati indumenti di colore chiaro – quelli scuri o colorati sono più attrattivi per gli insetti - che coprano il più possibile (con maniche lunghe e pantaloni lunghi).
- vanno evitati i profumi, le creme e i dopobarba in quanto attraggono gli insetti.
- Un buon livello di protezione è assicurato dall'uso di repellenti cutanei per uso topico (direttamente sulla pelle). Le sostanze repellenti applicate sulla cute ostacolano, infatti, il raggiungimento della pelle da parte della zanzara, impedendo ai sensori delle zanzare di intercettare i vasi sanguigni.
- questi prodotti vanno applicati sulla cute scoperta, compreso il cuoio capelluto. Occorre ripetere il trattamento dato che i prodotti evaporano rapidamente e vengono eliminati con la sudorazione.
- nell'uso di questi prodotti bisogna seguire scrupolosamente le indicazioni riportate sulla confezione e va adottata grande cautela con i bambini o su pelli sensibili. I repellenti non vanno applicati sulle mucose (labbra, bocca), sugli occhi, sulla cute abrasa; possono essere invece spruzzati sui vestiti per aumentarne l'effetto protettivo.
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